COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
PARERE
n. 48 del 5 Agosto 2011
(o.d.g. 6 del 5 Agosto 2011)
OGGETTO: Terna S.p.a. Rapporto Ambientale del Piano di Sviluppo RNT 2011. Proposta di Osservazioni.
PREMESSO CHE
–
ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, in attuazione della direttiva comunitaria
2001/42/CE, i Comuni, le Province e la Regione, nell’ambito dei procedimenti di formazione degli
strumenti di pianificazione territoriale, devono provvedere alla valutazione ambientale strategica (VAS)
dei loro effetti sull’ambiente al fine di “promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un
elevato livello di protezione dell’ambiente”;
–
La Commissione Regionale VAS, individuata ex art.14 della LR n.4/2008, si è riunita in data 5 Agosto
2011 come da nota n. 366861 del 02.08.2011 del Dirigente della Unità di Progetto Coordinamento
Commissioni (VAS – VINCA – NUVV), segretario della commissione;
–
TERNA, Rete Elettrica Nazionale S.p.A.,con nota TE/P20110004465 del 18.03.2011 acquisita al prot.
reg. al n.157526 del 31.03.2011, ha fatto pervenire la seguente documentazione:
• Nuovi interventi di sviluppo stato avanzamento piani precedenti;
• Rapporto Ambientale volume nazionale;
• Sintesi non tecnica del piano di sviluppo 2011 e del rapporto ambientale;
• Rapporto ambientale volume Regione del Veneto.
−
LINEE DI SVILUPPO DELLA RETE ELETTRICA DI TRASPORTO NAZIONALE E PREVISIONI
DELLA DOMANDA DI ENERGIA ELETTRICA
TERNA - Rete Elettrica Nazionale S.p.A. è la società responsabile in Italia della trasmissione e del
dispacciamento dell’energia elettrica sulla Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) ad altissima tensione
(AAT, 220-380 kV) e ad alta tensione (AT, 132-150 kV). L’attuale contesto regolamentare identifica la
società TERNA Rete Elettrica Nazionale come gestore del sistema elettrico nazionale, in termini di
programmazione dell’esercizio, controllo in tempo reale, dispacciamento e conduzione, e di
pianificazione dello sviluppo della rete elettrica, in termini di realizzazione di elettrodotti e stazioni e
coordinamento e messa in opera delle manutenzioni per assicurare l’efficienza della rete.
Terna predispone il Piano di Sviluppo della RTN (nel seguito: PdS), che definisce gli interventi
necessari per garantire la sicurezza, la continuità, l’affidabilità e il minor costo del sistema elettrico,
risolvere le criticità della rete, rispondere alle richieste di importazione, produzione e fabbisogno di
energia elettrica del Paese. Il PdS considera un orizzonte temporale di pianificazione di 10 anni, ma è
aggiornato annualmente. L’approvazione è di competenza del Ministero dello Sviluppo Economico, in
base al D.Lgs. 79/1999 e successivo DM 20.04.2005.
La pianificazione dello sviluppo della RTN ha la finalità di individuare gli interventi da realizzare per
rinforzare il sistema di trasporto dell’energia elettrica, in modo da garantire gli standard di sicurezza ed
efficienza richiesti al servizio di trasmissione.
Le principali tipologie degli interventi proposti nel Piano di Sviluppo sono di seguito specificate.
Elettrodotti e cavi interrati: un elettrodotto consiste nel collegamento fra due o più nodi della rete; può
essere realizzato in soluzione aerea (conduttori e sostegni), in cavo o in soluzione mista aereo-cavo. La
trasmissione dell’energia elettrica avviene prevalentemente a mezzo di elettrodotti in soluzione aerea in
corrente alternata ad alta ed altissima tensione.
Gli interventi relativi agli elettrodotti aerei possono consistere in:
• realizzazione di nuovi elettrodotti, in territori preferibilmente extra-urbani, salvo i casi di
collegamento a stazioni all’interno di aree urbane;
• potenziamento di impianti esistenti, finalizzato ad aumentare la capacita di trasporto, in modo da
innalzare il livello di sicurezza della rete;
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• riclassamento consistente nell’innalzamento del livello di tensione d’esercizio, che non
necessariamente deve coincidere con la tensione nominale o di progetto (ad esempio, un impianto
progettato a 220 kV può essere esercito a 132 kV);
• ricostruzione in doppia terna, con ricostruzione dei sostegni qualora non siano già predisposti;
• innalzamento o spostamento di un tratto di elettrodotto.
Stazioni elettriche: impianti finalizzati a ripartire l’energia elettrica tra le linee di una rete, a trasformare
l’energia elettrica dalla tensione della rete di trasmissione a quella di distribuzione in alta tensione,
oppure a convertire la corrente da continua in alternata o viceversa, a trasferire l’energia tra reti a
tensioni diverse.
Gli interventi relativi alle stazioni possono consistere in:
• realizzazione di nuove stazioni;
• potenziamento di impianti esistenti.
Demolizioni: In linea generale, le demolizioni di elettrodotti esistenti o di stazioni esistenti sono
effettuate nell’ambito delle razionalizzazioni atte a migliorare l’efficienza e la funzionalità della rete nel
suo complesso, ottimizzando e/o riducendo contestualmente la pressione sul territorio. La
razionalizzazione può comprendere anche interramenti, demolizioni, modifiche di tracciato,
realizzazione di nuovi impianti, potenziamenti di infrastrutture esistenti.
−
RIFERIMENTI NORMATIVI - ITER PROCEDURALE PER LA REDAZIONE DEL RAPPORTO
AMBIENTALE
In base a quanto previsto all’art. 9 del DM del 20 aprile 2005, la società Terna – Concessionaria del
servizio di trasmissione e dispacciamento dell'energia elettrica in territorio nazionale – predispone
annualmente il Piano di Sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale (RTN), finalizzato ad assicurare
uno sviluppo della RTN in linea con le necessità di copertura della domanda di energia elettrica e di
svolgimento del servizio, nel rispetto degli specifici indirizzi formulati dall’allora Ministero
dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato (ora Ministero dello Sviluppo Economico) ai sensi
dell'art. 1, c. 2, del D.Lgs. 79/1999.
Il Rapporto Ambientale in esame accompagna la proposta di Piano di Sviluppo della RTN 2011 ed è
stato predisposto da Terna in coerenza con quanto previsto dalla Direttiva 2001/42/CE e dalla Parte II
del D.Lgs. 152/2006, così come modificata dal D.Lgs. 4/2008 e, successivamente, dal Decreto
Legislativo n. 128 del 29 giugno 2010, che definisce le modalità per lo svolgimento della procedura di
Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
I contenuti previsti dalla normativa citata riguardano gli impatti significativi che l’attuazione del piano
potrebbe avere sull’ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono
essere adottate in considerazione degli obiettivi e dell’ambito territoriale interessato dal piano.
La procedura di VAS del Piano di Sviluppo 2011 è stata avviata in data 18 ottobre 2010, con la
pubblicazione, da parte di Terna, del Rapporto Preliminare.
A seguito della richiesta della Commissione VAS in data 8 dicembre 2010 si sono concluse le
consultazioni sul Rapporto Preliminare 2011. In particolare, il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali (MiBAC) ha espresso le proprie osservazioni in data 21 dicembre 2010. La Commissione
Tecnica VIA-VAS ha espresso il proprio parere sul Rapporto Preliminare in data 17 dicembre 2010.
Il Rapporto Ambientale 2011 ha considerato le indicazioni contenute nel suddetto parere.
Contemporaneamente alla fase preliminare della procedura per l’anno 2011, ha avuto termine, la
procedura relativa al Piano di Sviluppo 2010: con lettera del 20 dicembre 2010, il Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha trasmesso il parere motivato in
sede di VAS del Piano, espresso di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC),
acquisito dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) in data 28 dicembre 2010, ritenendo
necessario l'attivazione del confronto con l'Autorità procedente in applicazione dell'articolo 15, comma
2 del DLgs 152/2006 e smi.
A valle degli esiti di tale confronto, in data 11 marzo 2011 con nota prot. 0005300, il MiSE,
accogliendo il quadro prescrittivo concordato con MATTM e MiBAC, ai sensi del decreto legislativo n.
152 del 3 aprile 2006 e successive modifiche ed integrazioni, ha approvato con prescrizioni il Piano di
Sviluppo della Rete elettrica di Trasmissione Nazionale 2010 ed emanato la relativa dichiarazione di
sintesi.
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Il RA 2011 è pertanto basato sugli esiti degli incontri suddetti, attraverso i quali è stato concordato il
recepimento delle prescrizioni “per quanto tecnicamente possibile e compatibilmente con il rispetto
delle normative che regolano il sistema elettrico”.
Va evidenziato come in sede istruttoria sia emersa l’incongruenza tra la documentazione cartacea
inviata da Terna S.p.A. con nota prot. n. TE/P201110004465 del 18.03.2011 e la documentazione
digitale scaricata dal sito internet di Terna per quanto riguarda, in particolare, i contenuti dell’allegato
D all’elaborato “Valutazione Ambientale Strategica del Piano di Sviluppo 2011 – Rapporto Ambientale
– Volume nazionale”, contenente i pareri del MATTM e MiBAC sul Rapporto Ambientale 2010 e sul
Rapporto Ambientale Preliminare 2011.
Pertanto, ai fini istruttori, è stato considerato il documento “Dichiarazione di Sintesi relativa al Piano di
Sviluppo 2010”, scaricato dal sito del Ministero dello Sviluppo Economico, al fine di confrontare le
prescrizioni poste dai ministeri con i contenuti del Rapporto Ambientale 2011.
La pubblicazione della proposta di PdS 2011 e del presente RA 2011 ha aperto, come previsto dal
D.Lgs. 152/2006 e smi, un nuovo periodo di consultazione pari a 60 giorni, durante il quale chiunque
avesse interesse poteva prenderne visione e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o
ulteriori elementi conoscitivi e valutativi.
Il RA 2011 si struttura nel presente Volume Nazionale e in una serie di Volumi Regionali, uno per
ciascuna Regione interessata dagli interventi del PdS 2011, e in una Sintesi non Tecnica.
Il Piano di Sviluppo, il Rapporto Ambientale e la Sintesi non tecnica sono scaricabili dai siti:
• www.sviluppoeconomico.gov.it;
• www.dva.minambiente.it;
• www.pabaac.beniculturali.it;
• www.beniculturali.it.;
• www.terna.it.
Copie del Piano di Sviluppo, del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica sono state depositate
presso gli uffici dei Ministeri competenti (Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero
dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero per i Beni e le Attività Culturali),
dell’Autorità per l'energia elettrica e il gas e delle Regioni d’Italia. Presso le Province, le Direzioni
Regionali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e i Parchi Nazionali, invece, sono depositate
copie cartacee della Sintesi non tecnica, la copia digitale di tutta la documentazione e l’indicazione dei
luoghi ove reperire la documentazione completa, così come previsto dall’art. 13 c. 6 e dall’art. 14 c. 2
del D.Lgs. 152/2006 e smi. Di tale deposito il pubblico è avvisato tramite pubblicazione di un avviso
sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Sono stati inoltre messi a conoscenza, individualmente, i seguenti soggetti con competenze ambientali:
• Ministero per lo Sviluppo Economico;
• Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Istituto Superiore per la
Protezione e la Ricerca Ambientale;
• Ministero per i Beni e le Attività Culturali e relative Direzioni regionali;
• Regioni, Province Autonome e relative Agenzie per la Protezione Ambientale;
• Parchi nazionali;
• Autorità di Bacino nazionali;
• Unione delle Province d’Italia;
• Unione Nazionale Comuni, Comunità, Enti montani;
• Associazione Nazionale Comuni Italiani;
• Associazioni ambientaliste (Amici della Terra, Greenpeace Italia, Italia Nostra, Legambiente, LIPU,
WWF Italia).
Ministeri e Regioni in particolare sono stati invitati ad attivare anche una consultazione interna
all’ambito di propria competenza e a raccoglierne e trasmetterne gli esiti.
Tutte le osservazioni potevano essere trasmesse entro 60 giorni dalla data di pubblicazione dell'avviso di
avvio della Consultazione Pubblica ai seguenti indirizzi:
• [email protected][email protected][email protected][email protected]
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• [email protected].
