LA CLASSIFICAZIONE DIMENSIONI DEL CONCETTO DI CLASSIFICAZIONE (Marradi, 1980-4) classificazione a: operazione intellettuale con cui l’estensione di un determinato concetto è divisa in classi o categorie. classificazione b: elenco di tali classi o categorie, ovvero il risultato della classificazione a. classificazione c: concreta operazione del classificare, ovvero procedimento mediante il quale ogni singolo caso di un insieme viene assegnato a una delle classi della classificazione b. Esempio:Var. “reddito mensile della famiglia di appartenenza” La classificazione comporta anzitutto decidere con che tipo di domanda rilevare l’informazione, definire un ambito di variazione del reddito da rilevare, suddividere l’estensione di questo ambito in intervalli di eguale ampiezza (in relazione al contesto in cui si intende rilevare il reddito). Alla fine di queste operazioni (classificazione a) si arriva all’individuazione delle seguenti modalità della variabile reddito: • • • • • Fino a 2 mila € Da 2 a 3 mila € Da 3 a 4 mila € Da 4 a 5 mila € Oltre 5 mila € da a a b 1) 2) 3) 4) 5) b L’insieme di queste modalità, esito della class. a, è la class. b. Ora è possibile effettuare la class. c che consiste nell’assegnazione di ogni caso ad una classe è nella registrazione del corrispondente valore numerico nella matrice dei dati. La classificazione Ogni variabile oppure ogni voce di una scheda d’analisi determina un criterio di classificazione delle unità d’analisi, e ogni alternativa di risposta (ogni modalità della variabile) indicata da un numero di codice che la identifica, costituisce una categoria. Le alternative di risposta di ciascuna voce devono soddisfare i criteri della classificazione. REGOLE DELLA CLASSIFICAZIONE unicità del fundamentum divisionis: il criterio in base al quale i casi vengono classificati deve essere uno soltanto, lo stesso per tutti i casi. esaustività dell'insieme delle categorie: tutti i casi, nessuno escluso, deve essere classificato. mutua esclusività delle categorie: le categorie non devono sovrapporsi e, di conseguenza, ogni caso deve essere classificato in una categoria e in una soltanto. Unicità del fundamentum divisionis Il criterio di classificazione è stabilito: dalla formulazione della voce e delle alternative di risposta per essa previste, dalla definizione della variabile e delle modalità di essa, e degli eventuali indicatori in base ai quali effettuare la rilevazione. Esempio: Il personaggio è protagonista di atteggiamenti e/o comportamenti pro-sociali: 0. non determinabile 1. non presente 2. azioni altruistiche 3. comportamenti affettivi approvati socialmente 4. controllo su predisposizioni negative proprie e/o di altri 5. altro (specificare) Unicità del fundamentum divisionis Una corretta utilizzazione di questa voce richiede: un’esplicita definizione di “comportamento pro-sociale”; un’esplicita definizione di ciascuno dei comportamenti pro-sociali indicati come possibili alternative di risposta; l’indicazione e la definizione di quali specifici atteggiamenti e comportamenti, individuabili nei testi oggetto d’analisi, considerare come indicatori di ciascuna alternativa. I tre punti in precedenza indicati corrispondono a un procedimento di scomposizione analitica del concetto di “comportamento pro-sociale” in categorie di primo e di secondo livello: - le categorie di primo livello corrispondono alle alternative 2, 3, 4, 5; - le categorie di secondo livello corrispondono a elementi (atteggiamenti e comportamenti di personaggi) di relativa evidenza nelle unità d’analisi considerate. Devono essere comunque esplicitamente definiti per poter essere rilevati con un livello sufficiente di accordo da parte di analisti diversi. Tali categorie sono le seguenti (Lee, 1988): Azioni altruistiche partecipare cooperare aiutare Comportamenti affettivi approvati socialmente manifestare affetto manifestare simpatia/empatia Controllo su predisposizioni negative resistere alle tentazioni fare ricorso alla ragione controllare l’aggressività Esaustività dell’insieme delle categorie Per soddisfare questa condizione è necessario, per talune voci, inserire tra le alternative di risposta categorie cosiddette residuali: “non determinabile”; “non presente”; “altro”. (vedi esempio precedente) Mutua esclusività delle categorie Per soddisfare questa condizione, nel caso di voci che ammettono risposte multiple, è necessario: - applicare il criterio della prevalenza oppure - considerare ogni alternativa di risposta come una voce (come una variabile) a sé stante con alternative di risposta (con modalità) “presente” e “assente”. (vedi esempio precedente) Altri requisiti della classificazione (Berelson 1952) Pertinenza: la definizione delle categorie deve essere conseguente sia agli effettivi contenuti del testo analizzato sia agli scopi dell’analisi. Obiettività: analisti diversi, utilizzando le stesse categorie d’analisi sullo stesso testo devono ottenere gli stessi risultati. Omogeneità delle unità di classificazione attribuite a ciascuna categoria. (corrisponde all’esito di una classificazione corretta) ITER LOGICO-METODOLOGICO PER LA COSTRUZIONE DI UNA VARIABILE 1. Definizione concettuale della proprietà 2. Analisi dimensionale del concetto 3. Scelta degli indicatori 4. Definizione operativa