L'ECONOMISTA GAZZETTA SETTIMANALE SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI Anno X X V I I I - Voi. X X X II Firenze, 9 Giugno 1901 N . 1414 Evidentemente il creder ciò sarebbe un er rore; la politica di retroscena del Parlamento può anche permettere che si facciano simili giuochi di equilibrio e che nei corridoi della Camera si combinino le più strane miscele, ma il paese Assistevamo l’altra sera ad una splendida non è certamente di questo avviso e quanto più lezione di storia fiorentina; il disserente, che par gli si farà vedere la cattiva volontà del Parla lava al popolo, perchè la lezione si impartiva mento ad esaudire i suoi voti, tanto più tenace nella Università Popolare, arrivato a descrivere mente insisterà su essi. i Ciompi che conquistano il Palazzo della Si Il rimandare a Novembre la discussione di gnoria ed il Bargello e quindi il potere, pose un qualsiasi provvedimento finanziario che affidi questa domanda: — e allora? sulla tendenza di procedere per una nuova via, Allora i Ciompi si accorsero che non sapeè, a nostro avviso, una deliberazione pericolosis rono far nulla, poiché all’ arte di governare non sima, la quale, abilmente adoperata dai partiti basta la critica, ma è necessario un programma estremi, ne accrescerà la forza e l’ordine; e met positivo. terà la Camera stessa in contingenza di dover In quel momento ci veniva alla memoria, accordare ciò che fino a ieri sembrava che po per subita associazione di idee, la situazione tesse accordare. Bisogna bene ripetere a tutti della opposizione parlamentare di fronte ai prov che il Parlamento non è una buona istituzione vedimenti finanziari proposti dal Governo. I periodici di opposizione, dando notizia de- • se non in quanto non faccia casta a se, e non abbia interessi propri che sembrano soverchianti, gli emendamenti che l’on. W ollemborg ha pre e solo quando si immedesimi delle condizioni sentati sul suo primitivo progetto, e dei quali del paese, ne senta i desideri e sia pure nei li diamo più innanzi un ampio riassunto, dimostrano miti della prudenza li accolga. la maggiore compiacenza perchè certamente la Ora non è a dire che il bisogno di una ri Commissione dei nove darà anche su essi un forma tributaria sia una invenzione dei partiti voto negativo. sovversivi od un arma abilmente usata dal G o Non intendiamo di esaminare e di difendere verno per rendersi popolare. Non è molto tempo gli emendamenti dell’ on. W ollemborg; egli è che abbiamo su queste stesse colonne riportati i già troppo sdrucciolato nella via delle conces i brani di dieci discorsi della Corona che quelle sioni e probabilmente è convinto di dover ce riforme riconoscono urgenti e le promettono sol dere il campo; meglio però se cadeva sul suo lecitamente. Mai nessun deputato o capo di par suo primitivo progetto e se non accettava al tito o gregario ha, nonché dimostrato, solamente cune modificazioni, che non corrispondono più affermato che il sistema tributario italiano sia allo scopo che egli si era prefisso. Pessimo prov buono; moltissimi anzi lo hanno severamente vedimento poi quello di imitare l’on. Sonnino, e giudicato, e non furono i sovversivi quelli che voler venire agli sgravi con l’aumento della tassa per i primi lo chiamarono iniquo. di circolazione sui titoli, che sarebbe un’ altra Anzi se vi è qualche cosa da notare in pro scossa al credito pubblico, con un profitto cosi posito ; ed è che l’Estrema Sinistra si mostra quasi meschino per l’ erario, che non vai la pena di tiepida di fronte alle proposte riforme ; forse commettere una cattiva azione per conseguirlo. sarà del macchiavellismo, nel senso che essa ha Ma supponiamo adunque che la opposizione tutto da guadagnare se si mantiene l’attuale stato raggiunga il suo intento; non potendo e non vo di cose, ma è evidente che di fronte al primo lendo rovesciare il Ministero, essa vuol impedire tentativo di riforma, l’ Estrema Sinistra si man che anche quei modesti sgravi proposti vadano tenne, se non fredda, tiepida. effettuati, e vuol costringere, indirettamente senza Ma non è a dire se questo contegno non bisogno di esporsi con voti, il Ministro delle cambierebbe subito ove la Camera seppellisse finanze ad abbandonare il suo portafoglio. il progetto senza venire a nessun altra conclu E poi ? sione e sembrasse accontentarsi delle languide Vi è forse alcuno di vista cosi corta da e vaghe buone intenzioni, mille volte ormai ri credere che il paese si acconcierà a non veder petute, ed esposte ancora una volta dall’on. Boiniziata una riforma tributaria, della quale gli era selli nella sua relazione. stata mostrata la possibilità, e che in ogni modo E noi, che crediamo necessario ed urgente deve farsi? E poi? 340 L> E C O N O M IS T A di cominciare subito a mostrare che i Grandi Poteri dello Stato hanno veramente la capacità di bene governare la nazione, la quale in ogni circostanza si mostra tanto facilmente governa bile e così ferma nel sentimento della unità po litica, noi temiamo che la Opposizione in questo momento giuochi una carta molto arrischiata se non sapesse opporre al programma, buono o cattivo che fosse, del Governo, altra cosa che non sia una semplice negazione. Se non erriamo da vari sintomi si può anche ricavare che la Corona non nasconda il suo vi vissimo desiderio di vedere ristaurata la giusti zia nella distribuzione delle pubbliche gravezze; e la stessa costituzione dell’attuale Ministero ci sembra la più chiara prova di questa aspira zione del giovane Monarca. Che intenderebbe quindi di fare la Oppo sizione se avrà contro di se, non soltanto il paese, ma anche il sentimento della Corona? Sarebbe prudente provocare le elezioni po litiche su una questione finanziaria ? Non è da temersi che i risultati sarebbero sin troppo elo quenti ? Qualcuno afferma che la Opposizione è con vinta di tutto ciò, ma sente in pari tempo che sarebbe perduta affatto la sua influenza se con sentisse che dal Ministero attuale venissero at tuate le prime riforme. « Non è perchè non si faccia — ci diceva un amico nostro personale — ma perchè pos siamo far noi, che abbatteremo il Ministero. » Se ciò sia vero non vogliamo indagarlo e meno che meno discutere il concetto di quelle parole; esso entra in quel campo della pura po litica da cui vogliamo rimanere estranei. Invece ripetiamo: è necessario provvedere al più presto affinchè sia iniziata la riforma dei tributi secondo giustizia. A noi poco importa che l’ inizio venga da Tizio, piuttostoché da Cajo. IDEALITÀ TROPPO GRANDI E TROPPO PICCOLE La Camera elettiva ha appena terminato, mentre scriviamo, la discussione del bilancio della pubblica istruzione, il quale ha occupato a lungo la Assemblea con discorsi molto notevoli di de putati e del Ministro. Molti giudicano quella discussione con una parola che ha acquistato un significato sinonimo ad inutilità, e la dissero accademia; a noi pare però che la parola non sia appropriata. Certo gli accademici in genere pronunciano dei discorsi dei quali la maggior parte riconosce la inutilità; ma a chi ben guarda, è in mezzo a quei discorsi, che il volgo ritiene inutili, che di tratto in tratto si incontrano quelle poche nuove idee che hanno un grande valore e bastano a determinare tutto un nuovo ordine di indirizzo in una data scienza. In ogni modo i discorsi degli accademici sono al loro posto, perchè hanno uno scopo de terminato, quello di portare qualche contributo al progresso delle scienze e degli studi. 9 giugno 1901 Ma i discorsi che sono stati pronunciati in Parlamento sulla pubblica istruzione danno la misura di un altro fatto ben più importante, quello della mancanza completa di un concetto pratico nella intelligenza di un cosi delicato ed importante ufficio, quale è quello della pubblica istruzione. Mentre da tante parti diverse si muovono critiche severe sull’ andamento della istruzione primaria, secondaria e superiore, mentre tante voci ne domandano la riforma, e mentre la espe rienza dimostra che ogni tentativo di instaurano ab imis naufraga di fronte alla impotenza del Parlamento, il sentire uomini di ingegno e di dottrina non peritarsi di intrattenere la Camera su concetti che pur troppo, nè per ora nè per molto tempo saranno attuabili, ed accennare a gran diose riforme già ormai ripetutamente discusse con esito nullo, è la prova più chiara che l’ am biente parlamentare non è capace, così quale è ordinato, di sentire i bisogni dei tempi, di uni formarsi alle esigenze delle cose, di adattarsi alle necessità del momento. Si è arrivati persino a discutere, a proposito del bilancio della pubblica istruzione, sulla esi stenza di Dio, e sulla necessità di riformare la legge Casati.... Tutte e due questioni che ormai hanno sciupato fiumi di inchiostro e miliardi di parole. Ma dove vivono i nostri deputati? Non hanno figli, o fratelli minori, o parenti od amici che frequentino la Scuola o la Università? Nes suno di loro si è formato un concetto delle incon gruenze, delle lacune, delle debolezze che tutti notiamo nell’ insegnamento ? E non era meglio, anziché perdere il tempo in discussioni di alti ideali, di riforme impossibili, di aspirazioni che non valgono per un paese così povero, che non ha denari da consacrare alla istruzione, non era meglio invece impiegare quel tempo prezioso a risolvere una sola, diciamo una sola, delle tante piccole questioni che tormentano la scuola e con cui si tormenta la scuola? Si è già cambiato sei o sette volte in pochi anni l’ ordine dell’ insegnamento della storia nei ginnasi-licei; prima si cominciò dai primi popoli orientali; poi si volle cominciare dalla Grecia, poi da Roma, e persino si credette opportuno partire dalla storia quasi contemporanea. Quanto sarebbe stato utile fare una discussione o dare un voto su questo solo punto per fissar bene in modo defini tivo e durevolecome si deve insegnare la storia. E il greco ? Sempre sospeso nella incertezza; si insegna male anche perchè maestri e scolari non sanno bene se domani non sarà abolito. E quella povera filosofia? E le matematiche, ora giudicate come il caposaldo per formare la capacità di raziocinio, ora considerato come una zavorra che ruba il tempo ai latino ed al greco? E nelle Università? se invece di discutere il modo di riformarle profondamente, la Camera avesse cercato di indicare al Ministro alcuni savi criteri per piccole riforme; provvedere ad esem pio all’insegnamento della geografia, oggi ancora relegato nella facoltà di lettere, contro ogni buon senso; — cercare che i filosofi escano da scuole universitarie ove vi siano insegnamenti di fisio logia, di psichiatria, di psicologia; — impedire 9 giugno 1901 L ’ E C O N O M IS T A ohe si facciano degli insegnanti di storia senza che abbiano avuta nemmeno una lezione di eco nomia politica, eco. eco. Tutto questo sarebbe già troppo ottenerlo ad un tratto; ma se una sola di queste questioni fosse stata trattata, e risoluta, se il Ministro della pubblica istruzione avesse risparmiato il suo di scorso, bellissimo certo, ma assolutamente inop portuno al possibile miglioramento degli studi, e si fosse limitato a spiegare bene ai deputati una sola e piccolissima questione e quella avesse risoluta, quanto maggiore sarebbe stato il suo merito. Invece tutti hanno spaziato negli alti ideali di cui terranno conto i nipoti dei nostri nipoti.... Ma, come avviene sempre, la tendenza ad uscire dalla vita pratica, che per gli italiani è di fetto orinai inevitabile, conduce ad eccessi op posti. E la discussione sul bilancio della pubblica istruzione ha condotto il Ministro a scusarsi per una missione di studio data ad un professore che dovrebbe insegnare storia della Chiesa (?) nella Università di Napoli. Non conosciamo l’insegnante di cui si tratta, nè sappiamo quale missione abbia da compiere; ma ci sentiamo mortificati che un Ministro della Pubblica Istruzione abbia a gridare in piena C imera fra le approvazioni dei deputati « io che sono contrario alle missioni fa rò che questa ter mini presto ». E la faccia terminare subito on. Ministro se essa è cattiva od inutile; ma non proclami di essere contrario « alle missioni ». Lo Stato, e degli uomini che lo incarnano, meno che tutti il Ministro della pubblica istruzione, deve essere contrario a pi-iori a adoperare le persone capaci e dotte perchè abbiano la missione speciale di imparare qualche cosa di più di ciò che potreb bero fare coi loro soli mezzi personali, affinchè possano poi diffondere le cognizioni che hanno acquistato. No, on. Ministro, non è una vergogna e non può essere una vergogna questo mezzo straordi nario per accrescere il sapere; e non è che appa rente la incompatibilità tra la politica e la dot trina. Questo omaggio reso dal Ministro ad una massima cosi strana, per coprire momentanea mente una missione che forse sarà un pretesto, stringe il cuore ; dopo il discorso cosi sonoro dell’ altro giorno, sembra