L’analisi della volatilità
Volatilità e correlazione
Unipol
Snia
2.70
2.65
2.60
2.55
2.50
2.45
2.40
2.35
2.30
2.25
2.20
2.15
2.10
2.05
2.00
1.95
1.90
1.85
1.80
1.75
1.70
1.65
1.60
1.55
1.50
1.45
1.40
1.35
1.30
1.25
1.20
1.15
1.10
1.05
1.00
0.95
0.90
0.85
0.80
4.30
4.25
4.20
4.15
4.10
4.05
4.00
3.95
3.90
3.85
3.80
3.75
3.70
3.65
3.60
3.55
3.50
3.45
3.40
3.35
3.30
3.25
3.20
3.15
3.10
3.05
3.00
2.95
O N D 2001
A M J J A S O N D 2002
A M J J A S O N D 2003
D 2001 M A M J J A S O N D 2002
A M J J A S O N D 2003
Qual è la volatilità di ognuno dei due titoli? Æ
analisi della variabilità
Qual è la relazione fra le due serie storiche? Æ
analisi della correlazione
1
La volatilità delle attività finanziarie
„
Due approcci:
La scuola della option pricing Æ volatilità implicita
Le variazioni dei prezzi vengono modellate considerando il
tempo continuo
‰ La scuola della previsione statistica Æ volatilità statistica
Le variazioni dei prezzi e la correlazione vengono modellate
considerando il tempo discreto
‰
„
NB: in entrambe le scuole volatilità e correlazione
vengono considerate come parametri di particolari
processi stocastici utilizzati per modellare le
variazioni dei prezzi.
Confronto fra distribuzioni con diversa
variabilità
M ( X ) = M (Y )
V ( X ) > V (Y )
Y
X
2
Rilevanza dello studio della volatilità
La volatilità dei cambi influenza: le riserve internazionali,
il valore delle commesse in valuta estera espresse in
moneta nazionale, la bilancia dei pagamenti Æ effetti sui
salari, sui prezzi dei beni di consumo, sulla produzione e
sull’occupazione.
•CAPM (Capital Asset Pricing Model): modello di
gestione di un portafoglio. Hp: relazione diretta fra
rendimento e volatilità.
•Pricing delle opzioni.
•Effetto leverage: la volatilità dei rendimenti tende a
crescere dopo rendimenti negativi e a diminuire dopo
rendimenti positivi.
La volatilità statistica
Rischio di un investimento: probabilità di perdere o ridurre il valore
dell’investimento iniziale, derivante da un movimento avverso nelle variabili di
mercato a cui l’investimento stesso è collegato.
Rischio generalmente espresso in termini di volatilità del rendimento.
Esempio 1
Volatilità di ENI inizio 2001 Æ 27% del valore medio
Volatilità di Vitaminic inizio 2001 Æ 55% del valore medio
Rendimento di Vitaminic in un arco di 5 mesi Æ 120% del rendimento di ENI
Esempio 2
Volatilità di Enel primi 5 mesi 2001 Æ 18.34%
Volatilità di Seat Pagine Gialle primi 5 mesi 2001 Æ 48%
Rendimento negativo di Seat 3 volte superiore a quello negativo di Enel
Maggiore volatilità comporta possibili maggiori perdite e maggiori guadagni.
La volatilità può offrire grosse opportunità a chi accetta e impara a gestire il suo
lato negativo: il rischio.
3
La volatilità statistica (2)
„
E’ una misura delle fluttuazioni dei rendimenti (e quindi dei prezzi).
Pertanto essa rappresenta una misura di rischio dell’attivo
finanziario.
„
La volatilità non è direttamente osservabile.
Ad esempio,
considerando la serie dei rendimenti giornalieri dell’indice DAX, la
volatilità giornaliera non è direttamente osservabile dai rendimenti,
dato che esiste una sola osservazione per giorno.
„
Tuttavia, guardando alla serie dei rendimenti, si osservano clusters
di volatilità, cioè la volatilità può essere alta in alcuni periodi di
tempo e bassa in altri (volatility clustering).
„
C’è quindi persistenza (autocorrelazione) nella volatilità: alta (bassa)
volatilità tende ad essere seguita da alta (bassa) volatilità.
„
La volatilità non sembra crescere indefinitamente, ma, piuttosto,
sembra variare all’interno di un intervallo fisso. Da un punto di vista
statistico può quindi essere modellata con un modello stazionario.
La volatilità statistica (3)
„
Se la volatilità è autocorrelata in maniera
sostanziale, significa che ha margini di prevedibilità,
al contrario dei rendimenti che non sono (o sono
poco) prevedibili.
„
In parecchi casi la volatilità sembra reagire
differentemente (asimmetria della volatilità) a grandi
incrementi di prezzo (grandi rendimenti positivi) o a
grandi cadute di prezzo (grandi rendimenti negativi).