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CONTESTO E SCENARIO DI RIFERIMENTO
Il Piano di Sviluppo 2011 propone due sezioni: la prima descrive il quadro di riferimento, gli scenari
previsionali e le nuove esigenze di sviluppo che si sono evidenziate nel corso degli ultimi 12 mesi e reca
una apposita sezione, ai sensi del Piano di Azione Nazionale per le energie rinnovabili, relativa allo
sviluppo della RTN per il pieno utilizzo della energia prodotta da impianti a fonte rinnovabile; la
seconda illustra lo stato di avanzamento degli interventi previsti nei precedenti Piani di Sviluppo, già
sottoposti al procedimento di Valutazione Ambientale Strategica, per i quali viene riconfermata la
necessità.
Il processo di pianificazione della RTN si basa su tre fondamentali aspetti del funzionamento del
sistema elettrico: la produzione, il consumo di energia elettrica e lo stato della rete. Tale processo,
pertanto inizia con la raccolta, la selezione e l’analisi delle informazioni relative essenzialmente a:
• dati e informazioni desumibili dall’analisi dell’attuale situazione di rete e di mercato, particolarmente
utili per evidenziare le motivazioni concrete alla base delle esigenze di sviluppo della RTN e
l’urgenza di realizzare gli interventi programmati;
• previsioni sull’evoluzione futura del sistema elettrico, indispensabili per delineare gli scenari
previsionali di rete e di sistema, in riferimento ai quali sono verificate e pesate le problematiche
future e sono identificate nuove esigenze di sviluppo della RTN.
In base a quanto previsto dal “Disciplinare di Concessione” (DM del 20 aprile 2005), Terna, in qualità
di Concessionaria delle attività di trasmissione e dispacciamento, definisce le linee di sviluppo della
RTN essenzialmente sulla base della necessità di:
• garantire la copertura della domanda prevista nell’orizzonte di piano;
• garantire la sicurezza di esercizio della rete;
• potenziare la capacità di interconnessione con l’estero;
• ridurre al minimo i rischi di congestione interzonali;
• favorire l’utilizzo e lo sviluppo degli impianti da fonti rinnovabili;
• soddisfare le richieste di connessione alla RTN formulate dagli aventi diritto.
La combinazione dello stato attuale della rete con gli scenari previsionali consente di identificare le
esigenze prioritarie di sviluppo della rete che è necessario soddisfare al fine di evitare che i problemi
rilevati possano degenerare in gravi disservizi e di quantificare i rischi associati alle eventuali difficoltà
o ritardi nell’attuazione degli interventi programmati.
Le esigenze della RTN sono generalmente determinate in uno scenario “business as usual”,
focalizzato agli anni obbiettivi n+5 (medio termine) e n+10 (lungo temine); su ciascun orizzonte
temporale il processo di pianificazione esamina l’eventuale insorgere di congestioni di rete e i necessari
rinforzi associati.
Nella Sezione I del PdS 2011, è illustrato uno scenario energetico alternativo di lungo termine che
prevede una riduzione dei consumi e un incremento della produzione da fonti rinnovabili, congruente
agli obiettivi europei del 20-20-20, con valutazioni e previsioni sui conseguenti possibili sviluppi della
RTN.
Inoltre viene fatto riferimento al concetto di rete intelligente, ovvero Smart Grid, mostrando quali siano
i provvedimenti in corso che Terna sta adottando al fine di garantirne l’attuazione.
Ai fini della pianificazione dell’infrastruttura elettrica lo scenario che viene adottato come “business as
usual” è lo scenario di “sviluppo” principalmente in relazione all’esigenza di garantire l’adeguatezza
del sistema anche nelle condizioni di massima crescita dei consumi.
Nello scenario economico considerato è stata considerata l’ipotesi, per il periodo 2009 – 2020, di una
crescita media annua del PIL del 1,6% ed è stata stimata una evoluzione della domanda di energia
elettrica con un tasso medio annuo del +2,3% ed una intensità elettrica pari a 0,7%.
Nel corso degli ultimi anni, si è assistito ad un graduale rinnovamento del parco produttivo italiano
caratterizzato principalmente dalla trasformazione in ciclo combinato di impianti esistenti e dalla
realizzazione di nuovi impianti anch’essi prevalentemente a ciclo combinato.
Complessivamente sono stati autorizzati, con le procedure previste dalla legge 55/02 (o dal precedente
DPCM del 27 dicembre 1988), 45 impianti di produzione con potenza termica maggiore di 300 MW,
con un incremento della potenza di circa 24.000 MW elettrici.
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Circa il 36% degli impianti entrati in servizio è localizzato nel Nord del Paese ed il 48% è localizzato
nel Sud. A questi si aggiungono ulteriori impianti autorizzati (in costruzione o con i cantieri non ancora
avviati) localizzati in Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania, Calabria e Sardegna per un
totale di circa 4.800 MW atteso dopo il 2011.
Questa distribuzione di nuova potenza potrebbe determinare nel breve – medio periodo un aggravio
delle congestioni del sistema di trasmissione, soprattutto sulla sezione Nord-Centro Nord e Sud-Centro
Sud.
In aggiunta agli impianti termoelettrici, va considerato lo sviluppo di impianti da fonte rinnovabile, che
nel corso degli ultimi anni hanno avuto un trend di crescita in continuo aumento.
Questi impianti sono tuttavia caratterizzati da una fonte primaria discontinua che non rende possibile
l’utilizzo a programma della potenza installata. Le aree ventose, e quindi ottimali per installazioni di
impianti eolici, sono maggiormente concentrate nel Centro – Sud e nelle Isole Maggiori. Pertanto, la
maggior parte degli impianti eolici e fotovoltaici risultano localizzati nel Mezzogiorno (circa 7.500
MW).
Il PdS della RTN si inserisce in un contesto caratterizzato dalla presenza di una moltitudine di piani e
programmi territoriali e settoriali. Si delinea perciò la necessita di favorire un coordinamento con gli
altri strumenti di pianificazione e programmazione, affinché un approccio armonizzato permetta una
corretta evoluzione e implementazione della rete e una maggiore sostenibilità dell’insieme delle scelte
che riguardano il territorio. Tale coordinamento deve essere organizzato e reciproco e può essere attuato
proprio tramite il processo di VAS, ovvero attraverso le consultazioni effettuate nel corso del suo
svolgimento e l’analisi di coerenza esterna in relazione agli altri livelli e settori di pianificazione e
programmazione.
In mancanza di un Piano Energetico Nazionale vigente, i Piani Energetici Regionali (PER) e i Piani
Energetico Ambientali Regionali (PEAR) sono gli strumenti principali di programmazione del sistema
energetico in Italia.
Le principali criticità, in relazione alla pianificazione della RTN, riguardano la presenza di dati a volte
superati, anche in conseguenza dei tempi particolarmente lunghi per l’approvazione dei Piani e in
qualche caso viene evidenziata la mancata correlazione tra le previsioni del fabbisogno energetico
regionale, l’insediamento di nuovi impianti produttivi e lo sviluppo della Rete elettrica di Trasmissione
Nazionale.
Nel Rapporto Ambientale vengono messi a confronto gli obiettivi per il 2009 prefissati dai vari atti di
programmazione energetica regionale in merito alla diffusione delle fonti energetiche rinnovabili (FER)
in ambito elettrico, con la potenza degli impianti di produzione da FER che risulta effettivamente
installata all’anno 2009. Dal confronto emerge che, seppur a livello nazionale l’obiettivo 2009 risulta
mediamente centrato, il raggiungimento degli obiettivi di ciascuna regione è, nella maggior parte dei
casi, assolutamente non in linea nè con le quantità, né con le tempistiche prefigurate dai piani.
In merito invece alla produzione elettrica ottenuta in Italia da impianti a fonti rinnovabili (idroelettrici,
geotermici, eolici, a biomassa e fotovoltaici), viene riportata, per ogni regione, la percentuale di
copertura del proprio fabbisogno elettrico con fonti energetiche rinnovabili, in base agli ultimi dati
statistici disponibili di Terna (anno 2009); viene anche effettuato il confronto con i dati del 2008 da cui
si evidenzia la tendenza evolutiva della produzione da fonti rinnovabili.
Quasi la metà delle regioni continua ad avere un ricorso al rinnovabile inferiore al 15% rispetto alla
propria richiesta elettrica.
Complessivamente, a livello nazionale nel 2009 si è avuto un aumento della diffusione delle FER
rispetto al fabbisogno elettrico di oltre 4 punti rispetto al 2008, dovuto principalmente alla diminuzione
del fabbisogno elettrico in Italia e solo in parte (16% di aumento dal 2008 al 2009) per l’incremento
della produzione da fonti rinnovabili; ciò ha consentito all’Italia di superare, anche quest’anno,
limitatamente al comparto elettrico, l’obiettivo del 17% ad essa affidato per il 2020 dalla Direttiva
europea 2009/28/CE in termini di produzione complessiva di energia da FER rispetto ai consumi.
Per il Veneto l’aumento di impiego di FER rispetto al fabbisogno del 2008 è pari all’11%, mentre
l’aumento rispetto al fabbisogno del 2009 è pari al 16%.
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CRITERI LOCALIZZATIVI - LE FASI DELLA VAS
Fase strategica
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Nella I fase (Strategica) vengono analizzate le esigenze della Rete elettrica di Trasmissione Nazionale
e gli scenari energetici previsionali; l’analisi delle macroalternative ipotizzate viene integrata con la
considerazione delle caratteristiche territoriali.
Conoscenza ambientale dell’area vasta a scala regionale:
• Prima indicazione delle problematicità potenziali presenti nelle aree interessate dalle macro
alternative;
• Analisi della coerenza con la pianificazione territoriale vigente;
• Identificazione condivisa della macroalternativa maggiormente sostenibile.
Fase strutturale
Obiettivo della II fase (Strutturale) è quella di individuare e scegliere, all’interno di un’Area di Studio,
dei corridoi (ampi anche diversi km) maggiormente idonei all’inserimento di impianti elettrici (linee e
stazioni), rispettando criteri ambientali, tecnici ed economici.
Il raggiungimento di tale scopo viene perseguito attraverso diversi passi successivi:
1. definizione dell’Area di Studio e relativo inquadramento ambientale;
2. condivisione di criteri localizzativi (Criteri ERPA) per l’individuazione dei Corridoi e loro
eventuale gerarchizzazione;
3. applicazione di una metodologia GIS per l’individuazione dei Corridoi ambientali, attraverso i
Criteri ERPA;
4. accertamenti e sopralluoghi nelle aree o nei Corridoi individuati per la definizione di quello
preferenziale.
Fase attuativa
La III fase (Attuativa) sviluppa ulteriormente il criterio della concertazione e costruzione condivisa delle
scelte localizzative delle opere elettriche con gli EELL.
In questa fase, all’interno del corridoio precedentemente scelto, si identifica di concerto con gli EELL la
“fascia di fattibilità” (ampia centinaia di m) nella quale potrà essere successivamente individuato il
tracciato (fase di VIA).
L’analisi dei criteri localizzativi e scelta della fascia ottimale consiste nel:
• analizzare le zonizzazioni di dettaglio dei PRGC;
• evitare zone in dissesto idrogeologico;
• privilegiare i suoli meno pregiati;
• sfruttare la presenza di quinte verdi o morfologiche per mascherare le linee ecc.
Categorie
I criteri ERPA, in corso di condivisione nell’ambito del Tavolo nazionale di coordinamento VAS con
Ministeri, Regioni, Province autonome e TERNA, rappresentano l’evoluzione dei criteri ERA, con
l’inserimento della categoria Problematicità, che consente una opportuna valutazione delle peculiarità
territoriali.
I criteri localizzativi consentono una caratterizzazione del territorio secondo classi, che permettono di
discernere la diversa idoneità ad accogliere nuove infrastrutture elettriche:
Esclusione (E): aree nelle quali ogni realizzazione è preclusa;
Repulsione (R): aree che è preferibile non siano interessate da interventi se non in assenza di alternative
o in presenza di sole alternative a minore compatibilità ambientale, comunque nel rispetto del quadro
prescrittivo concordato;
Problematicità (P): aree per le quali l’attribuzione alle diverse classi stabilite a livello nazionale risulta
non automatica; si rende pertanto necessaria un’ulteriore analisi territoriale supportata da un’oggettiva
motivazione documentata dagli Enti coinvolti. Tale analisi è mirata a stabilire se sia opportuno collocare
la tipologia territoriale in esame in una delle classi di Attrazione o Repulsione, previo rispetto di un
quadro prescrittivo concordato con gli Enti;
Attrazione(A): aree da privilegiare quando possibile, previa verifica della capacità di carico del
territorio.
Ogni classe dei criteri ERPA prevede più categorie, in modo da facilitare una più dettagliata valutazione
del grado di idoneità ad accogliere nuove infrastrutture elettriche.