che i troppo alti ideali sieno per la rettorica, ma per la pratica quoti diana gli ideali sieno troppo piccoli. PER UN UFFICIO DEL LAVORO A VERONA La istituzione di uffieii del lavoro è discussa ora in alcune città, sia perchè non manca chi vorrebbe che il Comune, seguendo esempi stra nieri, specie della Germania, creasse esso stesso l’ ufficio di mediazione del la-voro, sia perchè altri propende per il riconoscimento delle Ca mere del lavoro o per la creazione di uffici mu 341 nicipali, ma distinti e autonomi. Cosi a Verona il sindaco comm. Guglielmi mentre nella seduta con sigliare del 5 febbraio u. s., si dichiarava assolu tamente contrario a che il Comune sussidiasse la Camera del lavoro, si afferma ora propenso a far sorgere, col contributo del Municipio, della Pro vincia e della Camera di commercio, un istituto neutrale e puramente economico. Esso dovrebbe provvedere da un lato a collocare la mano d’opera e dall’ altro ad armonizzare capitale e lavoro, eliminando con cura preventiva ogni eventuale dissidio ed operando all’ infuori e al disopra di ogni spirito di parte e di ogni utile singolare di classe. Sicché a Verona non si vorrebbe quello che invece a Brescia è già un fatto compiuto, cioè V ufficio municipale del lavoro, ma si preferisce un ufficio neutrale, e questa divergenza di vedute dimostra ancora una volta che la questione è tutt’ altro che risoluta e può essere ancora, e forse dovrà esserlo per molto tempo, discussa ed esa minata, prima che un’ opinione sicura possa rac cogliere le maggiori adesioni. Scrivendo appunto intorno all’ ufficio muni cipale del lavoro istituito a Brescia *) noi avem mo occasione di esporre il nostro modo di pensare sull’ argomento. Dicemmo in quell’ occasione che, a nostro avviso, i Comuni non sono adatti ad esercitare questa nuova funzione, e che il voler gliela addossare equivale a snaturare sempre più il Comune, il quale, come tale, non può nè deve ingerirsi delle condizioni del mercato del lavoro e delle controversie che possono sorgere tra imprenditori e operai. Per quest’ ultima parte delie funzioni che si vorrebbero assegnare al l ’ ufficio municipale del lavoro, ricordammo la legge del 1893 sui probi-viri che piuttosto con verrebbe modificare, in quanto l’esperienza l’ab bia dimostrata insufficiente. Ora vediamo che anche il relatore della Com missione veronese incaricata di preparare lo sta tuto per l’ ufficio del lavoro ha sostenuto la stessa tesi, da noi enunciata due mesi or sono. Infatti il relatore avv. Vittorio Cavallina, segretario generale del Comune, svolgendo i concetti gene rali esposti dal sindaco di Verona crede bensì che occorra seguire l’ esempio tracciatoci dal l’ estero ner ciò che riguarda gli uffici di media zione del lavoro, non imitando pedissequamente, ma adattando l’ istituto all’ indole nazionale. Tre sono i sistemi che oggi si contendono il campo, scrive il relatore. L ’ uno si è diffuso in Inghilterra e in America, ed è rappresentato dalle unioni operaie o Trades unions, le quali da un lato provvedono a raccogliere i fondi per la re sistenza in caso di sciopero e per l’ assicurazione contro la vecchiaia, le malattie, la disoccupa zione; e dall’ altro lato, a mezzo di apposito uf ficio, forniscono ai consociati le indicazioni per la richiesta del lavoro, e trattano direttamente cogli industriali, le questioni riflettenti la mano d’ opera. Alla loro volta gl’ industriali, stretti in leghe proprie, si tengono al corrente delle va riazioni del mercato e se del caso le discutono con le unioni operaie. ‘) Vedi Economista, del 14 aprile u. s. 342 L ’ E C O N O M IS T A Orbene, a questo tipo inglese di organizza zioni autonome di operai e di imprenditori, in dipendenti le une dalle altre, ed indipendenti ambedue dalla tutela e dalla ingerenza governa tiva o comunale, si ispirano — o almeno vorreb bero ispirarsi — le nostre Camere del lavoro, con questa differenza però, che esse tra noi hanno sollecitato ed ottenuto l’ aiuto finanziario dei Comuni, dandosi l’ apparenza di organi impar ziali di mediazione del lavoro, la quale è affatto estranea alla loro natura genuina di emanazione pura e semplice della classe operaia, e con quest’ altro di notevole e di diverso che le Camere del lavoro, non essendo state fin qui ricono sciute dagli industriali — così singoli, come as sociati — è mancata quell’ azione benefica del contatto, la quale si ottiene invece facilmente in Inghilterra, e vi dà così pratico ed utile ri sultato. L ’ altro sistema, più comune ora in Francia, ha preso il nome di Patronato, ed è un ufficio di filantropi,'•i quali si ripromettono di trovare un’ occupazione e di procurare equi patti ai la voratori. Ma questa in effetto diventa più fun zione di carità, che doveroso e costante ricono scimento di diritti; e però è opera sterile ed impratica. Il terzo sistema, che fiorisce specialmente in Germania, e vi dà splendidi frutti, favorendo realmente la classe lavoratrice è quello degli Uffici del lavoro. Non più leghe autonome dì operai e di im prenditori a cui si rimprovera di essere non tanto organi di pace e di lavoro, quanto stru menti di lotta; non più uffici di patronato, che pel loro carattere di filantropia esercitata dai ricchi a favore dei poveri, non ispirano a questi ultimi la necessaria fiducia; ma uffizi imparziali ed autonomi, istituiti con determinate guarenti gie dei Comuni, a vantaggio non già di una, ma bensì di tutte le classi operaie, e che al solo intento del bene sociale si consacrano a trovar lavoro ai disoccupati, ed a facilitare col consiglio e coll’ arbitrato la soluzione delle controversie sotto la guida moderatrice di un magistrato mu nicipale. Dette istituzioni furono favorite dal governo germanico, ed appoggiate da tutti i partiti. An che i socialisti, i quali dapprima erano restii ed opponevano difficoltà — specialmente perchè quella legge elettorale, meno larga della nostra, non permette che il socialismo domini nei muni cipi — accettarono gli uffici del lavoro quando ne poterono riscontrare i vantaggi. L ’ avv. Cavallina osserva che qualche cosa di simile si vuol fare anche in Italia; ed oltre ch6 a Verona si stanno eseguendo studi ad Ales sandria, Bergamo e Torino e si sono già prepa rati degli statuti ad Asti, Brescia, Venezia e Vercelli. Senonchè, dagli studi fatti, il Comitato pro motore per un ufficio del lavoro a Verona ha tratto la convinzione che non sia pratico, nè op portuno, di fare come ad Asti, a Brescia e a Vercelli, cioè una vera funzione municipale del l’ istituto di mediazione del lavoro e ciò perchè non si tratta di vero e pubblico servizio. Qui, a differenza di certi servizi pubblici che si vogliono avocare ai municipi, non si hanno in giuoco che 9 giugno 1901 degli interessi particolari — per quanto essi ab braccino la grande maggioranza della popolazione — i quali devono essere regolati secondo i bi sogni e la iniziativa dei privati. Tanto più, ag giunge il relatore, che se noi ammettiamo oggi che il Comune deve direttamente discipliuare le funzioni proprie alla classe dei proprietari, degli industriali e dei lavoratori, dovremo logicamente acconsentire che domani si ponga a governare gli interessi dei professionisti, posdomani quelli dei letterati e degli artisti e via via per le infi nite forme di attività dell’ ingegno e dell’ opera umana. Il Comune può concorrere quando si trovi di fronte ad interessi rilevanti dei propri ammi nistrati, i quali cerchino di federarsi per rag giungere uno scopo utile, ma non deve addossarsi esso la responsabilità di governare e disciplinare per sè questi molteplici interessi fra loro tal volta contrari. Nè l’ ufficio del lavoro ha da gua dagnare con l’ esercizio diretto municipale, per chè nell’ alterna vicenda dei partiti esso diver rebbe il campo facile delle passioni e degli interessi di parte, perdendo tutta la sua natura di istituto puramente economico e la sua ragione principale di continuità. Siamo, come i lettori possono vedere, d’ ac cordo con le idee esposte dalla Commissione ve ronese e ne abbiamo piacere, perchè se quelle idee avranno applicazione si potrà vedere cosi anche l’ esperimento di un ufficio neutrale, nel senso che non è municipale, ma autonomo. In fatti la Commissione propone di seguire piutto sto l’ esempio offerto dalle principali ditte indu striali e commerciali di Genova e Liguria che si sono unite in Consorzio per una razionale orga nizzazione nei rapporti tra capitale e lavoro. Essa dunque vorrebbe avvicinare, affiatare fra loro le due parti interessate, istituendo un ufficio del lavoro presieduto da un Consiglio direttivo perfettamente autonomo e libero nella sua sfera d’ azione, composto di due metà giuste di padroni e di lavoratori nel numero complessivo e con le forme di elezione che saranno suggerite da appo sita commissione. Al di sopra del Consiglio stesso, e più che altro come forza moderatrice dovrebbe esservi* una rappresentanza onoraria e consultiva, composta dai tre enti morali (Comune, Provincia e Camera di commercio), che hanno promosso l’ ufficio, la quale venga ad essere l’ausiliaria impersonale e illuminata dei veri bisogni pubblici, 1’ organo di giustizia e di conciliazione per ogni ordine di contese. Questi l’ intendimenti del comitato promo tore di Verona; vedremo come saranno tradotti in atto; ma intanto abbiamo voluto prendere atto che si sono visti i pericoli di un organismo mu nicipale e si è cercato di andare per un’ altra via. Pur troppo le difficoltà sono sempre numerose in coteste materie; auguriamo quindi che a Ve rona sappiano e possano superarle. I « TRUSTS * NEGLI STATI UNITI La Nuova Antologia contiene nel fascicolo del 1° corrente uno studio del prof. Dalla Volta sulla questione dei trusts negli Stati Uniti, ar 9 giugno 1901 L ’ E C O N O M IS T A gomento sempre all’ ordine del giorno, come ne fanno prova gli articoli che, senza interruzione, vanno pubblicando le riviste americane, e non poche di quelle europee. Ancora in questi giorni una rivista scientifica assai reputata, il Quarterly Journal of Economics, ha pubblicato un articolo sulla tariffa doganale in relazione ai trusts, e un’ altra rivista, pure assai nota, la North Ame rican Review, ha consacrato un terzo circa del suo fascicolo di maggio ai sindacati industriali e ferroviari, raccogliendo atti d’accusa e difese del maggior interesse. Vediamo brevemente, an zitutto, ciò che ne scrive il nostro amico e col laboratore. Esaminata la importanza della questione, perchè « capitali considerevoli, che si contano a miliardi di lire, sono impiegati nei trusts, e ma terie prime essenziali, o prodotti lavorati di esteso consumo, si trovano in qualche caso, quasi monopolizzati da potenti coalizioni, cui talvolta è legge solo il timore di sollevare contro di sè una corrente irrefrenabile di avversione pubblica, che obblighi il legislatore e il magistrato a interve nire vigorosamente », il Dalla Volta spiega in che consista il trust, e come si distingua da quelle altre forme di manovre o di coalizioni che prendono i nomi di corner, ring e pool. Il trust, egli dice, è veramente la coalizione delle imprese industriali diretta a sostituire alla con correnza un armonico coordinamento, una pacifica convivenza fra le imprese medesime, che pro ducono la stessa merce ; e la coalizione può condurre a un quasi monopolio limitato, latente, ma già attuoso. Con l’ inchiesta compiuta da Paul de Rousiers, egli illustra la differente origine dei trusts, dimostra come il protezioni smo abbia favorito il sorgere delle coalizioni in dustriali, quando altre cause concorsero a faci litarle, come la complicità delle compagnie for viane che accordarono favori speciali a potenti capitalisti sindacati, la proprietà di brevetti di invenzione, la limitazione del campo, nel quale può aversi una data materia prima. Ma il de Rousiers ha lasciato ancora nell’ oscurità la causa primordiale dei trusts, non ci ha mostrato perchè la tendenza generale nell’ industria mo derna, oltre che verso la concentrazione intesa nel senso di produzione su grande scala, anzi di produzione sempre più in grande, sia pure verso il sindacato, verso l’ unità di direzione di molteplici imprese producenti la stessa merce. E lo scrittore della Antologìa crede che per comprendere quale sia quella causa primordiale occorra risalire al motivo principale che ha ispi rato i promotori e gli organizzatori dei trusts, che è quello di limitare la concorrenza; bisogna quindi considerare in quali condizioni essa si è svolta negli ultimi tempi per comprendere quale sia la cagione prima dei trusts. Ora, è innegabile che gli Stati Uniti, alla pari di altri paesi tra i più evoluti industrial mente attraversarono periodi di lunga depres sione che, senza risalire molto addietro, si este sero dal 1884 al 1886 e dal 1893 al 1895 : la ripresa degli affari, lo slancio maggiore dell’ at tività produttrice che seguirono quelle condi zioni depresse dell’ industria resero più intensa la concorrenza e precipitarono più rapidamente 343 i prezzi al livello che non consente se non pro fitti esigui od almeno ritenuti insufficienti a com pensare i rischi delle imprese e il lavoro sem pre più febbrile e attivo degli industriali. La concorrenza portata agli estremi, condusse tal volta alla sua negazione, al suo suicidio. I danni che essa cagiona quando più si accende la lotta industriale non apparvero mai così grandi, così profondi, come ora che la grande industria pre vale e in essa il capitale fisso, sopratutto il ca pitale tecnico, è divenuto un termine fondamen tale e ha assunto tanta prevalenza nell’equazione produttiva. Su questo punto il Dalla Volta insiste in modo speciale, per concludere che i trusts, gene ralmente, sono un prodotto delle condizioni della concorrenza nella fase presente di sviluppo della industria americana. E il trusts si presenta come una forma particolare di concentramento nel campo industriale, preludio talvolta di vere e proprie fusioni. La necessità di dare alla produzione — egli continua — un indirizzo più organico, più coerente allo scopo di meglio equilibrare la offerta con la domanda, di assicurare la persistenza del profitto, minacciato dalla concorrenza sfrenata, che anche in un mercato chiuso può divenire disastrosa coll’accelerarsi dell’accumulazione dei capitali, tutto ciò riusciva a rendere quasi fatale il ricorso ai sindacati. Ma il trust, per sè medesimo, non è il monopolio, come non va confuso colla produzione in grande o coi tentativi della speculazione di Borsa diretti a far assorbire dal mercato dei ca pitali grandi masse di titoli industriali, di nuova creazione, e naturalmente ai prezzi più alti pos sibili. Esso può essere il primo passo verso il monopolio, come può esserlo la formazione di qualunque grande impresa, quando pochi e deboli sieno i suoi concorrenti. In ciò sta il pericolo, certo non ipotetico, dei trusts e da questo peri colo sorge appunto un problema, la cui soluzione affatica economisti, legislatori, pubblicisti, in gran numero, agli Stati Uniti. L ’ arsenale di leggi che già esiste agli Stati Uniti per com battere i trusts non ha avuto alcun effetto pra tico, decisivo sul corso della evoluzione indu striale di quel paese e i trusts, specie negli ultimi tre anni, si sono moltiplicati a centinaia. Molti rimedi sono stati proposti e il Dalla Volta ricorda quelli patrocinati dal Bryau, dal Coler, dal Roosevelt e da altri, e cosi conclude : « Non è possibile di prevedere, ora, quale sarà in un avvenire prossimo 1’ attitudine degli Stati Uniti, di fronte ai trusts. Certo è che non bisogna credere che le accuse rivolte ai trusts, specialmente nei periodi di lotte elettorali, esprimano fedelmente e tutto quanto il pensiero degli Americani su codeste organizzazioni capi talistiche. Gli uomini più calmi e obiettivi nei l° ro_ giudizi, vedono e denunciano i mali pro dotti, in certi casi, dai trusts, ma non tacciono i vantaggi che, in altri casi hanno offerto. Ed è pure da riflettere che se le grandi unioni di ca pitali sonQ in grado di esercitare con maggiore efficacia una corruzione che avvelena e corrompe la vita pubblica, non è soltanto ora, per opera dei trusts, che ciò è possibile; se sono possibili abusi, accaparramenti, monopoli o quasi mono 344 L ’ E C O N O M IS T A poli, aggiotaggi, favoritismi, e certo lo sono ; tutto ciò non può dirsi nato a un parto solo coi trusts, Le inchieste compiute negli ultimi tempi hanno messo in chiaro che il potere dei trusts sui prezzi non è stato illimitato, ma che anzi essi, per vincere i rivali, cercarono e riuscirono coi perfezionamenti tecnici ed economici a ri durre il costo di produzione e quindi i prezzi di non pochi prodotti. Lo studio della concor renza persuade che essa non è mai, in un paese dove è rapida l ’accumulazione dei capitali, ef fettivamente e in modo definitivo soppressa ; quindi i danni economici dei trusts sono meno frequenti di quello che suppone la immagina zione popolare. Invece dall’aspetto sociale, mo rale e politico, non si possono trarre lieti auspici dalla recente fioritura dei trusts e dalla tendenza che rivelano a una crescente diffusione. L o svi luppo della corruzione più sfacciata, del nepoti smo più odioso e l ’ incentivo a pratiche com merciali riprovevoli, non sono fatti che possano contribuire a elevare e a purificare il clima mo rale di una società, febbrilmente dedita alla con quista della ricchezza; e basterebbe questa con siderazione per intendere i pericoli, sia pure non immediati, ma certi, che creano i trusts in un ambiente saturo di bramosie smodate. Se gli Stati Uniti riesciranno a impedire che i capitali agglomerati in masse potenti per mezzo dei trusts, ottengano il dominio delle coscienze po litiche e facciano penetrare nell’anima dei più una morale che tutto sacrifica all’ idolo del gua dagno, potranno sperare che i risultati dei trusts non sieno esiziali alla vita civile di tutto un paese. Diversamente, la democrazia americana sarà veramente schiava dei nuovi « re » usciti dalle fabbriche, dalle officine e dal mercato dei valori, che già possono talvolta decidere despó ticamente degli interessi di milioni di consuma tori e non trovano freni che nel pericolo sempre minaccioso di veder sorgere dei « re » rivali. » Uno dei mezzi in potere degli americani per impedire ai trusts di sfruttare il mercato interno è certo quello di abbassare parecchi dazi doga nali ora fortemente protettivi. Questo è dimo strato indirettamente da Charles Beardsley nel Quarterly Journal o f Economics del maggio u. s. Vi sono dei dazi che si ragguagliano al 40, al 60, persino al 90 e al 100 e più per cento del valore. Così il trust del tabacco, Y American Tabacco Company, gode naturalmente il vantaggio del dazio ad valorem del 143.73 per cento imposto sulle si garette, il trust dello zucchero approfitta del dazio del 71.23 per cento pure ad valorem, quello degli spiriti del dazio del 123.43 per cento e via dicendo, chè l’autore cita 40 trusts formati in industrie protette dalla tariffa del 1897. Come ha avvertito il Dalla Volta in vari ca si non è però possibile di rintracciare la prote zione doganale quale causa attuale dei trusts ; nelle industrie dell’ acciaio, del cotone, della carta, del petrolio, delle materie fertilizzanti, del rame e in altre il dazio doganale o manca del tutto, o non ha più alcuna efficacia, in causa del progresso che quelle industrie hanno fatto e che hanno permesso loro di abbassare il costo di produzione sotto il livello del punto al quale può essere utile la importazione di prodotti similari 9 giugno 1901 dell’ estero. E la conclusione dello scrittore ame ricano è che ormai la tariffa doganale va com pilata in modo da tener conto dei monopoli che all’ ombra sua si possono formare e inoltre che parecchi dazi non sono più necessari e offrono soltanto la opportunità di ottenere prezzi e pro fitti di monopolio. Cosi, senza rinunciare al pro tezionismo, in quanto risulti veramente necessa rio, il Beardsley vorrebbe che mediante la con correnza estera fossero frenate le cupidigie dei sindacati capitalistici. Un esame più diffuso meriterebbero gli scrit ti ai quali abbiamo accennato in principio, pub blicati nella North American Review ; ma lo spa zio non ci consente che di accennare alle loro conclusioni. Il Sage che ha scritto, può dirsi, 1’ atto d’ accusa, crede che i trusts costituiscano « un grave pericolo per la comunità ». Egli de plora che il capitale delle imprese sindacate venga gonfiato « annacquato » come dicono in America e che i sindacati acquistino una grande potenza su tutto e su tutti, con danno politico ed economico enorme. Le difese sono di altri quat tro scrittori che sono, del resto, uomini d’affari che appartengono alle Compagnie accusate. Il Hill esamina i vantaggi pel pubblico che deri vano dai sindacati e afferma che le opposizioni contro i trusts sono irragionevoli e vengono o da uomini che non sanno nemmeno cosa sia un trust o da persone interessate che sono state danneggiate dai trusts. Egli vuole che il nuovo sistema di concentrazione industriale non sia giudicato aprioristicamente, ma dopo un ade guato esperimento. Lo Schwab che, è noto, dirige il nuovo gigantesco trust dell’acciaio, espone gli effetti dei trusts sull’ industria del ferro e dell’acciaio, il Flint ciò che hanno compiuto a vantaggio del capitale e del lavoro; il Thurber l’ influenza dei trusts sui prezzi e il Logan i resultati della con correnza inintelligente. Raccogliendo alcuni dei principali argomenti di questi scrittori a difesa dei trusts, ecco che cosa essi dichiarano '). Le coalizioni moderne hanno eliminato ogni pericolo di perturbamento nell’ industria che può derivare dalla saltuaria azione individuale; hanno diminuito i danni della sopraproduzione se non 1’ hanno del tutto elimi nata; gli stessi scioperi sono divenuti meno fre quenti per la generale uniformità dei salari fissati da una direzione centrale; hanno fatto cessare gli svantaggi che derivavano dalla concorrenza che si facevano le linee ferroviarie parallele e che venivano pagati dal pubblico. Se a riguardo dei nuovi trusts può occorrere un provvedimento legislativo, è quello solo inteso ad assicurare la pubblicità delle loro condizioni e relazioni, a ga ranzia di coloro che vi investono i propri capitali. I benefizi che arrecano le coalizioni indu striali sono molteplici e considerevoli ; quelli attribuiti al capitale non hanno bisogno d’essere illustrati, ma sono spesso esagerati. Coloro che guadagnano maggiormente col sistema nuovo di produzione sarebbero i lavorai) Maggiori ragguagli possono vedersi ne'la Ri. vista popolare di politica, lettere e scienze social^ diretta dall’ onor. N. Colajanni ; numero del 30 maggio. 9 giugno 1901 i L ’ E C O N O M IS T A tori ; quelli delle officine della compagnia Carnegie sono i meglio pagati e in generale gli alti salari sono resi possibili dalle condizioni tecniche ed economiche più perfette che si riscontrano nei trusts. Nè il pubblico sarebbe sacrificato, per chè i trusts hanno permesso le maggiori riduzio ni dei prezzi. L ’ apologia dei sindacati è, in questi articoli della rivista americana, completa e indubbiamen te istruttiva, ma va accolta con molte riserve. Quando il Logan, senza disconoscere che la con correnza può giovare, osserva che essa talvolta è ignorante, incompetente, priva di intelligenza e per ciò stesso determina il trusts, è anzi, co va’ egli scrive « un grande fattore che rende ne cessario il sindacato industriale » si vede che lo scrittore italiano, del quale abbiamo riassunto l’articolo pubblicato nella Nuova Antologia, male non si apponeva segnalando]nei disordini, negli ec cessi e nei traviamenti della concorrenza la causa più generale che ha. spinto alla formazione dei trusts. Ma questa stessa condizione della concor renza è in non piccola parte il risultato del pro tezionismo. Ecco quello che non bisogna dimen ticare nello studio di questa interessante que stione. nei primi quattro mesi del 1901 (Continuazione e fine). 11° Pelli. — Importazione : L. 19,792,300 colla lieve diminuzione di 82 mila lire ; — Espor tazione: L. 11,593,498 colla diminuzione di Lire 594,000 a paragone del 1900. Di poca importanza sono le differenze nelle singole voci della importazione, tuttavia ricor diamo: —- 1c pelli crude fresche dì buoi e vacche che danno in meno 185 mila lire ; di montoni 265 mila lire ; quelle conciate senza pelo di lire 107 mila ; — per contro sono in aumento quelle crude fresche di vitelli per 161 mila lire; le con ciate di vitelli per 191 mila lire. Alla esportazione pure poche differenze : in più le pelli crude e fresche di buoi e vacche per 248 mila lire ; quelle conciate di capretto e agnello per guanti per L. 470 mila; da suola per 202 mila; altre per 250 mila: — in meno invece : le pelli crude e fresche di vitelli, mon toni,, agnelli, capretti per quasi un milione; i lavori da pellicciaio per 200,000 lire, i guanti per 266 mila. 12° Minerali, metalli e loro lavori. — Impor tazione : L. 85,783,737 con diminuzione di 1.3 m ilion i;— esportazione L. 15,875,588 con au mento di 2.1 milioni. Ma vi sono delle differenze notevoli : co minciamo dalla importazione ; ecco un elenco delle principali diminuzioni : rottami e scaglie e limature di ferro, ghisa e acciaio 3.5 milioni ; ghisa in pani 2 milioni; ferro in masselli ed ac ciaio in pani 860 mila lire ; ferro e acciaio in verghe e spranghe un milione ; fer ro e acciaio in lamine 900 mila lire ; rame, ottone e bronzo 345 in pani, spranghe e lamine 820 mila lire ; piombo in pani e rottami 327 mila lire ; macchine ed utensili per la lavorazione del legno, un milione; macchine marine, agrarie, tessili 3 milioni; ap parecchi di rame per riscaldare ecc. 870 mila lire; parti staccate di macchine 400 mila lire; gioielli d’oro 250 mila lire. Di fronte a queste diminuzioni si incontrano i seguenti aumenti di importazioni : Piriti di ferro e di rame 518 mila lire; ferro ed acciaio in rotaie per ferrovie, 2 milioni; la vori di acciaio seconda fabbricazione 500 mila lire ; lamiere di ferro ricoperte di stagno 206 mila lire; lavori di rame 170 mila lire; di ni chelio 332 mila lire; stagno in pani 570 mila lire ; zinco in pani 103 mila lire ; macchine se mifisse, idrauliche, locomotive, p er la filatura, per scardassi, dinamo elettriche, da cucire eco., 4 milioni e mezzo; carri da ferrovia 3.2 milioni; oro cilindrato 500 mila lire ; orologi e fó i’nimenti di orologeria. 