Naufragi: Andrea Doria 1956 ­ Concordia 2012 Altri tempi? O solo altri uomini? Speriamo nella seconda! Eppure il dubbio mi assilla. Sará solo che il comandante Calamai era un uomo diverso dal comandante Schettino? Ma gli altri ufficiali? Anche per tutti , o quasi tutti, gli altri ufficiali si é trattato solo di personaggi un pó diversi? Tutto qui? Tutta lí la differenza tra il fatto che il comandante Calamai non volle abbandonare la sua nave in fase di affondamento fino a quando non fu praticamente costretto a farlo perché i suoi ufficiali che intuirono la sua intenzione di restare a bordo per sempre, risalirono sulla nave dopo che lui li aveva invitati ad abbandonarla sull´ultima scialuppa, una volta messi in salvo tutti i passeggeri vivi dopo la collisione? É mai possibile che l´ufficiale medico di bordo sia giá sulla scialuppa a salvo in mare dopo soli 20 minuti dall´avvenuto segnale di massima emergenza su una nave con piú di cuattromila persone ancora a bordo? E che a lui tale circostanza appaia essere normale? Si,...infatti non é scappato, é rimasto a soccorrere quelli che erano scesi dalla nave! Forse si, forse si tratta solo uomini diversi. Ma se non fosse cosí? E se invece sono i tempi ad essere ormai cosí diversi dopo solo poco piú di cinquant´anni? Non sará che i tempi attuali sono tali da non prevedere che possano esserci uomini con i principi, il coraggio, il senso del dovere e dell´onore, etc., che invece mostrarono avere il comandante Calamai e tutti i suoi ufficiali? E perché? Non sará forse colpa del fatto che oggi ci si preoccupa troppo, e solo, di far risaltare i nostri diritti, le nostre prerogative, le ingiustizie da noi subite, i compensi mancati, etc., e sopratutto che lo si fa con tanto impeto tanta dedicazione e tanto affanno che poi non resta neanche il tempo di ricordarci che tutto ció non é certo incompatibile con i doveri, con i sacifici, etc., e che anche questi principi devono essere fondamentali nella formazione dell´umanitá? E giá, sembrerebbe purtroppo che le nuove generazioni sono troppo distratte e che i tantissimi ed assillanti stimoli che ricevono non includono questi aspetti della vita: non c´é tempo per considerarli, non ci sono sponsors que li sostengano, non ci sono dividendi politici que ne possano derivare, non va di moda! Pino Spina Gent.mo Gianfranco, non posso che condividere le tue considerazioni. Il naufragio della Costa Concordia mi ha molto turbato proprio per il comportamento degli uomini. Certo chi dice che i capitani coraggiosi dei films e dei racconti non esistono e che la realtà è ben altra cosa, avrà anche le sue ragioni, ma uomini che per oltre un´ora nascondono di stare imbarcando acqua su una nave con migliaia di passeggeri, ...non pensavo mai di dover vedere una cosa del genere. Luigi Scatigno Per me il comandante Schettino è un codardo e un vigliacco, lui doveva stare a bordo fino alla fine, non ha onore ne dignità, poi vogliono paragonare questa tragedia con quella del Tiatnic, vergogna buffoni! Mino Errico Schettino sta a Calamai come il diavolo all'acqua santa. Penso che tutto stia nei metodi di reclutamento dei comandanti da parte della Costa Crociere. Ieri ho visto un'intervisa al comandante della gemella della Concordia, è un giovane di poco più di 40 anni e mi dava l'impressione di un modello o di un fighetto che deve più pensare alle apparenze che alla sostanza. Quindi io penso che Schettino fosse in grado di governare una nave di quel genere solo in condizioni ottimali, mentre in condizioni di pericolo ha dimostrato tutti i suoi limiti di comandante e soprattutto di persona. Carlo Zanolini Indipendentemente dai giudizi, che noi non possiamo che tentare di dare sull'onda dell'emozione fino a quando non si sarà completamente stabilita la reale versione dei fatti, è opportuno caro Gianfranco, come tu hai fatto, ricordare che la società va avanti con le persone che fanno il proprio dovere, fanno sacrifici e si impegnano e magari perdono anche la vita e la salute per questi ideali. Ma occorre anche ricordare che l'umanità è da sempre una miscela con la stessa percentuale di coraggiosi e di codardi, di intraprendenti e di pigri, di