−
ANALISI DEI POTENZIALI EFFETTI SULL’AMBIENTE
Le componenti identificate dalla Direttiva VAS e confermate dal D.Lgs. 152/2006, potenzialmente
interessate dagli interventi previsti dal PdS 2011 sono le seguenti:
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• qualità ambientale del territorio:
beni paesaggistici;
paesaggio
beni architettonici, monumentali e archeologici;
suolo e acque;
vegetazione, flora, fauna, biodiversità.
• fattori che possono avere effetti sulla popolazione e sulla salute umana:
campi elettromagnetici;
rumore;
emissioni di inquinanti in atmosfera.
• contributi al cambiamento climatico a livello globale:
emissioni di gas climalteranti in atmosfera.
Con l’eccezione delle emissioni di inquinanti e di gas climalteranti in atmosfera, si tratta di effetti
diretti, prodotti localmente sul territorio in fase di cantiere o in fase di esercizio. Le emissioni
atmosferiche sono invece da ricondursi principalmente ad effetti indiretti: una riduzione delle perdite di
trasmissione, mediante interventi di razionalizzazione della rete, può tradursi in risparmio di
combustibile fossile per la produzione di energia elettrica e quindi in mancate emissioni in atmosfera.
Insieme alla componente suolo viene considerata la componente acque, con riferimento principalmente
a potenziali interferenze con il rischio idrogeologico e con le acque sotterranee.
Per quanto riguarda l’analisi dei potenziali effetti sull’ambiente della pianificazione dello sviluppo della
rete elettrica, con riferimento alle modalità operative e procedurali che vengono utilizzate per la posa dei
cavi sottomarini, per mitigare il potenziale rischio di inquinamento in caso di sversamento accidentale di
oli, viene precisato che la tipologia di cavi impiegata per collegamenti sottomarini si divide in cavi in
corrente continua, previsti in genere per elevate distanze, e cavi in corrente alternata, per lunghezze
limitate. Per quanto riguarda i collegamenti in corrente continua, la tecnologia consolidata prevede
l’utilizzo di cavi in carta impregnata XLPE che quindi, per loro natura, non prevedono l’utilizzo di olio
per l’isolamento. Attualmente la realizzazione di cavi XLPE estrusi sottomarini in corrente alternata è
affidabile per il 150 KV, mentre per livelli di tensione maggiori si ricorre a tecnologia in olio fluido. In
entrambi i casi vengono adottati particolari procedure di posa a mare e sistemi di protezione speciali per
prevenire eventuali danni.
Riguardo al calcolo delle fasce di rispetto dagli elettrodotti viene fatto riferimento al Decreto
29/05/2008 “Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto
per gli elettrodotti”. Gli effetti considerati sono teorici e decontestualizzati. La determinazione della
reale fascia di rispetto sarà possibile solo a valle del progetto che sarà sottoposto a VIA.
Si riportano di seguito le tabelle riassuntive, che riepilogano gli impatti creati dai diversi tipi di
interventi sulle componenti sopra evidenziate. Viene indicato se si tratta di un impatto positivo
(evidenziato in verde) o negativo (evidenziato in rosa) e in che modo si manifesta l’interferenza o il
beneficio.
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AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Potenziali effetti sulle componenti Beni paesaggistici e Beni architettonici, monumentali e archeologici
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COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Potenziali effetti sulle componenti suolo e acqua
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AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Potenziali effetti sulle componenti vegetazione, flora, fauna e biodiversità
UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)
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COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Potenziali effetti sulle componenti Campi elettromagnetici
UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)
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AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Potenziali effetti sulla componente Rumore
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E1
METODOLOGIA DI VALUTAZIONE, CRITERI PER L’INTEGRAZIONE AMBIENTALE
Criteri di Esclusione, Repulsione, Problematicità, Attrazione (Erpa)
La metodologia ERPA ha come obiettivo l’individuazione dei migliori corridoi per lo sviluppo di nuovi
elettrodotti mediante sovrapposizione di strati informativi esistenti. Gli strati (aree protette, parchi, aree
urbanizzate, corridoi infrastrutturali, aree a pericolosità di frana, valanga o inondazione, eccetera) sono
divisi in categorie e sotto categorie, in funzione della attrazione (A), repulsione (R), problematicità (P) o
esclusione (E) alla possibilità di localizzazione dell’opera in presenza di una tipologia ambientale e/o di
uso del suolo, rappresentata come tematismo cartografico in ambiente GIS.
A seguito delle richieste espresse dalla Commissione VAS del Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare (MATTM) e del confronto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
(MiBAC), Terna ha operato modifiche:
• alla classificazione delle categorie (E1, E2, R1, R2, R3, NP, A1, A2);
• all’approccio metodologico ERPA, che modifica la modalità di gestione della compresenza di diversi
criteri sulla stessa area.
Esclusione
Vincoli normativi di esclusione
assoluta:
aeroporti
aree militari
aree oggetto di tutela integrale
nei Piani Paesaggistici non
derogabile per la realizzazione
di
opere
pubbliche
infrastrutturali
R1
Repulsione
Aree da prendere in considerazione solo in
assenza di alternative:
urbanizzato discontinuo
LISTA DEL PATRIMONIO UNESCO:
o siti UNESCO puntuali:buffer zone;
o siti UNESCO areali (costituiti da beni
puntuali): core zone e buffer zone.
Beni paesaggistici. D. Lgs. 42/2004:
o Art. 136, comma 1, lett. D) (panorami
Attrazione
A1
Aree a migliore
compatibilità
paesaggistica in
quanto favoriscono
l’assorbimento
visivo:
quinte
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12
COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
E2
Vincoli di esclusione stabiliti
mediante accordi di merito, in
quanto la normativa non ne
esclude l’utilizzo per impianti
elettrici:
urbanizzato continuo
beni culturali D.Lgs. 42/2004
o art. 10 e aree soggette a
vincolo indiretto (art. 45):
comma 1(beni per i quali
non e stata attivata la
procedura di cui all’art. 12 verifica
di
interesse
culturale);
o comma
3
(beni
con
dichiarazione di interesse,
compresi quelli elencati al
comma 1 per i quali e stata
attivata la procedura di cui
all’art. 12 - verifica di
interesse culturale – con
esito positivo, elencati nel
sito: www.benitutelati.it).
art. 11 puntuali:
o comma 1, lett. c) (aree
pubbliche),
lett.
e)
(architettura
contemporanea), lett. i)
(vestigia Grande Guerra).
Art. 94 (Convenzione UNESCO
Patrimonio culturale subacqueo
recepita con legge n. 157/2009)
esteso alle ZPE (art. 2, legge
61/2006).
LISTA DEL PATRIMONIO
MONDIALE UNESCO:
o Siti UNESCO puntuali:core
zone;
o Siti
UNESCO
areali
(costituiti da beni puntuali):
core zone.
Beni
paesaggistici
D.Lgs.
42/2004:
o art. 136, comma 1, lett. a), b)
e c) (compresi quelli imposti
dai PPR ai sensi dell’art.
134, comma 1, lett. c);
o art.142, comma 1, lett. “e”
(ghiacciai), lett. i) (zone
umide-Ramsar) e lett. “l”
vulcani).D.Lgs. 42/2004.
Aree oggetto di tutela integrale
nei Piani Paesaggistici derogabile
per la realizzazione di opere
pubbliche infrastrutturali.
e belvedere) (compresi quelli impost
dai PPR ai sensi dell’art. 134, comma
1, lett. c);
o Art. 142, comma 1, lett. a), b), c)
(territori costieri e contermini fiumi e
laghi), lett. m) (aree di interesse
archeologico), lett. f) (parchi,
riserve...) (escluse fasce di protezione
esterna), lett. g) (foreste, boschi,...).
SIC, ZPS
Aree marine protette;
Aree idonee solo per il sorvolo:
o frane attive
o aree a pericolosità molto elevata ed
elevata di frana, valanga o
inondazione (PAI).
Attenzione stabilita da accordi di merito con
riferimento alle aree protette:
IBA
rete ecologica
aree a pericolosità media e bassa di frana,
valanga o inondazione (PAI)
Art. 142, comma 1, lett. f) (solo le fasce di
protezione esterna dei parchi)
Aree preferenziali,
previa verifica del
rispetto della
capacità di carico
del territorio:
corridoi
autostradali
corridoi lettrici
corridoi
infrastrutturali
A2
R2
R3
morfologiche
e/o vegetazionali
versanti esposti
a Nord se non
ricadenti in altri
criteri
Aree da prendere in considerazione solo in
assenza di alternative o
in presenza di sole alternative a minore
compatibilità
ambientale:
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13
COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Beni paesaggistici D.Lgs. 42/2004:
art.142, comma 1, lett. d) (montagne oltre
1.600 mt e catena alpina oltre 1.200 mt) e
lett. h) (usi civici);
“Ulteriori contesti” (art. 143, comma 1,
lett. e): aree riconosciute di interesse
paesaggistico dai piani paesagistici
regionali
zone DOC (Denominazione di origine
controllata);
zone DOCG (Denominazione di origine
controllata e garantita)Aree da prendere in
considerazione prevedendo particolari
opere di mitigazione paesaggistica:
o Art. 143 comma 1 lett. g) (zone di
riqualificazione paesaggistica).
La metodologia ERPA nella versione originaria prevede che i costi ambientali siano assegnati
biunivocamente ad ogni categoria (da costo massimo infinito a costo assente).
La procedura prevedeva che ogni strato informativo venisse raggruppato per categoria ERPA di
appartenenza (E1, E2, R1, R2, R3, NP, A1, A2) e che dalla sovrapposizione di ogni strato venisse
estratto un nuovo strato o criterio con peso uniforme, pari a quello con costo ambientale più elevato, su
tutta la superficie, indipendentemente dal numero e dalla entità della sovrapposizione degli strati
appartenenti alla stessa categoria.
In altre parole, i diversi criteri (E1, E2, R1, R2, R3, NP, A1, A2) venivano sovrapposti tra di loro e, in
caso di sovrapposizione di più criteri, veniva assegnato il valore del criterio con peso (costo ambientale)
più alto, a prescindere da numero e valore dei criteri sottostanti Il procedimento originario rimane
invariato nella seconda parte della procedura ERPA, nella quale, sulla base della mappa dei costi
ambientali e sulla base della posizione del punto di arrivo e partenza dell’elettrodotto, vengono
elaborate due superfici di costo cumulativo di attraversamento dell’area in esame, la somma delle quali
fornirà, per ogni cella, il costo ambientale complessivo per collegare le due stazioni. Il corridoio viene
cosi definito dall’area formata dalle celle con il costo cumulativo sotto una soglia limite.
La modifica della procedura, introducendo i due presupposti che consentono di considerare il numero di
vincoli che si sovrappongono in un criterio e di sommare i criteri per il calcolo dei costi cumulativi,
permette di ottenere un corridoio che è funzione di tutti i criteri copresenti, grazie all’inclusione
nell’elaborazione dei vincoli di peso minore, che in caso di sovrapposizione non venivano in precedenza
valutati.
Indicatori per la valutazione e il confronto di alternative localizzative
Nel Rapporto Ambientale viene illustrato un metodo che è stato sperimentato per la localizzazione di
nuovi elettrodotti aerei a livello strutturale, per i quali siano definite le stazioni di origine e di
destinazione. L’idea alla base del metodo proposto è quella di individuare i corridoi selezionando un
percorso che contemporaneamente tenda ad evitare l’attraversamento di territori di pregio ambientale,
paesaggistico e/o culturale, privilegiando per quanto possibile aree ad elevata attrazione per la
realizzazione dell’intervento, e non si discosti eccessivamente dal percorso più breve che congiunge le
due stazioni di origine e destinazione.
La selezione dei corridoi avviene in modo semiautomatico, attraverso una procedura GIS. La scelta
dell’approccio semi-automatico consente di applicare procedure e criteri condivisi a livello di Tavolo
VAS nazionale, lasciando, nello stesso tempo, un margine di discrezionalità e adattabilità al contesto
che, soprattutto in fase sperimentale, rende più flessibile il meccanismo di generazione dei corridoi. Non
si ricorre però a procedure completamente automatiche, dato che varie fasi richiedono un attento
controllo delle ipotesi e dei parametri utilizzati, per verificare sul campo, attraverso sopralluoghi
congiunti con le competenti Amministrazioni territoriali, che non siano stati trascurati aspetti
significativi del territorio in esame.
Il metodo è applicabile in tutte le situazioni in cui siano disponibili strati cartografici vettoriali a scala
opportuna per il livello strutturale, che consentano di mappare tutti i criteri ERPA sull’intero territorio
da esaminare.