300 mila lire. Alla esportazione le differenze sono minori: sono in aumento i minerali di zinco per 260 mila lire ; il piombo in pani per 568 mila, e lo stagno per 200 mila ; argento greggio in verghe per 1.3 milioni; le diminuzioni principali si li mitano ai minerali di ferro e di rame per 350 mila lire; ai lavori di ferro stagnato per 565 mila, al rame in piani per 553 mila. 13° Pietre, terre, vasellami, vetri e cristalli. — Importazione: L. 73,438,180 con diminuzione di 7.6 milioni ; — esportazione 29,626,395 con diminuzione di 391 mila lire. La importazione dà aumenti di qualche rile vanza nelle pietre preziose lavorate per 765 mila lire ; nelle pietre, terre e minerali non metallici come gessi, calce (amianto, pietre litografiche, caolino, fosfati minerali) per 400 mila lire ; i laterizi per 172 mila lire. Contro questi piccoli aumenti sta per 8.5 milioni la diminuzione del carbon fossile. Alla esportazione le differenze sono lievis sime : in meno lo zolfo per un milione, per mezzo milione i vetri, cristalli ecc. 14° Cereali, farine, paste e prodotti vegetali. — Importazione : L. 102,916,628 con aumento di 43.2 milioni. — Esportazione: L. 40,868,716 con diminuzione di 3.2 milioni. Il grande aumento della importazione è da to da poche voci che qui registriamo : Q U A N T IT À 1901 differenza col 1900 VALORE 1901 Grano duro Tonti. 103.427 4 12.745 L. 22.753.940 » tenero » 214.316 + 149.5424 » 48.863.200 Segala » 3.007 4 2.703 » 451.050 A vena » 15.515 4 771 » 2.7D2.700 Altre granaglie » 90.006 4 72.678 » 10.800.720 Patate » 7.709 4 - 7.285 » 501.085 differenza col 1900 4 2.83.900 4 29.904.800 4 405.440 4 138.780 4 8.721.360 4 479.525 Come si vede queste poche voci portano già un aumento di importazione di 42 milioni, le al tre voci hanno meno importanza : i datteri per 166 mila lire, le carrube per 309 mila, i semi di sesamo per 379 mila, semi non oleosi per 382 mila, gli oli di palma e di cocco per 244 mila. Le voci in diminuzione sono poche: —- le fecole per 312 mila lire, i semi di ricino per 346 L ’ E C O N O M IS T A 150 mila, quelli di lino, colza e ravizzone per 258 mila; i prodotti vegetali per 212 mila. Nella esportazione ecco i principali au menti : Il granturco per L. 412,500; — i legumi sec chi per quasi un milione ; — il riso per circa 600 mila lire; - - il semolino per 208 mila; — gli aranci, limoni e cedri per quasi due mi lioni. Per contro si incontrano le seguenti dimi nuzioni : Patate L. 116 mila; — farina 450 mila; — crusca 178 mila; — paste di frumento 121 mila; frutta secche un milione ; — mandorle senza gu scio 2.8 milioni; — frutta, legumi e ortaggi nel1’ aceto 139 mila; ■ — tartufi 230 mila; • —• legumi e ortaggi freschi quasi due milioni. 15° Animali prodotti e spoglie di animali. — Importazione: L. 30,498,780 con diminuzione di 1.5 milioni. — Esportazione: L. 52,837,427 con diminuzione di 2.6 milioni. Alla importazione diminuiscono i cavalli per 1.5 milioni; — le vacche per 132 milioni; — il lardo per oltre un milione ; — i pesci secchi od affumicati per mezzo milione eccezione fatta del merluzzo e stoccafisso che aumenta di mezzo milione; — il tonno diminuisce di 397 mila lire; il grasso di maiale di 675 mila; — Vacido stearico di 166 mila; — 1e piume da ornamento di 150 mila ; — i concimi iperfosfati di un mi lione. Invece aumentano : gli estratti di carne per 129 mila lire; le sardelle ed acciughe in sala moia per 266 mila ; il burro fresco per 154 mila; il formaggio per 383 mila; i pesci per un milione ; le piume da letto per 868 mila ; lo avorio, madreperla e tartaruga greggi o in bot toni per 900 mila. Alla esportazione tutti gli animali : equini 180 mila lire; bovini per 250 mila; suini per 300 mila lire sono in diminuzione e [cosi il pol lame vivo per 473 mila lire e i pesci freschi per 242 mila e il pesce sott’ olio per 100 mila ; il burro salato per 765 mila lire ; il formaggio per 132 mila ; le uova di pollame per 793 mila, le candele steariche per 112 mila; le piume per 270 mila; i capelli per 320 mila lire; il corallo greggio per un milione e mezzo; V avorio, madreperla e tartaruga greggi per 205 mila; i bottoni d’osso per 147 mila. Poche sono le voci in aumento nella espor tazione: la carne fresca e salata per 320 mila lire; la cacciagione per 317 mila; il burro fresco per 705 mila lire ; il corallo lavorato per 1.6 mi lioni. 16° Oggetti diversi. — Importazione : Lire 8,620,108 con aumento di 870 mila lire; espor tazione L. 10,310,091 con aumento di 423 mila lire. Sono in aumento alla importazione : le punte di penne metaltiche per L. 304 mila; la gomma greggia per 650 mila lire; è in diminuzione la gomma in fili per 182 mila lire. Alla esportazione sono in aumento ; le mercerie per 300 mila ; i cappelli di feltro per 128 mila ; gli ombrelli per 100 mila; gli oggetti da collezione per 380 mila; ed in diminuzione 9 giugno 1901 i cappelli non di feltro per 219 mila ed i fiori finti per 218 mila. * Terminato il breve sguardo sul movimento del commercio che, come si è veduto tranne che per il grano non dà variazioni importanti, diamo qui sotto il prospetto delle categorie e quello delle entrate per dazi : Importazione Esportazione Valore delle merci importate dall°gennaio al 30 aprile. 1901 .Spiriti, bevande ed olii................ Generi coloniali, droghe e tabac chi ...................... Prodotti chimici, generi medici nali , resine e profumerie . . . . Colori e generi per tinta e per concia Canapa, lino, juta ed altri vege tali filamentosi escluso il cotone. Cotone.................... Lana, crino e peli S eta ........................ Legno e paglia... Carta e lib r i. . . P elli....................... Minerali, metalli e loro lavori........ Pietre, terre, vasellami, vetri e c r is t a lli............ C erea li, farine , paste e prodotti veg.non compresi in altre cat. Animali, prodotti e spoglie di ani mali non conipresi in altre eìe. Oggetti diversi . . . Valore delle merci esportate dal 1° gen naio al 30 aprile. Differenza Differenza 1901 3255528 39245684 - 5903638 + 417294 3009727 + 162387 34157173 + 2873394 13873506 _ 1157078 9683459 + 616006 3239195 + 393801 12939172 68937317 27756058 57815067 23580856 7209052 19792360 + + + 3183406 2179241 350855 7684813 3612119 858874 82930 . 21872649 20844153 4634081 170624905 20794736 5567758 11593498 85783737 — 1331254 15875588 73438186 7623927 29625395 102916628 + 43204419 40868716 — 8300629 1542071 870708 52837427 10310094 + 2598292 423659 Tot. delle prime 16 categorie 605375928 - f 47822302 Metalli preziosi.. 2103100 + 715900 464817112 4391300 — Totale generale. 469208412 — 18068122 — 23284855 30498780 8620106 _ + + + 607479028 + 48538202 5120447 3214252 1592301 4 12052572 482767 + 684403 + 594044 + — + 2167801 391804 - 1071591 75400 1146991 Ed ecco il prospetto delle riscossioni : Dal 1° gènnaio al 30 aprile 11)01 Dazi di importazione/.......... Dazi di esportazione............ Sopratasse di fabbricazione. .......... Diritti di statìstica................ .......... Diritti di b o l l o ..................... 'Fassa speciale sugli zolfi di Sicilia Proventi diversi..................... Diritti marittimi.................... Totale. .......... differenza + + 3193792 57475 74612 223508 15580 5779 112573 103989 + 3660800 + — 1086641 896877 220389 90494105 + + + — Rivista §ibliografìca John M. Vincent. — Government in Switzerland. — New York, Macmillan, 1900, pag. 370. Jesse Macy. — Political Parties in the United States. — New York, Macmillan, 1900, pag. 333. Il prof. Vincent nello studio sul governo della Svizzera ha fatto una accurata e istruttiva esposizione degli ordinamenti politici, ammini strativi ecc. del governo cantonale e di quello federale. In forma chiara e breve egli tratta 9 giugno 1901 L ’ E C O N O M IS T A della origine della Confederazione, della legi slazione cantonale, della rappresentanza propor zionale, del referendum eco. Notevoli i capitoli sulla finanza, sì cantonale che federale. E quindi, anche per la sua piccola mole, una delle migliori trattazioni elementari del go verno nella Svizzera. La storia dei partiti politici negli Stati Uniti del Macy si estende al periodo 1846 61, ossia all’ epoca nella quale la questione della schiavitù dei negri è stata maggiormente agitata e condusse da ultimo alla guerra. Si tratta quindi di un periodo del maggiore interesse anche dal punto di vista sociale ed economico e infatti la Storia del Macy ha tutto l’ interesse di un ro manzo. Il lettore potrà vedere quali interessi si agitavano in quell’epoca, quali tendenze politiche si manifestavano e come la guerra di secessione a poco a poco divenne un fatto inevitabile. Karl Marx. — Le capitai; livre IH ; le procès d’en semble de la production capitaliste. Traduit par J. Borchardt et A. Vanderrydt. — Paris, Giard et Briòre, 1901, pag. xxiv-521 (10 franchi). Idem. /. AUemagne en 1848. Traduit par L. Hémy. — Paris, Schleicher Prères, 1901, pag. xii-402 (5 franchi). La Casa editrice Giard eBrière proseguendo la pubblicazione del Capitale di Marx, ha dato ora alle stampe la traduzione della prima parte del volume terzo di quell’ opera. Com’ è noto, il libro o volume primo è consacrato al processo della produzione capitalista preso isolatamente, e astrazion fatta da tutte le circostanze secon darie che gli sono estranee, mentre il volume secondo tratta specialmente del processo di cir colazione della ricchezza. Il libro terzo si occupa del movimento complessivo del capitale e delle forme concrete che lo caratterizzano. Il punto di partenza e lo studio della trasformazione del plusvalore in profitto, e del profitto in profitto medio, studio che e completato dall’analisi della legge della variazione del saggio del profitto. Mentre il libro primo espone la genesi e lo svi luppo del capitale industriale, del capitale che funziona nel processo di produzione, il libro terzo traccia la storia del capitale destinato spe cialmente al processo di circolazione, il capitale del commercio di prodotti e di moneta. Questa esposizione conduce alla suddivisione del pro fitto in profitto d’ impresa e in interesse e a uno studio del capitale produttivo di interesse. Gli ultimi capitoli del libro destinati allo studio della moneta come strumento della circo lazione, preparano l’analisi del capitale bancario di cui si occupa la seconda parte del libro terzo, che deve uscire quanto prima. E ’ nella parte del libro terzo che è stata ora pubblicata nella traduzione francese dei si gnori Borchardt e Vanderrydt che Marx è por tato a risolvere la contradizione che molti scrit tori avevano segnalato tra la sua teoria del valore e quella della uniformità del saggio del profitto medio. La prefazione dell’Engels contiene la nota critica delle teorie di Bodbertus e del Loria. L ’ altro libro del Marx contiene anzitutto la storia, scritta giorno per giorno, degli avvenimenti 347 politici che agitarono la Germania nel 1848. È una narrazione non priva certo d’ interesse, seb bene debba accettarsi con molte riserve. La seconda parte tratta più specialmente della parte presa dal Comitato delle associazioni democra tiche della provincia renana, cioè da Marx, Schapper e Schneider, in questi avvenimenti, e che diede luogo al processo di Colonia. In quell’occasione Marx pronunciò una di fesa che fu in pari tempo un atto d’accusa for midabile contro la borghesia reazionaria della Prussia. Il traduttore sig. Berny ha fatto seguire quella ^difesa dalle rivelazioni sul processo dei comunisti del 1852, che chiude il primo periodo percorso dal movimento.indipendente degli ope rai tedeschi. Questo periodo è oggi quasi del tutto dimenticato ; eppure durò dal 1836 al 1852 ed è in causa della dispersione degli operai tedeschi all’estero, che esso si è fatto sentire in quasi tutti i paesi civili. Il- socialismo internazionale dei no stri tempi continua in realtà quel movimento tedesco che fu allora il primo movimento operaio internazionale. E ’ da quello che uscirono molti di coloro i quali ebbero una parte preponderante nell’associazione internazionale dei lavoratori. Si tratta quindi di documenti storici di un valore in discutibile e che devono interessare