leali e di vigliacchi, di onesti e di disonesti, di Caino e di Abele. Questo è la caratteristica dell'uomo, e la donna non è certo da meno! Accettiamo questa nostra condizione di derelitti costretti vivere sulla terra, spazio ristretto in confronto all'immensità dell'universo, barcamenandoci tra ció che vorremmo essere e ció che in realtà finiamo per essere: puniti ad esistere per pochi anni. Se accettiamo ciò, tutto ci sembrerà irrilevante. Marco Martinese Caro Gianfranco, è un accostamento tra due figure umane di spessore totalmente opposto: Il comandante Calamai era stato anche decorato con la Croce di Guerra al valor militare. Ho solo il rammarico che una persona del genere, che dopo l'impatto con la Stockholm mai più volle riprendere il mare che era stato la sua vita, avrebbe meritato giustizia molto prima. Dopo l'affondamento dell'Andrea Doria finì la sua carriera fino ad allora ricca di soddisfazioni. Recenti rivelazioni e nuovi studi hanno riabilitato la figura e confermato la correttezza del suo operato e quello del suo equipaggio, confermando le responsabilità della Stockholm. Cosimo Guercia Il comandante Schettino appena avvenuto l'incidente invece di chiedere soccorso ha telefonato all'armatore comunicandogli di una piccola falla, tanté che l'armatore voleva mandare qualcuno per la riparazione, mentre il tempo passava e le cose peggioravano. E poi ...lasciare a bordo i passeggieri! Questo é solo uno dei tanti episodi di questa storia maledetta. Comunque non é neanche del tutto chiaro il comportamento della societá Costa Crociere nella fase di emergenza. Esiste infatti il sospetto è che proprio dalla societá possano essere venute indicazioni sul ritardare la richiesta di soccorso sottovalutando la gravità dell´incidente. Calamai poi, non c'é dubbio, fú tutt'altra cosa. Nicola Poli La tragedia si era potuta certamente evitare, ma in generale c´é anche da dire che è stato un errore madornale togliere dalle navi, soprattutto dalle passeggeri, il radiotelegrafista! Credo che la societá Costa Crociere si sia attenuta alla versione del comandante, quel codardo, che io non avrei messo neanche al comando di un peschereggio! E spero tanto che questo rappresentante della nostra Marina Mercantile abbia tutto il tempo, d'ora in poi, di leggersi tanti diari di bordo, compreso quello di Calamai. Sono un ufficiale radiotelegrafista della marina mercantile e questa tragedia mi ha colpito tanto, permettetemi questo sfogo, grazie! Silvio Serse Premetto che non voglio giustificare gli ufficiali della Costa Concordia, ma non posso accettare i commenti e le conclusioni dei gionalisti che non sanno nemmeno dove si trovi la poppa o la prua della nave. Io infatti, come ex ufficiale macchinista della marina mercantile, in questi giorni ne ho sentite e lette molte di notizie sbagliate e inesatte. Enrico Sierra Io non desidero fomentare gli animi dicendo chi sia colpevole o innocente. Penso solo a chi non c'é piú e a chi piange. Se qualcuno, o piú di uno, ha sbagliato, pagherá. La giustizia terrena fará pure il suo corso, ma poi la giustizia divina completerá il giudizio. Remo Simoniello Come dice l'amico Enrico, aspettiamo l'esito dell'inchiesta. Parlare adesso di Calamai non credo abbia molto senso. I tempi poi, non fanno mutare il significato dell´onore e della responsabilità: un comandante ha il dovere di tutelare, sempre e anche a suo discapito, la vita di chi si trova sotto il suo comando, anche se si dovesse trattare di un solo individuo. Luigi Castrignano Fermo restando che, spero, saranno le inchieste in corso a dare una dinamica dell'avvenuto, rimane il fatto che il senso dell´onore non è più cosa di molti, come lo era invece negli anni passati. Carlo Cigliola Pietra e catena ai piedi e lanciatelo in acqua dov'é avvenuto il primo impatto e fate si che la donzella non pagante, lo accompagni. Viva i veri marinai che hanno dato la loro vita per la nostra libertá. Signorile Cosimo Gianfranco, ti ringrazio per aver chiesto una mia opinione sull'accaduto e a tale proposito posso dirti che dopo avere letto il tuo messaggio, sento il dovere di esprimere un mio pensiero. La differenza tra vecchia e nuova generazione