10 Nell‘atrio vennero poste cinque statue raffiguranti dei santi che si trovavano sull‘antica facciata della chiesa e salvate anch‘esse nel 1633. San Clemente, la sesta figura, fu aggiunta durante la costruzione del nuovo edificio. Il bel lavoro in pietra arenaria del portale è stato eseguito su pietra proveniente dalla cava lucernese situata là dove oggi possiamo ammirare il monumento del Leone Morente. Sopra il portale si trova una notevole statua della Madonna con il Bambino in una corona di raggi. Nelle nicchie piatte del portone in legno riccamente intagliato si vedono a sinistra San Leodegardo e a destra San Maurizio e sopra l‘architrave San Beato con il drago. 11 La facciata e i campanili costituisce un simbolo inequivocabile della città di Lucerna. Fu realizzata dopo l‘incendio del 1633. Solo la parte inferiore dei campanili si poterono integrare nella riconstruzione della chiesa. Sulla torre nord (sinistra) nella nicchia, si vede un lavoro in pietra arenaria colorata del 1512, rappresenta la scena con Gesù nel Monte degli Ulivi circondato dai discepoli dormienti, con soldati in avvicinamento. Fra le torri si erge l‘arco che porta all‘atrio. Lo stemma (Lucerna e l‘aquila imperiale), sopra la pietra che congiunge l‘arco, è fiancheggiato dalle figure in rilievo dei due santi patroni Leodegardo e Maurizio. Nel mezzo, fra due finestre, l‘arcangelo Michele che uccide il drago. La storia Intorno agli anni 735-36 nobili di provenienza sud-alemanna fecero una donazione onde far erigere un piccolo convento sullo stesso perimetro dell‘attuale Collegiata. La chiesa fu consacrata a san Maurizio. Verso l‘anno 1135 l‘antico convento entrò a far parte della giurisdizione del monastero di Murbach in Alsazia e consacrato a san Leodegardo. Nell‘anno 1291, per sopravvenute difficoltà economiche, l‘abate di Murbach si vide costretto a vendere l‘importante piazza di Lucerna con l‘annessa area conventuale, alla potente famiglia degli Asburgo. Nell‘anno 1332 Lucerna entrò nel patto dei Confederati. Allo stesso periodo risale l‘alleanza fra contadini e borghesi della cittadina, per ribellarsi agli Asburgo. Fino all‘anno 1433, passo dopo passo, la città riesce ad annettersi buona parte del suo territorio cantonale riscattandolo dagli Asburgo, includendo in questo anche l‘area del convento. Negli anni 1455-56 il convento benedettino viene trasformato in un canonicato laico. Da allora i Canonici mattina e sera di ogni giorno pregano la preghiera delle ore della chiesa. Il giorno di Pasqua del 1633 un devastante incendio distrusse la chiesa fino alle fondazioni. L‘incarico della ricostruzione venne affidato al frate gesuita Giacomo Kurrer di Ingolstadt. La nuova chiesa venne consacrata, a lavori quasi ultimati, nell‘anno 1644. Ulteriori informazioni: • La guida artisticha è venduta nello stand (al interno) della chiesa. • Registrazioni (CD, DVD) dell‘ organo principale e del organo Walpen possono essere acquistate durante gli orari di apertura della segreteria della chiesa. • Contatti: Parrocchia San Leodegardo, CH-6006 Lucerna, tel. +41 (0)41 229 95 00 mail: [email protected]; www.hofkirche.ch © 2013 Chiesa parrocchiale e Collegiata San Leodegardo Lucerna (St. Leodegar im Hof) Giro nella chiesa 2 L‘altare della Pietà rappresenta Maria con il corpo di Cristo morto sui ginocchi. L‘opera fu salvata dall‘incendio e reinserita genialmente nel nuovo altare. Intorno alla figura principale troviamo raggruppate cinque persone dall‘espressione drammaticamente addolorata. Lo stile è in gotico, il resto dell‘altare in tardo-rinascimentale collegandosi così al lavoro degli altri dieci altari. 