grandemente tutti coloro che vogliono studiare i movimenti politici e sociali del secolo X IX . L ’année Sociologique, quatrième année, 1899 1900, pubiiee sous la direction, de E. Durkheim, un vo!. in 8a di 628 pag. Paris, Alean editore (10 franchi). Il tomo IV dell’ Année sociologique è co struito sullo stesso piano dei precedenti. La prima parte comprende tre articoli originali : uno del Bougle sul regime delle caste, la sua natura e le sue origini ; il secondo del Durkheim su due leggi che dominano l’evoluzione del sistema penale; il terzo del Charmont sulla proprietà corporativa e le cause di distruzione che la mi nacciano. La seconda parte è consacrata all’ ana lisi dei lavori d’ ogni specie che possono inte ressare i vari jami della sociologia. Questa parte dell’opera non è solo per gli studiosi della sociologia, ma anche per gli specialisti (storici della religione, del diritto, dei costumi, nonché economisti, criminalisti, ecc.) un prezioso stru mento di bibliografia; è anzitutto uno sforzo per costituire e organizzare progressivamente la so ciologia perchè tutte le questioni che il sociologo può attualmente aver occasione di trattare sono classificate metodicamente e passate in rasse gna; i lavori che le riguardano vi sono rianno dati e non viene trascurato di ricavarne tutte quelle indicazioni che possono far progredire la loro soluzione. Ogni anno sono introdotte nella classificazioni varie migliorie e il libro è ormai indispensabile ai cultori della sociologia e delle singole scienze sociali. Joseph Edwards. — The reformers’ Yearbook being thè Labour Annual for 1901. — London, « Cla rion Company » pag. 176 (l scellino). Questo Annuario dei riformatori, come ora si intitola, continua ad essere una miniera di L ’ E C O N O M IS T A 348 indicazioni sui vari movimenti riformatori del l’Europa e di altre parti del mondo. Gli articoli brevi e succosi che contiene su moltissime que stioni, le biografie degli uomini che partecipano a quei vari movimenti, le notizie molteplici che fornisce rendono di vera utilità la pubblicazione che annunciano e alla quale il signor Edwards dedica indefessamente le sue cure. Rivista (Economica Le tasse di successione. — Oli appalti all’ estero e le nostre autorità consolari. — Le banche nazionali americane. — Il commercio della Russia nel 1900. — I lavori del Sempione. Le tasse (li successione. — Alla costitu zione del Regno d’ Italia nel 1861, la legislazione in materia ereditaria era varia nei diversi Stati, onde 1’ Italia era divisa. Tutte le successioni indistintamente erano esenti da tassa di qualsiasi forma nel Regno delle Due Si cilie ; erano parzialmente esenti nello Stato Ponti ficio, e nei ducati di Parma e di Modena, erano sog gette ad una tassa che variava da un minimo di lire 1 ad un massimo di L. 8 per cento negli Stati Sardi nel Lombardo Veneto e nel Granducato di Toscana a seconda sia dell’entità della successione, e sia del grado di parentela. Con legge del 1862 furono unificate ed estese a tutto il Regno le tasse di successione, con una ali quota, che da un minimo di L. 0-55 per cento nelle successioni tra ascendenti e discendenti aumentava ad un massimo di L. 11.00 nelle successioni tra ÓSt1*8.1181• Il reddito che fu di L. 7,057,082 nel 1862 sali via via fino a 12 milioni circa; risultato assai meschino che indusse il legislatore nel 1866 ad un primo ina sprimento della tassa, al quale seguirono nuovi ina sprimenti nel 1868, nel 1870, nel 1888, nel 1894 e final mente nel 1896. L’ imposta, che aveva gettato L. 12,867,416 nel 1868, per effetto di codesti inasprimenti, aumentò progressivamente fino a 86 milioni, cifra nella quale si adagiò nell’ ultimo quinquennio. È rimarchevole, osserva l’ on. De Bernardis, nella sua relazione allegata alla relazione dell’ on. Boselli sui provvedimenti economici del Governo, che gli ultimi inasprimenti ebbero una portata finanziaria molto modesta, mentre nel primo ventennio da 10 milioni i proventi accrebbero fino a 30 ; nel decen nio successivo, malgrado l’ inacerbimento delle ta riffe, si ebbe un incremento di soli 6 milioni o poco di più. Nel che sta la prova essere raggiunta già, od essere di molto vicino a raggiungere la capacità finanziaria della tassa. Una causa della scarsa produttività di codesta tassa, nou proporzionata allo sviluppo della ricchezza nazionale. L ’on. De Bernardis scorge e non a torto, nel fatto che la legge pesa eccessivamente sulla proprietà immobiliare, le condizioni della quale sono notoriamente depresse, e favorisce quella mobiliare. Uno specchio allegato alla relazione fornisce, a conferma di codesta disparità di trattamento, alcune cifre, che ci piace di riportare. Nel decennio 1888-98 furono accertati, agli effetti della leggo di successione, i seguenti valori : Esercizi 1888-89 1889-90 1890-91 1891-92 1892-93 1893-94 1894-95 1895-96 1896-97 1897-98 Totale Beni immobil. Beni mobiliari 706,236,176 709,066,090 739,633,292 741,910,293 750,921,299 764,172,207 708,533,547 663,658,367 672,440,786 649,204,602 7,106,380,160 331,321,449 362,532,649 358,528,476 352,416,259 347,974,241 381,744,336 356,510,835 332,152,522 336,153,299 333,331,609 3,492,663,517 9 giugno 1901 Vale a dire che la proprietà mobiliare sta a quella immobiliare nella ragione di 33 a 67 per ogni 100 lire soggette alla tassa di successione. L’on. De Bernardis ricorda acconciamente che, secondo i diligenti studi del senatore Bodio, si può ritener che la ricchezza privata in Italia ammontasse nel 1900 a 59 miliardi circa, dei quali 38 appena im putabili alla proprietà urbana e rurale ; di guisa che se questo medesimo rapporto si fosse mantenuto nel nel gettito delle successioni, la proprietà mobiliare avrebbe dovuto contribuire nella misura del 36 per cento circa atprovento fiscale delle successioni. Onde, se un provvedimento urge, non è quello di inasprire maggiormente la tassa, ma bensì quello di fare che la proprietà mobiliare non sfugga nei suoi trapassi alla legge, che questi trapassi ha colpiti. ★ »★ È’ anche assai interessante 1’ analisi che 1’ on. De Bernardis ha fatto delle legislazioni estere in materia di successione. La conclusione, alla quale venne, si è che tra gli Stati di Europa l’ Italia o c cupa già il posto più alto nella imposizione della tassa di successione. Gli Stati più civili hanno esentato da ogni tassa le successioni in linea retta e colpiscono assai limi tatamente quelle tra coniugi e germani; da noi tutte le successioni sono tassate ed in misura superiore a quelle di quegli Stati. Si è molto parlato della recente legge francese, che a molti è parsa eccessiva. Ebbene, la proposta dell’ on. Wollemborg, in fatto di successioni per li nea retta, va anche più oltre. Infatti partendo da un minimo di L. 1.60 eleva 1’ imposta sino a L.8.50 per un patrimonio di L. 150,000 e sale a L. 5. 00 per un patrimonio di L. 500,000; mentre la legge fran cese colpisce la successione di L. 2. 50 per cento ap pena quando essa raggiunge il milione. Gli appalti all’ estero e le nostre auto rità consolari. — Riportiamo una circolare di retta dall’ on. Sottosegretario per gli affari esteri ai nostri agenti nei paesi stranieri, circa la necessità dì segnalare le gare aperte nei vari Stati. « Il R. Ministero d’ agricoltnra, industria e com mercio ha richiamato la mia particolare attenzione sull’ importanza, non solo materiale, ma auche mo rale, che hanno per il nostro commercio le gare aper te all’ estero, per appalti di forniture di materiali o per costruzione di opere pubbliche, a cui potrebbero concorrere le Ditte italiane ogni qualvolta venissero in tempo utile avvertite della loro apertura. « Il predetto dicastero, che, per mezzo del suo bollettino e delle Camere di commercio, ha sempre cercato di mettere le industrie italiane in grado di concorrere a siffatte forniture ha, però, dovuto, con rincrescimento, notare che, ad eccezione degli appalti che si aprono in Rumania, Serbia, Bulgaria ed Egitto, ben di rado gli pervenne dai regi agenti notizie delle gare aperte negli altri Stati. Nè pare che ai regi agen ti debba essere mancato il modo di venire a conoscen za degli appalti, poiché gli agenti diplomatici e con solari di Francia, Inghilterra e Belgio riescono ad assumere pronte informazioni che comunicano con sollecitudine ai rispettivi Governi. Ed in prova ba sta leggere il Board o f Trade Journal, il Moniteur ojficiel du commerce, ed il Bulletin commercial (del Museo commerciale di Bruxelles), nei quali, qpasi ad ogni numero, si trovano annunzi di appalti al1’ estero. « Mi pare, quindi, necessario che anche ì regi agenti, imitando quanto lodevolmente fanno i loro colleghi, si facciano premura di raccogliere le noti zie che si riferiscano ad appalti e forniture, e ne in formino con sollecitudine il regio Ministero di agri coltura, industria e commercio. Ed affinchè le noti zie riescano utili e complete, è d’uopo di conoscere : l u lo scopo dell’ appalto, cioè se si tratta di prov vista di merci o di costruzioni di opere edilizie, fer rovie, ecc. ; 2° l’ammontare dell’appalto e le condizioni di pagamento ; 3° i termini e le condizioni per presentare le offerte. « Inoltre è pur necessario di ottenere i campioni, qualora si tratti di forniture di merci, e di avere i piani ed il preventivo, almeno di massima, nel caso che si tratti di costruzione d’ opere. 9 giugno 1901 L ’ E C O N O M IS T A « In via subordinata ri uscirebbe anche giovevole il conoscere se lo Stato in cui ha luogo l’appalto con ceda speciali facilitazioni di trasporto e doganali per il materiale che viene importato per la costruzione dell’ opera ». Le banche nazionali americane. — Dalla ultima relazione del Controllore della circolazione sulla situazione delle banche nazionali americane, rileviamo che al 5 febbraio di quest’anno, epoca alla quale si arresta la relazione stessa, il numero delle Banche nazionali era di 3999, in aumento di 57 dalla precedente situazione al 18 dicembre 1900. Il capitale complessivo si accrebbe in detto periodo di dollari 2,343,100 e 1’ ammontare delle risorse totali crebbe di 294,000,000 di dollari. Al 5 febbraio 1901 l ’ insieme del capitale di tutte lo Banche nazionali americane ascendeva a dollari 634,696,000, e i depositi particolari esistenti presso di esse sommavano a dollari .2,753,969,000, in aumento di 129,972,000 dollari sulla situazione al 31 dicem bre 1900. A dimostrare il rapido, colossale sviluppo di queste Banche nell’ ultimo decennio, riportiamo le seguenti : Num. delle 1 8 9 1 .. 1 8 9 2 .. 1 8 9 3 .. 1 8 9 4 .. 1 8 9 5 .. 1 8 9 6 .. 1 8 9 7 .. 1 8 9 8 .. 1 8 9 9 .. 1 9 0 0 .. 1 9 0 1 .. Banche Capitale Soprappiù e benefizi Depositi . . 3 601 . .3 7 1 1 6 6 2 ,5 1 8 6 7 9 ,9 7 0 6 8 8 ,6 4 3 6 7 8 ,5 3 7 6 6 2 ,1 0 0 6 5 3 ,9 9 5 6 4 2 ,4 2 4 6 2 8 ,8 9 0 608 ,3 0 1 6 1 3 ,0 8 4 6 3 4 ,6 9 6 3 1 6 ,4 8 8 3 3 0 ,6 4 4 3 4 8 ,5 4 0 3 3 3 ,4 6 9 3 3 0 ,1 0 0 3 3 4 ,2 2 0 3 3 3 ,7 1 5 3 3 4 .6 2 8 3 3 3 ,9 6 2 3 6 3 ,8 7 3 3 9 9 ,4 5 9 1 ,4 8 3 ,4 5 0 1 ,7 0 2 ,2 4 1 1 ,7 5 1 ,4 3 9 1 ,5 8 6 ,8 0 0 1 ,6 6 7 ,8 4 3 1 ,6 4 8 ,0 9 3 1 ,6 6 9 ,2 2 0 1 ,9 8 2 ,6 6 1 2 ,2 3 2 ,1 9 3 2 ,4 8 1 ,8 4 7 2 ,7 5 3 ,9 7 0 . . 377 7 . . 3 728 . . 3 699 . . 363 4 ..3 5 2 4 ..3 5 7 9 . .3 6 0 4 . .3 9 9 9 Risorse totali 3 ,0 6 5 ,0 0 2 3 ,4 3 6 ,6 7 2 3 ,4 5 9 ,7 2 1 3 ,3 2 4 ,7 3 5 3 ,3 7 8 ,5 2 0 3 ,3 4 7 ,8 4 4 3 ,4 4 6 ,0 3 9 3 ,9 4 6 ,9 4 7 4 ,4 0 3 ,8 8 3 4 ,6 7 4 ,9 1 0 5 ,4 3 5 ,9 0 6 11 commercio della Russia nel 1 900. — Balla statistica ultimamente pubblicata del movi mento commerciale della Russia con 1’ estero nello anno 1900 risulta che le importazioni ascesero ad un valore di 572,496,000 rubli e 1’ esportazioni a 688,552,000. Confrontando queste cifre con quelle dell’ anno precedente, si trova nelle importazioni una dimi nuzione di 26 milioni di rubli e, per contro, un au mento di 87 milioni nelle esportazioni. La eccedenza di queste ultime sulle importazioni, che si limitò a poco più di 7 milioni nel 1899, fu l’anno scorso di oltre 116 milioni. Rimontando poi al 1898 si trova invece un aumento delle importazioni di 12 milioni di rubli e una diminuzione delie esportazioni di 20 milioni e nella eccedenza delle esportazioni una di minuzione di 40 milioni. Ripartendo le cifre totali dell’ esportazione nelle diverse grandi categorie di merci, si trovano per Ognuna queste proporzioni, negli ultimi due anni : 1900 1899 Materie prime.................... 55.3 0j0 52. 7 Id. e prodotti industriali di prima fabbricazione. 39.2 » 41.5 Bestiame ecc. . . . . . . . 2.6 » 2.9 Prodotti industriali finiti . 