è enorme, pertanto il paragone tra il comandante Calamai e Schettino lo farei solo in questo modo: il comandante Calamai ha navigato con l'onore della vecchia guardia, Schettino navigava con il pensiero di essere lui al di sopra di tutti, nonostante tutto sento di non poter condannare la persona, anche se ha commesso un grossissimo errorre. La fatalità credo che sia il perno principale di questa tragedia, sarebbero bastati solo dieci metri e nessuno si sarebbe accorto delle sue decisioni. L'abbandono della nave, mentre ci sono vite da salvare, sicuramente condanna un comandante non per il codice scritto sui libri ma per quello scritto nel proprio io e che avrebbe dovuto vietare un gesto così sconsiderato. Sono certo che anche lui dopo aver valutato la situazione sia stato preso dal panico e nella più grande confusione mentale abbia fatto un errore dopo l'altro. Finisco dicendo che nessuno, mai, si deve sentire grande in particolar modo quando si ha nelle proprie mani la vita sua e quella degli altri. Virginia Gatti Caro Gianfranco, non si puó fare un paragone tra il comandante Calamai e Schettino. Sono persone imparagonabili per milioni di motivi, ma voglio citarne solo due: i tempi, ed il significato della divisa. Calamai di quei tempi era un uomo educato e cresciuto nel rispetto delle regole, delle persone e delle cose e indossando quella divisa sapeva che il compito piú arduo a lui assegnato era di poterla onorare in ogni modo. Schettino oggi é la rappresentazione della mancanza di regole, della spavalderia e della assoluta spregiudicatezza da mettere in atto in ogni momento della propria vita lavorativa, é quindi la rappresentazione dell'uomo di potere di oggi e la divisa per lui non ha un significato e solo l´ha usata per costruirsi una immagine! Spero solo che tutti gli enti preposti ai controlli, le capitanerie di porto in primo luogo, imparino che le regole vanno fatte rispettare da tutti, siano essi grandi o siano persone comuni. E spero che l'incubo per quanto é accaduto accompagni tutti gli esseri superficiali che si sono resi responsabili di questa catastrofe. La connivenza di tutte le capitanerie che hanno sempre chiuso un occhio sugli "inchini" precedenti é da condannare esattamente come la stupidaggine dimostrata da Schettino. Franco Profico Come ha detto molto bene Gianfranco, non è solo Schettino ad essere diverso dal Comandante Calamai, ma un pò tutto il personale con mansioni di prestigio alle quali è venuto meno, era diverso da quello dell´Andrea Doria. Un paragone con Calamai e tutti gli altri ufficiali dell'Andrea Doria, è pertanto improponible. Quali le ragioni? All´epoca dellatragedia dell´Andrea Doria il 68' non c'era ancora stato: quel movimento di egoismo e dissacrazione spazzó via tutti i valori che intere generazioni erano state educate a rispettare e se necessario onorare sacrificando anche la propria vita. La Chiesa ormai da parecchio, parla di edmergenza educativa: è necessario, anzi indispensabile, riappropriarsi di quei valori eterni che la cattiva politica ha cancellato. Antonio Matarrese Caro Gianfranco, premesso che per quanto io ne sappia il Comandante Calamai non aveva alcuna intenzione di affondare con la sua nave, ma solo presidiarla fino all'ultimo per evitare che qualcuno salendo a bordo di una nave abbandonata ne diventasse proprietario, quello che posso dire è che è cambiato un pò tutto da cinquant'anni a questa parte, e non solo nell'ambito di cui stiamo argomentando. C'è stata una perdita di valori in tutti i campi, dalla famiglia alle professioni. Il comandante Schettino ha combinato un guaio che poteva benissimo risolversi senza la perdite di vite umane, ma vuoi per il suo orgoglio vuoi per il buon nome della compagnia, e sarà la magistratura a definirne le responsabilità, ha perso di vista quello che era il suo dovere di Comandante, ma sopratutto di uomo. Il suo comportamento ha causato la perdita di vite umane e abbandonando la nave prima che tutti i passeggeri fossero messi in salvo, si é anche macchiato di codardia. Ma io mi chiedo: quanti comandanti Schettino ci sono in giro per mare e non fanno notizia? In questa nostra Italia fa molta