Tuttavia, i corridoi individuati, anche usando dati a scala opportuna, devono essere considerati solo
come punto di partenza per l’indagine: saranno necessariamente validati con ulteriori informazioni (es.
lettura del territorio con ortofoto) e tramite sopralluoghi congiunti con gli Enti Locali interessati.
Il metodo proposto prevede le seguenti fasi:
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14
COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
• si discretizza il territorio in celle regolari tramite una griglia (da rappresentazione vettoriale a
rappresentazione raster) e a ciascuna cella si attribuisce il criterio ERPA “prevalente”, ovvero il più
vincolante. Si considerano non ammissibili le celle di Esclusione;
• si attribuisce ad ogni criterio, e quindi ad ogni cella, un costo ambientale di attraversamento da parte
di un nuovo elettrodotto;
• si calcola per ogni cella il percorso a costo minimo che unisce i nodi elettrici A e B da collegare,
passante per la cella stessa, prima in un verso (A-B) e poi nell’altro (B-A);
• si sommano i costi così ottenuti e ad ogni cella si associa un punteggio che corrisponde al percorso a
costo minimo che la attraversa;
• per delimitare i corridoi, si possono estrarre automaticamente le celle caratterizzate da un punteggio
compreso fra il minimo e il minimo incrementato di una idonea percentuale; l’insieme di tali celle, una
volta convertito in formato poligonale, rappresenterà il corridoio da valutare;
• per ottenere corridoi alternativi è possibile suddividere in classi il raster dei punteggi ed estrarre
corridoi a punteggio via via crescente; in alternativa è possibile applicare l’algoritmo in modo iterativo
variando alcuni dei parametri applicati nelle diverse fasi come, ad esempio, i costi ambientali di
attraversamento.
Dal rapporto Ambientale si evince inoltre che, al fine di aderire alle richieste e prescrizioni che
richiedevano la valutazione del piano mediante l’adozione di un indice unico di sostenibilità, gli
indicatori utilizzati per la valutazione delle alternative sono stati rivisti relativamente ai seguenti punti:
• attribuzione degli indicatori ad una delle dimensioni di sostenibilità. Le dimensioni di sostenibilità
considerate sono la dimensione economica, tecnica, sociale e ambientale;
• estensione della procedura di validità degli indicatori ai tre livelli di definizione degli interventi: la
metodologia di calcolo dei valori degli indicatori viene modificata in modo tale che essa sia applicabile
e consenta l’ottenimento di risultati confrontabili a tutti e tre i livelli (strategico, strutturale ed attuativo)
della definizione degli interventi;
• estensione della procedura a ciascuna tipologia di intervento: la stessa metodologia di calcolo dei
valori degli indicatori viene applicata in modo omogeneo a ciascuna tipologia di intervento prevista dal
PdS (elettrodotti aerei o in cavo interrato e stazioni elettriche);
• normalizzazione degli indicatori al fine di ottenere per ognuno di essi un risultato compreso tra 0
(situazione peggiore) ed 1 (situazione migliore) adimensionale;
• generazione di una griglia di pesi compresi tra 0 (peso nullo) e 1 (peso superiore) per ogni
dimensione in modo tale che il valore degli indicatori sia ponderato all’interno della dimensione in
modo proporzionale alla sua importanza relativa. I pesi sono attribuiti imponendo che la somma dei pesi
relativi agli indicatori di una determinata dimensione abbia somma pari a 1;
• calcolo di un indicatore complessivo di sostenibilità per ogni intervento quadri dimensionale
caratterizzato da un valore compreso tra 0 (situazione peggiore) ed 1 (situazione migliore) per ogni
dimensione, rappresentato attraverso un diagramma radar la cui superficie rappresenta la sostenibilità
complessiva dell’intervento;
• calcolo dell’indicatore complessivo di sostenibilità aggregato su scala regionale e nazionale.
L’attribuzione dei pesi è stata effettuata da un panel di esperti in diverse discipline mediante un
confronto interno a Terna.
La griglia di pesi proposta sarà sottoposta ad eventuali valutazioni e revisioni in fase istruttoria con le
parti interessate, nell’ambito del Tavolo nazionale per la VAS del PdS.
Interventi di razionalizzazione
Le razionalizzazioni vengono definite come particolari interventi che possono comprendere, al
loro interno, interventi di varie tipologie: interramenti, demolizioni, modifiche di tracciato, realizzazione
di nuovi impianti, potenziamenti di infrastrutture esistenti.
Per le opere di razionalizzazione viene proposto di mantenere uno specifico paragrafo dedicato, dove
elencare solo gli specifici interventi.
Gli indicatori vengono calcolati esclusivamente sulla parte di linee rimosse in valore assoluto e non
viene fatto un bilancio con le opere che vengono realizzate.
I chilometri di linee rimosse vengono infatti convertiti direttamente in superficie di territorio liberata
dalle fasce di asservimento, su cui effettuare i successivi calcoli di interferenza con le aree di pregio per
la biodiversità e con le aree di valore culturale e paesaggistico e quelle suscettibili di impatto visivo con
i centri abitati.
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COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Interventi di riqualificazione elettrico-territoriale-ambientale
Tra le misure di natura elettrica volte anche ad aumentare ulteriormente la compatibilità ambientale e
paesaggistica dei nuovi interventi vengono citati:
l’innalzamento dei sostegni (aumentando le distanze dal ricettore);
• la modifica di assetto dei conduttori o trasposizione delle fasi degli stessi;
• l’utilizzo di tecnologie a minor impatto visivo-paesaggistico (pali tubolari, ecc.);
• l’ottimizzazione dei tracciati del progetto e delle linee esistenti (varianti di tracciato);
• l’utilizzo di spirali per l’avifauna.
Tra le misure di natura territoriale e ambientale sono elencate le seguenti categorie:
• riqualificazioni ambientali;
• riqualificazioni urbanistiche;
• sistema di monitoraggio dei CEM.
Tra gli elementi che potrebbero guidare nella decisione di come, se e quando attribuire le compensazioni
territoriali, sono segnalati i seguenti criteri:
• sviluppo chilometrico dell'opera;
• n° sostegni;
• bilancio chilometrico delle eventuali razionalizzazioni, associate allo sviluppo;
• criticità dei territori interessati;
• criticità sociali;
• criticità ambientali;
• criticità paesaggistiche.
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16
COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Descrizione degli indicatori per la valutazione delle alternative
−
VALUTAZIONE COMPLESSIVA E MONITORAGGIO
Elementi di sostenibilità del processo di pianificazione
Dal Rapporto Ambientale si evince che la declinazione di obiettivi sociali, ambientali e territoriali
all’interno del sistema degli obiettivi di piano, ha permesso di considerare tali aspetti fin dalla prima
fase di definizione e localizzazione degli interventi.
La collaborazione attivata con le Regioni in tema di pianificazione energetica ha lo scopo di favorire il
coordinamento e l’integrazione tra i piani energetici regionali e la pianificazione della RTN. A questo
proposito Terna mette a disposizione un set di informazioni dettagliato, che consente un’approfondita
analisi dei sistemi elettrici regionali.
Ulteriori attività in campo ambientale
Accanto a questi elementi che caratterizzano l’azione pianificatoria di Terna, sono state portate avanti
anche diverse attività in cui l’azienda ricerca la collaborazione di istituzioni e altri soggetti qualificati,
per realizzare studi e ricerche tesi ad ottimizzare la compatibilità ambientale delle attività connesse con
lo sviluppo della RTN.
Collaborazioni con associazioni ambientaliste
Il 10 dicembre 2008, Terna ha siglato un accordo con la LIPU (Lega Italiana per la Protezione degli
Uccelli), teso ad approfondire il tema dell’interazione tra le linee elettriche ad alta tensione e l’avifauna,
per verificare il reale impatto che la rete di trasmissione può esercitare nei confronti di uccelli migratori
o stanziali e valutare eventuali azioni di mitigazione.
Il 13 gennaio 2009, inoltre, Terna ha siglato un altro accordo con il WWF Italia, finalizzato a uno
sviluppo sostenibile della rete, con particolare riguardo alla riduzione dell’impatto ambientale delle
grandi linee elettriche di trasmissione ed alla tutela della biodiversità.
Nel corso del 2009 è stata avviata l’elaborazione delle “Linee Guida per la pianificazione e la
progettazione ambientalmente sostenibili di linee elettriche ad alta e altissima tensione in aree di elevato
valore paesaggistico e per la biodiversità”. Si sono inoltre svolte e completate le attività di progettazione
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17
COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
relative sia ad azioni mitigatorie, di monitoraggio ambientale e di miglioramento della fruizione
naturalistica in alcune Oasi del WWF, sia ad interventi di ripristino naturalistico in alcuni Parchi
Nazionali dove è prevista la dismissione di linee esistenti.
Nel corso del 2010 si è dato avvio alla realizzazione di quanto precedentemente progettato e nel mese di
dicembre dello stesso anno è stata siglata una nuova Convenzione Terna-WWF per la realizzazione del
primo Piano di Azioni per la Sostenibilità dello Sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale nelle
aree ad alto valore ambientale all’interno del Parco Nazionale del Pollino (Regione Calabria e Regione
Basilicata) e del Parco Nazionale del Gran Sasso – Monti della Laga (Regione Abruzzo).
Terna sta verificando la possibilità di utilizzare le linee della RTN a supporto del monitoraggio
ambientale: l’installazione di specifici sensori sui sostegni delle linee, consentirebbe infatti di avviare
programmi di raccolta dati ambientali, concordati con Enti Parco ed Amministrazioni locali. In tal
modo, oltre ad ampliare il ventaglio delle potenzialità di utilizzazione delle infrastrutture di
trasmissione, Terna potrebbe fornire un contributo significativo alle attività di monitoraggio e gestione
della biodiversità e del territorio.
Concertazioni regionali
Le concertazioni regionali sono il perno del processo di VAS del Piano di Sviluppo. La collaborazione
all’interno dei tavoli regionali tra Pubblica Amministrazione (Regioni) e Terna è stata, fino ad ora,
formalizzata mediante la definizione di Protocolli d’Intesa finalizzati a:
• applicare la VAS al PdS, relativamente ai territori regionali, con lo scopo di promuovere lo sviluppo
sostenibile della RTN;
• predisporre un Rapporto Ambientale relativo alle Regioni, da allegare al PdS, riportante i risultati
dell’applicazione della VAS;
• promuovere lo scambio di informazioni di interesse e dati cartografici tra Terna e Regioni e,
attraverso queste, con gli Enti Locali;
• studiare la riqualificazione delle linee AT e AAT di competenza di Terna, allo scopo di aumentarne
la capacità di trasporto, compatibilmente con il rispetto dell’ambiente;
• studiare il miglioramento dell’alimentazione delle cabine primarie e della qualità del servizio
elettrico agli utenti regionali;
• concertare le possibili localizzazioni (corridoi, fasce di fattibilità) con le Regioni e gli Enti Locali
(Province e Comuni) territorialmente interessati;
• esprimere parere regionale sul Piano e sul Rapporto Ambientale;
• agevolare e snellire le procedure autorizzative degli interventi sottoposti a VAS.
Ad oggi sono 18 tra Regioni e Province Autonome, i soggetti che hanno sottoscritto il Protocollo
d’Intesa con Terna per la sperimentazione ed applicazione della VAS al PdS.
Di queste, otto Regioni hanno anche concordato formalmente un sistema di criteri localizzativi per gli
elettrodotti aerei, basato sulle tre classi di Esclusione, Repulsione e Attrazione (ERA), che è stato
applicato in numerosi casi.
Il Rapporto Ambientale evidenzia come per la Regione Veneto vi siano quattro interventi in
concertazione:
• Incremento della capacita di interconnessione con l'Austria ai sensi della legge 99/2009
• Potenziamento rete 132 kV fra Planais e Salgareda;
• Potenziamento rete AT a Nord di Schio;
• Potenziamento rete AT area Rovigo (RO);
−
COERENZA INTERNA
Nel corso del 2010 sono stati definiti alcuni indicatori di processo che permettono di valutare
l’avanzamento del piano nel tempo, in particolare legati alle variazioni del numero di interventi
suddivisi per categorie di attribuzione.
L’insieme degli interventi in concertazione sono stati valutati attraverso un set di indicatori di Piano,
tesi a valutare le prestazioni e i risultati della progressiva attuazione del Piano, con particolare
riferimento agli obiettivi tecnici, economici, sociali ed ambientali.
Per quanto riguarda il Veneto gli interventi considerati nella valutazione di coerenza interna del piano,
oltre ai quattro interventi previsti a livello strategico sono stati considerati i seguenti interventi a livello
attuativo:
• Stazione 220 kV Polpet (BL);
18
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COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
• Riassetto alto Bellunese.
