SAFETY non la storia della Concordia è da Le ultime registrazioni telefoniche rese pubbliche deììneano, secondo l'avvocato difensore del comandante, un quadro ben diverso da quello emerso subito dopo l'incidente A pochi giorni dalla diffusione di alcune telefonate, finora inedite, intercorse nella notte dell'incidente della Concordia. in particolare di quella Ira il comandante Francesco Schettino e Leopoldo Manna, Capitano di Vascello della Centrale Operativa del Comando Generale delle Capitanerie di Roma, risalente alle ore 1.10 circa, precedente quindi a quella famosa e famigerata delle 1.46 con Gregorio De Falco della Capitaneria di Livorno, il sindacato U.S.C.L.A.C./U.N.C.Di.M. i I *»«.«, • ; (Unione Sindacale Capitani di Lungo Corso al Comando/Unione Nazionale Capitani e Direttori di Macchina), cui Schettino è iscritto, ha evidenziato il peso delle suddette nella valutazione dei fatti. "Dall'analisi delle registrazioni recentemente rese pubbliche delle telefonate intercorse, nei primi momenti successivi al sinistro, tra Schettino e Manna, nonché fra il Responsabile dell'Unità di Crisi della Costa Roberto Ferrarmi e la Centrale Operativa della Capitaneria di Roma, si • I ,,: 3b. + 39 335 21 evince chiaramente come Schettino noi» abbia deliberatamente abbandonalo la nave dopo l'incidente occorso e abbia, per quanto gii consentissero le difficili condizioni dei momento, coordinato i soccorsi. Circostanza questa sempre sostenuta da Usclac/Uncidim. Tanto si doveva, per chiarezza, in una vicenda in cui, malauguratamente. il processo mediatico ha anticipato quello giudiziario". Anche Bruno Leporatti. il legale di Schettino, è convinto che queste telefonate siano destinate ad incidere nella ricostruzione dei fatti: "Le registrazioni attestano due aspetti. Il primo è di natura processuale, perché testimoniano la lealtà di Schettino, che. fin dal primo interrogatorio, ha delinealo uno svolgimento dei fatti assolutamente conforme a quello che si evince dalle telefonate in questione. Il che è un ulteriore tassello sulla credibilità e l'attendibilità della persona, a dispetto della situazione (il fermo, il carcere, etc.) complessa in cui si trovava e si trova. Il secondo è di contorno, ma altrettanto importante, e riguarda il lato umano e il danno subito da Schettino con la telefonata di De Falco: sentendole entrambe è evidente che quella con Manna, di mezz'ora precedente, mostra tutta un'altra situazione". Viene spontaneo chiedersi perché, al di là dei l'atto che. contrariamente a quella con De Falco, solo oggi sia pubblica la telefonata con Manna, anche agli atti dell'inchiesta quest'ultima sia stata acquisita solo i! 29 febbraio, oltre un mese dopo: "Domanda da un milione dì dollari, per la quale si possono dare due risposte. Una. più dietrologia, secondo cui qualcuno avrebbe avuto convenienza a ritardare la diffusione della registrazione in questione e l'altra che spiega tale ritardo con un poco attento ascolto iniziale. In ogni caso è bene sottolineare anche alcuni passaggi delle telefonate di Ferrarmi con la Capitaneria, in particolare quando informa la Guardia Costiera che Schettino è sullo scoglio per dirigere i soccorsi e quando chiede l'invio di elicotteri". Altra domanda ineludìbile riguarda il perché della telefonata di De Falco e. soprattutto, considerato l'approccio tranquillizzante di Manna e la conseguente collaborazione instaurata da questo con Schettino, il perché dei toni: "È una telefonata del tutto inutile ai finì dei soccorso, che confonde Schettino e lo coglie di sorpresa per l'incongnienza oltre che la perentorietà di certi ordini. L'impressione è che si sia trattalo di un atto di polizia giudiziaria, volto a inchiodare Schettino come unico responsabile della vicenda, i! quale, peraltro, cercò anche di onorare l'ordine di risalire a bordo (ancorché discutibile per il semplice fatto che la biscaglina da utilizzarsi era distante e occupala dai passeggeri che stavano scendendo), utilizzando una lancia del traghetto Aegiiium, che fu però costretta a rientrare a terra. Infine, il solo fatto dell'allargamento soggettivo dell'inchiesta ad altre persone è in piena controtendenza rispetto all'idea di Schettino come unico, responsabile". Insomma, l'impressione indotta dalle ultime registrazioni rese pubbliche è che il quadro del sinistro della Concordia sia ben più complesso di quello che mediatìcamente è stato dipinto negli ultimi quattro mesi: "Dalle risultanze processuali emerge che Schettino, quando si accorge di essere su un basso fondale — senza che, peraltro, nessuno degli altri ufficiali in plancia dica nulla al riguardo —, da ordini tali da impedire l'impatto con lo scoglio e dopo, fallita la manovra, agisce e per evitare il Giglio e per mantenere la nave in una posizione tale da facilitare i soccorsi, cosa che di fatto è avvenuta. Insomma. la storia del naufragio della Concordia deve essere ancora scritta. Non si tratta di eludere le responsabilità professionali di un comandante che. fin da subito, è stato pronto ad assumersele, ma di ridare dignità a un uomo e a una categorìa ingiustificatamente esposti alla pubblica gogna" conclude Leporatti. Andrea Moizo