Editoriale
«
Di ogni civiltà ciò che resta per sempre sono l’arte, l’architettura, la letteratura, la musica». Lo scrive il compositore
Claudio Ambrosini, il primo – in ordine alfabetico – a rispondere alla domanda che abbiamo rivolto a musicisti, critici, musicologi, registi, uomini di cultura e di spettacolo sul perché proprio la musica, molto più delle altre arti, soffra di
indifferenza e disimpegno. I pareri arrivati dai teatri, i conservatori, le Università di tutta Italia sono una sinfonia di dolore ma anche di speranza, di indignazione e di orgoglio. Perché il male della nostra lirica, esploso in questi mesi con i tagli
al Fondo Unico per lo Spettacolo, ha in realtà radici molto più lontane, più profonde e più tenaci.
Come spiega il direttore del Conservatorio Benedetto Marcello, Giovanni Umberto Battel, «il generale disinteresse per la
cultura musicale non è legato all’attuale situazione economica o sociale ma è l’amaro frutto di una mancanza di attenzione per tale settore nella scuola italiana.» Manca dunque un’educazione musicale, che è il punto di partenza, ma non solo.
Le voci della nostra inchiesta raccontano di un pubblico carente, intimorito o ignorante, di una disattenzione dei mezzi
di comunicazione, dell’elevato costo dei biglietti, di una scarsa capacità di ottimizzare le risorse, di poca circuitazione e,
addirittura, dell’idea che la musica non sia più necessaria per la crescita intellettuale e civile della persona.
In questo panorama i tagli imposti dalla Finanziaria portano la crudeltà del colpo di grazia che si abbatte senza complimenti, e proprio il fulgore della cultura di un tempo, come nota il direttore d’orchestra Federico Maria Sardelli, «fa apparire ancora più miserabile l’attuale condizione della musica in Italia». A Venezia, poi, con tre milioni di euro in meno per
la prossima stagione, la Fenice potrà assicurare con assoluta certezza solo la programmazione del primo trimestre, mentre
un paio di opere saranno inevitabilmente tagliate.
L’anno nuovo si apre sotto il segno di Wagner e della Valchiria,
rappresentata a Venezia l’ultima volta esattamente trent’anni
fa. La Walchiria, diretta da Jeffrey Tate per la regia di Robert
Carsen, sarà particolarmente intima perché, come spiega lo
stesso Tate nel Focus dedicato all’opera, «la visione di Carsen
si fonde bene con il mio modo di leggere questo lavoro, evidenziando l’aspetto lirico, i dettagli della partitura; in Wagner ci sono
grandi momenti, quelli che tutti conoscono, ma a me piace che la
direzione non abbia un carattere titanico e monumentale».
A cornice della Walchiria ci sarà il V Concorso Internazionale per
voci wagneriane, che tra il Malibran e la Fenice vedrà alternarsi talenti vocali di tredici diverse nazionalità. Il senso di questi concorsi
va oltre quello evidente di trovare cantanti in grado di affrontare
ruoli wagneriani e dà la misura della ricchezza espressiva e della
volontà di emergere di tanti giovani e meno giovani. Il Premio
Venezia, nel novembre scorso, ne è stato un altro luminoso
esempio con la vittoria della giovanissima pianista padovana Leonora Armellini.
Pur di tutt’altro genere, un altro importante
segno di ripresa lo porterà Maurizio Scaparro
che firmerà il prossimo Carnevale, dal 23 al 28
febbraio, sotto il segno della Cina. Un ritorno
in laguna graditissimo quello del regista, che ha costruito un Carnevale teatrale improntato sullo spettacolo e la cultura cinese in tutti i suoi aspetti, ma anche
sull’immagine tradizionale che abbiamo di essa, con
il recupero dell’immenso spazio dell’Arsenale.
Manuela Pivato
3
Sommario / Contents
3
Editoriale
Focus On
7
Splendida, unitaria e intensa «Walchiria»
Tutta la forza drammaturgica dell’opera di Wagner alla Fenice
A splendid, harmonious and intense «Walküre»
The true dramaturgical strength of Wagner at the Fenice
di / by Giuseppe Pugliese
11
7
Amore, fuoco e una spada invincibile
«La Walchiria», prima giornata dell’«Anello del Nibelungo»
Love, fire and an invincible sword
«Die Walküre», the first «day» of «Der Ring des Nibelungen»
12
Il Wagner anti-monumentale di Jeffrey Tate
Il direttore spiega la sua predilezione per intimità e dettagli
Jeffrey Tate’s anti-monumental Wagner
The conductor talks about his partiality for intimacy and details
di / by Enrico Bettinello
16
Concerti, una mostra e un concorso
Il fitto calendario delle «Giornate Wagneriane»
Concerts, an exhibition and a competition
The dense agenda of the «Wagnerian Days»
All’Opera
18
19
18
Wolf-Ferrari, musicista cosmopolita
«I quattro rusteghi» alla Fenice nel centenario della prima
di Lucia Ludovica de Nardo
La grande opera sorride ai più piccoli
Le offerte formative della Fenice
di Massimiliano Goattin
La cornice sinfonica
20
A Michel Dalberto piace Brahms
21
Uno Schubert raffinatissimo e lirico
22
Alla ricerca di un Mozart ideale
21
Il meglio del pianista francese al Malibran
di Arianna Silvestrini
I «Sei momenti musicali» con l’Orchestra di Padova e del Veneto
di Chiara Squarcina
A Treviso l’Orchestra da Camera di Mantova e Alexander Lonquich
di Chiara Squarcina
Sacro e barocco
25
Il concerto per organo del Settecento: «ospite» a Venezia?