−
APPLICAZIONE DEI CRITERI LOCALIZZATIVI PER GLI INTERVENTI IN CONCERTAZIONE
La caratterizzazione del territorio mediante i criteri localizzativi ERPA è l’elemento attorno a cui ruota
il processo di individuazione di alternative localizzative per gli interventi. Viene fornita una lettura
aggregata per tipologie di tali criteri, al fine di valutarne l’efficacia e l’effettiva applicazione.
Nel RA 2011 il numero di indicatori definiti è pari a 32 indicatori, dei quali 23 a copertura dell’intero
territorio nazionale.
Aree di Esclusione
La percentuale di territorio caratterizzato come Esclusione, ricadente all’interno delle aree di intervento
per gli interventi in concertazione valutati, è piuttosto scarsa. Per il Veneto tale risultato (inferiore allo
0,08%) indica che le scelte localizzative concertate da Terna e dai soggetti interessati non riguardano, in
generale, le aree per le quali è stata definita l’impossibilità di attraversamento. Nel Rapporto
Ambientale viene evidenziato come il fatto che le percentuali risultino basse, anche a livello strategico,
sottolinea quanto tale attenzione sia presente fin dalle prime fasi.
Aree di Repulsione
Le aree caratterizzate come Repulsione risultano evidentemente più consistenti, rispetto alle precedenti
e ciò si spiega, in linea generale, con l’elevata varietà di categorie di usi del suolo in esse contenute. In
particolare, valutando il valor medio delle aree in repulsione ai diversi livelli, si nota una diminuzione
del valore percentuale passando dal livello strategico allo strutturale e da questo all’attuativo.
Per il Veneto i valori più elevati di aree caratterizzate da repulsione sono state individuate in
riferimento agli interventi “Stazione 220kV Polpet” in provincia di Belluno (86,85%) e “Incremento
della capacità di interconnessione con l’Austria” (95,9%); seguono il “Riassetto dell’Alto Bellunese”
(71,43%) e il “tenziamento rete AT area Rovigo” (61,83%).
Aree di Attrazione
Nel Rapporto Ambientale si afferma che la consistenza media delle aree di attrazione, per gli interventi
considerati, è da considerarsi buona e che nella localizzazione delle infrastrutture, si tende a ridurre il
consumo di suolo affiancando corridoi energetici o infrastrutturali già esistenti. Si evince inoltre che, se
a livello strategico, date le dimensioni in genere piuttosto ampie dell’ellissoide, la percentuale di
Attrazione è bassa, al diminuire delle dimensioni dell’area di intervento la percentuale aumenta.
Tuttavia va evidenziato come le aree caratterizzate da attrazione siano per il Veneto comprese tra l’1% e
il 15,66%; del 27,74% per il “Riassetto dell’Alto Bellunese”.
MONITORAGGIO
Le modalità di svolgimento del monitoraggio (ex ante, in itinere, ex post e relativi indicatori) sono state
concordate nell’ambito dello specifico GdL Monitoraggio, in collaborazione con l'Autorità competente,
l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), la Commissione VAS e il
Proponente.
Terna provvederà alla pubblicazione dei risultati su un portale con funzionalità di tipo cartografico
webgis (SIT Dedicato), che sarà integrato nel sito www.terna.it.
Il monitoraggio sarà strutturato in due parti: il monitoraggio del processo di pianificazione integrata e il
monitoraggio dell’attuazione degli interventi.
Monitoraggio del processo di pianificazione integrata
Con il termine “processo di pianificazione integrata” si intendono i processi concertativi condivisi
nell’ambito delle varie regioni. Il monitoraggio di tale processo, dunque, permette di analizzare
l’effettiva incidenza dei processi concertativi sulle decisioni di pianificazione integrata e l’efficacia dei
criteri e delle procedure utilizzati per il raggiungimento degli obiettivi in ambito sociale, ambientale e
territoriale.
Annualmente, per ogni processo regionale, vengono monitorati gli andamenti, i risultati raggiunti e le
concertazioni avviate. Di ogni intervento considerato, inoltre, si effettua una verifica di congruenza tra
la localizzazione del corridoio o fascia di fattibilità (a seconda del livello) e i criteri ambientali, sociali e
territoriali utilizzati per generare tale soluzione localizzativa.
Questi stessi elementi vengono pertanto utilizzati con finalità diverse, e da diversi soggetti, a seconda
che li si consideri elementi di valutazione o elementi di monitoraggio:
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19
COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
• come valutazione individuano le prestazioni del Piano in termini di sostenibilità e definiscono
pertanto un quadro utile alle autorità procedenti (MiSE) e competenti (MATTM e MiBAC) in merito
all’approvazione del Piano e alla definizione dei rispettivi Pareri;
• come monitoraggio forniscono al proponente (Terna), un quadro sintetico ed efficace dell’annualità
precedente, nel momento di avvio della pianificazione per l’anno successivo.
Monitoraggio dell’attuazione degli interventi
Un secondo importante aspetto del monitoraggio riguarda la verifica della congruenza, tra le
caratteristiche degli interventi definite in ambito di VAS, a livello di corridoi e fasce di fattibilità e la
realizzazione vera e propria degli interventi stessi, in quanto eventuali scostamenti possono
rappresentare utili indicazioni anche per il riorientamento del Piano. A tale proposito occorre richiamare
l’attenzione sui diversi ambiti, oggetti e finalità delle due procedure di valutazione ambientale, la VAS
dei piani e la VIA dei progetti, al fine di favorire il migliore coordinamento tra di esse, evitando il
rischio di una sovrapposizione.
In tal senso, il monitoraggio dell’attuazione degli interventi pianificati potrebbe esplicitarsi, per ciò che
attiene alla procedura di VAS, nella verifica della congruenza tra l’alternativa localizzativa concertata
con il territorio (corridoio e/o fascia di fattibilità) ed il successivo sviluppo della fase progettuale,
nonché dell’esito della VIA, per monitorare che il tracciato di progetto si sviluppi effettivamente
nell’ambito e in coerenza con l’ipotesi localizzativa scaturita dal processo concertativo.
Al fine di evitare duplicazioni con il monitoraggio dei progetti previsto in ambito VIA, il monitoraggio
VAS del PdS, ovvero il monitoraggio degli impatti significativi sull'ambiente eventualmente derivanti
dall'attuazione del Piano approvato, si articolerà in tre momenti:
• ex ante: a seguito della concertazione delle fasce di fattibilità del tracciato e prima dell’attivazione
del processo autorizzativo; indicatori calcolati sulle fasce di fattibilità del tracciato;
• in itinere: a seguito dell’autorizzazione; indicatori calcolati sul tracciato autorizzato; (può
comprendere anche la verifica della coerenza del tracciato autorizzato con le fasce di fattibilità
individuate in ambito VAS);
• ex post: a seguito della realizzazione dell’opera; indicatori calcolati sul tracciato realizzato.
−
VALUTAZIONE DELLA POTENZIALE INCIDENZA SULLA RETE NATURA 2000
Nel Rapporto Ambientale vengono riportate le analisi e le valutazioni delle potenziali incidenze che il
Piano di Sviluppo (PdS) può avere sulla integrità della Rete Natura 2000 in Italia. Il riferimento è
all’attuazione degli interventi di sviluppo della Rete elettrica di Trasmissione Nazionale (RTN), che
compongono il PdS 2011 ed ai potenziali effetti che tale Piano, nel suo complesso, può esercitare sulla
conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario, presenti nei siti (SIC e ZPS) che
costituiscono la porzione italiana della Rete Natura 2000.
Nell’ambito del tavolo VAS nazionale è attivo il Gruppo di Lavoro sul rapporto VAS-VIA e VASVIncA (GdL 3), al fine di definire il ruolo della VIncA applicata al Piano di Sviluppo. Per i piani
assoggettabili alla procedura di VAS, come nel caso del Piano di Sviluppo, la Valutazione di Incidenza
(VIncA) viene ricompresa nella VAS.
Sulla base degli esiti dei lavori del citato Gdl 3, la valutazione di incidenza viene estesa alla sezione 1
del Piano di Sviluppo (nuovi interventi) e, più in generale, agli interventi ancora in fase strategica,
ponendo le basi per una valutazione di incidenza alla scala vasta, per la valutazione delle aree di studio
ad una scala di pertinenza.
Il RA 2011 prosegue la strada intrapresa nel RA 2010, eseguendo lo studio per la valutazione di
incidenza del PdS 2011 secondo due livelli di analisi: uno a livello di piano nazionale (aree di studio) ed
uno a livello di singole previsioni (corridoi e fasce di fattibilità).
Per la VIncA a livello di piano, dal RA2011, per la tutela della conservazione della connettività per
specie potenzialmente sensibili alla realizzazione di elettrodotti, viene introdotta la valutazione delle
interferenze con gli areali di distribuzione delle specie avifaunistiche. Tali areali di distribuzione sono
attinenti come scala alla suddivisione in regioni biogeografiche proposta nel precedente Rapporto
Ambientale.
A livello di piano nazionale vengono individuati due step:
• l’individuazione di macroambiti omogenei cui fare riferimento per l’analisi;
• l’esame degli elementi ecologici prevalenti per ciascun macroambito di riferimento.
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20
COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Dal Rapporto Ambientale si evince che l’individuazione di macroambiti omogenei (regioni
biogeografiche individuate dalla Comunità Europea) consente di effettuare l’analisi superando i limiti
territoriali legati alle diverse esigenze di sviluppo della rete elettrica e ponendo l’accento sulle unità
ambientali a scala vasta.
Per ogni macroambito vengono quindi evidenziati gli elementi caratteristici secondo i seguenti elementi:
analisi della localizzazione delle tipologie dei Siti Natura 2000;
presenza i macrostrutture ecologiche;
idoneità ambientale.
A livello di tracciato nella fase progettuale, di competenza della procedura di VIA, in cui si definisce il
tracciato progettuale, viene valutata la possibilità del singolo progetto di incidere in maniera
significativa sullo stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario, presenti
nel/i sito/i Natura 2000 interessato/i.
La valutazione delle interferenze con le rotte migratorie non è al momento applicabile nelle analisi per
la mancanza dei relativi dati in formato cartografico digitale.
Per la Vinca a livello di singole previsioni sono state introdotte nel RA2011 alcune modifiche, anche in
ottemperanza ad alcune osservazioni rilevate. In considerazione del fatto che le specie animali
maggiormente interessate dalla presenza di elettrodotti aerei sono quelle appartenenti all’ornitofauna e
che tali specie hanno un’elevata mobilita, verranno considerati nelle statistiche tutti i siti Natura 2000
presenti nel raggio di 2.5 km dai corridoi e dalle fasce di fattibilità, come nel precedente Rapporto.
Dal Rapporto Ambientale si evince che, nonostante i criteri localizzativi perseguiti da Terna in fase di
concertazione preventiva, è possibile che si verifichino delle interferenze tra le singole opere e le specie
o gli habitat della Rete Natura 2000. Per ridurre al minimo tali interferenze, Terna valuta le misure di
mitigazione ambientale adottabili in fase progettuale.
Qualora le misure di mitigazione non siano sufficienti a ridurre a livelli poco significativi le
interferenze, Terna valuta l’adozione di possibili interventi di compensazione ambientale, da intendersi
come azioni su ambiti prossimi o distanti dalla linea elettrica, che possono anche non riguardare in
senso stretto la linea stessa e le modalità di sua realizzazione.
• ripristino, incremento e miglioramento di fasce ripariali;
• rimboschimenti;
• ricostituzione di zone umide;
• realizzazione di fontanili, muretti a secco o altri manufatti dell’agricoltura tradizionale, con funzioni
ecologiche;
• realizzazione di recinzioni su ambiti particolarmente vulnerabili e sensibili.
Il Veneto rientra nella regione biogeografia Alpina e nella regione Continentale.
Per la Regione Alpina le aree di studio a livello strategico sono:
• Incremento della capacita di interconnessione con l'Austria;
• Potenziamento rete AT a Nord di Schio.
e per la regione Continentale:
• Potenziamento rete 132 kV fra Planais e Salgareda;
• Potenziamento rete AT a Nord di Schio;
• Potenziamento rete AT area Rovigo (RO).
La Valutazione di incidenza a livello di singole previsioni (corridoi e fasce di fattibilità) si riferisce agli
interventi in concertazione e, più precisamente, a quelli i cui corridoi o fasce di fattibilità interessano,
direttamente o indirettamente, i siti della Rete Natura 2000: sono stati considerati non solo i siti
direttamente interessati, ma anche quelli (indirettamente interessati) che si trovano nelle vicinanze dei
corridoi o delle fasce di fattibilità, fino ad una distanza massima di 2,5 km dal margine esterno degli
stessi.
