Neutralizzare il vega – Strategie di stabilizzazione della volatilità Questo articolo introduce le strategie di stabilizzazione di volatilità come soluzione per incrementare le alternative di investimento e ridurre i rischi legati alle variazioni della volatilità per chi investe in opzioni realizzare alcuna strategia di delta hedging. L’obiettivo, in questo caso, sono i rendimenti a scadenza (o alle date di stacco di eventuali cedole) più che la volatilità implicita, dal momento che l’investitore non trarrà in genere profitto da eventuali variazioni di quest’ultima. Alte volatilità implicite, scarsa liquidità o totale inesistenza di un mercato per le opzioni possono compromettere, per chi investe in prodotti strutturati, l’accesso a molte tipologie di sottostanti. Inoltre, anche quando esiste un mercato liquido per le opzioni, rimane da valutare l’opportunità di “pagare” la volatilità implicita del momento (v. figura 1). L’attuale regime di alta volatilità conseguente alla recente crisi dei mercati, per esempio, ha comportato un incremento dei premi che riflette condizioni di mercato caratterizzate da estrema incertezza. Tali condizioni difficilmente si manterranno stabili nel lungo periodo con un probabile rallentamento dei prezzi delle opzioni in occasione dell’uscita dalla crisi. Questa tesi trova conferma anche in molti modelli teorici in cui la volatilità evolve seguendo processi con mean reversion, tende cioè, nel lungo periodo, verso livelli di equilibrio tipicamente più bassi di quelli osservati durante le crisi borsistiche. Una delle possibili soluzioni ai problemi descritti sopra è 1 SPMIB volatility 40,00% 35,00% Volatilità implicita Volatilità storica a 20 giorni 30,00% 25,00% 20,00% 15,00% 10,00% 5,00% 0.00% set 03 feb 04 lug 04 dic 04 mag 05 ott 05 mar 06 ago 06 gen 07 giu 07 nov 07 apr 08 set 08 Volatilità implicita e volatilità storica: Il grafico mostra come la volatilità realizzata sia spesso inferiore all’implicita di Black e Scholes ovvero come le opzioni siano spesso quotate a premio rispetto al costo di copertura Fonte: Bloomberg, RBS Secondo il modello di Black e Scholes la volatilità è una misura per il costo atteso di copertura (hedging) di una posizione in opzioni: un’opzione può essere replicata mediante una strategia autofinanziante che utilizzi solo l’attività sottostante e un’obbligazione che renda il tasso privo di rischio. Il costo di mantenimento di tale strategia dipende dalla volatilità realizzata dei rendimenti dell’attività sottostante: più elevata è la volatilità realizzata maggiore la frequenza dei ribilanciamenti e quindi il costo di copertura. Assumendo assenza di arbitraggio tale costo dovrebbe essere uguale al valore dell’opzione. Tutti i modelli per la valutazione dei derivati si basano sull’ipotesi che la dinamica della volatilità sia nota a priori, tale ipotesi non trova conferma nei test empirici. Il valore di mercato delle opzioni viene continuamente corretto per tenere conto delle aspettative riguardo la volatilità futura e la forma della distribuzione attesa dei rendimenti del sottostante. In particolare lo smile che comunemente si osserva per le volatilità implicite estratte usando il modello di Black e Scholes rifletterebbe il fatto che i rendimenti delle attività finanziarie non si distribuiscono normalmente e che la volatilità locale è negativamente correlata con i prezzi. In altri termini: la volatilità aumenterebbe in corrispondenza di un ribasso dei prezzi e diminuirebbe in caso di rialzo. Una strategia d’investimento che includa le opzioni non può prescindere dall’analisi dell’esposizione al rischio di variazioni della volatilità (vega), che va considerata una ‘asset class’ a sé stante riservata a chi negozia opzioni a livello professionale. Un trader di volatilità acquista opzioni su sottostanti per i quali ritiene la volatilità implicita troppo bassa e vende opzioni su quei sottostanti per i quali la volatilità implicita è giudicata troppo elevata. Se le sue aspettative si realizzano ottiene un profitto dall’hedging dinamico della posizione negoziando il gamma (la volatilità realizzata), oppure chiudendo la posizione prima della scadenza approfittando di variazioni favorevoli della volatilità implicita. L’approccio ai derivati di clienti retail o controparti istituzionali quali compagnie di assicurazione, fondi di investimento o fondazioni è diverso. Questi investitori acquistano generalmente opzioni e prodotti strutturati con un’ottica direzionale e senza LE AZIENDE INFORMANO l’implementazione di strategie di stabilizzazione della volatilità (o volcapping). Tali strategie consentono di strutturare opzioni che non presentano esposizione alle variazioni di volatilità ovvero opzioni a vega nullo. Dato un sottostante generico St questo risultato si ottiene ribilanciando continuamente la partecipazione αt della strategia sottostante l’opzione Pt = αt St in maniera da mantenere la volatilità realizzata il più vicino possibile ad un livello di volatilità target k. In questo modo il rischio che la strategia risulti eccessivamente volatile o troppo conservativa viene neutralizzato. In pratica per il cosiddetto volcap iperbolico ogni giorno viene calcolata la volatilità storica st utilizzando n rendimenti passati: la partecipazione viene fissata in maniera che, ogni giorno, sia verificata la condizione αt = k/st: quando st > k la partecipazione αt viene ridotta, quando invece st < k la partecipazione viene incrementata. Spesso vengono