di Corrado Cannizzaro
Note veneziane
26
Mozart, un mese a Venezia
28
Premio Venezia, al pianoforte con sentimento
28
Il trionfo di Leonora
29
Ventisette concorrenti di ottimo livello
31
Suoni d’inverno
4
25
La felice transizione verso l’età adulta
di Paolo Cattelan
Barbara di Valmarana racconta la XXII edizione
La tredicenne padovana ha vinto con Schumann
Parla il presidente della giuria tecnica del Concorso
La rassegna di Euterpe Venezia a Jesolo
26
Sommario / Contents
33 - 65
Della lirica, con passione
75 riflessioni sul teatro d’opera italiano
a cura di Leonardo Mello e Ilaria Pellanda
Contemporanea
67
A Treviso in punta di ballerine
69
Il mondo surreale e capovolto dei Momix
67
Straordinario spettacolo con gli angeli della danza internazionale
di Elisa Guzzo Vaccarino
A Mestre il nuovo spettacolo «Sun Flower Moon»
di Susanne Franco
L’altra musica
70
Fra versi e note, le creature sonore di Roberto Vecchioni
71
Franco D’Andrea, artista schivo e bon ton
72
Deep Purple, la fortuna sulle ceneri di un incendio
74
Cinque note italiane doc
di John Vignola
70
Limpido jazz, ritmi complessi e forza tranquilla
di Guido Michelone
Dal rogo di Montreaux al successo di «Smoke On The Water»
di Tommaso Gastaldi
Nella rassegna di cantautori anche la Vanoni, Paoli e Vecchioni
di Tommaso Gastaldi
In vetrina
75
La «prima» della Fenice senza lustrini
Inaugurazione sottotono tra striscioni e raccolta di firme contro i tagli
Dintorni
78
Il Carnevale del Teatro secondo Scaparro
81
Un Carnevale nel segno di Dario Fo
82
Locanda e «Locandiera»: l’abilità di condurre gli uomini
81
La Cina è il tema-guida degli eventi della Biennale
A Mestre un evento tutto cinese del Premio Nobel
di Bruno Rosada
Carta Canta
83
«il Patalogo», l’annuario che fa la storia del teatro
84
«IG»: da qui... all’inafferrabilità
85
Dal Venezuela al Canada: ecco l’eclettismo di Marco Castelli
86
87
Zoom a cura di Ilaria Pellanda
Appuntamenti / Events
92
93
94
Gli appuntamenti del Carnevale del Teatro
Il Veneto in Musica
Dopo lo spettacolo / After the performance
Il numero 28 promuove un’inchiesta sul ruolo della regia oggi
83
Il lavoro in fieri di Gianni Maroccolo e Ivana Gatti
di Enrico Bettinello
a cura di Ilaria Pellanda
84
5
Focus On
Splendida, unitaria e intensa «Walchiria»
Tutta la forza drammaturgica dell’opera di Wagner alla Fenice
A splendid, harmonious and intense «Walküre»
The true dramaturgical strength of Wagner at the Fenice
di / by Giuseppe Pugliese*
U
O
na delle esercitazioni predilette dai wagneriani del
ne of the most favourite exercises of Wagnepassato – semplici amatori ma anche
rians in the past – whether simple music lostudiosi – era il tentativo di stabilire una
vers or scholars – was to establish a hierarchy
gerarchia di valori fra le quattro parof values between the four parts of Der
ti dell’Anello del Nibelungo, per acRing des Nibelungen, in an atcertare quale di esse fosse mutempt to ascertain which is musicalsicalmente la più grande.
ly the greatest. With the excepEscluso L’Oro del Reno, a
tion of Das Rheingold,
causa, si pensi, persino
probably due to its «brevity»,
della sua «brevità», la dithis discussion was limited
sputa veniva limitata
to the three Days. An aballe tre Giornate. Esercisurd and incomprehensible
tazioni assurde e inexercise regarding the
comprensibili, di una
evaluation of materials
critica contenutistica,
and contents, even gastromaterialistica, diciamo
nomical, without any
pure gastronomica,
meaning or value. Howepriva di qualsiasi signiver, what would be useful
ficato e valore. Di una
is the attempt to underqualche utilità, invece,
stand for which reasons –
sarebbe tentare di capire
artistic, musical and dramaper quali ragioni – s’intenturgical – of the three Days,
de ragioni artistiche, musiit is Die Walküre that is by
cali e drammatiche – delle tre
far the most frequently performed
giornate, di gran lunga la più rapin Italy when the tradition prevaipresentata in Italia, quando impeled of separating the performances.
rava il costume delle rappresentazioni
However, I fear that not even this would
separate, fosse la Walkiria. Temo, tuttavia,
be particularly fruitful or reliable since this
che l’accertamento sarebbe infruttuoso, coprimacy was linked to its performance in the Italian
munque non attendibile, perché quel primato era legato
language and the sad practice of numerous and considerable
alla esecuzione in lingua italiana e alla triste consuetudine
cuts (at times true acts of devastation) in the belief they would
di numerosi, abbondanti tagli (talvolta autentiche devasimplify the dramaturgical rhythm of the poem, while actually
stazioni) con i quali si riteneva di snellire il ritmo dramonly managing to disfigure it.
maturgico del poema, ed invece si otteneva solo di sfiguThe problem is obviously a different one. Der Ring des Niberarlo.
lungen was conceived as a unitary idea. Its dimensions and
Il problema, naturalmente, è un altro. L’Anello del Nibedevelopment do not tolerate any division or mutilation, as is the
lungo nasce, si realizza come concezione unitaria. Le sue
case with Homer’s poems, La Commedia by Dante and Faust
dimensioni, il suo svolgimento non sopportano suddiviby Goethe. As is the case with these gigantic constructions, we can
sioni, né mutilazioni, proprio come i poemi omerici, la
and must distinguish between structure and poetry in a Crocean
Commedia di Dante, il Faust di Goethe. E come in queste
manner in Der Ring des Nibelungen as well. And in Waggigantesche costruzioni anche nell’Anello del Nibelungo
ner’s Saga in particular, these are and remain inseparable. Furpossiamo e dobbiamo distinguere, crocianamente, fra
thermore, while Wagner did not discover «real time», as can be
struttura e poesia. Le quali, pure, specie nell Saga wagneseen in the «length» of those poems, in Wagner’s scores it takes
riana, sono e rimangono inseparabili. Inoltre il «tempo
on a diverse dimension and application. This is because here it
reale», pur non essendo una scoperta di Wagner, come
has to take the musical tempo Boulez also spoke about into acdimostrano le «durate» di qui poemi, trova nelle partiture
count as well, and which is resolved in what the profane call the
di Wagner una diversa dimensione e applicazione. Perché
mortal prolixity, the cruel, copious long-windedness of Wagner.
qui deve fare i conti con il tempo musicale di cui parla
Long-windedness and prolixity of which, in the integral version,
anche Boulez, e che si risolve
we also have several conspicuous
in quelle che i profani chiaexamples in Die Walküre but
*critico musicale, musicologo, fondatore e presidente
mano le mortali lungaggini,
which correspond to some of the
dell’Associazione Richard Wagner Venezia
le crudeli, fluviali prolissità
greatest passages of this score,
7
Focus On
di Wagner. Lungaggini e prolissità di cui, nella versione integrale, troviamo alcuni cospicui esempi anche nella Walkiria ma
che si identificano con alcune delle parti più grandi di questa
partitura, come conferma il racconto di Wotan al II atto.