Per il Veneto l’intervento “Riassetto alto Bellunese” interessa potenzialmente i seguenti siti della Rete
natura 2000:
• IT3230006 Val Visdende - Monte Peralba - Quaterna'
• IT3230019 Lago di Misurina Veneto
• IT3230025 Gruppo del Visentin: M. Faverghera - M. Cor
• IT3230026 Passo di San Boldo
• IT3230027 Monte Dolada Versante S.E.
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AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
• IT3230031 Val Tovanella Bosconero
• IT3230032 Lago di Busche - Vincheto di Cellarda - Fontane
• IT3230042 Torbiera di Lipoi
• IT3230044 Fontane di Nogarè
• IT3230045 Torbiera di Antole
• IT3230047 Lago di Santa Croce
• IT3230060 Torbiere di Danta
• IT3230068 Valpiana - Valmorel (Aree palustri)
• IT3230077 Foresta del Cansiglio
• IT3230077 Foresta del Cansiglio
• IT3230078 Gruppo del Popera - Dolomiti di Auronzo e di Val Comelico
• IT3230080 Val Talagona - Gruppo Monte Cridola - Monte Duranno
• IT3230081 Gruppo Antelao - Marmarole - Sorapis
• IT3230081 Gruppo Antelao - Marmarole - Sorapis
• IT3230083 Dolomiti Feltrine e Bellunesi
• IT3230083 Dolomiti Feltrine e Bellunesi
• IT3230084 Civetta - Cime di San Sebastiano
• IT3230084 Civetta - Cime di San Sebastiano
• IT3230085 Comelico - Bosco della Digola - Brentoni - Tudaio
• IT3230087 Versante Sud delle Dolomiti Feltrine
• IT3230088 Fiume Piave dai Maserot alle grave di Pederobba
• IT3230089 Dolomiti del Cadore e del Comelico
• IT3240004 Montello
• IT3240011 Sile: sorgenti, paludi di Morgano e S. Cristina
• IT3240023 Grave del Piave
• IT3240024 Dorsale prealpina tra Valdobbiadene e Serravalle
• IT3240028 Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest
• IT3240030 Grave del Piave - Fiume Soligo - Fosso di Negrisia
• IT3250017 Cave di Noale
• IT3250017 Cave di Noale
L’intervento “Stazione 220 kV Polpet (BL)” interessa potenzialmente i seguenti siti:
• IT3230027 Monte Dolada Versante S.E.
• IT3230031 Val Tovanella Bosconero
• IT3230044 Fontane di Nogare'
• IT3230045 Torbiera di Antole
• IT3230067 Aree palustri di Melere - Monte Gal e boschi di Col d'Ongia
• IT3230068 Valpiana - Valmorel (Aree palustri)
• IT3230080 Val Talagona - Gruppo Monte Cridola - Monte Duranno
• IT3230083 Dolomiti Feltrine e Bellunesi
• IT3230083 Dolomiti Feltrine e Bellunesi
• IT3230088 Fiume Piave dai Maserot alle grave di Pederobba
• IT3230089 Dolomiti del Cadore e del Comelico
Analisi e valutazione delle interferenze
Le principali interferenze di una linea elettrica sugli habitat di interesse comunitario e sulle specie
vegetali sono state sintetizzate come segue:
• sottrazione di habitat;
• alterazione della struttura e della composizione della fitocenosi;
• frammentazione degli habitat;
• fenomeni di inquinamento.
Le potenziali interferenze di una certa significatività, che le linee elettriche in alta e altissima tensione
(AT/AAT) possono esercitare sulle specie animali di interesse comunitario, sono riconducibili al rischio
di collisione per l’avifauna, in fase di esercizio.
Mitigazioni e compensazioni ambientali
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AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
In relazione alle interferenze potenziali in fase di cantiere sono previste le seguenti modalità operative:
• le aree di cantiere e le nuove piste e strade di accesso saranno posizionate, compatibilmente con le
esigenze tecniche-progettuali, in zone a minor valore vegetazionale (aree agricole piuttosto che
habitat naturali e seminaturali);
• dovrà essere evitato l’accesso di mezzi e qualsiasi lavorazione all’interno delle fiumare che
presentino vegetazione ripariale;
• dovrà essere evitato l’accesso e l’utilizzo di aree esterne ai cantieri;
• le zone con tipologie vegetazionali naturali, sulle quali saranno realizzati i cantieri, dovranno essere
interessate, al termine della realizzazione dell’opera, da interventi di ripristino e riqualificazione
ambientale, finalizzati a riportare lo status delle fitocenosi in una condizione il più possibile vicina a
quella ante-operam, mediante tecniche progettuali e realizzative adeguate (ingegneria naturalistica);
• la tempistica delle fasi di cantiere dovrà tener conto delle esigenze vitali delle specie di interesse
comunitario, evitando le attività più impattanti in corrispondenza dei periodi di riproduzione delle
specie stesse;
• dovrà essere data particolare cura all’allontanamento dei rifiuti prodotti in cantiere, secondo la
normativa vigente in materia, evitando in generale depositi temporanei di sostanze inquinanti;
• laddove ci fosse la possibilità di sollevare polveri, sarà curata la “bagnatura” delle superfici;
• si adotteranno tecnologie eventualmente disponibili e compatibili con la funzionalità dell’impianto,
per schermare o ridurre le emissioni acustiche degli apparati interni alle stazioni;
• si adotteranno tecnologie eventualmente disponibili e compatibili con la funzionalità dell’impianto,
per ridurre le emissioni acustiche derivanti dall’effetto corona degli elettrodotti;
• sarà posta particolare cura nel contenere il rumore prodotto in fase di cantiere.
In fase di esercizio, oltre alle misure di mitigazioni precedentemente riportate nella tabella relativa ai
potenziali effetti sulla componente Flora, fauna e biodiversità, è prevista l’apposizione lungo le funi di
guardia, qualora necessario, di opportune segnalazioni visive con funzione di dissuasori.
Inoltre, al fine di ottimizzare l’inserimento paesaggistico delle opere, è previsto di dare ampio spazio
all’utilizzazione di sostegni a base ristretta, che consentono di ridurre sia l’occupazione di suolo che
l’impatto visivo.
Nel Rapporto Ambientale vengono inoltre indicate alcune tipologie di misure di compensazione
ambientale:
• ripristino, incremento e miglioramento di fasce ripariali;
• rimboschimenti;
• ricostituzione di zone umide;
• realizzazione di fontanili, muretti a secco o altri manufatti dell’agricoltura tradizionale, con funzioni
ecologiche,
• realizzazione di recinzioni su ambiti particolarmente vulnerabili e sensibili.
−
RAPPORTO AMBIENTALE - VOLUME REGIONE VENETO
Il volume del Rapporto Ambientale relativo alla Regione Veneto riporta un inquadramento geografico e
socioeconomico del territorio regionale, l’elenco dei parchi e delle aree regionali protette, nonché delle
aree appartenenti alla rete Natura 2000 presenti nel territorio veneto.
Vengono inoltre segnalate le aree Ramsar “Laguna di Venezia: Valle Averto” e “Vincheto di Cellarda”
e i siti UNESCO “Città di Verona”, “Orto botanico di Padova”, “La città di Vicenza e le ville del
Palladio in Veneto”, “Venezia e la sua Laguna” e le “Dolomiti”.
Modalità di collaborazione attivate per la VAS
La Regione Veneto non ha sottoscritto un protocollo di intesa per l’applicazione della VAS, ma ha
adottato alcune disposizioni e iniziative per la condivisione delle scelte localizzative.
La DGRV n. 914 DEL 6 aprile 2004 stabilisce pre-requisiti per la definizione delle macroalternative di
tracciato, prevedendo che la soluzione progettuale minimizzi l’asservimento di nuove superfici,
richiedendo dunque l’utilizzo di tracciati esistenti o di corridoi infrastrutturali (ad esempio autostrade)
già gravati di servitù.
Pianificazione energetica regionale
Con Legge Regionale 27 dicembre 2000, n. 25, la Regione Veneto ha disposto l'adozione del Piano
Energetico Regionale (PER).
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AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Ai sensi dell'articolo 2, comma 4, di tale legge, per la redazione del PER, la Giunta regionale è
autorizzata a effettuare studi e stipulare convenzioni con centri di ricerca e di consulenza che diano
garanzia di specifica competenza tecnico-scientifica.
Lo svolgimento degli studi necessari per la redazione del documento di Piano rientra tra le attività di
ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nel settore dell'energia, nonché nell'Accordo
Quadro sottoscritto tra la Regione Veneto e il CNR del 29 dicembre 2005.
Con la deliberazione di Giunta regionale n. 4344 del 28 dicembre 2006 è stata approvata la convenzione
operativa con il CNR per la redazione del Documento Preliminare previsto.
Terna, nell’ambito dei suoi compiti istituzionali, collabora con il CNR e le autorità regionali per la
fornitura dei dati aggiornati riguardanti il sistema elettrico regionale (bilancio elettrico e stato della rete)
e per armonizzare la pianificazione energetica regionale con lo sviluppo della Rete elettrica di
Trasmissione Nazionale.
La Giunta Regionale ha proposto con la Deliberazione n.7 rivolta al Consiglio 28 gennaio 2005,
l’adozione del Piano Energetico Regionale, che trattandosi di una proposta, non è stata pubblicata.
Coerenza esterna
La coerenza esterna del PdS rispetto alla pianificazione territoriale è attuata attraverso l’applicazione
della metodologia dei criteri ERPA, che considera e integra al proprio interno i vincoli pianificatori.
Viene demandata al livello progettuale la funzione di risolvere e minimizzare le interferenze residue tra
il tracciato ed le aree soggette a tutela nell’ambito del quadro programmatico dello Studio di Impatto
Ambientale e attraverso gli strumenti previsti dai piani stessi per la gestione delle interferenze.
Nel Rapporto Ambientale vengono riportati i seguenti strumenti di pianificazione del territorio a livello
Provinciale e regionale considerati ai fini della valutazione.
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC)
• Piano di Area della Laguna e Area Veneziana (PALAV)
• Piano di Gestione dei Bacini Idrografici delle Alpi Orientali
• Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico del Bacino del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza (PAI)
• Progetto di Piano Stralcio per l'assetto idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave,
Brenta-Bacchiglione
• Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (PRTRA)
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU)
• Piano Regionale dei Trasporti (PRT)
• Piano di Tutela delle Acque (PTA)
• Piano Energetico Regionale (PER)
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
Stato della rete di trasmissione nazionale nell’area del Nord Est d’Italia
Dal Rapporto Ambientale vol. Veneto si evince che la rete ad altissima tensione dell’area Nord-Est del
Paese rappresenta attualmente una sezione critica dell’intero sistema elettrico italiano, essendo
caratterizzata da un basso livello di interconnessione e di mutua riserva (magliatura). La rete a 380 kV si
compone di un ampio anello che si chiude ad Ovest nella stazione di Dugale (VR) e ad Est, nella
stazione di Planais (UD). Così come strutturata, la rete elettrica in esame risulta fortemente squilibrata
sul nodo di Redipuglia, attraverso il quale transitano sia i flussi di potenza provenienti
dall’interconnessione Italia-Slovenia, sia la produzione dei poli produttivi di Monfalcone e Torviscosa.
Relativamente alla rete a 132 kV, a dispetto di un trend di crescita contenuto vengono confermate come
fortemente critiche le aree comprese fra Vicenza, Treviso e Padova anche a causa dei ritardi
nell’autorizzazione degli interventi di sviluppo previsti sulla rete 380 kV. In particolare nel rapporto
Ambientale si afferma che la mancanza di iniezioni dalla rete 380 kV su rete 132 kV rende necessario
risolvere urgentemente le criticità sulle porzioni di rete a 132 kV sottese alle stazioni di:
• Scorzè, Vellai e Soverzene;
• Planais, Salgareda e Pordenone.
Inoltre la recente acquisizione delle linee TELAT nel perimetro della RTN ha evidenziato, a causa della
scarsa capacità di trasporto delle stesse, la necessità di potenziare le direttrici tra Planais e Salgareda.
Il fabbisogno di energia elettrica della regione Veneto per l’anno 2009 è stato pari a circa 30 GWh. Il
bilancio regionale dei consumi è prevalentemente industriale (50%) e terziario (26%), seguiti dal
domestico (19%) e l’agricoltura (2%), mentre il resto è destinato ai consumi per trazione ferroviaria, ai
pompaggi, alle perdite in rete e all’export verso le altre regioni.