notizia il professionista serio ed onesto, come il comandante della capitaneria di porto che ha fatto solo il suo dovere e per il quale viene pagato, o come il medico che salva una vita umana, o ancora come il poliziotto che sventa una rapina. Questa, secondo me, dovrebbe essere la quotidianità. E mi chiedo anche: nella maggior parte delle famiglie esistono ancora quei valori che i nostri nonni ed i nostri padri ci hanno trasmesso? Guardandomi in giro, e vedendo anche i miei figli ai quali ho cercato di trasmettere quello che a me è stato dato, credo proprio di no. Quindi caro Gianfranco, concordo pienamente con quello che scrivi, è la società che è cambiata, e con essa i valori: diritti pretesi e doveri mancati. Giuseppe Summa Gianfranco grazie per aver chiesto una mia opinione. Altri tempi ed altri uomini, oggi tutto o quasi avviene e si svolge per puro interesse economico o per apparire. Una volta l'onore era una parola importante e prima di pronunciarla si rifletteva. Comunque non mi sento di giudicare il comandante Schettino anche lui vittima di questo sistema, dovrá pagare, e spero pagherá per i suoi errori, ma cerchiamo di non santificare chi lo ha incitato a tornare a bordo. Ho riflettuto sull'argomento e ritengo che non si potesse ordinare ad una persona confusa e forse alterata di prendersi cura dei restanti passeggeri. Il comandante della capitaneria che invece era cosciente, o chi per lui, sarebbe dovuto andare a borto e coordinare l'esodo dei superstiti. Troppo facile urlare ed ordinare. Spero solo che le vittime abbiano un giusto e celere riconoscimento e risarcimento morale ed economico, ...per quello che servirà! Gianfranco Perri Anche se la mia intenzione non era stata quella di aggiungere legna al fuoco della polemica sui dettagli delle responsabilitá dei singoli, perché di legna sul fuoco in effetti ce n'era giá fin troppa, era certamente inevitabile che la tentazione non ci prendesse, a causa dell´impeto ancora troppo coinvolgente di quell´onda di emozioni fortissime che la tragedia ha scatenato dentro ognuno di noi. Vi ringrazio pertanto tutti per aver accolto il mio invito ad esternare le vostre opinioni su questo tragico evento e tentare cosí assieme di darci una qualche risposta a proposito della riflessione che ho voluto aprire intorno alle due possibilitá avanzate a eventuale spiegazione di tanti episodi apparentemente inspiegabili: cioé quella di una ¨differenza tra le persone¨ o quella di una ¨differenza tra i tempi¨. E com'é naturale che avvenga per le cose complesse della vita, le nostre opinioni sono risultate essere disuguali ed inevitabilmente articolate: certamente il comandante Schettino ha commesso troppi e troppo gravi errori facendo inoltre sorgere anche seri dubbi sull´atteggiamento e sull´operato del suo corpo di ufficiali, e certamente il comadante Calamai dimostró avere un grandissimo senso del dovere e dell´onore e con lui i suoi ufficiali, dimostrandosi inoltre se pur con rammaricante ritardo, l´assenza totale di sue colpe tecniche nel naufragio. E venendo all´aspetto centrale di quanto mi premeva trattare, osservo che in molti abbiamo condiviso la coinvinzione, o quanto meno la tendenza a credere, che si sia trattato di un episodio in fondo anche figlio dei nostri tempi e delle nuove generazioni tra le quali sembra essere latitante il senso del dovere e dell´onore a fronte di quello dell´immagine e dell´interesse, ¨...il senso dell´onore non è più cosa di molti, come lo era invece negli anni passati...¨. Al contempo peró, alcuni di noi hanno anche espresso forti dubbi o chiari pareri contrastanti in merito a quella possibilitá, ¨...l'umanità è da sempre una miscela con la stessa percentuale di coraggiosi e di codardi, di intraprendenti e di pigri, di leali e di vigliacchi, di onesti e di disonesti, di Caino e di Abele...