L’anello del nibelungo
graphic novel di Paul Craig Russel
nibelunghi e fumetti
I personaggi del ciclo nibelungico sono comparsi molte
volte nei fumetti, e in molti contesti diversi.
La tetralogia wagneriana è stata “tradotta” in fumetti
da Roy Thomas e Gil Kane nella serie The ring of the
Nibelung, pubblicata dalla DC press tra 1989 e 1990 e
tradotta in italiano per le edizioni ComicArt.
La coppia Thomas & Kane ha lavorato anche per la
Marvel, in particolare per la serie The Mighty Thor e ha
inserito una versione della leggenda nibelungica anche nel
“continuum” di avventure del supereroe asgardiano.
la versione di Paul Craig Russell
Paul Craig Russell ha collaborato a diverse
testate supereoriche (Sandman, Doctor
Strange, Batman), ma ha anche eseguito
diverse trasposizioni a fumetti di libretti
di opere liriche.
Un suo primo tentativo di trasposizione
della tetralogia wagneriana risale al 1980:
Siegfried and the Dragon. The Ring of the
Nibelung è stato pubblicato dalla Dark
Horse tra 1999 e 2000, e in traduzione
italiana immediatamente dopo.
le scelte di trasposizione
Nel trasformare un dramma musicale in racconto per
immagini, l’autore è costretto a prescindere
dall’elemento centrale dell’ipotesto: la musica,
appunto. Craig Russell è però particolarmente
affascinato dalla trama della tetralogia:
“the story elements themselves are very exciting –
we’ve got magic, power struggles, betrayals, incest,
illicit druggings, hugely conflicting accounts from
various characters – it’s very melodramatic, and
literally action-packed”
Intervista pubblicata su Darkhorse.com (nov. 1999)
le scelte di trasposizione
Per raccontare in immagini la sua storia, Craig Russell
ricorre a mezzi più tradizionali di quelli usati da Hinds
per Beowulf. Dialoghi e pensieri sono resi nei balloon
convenzionali del fumetto. Naturalmente il testo viene
fortemente selezionato, ma anche radicalmente
trasformato.
Il disegno è a colori vivaci, a volte violenti, la
strutturazione delle tavole poco sperimentale, mentre si
rileva un’evidente attenzione a sottolineare la bellezza e
la sensualità dei personaggi (con l’ovvia eccezione di
Alberich e quella, meno ovvia, di Frigga, moglie di Wotan).
Alberich: So buhlt nun im
Finstern, / feuchtes Gezücht!
(Er streckt die Hand nach
dem Gold aus) Das Licht lösch’
ich euch aus, / entreisse dem
Riff das Gold, / schmiede den
rächenden Ring; / denn hör’es
die Flut: / so verfluch’ich die
Liebe!
Civettate dunque nel buio, / umida
genìa! (stendendo la mano verso
l’oro) Lo splendore io vi spengo, /
allo scoglio l’oro rapisco, / l’anello
della vendetta io tempro; / giacché
l’onda lo oda: io maledico l’amore!
Didascalia alla fine della
scena prima del Rheingold:
“Le onde precipitano con
loro [le ondine] verso il
fondo. Dal fondo dell’abisso
si intende lo stridulo riso di
scherno di Alberich.”
Rheingold
Scena
seconda
Le tavole precedenti sono sostanzialmente invenzione di
Craig Russell: la didascalia wagneriana contiene solo
l’indicazione che Wotan e Loge scendono al Niflheim
introducendosi in un crepaccio.
Interessante è la figura di Loge: l’artista convoglia qui
elementi wagneriani e dell’antica mitologia. Il dio nordico
Loki viene interpretato da Wagner come dio del fuoco, ed
è qui rappresentato con capelli e barba rossi,
fiammeggianti. Nella mitologia nordica, Loki è distruttivo
e maligno, ma è anche uno degli dèi più belli. Craig Russell
rompe dunque la tradizione rappresentativa
“mefistofelica” di Loki e ne esibisce la bellezza
mostrandolo sempre seminudo.
interessante è anche la
rappresentazione di Wotan: il
padre degli dèi è reso
riconoscibile da alcuni tratti
distintivi – la barba bianca,
l’occhio cieco, la lancia – ma la
delineazione del volto e del
corpo insiste sul vigore e
l’eterna giovinezza del dio
(giovinezza, peraltro,
minacciata dal “crepuscolo
degli dèi”).
E’ significativo che, in una
serie di studi preliminari, Craig
Russell abbia disegnato
ritratti di Wotan giovane.
Die Walküre, atto I, scena III
Le due tavole precedenti illustrano il momento in cui
Siegmund, dopo aver estratto dalla quercia la spada
Notung, giura eterno amore a Sieglinde.
In particolare la seconda vignetta della prima tavola e
l’intera seconda tavola riprendono quasi alla lettera il
testi di Wagner, mutandone però il ritmo poetico e
l’allitterazione in linguaggio comune:
Siegmund den Wälsung, siehst du, Weib!
Als Brautgabe bringt er dies Schwert:
So freit er sich die seligste Frau
Si noti anche la presenza della luce, in particolare il
rapporto luce/spada, e la posa statuaria della coppia.
Questa vignetta rappresenta uno dei momenti musicali più
celebri dell’intera tetralogia, la “cavalcata delle valchirie”
[Die Walküre, atto III, scena I]: le valchirie cavalcano
portando con sé i cadaveri dei combattenti, mentre
Brünnhilde cerca di portare in salvo Sieglinde.
Die Walküre, atto III,
scena III: nella vignetta
precedente, Wotan ha
pronunciato la battuta
conclusiva della “giornata”:
Wer meines Speeres /
Spitzes fürchtet, /
durchschreite das Feuer nie!
[Chi della mia lancia / teme
la punta, / mai non traversi il
fuoco!]
A questo punto Craig Russell
inserisce la visione di
Siegfried, il liberatore.
Götterdämmerung, Prologo:
l’ultima giornata si apre con
la visione delle norne – le dee
nordiche del fato – che
tessono il filo degli eventi ai
piedi del frassino cosmico.
Così facendo riassumono le
vicende accadute nei tre
drammi musicali precedenti,
e preparano l’azione finale.
La tetralogia wagneriana
si chiude in modo
tragicamente ambiguo:
Siegfried muore per
mano di Hagen,
Brünnhilde si immola
sulla sua pira e Hagen
muore tra i flutti del
Reno. Alla gioia delle
ondine, che recuperano
l’anello, si
contrappongono le
fiamme che, sullo sfondo, incendiano il Walhalla. Craig Russell
chiude invece con una serie di tavole “ottimiste”: Siegfried e
Brünnhilde si ricongiungono in cielo e dalla distruzione del
mondo rinasce un arbusto.
NB: qui il Walhalla prende fuoco dalle fiamme di Loge ucciso da
Wotan
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