CARITAS DIOCESANA DI VITERBO Laboratorio Caritas Parrocchiali Incontri interparrocchiali novembre 2011 Tema dello scorso anno: CAMMINARE INSIEME In questo camminare, in questo pellegrinare, non siamo soli: ci sono gli altri che non scegliamo e con i quali sperimentiamo la fatica e la gioia del camminare, aspettandoci e responsabilmente assumendo concreti impegni per costruire, con la forza dello Spirito, la città di Dio Negli incontri interparrocchiali dello scorso anno abbiamo riflettuto sulla parrocchia Fare parrocchia ….....è mettersi in viaggio con altri….. …..senza pretendere di scegliersi la compagnia, apprezzare il valore dell'incontro e dell'accoglienza tra diversi, sperimentare la fatica e la gioia del camminare insieme, imparare a procedere al passo degli ultimi. Si impara ad aspettarsi perché ci si salva insieme, si verifica la propria appartenenza alla Chiesa assumendo impegni e responsabilità concreti. La prevalente funzione pedagogica di cui costantemente si parla, in riferimento alla Caritas parrocchiale, non avviene per caso né si realizza tutta in una volta; la pedagogia è la scienza dell’educare e sappiamo come l’educazione sia una delle arti più difficili e rischiose, che chiede a educatori e educandi di giocarsi in quello che fanno. Affermare che la Caritas parrocchiale non è un gruppo caritativo e che il suo specifico non è in senso stretto l’azione diretta nei confronti dei poveri, ma l’educazione di tutti i membri della comunità alla carità, può restare solo una bella dichiarazione di intenti: la sfida è quella di incidere sul vissuto di una parrocchia perché ciò avvenga. Lo specifico della Caritas è educare facendo e facendo fare. Lo specifico della Caritas è educare facendo e facendo fare. E’ necessario valorizzare le opere di carità che già si compiono e proporne di nuove affinché un numero sempre maggiore di persone, di famiglie e di gruppi siano coinvolti e non ci sia più chi non s’impegna dicendo di non sapere cosa fare. E’ l’esemplarità che contagia: i servizi devono essere segni che favoriscono la crescita della solidarietà sia nella comunità ecclesiale che in quella civile. La pedagogia dei fatti è quell’attenzione educativa che si pone come obiettivo la crescita di ogni persona e dell’intera comunità cristiana attraverso esperienze concrete, significative, partecipate. Gesti concreti, impegni personali e familiari, accoglienza ed ospitalità nella propria casa o in ambienti gestiti comunitariamente, messa a disposizione gratuita del proprio tempo e delle proprie capacità, presa in carico da parte della parrocchia di un servizio continuativo, legami durevoli nel tempo con una comunità del Sud del mondo, interventi di solidarietà nelle emergenze… Agire nel quotidiano, sporcarsi le mani con i poveri, progettare insieme le risposte e riflettere sul senso di quello che si fa, di che cosa cambia nella vita degli ultimi e della comunità che li accoglie sono orizzonti che si aprono percorrendo la via della prossimità, del servizio, del dono di sé. La testimonianza di carità rende capaci del gesto concreto verso chi è nel bisogno, qui e ora; educa a lavorare insieme e a camminare al passo degli ultimi; insegna l’attenzione al povero che è sempre persona, mai riducibile a un numero... Si può dire che la nostra parrocchia conosca veramente tutti i problemi umani che accompagnano la vita della gente che abita nel territorio? Attraverso quali strumenti e iniziative si cerca di conoscere le diverse presenze di povertà, spesso nascoste e dimenticate? Le azioni e gli strumenti di informazione e di formazione di cui dispone la parrocchia (predicazione,catechesi, liturgie, bollettini ….) quali messaggi orientati alla sensibilizzazione forniscono ai fedeli per far loro conoscere e comprendere le molteplici presenze di povertà e emarginazione presenti nel territorio e per far prendere coscienza dell’impegno della testimonianza che ciascuno e chiamato a vivere? "Bisogna cercare i poveri là dove sono..." Quest'affermazione mette in crisi il nostro modo di essere parrocchia e in particolare pone l'accento sull'aspetto necessariamente "missionario"della testimonianza della carità. Non possiamo aspettare che le stanze dei centri d'ascolto si "riempiano" di poveri. Dobbiamo conoscere il territorio per capire meglio dove il nostro aiuto è più prezioso. COSA FARE ? LETTURA DEL TERRITORIO COME INIZIARE ? - presa di coscienza, da parte del Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP), della necessità di rendere l'intera comunità parrocchiale soggetto della testimonianza della carità; - costituire un piccolo gruppo di persone incaricato di effettuare la lettura del territorio in ordine alle povertà e alle risorse esistenti; -individuazione dei "testimoni privilegiati“, cioè di quelle persone ( dal vicino di casa alla parrucchiera) che si mettono in relazione quotidianamente con i poveri; è importante fotografare i pareri della gente riguardo alle povertà e alle risorse del territorio. - sintesi dei dati raccolti, evidenziando le maggiori povertà emerse dalla ricerca. È un momento decisivo perché consente di scegliere le aree di emarginazione da studiare e approfondire. - una volta individuate le più rilevanti aree di emarginazione, le principali cause, le risposte più significative e alcuni suggerimenti su come operare, è ora di tradurre la prima ipotesi di progetto pastorale della carità in un concreto itinerario di animazione della comunità. APPUNTAMENTI DIOCESANI 2011-2012 • Incontri interparrocchiali: novembre 2011 • Giornata diocesana Caritas: quarta domenica di Avvento (18 dicembre 2011) • Giornata di spiritualità: un sabato nella quaresima 2012 • Quaresima 2012: sacrificio quaresimale • Seminario formativo: 22-23-24 giugno 2012 (venerdì, sabato, domenica) a Bagnoregio