Gennaio 2015 Mercati Globali: Outlook 2015 Mercati più volatili: allacciate le cinture! Andreas Utermann, Global Chief Investment Officer (CIO) guidano la crescita economica globale 1 USA sostegno dalla politica delle Banche 2 Forte Centrali Gli Stati Uniti restano il motore principale della moderata crescita economica mondiale: nel 2015, secondo le nostre previsioni, sarà pari al 3,7% (rispetto al 3,25% nel 2014). Nonostante un aumento dei rischi, l’Eurozona dovrebbe riuscire a confermare una ripresa economica, seppur fragile, evitando la recessione. Nel 2015 la politica delle Banche Centrali manterrà un ruolo fondamentale. La politica monetaria rimarrà espansiva, ma potrebbe prendere direzioni divergenti: graduale inasprimento negli USA e nel Regno Unito, continuo allentamento nell’area Euro e in Giappone. selettivo ai risk asset per la 3 Approccio maggiore volatilità In un contesto di Financial Repression, gli asset rischiosi offrono ancora il potenziale di rendimento nel lungo termine più interessante. A fronte della crescente volatilità e dei possibili rischi all’orizzonte, occorrerà tuttavia un approccio più selettivo e attento nella ricerca delle migliori opportunità di investimento. Eurozona: nonostante le debolezze del quadro economico emerse nella seconda metà del 2014, rimaniamo convinti che l’area Euro riuscirà a evitare recessione e deflazione. Tale scenario risulta confermato dall’evidente ripresa nella crescita degli aggregati monetari, dai trend più positivi del mercato del credito e dalla stabilizzazione sul fronte di lavoro e consumi privati, anche se i rischi al ribasso restano più elevati che altrove. USA: dopo un inizio debole, nel 2014 l’economia USA si è ripresa diventando il motore principale della crescita globale. La Federal Reserve dovrebbe alzare i tassi d’interesse a partire da metà 2015, mantenendoli però per lungo tempo al di sotto di quello che viene considerato un livello “neutrale”. Giappone: ci aspettiamo un rimbalzo della crescita, dopo la forte contrazione nella primavera/estate del 2014. Nel medio periodo, a seguito dell’aumento dell’IVA, le prospettive sono ancora eterogenee. Le esportazioni sono favorite dalla debolezza dello yen, ma la domanda interna risente del calo del reddito disponibile e degli investimenti ancora deboli. Nel breve termine, il rinnovato impegno della Bank of Japan ad accelerare l’allentamento monetario dovrebbe sostenere le quotazioni. Mercati Emergenti: i dati economici dipingono un quadro contrastante, caratterizzato da una crescita più lenta in Cina e da prospettive non uniformi per gli altri Paesi emergenti. Se le economie in via di sviluppo evidenziano ancora un’espansione del PIL più elevata, le aree avanzate godono ora di dinamiche di crescita generalmente più favorevoli. La decelerazione della Cina e il calo dei prezzi delle commodity accrescono le difficoltà dell’Asia e dei Paesi esportatori di materie prime. www.allianzglobalinvestors.it DOCUMENTO ILLUSTRATIVO DI APPROFONDIMENTO CHE NON COSTITUISCE OFFERTA AL PUBBLICO DI PRODOTTI/ SERVIZI FINANZIARI Understand. Act. 2 Mercati Globali: Outlook 2015 2015: le nostre principali convinzioni Understand: Continua la Financial Repression con tassi e rendimenti reali bassi per un periodo di tempo prolungato. Non ci sono alternative ai risk asset per gli investitori. MONETARIE DIVERGENTI, MA IL CONTESTO GLOBALE RIMANE NEL 1 POLITICHE COMPLESSO ACCOMODANTE • La politica delle Banche Centrali resterà probabilmente il fattore più importante per l’andamento dei mercati finanziari nel 2015. • L’attuale orientamento molto espansivo dovrebbe accompagnarci anche nel prossimo futuro, nonostante un iniziale inasprimento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e della Bank of England. • Nel corso dell’anno la politica monetaria di USA e Regno Unito dovrebbe divergere da quella di Eurozona e Giappone. • In tale contesto è prevedibile un apprezzamento del dollaro. TRAINANO LA CRESCITA ECONOMICA GLOBALE NONOSTANTE ALCUNE 2 USA INCERTEZZE • La ripresa dell’economia americana si conferma il fattore determinante per la crescita globale. Dinamiche di crescita inferiore alle aspettative in Giappone, nell’Eurozona e nei Paesi emergenti continuano a rappresentare elementi di criticità. • La debolezza dei dati dell’Eurozona è essenzialmente legata alle tensioni geopolitiche in Ucraina, che hanno influito sul sentiment e sulle esportazioni in Russia nel primo semestre 2014. I rischi di recessione sono aumentati, ma per ora prevalgono le previsioni di crescita, seppur inferiore al trend. 