„
Queste evidenze empiriche devono essere tenute
presenti nel costruire modelli per i rendimenti.
4
Comparabilità delle misure di variabilità
„
„
„
„
Presupposto: i rendimenti sono incorrelati nel tempo Æ
impossibilità di prevedere i rendimenti futuri sulla base dei
rendimenti passati;
Æ L’incertezza aumenta all’aumentare della lunghezza
dell’intervallo temporale considerato (la variabilità media
calcolata su n rendimenti giornalieri cresce al crescere di n)
Æ impossibilità di confrontare la varianza calcolata su n giorni
con la varianza calcolata su m giorni e di confrontare la
varianza calcolata su rendimenti con diversa frequenza temp.
Æ Deviazione standard in termini annuali (sotto l’ipotesi di
rendimenti indipendenti):
σ annuale = (σ A ) ⋅100
Dove A è un fattore di annualizzazione, pari al numero di rendimenti in un
anno Æ possibilità di confrontare (sulla stessa scala) la volatilità di
rendimenti aventi diversa frequenza temporale
Comparabilità delle misure di variabilità (2)
„
Il fattore A è una costante di normalizzazione:
la varianza cresce al crescere dell’intervallo
di tempo considerato, ma il fattore di
annualizzazione decresce.
„
Solitamente, per convertire la deviazione
standard giornaliera in un valore percentuale
annualizzato, si utilizza il numero di giorni di
trading compresi in un anno. In genere per
rendimenti giornalieri A= 250 o 252.
5
Alcune misure empiriche di volatilità
- Varianza storica (o realized volatility)
E’ semplicemente la varianza dei rendimenti calcolata sull’intero periodo
campionario:
σˆ r2 =
Dove r
1 T
1 T 2
(rt − r ) 2 ≅
∑
∑ rt
T − 1 t =1
T − 1 t =1
è la media campionaria dei rendimenti (solitamente prossima a zero
se la frequenza è piuttosto elevata. Non per dati mensili).
Esempio Unipol e Snia 1992-2003
Giornallieri
media r_t
var r_t
media r_t^2
Rendimenti giornalieri
Varianze annualizzate
SNIA
UNIPOL
SNIA
UNIPOL
0.000183346 0.000149206
0.000488695 0.000255208
12.2173862 6.380199
0.000488729 0.00025523
Settimanali
media r_t
var r_t
media r_t^2
0.001158408 0.001285114
0.002977409 0.001286088
0.002978753 0.001287454
15.48252476 6.687657
Mensili
media r_t
var r_t
media r_t^2
0.005772595 0.005097992
0.011361845 0.004713097
0.011395435 0.004739294
13.6342142 5.655716
SNIA
varianza
calcolata
sull'ultimo anno
UNIPOL
0.000243029
0.0000221
Confronta con la varianza
calcolata su tutto il periodo
12.2174=0.000489*250*100; 15.48=0.00298*52*100 …
Alcune misure empiriche di volatilità (2)
-Varianza mobile
E’ la varianza calcolata su intervalli di ampiezza fissa t , dove però le
osservazioni sono continuamente aggiornate includendo nell’intervallo
l’osservazione più recente ed escludendo la più vecchia:
σˆ =
2
r ,t
1
τ
t
∑τ (r − r )
i =t − +1
i
2
≅
1
τ
t
∑τ r
2
i
i =t − +1
•
E’ una media aritmetica semplice (pesi uguali per tutti i rendimenti)
•
Utilizzata in alcuni casi come previsione approssimata della volatilità futura
nei modelli di pricing delle opzioni che maturano in n giorni; ragionevole per
previsioni a breve termine;
•
Comunemente utilizzata come stima della volatilità nella matrice di
covarianza ad n giorni per la misura del rischio di portafoglio;
•
Utilizzo del fattore di annualizzazione per confronti; Ad esempio: previsione
della volatilità nei prossimi 6 mesi Æ ultimi 26 rendimenti settimanali con
A=52.
6
Esempio. Volatilità mobile su Snia. 31/7/199231/1/2003. Rendimenti settimanali
Le diverse stime della volatilità sono state annualizzate con A=52
350
300
250
200
tau=5
tau=15
tau=30
150
100
50
17/11/2002
17/07/2002
17/03/2002
17/11/2001
17/07/2001
17/03/2001
17/11/2000
17/07/2000
17/03/2000
17/11/1999
17/07/1999
17/03/1999
17/11/1998
17/07/1998
17/03/1998
17/11/1997
17/07/1997
17/03/1997
17/11/1996
17/07/1996
17/03/1996
17/11/1995
17/07/1995
17/03/1995
17/11/1994
17/07/1994
17/03/1994
17/11/1993
17/07/1993
17/03/1993
17/11/1992
17/07/1992
0
Picco: attentato torri gemelli. L’effetto dell’attentato permane per un intervallo
pari a tau: effetto fantasma (ghost) dovuto unicamente al periodo della m.m.