2.9 » 2.9 »1, » » » Può dirsi che non si sia verificato alcun muta mento nelle proporzioni del movimento delle singole categorie. I lavori del Sempione. — Diamo alcune notizie interessanti estratte dalla relazione trime strale del Consiglio federale della Re^ ubblica elve tica sui lavori del Sempione, della quale si ebbe in questi giorni la pubblicazione. i a effettuato, dopo 1’ inizio dei lavori, uro scavo totale di me. 328,781, ciò che rappresenta pressoché esattamente un cubo che avrebbe 69 metri per ogni lato. II rapportò del Consiglio faderale ci offre uu gra fico della galleria di direzione e del rivestimento del tunnel alla fine del mese di marzo. Lo spazio totale, compreso fra le colonne indi canti i metri, rappresenta la lunghezza del sotterra 349 neo, che misura — come si sa — 19,729 metri da un’ en trata all’ altra. Attualmente la lunghezza delle gallerie perforate e di circa 9000 metri, quasi la metà della profondità totale. Dal lato nord, la ventilazione definitiva ha sosti tuito la aerificazione provvisoria. Il nuovo sistema ha raddoppiato la quantità di aria introdotta nella galleria ; se ne introducono me tri cubi 2,280,000 per ogni 24 ore, di. cui circa 100,000 arrivano in fondo dell’ una e dell’altra galleria ad una temperatura di 26 a 28 gradi cent. L ’ acqua in pressione ha accusato una tempera tura media da 6 ad 8 gr. nello stabilimento delle macchine e di 21 gr. negli iniettori della galleria. La quantità d’ acqua fornita è di 17 litri al secondo. La locomotiva a vapore non penetra ormai che fino all’ imbocco del tunnel. Da questo punto al fronte d’attacco la trazione ha luogo per mezzo di 'uni locomotiva ad aria compressa a 100 atmosfere. Diciotto treni per materiale e sei treni conducenti gli operai circolano nello spazio di 24 ore. Quanto ai lavori accessori all’estremo della gal leria si sa che la correzione del Ruolo è quasi com pletamente terminata. Dal lato sud, presso Iselle, si produce un feno meno curioso ed imprevisto. In seguito al raffreddarsi degli strati, questi scoppiano e rovinano, dando luogo a frequenti detonazioni e anche la porzione di galleria, già rivestita dalla intonacatura, è soggetta a questo fenomeno. Il consumo giornaliero medio della dinamite è di un chilogramma per ogni me. di detrito. IL PROGETTO SUGLI SGRAVI Sono stati distribuiti gli emendamenti che il Mi nistro delle Finanze propone al progetto sugli sgravi. Sebbene siano in genere già noti, non sarà inuti le condensarli per miglior intelligenza dei lettori. Tassa successioni. Tutte le eredità sono soggette ad una tassa gene rale, commisurata sul valore netto nella scala seguen te, per ciascuna parte: sino, i .................... L. 50,000 tassa L. da L. 50,001 a » 100,000 » » da » 100.001 a » 200,000 » » da » 200.001 a » 300,000 » » da » 300.001 a » 500,000 » » da » 500.001 a » 1,000,000 » » da » 1,000,000 in oltre » 1,00 Oro 1,20 Ojo 1,40 Oio 1,60 Om 1,90 0|o 2,20 0[o 2,50 Ojq Oltre questa tassa generale, eredi e legatari pa gheranno la seguente tassa particolare a seconda del grado di parentela: Da ascendenti a discendenti L. 0,60 1[Q Da discendenti ad ascendenti » 1,20 Oro Tra coniugi » 3,50 0m Tra fratelli e sorelle » 6,00 0i0 Tra zii e nipoti » 7,50 0|0 Tra prozìi e cugini germani » 11,00 0[0 Tra altri parenti, affini, non parenti, Istituti o Società, che non siano di Mu tuo Soccorso, non contemplate dagli ar ticoli 97, 108, 109 della vigente tariffa » 15,00 0j0 Istituti e Società di M. Soccorso con templati dai suddettiart. della tariffa » 5,00 Or) Per le successioniche nonsuperano le 500 lire e le donazioni restano ferme le riduzioni di tassa previste dalla legge vigente. A stabilire il valore dei terreni e fabbricati tra smessi _in eredità viene istituita una Commissione in ogni capoluogo di provincia, composta dell’ In tendente, dell’ Ingegnere-capo del G-enio Civile, di due maggiori censiti della provincia e dei lue rice vitori del registro più anziani. Seguono poi vane disposizioni fiscali, in aggiunta a quelle attuali, per le dichiarazioni, per l’accerta mento dei titoli mobiliari, denaro in deposito ecc. 9 giugno 1901 L ’ E C O N O M IS T A 350 Pei debiti certi e liquidi, anteriori alla succes sione, e deducibili dall’ asse ereditario, occorre la prova documentale ammessa dal Ood. civile. In buona sostanza, oltre 1’ aumento della tassa, aumentano i meccanismi fiscali. Tasse di circolazione. L’attuale tassa di circolazione sui titoli di cre dito e le tasse sui capitali destinati dalle Società estere alle operazioni nel Regno vengono elevate da 1.50 a 2 lire per mille, oltre l’aumento di due de cimi. E così viene elevata da 1 lira a 1.50 per mille, oltre i due decimi, la tassa alle obbligazioni ferro viarie, che non siano a debito dello Stato. Dazio di consumo. I dazi sui farinacei nei Comuni aperti saranno aboliti dal 1° gennaio 1902. A ciascuno di questi Comuni lo Stato dà un compenso corrispondente ai quattro quinti del pro vento ricavato dal detto dazio, diminuendo d’ altret tanto il canone governativo, fino a toccare ì sei de cimi del detto canone. Nel caso in cui la riduzione del canone fino a sei decimi non bastasse a compensare i quattro quinti del provento del soppresso dazio sui farina cei, la differenza sarà pagata a rate bimensili con assegni sul bilancio della spesa del Ministero delle finanze. S’ intende che all’altro quinto di perdita, par la abolizione del dazio sui farinacei i Comuni aperti devono provvedere essi con altre risorse. Comuni chiusi di III e IV. Questi Comuni sono dichiarati aperti a decor rere dal 1° gennaio 1902. Essi potranno però rima nere nella categoria dei Comuni chiusi, in seguito a deliberazione motivata in conformità dei n. 1 e 2 dell’art. 162 della legge, approvata dalla Giunta pro vinciale amministrativa e comunicata al Ministero e alla Commissione speciale, che viene istituita ad hoc in ciascuna provincia, non più tardi del 1" di cembre 1901. I detti Comuni chiusi hanno però sempre facoltà negli anni successivi di diventare aperti con deli berazione del Consiglio, approvata dalla Giunta Provinciale Amministrativa e trasmessa non più tardi del 1° dicembre per operare la trasformazione dal successivo 1° gennaio. Dal giorno in cui i Comuni di III e IV diven tano aperti, s’ intende abolito in essi il dazio sui fa rinacei. Lo Stato compensa ai detti Comuni nn terzo del provento complessivo del dazio, dedotto quello ri cavato dai farinacei. Pel dazio sui farinacei lo Stato compensa i quattro quinti della perdita, come ai Comuni aperti. II compenso cbe lo Stato dà ai Comuni aperti e chiusi di III e IV categoria, di 4f5 del provento del sopprimendo dazio sui farinacei e quello di un terzo che lo Stato dà sugli altri proventi complessivi che i Comuni di III e IV ricavano ora come chiusi, nel fine di sopprimere la cinta, saranno corrisposti per dieci anni. Dal decimo anno in poi i detti compensi ver ranno diminuiti di un decimo: così da cessare dopo 20 anni, dalla data dell’abozione del dazio sui fari nacei e della cinta daziaria. * * 4= Le facoltà ai Comuni chiusi che diventano aperti di riscuotere il dazio sui materiali edilizi, sui foraggi, sul gas-luce e sull’energia elettrica ; quella di riscuotere il dazio governativo e addizionale sul vino e carni in base alla tariffa stabilita pei Comuni della classe superiore ; di applicare il dazio sulla minuta vendita del riso, burro, olii, sego, frutta, zucchero, ecc., nella misura fissata dalla tariffa dei dazi governativi e addizionali pei Comuni di III e IV, facoltà tutte già contenute nel polpettone, sono mantenute. E cosi le altre disposizioni circa la tassa sugli esercizi e rivendite che i Comuni potranno appli care, qualunque sia la loro popolazione, da due a mille lire per ciascun esercizio o rivendita, facendo di questi, dieci categorie. Appalti e personale. Per gli appalti dei Comuni aperti saranno apilicabili le disposizioni degli art. 4 e 5 Al). B della egge 22 luglio 1894. 1 Comuni di III e IV dopo la nuova legge, de vono riservarsi la facoltà di risolvere il contratto ogni fin d’ anno mediante preavviso di 3 mesi. Siccome però gli appalti scadono al 1905, non sappiamo come si possa operare la rescissione. In quanto agli impiegati e agenti daziari, stipen diati e licenziati, senza diritto a pensione, in se guito all’ apertura, lo Stato concorre per la metà dell’ indennità che i Comuni concederanno per una volta tanto. Questo contributo dello Stato non potrà mai superare i 2[S dello stipendio ohe il suddetto perso nale ha percepito nell’anno 1900. Ì Il debito vitalizio Per i collocamenti a riposo di autorità era stanziata nell’ esercizio 1899-900 la somma di lire 340.000. Il rendiconto consuntivo sogna nn’ economia di L. 53,630. I collocamenti a riposo sono stati in totale 458 per un ammontare di L. 286,370, che corri sponde alla pensione individuale media di lire 625.25. II ministero del Tesoro non registra nell’ anno alcuna nuova pensione di autorità. Per altri ministeri il prospetto delle pensioni concesse e pel loro ammontare è il seguente: Num. 385 Guerra Interno 28 Finanze 15 Grazia e giust. 3 7 Istruzione 8 Marina 2 Poste 2 Esteri Agricoltura 3 Lavori pubblici 3 Totale 458 Differenza Importo colla previs. Annualità media + 30,048 319 — 3,846 — 2,085 — 3,984 — 16,283 — 14,852 — 5,224 — 5,438 — 17,649 460,00 1.703.00 1.477.00 2.385.00 1,288,00 715.00 2.574.00 2.388.00 854.C0 117.00 286,370 — 53,630 625.00 177,048 47,681 22,184 11,925 9,916 5,717 5,148 4,776 2,562 351 La picciolezza delle annualità per le pensioni del Ministero della guerra è dovuta al fatto che il maggior numero dei collocati a riposo appar tiene alla categoria degli ufficiali in posizione ausiliaria di guisa che la pensione liquidata rappre senta unicamente la differenza tra gli assegni prov visori di servizio ausiliario e gli assegni definitivi di riposo. ★ »* La situazione del debito vitalizio al principio ed alla chiusura dell’ esercizio 1899-900 è riassunta dalle cifre in appresso, che comprendono anche le pensioni concesse a domanda degli interessati, le quali non appariscono nella precedente dimostra zione. 1. luglio 1899 30 giuguo 1900 Guerra Finanze Interno „ Giustizia Marma Poste Tesoro Istruzione Lavori Agricoltura Esteri Totale 34,836,368 12,332,181 7,439,099 7,002,975 5,049,212 3,414,381 2,862,670 2,537,254 2,080,375 629,671 306,391 78,490,576 Differenza 84,023 35,752,345 12,209,729 — 122,442 47,817 7,486,916 6,995,001 — 7,974 5,255,447 H- 206,235 3,375,808 — 38,573 2,724,424 — 138,246 2,517,751 — 19,503 2,033,660 — 46,715 649,173 -f- 19,502 7,921 314,312 78,314,566 76,010 9 giugno 1901 L ’ E C O N O M IS T A vale a dire che il numero delle annualità accese nell’ esercizio è stato inferiore a quello delle an nualità cessate. Tiu notevole e il fatto che l’accertamento è stato inferiore di circa mezzo milione alla previ sione. *** Le pensioni straordinarie diverse aumentano, invece, da L. 3.388,706 a L. 3.410,552, vale a diro di L. 81,846. Il rendiconto consuntivo, che pubblica in alle gato l’elenco nominativo delle pensioni concesse nel corso dell’esercizio, non ci fornisce, a proposito di codesto ragguardevole aumento di pensioni straor dinarie, alcuna notizia. il si che, durante una delle ultime discussioni finanziarie, fu fatta alla Camera opportuna racco mandazione di unire al bilancio la dimostrazione nominativa di codeste pensioni privilegiate. Ritornando al debito vitalizio, l ’ onere di bilan cio era, al principio dell’ esercizio, di lire 81.819,282, discese a L. 81,725,118 alla chiusura. Diminuzione assoluta di L. 94,166; diminuzione proporzionale l’ uno ed una piccolissima frazione per mille. Sarebbe utile conoscere il numero delle persone che attingono al fondo pensioni, ma anche di ciò tace il rendiconto. , Quando il problema delle pensioni civili e mili tari era vivamente dibattuto, non sarebbe stato un fuor d’ opera mettere dinanzi al paese, e non alle sole commissioni parlamentari o ministeriali, tutti gli elementi di giudizio. In ordine alle pensioni militari per esempio, avremmo desiderato di sapere : 1° quanta parte serva al personale civile, di stinguendo il personale dell’ amministrazione pro priamente detto ed il personale operaio degli stabi limenti militari ; quanta altra parte era assorbita dalle pen sioni ai militari di truppa. 