3 PROSEGUE LA LOTTA ALLA DISINFLAZIONE • Il recente crollo dei prezzi delle commodity globali ha alimentato nuove pressioni disinflazionistiche nel breve periodo. • In Giappone, la politica aggressiva di allentamento monetario finora non è riuscita a influire in modo significativo sulle attese di inflazione interna, provocando invece un’ulteriore significativa svalutazione dello yen. Tale situazione aumenta le pressioni disinflazionistiche a livello globale. • Le autorità dell’Eurozona stanno valutando nuove misure di allentamento monetario in risposta alle radicate aspettative di disinflazione. 4 VOLATILITÀ • La volatilità, misurata dal Chicago Board Options Exchange Market Volatility Index (VIX), dovrebbe restare bassa per un prolungato periodo di tempo come conseguenza del quantitative easing. Periodicamente potremmo assistere a un’impennata della volatilità. • La maggiore instabilità potrebbe essere provocata da vari fattori, quali l’acuirsi delle tensioni geopolitiche (Ucraina, Medio Oriente), possibili default di emittenti sovrani, rinnovati timori di rottura dell’Eurozona e rischi di deflazione globale. 5 ILLIQUIDITÀ DEL MERCATO • Probabilmente è un rischio sottovalutato. • Le brusche e improvvise correzioni del mercato nello scorso autunno sono un esempio di ciò che potrebbe riservarci il 2015. Mercati Globali: Outlook 2015 2015: implicazioni per gli investimenti Act: La maggiore instabilità dei mercati richiede un approccio selettivo e razionale. ASSET ANCORA FONDAMENTALI PER I RENDIMENTI DEGLI 1 RISK INVESTITORI Financial Repression e bassi rendimenti reali: anche considerando una crescente volatilità, i risk asset risultano ancora interessanti, sebbene con maggiore selezione rispetto al recente passato, poiché offrono un migliore potenziale di rendimento a lungo termine superiore all’inflazione. 2 APPROCCIO PIÙ SELETTIVO Data la maggiore difficoltà di ottenere rendimenti dal puro beta, è opportuno accostarsi all’investimento azionario con un atteggiamento più selettivo. In pratica, ciò significa focalizzarsi sulle società che beneficiano di una crescita a lungo termine. La volatilità delle valute potrà inoltre fornire opportunità di generazione di alpha. 3 IMPORTANZA DEI DIVIDENDI L’investitore azionario deve considerare l’importanza dei dividendi nell’ambito del portafoglio come fonte di rendimento nel lungo termine, e selezionare quindi le società in grado di mantenere costanti o aumentare le distribuzioni. 4 DIVERSIFICAZIONE: NON SOLO DEBITO SOVRANO La lunga fase di rialzo del mercato obbligazionario probabilmente è giunta al termine. Risulta quindi fondamentale diversificare dal debito sovrano, considerando anche obbligazioni e valute dei mercati emergenti. 5 ATTENZIONE ALLA VOLATILITÀ Se le prospettive a lungo termine si confermano positive, sono tuttavia possibili temporanee fasi di instabilità dei mercati, soprattutto a causa di avvenimenti inattesi che potrebbero provocare aumenti della volatilità. Le correzioni di mercato potrebbero essere sfruttate per investire nei titoli preferiti a valutazioni più attraenti. 