Meriggiare pallido e assorto Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d’orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi. Nelle crepe del suolo o su la veccia spiar le file di rosse formiche ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com’è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia Parafrasi Passare un pomeriggio molto caldo e pallido vicino a un caldissimo recinto di un giardino, ascoltare tra i pruni e le sterpi alcuni canti fastidiosi dei merli e fruscii dei serpenti. Nelle crepe del suolo o sulla pianta osservare delle file di formiche rosse, che ora si dividono e ora si riuniscono, in cima a piccolissimi mucchietti di terra . Guardare in lontananza delle onde che si accavallano ( si seguono ) , mentre si alzano tremolanti friniti di cicale dalle alture che non possiedono vegetazione . E andando nel sole che gli abbaglia , sentire con tanta tristezza è realmente ( la natura ). in questo camminare di fianco a un muro che ha in cima cocci taglienti di bottiglia. Commento Scritta da Eugenio montale nel 1916 , il poeta descrive perfettamente il luogo in cui si trova , nella poesia si esplicita il contatto con la natura ma allo stesso momento esplicita una delle cose che all’uomo viene difficile comprendere ossia la natura . Essa in questo caso viene vista nella stessa poesia , in due modi differenti il poeta tende a descrivere la bellezza della natura ( in cui lui si trova ) ma descrive allo stesso identico livello la solitudine che potrebbe provare un ’uomo in tutta quella bellezza . Immagini