Ciò che la Walkiria rappresenta nell’Anello del Nibelungo sotto il
profilo drammatico penso sia noto a tutti. Chiaro, più che nelle
altre Giornate, lo svolgimento narrativo, chiarissima la vicenda,
in gran parte esposta, con i lunghissimi antefatti raccontati, in
particolare da Siegmund e da Wotan, meno da Brünnhilde, la
vera protagonista di questa prima Giornata. Figlia prediletta
di Wotan, eppure da lui punita per avere disobbedito ai suoi
ordini (o meglio agli ordini di Fricka), volendo, in tal modo,
obbedire alla vera volontà del padre suo.
E se nel rapporto Sieglinde-Siegmund, con alcune delle pagine
più dense di melos dell’intera Tetralogia, Wagner crea un biblico
idillio amoroso fra i due fratelli, quale simbolo di un’innocenza
primigenia, prima del peccato originale, nel rapporto Brünnhilde-Wotan, trascende persino questo ipotetico limite temporale
per risalire alle lontananze mitiche degli intermundia lucreziani.
La pietas dei greci, la compassione cristiana, la ritualità pagana
confluiscono nel grandioso finale in cui, come già osservato,
Brünnhilde da semplice simbolo si prepara, nella Giornata successiva, risvegliata da Siegfried, a diventare «universale umano».
È un finale, il primo dei tre, che, in ordine drammaticamente
crescente, condurrà a quello vittorioso del Siegfried, e a quello
del Crepuscolo degli Dei che segna, con il crollo del Wahlalla la fine
di tutte le cose, e con l’olocausto di Brünnhilde il ritorno alla
innocenza primigenia.
Con i suoi tre atti e le sue undici scene,
lo svolgimento drammaturgico e
musicale di questa Giornata appare
saldamente rinchiuso nelle
due poderose arcate del
Preludio all’atto I e del
grandioso finale, noto
come l’Addio di Wotan,
oppure Incantesimo del
fuoco. All’interno di
questi due formidabili
blocchi musicali, gli
episodi più conosciuti, amati, popolari: dal
Winterstürme wichen (Canto della primavera) alla
Cavalcata delle Walkirie, forse
la pagina più amata, certo la
più famosa della Walkiria, anche per le numerose, mutile
versioni concertistiche che
un tempo era consuetudine
inserire nei programmi dei
concerti sinfonici. Si tratta
di due grandi episodi, ma nei
quali un certo manieristico
compiacimento liederistico
nel primo, e il poderoso,
rutilante carattere descrittivo,
a tratti onomatopeico del
secondo, così come taluni
banali effetti esteriori
dello stupendo finale
dell’opera, offuscano,
incrinano la loro indiscutibile grandezza
8
as can be seen in the tale by Wotan in act II.
I believe that what Die Walküre represents in Der Ring des
Nibelungen from a dramatic point of view is generally well
known. The narrative development is clearer than in the other
Days, the plot even more patent, and most of which is explained
with a description of the lengthy background, in particular by
Siegmund and Wotan, albeit less by Brünnhilde who is the real
protagonist in the first Day. Wotan’s favourite daughter, but
nevertheless punished by him for having disobeyed his orders (or
rather Fricka’s orders), thus wanting to obey her father’s true
wishes.
And while with some of the pages that are the most dense in
melos in the entire Tetralogy, with the Sieglinde-Siegmund
relationship Wagner creates a biblical amorous romance between
the brother and sister, a symbol of primeval innocence before
original sin, the relationship between Brünnhilde-Wotan even
transcends this hypothetical temporal limit and goes back to the
mythical distance of Lucretian intermundia. Greek pietas,
Christian compassion, pagan rituality all converge in the grandiose finale in which, as has already been noted, as a simple
symbol, Brünnhilde prepares herself, in the following Day, to
be reawakened by Siegfried and thus becoming a «universal human». It is this finale, the first of the three, that is to lead in a
growing dramaturgical order, to the victorious one of Siegfried
and to that of Die Götterdämmerung which, with the collapse of the Walhalla marks the end of everything, and with the
holocaust of Brünnhilde, the return to primordial innocence.
With its three acts and eleven scenes, the
dramaturgical and musical development
of this Day appears firmly enclosed
in the two powerful passages in
the Prelude to act I and the
grandiose final, known as
the Wotan’s Farewell
or the Incantation
of fire. These two
formidable
musical
blocks include the most
well-known, loved and
popular passages: from
the
Winterstürme
(Spring song) to the
Ride of the Valkyries,
perhaps the best-loved page
and certainly the most famous in Die Walküre, also
due to the numerous concert
mutilations that once used to
be added to the programmes of
symphonic concerts. These are
two majestic episodes, but ones
in which their unquestionable
musical greatness is obscured,
impaired, by a certain liederistic
complacency in the former, and
by the powerful, fiery descriptive
nature, with onomatopoeic parts
in the second, as well as the at
times banal exterior effects of
the amazing finale of the
opera.
However, also in the
case of Die Walküre,
even in the form of a
Focus On
musicale.
Comunque se una guida all’ascolto, anche
della Walkiria, e sia pure come semplice suggerimento,
pura indicazione, ha, deve avere uno scopo, a me pare
che quello principale deve essere di evitare i «luoghi»
più frequentati, conosciuti ed amati, per rivolgere la
propria attenzione alle parti meno note, più nascoste,
segrete della partitura, e su esse richiamare l’attenzione
dell’ascoltatore.
E allora comincerei con l’indicare tutto il II atto, il cuore
drammaturgico della Walkiria, e uno dei punti capitali
dell’intero Anello del Nibelungo. Sotto il profilo musicale è
di una richhezza e di una bellezza che ne fa uno dei vertici dell’intera Saga, anche perché sorretto da un testo il
cui valore letterario, poetico raramente Wagner avrebbe
raggiunto nelle altre parti. Tale è quello del lunghissimo
dialogo tra Wotan e Brünnhilde, esempio audacissimo di
«tempo reale», e di autentica prosa musicale. Ad uguale altezza, ma forse musicalmente superiore, rimane il
celebre Todesverkündingung, l’Annuncio di morte,
nel breve dialogo tra Brünnhilde e Siegmund, un altro dei momenti sublimi
di questa Giornata. Infine l’ultimo,
grande dialogo fra Brünnhilde
e Wotan (atto III, scena III).