3 4 Mercati Globali: Outlook 2015 Outlook 2015: dal beta rendimenti sempre meno interessanti Dopo essere stati inizialmente sostenuti dalle misure aggressive di quantitative easing (QE) varate dalle Banche Centrali dell’OCSE in seguito alla grande crisi finanziaria del 2007/2008, nel corso del 2014 i rendimenti di mercato sono diventati più contenuti e volatili, come era prevedibile. Continuiamo a credere che questo sarà anche lo scenario futuro: rendimenti nominali modesti per titoli azionari e obbligazionari in un contesto che continuerà ad essere caratterizzato dalla Financial Repression. Crescita del PIL globale e inflazione ancora contenute Con l’aumento dell’indebitamento del settore privato (esclusi servizi finanziari) su scala globale a livelli storicamente elevati, la crescita economica mondiale si è rivelata ancora deludente. Dal 2007/ 2008 la crescita tendenziale è rimasta sostanzialmente inferiore rispetto al periodo pre-crisi, con l’Eurozona sull’orlo della recessione. La Cina è entrata in una fase di profonda trasformazione, con tutte le incertezze legate al passaggio da un’economia orientata all’esportazione a un modello basato sui consumi interni. I mercati emergenti globali risentono dei disinvestimenti legati ai timori di inasprimento dei tassi da parte della Federal Reserve americana. Solo USA e Regno Unito sembrano avviati verso una traiettoria di crescita che si potrebbe definire ‘normale’. Di conseguenza, l’inflazione resta modesta e le attese di inflazione per la maggior parte delle economie tendono al ribasso, un trend rafforzato dall’impatto disinflazionistico della rapida e forte svalutazione dello yen. Un aiuto dal prezzo del petrolio? Anche l’altrettanto rapido calo del prezzo del petrolio – al momento in cui scriviamo il Brent è sceso al di sotto di 60 dollari al barile – contribuisce a creare un contesto disinflazionistico che potrebbe consentire alle Banche Centrali dell’OCSE di mantenere più a lungo una politica monetaria accomodante. Inoltre, il mantenimento del prezzo del petrolio a livelli contenuti (a causa della crescita economica modesta per molti anni, della maggiore produzione di petrolio di scisto e dello sviluppo delle fonti di energia alternative), potrebbe avere alcune conseguenze positive: l’aumento del potere di acquisto dei consumatori, in particolare negli USA, la riduzione dei costi dei fattori produttivi delle imprese e il miglioramento delle partite correnti delle economie emergenti dipendenti dalle risorse naturali. Geopolitica Nel 2015 si prospetta un contesto geopolitico molto difficile: Ucraina, ISIS, Medio Oriente e Eurozona sono ovviamente i punti di maggiore attenzione. La politica dell’Eurozona sembra presentare i maggiori rischi per le potenziali ripercussioni non riflesse nei prezzi di mercato: gli spread degli emittenti core e periferici – con la rilevante eccezione della Grecia – sono vicini ai livelli minimi pre-crisi o addirittura ai minimi storici. La Grecia si avvia verso nuove elezioni, mentre sono possibili elezioni a sorpresa in Spagna e Italia. Nel Regno Unito, poi, il voto potrebbe presagire un pericoloso referendum sull’uscita dall’UE. Gli elementi di disturbo non mancano, nonostante la prospettiva di un QE sul debito sovrano da parte della BCE. “Il nostro scenario per i mercati finanziari nel 2015 è una replica del 2014, fatta eccezione per i rendimenti obbligazionari, che nella migliore delle ipotesi resteranno invariati.” Andreas Utermann, Global CIO L’investimento implica dei rischi. Il valore di un investimento e il reddito che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe non ricevere l’importo originariamente investito. I rendimenti passati non sono indicativi dei quelli futuri. Se la valuta in cui sono espressi i rendimenti passati differisce dalla valuta del paese di residenza dell’investitore, quest’ultimo potrebbe essere penalizzato dalle fluttuazioni dei tassi di cambio fra la propria valuta e quella di denominazione dei rendimenti al momento di un’eventuale conversione. Le informazioni e le opinioni espresse nel presente documento, soggette a variare senza preavviso nel tempo, sono quelle della società che lo ha redatto o delle società collegate, al momento della redazione del documento medesimo. I dati contenuti nel presente documento derivano da fonti che si presumono corrette e attendibili ma non sono state verificate da terze parti indipendenti. 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