Esempio. Volatilità mobile su ENI. 3 gen 2000 –
31 ott 2001. Rendimenti giornalieri – Codice in R
7
Volatilità con medie mobili esponenziali
La misura di volatilità mobile non è soddisfacente dato che tutti i rendimenti
hanno lo stesso peso all’interno della formula Æ medie mobili esponenziali
Æ peso superiore alle osservazioni più recenti Æ considerano l’ordine
temporale dei rendimenti.
- Varianza mobile esponenziale
σˆ t2 = (1 − λ )(rt − r ) 2 + λσˆ t2−1 ≅ (1 − λ )rt 2 + λσˆ t2−1
Problema dell’inizializzazione: prima previsione uguale al rendimento al
quadrato del tempo 0.
Dove λ è la costante di lisciamento. Si attribuisce un peso pari a (1- λ)
all’ultimo valore osservato.
Intensità della reazione della volatilità agli eventi
(1 − λ )rt 2
del mercato: al decrescere di λ aumenta la
velocità di reazione all’informazione di mercato
compresa nel rendimento di oggi;
λσˆ t2−1
Persistenza della volatilità: indipendentemente da ciò
che accade sul mercato, se la volatilità è stata elevata ieri
essa sarà elevata anche oggi.
Volatilità con medie mobili esponenziali (2)
Tramite sostituzioni successive si ha:
t
σˆ t2 = (1 − λ )∑ λi rt 2−i
i =0
Alcune considerazioni sulla costante di lisciamento
- Utilizzando la media mobile esponenziale, la stima della volatilità
risultante reagirà immediatamente alla presenza di un eventuale
rendimento molto elevato. L’effetto di tale rendimento sulla stima della
volatilità diminuirà gradualmente col passare del tempo. La reazione della
stima della volatilità con media mobile esponenziale agli eventi del
mercato persiste perciò nel tempo con una forza che dipende dalla
costante di lisciamento. Più alto il valore della costante, maggiore sarà il
peso attribuito alle osservazioni più lontane e più la serie risulterà lisciata.
- L’effetto di un singolo evento diminuisce perché 0 < λ < 1. Più la costante
di lisciamento si avvicina a 1, più la volatilità risulta persistente.
8
Volatilità con medie mobili esponenziali (3)
Alcune considerazioni sulla costante di lisciamento (continua)
- Valori elevati della costante comportano una bassa reazione agli eventi di
mercato, ma una elevata persistenza della volatilità; un basso valore della
costante produce stime della volatilità altamente reattive che rapidamente
vengono riassorbite (bassa persistenza).
Esempio su Snia (rendimenti settimanali). Valori annualizzati
300
250
200
lambda=0.8
150
lambda=0.95
100
50
24/11/2002
24/07/2002
24/03/2002
24/11/2001
24/07/2001
24/03/2001
24/11/2000
24/07/2000
24/03/2000
24/11/1999
24/07/1999
24/03/1999
24/11/1998
24/07/1998
24/03/1998
24/11/1997
24/07/1997
24/03/1997
24/11/1996
24/07/1996
24/03/1996
24/11/1995
24/07/1995
24/03/1995
24/11/1994
24/07/1994
24/03/1994
24/11/1993
24/07/1993
24/03/1993
24/11/1992
24/07/1992
0
Esempio. Volatilità mobile su ENI. 3 gen 2000 –
31 ott 2001. Rendimenti giornalieri – Codice in R
9
Volatilità con medie mobili esponenziali (4)
„
„
„
„
„
N.B.: i parametri di reazione e persistenza non sono indipendenti
perché la loro somma è sempre pari a uno.
Æ quale valore utilizzare quindi per la costante di lisciamento?
Una regola pratica in molti mercati è quella di utilizzare
approssimativamente 0.75< λ <0.98.
Estremo inferiore Æ alta reattività, bassa persistenza. Per
previsioni a breve termine.
Estremo superiore Æ alta persistenza, bassa reattività. Per
previsioni a lungo termine.
E’ il metodo utilizzato da Riskmetrics per stimare la volatilità
(solitamente con costante pari a 0.94; corrisponde ad una mm
non pesata di 20-30 gg).
Alcune considerazioni sulla volatilità
- Misure proxy della volatilità istantanea possono essere il
quadrato o il valore assoluto dei rendimenti.
- In generale la volatilità è una varianza condizionata e,
più precisamente, è
var(rt | I t −1 ) = σ t2
Pertanto una buona strada per stimare la volatilità è quella
di costruire un modello per i rendimenti con varianza
condizionata variabile secondo un qualche schema,
meglio se parametrico e parsimonioso.
- Una risposta è rappresentata dalla classe dei modelli
GARCH (e varianti).
10
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