PROGETTO FAI
CHIESA SAN LUCA E
MARTINA
DOVE SORGE LA CHIESA
• La chiesa è uno dei dei
primi e più compiuti
esempi del Barocco
romano. Essa sorge ai
piedi del Campidoglio, tra
il Foro di Cesare e
l’Antica Curia. Questa
costruzione venne affidata
a Piero da Cortona, che ne
segui con dedizione ogni
fase realizzativa dal 1653
al 1668, dove ottenne il
privilegio di essere
sepolto.
LA PIANTA A CROCE GRECA
• La pianta prescelta fu
quella circolare, per
omaggio ai martyria.
In seguito, Pietro
preferì una soluzione a
croce greca
d’ispirazione
rinascimentale.
• Il braccio longitudinale
della croce è lievemente
più lungo di quello
trasversale, anche se
entrambi terminano con
absidi semiellettiche. Le
pareti interne si sdodano
lungo il perimetro della
croce con un particolare e
suggestivo alternarsi di
rientranze e sporgense.
L’ESTERNO DELLA
CHIESA
La logica di plastica modellazione
delle strutture murarie attraverso lo
spregiudicato impiego dell’ordine
architettonico si riscontra anche negli
esterni, in particolare nella facciata
rivolta a Sud. Essa è suddivisa in due
livelli da una massiccia trabeazione.
Inoltre si può vedere il simbolo della
famiglia dei Papi Barberini: le api.
La superficie della muratura,
diversamente da quel che accade
in corrispondenza delle altre tre
absidi, che esternamente
presentano pareti piane e
squadrate, risulta qui leggermente
convessa. In questo modo la
forma interna trova immediato e
singolare riflesso all’esterno, dove
l’articolato alternarsi di
semicolonne e pareste binate con
capitelli ionici quasi anticipa al
visitatore le soluzioni tipologiche
che potrà trovare all’interno.
LA CUPOLA
Analoghe singolarità costruttive si
rincontrano anche nella cupola e pianta
circolare, la cui fantasiosa tipologia
deriva dell’ardita sovrapposizione di
due ipotesi costruttive opposte: la
calotta del Pantheon e la struttura di
San Pietro.
L’INTERNO DELLA
CHIESA
All’interno della chiesa è possibile
osservare varie opere: la prima è quella
di “San Luca in atto di dipingere la
Madonna”, la quale è posta sull’altare;
poi vi è a lato sinistro “l’Assunta e San
Sebastiano” di Sebastiano Conca;
mentre a lato destro vi è “Martirio di
San Lorenzo” di Lazzaro Baldi.
Inoltre nella cappella a sinistra vi è una
decorazione su disegno di Carlo
Buratti, e invece nella cappella a destra
vi è il monumento funebre di Lazzaro
Baldi. Nei notevoli rilievi in stucco
sono rappresentati i simboli dei quattro
evangelisti: San Matteo è di Camillo
Rusconi, San Luca e San Giovanni
sono di Giovanni Battista Maiani, e
San Marco è di Filippo Della Valle.
CHIESA INFERIORE
• Appena scesi dalla scala si
può vedere a destra il
busto in marmo di Pietro
Da Cortona, il quale la
costrui, nel 1634, per fare
una cappella funeraria per
la sua famiglia. Inoltre ai
lati si possono vedere
delle colonne di marmo
grigio.
• A metà del percorso, il
corridoio si allarga
creando un vano
ottagonale illuminato da
un oculo aperto in asse
con il lucernaio della
chiesa superiore: nelle
quattro nicchie vi sono le
statue delle Sante Eufemia
di Pompeo Ferrucci,
Cecilia, Agnese, Martina
di Cosimo Fancelli.
• Dei due bracci
ortogonali che si
aprono nell’ottagono
uno conduce alla
chiesa sotterranea,
mentre l’altro, che è
breve, si conclude con
un altare sormontato
da un bassorilievo in
stucco di Algardi,
“Cristo morto con la
Vergine e il Padre.
IL SACELLO
• Il Sacello, progettato anch’esso
da Pietro Da Cortona, è
caratterizzato dall’elegante
policromia dei marmi, in
contrasto con il bianco della
chiesa superiore; al centro vi è
l’altare bronzeo di Santa
Martina, uno dei massimi
capolavori dell’arte fusoria
romana, realizzato da Giovanni
Artusi detto il Pescina su
disegno di Berrettini.
• Illusiva è la decorazione
della volta centrale. Essa è
simile a una vela
appiattita, i cassettoni
ridotti verso il centro
simulano una cupola, ma
al posto della lanterna, vi è
un’apertura circolare, che
reca al centro la colomba
dello Spirito Santo in
un’aureola di raggi.
• A sinistra dell’altare vi
è un trono marmoreo
ricostruito nel XVII
secolo in ricordo della
cerimonia della
distribuzione dei ceri.
Il primo altare venne
fatto da Papa Gelasio
detto l’Africano.
Progetto Fai (Fondo Per
l’Ambiente Italiano)
Realizzato da :
Valentina e Katia
2ar
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