Meriggiare pallido e assorto
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia
Parafrasi
Passare un pomeriggio molto caldo e pallido vicino a un
caldissimo recinto di un giardino, ascoltare tra i pruni e le sterpi
alcuni canti fastidiosi dei merli e fruscii dei serpenti. Nelle crepe
del suolo o sulla pianta osservare delle file di formiche rosse, che
ora si dividono e ora si riuniscono, in cima a piccolissimi
mucchietti di terra . Guardare in lontananza delle onde che si
accavallano ( si seguono ) , mentre si alzano tremolanti friniti di
cicale dalle alture che non possiedono vegetazione . E andando
nel sole che gli abbaglia , sentire con tanta tristezza è realmente (
la natura ). in questo camminare di fianco a un muro che ha in
cima cocci taglienti di bottiglia.
Commento
Scritta da Eugenio montale nel 1916 , il poeta descrive perfettamente il
luogo in cui si trova , nella poesia si esplicita il contatto con la natura ma allo
stesso momento esplicita una delle cose che all’uomo viene difficile
comprendere ossia la natura . Essa in questo caso viene vista nella stessa
poesia , in due modi differenti il poeta tende a descrivere la bellezza della
natura ( in cui lui si trova ) ma descrive allo stesso identico livello la
solitudine che potrebbe provare un ’uomo in tutta quella bellezza . Il sistema
di rime nelle prime tre strofe è: aabb; cdcd; eeff. Nell'ultima strofa tutti i versi
sono legati da assonanza: abbaglia/meraviglia/travaglio/muraglia/bottiglia.
Biografia
Eugenio Montale, uno dei massimi poeti italiani, nasce a Genova il 12 ottobre 1896 nella zona di Principe. La famiglia
commercia prodotti chimici (il padre era curiosamente fornitore dell'azienda dello scrittore Italo Svevo). Eugenio è
ultimo di sei figli.
Trascorre l'infanzia e la sua giovinezza tra Genova e lo splendido paese di Monterosso al Mare, nelle Cinque Terre,
dove la famiglia è solita recarsi in vacanza.
Frequenta l'istituto tecnico commerciale e si diploma in Ragioneria nel 1915. Tuttavia Montale coltiva i propri interessi
letterari, frequentando le biblioteche della sua città e assistendo alle lezioni private di filosofia della sorella Marianna.
La sua è una formazione da autodidatta: Montale scopre interessi e vocazione attraverso un percorso senza
condizionamenti. Le lingue straniere e la letteratura (ha un amore speciale per Dante) sono la sua passione. Negli
anni tra il 1915 e il 1923 inoltre studia musica insieme al baritono Eugenio Sivori.
Entra all'Accademia militare di Parma dove richiede di essere inviato al fronte, e dopo una breve esperienza in
Vallarsa e Val Pusteria, Montale viene congedato nel 1920.
Terminata la prima guerra mondiale Montale inizia a frequentare i circoli culturali liguri e torinesi. Nel 1927 si
trasferisce a Firenze dove collabora con l'editore Bemporad. Nel capoluogo toscano gli anni precedenti erano stati
fondamentali per la nascita della poesia italiana moderna. Le prime liriche di Ungaretti per "Lacerba", e l'accoglienza
di poeti come Cardarelli e Saba presso gli editori fiorentini avevano gettato le basi di un profondo rinnovamento
culturale che neppure la censura fascista avrebbe potuto spegnere. Montale entra in punta di piedi nell'officina della
poesia italiana con un "signor biglietto da visita", l'edizione degli "Ossi di Seppia" del 1925.
Mentre la sua fama di poeta cresce, si dedica anche a traduzioni di poesie e testi teatrali, in prevalenza inglesi.
Terminata la Seconda Guerra mondiale si iscrive al Partito d'Azione e inizia un'intensa attività con varie testate
giornalistiche. Nel 1948 si trasferisce a Milano dove inizia la sua collaborazione con il Corriere della Sera, per conto
del quale compie molti viaggi e si occupa di critica musicale.
Montale raggiunge fama internazionale, attestata dalle numerose traduzioni in svariate lingue delle sue poesie.
Nel 1967 viene nominato senatore a vita.
Nel 1975 arriva il riconoscimento più importante: il Premio Nobel per la Letteratura.
Muore a Milano il 12 settembre 1981, poco prima di compiere 85 anni, nella clinica San Pio X dove si trovava
ricoverato per problemi conseguenti a una vascolopatia cerebrale. Viene sepolto accanto alla moglie Drusilla nel
cimitero vicino alla chiesa di San Felice a Ema,nella periferia di Firenze.
Inquadramento storico
Grande Guerra e avvento del Fascismo.
Entrato all'Accademia militare di Parma, fa richiesta di essere inviato al
fronte, e dopo una breve esperienza bellica (rimase al fronte all'incirca
dal gennaio al novembre del '18) in Vallarsa e Val Pusteria, viene
congedato nel 1920.Negli anni tra il '19 e il '23, conosce a Monterosso
Anna degli Uberti (1904-1959), protagonista femminile in un insieme di
poesie montaliane, trasversali nelle varie opere, note come "ciclo di
Arletta" (chiamata anche Annetta o capinera).
Nel 1924 conosce la giovane di origine peruviana Paola Nicoli, anch'ella
presente negli “Ossi di seppia” e ne “Le occasioni”.
È il momento dell'affermazione del fascismo, dal quale Montale prende
subito le distanze sottoscrivendo nel 1925 il Manifesto degli intellettuali
antifascisti di Benedetto Croce. Montale vive questo periodo nella
"reclusione" della provincia ligure, che gli ispira una visione
profondamente negativa della vita.
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