Pietro Bosello
1. La nuova cittadinanza
“E’ necessario che il cittadino sappia che la grande città è
fragile, che essa poggia su un legame orizzontale
costitutivo del voler-vivere-insieme”
Ricoeur
 La crisi della cittadinanza:
- Indebolimento del legame sociale interno alle nazioni
(contratto, religione civile o lavoro non riescono più a
creare coesione: verso patti di fiducia su base etica?)
- Globalizzazione: cambia il mondo, è più frammentato,
nuovi rapporti tra stati, disuguaglianze economiche,
correnti migratorie dal Sud, dall’Est e dall’Ovest
- Individualismo: distanza, solitudine, narcisismo, “via
autocentrata”, fuga dalle responsabilità, persona =
consumatore
(IDENTITA’)
Identità nazionale
(UGUAGLIANZA)
Regime effettivo
dei diritti
Partecipazione
politica e civile
Cittadinanza
Appartenenze sociali
culturali e sovranazionali
Un approccio olistico (più comprensivo, più ampio e
profondo) all’educazione alla cittadinanza (Cogan Derricott)
Approccio ai problemi in qualità di membri di una società
globale
Assunzione di responsabilità
Comprensione e apprezzamento delle differenze
Pensiero critico
Disponibilità alla soluzione non violenta dei conflitti
Cambiamento di stile di vita per la difesa dell’ambiente
Sensibilità verso la difesa dei diritti umani
Partecipazione politica a vari livelli: loc.naz. intern.
MULTIDIMENSIONALITA’:
Sapere; essere; fare.
- Cognitività: conoscere, pensare criticamente,
concettualizzare, giudicare
- Affettività: provare, fare esperienza, attribuire
significato, apprezzare valori, provare empatia
- Volizione: compiere scelte, adottare comportamenti
coerenti
Pellerey
 Fattore cognitivo (consapevolezza, competenza di
ragionamento e argomentazione, autoconoscenza,
sensibilità)
 Fattore affettivo (sensibilità verso ciò che si ritiene
giusto, rispetto verso se stessi, empatia verso gli altri,
amore per il bene , autocontrollo emotivo,
autocorrezione)
 Fattore comportamentale (competenza nell’ascolto,
comunicazione, collaborazione, volontà realizzatrice,
disposizioni morali)
2. Il concetto di incontro
 A. LA VITA COME ESPERIENZA
“L’interazione dell’organismo e dell’ambiente, che si
traduce in un certo adattamento che rende possibile
l’utilizzazione dell’ambiente stesso, è il fatto primario,
la categoria fondamentale. La conoscenza è
posizionata in una posizione derivata, secondaria (…).
I sensi perdono il loro significato di ingressi della
conoscenza per assumere quello di stimoli all’azione”
Dewey
 B. L’INSOSTITUIBILE LEGAME CON LA TERRA
D’ORIGINE
“non si può concepire un ambiente indipendentemente
dalla sua cultura, dagli usi domestici, dalla tradizione
del passato che traspare tramite le abitudini familiari e
sociali. Attraverso queste relazioni viene confermato il
valore di ciò che è stato e delle scelte del presente, che
acquista senso proprio in relazione a quanto accaduto
nel passato”
Spranger
Dai mondi particolari ai mondi allargati
Dal sentimento della terra natale alla cultura situata
 C. INCONTRARE SÉ STESSI, GLI ALTRI, IL TERRITORIO
“La logica esistenziale odierna somiglia per molti versi alla
logica della tecnologia, dove i criteri fondanti sono la
funzionalità e la sostituibilità degli elementi. In questa
logica l’incontro – nei termini in cui viene qui affrontato –
non trova più posto.”
Buber
Realizzare l’alterità come anelito presente in ogni essere
Cominciare da se stessi
Aprirsi all’alterità come risorsa
 D. IL COMPITO DI VITA
“L’autenticità dell’incontro risiede nel modo in cui
l’uomo imposta questa sua relazione con gli altri, come
pure con le cose, gli animali e tutto quello che fa parte
dell’esperienza. E perché accada un incontro occorre
che l’uomo sappia prendere le distanze dalla realtà.”
“Il puro e semplice essere-qui-ed-ora dell’esistenza, con
la sua ovvietà, è come sospeso, e s’apre una profondità,
che viene da lontano; ciò che sembrava ovvio diviene
nuovo e colmo di stupore.”
Guardini
Interazione,
centratura
sul
vissuto
umano,
comprensione, sintesi.
3. Traguardi educativi
A. Conoscenza nella complessità
«il metodo della complessità ci richiede di pensare senza
mai chiudere i concetti, di spezzare le sfere chiuse, di
ristabilire le articolazioni fra ciò che è disgiunto, di
sforzarci di comprendere la multidimensionalità, di
pensare con la singolarità, con la località, con la
temporalità, di non dimenticare mai le totalità
integratrici» (Morin)
 riappropriarsi di una visione del rapporto profondo
con lo spazio territoriale e con gli eventi che lo
caratterizzano;
 individuare le trasformazioni presenti nell’ambiente e
le informazioni che ne derivano;
 collocare conoscenze ed azioni in una dimensione
spazio-temporale rinnovata del paesaggio;
 promuovere percorsi educativi di sperimentazione del
territorio e del contesto ambientale;
 riprogettare la cultura scolastica in un’ottica di
maggiore apertura all’ambiente.