Avrei voluto, se il tempo e
lo spazio me lo avessero
consentito, indugiare in
un’analisi particolareggiata, almeno di alcune parti
di queste grandi scene.
Purtroppo non mi è
consentito, ed inoltre, prima di questa
analisi testuale, avrei
dovuto forse parlare più distesamente
dei leitmotive nel linguaggio di Wagner,
e della funzione
drammaturgica
ad essi assegnata;
più propriamente
del centinaio circa
di nuclei motivici
generatori, presentati, in gran parte,
nell’Oro del Reno
e nella Walkiria,
e poi sottoposti,
con una sapienza
sconosciuta
ad
altri grandi musicisti, a continue
trasformazioni e
mutazioni. Avrei
simple suggestion or indication, if a
listener’s guide has, or has to have an objective,
I believe it should be that of avoiding the most common,
well-known and beloved «parts», and should focus on the lesser
known passages, those that are less evident, the secrets of the
score, and this is what the listener’s attention should be drawn
to.
And for me this is the entire second act, the dramaturgical heart
of Die Walküre, and one of the crucial points in the entire
Ring des Nibelungen. From a musical profile, it is of a richness and beauty that makes it one of the vertices of the whole
Saga, also because the underlying text is of a literary and poetic
value that Wagner did not often achieve in the other parts. For
example the lengthy dialogue between Wotan and Brünnhilde,
which is an audacious example of «real time», and of authentic
musical prose. The famous Todesverkündingung in the brief
dialogue between Brünnhilde and Siegmund, another of the sublime moments of this Day is just as outstanding and possibly
even superior musically. Finally, the great dialogue between
Brünnhilde and Wotan (act III, scene III). If both
time and space had permitted, I would have
liked to dwell on a detailed analysis of at
least some of the parts of these great
scenes. Unfortunately this was not
the case and, furthermore, before
undertaking any textual analysis, perhaps I should have spoken more about the leitmotive in Wagner’s language,
and of the dramaturgical
function they have; literally
around one hundred
generatory
motif
nuclei, most of which
are present in the
Rheingold and Die
Walküre, and which
are then submitted to
constant transformations and changes
with a skill unknown
to other great composers. I should also
have spoken about
their more specific
dramaturgically symbolic, mnemonic and
even semantic function (therefore the
very opposite of that
aspiration to infinity,
of that inexpressible
poetry, of the poetics
of the ineffable that
the great Romantic
composers pursued
9
Focus On
anche dovuto parlare della loro più specifica funzione
drammaturgicamente simbolica, mnemonica, addirittura
semantica (l’opposto, quindi, di quella aspirazione all’infinito, di quella poesia dell’inesprimibile, di quella poetica
dell’ineffabile che i grandi musicisti romantici perseguirono nelle loro opere), di questa funzione di richiamo, di
memoria proustiana della sottile, saldissima rete da essi
eretta intorno all’Anello del Nibelungo, e al suo interno, e
come il loro essere e divenire si trasformi adeguandosi
per l’inaudita coerenza dell’artista, alle caratteristiche
musicali e drammaturgiche di ciascuna Giornata. Forse
avrei dovuto fare tutto questo. Ma appartengo all’esigua
schiera di quei wagneriani eterodossi che non ritengono
indispensabile l’individiazione simbolica, drammaturgica, semantica di ciascun tema, della loro trasformazione,
per poter godere degli sterminati panorami musicali
di Wagner. Anzi, che ravvisano proprio in questa non
necessità una delle ragioni più profonde della grandezza,
dell’universalità della musica di Wagner, del suo linguaggio. Semmai richiamerei l’attenzione dell’ascoltatore sull’opportunità, se non proprio sulla necessità, specie per
alcune parti dell’Anello del Nibelungo, e in particolare per
quelle indicate della Walkiria, di una precisa conoscenza
del testo, del suo significato logico, narrativo, e del suo
valore letterario, poetico,
drammatico.
Sono questi soltanto
alcuni, anche se fra
i più significativi,
degli esempi della
altissima
dignità
letteraria, del valore
poetico dei drammi
wagneriani; quei
testi, quei drammi
sui quali, in connessione strettissima, in perfetta
simultaneità, con
una unità, un
rapporto unico e
inscindibile fra
sillaba e nota, fra
prosodia e musica, è nata la concezione del dramma
musicale di Wagner,
questo evento unico,
isolato, irripetibile, e
del quale la Walkiria,
prima Giornata dell’Anello del Nibelungo,
rappresenta una delle prove più splendide, unitarie, intense.
Una
esperienza,
ancora oggi, anzi
forse oggi più di ieri,
fra le maggiori che
un musicista, o un
semplice amatore,
possa compiere nel
panorama della storia della musica.
10
in their works), of the function of evocation, the Proustian
memory of the subtle, solid net they place around Der Ring
des Nibelungen and within it, as well as how their being
and becoming transforms itself by adapting themselves, with the
unheard of coherence of the artist, to the musical and dramaturgical characteristics of each Day. Perhaps I should have dwelled
on all these aspects. However, I belong to the small group of
heterodox Wagnerians who do not believe the symbolic, dramaturgical and semantic identification of each theme or of their
transformation to be indispensable for the enjoyment of the infinite musical panoramas of Wagner. On the contrary, I believe
that the lack of this necessity is one of the most profound
reasons for the grandeur, the universality of Wagner’s music and
his language. At the most, I would draw the listener’s attention
to the opportunity, if not the need, in particular in certain parts
of Der Ring des Nibelungen, and for those indicated in Die
Walküre especially, for an accurate knowledge of the text, of
its logical and narrative significance, and of its literary, poetical
and dramatic value.
These are just a few examples, albeit some of the most important,
of the highest literary grandeur, of the poetic value of Wagnerian drama; the texts, the dramas which led to the conception of
Wagner’s musical drama, in the closest connection, in perfect simultaneity, with a union, a unique and inextricable relationship
between each syllable and note,
between prosody and music,
resulting in this unique,
isolated and unrepeatable event and which
makes Die Walküre,
the first Day of Der
Ring des Nibelungen, one of the most
splendid, harmonious
and intense. Today,
perhaps even more so
than in the past, this
is one of the greatest
experiences that a
musician, or a simple
music lover can have
in the panorama
of the history of
music.
Qui e nelle pagine
precedenti
La Walchiria,
litografie originali di
Franz Stassen, cortesia
del Centro Europeo di
Studi e Ricerche Richard
Wagner - Venezia.