24
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COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Interventi
Il PdS 2011 della Rete di Trasmissione Nazionale suddivide gli interventi in:
• Nuove esigenze, descritte all’interno della Sezione I;
o Incremento della capacità di interconnessione con l’Austria
o Potenziamento rete 132 kV fra Planais e Salgareda
o Potenziamento rete AT a Nord di Schio Elettrodotto
o Potenziamento rete AT area Rovigo (RO)
• Interventi previsti nei precedenti Piani di Sviluppo, descritti all’interno della Sezione II.
o Elettrodotto 380 kV Interconnessione Italia – Austria
o Elettrodotto 380 kV Trasversale in Veneto
o Elettrodotto 132 kV “Redipuglia – Randaccio”
o Elettrodotto 132 kV “Desedan – Forno di Zoldo” (BL)
o Elettrodotto 132 kV “Palmanova (UD) – Vittorio Veneto (TV)”
o Razionalizzazione 380 kV fra Venezia e Padova
o Razionalizzazione 220 kV Bussolengo (VR)
o Riassetto rete alto Bellunese (BL)
o Potenziamento rete AT Padova (PD)
o Potenziamento rete AT Vicenza (VI)
o Stazione 380 kV in Provincia di Treviso
o Stazione 380 kV Vicenza Industriale
o Stazione 220 kV Polpet (BL)
o Stazione 220 kV Stazione 1 (VE)
o Stazione 220 kV Schio (VI)
o Stazione 220 kV Fadalto (TV)
o Stazione 132 kV Agordo (BL)
o Stazione 132 kV Nove (TV)
Tutto ciò premesso e considerato,
LA COMMISSIONE REGIONALE VAS
ESAMINATI i documenti trasmessi da TERNA Rete Elettrica Nazionale S.p.a.
VISTE
• l’istruttoria elaborata dall’Unità di Progetto Coordinamento Commissioni, ha elaborato la propria
istruttoria;
• la Direttiva 2001/42/CE ;
• il D.Lgs. n.152/2006;
• la LR 4/2008;
• la DGR 791/2009
per quanto di competenza,
PRENDE ATTO
della metodologia usata e delle considerazioni svolte nel Rapporto Ambientale, anche alla luce dell’avvenuto
suo adeguamento, rispetto al Rapporto Ambientale del PdS 2010 ed all’esito delle consultazioni della fase
preliminare 2011.
Relativamente agli interventi previsti (e valutati) nel territorio Veneto, ritiene di formulare le seguenti
OSSERVAZIONI
Effetti degli interventi sulle diverse componenti ambientali
Non emerge la valutazione degli effetti generati dagli interventi previsti sulle diverse componenti ambientali
(in particolare aria, acqua, suolo e sottosuolo, salute umana).
Valutazione delle alternative
Non risulta che lo scenario alternativo “di lungo termine che prevede una riduzione dei consumi e un
incremento della produzione da fonti rinnovabili, congruenti agli obiettivi europei del 20-20-20” sia stato
valutato con le stessa metodologia per la valutazione dello scenario di piano, al fine di consentirne il
confronto nell’ottica della sostenibilità ambientale, tecnica e socio-economica.
Analisi del contesto ambientale e territoriale
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COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
In applicazione della LR 11/2004 numerosi Comuni e le stesse Province stanno redigendo i rispettivi
strumenti di pianificazione territoriale.
Per la predisposizione del Rapporto Ambientale le Autorità Procedenti hanno redatto il quadro ambientale
dei rispettivi territori evidenziando, tra l’altro, il numero delle persone esposte ai campo elettromagnetici
generati dalle linee di elettrodotti.
Pertanto, si ritiene, che Terna, relativamente al volume del Veneto, debba esplicitare che la pianificazione e
la progettazione degli interventi avverrà nel rispetto della vigente normativa in materia di protezione della
popolazione dalle esposizioni a campi magnetici ed elettromagnetici.
Coerenza con Piani regionali e/o provinciali vigenti
Il Rapporto Ambientale riporta un quadro di riferimento di Piani e/o Programmi di livello regionale superati
e/o incompleti.
Sarebbe opportuno, pertanto, che tale coerenza venga verificata alla luce dei vigenti Piani approvati e/o
adottati dalla Regione e/o degli Enti Locali quali:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, adottato dalla Giunta Regionale con delibera n. 372 del
17.02.2009;
• Piano Regionale Attività di Cava, adottato dalla Giunta Regionale con delibera n. 3121 del 23.10.2003
nonché DGR n. 135/CR del 21.10.2008;
• Piano d’Area “Altopiano Tonezza-Fiorentini”, approvato con Provvedimento del Consiglio Regionale
n.192 del 29 Novembre 1996 (BUR n. 06 del 21/01/1997);
o variante 1 approvata con Delibera del Consiglio Regionale n.60 del 30 luglio 1999 (BUR n. 77 del
07/09/1999);
o variante 2 approvata con DGR n. 4233 del 29/12/09 (BUR n. 14 del 16/02/2009);
• Piano d’Area “Auronzo-Misurina”, approvato con Delibera del Consiglio Regionale n. 61 del 30 Luglio
1999 (BUR n. 77 del 07/09/99);
• Piano d’Area “Comelico-Ost Tirol”, approvato con Delibera del Consiglio Regionale n. 80 del 17
Settembre 2002 (BUR n. 105 del 29/10/02);
o variante 1 approvata con Delibera del Consiglio Regionale n.33 del 29 Luglio 2003 (BUR n. 82 del
02/09/03);
o variante 2 approvata con Delibera del Consiglio Regionale n.11 del 21 Febbraio 2007 (BUR n. 30 del
27/03/07);
o variante 3 adottata con DGRR n. 830 del 15 Marzo 2010 (Bur n. 31 del 13/04/10;
• Piano d’Area “Delta del Po”, approvato con Provvedimento del Consiglio Regionale n.1000 del 5 Ottobre
1994 (BUR n. 101 del 29/11/94);
o variante 1 approvata con Delibera del Consiglio Regionale n. 15 del 16 Aprile 2003 (BUR n. 49 del
20/05/03);
o variante 2 approvata con DGR n.2354 dell' 8/08/08 (BUR n. 81 del 30/09/08);
• Piano d’Area “Fontane bianche, approvato con Delibera di Consiglio Regionale n.19 del 09 Marzo 1999
(BUR n.37 del 27/04/99);
• Piano d’Area “Massiccio del Grappa”, approvato con Provvedimento del Consiglio Regionale n.930 del
15 Giugno 1994 (BUR n.63 del 02/08/94)
• Piano d’Area “Montello”, approvato con Delibera del Consiglio Regionale n.36 del 31 Luglio 2003 (BUR
n. 82 del 02/09/03);
o variante 1, approvata con Delibera di Consiglio Regionale n. 1425 del 16 maggio 2006 (BUR n. 53 del
13/06/06);
• Piano d’Area “Monti Berici”, approvato con Delibera di Consiglio Regionale n. 31 del 9/07/08 (BUR n.
66 del 12/08/08);
• Piano d’Area “Palude del Brusa'”, approvato con Delibera di Consiglio Regionale n.9 del 15 Marzo 2002
(BUR n.42 del 23/04/02);
• Piano Regionale dei Trasporti (PRT), adottato con DGR n. 1671 del 5 luglio 2005 (BUR n. 73 del 2
agosto 2005).
• Piano di Area “Quadrante Europa”, approvato con Delibera del Consiglio Regionale n.69 del 20 Ottobre
1999 (BUR n. 103 del 30/11/1999);
o variante 1, approvata con Delibera del Consiglio Regionale n.61 del 17 Novembre 2003 (BUR n. 124
del 30/12/2003):
UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)
26
COMMISSIONE REGIONALE VAS
AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
variante 2, approvata con Delibera del Consiglio Regionale n.3446 del 7 Novembre 2006 (BUR n.
102 del 24/11/2006);
o variante 2 (integrazione), approvata con DGR n.3955 del 12 Dicembre 2006 (BUR n. 6 del
16/01/07);
o variante 3, approvata con Delibera della Giunta Regionale n.2927 del 19 Settembre 2006 (BUR n. 90
del 17/10/2006);
o variante 4, approvata con DGR n. 828 del 15/03/10 (BUR n. 31 del 13/04/10);
• Piano di Area della Laguna e dell’Area Veneziana (PALAV), approvato con Provvedimento del
Consiglio Regionale n.70 del 9 Novembre 1995 (BUR n. 8 del 26/01/1996)
o variante 1, approvata con Delibera del Consiglio Regionale n.70 del 21 Ottobre 1999 (BUR n. 108
del 14/12/99);
• Piano d’Area “Medio corso del Piave”, adottato con DGR n.826 del 15 marzo 2010 (BUR n. 28 del
02/04/10);
• Piano d’Area “Garda-Baldo”, adottato con DGR. n.827 del 15 marzo 2010 (BUR n. 28 del 02/04/10);
• Piano d’area “Pianure e Valli Grandi Veronesi”, adottato con DGR n. 1131 del 23/03/2010 (BUR n. 32
del 16/04/10);
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Venezia, approvato con DGR n. 3359 del 30
dicembre 2010 (BUR n. 8 del 28.01.2011);
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Padova, approvato con DGR n.4234 del 29.12.2009
(BUR n. 14 del 16.02.2010);
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Rovigo adottato con DCP n. 18 del 21.04.2009.
• Piani di Assetto Territoriali ed Intercomunali (vedi PRG secondo la LR 61/1985) di numerosi Comuni.
In particolare, per quanto riguarda la compatibilità paesaggistica degli interventi proposti, si richiama
l’attenzione sulle direttive e prescrizioni contenute negli “Ambiti Paesaggistici” individuati con il richiamato
PTRC.
Si ritiene che, oltre alla coerenza con i sopra riportati piani e/o programmi, dovrebbe essere considerata nella
valutazione degli interventi previsti la coerenza con eventuali richieste di approvazione di opere o di progetti
di competenza regionale e/o provinciale.
Rete Natura 2000
Premesso che:
• ai sensi dell’art. 5 del DPR 357/1997, la Regione del Veneto ha provveduto a disciplinare la procedura di
Valutazione di Incidenza, mediante l’approvazione delle deliberazioni di Giunta Regionale n.192/06, n.
740/06 e n. 3173/06;
• le deliberazioni relative all’individuazione dei Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) e Zone di
Protezione Speciale (Z.P.S.) costituenti rete ecologica europea Natura 2000 del Veneto sono: DGR n.
1180 del 18.04.2006 “Rete ecologica europea Natura 2000. Aggiornamento banca dati”, n. 4059 del
11.12.07 “Rete ecologica europea Natura 2000. Istituzione di nuove Zone di Protezione Speciale,
individuazione di nuovi Siti di Importanza Comunitaria e modifiche ai siti esistenti in ottemperanza degli
obblighi derivanti dall’applicazione delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE. Aggiornamento banca
dati”, n° 4003 del 16.12.2008 “Rete ecologica europea Natura 2000. Modifiche ai siti esistenti in
ottemperanza degli obblighi derivanti dall’applicazione delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE.
Aggiornamento banca dati” e n. 220 del 01.03.2011 “Rete ecologica europea Natura 2000.
Individuazione dei nuovi Siti di Importanza Comunitaria a mare in ottemperanza agli obblighi derivanti
dall’applicazione delle direttive 2009/147/CE e 92/43/CEE. Aggiornamento banca dati”;
• la Giunta Regionale del Veneto con D.G.R. 2371/2006 “Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE. D.P.R. 8
settembre 1997, n. 357. Approvazione del documento relativo alle misure di conservazione per le Zone di
Protezione Speciale ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE e del DPR 357/1997” ha approvato
le misure di conservazione per le Zone di Protezione Speciale tra cui la seguente misura MCG_013 di cui
all’allegato C alla medesima delibera: “Individuazione e cartografia delle aree dove la realizzazione di
reti aeree (cavi elettrici, teleferiche, impianti di risalita, funivie, reattori eolici) può essere causa di
impatto”;
• la procedura di Valutazione di Incidenza in regione Veneto è disciplinata dalle seguenti deliberazioni: n.
