Il naufragio della Costa Concordia è stato un sinistro marittimo avvenuto venerdì 13 gennaio 2012 alle 21:42 alla nave da crociera al comando di Francesco Schettino e di proprietà della compagnia di navigazione genovese Costa Crociere, parte del gruppo angloamericano Carnival Corporation. Salpata dal porto di Civitavecchia per la prima tappa della crociera "Profumo degli agrumi" nel Mediterraneo, con 4.229 persone a bordo (3.216 passeggeri e 1.013 membri dell'equipaggio), avrebbe dovuto successivamente toccare i porti di Savona, Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari, Palermo, per poi far ritorno a Civitavecchia. Nelle acque dell'Isola del Giglio la nave ha però urtato uno scoglio riportando l'apertura di una falla lunga circa 70 metri sul lato sinistro dell'opera viva. L'impatto ha provocato la brusca interruzione della crociera, un forte sbandamento e il conseguente arenamento sullo scalino roccioso del basso fondale prospiciente Punta Gabbianara, a nord di Giglio Porto. L'incidente ha provocato 30 morti e 2 dispersi. È la nave passeggeri di maggior tonnellaggio mai naufragata. Non è un caso, non può esserlo. L’omaggio dell’avvicinamento della nave all’isola del Giglio per un saluto. Con la deviazione dalla rotta, la nave guidata del comandante Francesco Schettino era quasi sotto alle finestre del Capitano Palombo ex comandante dello stesso Schettino. Il punto preciso dell’impatto lo hanno trovato a 8 metri di profondità, nell’allargamento sottomarino della Scola piccola, lo scoglio esterno. C’erano anche due pezzi di lamiera della nave, prova definitiva della violenza dell’urto, di una nave fuori controllo. Hanno misurato la distanza dall’ultima propaggine del litorale, e il risultato è come una sentenza. Tra 92 e 96 metri, quella bestia da 114mila tonnellate era in zona balneabile. Ma in questa storia di inchini maldestri il vero incrocio di destini è quello tra l’allievo e il maestro. Il comandante Schettino come già detto è stato a lungo vice di Mario Palombo, il venerabile maestro con 43 anni di navigazione, 23 dei quali al comando delle navi passeggeri di Costa crociere. Tra i due il legame è ancora forte, al punto che venerdì sera, durante la navigazione, Schettino sente il bisogno di chiamare il vecchio comandante per dirgli che l’omaggio riguarda anche lui è sarebbe avvenuta tra le 21.30 e le 21.40. Intorno alle 22.45 arriva l’ordine ai membri dell’equipaggio di evacuare la nave; essi prendono i passeggeri dalle cabine, preparano le scialuppe per lasciare la Concordia, questo solo tredici minuti prima della comunicazione di «abbandono nave» ricevuta dalla Guardia costiera. Se l’ammutinamento è una delle onte peggiori per un comandante, Schettino la subisce due volte in una notte, la seconda come parte attiva, disobbedendo all’ordine superiore della Capitaneria di risalire sulla nave per prendersi cura dei passeggeri. Sembra un film, lo è quasi. I finanzieri arrivano in zona alle 22.35 e non si limitano ai soccorsi. Riprendono con le videocamera quel che sta accadendo, e solo alle 23.15 la Costa Concordia comincia a inclinarsi. Se Schettino avesse dato subito l’ordine di abbandonare la nave, magari ascoltando quegli ufficiali che lo imploravano di farlo, avrebbe avuto almeno un’ora e mezzo di tempo a disposizione per l’evacuazione, e forse adesso ci sarebbe da contare qualche morto in meno. Ritorniamo di un passo indietro.La capitaneria di porto dalle 23.30 sta cercando, tramite gli strumenti di bordo, di parlare col capitano. A volte riescono a volte no. Poi col numero del suo cellulare lo rintracciano. E' sulle rocce, ma non lo dice subito, e quando è costretto dichiara di essere scivolato dalla nave mentre questa era collassata improvvisamente, è passata esattamente la mezzanotte da quarantasei minuti. Ma non si capisce bene quanto dice perché non è caduto in mare, sia lui che altri due ufficiali (ed una donna bionda) sono caduti direttamente sulla scialuppa di salvataggio. Che fortuna! Inoltre, e pare davvero strano, i tanti testimoni che si sono rifugiati in chiesa, e gli ufficiali che soccorrevano i passeggeri, al parroco hanno detto di averlo visto portare con sé una valigia. Insomma, sarebbe caduto dall'alto, assieme ad altri, in una scialuppa senza perdere il cellulare e riuscendo, addirittura, a portarsi appresso la valigia? Ma fermiamoci sull'orario. Abbiamo detto che la telefonata gli è giunta a mezzanotte e quarantasei. I soccorsi delle motovedette (per recuperare gli uomini sullo scafo che paiono formichine) vanno avanti fino alle quattro, poi continueranno fino alle sei senza riuscire a portare altri sopravvissuti al porto. Cos'è il mare….. Il mare è quel profondo azzurro, in cui si dimenano milioni di vite, cullati dal dell'acqua il sussurro, erranti in questa