Focus On
Amore, fuoco e una spada invincibile
«La Walchiria», prima «giornata» dell’«Anello del Nibelungo»
Love, fire and an invincible sword
«Die Walküre», the first «day» of «Der Ring des Nibelungen»
L
D
La vicenda
Atto I. Nella capanna di Hunding e di sua moglie Sieglinde si rifugia uno straniero: è Siegmund, figlio di
Wotan e di una mortale, che racconta come un giorno
i nemici gli abbiano bruciato la casa e rapito la sorella.
Hunding non gli nasconde di appartenere al popolo nemico, ma per la sacra legge dell’ospitalità aspetterà che
passi la notte prima di battersi con lui. Mentre Hunding
dorme, Sieglinde rivela allo straniero che un giorno un
viandante (Wotan) ha infisso nel tronco di frassino del
giardino una spada che avrebbe reso invincibile chi
avesse saputo estrarla. L’uomo e la donna sono irresistibilmente attratti l’uno dall’altra e pur riconoscendosi
come fratello e sorella cedono alla passione. Dopo che
Siegmund è riuscito a estrarre dal tronco la spada i due
fuggono.
Atto II. Wotan invia Brünnhilde, la prediletta tra le Valchirie, in aiuto di Siegmund nel duello con Hunding. Interviene Fricka: Siegmund ha violato la sacralità del matrimonio con un incesto, dunque è lui a dover morire.
Inoltre non comprende perché Wotan voglia far discendere da Siegmund e Sieglinde una stirpe di uomini liberi
dalle leggi divine e dalla cupidigia. Wotan a malincuore
impone a Brünnhilde di favorire la vittoria di Hunding.
La Valchiria raggiunge Siegmund, pronto a uccidersi e
a uccidere Sieglinde pur di non cadere nelle mani del
nemico; vinta da queste parole disperate, si schiera al
suo fianco. Wotan, adirato per essere stato disobbedito,
spezza la spada di Siegmund, che cade trafitto, e subito
dopo con disprezzo folgora Hunding; quindi, parte all’inseguimento di Brünnhilde, fuggita con Sieglinde per
metterla in salvo.
Atto III. Le Valchirie cavalcano nella tempesta scatenata
dall’ira di Wotan senza osare difendere la sorella ribelle,
che nel frattempo ha predetto a Sieglinde la nascita dal
suo grembo di Siegfried, l’eroe che saprà riforgiare la
spada di Siegmund con i resti da lei recuperati dal luogo
del duello. Poi indica alla donna un rifugio nella foresta,
nella quale Fafner, trasformato in drago, custodisce
l’oro. Giunge Wotan per punire Brünnhilde: non più
Valchiria ma donna, cadrà in un sonno magico e sarà
preda di chi la desterà. Wotan accoglie la sua richiesta di
erigerle attorno una barriera di fuoco che solo un eroe
senza paura saprà attraversare; quindi l’addormenta con
un bacio e invoca Loge perché il fuoco si levi.
Synopsis
Act I. A foreigner seeks refuge in the hut of Hunding
and his wife Sieglinde: it is Siegmund, son of Wotan and
a mortal; he describes how one day the enemy burnt down
his house and kidnapped his sister. Hunding does not
hide the fact he belongs to the enemy, but he will abide by
the sacred laws of hospitality and wait until daybreak
to fight with him. While Hunding is sleeping , Sieglinde
tells the foreigner that one day, a traveller (Wotan) buried a sword in the tree trunk of an ash in the garden
and that it would make whoever managed to draw it out
invincible. The man and woman are irresistibly attracted
to one another and although they realise they are brother
and sister, they succumb to their passion. Once Siegmund
has managed to draw the sword from the tree, the couple
run away.
Act II. Wotan sends Brünnhilde, the favourite of all the
Valkyries, to help Siegmund in the duel with Hunding.
Fricka intervenes: Siegmund has violated the sacred vows
of marriage by committing incest, so it is he who should
die. Moreover, she does not understand why Wotan will
allow Siegmund and Sieglinde to produce a lineage of men
free from divine laws and greed. Wotan reluctantly tells
Brünnhilde to help Hunding win. The Valkyries reach
Siegmund who is ready to kill himself and Sieglinde rather than fall in the hands of the enemy; overcome by such
desperate words, she joins him. In a rage because he has
been disobeyed, Wotan shatters Siegmund’s sword, and he
falls injured to the ground, followed by Hunding who has
been fatally injured. He then sets out to follow Brünnhilde
who has fled with Sieglinde to protect her.
Act III. The Valkyries are riding through the storm Wotan’s anger has aroused, without daring defend their rebel
sister who has now foretold Sieglinde she will bear Siegfried’s child, the hero who will be able to forge Siegmund’s
sword back together with the other pieces she retrieved from
the site of the duel. She then shows the woman a shelter
in the forest where Fafner, who has been transformed into
a dragon, is guarding the gold. Wotan arrives ready to
punish Brünnhilde: she will no longer be a Valkyrie but
a woman; she will fall asleep under a spell and will be the
quarry of whoever awakens her. Wotan grants her request
to erect a barrier of fire around her, so that only a fearless
hero will be able to pass; he then puts her to asleep with a
kiss and invokes Loge to raise the fire.
a Walchiria è la prima delle tre Giornate in cui si divide L’anello del Nibelungo, la saga scenica in una
vigilia e tre giornate che Wagner compose, scrivendo di
proprio pugno anche il libretto, elaborando alcuni cicli
epici nordici, tra cui gli islandesi Edda e Völsunga Saga
(sec. XIII). Le altre parti di cui è composto L’anello sono
L’Oro del Reno (Vigilia), Sigfrido (Seconda Giornata), Il
crepuscolo degli dei (Terza Giornata).
ie Walküre is the first of the three Days which
make up Der Ring des Nibelungen, the theatrical saga lasting an eve and three days, which Wagner not only
composed but also wrote the libretto, basing it on several
Norse epic cycles, including the Icelandic Edda and Völsunga Saga (XIII cent.). The other parts of Der Ring are
Der Rheingold (Eve), Siegfried (second day), and Götterdämmerung (third day).