6 5 3 L‘altare della Celebrazione in forma cubica e l‘ambone (in basalto nero) 5 furono eseguiti dallo scultore Kurt Sigrist (Sarnen) nell‘ 2000/01, anni del restauro interno. Il piedistallo è in anidride rossa e produce un effetto prezioso. Indice 4 8 2 3 7 1 1Interno 2 Altare della Pietà 3 Altare della Celebrazione 4 Cancellata del coro 5 Lo stallo del coro 6 Altare maggiore 7 Organo principale 8 Altare di Maria morente / Organo Walpen 9 Fonte battesimale 10 Atrio 11 Facciata e campanili 7 prospettiche. Il grande Crocifisso posto sull‘inferriata risale al 16° sec., salvato anch‘esso dall‘incendio. 5 Lo stallo del coro è un capolavoro ligneo ad intaglio. Qui ogni giorno i canonici si ritrovano per le recite delle Lodi e dei Vespri. 6 L‘altare maggiore fu realizzato in marmo grigio-nero, pietra proveniente dalle cave dello Stanserhorn, secondo un progetto pervenuto da Roma. Le parti bianche sono in alabastro, materiale anch‘esso proveniente dalla Svizzera interna. Dopo la sua construzione avvenuta nell‘anno 1639, il lavoro suscitò subito grande impressione ai fedeli poiché fino a quel momento infatti, non era mai stato eseguito un altare classico in stile barocco da questa parte delle Alpi. La pala d‘altare, con la rappresentazione scenica del Monte degli Ulivi, fu dipinto dal pittore romano Giovanni Lanfranco. 7 (Da qui guardando indietro si ha una bella veduta dell‘organo principale). 9 10 11 1 4 La cancellata del coro (1643) è uno dei più antichi esempi di inferriate L‘interno della Collegiata dei SS Leodegardo e Maurizio è la testimonianza più significativa di costruzione sacrale tardo-rinascimentale della Svizzera, ha una lunghezza di 60m e un‘altezza di 20m. Le strutture interne sono opera del frate gesuita Giacomo Kurrer. Con la semplice decorazione pittorica della volta e degli architravi si presenta, allo stesso tempo, lineare e rappresentativa. L‘alta navata centrale, le finestre laterali realizzate adattandole allo stile gotico, così come la rinuncia ad eseguire lavori in stuccatura, dovevano testimoniare continuità rispetto all‘edificio precedente il devastante incendio avvenuto nell‘anno 1633. Lo scultore Nicola Geissler di Schweinfurt e la sua scuola eseguirono gli altari, i banchi, lo stallo del coro, il pulpito e la parete esterna dell‘organo. Anche se stilisticamente variegato, lo spazio interno si presenta omogeneo, restituendoci un armonico colpo d‘occhio. L‘organo principale fu realizzato nell‘anno 1648, restaurato nel 19° sec. da Federico Haas e anni 1976-77 mediante interventi della ditta Kuhn di Männedorf. Le 5949 canne sono divise su 84 registri. La canna più grande è alta 10m, pesa 383 kg e venne fusa nell‘anno 1648. Unica al mondo nel suo genere è la macchina della pioggia installata nel soffitto della chiesa. 8 L‘altare di Maria morente fu eseguito su una tavola rettangolare in legno, salvato anch‘esso dall‘incendio del 1633. La rappresentazione della morte della madre di Cristo venne fatto secondo un lavoro d‘incisione realizzato da Martin Schongauer. Anche qui, con maestria, un lavoro in gotico venne reintegrato nell‘altare eretto intorno al 1640. Gli apostoli, raggruppati intorno al giaciglio di Maria morente, restituiscono a chi osserva tutta la drammaticità del momento. Questo è l‘altare più rappresentativo della chiesa. Da qui si possono ammirare le canne dell‘organo del coro (organo Walpen). Esso fu realizzato negli anni 1842-44. 9 Il fonte battesimale, dalla forma a calice, in marmo nero fu uno dei primi lavori eseguiti per la chiesa da Nicola Geissler. Dalla realizzazione in poi fu modello di riferimento per molti fonti battesimali in costruzioni sacrali della Svizzera centrale. L‘inferriata è un lavoro dell‘artista-fabbro Cristoforo Kaltpach.