Ci sono ancora le città?
 http://www.cittasenzanome.com
B. Partecipazione emotiva e affettiva
Educare a “sentire” l’ambiente significa quindi
coinvolgere e sollecitare la sensibilità e la sensorialità,
a partire dalla dimensione corporea, per giungere al
giudizio di valore affettivo ed estetico, superando
logiche formative centrate esclusivamente sulla
razionalità, ma aprendosi a forme di ampia e profonda
comprensione.
L’aspetto empatico di questa dimensione porta a
valorizzare i comportamenti premurosi, capaci di
compassione, tutelanti, protettivi, affettuosi, solleciti,
attenti: piacere, amare, favorire, onorare, apprezzare,
riconciliare, incoraggiare, rispettare.
Adotta un monumento
 James Hillman: L’anima dei luoghi (Rizzoli, 2004)
 http://www.lascuolaadottaunmonumento.it
C. Pensiero critico, consapevole, profondo e creativo
Riflessività profonda
il pensiero è consapevole delle proprie assunzioni e
implicazioni, così come è conscio delle ragioni e
dell’evidenza che supportano questa o quella
conclusione. Il pensiero complesso prende in
considerazione la propria metodologia, le proprie
procedure e il proprio punto di vista. È disposto a
riconoscere i fattori che portano alla parzialità, al
pregiudizio e all’auto-inganno.
Dimensione critica (Nickerson)
 utilizza le prove argomentative in modo abile e imparziale;
 distingue tra inferenze valide e inferenze non valide in base a







considerazioni logiche;
sospende il giudizio in assenza di prove;
tenta di prevedere le eventuali conseguenze delle diverse azioni prima
di adottare una decisione;
applica in maniera adeguata le tecniche del problem solving ad ambiti
diversi da quelli in cui sono state apprese;
ascolta attentamente le idee degli altri;
ricerca approcci inusuali a problemi complessi;
mette abitualmente in discussione le sue stesse idee e tenta di
comprendere sia le assunzioni alla base delle idee sia le loro
implicazioni;
riconosce la fallibilità delle sue stesse opinioni, la possibilità che in esse
vi siano dei pregiudizi e il rischio di valutare le prove in base a
preferenze personali.
Progettualità creativa:
Immaginazione
Indipendenza
Innovazione
La philosophy for children
M. Lipman, Il prisma dei perchè, Liguori 1999
D. Responsabilità e corresponsabilità nell’agire
“Agisci in modo che le tue azioni siano compatibili con la
permanenza di un’autentica vita umana sulla terra”
Jonas
Rivitalizzare il tessuto morale della società, a partire
dalle sfide ambientali che chiedono, anzitutto, una
nuova collocazione dell’uomo e delle comunità nei
luoghi di vita.
La comunità giusta di Kohlberg
(Bosello, Scuola e Valori, Elledici, 1991; Animare i
contesti scolastici, La Scuola 2001)
E. Partecipazione alla vita comune
Tutto ciò è possibile solo quando si riesce ad attivare un
livello di partecipazione sociale al processo di presa in
carico delle situazioni, di ricerca delle soluzioni e di
realizzazione degli interventi. La ricerca pedagogica in
questo ambito, individua come fattori determinanti le
esperienze e le stimolazioni dell’associazionismo, del
volontariato, del gruppo dei pari. L’opportunità di
prendere parte a decisioni può aiutare le persone a
prendere coscienza delle proprie competenze e della
possibilità di un cambiamento.
L’apprendimento cooperativo
 Forme deboli di interdipendenza positiva
Il successo di ogni componente del gruppo probabilmente contribuirà al
successo degli altri.
Il successo dei gruppi probabilmente sarà facilitato dal successo dei
singoli membri.
 Forme intermedie
Il successo di ogni componente contribuisce al successo di tutti i
componenti, ma un componente può riuscire da solo.
Il successo del gruppo è facilitato dal successo di ogni membro, ma il
gruppo potrebbe riuscire senza il contributo di ogni membro.
 Forme forti
Il successo di ogni componente non è possibile senza il
successo/contributo di ognuno.
Il successo di un gruppo non è possibile senza il successo/contributo di
ogni membro.
Le città dei bambini
(Tonucci, La città dei bambini, Laterza 2005- 3° ediz)
LegalMente
 800 studenti stringono un patto per la legalità con i
singoli commercianti di tre comuni (Gallarate,
Cassano Magnago, Samarate)
 Nasce il marchio “morale”: <<negozio amico della
legalità>>
4. I principi organizzatori dei
percorsi formativi
 Oggetti e contenuti
 Attori e risorse
 Contesti, luoghi
 Connessioni e reti
Una mappa dei contenuti
 Identità e appartenenze
 Diritti, dignità della persona e partecipazione
 Alterità e relazioni
La cittadinanza: contenuto, strumento, esperienza,
esito, valore, aspirazione, progetto…
 Education About citizenship


Through citizenship
For citizenship
Possibili modelli di impostazione del
contesto/ambiente educativo (Galichet)
- Analogico: la classe riproduce in miniatura le
problematiche sociali e contribuisce alla loro
evoluzione
- Mimetico: l’educazione scolastica viene estratta da un
determinato modello politico ideale
- Realistico: al centro va posto il mondo “vero” dei
bambini, anche quando entra in conflitto con quello
degli adulti
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Il cittadino consapevole attivo critico e responsabile