11
Focus On
Il Wagner anti-monumentale di Jeffrey Tate
Il direttore spiega la sua predilezione per intimità e dettagli
Jeffrey Tate’s anti-monumental Wagner
The conductor talks about his partiality for intimacy and details
N
ell’ambizioso progetto di allestimento della Tetralogia
wagneriana che il Teatro La Fenice ha avviato in coproduzione con il Teatro di Colonia, spicca il sodalizio tra la regia
di Robert Carsen e la direzione di Jeffrey Tate. Nato a Salisbury nel 1943, Tate è sicuramente tra i direttori più sensibili
e esperti nel repertorio di Richard Wagner, avendo nel proprio
curriculum la fondamentale esperienza di assistente di Pierre
Boulez nello storico e discusso allestimento del Ring del centenario a Bayreuth. Artista poliedrico e dotato di una curiosità
culturale vivacissima, che coltiva anche al di fuori dello stretto
ambito musicale, Tate si sta preparando ad affrontare nuovamente Die Walküre, dopo averla diretta con successo recentemente al Teatro San Carlo di Napoli – con quell’allestimento,
la Walküre veneziana condivide anche alcune voci fondamentali.
Maestro, quale fu il suo primo «incontro» con Die Walküre e
cosa la colpì della musica di Wagner?
La prima volta che la ascoltai dovevo essere all’Università e deve essere stato al Covent Garden. Ricordo che
non mi piacque molto, in modo particolare perché era
un allestimento molto vecchio, non sapevo il tedesco
I
di / by Enrico Bettinello
n the ambitious project for the production of the
Wagnerian Tetralogy at the Teatro La Fenice, which you have started as a co-production with the Cologne Opera, the sodality between the production of
Robert Carsen and the conductor Jeffrey Tate stands
out. Born in Salisbury in 1943, Tate is surely one of
the sensitive and skilled conductors in Wagnerian repertoire, since his curriculum includes the fundamental experience of acting as assistant to Pierre Boulez
in the historic and very controversial production of
the Ring at the Bayreuth centenary. A versatile artist
and endowed with keen cultural curiosity which also
goes beyond the musical sphere itself, once again
Tate is getting ready to tackle Die Walküre, after his
recent success conducting it at the Teatro San Carlo
in Naples – and it is with that very production that
the Venetian Walküre shares some fundamental voices.
Maestro, when did you first «meet» Die Walküre and
what was it that struck you about Wagner’s music?
The first time I heard it I must have been at University and
Die Walküre, Oper der Stadt Köln
12
Focus On
e non capivo nulla del testo. Ho iniziato ad apprezzare
Wagner più tardi, quando l’ho potuto ascoltare in inglese: la musica è meravigliosa, ma solo comprendendo le parole e l’insieme che formano con essa si può
vivere davvero la grandezza di questi lavori. Dal mio
iniziale scetticismo, mi sono gradualmente convertito,
ho incominciato ad apprezzarlo, specie grazie alla direzione del grande Reginald Goodall.
Nel 1976 lei ha avuto la fortuna di essere assistente di Boulez
nei discussi allestimenti di Bayreuth. Quale segno ha lasciato in
lei questa sorta di «specializzazione in Tetralogia»?
Come può immaginare, si è trattato di un’esperienza
straordinaria, che ho vissuto completamente, dall’inizio, dalle prove solo con il pianoforte e i cantanti. In
quegli allestimenti la regia di Patrice Chéreau ha avuto
per me un ruolo importantissimo, mi ha insegnato
molto. Per quanto riguarda Boulez, si è creato un
rapporto davvero unico ed è stato essenziale nell’indicarmi di percorrere sempre una visione che fosse mia.
Il pubblico reagì in modo molto negativo, cosa che fu
per noi un grande shock, dal momento che ci stavamo
lavorando con tanto impegno, ma non abbiamo mai
perso di vista la convinzione di stare facendo qualcosa
di importante. Così, anno dopo anno, ho assistito al
progressivo riconoscimento di quello che avevamo
allestito e abbiamo ottenuto un successo incredibile.
Dal punto di vista più strettamente musicale, da Boulez ho appreso come ascoltare un’orchestra, le sue
strutture più intime, il bilanciamento e mi ha fatto fare
le cose che volevo.
A Bayreuth la regia era di Chéreau, a Venezia sarà di Robert
Carsen, il cui Ring si può collocare in una linea ideale con
quell’esperienza. Come si trova a lavorare con Carsen?
Il nostro è un sodalizio molto forte, a Colonia, che si
basa sul lavoro e su una grande complicità. Quello che
mi piace di Carsen è che ha uno sguardo fresco e nuovo, ma anche la capacità di tenere sempre presente la
linea narrativa: le persone che lui dirige sono «persone
reali» e questo dona agli allestimenti la capacità di essere sempre attuali. È importante che i cantanti siano
anche attori, non possono essere solo delle persone
che stanno su un palco e cantano, per quanto bene.
La visione di Carsen si fonde bene con il mio modo di
leggere questo lavoro, evidenziando l’aspetto lirico, intimo, i dettagli della partitura: in Wagner ci sono grandi momenti, quelli che tutti conoscono, ma a me piace
che la direzione non abbia un carattere titanico e monumentale, mi piacciono molto dei momenti che tanti
giudicano secondari – penso ad esempio alla figura di
Fricka – e che sono ricchi di dettagli affascinanti.
Il suo rapporto con l’Italia è molto intenso.
Ora sono qui a Napoli, dove rivesto il ruolo di direttore musicale e il mio legame con il vostro Paese
è assolutamente unico, anche perché si tratta di una
nazione dotata di una straordinaria musicalità. Sono
molto contento e ansioso di venire a Venezia, perché
ritengo che il tipo di lettura che daremo a Die Walküre
sia particolarmente adatto a teatri come La Fenice,
intimi, non troppo grandi, in grado di fare risaltare al
meglio ogni sfumatura della musica.
Quale attualità, in questi tempi segnati da conflitti e da grandi
contraddizioni, continua a rivestire Die Walküre?
Spesso si associa il nome di Die Walküre alla guerra, io
credo che siano presenti in questo lavoro fortissimi
Jeffrey Tate
it must have been at Covent Garden. I remember that I didn’t
like it very much, especially because it was an extremely old
production, I couldn’t speak German and I didn’t understand
the text at all. I began to appreciate Wagner later, when I was
able to listen to it in English: the music was marvellous, but
it is just by being able to understand the words and the work
as a whole that one can truly experience the grandeur of these
works. My initial scepticism gradually disappeared and I began to appreciate it, in particular thanks to the conductorship
of the great Reginald Goodall.
In 1976 you had the good fortune to act as assistant
to Boulez in the controversial productions of Bayreuth. What mark did this «specialisation in Tetralogy» leave on you?
As you can imagine, it was an extraordinary experience that
I had from the very beginning, only with the rehearsals with
the piano and the singers. The production by Patrice Chéreau
played an extremely important role for me in those productions,
I learned a lot from it. As regards Boulez, we formed a truly
unique relationship and it played an essential role in making
me understand I must always follow a vision that is my own.
