Verso un
SERVIZIO MINORI E FAMIGLIE
associato
AMBITO 1 BERGAMO
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19/12/2015
INDICE:
1. LA CRONOLOGIA DEL PROGETTO
2. IL GRUPPO DI LAVORO: composizione e tempi;
3. CRITERI GUIDA: famiglia, servizio, cambiamento
4. OGGETTO DI LAVORO: la Prevenzione
5. LA MAPPA DELL’ESISTENTE
6. IL NUOVO MODELLO:
i livelli di lavoro;
quattro poli territoriali;
multiprofessionalità;
famiglia e territorio risorsa;
attenzione ai risultati;
attenzione al processo;
costi
7. I TEMPI DEL CAMBIAMENTO
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LA CRONOLOGIA DEL PROGETTO







Piano di zona 2009/2011;
Novembre 2009: incontro amministratori
Febbraio 2010: atto di indirizzo per l’attivazione di un
servizio di gestione associata di Tutela Minori Ambito 1
Bergamo
Aprile 2010: mandato al coordinatore Area Minori e
Famiglia
Agosto 2010: avvio gruppo di lavoro
Dicembre 2010: presentazione Assemblea Sindaci del
documento
Aprile 2011: avvio della sperimentazione
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IL GRUPPO DI LAVORO

Composizione: Ambito (P. Morandini, S. Rota),
Comune di Bergamo (E. Lazzari, L.Fumagalli, M.
Signorelli), Comuni (F. Micheli, A. Bonante), ASL (C.
Rozzoni, R. Bassani), Consorzio Solco Città Aperta
(F. Castelli, D. Zanchi)

Tempi: incontri quindicinali (agosto 2010 dicembre 2011)
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CRITERI GUIDA
IL SERVIZIO
LA FAMIGLIA
IL CAMBIAMENTO
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CRITERI GUIDA
IL SERVIZIO
1.
2.
3.
IL SERVIZIO SI INSERISCE IN UN QUADRO COMPLESSIVO DELLE
POLITICHE FAMILIARI
IL SERVIZIO SI OCCUPA NON SOLO DI RIPARAZIONE MA ANCHE DI
PREVENZIONE
IL SERVIZIO DEVE ESSERE FORTEMENTE RADICATO NEL
TERRITORIO E PROMOSSO ALL’INTERNO DELLO STESSO
CRITERI GUIDA
LA FAMIGLIA
1.
LA FAMIGLIA PROTAGONISTA NELLA COSTRUZIONE DELLE
RISPOSTE
2.
LA FAMIGLIA COME SISTEMA DI RELAZIONI SIGNIFICATIVE
3.
LA FAMIGLIA SOGGETTO CENTRALE DELLA COMUNITA’ LOCALE
4.
NON E’ L’ASSENZA DI PROBLEMI A DIFFERENZIARE UNA
FAMIGLIA “FUNZIONALE” DA QUELLA “DISFUNZIONALE”, MA LA
CAPACITA’ DI AFFRONTARE SITUAZIONI SCONOSCIUTE E
ADATTARSI ALLE NUOVE
CRITERI GUIDA
IL CAMBIAMENTO
1.
UTILIZZO DI UN LINGUAGGIO CHE CREI RELAZIONI TRA
SERVIZI E FAMIGLIE
2.
INTEGRAZIONE di pubblico (sociale, sanitario, socio-sanitario,
educativo) – privato – terzo settore, al fine di offrire un servizio
più adeguato alle esigenze delle famiglie
3.
MOTIVAZIONE AL CAMBIAMENTO
4.
TEMPI DEL CAMBIAMENTO: brevi
5.
FORMAZIONE PERMANENTE DEGLI OPERATORI
6.
RISULTATI DEL LAVORO FATTO
OGGETTO DI LAVORO
La PREVENZIONE:
Primaria
Secondaria
Terziaria
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OGGETTO DI LAVORO
LA PREVENZIONE
E’ l'insieme di azioni finalizzate ad impedire o ridurre il rischio,
ossia la probabilità che si verifichino eventi non desiderati.
Esistono tre livelli di prevenzione,
che agiscono in momenti diversi
OGGETTO DI LAVORO
La PREVENZIONE primaria è tesa a promuovere il benessere
nelle relazioni familiari e comunitarie
La PREVENZIONE secondaria ha lo scopo di individuare
precocemente i sintomi di disagio e i fattori di rischio
La PREVENZIONE terziaria ha l’obiettivo di limitare il più
possibile i danni di un disagio presente e di mettere in atto
interventi riabilitativi
Interventi di
PREVENZIONE PRIMARIA:
- integrazione tra le realtà consultoriali e le attività del
Centro Famiglia
- interventi precoci a sostegno della famiglia
generativa
- potenziamento dei Servizi educativi
(dalla prima infanzia ai progetti giovani)
- collaborazione con le scuole
- lavoro territoriale (Reti sociali)
- campagne di sensibilizzazione
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Interventi di PREVENZIONE
SECONDARIA:
- utilizzo di procedure di screening sociale in
collaborazione con I nidi, spazi gioco, scuole elementari,
consultori
- attivazione di interventi sociali di aiuto indirizzati a
rimuovere o attenuare le difficoltà incontrate dai
genitori
- progetti di rete, di quartiere, di condominio, indirizzati a
promuovere la partecipazione attiva della comunità alla
soluzione dei problemi e all’aumento del capitale sociale
- assitenza domiciliare familiare
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Interventi di PREVENZIONE
TERZIARIA:
- interventi multifamiliari per famiglie pluriproblematiche
- attivazione di forme di auto mutuo aiuto
- riduzione dei minori allontanati dal nucleo famigliare
- attivazione di gruppi di famiglie separate con situazioni di
alta conflittualità coniugale
- assistenza Domiciliare Familiare
- attivazione di nuovi protocolli di intervento
(es. Family Group Conference)
- potenziamento dell’affido famigliare
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LA MAPPA DELL’ESISTENTE
- Popolazione e famiglie con
minori
- Territori di riferimento
- Modello organizzativo attuale
(dati aggiornati al 30 settembre 2010)
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Popolazione e Famiglie con Minori
COMUNI
Popolazione al
31.12.2009
Ponteranica
6806
Sorisole
9050
Torre
Boldone
8309
Orio al Serio
1684
Gorle
(6295)
Bergamo
119.234
TOTALE
145.083
(151.378)
Famiglie
in carico
N. Famiglie con
provvedimento
N. Famiglie
senza
provvedimento
1112
411
701
I territori di riferimento
CIRC.1
(ex 1- 6 - 3)
CIRC.2
(ex 2 - 7)
CIRC.3
(ex 4 - 5)
UMA
Centro, Pignolo, S.
Leonardo, Borgo
Palazzo
Città Alta, Colli
Longuelo, Loreto, S.Lucia,
S.Paolo
Monterosso, Valesse,
Valverde, S. Colombano,
Conca Fiorita
Borgo S. Caterina, Redona
Città Alta
Ponteranica
Carnovali, Colognola,
Villaggio Sposi, Grumello
al Piano, S. Tomaso
Malpensata,
Campagnola,
Boccaleone,
Celadina
Sorisole
Torre Boldone
Orio al Serio
(Gorle)?
Tot. Abitanti:
45.054
Tot. Abitanti: 40.849
Tot. Abitanti: 33.331
Tot. Abitanti: 25.849
( 32.144)
IL NUOVO MODELLO