3173 del 10/10/06 “Nuove disposizioni relative all'attuazione della direttiva comunitaria 92/43/CEE e
D.P.R. 357/1997. Guida metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative”,
che attribuisce le competenze e le modalità di approvazione, le tempistiche della procedura, la tipologia e
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o
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i contenuti da riportare nello studio Vinca; n. 192 del 31/01/06 “Rete ecologica Natura 2000. Direttiva
92/43/CEE, D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357. Adempimenti relativi alla procedura per la valutazione di
incidenza”, modificata e integrata dalla n. 740 del 14/03/06 “Rete ecologica Natura 2000. Modifiche e
integrazioni alla D.G.R. 31 gennaio 2006, n.192”, che specifica le competenze della G.R. nei casi di
contenzioso e di opere di competenza dello Stato (proponente o autorità responsabile dell’approvazione
inquadrabili nell’Amministrazione Statale); n. 1066 del 17 aprile 2007 “Approvazione nuove Specifiche
tecniche per l’individuazione e la restituzione cartografica degli habitat e degli habitat di specie della
rete Natura 2000 della Regione del Veneto. Modificazione D.G.R. 4441 del 30.12.2005”, che definisce le
specifiche tecniche per l’individuazione e la restituzione cartografica degli habitat e degli habitat di specie
nei siti della Rete Natura 2000; n. 3227 del 21 dicembre 2010 che individua il Segretario Regionale per le
Infrastrutture come autorità competente per la valutazione d’incidenza ambientale e che gli attribuisce le
funzioni previste con le DD.G.R. 192/2006 e n. 740/2006;
Tutto ciò premesso e preso atto che il piano di Sviluppo 2011 della Rete di Trasmissione Nazionale individua
gli interventi relativi alle nuove esigenze della Regione Veneto e i rispettivi siti della rete Natura 2000
interessati e relativamente al Rapporto Ambientale - Volume Nazionale -, si osserva che:
1. Il documento riporta lo studio per la valutazione di incidenza per quanto concerne le singole previsioni di
Piano di Sviluppo 2011, ovvero per quanto concerne i corridoi e le fasce di fattibilità. In tale studio si fa
riferimento agli interventi i cui corridoi o fasce di fattibilità interessano direttamente o indirettamente i siti
della rete Natura 2000.
L’approccio metodologico utilizzato nello studio per la valutazione di incidenza, che si è basato
sull’individuazione di macroambiti omogenei e sull’esame degli elementi ecologici prevalenti per ciascun
macroambito di riferimento, ha permesso di individuare il numero e la superficie totale dei siti natura
2000 potenzialmente interessati dai corridoi e dalle fasce previste e gli habitat di interesse comunitario
potenzialmente interferiti dagli interventi in fase attuativa. Tuttavia, l’approccio metodologico utilizzato,
non ha consentito la valutazione della significatività degli effetti del Piano sui singoli siti della rete Natura
2000 e sugli habitat e le specie di cui alla Direttive ”Habitat” e “Uccelli” in essi tutelati; pertanto lo studio
di valutazione di incidenza risulta non conforme a quanto disposto dall’art. 6 della Direttiva 92/43/CEE e
all’art. 5 del DPR 357/1997 e smi;
2. Nello studio per la valutazione di incidenza riportato nel documento al § 7.10 “Conclusioni”,
l’interferenza complessiva del Piano di Sviluppo con la Rete Natura 2000 viene definita “bassa” in base al
numero degli interventi che interferiscono con i siti della rete e non in base alla valutazione degli effetti
che il Piano produce sui siti della rete Natura 2000; pertanto lo studio di valutazione di incidenza risulta
non conforme a quanto disposto dall’art. 6 della Direttiva 92/43/CEE e all’art. 5 del D.P.R. 357/97 e
s.m.i.;
3. Nello studio per la valutazione di incidenza riportato nel documento, vengono identificate delle misure di
mitigazione da attuare in fase di cantiere che in fase di esercizio al fine di ridurre al minimo le
interferenze del piano con i siti della rete Natura 2000: a tal proposito si precisa che, ai sensi della
Direttiva 92/43/CEE, le misure di mitigazione devono essere identificate con la valutazione di incidenza
appropriata sulla base delle analisi effettuate. Le misure di mitigazione devono, inoltre, essere riferite a
ciascun fattore di alterazione e ne deve essere evidenziata l’efficacia in termini qualitativi e quantitativi.
Per ciascuna forma di mitigazione devono essere considerate ed illustrate: le modalità di attuazione e
probabilità di esito positivo; le modalità di finanziamento; la scala spazio – temporale di applicazione; le
modalità di monitoraggio e controllo e le modalità d'intervento in caso di eventuale inefficacia delle
misure stesse.
Pertanto le misure di mitigazione individuate dallo studio di valutazione di incidenza poiché non riferite a
specifiche incidenze significative negative e a fattori di alterazione identificati dallo studio di valutazione
di incidenza, e poiché non descritte dal punto di vista delle modalità di attuazione, finanziamento,
monitoraggio e controllo risultano non conformi a quanto disposto dalla Direttiva 92/43/CEE;
4. Nello studio per la valutazione di incidenza riportato nel documento vengono identificate le seguenti
misure di compensazione: ripristino, incremento e miglioramento di fasce ripariali; rimboschimenti;
ricostituzione di zone umide; realizzazione di fontanili, muretti a secco o altri manufatti dell’agricoltura
tradizionale, con funzioni ecologiche e realizzazione di recinzioni su ambiti particolarmente vulnerabili e
sensibili.
Complessivamente, al fine di garantire la coerenza della rete “Natura 2000”, le misure compensative
proposte per un piano, progetto o intervento dovrebbero trattare, in proporzioni comparabili, gli habitat e
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le specie colpiti negativamente, concernere la stessa regione biogeografica nello stesso Stato membro,
fornire funzioni comparabili a quelle che hanno giustificato i criteri di selezione dei siti originari. Pertanto
le misure di compensazioni ambientali individuate dallo studio di valutazione di incidenza, in quanto
identificate a priori e non al fine di compensare incidenze negative identificate dallo studio di valutazione
di incidenza a carico di determinati habitat e specie di cui alle Direttive “Habitat” e “Uccelli”, risultano
non conformi a quanto disposto dalla Direttiva 92/43/CEE;
5. Lo studio per la valutazione di incidenza riportato nel documento, non fornisce evidenza del recepimento
da parte del piano di sviluppo delle disposizioni del Decreto 17 ottobre 2007 del Ministero dell’Ambiente
e della Tutela del Territorio e del Mare “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di
conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS)” e
smi, ed in particolare in relazione all’art. 5 comma 2 lettera a): messa in sicurezza, rispetto a rischio di
elettrocuzione e impatto degli uccelli, di elettrodi e linee aeree ad alta e media tensione di nuova
realizzazione o in manutenzione straordinaria o in ristrutturazione.”
6. Nell’ambito della descrizione dei siti della rete Natura 2000 interessati dall’intervento “Riassetto alto
bellunese” vengono considerati alcuni siti non ricadenti nelle rete della Regione del Veneto;
7. I contenuti dello studio per la valutazione di incidenza riportati nel documento non rispettano i riferimenti
della Normativa Comunitaria in relazione alla Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”, concernente la
“conservazione degli uccelli selvatici” che ha abrogato la precedente Direttiva 79/409/CEE;
Per quanto concerne, invece, il Rapporto Ambientale - Volume regione Veneto -, si osserva che:
1. Nel documento non è presente lo studio di valutazione di incidenza né per quanto concerne il livello delle
singole previsioni (corridoi e fasce di fattibilità) né per quanto concerne il livello di progetto (tracciati);
2. Le considerazioni inerenti le interferenze degli interventi con i siti della rete Natura 2000 del Veneto,
sono di carattere generale e pertanto non consentono di valutare gli effetti del Piano sui siti della rete
Natura 2000 del Veneto e sugli habitat e le specie di cui alla Direttiva 92/43/CEE e alla Direttiva
2009/147/CE in essi tutelati;
3. Le considerazioni inerenti le interferenze degli interventi con i siti della rete Natura 2000 del Veneto non
conto dell’aggiornamento del sistema della rete Natura 2000 di cui alla DGR 220 del 01/03/2011 “Rete
ecologica europea Natura 2000. Individuazione di nuovi Siti di Importanza Comunitaria a mare in
ottemperanza agli obblighi derivanti dall'applicazione delle direttive 2009/147/CE e 92/43/CEE.
Aggiornamento banca dati ”;
4. Le considerazioni inerenti le interferenze degli interventi con i siti della rete Natura 2000 del Veneto non
rispettano i riferimenti della Normativa Comunitaria in relazione alla Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”,
concernente la “conservazione degli uccelli selvatici” che ha abrogato la precedente Direttiva
79/409/CEE;
5. Ai fini della corretta valutazione della significatività degli effetti del Piano, conformemente a quanto
previsto dall’allegato G al DPR 357/1997, la DGR 3173/2006 della Regione del Veneto identifica i
contenuti necessari per predisporre lo studio di valutazione di incidenza:
a. aree interessate e caratteristiche dimensionali;
b. durata dell’attuazione e cronoprogramma (adozione, approvazione, costruzione, funzionamento,
dismissione, recupero);
c. distanza dai siti della rete Natura 2000 e dagli elementi chiave di questi;
d. indicazioni derivanti dagli strumenti di pianificazione;
e. utilizzo delle risorse;
f. fabbisogno nel campo dei trasporti, della viabilità e delle reti infrastrutturali;
g. emissioni, scarichi, rifiuti, rumori, inquinamento luminoso;
h. alterazioni dirette e indirette sulle componenti ambientali aria, acqua, suolo (escavazioni, deposito
materiali, dragaggi, …);
i. identificazione di tutti i piani, progetti e interventi che possono interagire congiuntamente.
j. definizione dei limiti spaziali e temporali dell’analisi;
k. identificazione dei siti della rete Natura 2000 interessati e descrizione (caratteri fisici, habitat e specie
di interesse comunitario, obbiettivi di conservazione, relazioni strutturali e funzionali per il
mantenimento dell’integrità);
l. identificazione degli aspetti vulnerabili dei siti considerati
m. identificazione degli effetti con riferimento agli habitat, habitat di specie e specie nei confronti dei
quali si producono;
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n. identificazione degli effetti sinergici e cumulativi;
o. identificazione dei percorsi e dei vettori attraverso i quali si producono;
p. previsione e valutazione della significatività degli effetti con riferimento agli habitat, habitat di specie
e specie.
6. La procedura di Valutazione di Incidenza regionale stabilisce che, ai sensi delle DD.G.R. 192/06 e n.
740/06, l’approvazione degli esiti dello Studio per la Valutazione di incidenza di piani, progetti e
interventi è attribuita alla Giunta Regionale in tutti i casi in cui l’approvazione di tali piani progetti e
interventi è di competenza delle Amministrazioni dello Stato.
Pertanto, da quanto sopra osservato, deriva che l’attuale proposta di formulazione della documentazione
redatta nell’ambito della Procedura di VAS non risulta idonea a fornire informazioni complete sugli aspetti
relativi agli effetti significativi su habitat e specie dei siti della Rete Natura 2000 derivanti dall’attuazione del
piano.
In base a quanto sopraesposto si raccomanda che:
1. lo studio per la valutazione di incidenza del Piano di Sviluppo della rete elettrica di trasmissione
nazionale 2011 per quanto concerne gli interventi che interessano il territorio regionale, sia elaborato
secondo quanto disciplinato dalla DGR del Veneto 3173/2006 al fine di giungere a conclusioni tracciate
con ragionevole certezza scientifica;
2. come ribadito a pag. 191 del Rapporto Ambientale Volume Nazionale, in fase autorizzativa, le relazioni
per la Valutazione di Incidenza di tutti gli interventi previsti dal Piano siano elaborate ai sensi della DGR
del Veneto 3173/2006 e siano redatte in modo tale da approfondire tutti gli aspetti per i quali, nel rapporto
ambientale, non è possibile effettuare analisi quantitative;
3. in riferimento alla DGR 2371/200 ed in particolare alla misura di conservazione “MCG_013” di cui
all’allegato C della medesima “Individuazione e cartografia delle aree dove la realizzazione di reti aeree
(cavi elettrici, teleferiche, impianti di risalita, funivie, reattori eolici) può essere causa di impatto”, nello
studio per la valutazione di incidenza si valutino gli effetti delle linee aeree sulle specie ornitiche tenendo
in debita considerazione le rotte migratorie dell’avifauna.
Periodicità di predisposizione del Rapporto Ambientale
Tenuto conto degli interventi previsti dal Piano e, soprattutto, dalla programmazione degli stessi nella fase
realizzativa, si ritiene opportuno che il Rapporto Ambientale venisse elaborato con periodicità triennale,
fondando la valutazione sugli interventi programmati per il triennio successivo.
FIRMATO
Il Presidente
della Commissione Regionale VAS
(Segretario Regionale per le Infrastrutture)
Ing. Silvano Vernizzi
FIRMATO
Il Segretario
della Commissione Regionale VAS
(Dirigente della U. P. Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV)
Avv. Paola Noemi Furlanis
Il presente parere si compone di 30 pagine
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