The audience reacted extremely negatively, which was a great
shock to us, since we were working so hard on it, but we always
held on to our belief that what we were doing was important.
So, year after year, I have witnessed the gradual recognition of
what we had produced and we have achieved unbelievable success. From a strictly musical point of view, Boulez taught me
how to listen to an orchestra, its most intimate structure, the
balance, and he let me do the things I wanted.
In Bayreuth the production was by Chéreau, in Venice it will be by Robert Carsen, whose Ring can be
considered to be in perfect line with that experience.
What is it like working with Carsen?
Our partnership in Cologne is very strong, and it is based on
work and considerable complicity. What I like about Carsen
is not only his new and fresh outlook, but also his ability to
keep the narrative line in mind: the people he directs are «real
people» and this ensures the productions are always up to date.
It is important that the singers are also actors; they have to be
more than just people standing on a stage singing, no matter
how well. Carsen’s vision blends well with my way of interpreting this work, highlighting the lyrical, intimate aspect, the
details of the score: in Wagner there are great moments, the
ones everyone knows, but what I like is that the production is
not of a titanic and monumental nature, I like the moments
that many consider to be secondary – for example, I’m thinking of the figure of Fricka – and they are full of fascinating
13
Focus On
Die Walküre, Oper der Stadt Köln
elementi anti-guerra: viviamo in un periodo molto
difficile e il lavoro di Carsen credo sia in grado di sottolineare bene come le tante guerre civili della nostra
epoca siano causate da gente che vuole fare la guerra.
Tutto il Ring è una grande riflessione sul potere, sulla
perdita del potere, sull’uso che se ne fa e in un epoca
come la nostra, che si confronta con il materialismo
in maniera molto più intensa rispetto all’epoca in cui
visse Wagner, ci si rende conto come questo lavoro
sia stato scritto «per l’oggi». La grande attualità profetica del Ring è evidente nei tanti allestimenti di cui
sentiamo oggi l’esigenza, la gente ne è affascinata e la
possiamo comprendere appieno.
Dopo Die Walküre a Veneiza, quali saranno i suoi prossimi
impegni?
Subito dopo Die Walküre sarò a Napoli per dirigere Le
Nozze Di Figaro – è l’anno di Mozart – poi sempre in
Italia ci sarà l’Ariadne Auf Naxos alla Scala e ancora
Napoli con il Falstaff, ma in programma c’è anche una
bella vacanza!
la Locandina
Teatro la Fenice – Venezia
25, 28, 31 gennaio, 2, 5, 7 febbraio
Die Walküre
musica di Richard Wagner
regia Robert Carsen
maestro concertatore e direttore Jeffrey Tate
details.
Your relationship with Italy is very intense.
Now I am here in Naples, where I am acting as musical
director and my link with your country is really unique, also
because it is a country that is endowed with extraordinary
musicality. I am really looking forward to coming to Venice,
because I believe that our interpretation of Die Walküre is
particularly suited to opera houses such as La Fenice, ones that
are intimate, not too big, able to bring out the best of every
shading of the music.
Today, in a period marked by conflicts and great
contradiction, what current topics does Die Walküre
continue to have?
Very often the name of Die Walküre is associated with war,
I think that this work contains extremely strong anti-war
elements. We are living in very difficult times and I think
Carsen’s work is able to highlight very clearly how the many
civil wars in our period have been caused by people who want to
make war. The entire Ring is a great reflection on power, the
loss of power, the use made of it and in times such as these,
when the comparison with materialism is much more intense
than in Wagner’s times, one realises that this work was written «for today». The considerable prophetical topicality of the
Ring is clear in the many productions that we feel the need
for today, people are fascinated by it and we understand that
completely.
What are your next commitments after Die Walküre
in Venice?
Immediately after Die Walküre I’ll be in Naples to conduct
Le Nozze Di Figaro – it is Mozart’s year – then, still in
Italy there’ll be Ariane Auf Naxos at La Scale and then
back to Naples with Falstaff, but I’m also planning a nice
holiday!
15
Focus On
Concerti, una mostra e un concorso
Il fitto calendario delle «Giornate Wagneriane»
Concerts, an exhbition and a competition
The dense agenda of the «Wagnerian Days»
L
e Giornate Wagneriane, organizzate dall’Associazione Richard Wagner di Venezia con il patrocinio del
Casinò di Venezia, tra dicembre 2005 e febbraio 2006, si
articoleranno in tre momenti distinti e correlati, che anticiperanno e incorniceranno la rappresentazione della
Valchiria alla Fenice.
Il primo di questi è ovviamente il V Concorso Internazionale per Voci Wagneriane. Alessandra Althoff, incaricata
dell’Associazione per la programmazione e la gestione
dei borsisti, ci spiega
con precisione il funzionamento della gara:
«Nella semifinale che
si svolgerà al Teatro
Malibran il 1 febbraio
si alterneranno, accompagnati al pianoforte, 18 candidati di
13 diverse nazionalità,
prescelti quest’estate a
Bayreuth, e presentati
da 17 Associazioni
internazionali tra le
50 che hanno inviato
propri candidati. Queste Associazioni fanno parte della Richard
Wagner International
Association, che ha
150 affiliate in tutto il
mondo». Da questi 18,
8 verranno scelti dalla
giuria per la finale alla
Fenice (4 febbraio),
dove ad accompagnarli sarà l’orchestra
del Teatro La Fenice
diretta da Christoph
Ulrich Meier, primo
assistente musicale del Bayreuther Festspiele.
Già a dicembre intanto era cominciato il ciclo dei «Giovani concertisti», dedicato ai talenti vocali emergenti che
continuerà, al Salone delle Feste di Ca’ Vendramin Calergi il 20 gennaio, con una serata intitolata alla «Vocalità
wagneriana nell’opera francese», che vedrà il soprano
Marianne Gesswagner e il mezzosoprano Aurelia Varak
cimentarsi nelle musiche, tra gli altri, di Massenet, Berlioz
e Halévy. L’appuntamento finale della serie concertistica,
previsto per il 3 febbraio al Malibran, è infine dedicato a
Wolfgang Wagner e ospiterà il pianista Detlev Eisinger,
impegnato nell’esecuzione di brani di Wagner/Liszt,
Wagner/Wolf e dell’«Intermezzo sull’abisso» di Paolo
Furlani. «I concerti – precisa il presidente e fondatore
dell’Associazione veneziana Giuseppe Pugliese – sono
16
O
rganised by the Richard Wagner Association in Venice
between December 2005 and February 2006, the Wagnerian Days will be structured in three distinct but correlated
events that will anticipate and act as background for the performance of Die Walküre at La Fenice.