I “livelli” presenti
Quattro poli territoriali
Multiprofessionalità
Famiglia e territorio risorsa
Attenzione ai risultati
Attenzione al processo
Costi
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Nel nuovo modello sono previsti tre
“livelli” con funzione di governo,
monitoraggio e sviluppo del Servizio:
- Livello Politico
- Livello Responsabilità
- Livello operativo
I tre livelli saranno fortemente interconnessi
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Livello politico (Comuni, ASL, Terzo settore)
Livello Responsabilità (Gruppo integrato per la famiglia)
attuale gruppo che ha elaborato la proposta composto da Comuni, ASL e Terzo Settore)
Polo n. 1
Polo n. 2
Livello Operativo
Polo n. 3
Polo n.4
(Assistenti Sociali, Psicologi e Educatori)
con forte integrazione con famiglie e territorio
Quattro poli territoriali

Suddivisione in quattro poli territoriali

Creazione di quattro gruppi di lavoro

Costruzione di nuovi strumenti di lavoro
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Multiprofessionalità

Gruppi di lavoro con professionalità
miste (Assistenti sociali, psicologi ed
educatori professionali)

Gruppi di lavoro con capacità di
integrare competenze professionali ed
esperienziali
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Famiglia e territorio risorsa

La famiglia risorsa e non destinataria degli
interventi

Valorizzazione e attivazione delle risorse
del territorio
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Attenzione ai risultati



Monitoraggio dei risultati
Elaborazione di indicatori
Presentazione costante dei risultati
raggiunti
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Attenzione al processo


Attenzione alle connessioni tra i tre
livelli (Politico-Responsabilità e
Operativo)
Formazione permanente degli
operatori
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I costi
Il nuovo modello non prevede costi
aggiuntivi a quelli esistenti, ma una
migliore ottimizzazione delle risorse
oggi impiegate
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I TEMPI DEL CAMBIAMENTO
Dicembre 2010 : Presentazione e approvazione Nuovo Modello
all’Assemblea dei Sindaci
Gennaio 2011: Elaborazione e presentazione Progetto Servizio
Minori e Famiglia con Ipotesi di costruzione di un accordo
inter-istituzionali
Aprile 2011: Avvio sperimentazione nuovo modello Servizio
Minori e Famiglia
Aprile / dicembre 2011: continuazione sperimentazione con
verifica trimestrale con l’Assemblea dei Sindaci
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la famiglia - L`Eco di Bergamo