distesa senza limite, alla ricerca di tesori inesplorati, che diano un senso al nostro essere! Il mare Il mare è una vasta distesa di acqua salata a ridosso dei continenti e connessa con un oceano. Lo stesso termine è alle volte usato per indicare laghi, normalmente salati, che non hanno sbocchi sull'oceano: esempi sono il Mar Caspio, il Mar Morto ed il Mar di Galilea. Il termine mare è usato anche come sinonimo di oceano quando esprime un concetto generico, per esempio quando si parla dei mari tropicali o dell'acqua marina riferendosi a quella oceanica in generale. La superficie del nostro pianeta si estende per circa 510 milioni di Kmq: 362 milioni sono coperti da mari e oceani. Ciò significa che quasi il 71% (il 70,8%, per la precisione) del nostro pianeta è coperto di acqua salata. Facendo una media tra le zone poco profonde vicino alla costa, quelle profonde che costituiscono il fondo marino vero e proprio, e quelle fasce ristrette e profondissime chiamate "fosse oceaniche" dove si aggiungono le profondità marine più grandi, il mare risulta avere una profondità media di 3.729 metri. L'acqua del mare occupa dunque un volume di 1,35 miliardi di Km: per contenerla tutta ci vorrebbe una vasca lunga 1.000 Km, larga 1.000 e alta 1.350Km. Questa vasca sarebbe piuttosto pesante: in totale 1.410 milioni di miliardi di tonnellate di cui 1.360 di acqua pura e il resto (50 milioni di miliardi di tonnellate ) di sale. Rispetto all'uomo, dunque, il mare è indubbiamente grande. Se però lo guardiamo rispetto alla Terra, allora le proporzioni cambiano: i 3.729 metri di profondità media sono ben poca cosa rispetto agli oltre 12.500 Km di diametro del nostro pianeta. Facendo le debite proporzioni, lo spessore del mare rispetto alla Terra è inferiore a quello della buccia sottilissima rispetto a una grossa mela. Inquinamento del mare L’acqua è fondamentale per la vita dell'uomo, inquinarla significa compromettere gravemente la nostra salute. La carta europea dell'acqua, all'art. 3, afferma che "alterare le qualità dell'acqua significa nuocere alla vita dell'uomo e degli altri esseri viventi che da essa dipendono". Inquinare l'acqua, dunque, vuol dire modificarne le caratteristiche qualificative, al punto da renderla inadatta al consumo degli esseri viventi. L'inquinamento idrico può avere diverse origini. Inquinamento naturale L'inquinamento naturale non avviene per opera dell'uomo ma a causa di frane, alluvioni, eventi atmosferici e stagionali. Questo fenomeno non crea problemi particolari, perché l'acqua è in grado di autodepurarsi, entro certi limiti. Come rispettare il mare…… Il semplice buonsenso e un pizzico d'attenzione in più: questi i principi base per rispettare il mare ed evitare di danneggiare ecosistemi preziosi, ma fragili. Se gli ambientalisti promuovono i cantieri navali italiani, la nautica - come tutte le attività umane - esercita un impatto sull'ambiente marino, con picchi durante la stagione estiva quando il traffico di imbarcazioni si intensifica. Per ridurre questo impatto e rispettare l'ambiente che ci circonda, ecco qualche regola aurea di comportamento per il diportista sostenibile, da osservare con rigore. ''Prima regola, banale ma di importanza fondamentale: non agire in nessun modo che possa danneggiare l'ambiente, è ancora troppo diffusa la cattiva pratica dell'ancoraggio selvaggio, propria dei diportisti che gettano l'ancora senza porsi il problema del sito". L'ambiente marino più danneggiato da questo fenomeno è, secondo il responsabile WWF, la cosiddetta Prateria di Posidonia, "dove l'ancoraggio selvaggio è purtroppo diventato un classico". La Prateria di Posidonia è un vero e proprio prato sottomarino, il cui equivalente terrestre è la foresta. Una volta incisa la Prateria con l'ancoraggio, questa viene scalzata con la complicità delle correnti, causando un vero e proprio danno a un habitat prioritario''. La seconda regola da seguire è, "attenersi al buonsenso». Questo significa, ad esempio, non riversare in mare acque sporche o immondizia, anche perché sarà in quell‘ acqua che faremo il bagno". Un altro elemento da tenere in considerazione per ridurre l'impatto della navigazione sull'ambiente è il rumore emesso dalle imbarcazioni. "Il rumore prodotto dai motori può influenzare l'ecosistema e i comportamenti riproduttivi dei pesci oltre ad essere fastidioso anche per gli altri bagnanti". “ Oggi, ogni imbarcazione può dotarsi di un motore che non faccia troppo rumore» e adottare le imbarcazioni a basso impatto ambientale, motori elettrici, ibridi e ad energia solare. "I cantieri navali italiani rispettano severi standard di attenzione all'ambiente, anche perché destinati al mercato internazionale dove la normativa al riguardo è spesso più severa della nostra". LAVORO SINGOLO: MARCO BENNICI