MONTOGGIO
I dintorni di Montoggio si presentano al livello di 466 m con cime che permettono di
osservare il mare fino alle Alpi. Sorge alla confluenza del Laccio e del Pentemina che
si uniscono a formare lo Scrivia vicino al ponte medievale di Bromia.Le notizie di
Montoggio risalgono al X secolo e si riscontrano prima dell’ XI secolo. Si sa ha anche
di una convenzione tra i Fieschi e Genova: infatti, il secondo ramo della famiglia
Fieschi, Conti di Lavagna, per dei secoli ebbe come feudo Montobbio. Nel 1547 si ha
la notizia del terribile assedio al Castello di Montoggio che venne conquistato dalla
Repubblica Genovese e raso al suolo. Durante la Seconda Guerra Mondiale,
Montoggio subì bombardamenti aerei, tesi a colpire le truppe tedesche che vi erano
alloggiate Dopo lo spopolamento della campagne ha attualmente circa 2000 abitanti,
che gravitano per lavoro attorno a Genova ma permane comunque sede di
villeggiatura.
Come arrivare
A7 uscita Busalla = > Montoggio- 13 km
da Genova via Creto = > Montoggio- 25 km
FRAZIONI PRINCIPALI Bromia, Creto, Trefontane, Casalino,
Morasco, Monte Moro, Granara, Castello, Gazzolo.
Veduta del paese
Bromia inizi 1900
Monte Moro anni ‘60
Creto inizi 1900
PARROCCHIA DI S. GIOVANNI DECOLLATO
Le origini di questa chiesa non sono conosciute e non è possibile fissare l’anno di
fondazione. Nel 1692, poiché la chiesa non era sufficiente ad ospitare la popolazione,
venne rasa al suolo e nello stesso posto, innalzarono una nuova chiesa che è quella
attuale e mantiene parte della struttura originare. Le colonne che reggono la
costruzione sono state realizzate da autori del Seicento. Nella parrocchiale si possono
ammirare opere d’arte di importanti autori genovesi del Seicento che sono state, in
tempi recenti, quasi tutte restaurate. Nella navata sinistra, sopra il primo altare è
collocato un Presepe di autore ignoto; nella seconda cappella si trova un’opera
di Bartolomeo Guidobono, “La Madonna del Suffragio, San Nicola e le anime
purganti”, dipinto fra il 1697 e il 1698 mentre nella cappella in cima alla navata
laterale si trova una pala del Fiasella “Rifiuto del donativo al tempio”. Nel presbiterio,
una di fronte all’altra, si trovano “L’elemosina di San Antonino” di Giovanni De
Ferrari,, e “La Vergine e moltitudine di Santi” di Aurelio Lomi L’altare maggiore,
dedicato a San Giovanni Battista, è realizzato secondo il gusto del Seicento. Il paliotto
è rettangolare, con intarsi in marmi policromi, il tabernacolo è a forma di tempietto
ottagonale. La pala collocata nell’abside raffigura la “Decollazione del Battista” di
Orazio De Ferrari, di epoca prossima al 1750 e che, in passato, fu erroneamente
attribuita a Van Dyck.
Sull’altare della cappella che si trova in cima alla navata laterale destra si trova un
altro dipinto del Fiasella, “Santa Chiara che mette in fuga i Saraceni”,del 1667.Nella
prima cappella, lungo la navata di destra, tornando verso l’ingresso, si trova una pala
dell’altare di Anton Maria Piola, “La Vergine col Bambino e San Giuseppe, con i
santi Giorgio, Antonio Abate e Antonio da Padova”; nella seconda cappella troviamo
una pala di Giovanni Andrea Carlone (1749-1697), le “Sante Lucia e Appollonia e
San Pasquale Baylon in adorazione dell’Eucaristia” e, infine, sull’ultimo altare di
destra si trova la “Madonna con il Bambino” dello scultore Francesco Merciano.Si
tratta di opere di eccezionale bellezza e valore, acquistate dai fedeli in passato per
dare un grande prestigio al paese, quando sono state demolite delle chiese a Genova
per costruire la strada di Circonvallazione a Monte.
“Santa Chiara che mette in fuga i
Saraceni”-D.Fiasella
“Decollazione del Battista” di
O. De Ferrari,
“La Madonna del Suffragio, San Nicola e le anime
purganti”B.Guidobono
CASTELLO DEI FIESCHI
Il castello dei Fieschi rappresenta la tragica fine
della congiura dei Fieschi, nel 1547. In esso si era
rifugiato, dopo la morte di Gianluigi ed il fallimento
della congiura, il conte Gerolamo con i suoi
sostenitori.. I ribelli furono giustiziati nella vicina
cappella di S.Rocco. Esso dominava con la sua mole
la via dei traffici di fondovalle e da un lato era
protetto da un profondo dirupo. Presentava una vasta
piazza d’armi con feritoie. Possedeva 4 torri agli
angoli e possenti bastioni .Al suo interno era fissata
una torre circolare che era l’abitazione della famiglia.
Questo castello fu conquistato dal governo genovese
l’11 giugno 1547, dopo 3 mesi di assedio delle truppe
imperiali al comando di Agostino Spinola, che
avevano posto le artiglieria prima in località granara
e poi alla Cornagina. Alcuni traditori aprirono le
porte al nemico.
Fu minato per essere distrutto, ma
lo spessore delle muraglie
costrinse gli artificieri a lavorare
altri due anni per completare
l’opera.
Attualmente una bella passeggiata
tra i boschi permette di visitarne i
ruderi.
SANTUARIO DI N.S.DI TRE
FONTANE
A Montoggio si trova il santuario di Santa Maria delle Tre fontane La tradizione
narra dell’apparizione di Maria ad una ragazza sordomuta che per questo riacquistò
la parola. Alla notizia clero e popolo accorsero sul luogo indicato dalla ragazza e vi
trovarono una statua in legno di Maria col Bambino. La scultura venne portata nella
chiesa parrocchiale da dove scomparve nella notte; il mattino seguente venne
ritrovata nello stesso luogo dove era apparsa il giorno prima.I convenuti portarono
allora la statua in un’altra chiesa da dove sparì nuovamente e fu ritrovata ancora una
volta nel luogo del miracolo dove sgorgavano tre rivoli d’acqua mai visti prima di
allora. Sono questi tre rivoli che hanno nome dato il nome al luogo ed al santuario.
Inizi del 1900
In merito alla costruzione esistono
documenti che attestano lasciti con
cui vennero eseguiti alcuni lavori
al santuario a partire dal 1213 per
arrivare al 1780, anno in cui si
arrivò alla costruzione definitiva.
La festa patronale si tiene ancor
oggi
l’8
settembre.In
tale
occasione un tempo si vendevano
le scale.
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