¨. E proprio questo é quanto avevo esplicitamente sperato si potesse dimostrare: non mi pare ci sia stata un chiara maggioranza che lo abbia sostenuto, ma sembra proprio che non lo si possa neanche escludere del tutto: ...forse il comandante Schettino ed un certo numero di suoi ufficiali, con il loro comportamente ed il loro atteggiamento hanno rappresentato uno sfortunato e tragico connubio tra incompetenze tecniche e povertá di valori, ma molti altri al loro posto, anche in questi nostri tempi, si sarebbero comportati ed atteggiati in modo sostanzialmente diverso! ...O no? CRONACA DI UNA TRAGEDIA IMPROBABILE Il 25 luglio 1956 il transatlantico passegeri Andrea Doria, sotto il comando del Comandante Piero Calamai, viaggiava alla volta di New York proveniente da Genova. Contemporaneamente, una nave di nazionalità svedese la MN Stockholm, un transatlantico per il trasporto promiscuo di merci e passeggeri, si dirigeva verso Goteborg. La Stockholm era comandata dal Capitano Gunnar Nordenson, il terzo ufficiale Johan‐Ernst Carstens‐Johannsen era in comando di guardia in plancia al momento dell'incidente. Alle 23.10 entrambe le navi stavano per incrociare un corridoio molto trafficato, coperto da una fitta coltre di nebbia. Nascoste dalla nebbia le navi si avvicinarono guidate solo dalle reciproche visioni ed informazioni radar, le quali non furono sufficienti ad evitare la immane tragedia. Non ci fu alcun contatto radio e una volta giunte a potersi vedere ad occhio nudo, fu troppo tardi per praticare contromanovre atte ad evitare l'impatto. L'Andrea Doria e la Stockholm entrarono in collisione con un angolo di quasi 90 gradi: la prua della Stockholm, rinforzata in funzione del fatto che poteva operare anche come rompighiaccio, sfondò la fiancata dell'Andrea Doria e la squarciò per quasi tutta la sua lunghezza, dato che l'Andrea Doria continuava a correre lungo la propria rotta ortogonale alla prua della Stockholm, sfondando sotto il ponte di comando dell'Andrea Doria per un'altezza di tre ponti, ovvero per oltre 12 metri, uccidendo numerosi passeggeri già ritirati per il riposo notturno nelle proprie cabine. Inoltre, sfondando molte paratie stagne e perforando cinque depositi combustibile, comportò un imbarco di circa 500 tonnellate di acqua di mare, le quali non potendo essere bilanciate nei brevissimi tempi della collisione, produssero il pericoloso, immediato ed anomalo sbandamento della nave a dritta per oltre 15 gradi. Quarantasei dei 1706 passeggeri trovarono la morte nel momento dell'impatto, insieme a 5 uomini della Stockholm. Subito dopo la collisione, l'Andrea Doria iniziò ad imbarcare acqua e l'inclinazione aumentò superando i 18 gradi in pochi minuti. Una delle cause che determinò la repentina inclinazione della nave italiana fu determinata dall'impossibilità, dipendente dalla velocità di successione degli eventi, di poter effettuare il riempimento con acqua marina dei depositi combustibile vuoti al lato di sinistra, come d'altronde suggerito dai costruttori. A seguito di questa concreta e provata impossibilità, in poco tempo la nave superò i 20 gradi di inclinazione, e il capitano Calamai si rese conto che non c'erano più speranze. Il numero limitato di vittime ed il completo successo delle operazioni di soccorso fú merito del comportamento eroico dell'equipaggio dell'Andrea Doria e soprattutto del comandante Piero Calamai e delle rapide e difficili decisioni da lui prese in momenti tanto concitati. Dopo il salvataggio di tutti i passeggeri, il comandante Calamai restò a bordo dell'Andrea Doria rifiutandosi di mettersi in salvo; fu obbligato a farlo dai propri ufficiali tornati indietro appositamente. All'alba, tutti erano stati allontanati dall'Andrea Doria,e la nave venne trainata in acque basse. Tuttavia a causa della falla sul fianco, la nave continuava a inclinarsi fino al definitivo affondamento, 11 ore dopo l'impatto, alle ore 10.09 del 26 luglio. Studi tardii, ma definitivi, stabilirono che fu l'inesperto terzo ufficiale della Stockholm, Carstens‐
Johannsen unico ufficiale sul ponte di comando al momento della collisione, a mal interpretare i tracciati radar e a sottostimare la distanza tra le due navi a causa di un'errata regolazione del radar. L'ufficiale della nave svedese pensava che lo schermo radar fosse impostato su una distanza maggiore di quella effettiva e non fu in grado di rendersene conto perché la manopola di quell'impostazione non era illuminata. 
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