The first of these is obviously the V International Competition
for Wagnerian Voices. Alessandra Althoff, who is responsible
for the Association’s planning and management of the bursars,
gave us a detailed explanation of how the competition works:
«In the semi-finale,
which will take place
at Teatro Malibran on
February 1st, there will
be 18 candidates from
13 different countries,
accompanied by the
piano and selected last
summer in Bayreuth,
and they are being
presented by 17 of the
50 international Associations who are sending
their own candidates.
These Associations all
belong to the Richard
Wagner International
Association, which has
150 members worldwide». Of these 18, 8
will be chosen by the jury
for the finale at La Fenice (February 4th), where
they will be accompanied
by the orchestra of the
Teatro La Fenice and
conducted by Christoph
Ulrich Meier, musical
Richard Wagner
assistant of the Bayreuther Festpiele.
The cycle of the «Young concert artists» already began in December and was dedicated to up and coming vocal talents and
will continue at the Salone delle Feste at Ca’ Vendramin
Calergi on January 20th, with an evening called «Wagnerian
voices in French opera». The soprano Mariane Gesswagner
and the mezzosoprano Aurelia Varak will perform music by
Massenet, Berlioz and Halévy and other composers. The final
appointment of this concert series is to be held on February 3rd
at the Malibran, and will be dedicated to Wagner and with the
pianist Detlev Eisinger, who will play passages by Wagner/
Liszt, Wagner/Wolf and the «Intermezzo sull’abisso» by
Paolo Furlani. «The concerts – Ms. Althoff continues – are
also an occasion to present our bursars. I think it is important to underline that ever since the Association was founded
in ’92, we have sent almost 50 young artists throughout the
Focus On
anche un’occasione per far
conoscere i nostri borsisti.
Ci tengo a sottolineare infatti che da quando è stata
fondata l’Associazione nel
’92 abbiamo mandato in
giro per il mondo quasi 50
giovani artisti, e tutti, nelle
diverse discipline, hanno
avuto la possibilità di emergere». E a riprova di questo
la signora Althoff racconta
la storia di Anja Kampe, fresca di un importante debutto a Bruxelles: «Lei è stata
nostra borsista nel ’99 e ha
poi partecipato al III Concorso per Voci Wagneriane
nel 2000, vincendo il premio
del pubblico. È stato grazie
a questo che ha cambiato
repertorio (prima si dedicava
al repertorio lirico leggero) e
Die Walküre, Bayreuth 1876
si è resa conto delle sue reali
potenzialità espressive. Per
poter affrontare e sostenere un ruolo wagneriano, infatti,
oltre alle difficoltà musicali e drammaturgiche, bisogna
sviluppare la consistenza e la tecnica vocale lentamente.
Quando, dopo un percorso durato anni, ha cominciato
a credere veramente nelle sue forze, e ha iniziato una
carriera fulminante, è stata anche per noi un’enorme
soddisfazione».
La terza parte di cui si compongono le Giornate Wagneriane è infine la mostra «Wagner Visivo: La Walküre
tra Franz Stassen e Arthur Rackham» che sarà promossa
dal Centro Europeo di Studi e Ricerche Richard Wagner
(C.E.S.R.R.W., sorto nel ’94 all’interno dell’Associazione
lagunare) in collaborazione con l’Università di Venezia e
quella di Bayreuth, dove esiste l’unico centro per lo studio del teatro musicale d’Europa. «Sarà un’esposizione
basata sulle 26 litografie – che la nostra Associazione ha
la fortuna di possedere – che Franz Stassen fece sul tema
della Valchiria wagneriana. Vi sarà posto anche per una
stazione multimediale – realizzata in collaborazione con
l’Università di Venezia e il Centro formativo-didattico del
Teatro La Fenice – dove si confronteranno le immagini
di Stassen con il ciclo analogo dell’illustratore narrativo
inglese Arthur Rackham, anch’egli impegnato sullo stesso soggetto, cui ha dedicato 17 opere». (l.m.)
world and all of them have had
the possibility to excel in various disciplines». The story of
Anja Kampe with her recent
important debut in Brussels is
confirmation of this: «She was
one of our bursars in ’99 and
she went on to participate in the
III competition of Wagnerian
Voices in 2000 and win the
general prize. It was thanks to
this that she changed her repertoire (she mainly concentrated
on light operatic repertoire) and
realised the extent of her true
expressive potential. Indeed, to
be able to tackle and sustain a
Wagnerian role, apart from the
musical and dramaturgical difficulties, the slow development
of the consistency and vocal
technique is also necessary.
After years of training, she
truly began to believe in her
strength and began an amazing
carrier which was a great satisfaction for us as well».
The third part of the Wagnerian Days is the exhibition
«Visual Wagner: Die Walküre by Franz Stassen and
Arthur Rackham» which will be promoted by the Richard
Wagner Centre of Studies and Research (founded in ’94 as
part of the Venice Association) together with the University
of Venice and Bayreuth, the latter boasting the only centre
for the study of theatre music in Europe. «The exhibition
will be based on 26 lithographs – which our Association is
lucky to own – created by Franz Stassen on the subject of
Wagner’s Walküre. There will also be a multimedia station
– created in collaboration with the University of Venice and
the Educational Centre of the Teatro La Fenice – which will
offer images by Stassen with the analogue cycle by the English
narrative illustrator, Arthur Rackham, who also created 15
works on the same subject». (l.m.)
La giuria del V Concorso Internazionale per le Voci
Wagneriane è composta da Eberhard Friedrich, Maestro del Coro Bayreuther Festspiele e Staatsoper Berlin;
Dorothea Glatt, Consulente Artistico Opera Toronto
e Royal Opera Stockholm; Eva Maertson, Soprano e
Vicepresidente Richard Wagner International (R.W.I.)
e docente Hochschule für Musik Hannover; Ute Priew,
mezzosoprano Bayreuther Festspiele e docente Hochschule für Musik Berlin; Giuseppe Pugliese, musicologo, critico musicale e presidente Associazione Richard
Wagner Venezia (A.R.W.V.); Alessandra Althoff, Soprano e docente Sommerakademie Universität Mozarteum
Salzburg e Accademia Villa Ca’ Zenobio – Treviso.
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