Harlock Saga i Nibelunghi giapponesi Captain Harlock, eroe solitario A partire dal 1978, Capitan Harlock – disegnato da Leiji Matsumoto – è uno dei più popolari eroi dei manga (fumetti giapponesi) e anime (cartoni animati giapponesi). In compagnia del fedele amico Tochiro, Harlock percorre lo spazio con la sua astronave Arcadia innalzando l’antico “Jolly Roger”, la bandiera pirata, e combattendo contro l’ingiustizia e la prepotenza. un cow boy dello spazio proprio per le sue caratteristiche di eroe solitario, che percorre l’estrema frontiera dello spazio, Capitan Harlock è spesso visto come un discendente degli eroi western, dei pistoleros che fanno rispettare una propria idea di giustizia, al di fuori della legge e dello stato. Harlock e il pianeta Walhalla Nel 1999, Leiji Matsumoto fa del suo Capitan Harlock il protagonista di un ampio progetto di riscrittura del wagneriano Anello del Nibelungo. Matsumoto realizza in realtà due progetti distinti: Un lungo manga pubblicato in rete (Great Harlock: Goetterdaemmerung) e una serie di 6 episodi a cartoni animati (Harlock saga). Di Great Harlock si può ancora leggere la quarta parte (non ancora completata) sul sito websincho.com/comics_e/index.html. Le due riscritture di Matsumoto non sono identiche, la versione manga è più complessa e la narrazione è meno serrata che nella versione per la televisione. I meccanismi fondamentali con cui il racconto wagneriano viene trasformato e spostato su un nuovo piano narrativo sono però gli stessi. In primo luogo, l’avventura viene ambientata in un tempo diverso da quello dell’ipotesto: non più in una lontana epoca del passato (alle origini della storia) ma in una lontana epoca del futuro. In secondo luogo, l’avventura ha per scenario non più la regione intorno al fiume Reno e i regni ultraterreni popolati dagli dèi e dai nani (in uno schema verticale di tre piani) ma l’intero cosmo. I “luoghi” della leggenda sono qui identificati con diversi pianeti e galassie, e per spostarsi dagli uni agli altri i personaggi fanno uso di astronavi, o comunque di veicoli spaziali. Per quanto riguarda i personaggi, la riscrittura di Matsumoto opera una riduzione e una semplificazione, mentre modifica radicalmente la natura di alcune figure coinvolte nell’azione. Wotan è presentato come un tiranno egoista e stupido, convinto di essere il creatore dell’universo e sprezzante verso ogni creatura che non appartenga al suo mondo. raramente Wotan viene rappresentato in modo tale da evidenziarne l’espressività. In genere il disegno di Wotan è statico e ripetitivo, quasi a sottolinearne l’impermeabilità nei confronti della realtà. In alto, il profilo di Wotan ricorrente sia nel manga che nell’anime. A sinistra, dove si evidenziano i sentimenti di Wotan ne risalta la collera e la prepotenza. L’allontanamento dall’ipotesto wagneriano è particolarmente evidente nel personaggio di Meeme. In Wagner, Mime è un nano, fratello di Alberich e suo mortale nemico. Nella rielaborazione di Matsumoto, Meeme è una fanciulla perfettamente identica alla dea Freyja. Con il fratello Alberich, è l’ultima discendente del popolo dei Nibelunghi. Mentre però Alberich sogna di vendicarsi di Wotan, che ha distrutto il suo popolo, Meeme mantiene insieme a Freyja l’ordine del cosmo, suonando un organo che emette vibrazioni sonore senza le quali il cosmo intero avrebbe fine. Alberich è rappresentato come oppositore di Wotan, ma è anch’egli una figura negativa. Nella versione anime, è pronto a distruggere l’intero universo pur di vendicare il suo popolo. Nella versione manga viene rappresentato in modo ancor più negativo, in quanto è pronto a venire a patti con Wotan pur di impadronirsi dell’oro del Reno, lo strumento del potere. Il Reno è, nella rielaborazione di Matsumoto, non il fiume che conosciamo dalla geografia e dalla leggenda, ma un intero pianeta. Nel pianeta Reno vivono le “Figlie del Reno”, custodi dell’oro con cui è possibile forgiare un anello che assicura il potere a chi lo possiede. Lo scontro tra Wotan e Alberich minaccia l’esistenza stessa dell’universo. Colui che impedirà la catastrofe è Harlock, aiutato dai suoi amici più fedeli e da Meeme. Nella versione anime, l’intervento di Harlock ferma Alberich, ma in questo modo Wotan continua a vivere e l’ingiustizia si preannuncia essere all’origine di nuovi scontri e nuovi drammi nel futuro. Nella rielaborazione di Matsumoto, non c’è quindi nessuna figura corrispondente a quella di Siegfried. Il ruolo dell’eroe puro, senza macchia è svolto da Harlock stesso. L’eroe, dunque, all’interno di questa riscrittura non muore, ma esce vittorioso dal dramma, mentre il crepuscolo degli dèi è proiettato in un futuro incerto. una riscrittura A differenza del lavoro di Craig Russell, quello di Matsumoto non rappresenta dunque una traduzione intersemiotica, ma una vera e propria riscrittura dell’ipotesto wagneriano, una riscrittura che seleziona e modifica gli elementi della narrazione (episodi, personaggi, relazioni e caratteristiche dei personaggi) creando un testo nuovo, pur legato da una serie di rimandi espliciti (per esempio i nomi) al testo che funge da modello (la tetralogia wagneriana). spunti di riflessione: perché la riscrittura? Un’operazione come quella realizzata da Matsumoto pone alcune domande: in primo luogo, perché viene scelta la tetralogia wagneriana come ipotesto? L’autore ritiene che il rimando all’ipotesto sia trasparente per il suo lettore/spettatore? In che modo la conoscenza dell’ipotesto arricchisce la lettura del testo? In che modo le modifiche strutturali apportate da Matsumoto alla narrazione della tetralogia wagneriana ne cambiano il senso, testimoniando una ideologia, una visione del mondo, nuova rispetto al testo-modello? Nel passaggio da Siegfried a Harlock cosa rimane delle inquietudini ideologiche e filosofiche di Wagner, e cosa invece si costruisce di nuovo? E a quale pubblico possiamo ragionevolmente pensare che si rivolga il testo (i testi) di Matsumoto?