3° finalmente, in quale misura sieno le pen sioni pagate alle vedove e agli orfani degli uffi ciali. Imperciocché, più che i limiti di età, hanno, a nostro avviso, concorso ad accrescere il carico delle pensioni militari le facilitazioni concesse ai matri moni degli ufficiali; facilitazioni, delle quali le con seguenze finanziarie aumenteranno sempre più in avvenire. Sono lacune, che noi auguriamo di vedere col. niate nei futuri rendiconti consuntivi, e, meglio an cora, nella relazione, che la Giunta generale del bilancio presenterà a suo tempo sul rendiconto LE ECCEDENZE DI SPESA La Camera ha approvato un progetto di legge per 22 milioni e frazione di spese fatte in eccedenza dei relativi stanziamenti di bilancio nell’esercizio 1899-900. Approvato il rendiconto consuntivo dell’ eserci zio, la discussione sulle eccedenze fu, come era da prevedersi, puramente accademica, e la loro approva zione diventava una mera formalità. Sarebbe stato più corretto, pare a noi, far pre cedere la discussione delle eccedenze di impegni a quella del rendiconto. Comunque, uno sguardo sommario, sebbene tar divo, a codeste eccedenze, che costituiscono una mi naccia permanente alla consistenza del bilancio, non sarà un fuor d’opera. Le eccedenze nelle spese obbligatorie e d’ordine importano la somma di L. 5,437,725 ; quelle nelle spe se facoltative ammontano ad una somma tripla, cioè a L. 16,625,144. Sono, dunque, L. 22,062,869 spese, durante l ’ e sercizio, in più degli stanziamenti bilanciati, per le quali si domanda al Parlamento un bill d’ indennità. Sta però che a codesta eccedenza si contrappon gono economie in altri capitoli per la somma di 351 L. 14,440,505 ; di guisa ohe la maggiore spesa effettiva, la quale cade a carico della finanza, si residua a L. 8,469,331, nella ragione di circa 50 centesimi ogni 100 lire bilanciate. Non è una gran cosa, nei rapporti finanziari, ma ha, nondimeno, una importanza nei rapporti am ministrativi, in quanto è indizio di una certa cor rentezza nella valutazione delle previsioni, la quale dovrebbe evitarsi per la luce sfavorevole, che getta sulla amministrazione, con la complicità della legge ili contabilità, la quale presumendo che le economie siano acquisite senza altro al Tesoro, mette in rilie vo soltanto il lato men bello e commendevole della cosa. Tutti i ministeri hanno portato il loro contri buto alle eccedenze, come meglio appare dallo spec chio, che segue: Ministeri — Spese obbligatorie facoltative Tesoro 3,312,001 Finanze 1,598,141 Affari esteri 64,409 Interni 138,202 Grazia e giustizia — Guerra — Marina 1,857 Lavori pubblici — Istruzione pubblica 16,150 Agricoltura 25,689 Poste e telegrafi 251,276 255,484 213,250 84,572 2,409,502 191,012 3,044,461 7,618,358 34,509 1,347,419 79.714 1,346.639 Totale — 3,597,485 1,811,391 148,981 2,547,704 191,012 3,044,461 7,620,215 34,509 1,363,569 105,453 1,597,910 Totale 5,437,725 16,625,144 22,062,869 La relazione dell’ on. Guicciardini crede che ri medio alle eccedenze nelle spese obbligatorie sarebbe 1'aumento del fondo di riserva, che l’ esperienza di molti anni dimostra insufficiente al bisogno. Ne è a dire che l’accrescimento del fondo possa diventare eccitamento allo spendere, perchè le spese obbligatorie avvengono non per volontà di ministri, ma per forza ili cose, contro le quali nulla possono i ministri. Per le spese facoltative la questione è differente ed il rimedio deve consistere nel rendere più efficace il sindacato della Corte dei Conti e nel dare maggiori poteri di vigilanza al Ministro del Tesoro, come fu ripetutamente proposto al Parlamento con progetti speciali di legge, che non arrivarono mai in porto. CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCIO Camera di commercio di Udine. — Tra le comunicazioni fatte al Consiglio nell’ ultima adu nanza dello scorso aprile, la Presidenza riferì che fin dal marzo p. p. fu indirizzato all’ on. Ministro del commercio un telegramma in questi termini : < Camera rileva con apprensione intendimento Go verno ridurre dazio farine, ciò che sostituirà impor tazione farine a quella del grano, prodotto lavorato sostenendo meglio spese trasporto. Pesteranno dan neggiati così industria come agricoltura, mentre Stati esteri promuovono anche con premi esporta zione farine. Ricordasi che macinazione lascia dispo sizione agricoltura crusca cruschelli. Camera consi glia vivamente ridurre attuale differenza dazio fra grano e farine, appena sufficiente per proteggere lavoro nazionale ». Riferì inoltre che una Commissione, della quale fu relatore il cons. Muzzati, esaminò il disegno di legge Chimirri per 1’ abolizione parziale della tassa sugli spiriti adoperati nelle industrie, e rilevato che il progetto realizzava un voto di questa Camera, lo trovava,, in massima encomiabile, soltanto riteneva ilisufficiente lo sgravio e troppo ristretto il periodo d’ un anno per l’esperimento della nuova legge. Il vice-presidente, che fa parte della Commissione par lamentare per lo studio del progetto, sosterrà queste idee, se, come è da sperare, il disegno di legge sarà ripresentato dal ministro Wollemborg, e se verrà riconfermata la Commissione. 352 L ’ E C O N O M IS T A 23 maggio Mercato monetario e Banche di emissione La Banca d’ Inghilterra ha ridotto il saggio mi nimo ufficiale dello sconto dal 4 al 3 lj2 per cento. Questo fatto, sebbene non inaspettato, è però una prova della buona situazione del mercato monetario. L’anno scorso al 25 maggio, nonostante difficoltà monetarie maggiori delie attuali, lo sconto era già stato ridotto dal 4 al 3 1[2 ; quest’anno una simile riduzione è stata ritardata di due settimane per po ter rafforzare la situazione della Banca, e bisogna riconoscere che la cosa è riuscita, sebbene i prestiti russo e tedesco e i conseguenti ritiri di danaro dai conti correnti, tenuti a Londra da francesi, abbiano assottigliato le disponibilità. La Banca d’ Inghilterra al 6 corr. aveva 1’ in casso in aumento di 569,000 sterline e la riserva di 394,0( 0; la maggior diminuzione si è avuta nei de positi dello Stato per 2 milioni e tre quarti di ster line ; crebbero invece i depositi privati per quasi 2 milioni. La Banca ha ricevuto dall’estero somme impor tanti di danaro e le prospettive sono favorevoli a nuovi arrivi. Non ostante tali rosee previsioni, bisogna però tener presente che il perdurare dello stato di guerra nell’ Africa Australe è causa di non lievi spese al Governo inglese. Per di più la possibilità che buona parte del capitale straniero esistente a Londra possa venir ritirato pei bisogni agricoli dei vari paesi (ec cezion fatta per la Francia e la Germania, cosi lar gamente provvedute di disponibilità), deve persua dere la Direzione della Banca d’ Inghilterra a raf forzare convenientemente la riserva dell’ Istituto, onde questo possa trovarsi in grado di fronteggiare con facilità le possibili richieste avvenire. Come si capisce, per ottenere l’intento essa dovrà mantenere ancora per qualche tempo, elevato il saggio dello sconto per attirar 1’ oro, e ciò fino a che la situa zione oompletamente' rassicurante della Banca non permetta una qualche riduzione ne] limite legale. Si aggiunga che è proprio in quest’ epoca dell’anno che gli inai! di numerario in provincia assumono una grande importanza. Agli Stati Uniti la quiete è ormai tornata a do minare sul mercato monetario ; il prezzo del danaro è intorno al 8 per cento. A Berlino si nota abbondanza di capitali in cerca d’ impiego, d’ onde una relativa facilità, che si rispecchia nel saggio dello sconto, il quale oscilla intorno a 3 1|8 per cento. Sul mercato francese lo sconto è intorno al 2 \\2 per cento e il cambio su Londra è a 25.20 Ij2 sull’ Italia al 5 0|°. In Italia nessuna alterazione sensibile nel saggio dello sconto, i cambi presentano questo movimento : su Parigi ìiu Londra su Berliuo su Vienna 27 Lunedì........ 28 Martedì... . 29 Mercoledì., 31 Venerdì.... 1 Sabato....... 105.31 105.22 105.27 105. 25 105.18 26.52 26. 51 26.51 26. 51 26. 50 129. 65 129. 55 129.62 129. 65 129. 52 110.30 110. 20 110.22 110. 22 110.15 Situazioni delle Banclie di emissione estere 30 maggio 2,457,884,000 > 1,117,789,000 A ttivo S Cao°v' ' i oargento AlllVO h i“ p ortafog| ............ » 505,586,000 ' Anticipazioni.. , » 689,450,000 Circolazione.......... > 4,019,058,000 ^ Conto cor. dello St 96,571,000 i » » dei priv ’ 695,758,000 ’ Rapp. tra la ris. e ine. 8 8 ,9 6 / oro . . . Fr. cs CQ U- s= rassivo > Incasso metallico Steri. Àftivn Portafoglio....................» / Circolazione..................» * n.„ Conti corr. dello Stato » 1 aò&lVlK Conti corr. particolari » \ Rapp. tra l’ inc.e la cir.» differenza — 2,254,000 + 5,453,000 — 229,279,000 — 36,400,000 — 12,067,000 — 36,898,000 — 202,607,000 — 0 ,3 4 % 30 maggio differenza 36.638.000 + 569,000 26.976.000 786,000 24.687.000 + 394,000 29.727.000 + 6,170,000 41.780.000 + 5 1 1 /4 + 176,000 2,730,000 1,983,000 1 1 /8 % 9 giugno 1901 o, . | 2 £ £ r a m -c 10 3 o < £j differenza i Incasso . . . Fiorini 1,256,177,000 + 420,000 Àffivn ’ Portafoglio..........» 293,470,000 + 7,941,000 / A nticipazione. . . » 51,238,000 + 811,000 P re stiti » 299,453,000 + 112,000 , . f Circolazione » 1,346,211,000 + 22,410,000 rassivo \ Conti c o r r e n ti...» 141,207,000 — 10,972,000 I Cartelle fondiarie» 295,786,000 + 236,000 18 maggio 1 1 N u S n ( Incasso * o r o ........... *’ r. \ llcass0 ( argento .... m ¡5 ** ( Circolazione.....................» differenza 101,555,000 12,809,000 + 210,404,000 — 3,872,000 23 maggio a g 87,000 469,000 differenza ( Incasso............Marchi 970,684.000 — 17,518,000 Attive Portafoglio » 753,881,000 + 26,278,000 Anticipazioni » 62,627,000 + 7,997,000 g -E a « “ E ° ° S «3 Passivo' Circolazione............... ■- CD Conti correnti......... .. 1,108,114,000 + 21,455,000 640,927,000 — 13,398.000 18 maggio differenza •. I incasso 1 oro- ■Fiorcri a 77 Attive' ' a rg e n to .» g « 35 Allivu Portafoglio................ iS -a j (A n ticip a zion i........... » “ ‘5 Passivo' Circolazione............» -a oMiiV) Conticol.rent i..........» 65,032,000 69,039,000 63,742,000 53,215,000 226,313,000 6,722,000 + + — — — — ® jc .Incasso met. Doli. £ « o AttmiiPortaf- 6 nutieip.» o '5 . _ > "'V a lo ri le ga li----- » 181,190,000 + 866,310,000 + 78,160,000 + 18 maggio « S U » < S “ Z Passivi)' Circolazione........ » '"(C onti corr. e dep. » 3. g03ì Attivo 5 3 ¡ f Passivo differenza 1,120,000 7,440,000 1,660,000 31,090,000 — 10,000 952,400,000 + 11,280,000 4 maggio i ' i ' | i 656,000 95,000 2,332,000 2,444,000 2,080,000 5,120,000 ) oro Pesetas 350,089,000 + noa8s ( a r g e n to ..» 423,749,000 + Portafoglio » 1.112,573,000 + Anticipazioni » 273,797,000 + Circolazione » 1,617,288,000 — Conti corr. e dep. . » 682,281,000 + differenza 11,000 3,660,000 3,192,000 20,464,000 2,810,000 3,389,000 RIVISTA DELLE BORSE Firenze, 8 giugno 1001. L’ andamento delle nostre borse nell’ ottava at tuale, di non molto differisce dalla settimana prece dente. Non ci possiamo in verità lamentare, poiché, non per merito nostro e dei nostri operatori, ma per virtù di Parigi, i nostri mercati sono assai ben di sposti. Grandi slanci, e forti volate non possiamo registrare per il fatto che troppe questioni di vitale entità, ci preoccupano in questi momenti. Le notizie Cinesi sono buone, ma sconfortanti per gli inglesi sono quelle del Transvaal, ed il malcontento del consolidato inglese sta a dimostrare che siamo lungi dalle speranze di pace. La nostra rendita 5 per cento si è aggirata in media a 102.45 per contanti; oggi chiude a 102.50 con un distacco per il fine mese di 20 centesimi. Il coupon è pagabile dall’ undici Giugno. Buono il 4 °|0 per cento antico a 112. 30, ed il 3 per cento antico a 61. 50. Parigi sempre ben disposto, seguita a volgere le sue simpatie al nostro consolidato che ben presto probabilmente quoterà a 98. Attualmente esordita a 97.80, la faceva salire a 97. 85, per ribassare a 97,70 o chiudere a 97. 80. Le rendite interne francesi in lieve aumento; il 3 lp2 per cento a 101. 55, ed il 3 per cento antico a 101. 20. Gli altri titoli di Stato a Parigi non offrono dif ferenze notevoli, ed anche l’Esterieure spaguuolo con tutte le sue oscillazioni finisce col chiudere pressoché sul suo solito prezzo e cioè 71. 60. Debole 1’ inglese ex-coupon a 93.50. — Ferme Vienna e Berlino. 9 giugno 1901 L ’ E C O N O M IS T A o fl TIT O L I D I ST A T O ■o °3 !- a ^ tW Rendita italiana 5 » » 4 V, » » 3 Rendita italiana 5 0 102 27 g .2 | !g.2g §.HS ^co >i> [102.45102.45 102.50 112.20 112.30 1 1 2 .-1 1 2 .3 0 112.30 61.50 61.50 61.501 61.50 61.50 j a P a rig i.............. | 97.75 97.80 97.85 97.80 97. 70 97.80 a L on d ra ..................j 96. 50 96.50 96.55 96.65 96.55 96.60 a B e rlin o ................. 96. 70 96.80 97.10 97. — 97.— 97. Rendita francese 3 0 amm ortizzabile.. . . — — _ Read, frane. 3 V2 °/*« •.. 99.25 99.10 99.15 99.30 Rendita austriaca in oro 117.85 1 * » in arg. 9 8.— ! 9 » in carta Rendita spagu. esteriore: a P a r ig i................. , _ 101.40 101.46 101.52 101.50 101.05 101.10 101.20 101.20 93.75ex 93.70 93.70 93.50 * » 3 ° /0 antico. Consolidato inglese 2 3/_, 94. 35! » prussiano 2 */, 94.— 117.95(117.95 — . — 98.— 98.10 — . — 98. 50 i 98.45 ! 98,50 ! 98.50 1 1 8 .98.05 98.55 71.90 71.55 71.65 71.60 71.60 70. 75 70.75: 70.75 —. — 69.30 Rendita turca a Parigi. 25.07 25.15 25.17 25. 50 25.15 25.10 » » a Londra 24.50 24.50 24.45 24.50 24.50 24.60 Rendita russa a Parigi. — ! 85.40 85.30 85.20 85.20 85.20 » portoghese 3 ° / a P a rig i....................... ° 25.70 25.90 25. 9o| 25.85j 26.02 2 6 . a L on d ra .................. 71.30 70.25 I Giugno 1901 V A LO R I B A N C A R I 8 Giugno 1901 Banca d’ Italia.............................. 