introdotti dei limiti per la partecipazione per evitare leverage eccessivo in caso di volatilità realizzate molto basse. Un’altra variante molto diffusa della strategia comporta l’introduzione di bande (bucket) di volatilità più o meno ampie. Per ogni bucket la partecipazione αt è costante e definita in maniera da ottenere un livello di volatilità sempre inferiore a k finché st rimane all’interno del bucket. In questo modo vi è un ribilanciamento solo quando vengono registrati livelli di st al di fuori del bucket corrente. L’introduzione di un meccanismo di ribilanciamento a bande, oltre che ridurre la frequenza dei ribilanciamenti e quindi i costi di transazione, riduce il rischio che il livello di volatilità della strategia cresca troppo velocemente (slippage). In particolare, nel caso di turbolenze di mercato, una strategia che implementi il volatility bucketing è più efficace del volcapping iperbolico nel mantenere la volatilità realizzata media al di sotto del livello target (v. figura 2). Gli algoritmi di ribilanciamento per il volcapping utilizzano la volatilità passata come proxy per quella futura controllando costantentemente il rischio associato al sottostante e contemporaneamente sfruttando la correlazione negativa tra volatilità e prezzi. Quando la volatilità sale l’algoritmo riduce il livello di leva assumendo che i prezzi scenderanno come conseguenza dell’incremento del livello di rischio, al contrario, quando la volatilità si riduce, la strategia incrementa l’esposizione. La copertura di opzioni su strategie a volatilità stabilizzata richiede strumenti di hedging e procedure di risk management 2 Volatility bucketing e volcap iperbolico 350% Volcap iperbolico 300% Partecipazione 250% adeguate. Il meccanismo di stabilizzazione della volatilità può infatti complicare la gestione della strategia di delta hedging. Per esempio, nel caso di bucketed volcap, bucket adiacenti possono presentare livelli di partecipazione molto diversi tra loro. Tali discontinuità nel livello di partecipazione possono dare luogo a costi aggiuntivi in occasione dei ribilanciamenti specialmente su sottostanti poco liquidi. Un altro aspetto da non sottovalutare è l’impatto della correlazione negativa tra i prezzi e le volatilità che introduce una componente corta gamma aggiuntiva al profilo di rischio dell’opzione. Quando il mercato scende la volatilità, poichè negativamente correlata con i prezzi, sale. Di conseguenza la partecipazione deve essere aggiustata al ribasso contemporaneamente alla riduzione del delta derivante dal gamma dell’opzione. L’opposto accade in caso di mercato che cresce. Il profilo del gamma della posizione nel suo complesso risulta dunque peggiorato dalla presenza della strategia di stabilizzazione. Malgrado presenti alcune difficoltà operative e richieda particolare cura nella fase di hedging, quando è implementata correttamente la stabilizzazione della volatilità permette di scrivere opzioni su qualsiasi sottostante che presenti adeguati livelli di liquidità, anche in assenza di un mercato per le opzioni. Gli algoritmi per il volcapping possono essere applicati a qualsiasi strategia di asset management accessibile o replicabile mediante strumenti quotati (i.e. fondi di investimento su mercati emergenti, ETF o strategie di trading algoritmico). L’assenza di esposizione alla volatilità garantisce che non vi siano costi per la copertura del vega, quindi l’investitore non paga alcun premio per il rischio di future variazioni della volatilità del sottostante. Lo scopo principale dell’attività di asset allocation è la ricerca di opportunità di investimento che offrano rendimenti attesi e livelli di rischio coerenti con le preferenze degli investitori. Dato un livello per la volatilità (il rischio) si cerca di ottimizzare il portafoglio per il rendimento più elevato possibile. Uno dei pricipali problemi collegati a questo approccio è la stima della volatilità futura del portafoglio di investimento. In tale contesto le strategie di stabilizzazione della volatilità applicano l’ingegneria finanziaria con un obiettivo di gestione del portafoglio: l’investitore sceglie l’asset class, l’asset manager oppure direttamente l’attività sottostante e poi stabilisce un livello di volatilità massimo che è disposto a sopportare. Le strategie di stabilizzazione della volatilità rappresentano un’importante innovazione per la massimizzazione dell’utilità degli investitori e il confronto tra diverse alternative di investimento. Il back testing spesso infatti trascura la volatilità realizzata e investimenti particolarmente rischiosi vengono talvolta messi a confronto con strategie più conservative. Con il volcapping i rendimenti di diversi sottostanti possono essere confrontati su un livello di parità seguendo un approccio che sia coerente con le opportune pratiche di risk managemene in cui i risultati vengono accuratamente pesati per il rischio. 200% Bucket 150% 100% 50% 0% 5% 15% 25% 35% 45% 55% 65% 75% Giulio Alfinito ABN AMRO Bank NV* Corporate Director – Equity Derivatives Structuring T. +44 (0)20 7678 2413 E. [email protected] Volatilità realizzata Due strategie a confronto: La strategia con bucketing mantiene un livello di partecipazione sempre inferiore a quella del volcap iperbolico. La figura mostra il profilo di una strategia con livello di volatilità target k pari a 15% e ampiezza dei bucket pari a 5% *ABN AMRO group companies are subsidiary undertakings of The Royal Bank of Scotland Group plc