856._ 857.50 Banca Commerciale...................... 675!— 678.— Credito Italiano........................... 532._ 535.— Banco di Roma............................. 122._ 125.— Istituto di Credito fondiario....... 483^50 485.— Banco di sconto e sete.............. 160.__ 1 6 1 .Banca Generale............................. 51. — 52.— Banca di Torino........................... 90. 50 90.— Utilità nuove............................... 168."__ 169.— I valori bancari sono, assai migliorati in ottava. ~ Noteremo fra le azioni più ricercate quelle della Commerciale, Credito Italiano, e Istituto di Credito ! ondiano. C AR TE LLE FO N D IA R IE E Istituto italiano........... Banco di Napoli . Banca Nazionale. Cassa di Risp. di Milano Monte Paschi di Siena.. Op. Pie di S. P > Torino’ 4 Giugno 7„ 4 » 3 *|f » 4 4 ‘ |2 » 5 5 4 » 5 4 il, » 4 •1 ‘ 1, » Meridionali....... Mediterranee.... Î3 Sieule (oro)....... 3\ Sarde C.............. 5!, Ferrovie nuove.. ÜJ ; Vittorio Eman. . 3 / T irrene............. mÍ n Costruz. Venete. o ; Lombarde.......... Marmif. Carrara. '-rt ® Lh © LrH© 3 Sg rs §>_ rs §>t-i ;| | £ j 3 f g Giugno 1901 1901 4 9 5 . 50 5 1 0 . 75 4 3 8 .— 5 0 2 .5 0 5 1 2 .— 493. — 5 12. 5 0 5 06. 75 4 90. — 506. 5 11. 50 4 94. — 4 95. 50 5 10. 75 442. — 5 0 2 .5 0 5 12. — 491. — 5 12. 50 5 06. 50 4 9 0 .— 5 0 6 .— 512. 4 9 3 .— ■Prestito di E om a................. 4 °|„ » Milano............... 4 » » Firenze............. 4 » » N apoli............... 4 » AZ IO N I V A L O R I F E R R O V IA R I Su Meridionali...................... 8 ' Mediterranee.................. ^ / Sieule............... Secondarie Sarde............ i Giugno 1901 512. ICO. 69. 25 9 3 .— 3 ° L ........ 4 * ........ 4 » ........ 3 » ........ 3 » ....... 3 » ........ 5 » ........ 5 » ........ 3 » ......... 322.— 492. - 4Q0 314 311 ftfl 31ñ 60 313. 50 313.50 312.25 505.— 496.— 389. — 248.— 496 383 60 248. Buon andamento nei valori ferroviari in genere. Fra le azioni noteremo in aumento le Mediterranee e le Secondarie Sarde ; fra le obbligazioni le Mediterranee, le Ferrovie nuove e le Tirrene. In seguito a deliberazione do] Consiglio d’ Am ministrazione della Società delle Ferrovie Mediter ranee, si pagherà dal 1° luglio ai portatori d’ azioni sociali contro presentazione della cedola 31, un se condo acconto di L. 12.-'0 per ciascuna azione sul dividendo dell’ esercizio 1900-1901. Venne pure deliberato una emissione di 75 mi lioni in obbligazioni sociali al 4 per cento netto, onde far fronte al fabbisogno finanziario in dipendenza della Convenzione 29 novembre 1899 per acquisti di materiale rotabile e della legge 25 febbraio 1900, nu mero 56. Ora un dispaccio^ da Milano annunzia che la Banca Commerciale italiana ha, insieme al suo gruppo finanziario, acquistato dalla Società del Me diterraneo i 1 5 milioni di obbligazioni, obbligandosi a versarli entro il mese di luglio. V A L O R I IN D U S T R IA L I Navigazione Generale.. Fondiaria Vita................. » Incendi.......... Acciaierie Terni............. Raffineria Ligure-Lomb , Lanificio R ossi............... Cotonificio Cantoni........ » veneziano................... Condotte d’ acqua........................ Acqua Marcia.............................. Linificio e canapificio nazionale. Metallurgiche italiane................. Piombino....................................... Elettric. Edison vecchie............. Costruzioni venete...................... Gas.......................................... / M olini............................................ Molini Alta Italia........................ Ceramica Richard....................... Ferriere.................................. Officina Meo. Miani Silvestri___ Montecatini........................ 1 Giugno 1901 444.— 252. — 127. — 1528. — 3 8 9 .1370. — 472.— 194.— 247.— 1 0 2 0 .— 152.— 169. — 75. — 423. 50 8 5 .787.— 75.— 250.— 298.— 129. 89.— 220.— 8 Giugno 1901 463. 253.— 128.— 1520. — 398.— 1370. — 470.— 194.— 245.— 1031.— 150.— 170. — 75. — 427.— 78.— 805.— 75.— 250.— 297.— 129.— 88.— 220. — 3800.— 3800.— Banca Ottomanna..................... 551. 553.— Canale di Suez......................... 3755. — 3758. — Crédit. Foncier........................... 698. — 674.— La situazione per questi valori va migliorando. Notiamo all’aumento le Rubattino, le Raffinerie, le Condotte, 1’ Acqua Marcia, il Gas di Roma, e ie Edison. Fermezza in genere nelle Cartelle fondiarie af fatto trattate. L ’ unico aumento ci vien dato dal Banco di Napoli 3 1x2 por cento da 438 a 442. P R E S T IT I M U N IC IPA LI — 353 SOCIETÀ COMMERCIALI ED INDUSTRIALI 8 Giugno 1901 5 1 3 .— 1 0 0 .3 0 6 9 .5 0 9 3 .5 0 1 8 Giugno 1901 Giugno 1901 7 30. — 538. 5 0 6 8 3 .— 2 4 8 .— 7 2 8 .— 540.— 683. — 2 4 9 .- R en d icon ti di assem blee Società Anonima Briantea ferrovia Monza-Oalolzio. — Il bilancio consuntivo 190G si chiude con un utile da ripartirsi di L. 442,578.67. In tale cifra gli utili industriali risultano di Li re 351,649.07. Il riparto venne così proposto ed aprovato: alle azioni in ragione di L. 65 cadauna i. 384,575; all’ammortamento dei titoli sorteggiati L. 23.0CK. ; alla riserva L. 35,003.67. È 354 L’ ECONOMISTA NOTIZIE COMMERCIALI Grani. — Frumenti e frumentoni calmi, Avene in leggera ripresa. — A Verona avena da L. 18.75 a 19 al quintale. — A Lecco Frumento nostrano da L. 28 a 28.50. Id. Veneto da L. 28.50 a 29, Grantur co da L. 17.75 a 18.25, Segale da L. 19 a 19.50, Ave na da L. 20 a 20.50 al quintale. — A Lodi Frumen to da L. 27.50 a 28, Melica da L. 16 a 17, Avena da L. 19 a 19.50. — A Pavia Frumento nostrano da L. 27 a 28, Segale da L. 19 a 20, Melica a L. 17, Ave na da L. 18.50 a 19.50. — A Crema Frumento a Li re 27.25, Granturco a L. 17, Avena a L. 18.50. — A Irevtglio Frumento a L. 27, Granturco a L. 17, Ave na a L 20 al quintale. — A Casalmaqgiore Frumento a L. 27.75, Frumentone a L. 17. — A Viudana Fru mento da L. 27 a 27.50, Frumentoni da 17 a 17.50. — A Torino Frumento di Piemonte da L 27 a 27.50. id. Nazionali a L. 28, Frumentoni da L. 18 a 19, Avena da L. 20.50 a 21, Segale da L. 18.75 a 19.25 al quintale. — A Genova Grani Alta Italia da L. 27 a 27.25, Granoni da L. 18.75 a 19, Avena Nazionale da L. Ì8.75 a 19. Id. Estera da L. 13 a 13.25. — A Pano Frumento Romano a L. 27.75, Frumentone a L. 17.50 al quintale. A Reggio Emilia Frumento di i qualità da L. 27.75 a 28, Id. di 2a qualità a L. 26, Granturco nostrano da L. 17.75 a 18, Avena da L. 20 a 21. — A Bologna Frumento bolognese da L. 28 a 28.50, Frumentone da L. 17 a 17.75 al quintale. — A Parigi Frumento per corr. a fr. 20.25, Id. per pros simo a fr. 20.60, Segale per corr. a fr. 16, Id. Avena a fr. 19.90. — A Marsiglia Grano Tunisi duro a fr. 19.50, Id. Ghirka a fr. '16 per 120 chilogrammi. — A Trieste Granturco Levante da corr. 11 a 11.50 al quin tale. — A Odessa Frumento d’ inverno da Copecchi 9-1 a 95, Frumento Oulca da Copecchi 88 a 90, Se gale a Copecchi 65 3[4 al pudo. Un pudo equivale a chilogr. 16.38, e Copecchi 37, 57 1|2 formano un franco. Cotoni. — Prevalse la sostenutezza sul mercato cotoniero di New-York durante la settimana: il di vario risultante dal confronto delle due ultime chiu sure ammonta a 7 punti, circa, di rialzo per giugno e settembre, 15 per gli altri mesi. A Liverpool non vi furono variazioni. Gli affari risultarono pochi, o nulli. Prezzi correnti: A New-York cotone Middling Upland pronto a cents 8 1|4 per libbra; a*Liverpool cotone Middling Americano a cents 4 3x32, e Good Oomraw a cents 3 7x16 ; a Nuova Orleans cotone Middling a cents 7 3|4 per libbra. Sete. — Andamento regolare delle coltivazioni bachi e fermezza dei prezzi sono i fatti salienti da segnalare. La fabbrica ha rifornito i propri slocks, per non trovarsi sprovvista, ma si prevede che rien trerà in una prudente riserva, nell’ attesa di essere fissata sui prezzi dei bozzoli, cosa la più naturale, alla vigilia delia raccolta. I bachi sono dalla 3a alla 4a muta, la foglia è abbondante e di qualità eccel lente. I filandieri si dichiarano soddisfatti per ab bondanza di lavoro e prezzi di lavorazione. Prezzi praticati : Gregge. —- Italia 10x12 extra fr. 45; Piemonte 10x12 1 fr. 44 a 45; Siria 9x11 2 fr. 39 a 40; Brussa 14x16 extra fr. 41, 2 fr. 37 a 38; Càvennes 13x16 extra fr. 45 a 46; China fil. 9x11 extra fr. 44, 2 fr. 4l a 42; tsatlées 4 3x4 a fr. 26, 5 best fr. 25; Canton fil. llrlS fr. 34 a 34.50. , Trame. — Italia 22;24 1 fr. 47; China giri con tati 40x45 1 fr, 39 a 40; Canton fil. 24[26, 1 fr. 40, 26x30 2 fr. 36 a 37; Giappone fil. 26(28 1 fr. 45. Organzini. — Francia 20[22 extra fr. 50 a 51; Piemonte 19x21 extra -fr. 50; Brussa 36x40 1 fr. 43; Siria 19x21 1 Ir. 46 ; Canton fil. 20x22 1 Ir. 42; Giap pone fil. 20x22 1 fr. 47. Vini. — Mercati con discreto numero di aifari; ad Alessandria vino rosso comune vecchio di i a qua lità da L. 32 a 38, id. nuovo da L. 24 a 30 l’ ettolitro. A Cremona vino di l a qualità da L. 34 a 36, id. di 2 qualità da L. 24 a 30 l’ettolitro. Cera. — In causa della grande scarsità di cera gialla regna una gran calma nei mercati in genere. 9 giugno 1901 Gli arrivi non sono importanti, ma la domanda continua ad essere forte. Ad Ancona cera nazionale da L. 270 a 275, miele nazionale da L. 77 a 77,60 al quintale. A Marsiglia cera d’Algeria a fr. 167, id. del Marocco a fr. 172, id. Tunisi a fr. 172, id. del Levante a fr. 175; cera di Provenza a fr. 320 i 100 chilogrammi. A Trieste cera Bosnia da cor. SCO a 305 i 160 chilogrammi; ad Algeri cera da fr. 3,14 a 3,20 al chilogrammo. A Costantinopoli cera gialla da piastre 19,50 a 20 per oca; a Smirne cera gialla da piastre 19 1[2 a 19 3x4 per oca. Zolfi. — Ecco i prezzi correnti per 100 chilo grammi: sop. Girgenti sop. Licata 2a V. L. f.m. L. 10.— a 10.— 10.08 a 10.10 2a B. L. f.m. » 9.— a 9.90 10.08 a 10.1(1 2a O. L. f.m. » 9.— a 9-75 10.03 a 10.05 3a V. L. f.m. » 9.— a 9.60 10.— a 10.04 3a V. L. Uso » 8.— a 8.90 9.62 a 9.70 3a B. L. f.m. » 8.— a 8.50 9.55 a 9.75 » 7.— a 7.85 8.20 a 8.25 3a C. L. R isi. — Mercati calmi; a Torino riso mercantile da L. 30,25 a 32.50. id. fioretto da L. 33.75 a 35.75 al quintale. A Milano riso Camolino di l a qualità da L. 37 a 39, id. di 2* qualità a L. 33,75, id- mercantile da L. 31,50 a 32, riso giapponese da L. 27 a 28, ri setto da L. 23,50 a 24,50, risone da L. 18,75 a 20, riso giapponese da L. 16,50 a 17,50. A Pavia risone giap ponese da L. 15,50 a 16,50, id. novarese da L. 18,50 a 19,50, riso giapponese da L. 26 a 27; a Verona risone nostrano da L. 19,50 a 20,50, id. giapponese ripro dotto da L. 18.75 a 19,25, riso fiorettane da L. 38 a 39, id fioretto fino daL. 36 a 37, id. mercantile da L. 33,50 a 34,25, mezzo riso da L. 17,50 a 18,50, risetta da L. 14,50 a 15 al quintale f. d. Canape e lino. — L’andamento dei nostri mer cati accennano ad una fase discendente nei prezzi; e mentre per il passato dappertutto venivano ri chieste che uou poteano soddisfarsi, ora queste ri chieste mancano, pur essendovi qualche po’ di merce disponibile, ricavata dalla recente macerazione del vecchio riporto. Nè in vista della precocità del nuovo prodotto, sempre promettentissimo, si è consigliati a grossi acquisti di roba fina. Il eordaggio solo è richiesto, pel momento, con una certa insistenza dalla lavora zione locale. A Napoli canape 1° Paesano a L. 98, id. 20 pae sano a L. 94, id. 3° paesano a L. 91, id. 4° paesan0 a L. 87, Marcianise a L. 78; a Luqo canape da L. 65 a 75. A Messina canape paesana di l a qualità a L. 95, id. di 2a qualità a L. 90,30, Imo da L. 172 a 175 i 100 chilogrammi. A Bombay canape Dewgud da rupie 73 a 78, id. Rajapoor da rupie 60 a 64, per Candy di cwt 5 1(4. Prodotti chimici. — Meno attiva fu la domanda in questa settimana con pochi affari. I ]irezzi in ge nerale si mantennero fermi. Soda cristalli L. 10. —. Salì di soda aitali l a qua lità 30° 10.80, 48" 16.70, 50" 17,30, 52" 17,60, A sh 2 ‘ qua lità 48" 15.50, 50° 16.—, 52° 16.70. Bicarbonato di soda in barili di chilog. 50 L. 20.25. Carbonato di soda am moniacale 58° in fusti L. 14.50. Cloruro di calce iu fusti legno dolce chilog. 250x300 17.90. Id. duro 350x400 18.75, 500x600 19.—, 150[200 19.60. Clorato di potassa in barili di chilog. 50, 109.—, id. chilog. 100, 103.—. Solfato di rame l a qualità per cons. 62.—, id. di fer ro 7.—. Sale ammoniaca l a qualità 1( 9.—, 2a quali tà lOi.—. Carbonato di ammoniaca 96.—. Minio L B e C 46.75. Prussiato di potassa giallo 196.25. Bicro mato di potassa 100.—, id. di soda 70.—. Soda cau stica 70“ bianca 27.—, 60° id. 25.—, 60° crema —.—. Allume di rocca 13.10. Arsenico bianco in polvere 67-25. Silicato di soda 140 T 13.10, 76° 10.50. Potassa caustica Montreal 74.50. Magnesia calcinata Pattinson in flaeon 1 lib. inglese 1.45, in latte id. 1.25; il tutto per 100 chilog. cif. bordo Genova. C e s a r e B ie l i , Gerente-responsabile. F irenze — S ocietà Tn>oaRAFicA F iorentina — F irenze Via San Gallo, 33.