L'ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno X X V I I I - Voi. X X X II
Firenze, 9 Giugno 1901
N . 1414
Evidentemente il creder ciò sarebbe un er­
rore; la politica di retroscena del Parlamento può
anche permettere che si facciano simili giuochi
di equilibrio e che nei corridoi della Camera si
combinino le più strane miscele, ma il paese
Assistevamo l’altra sera ad una splendida
non è certamente di questo avviso e quanto più
lezione di storia fiorentina; il disserente, che par­
gli si farà vedere la cattiva volontà del Parla­
lava al popolo, perchè la lezione si impartiva
mento ad esaudire i suoi voti, tanto più tenace­
nella Università Popolare, arrivato a descrivere
mente insisterà su essi.
i Ciompi che conquistano il Palazzo della Si­
Il rimandare a Novembre la discussione di
gnoria ed il Bargello e quindi il potere, pose
un qualsiasi provvedimento finanziario che affidi
questa domanda: — e allora?
sulla tendenza di procedere per una nuova via,
Allora i Ciompi si accorsero che non sapeè, a nostro avviso, una deliberazione pericolosis­
rono far nulla, poiché all’ arte di governare non
sima, la quale, abilmente adoperata dai partiti
basta la critica, ma è necessario un programma
estremi, ne accrescerà la forza e l’ordine; e met­
positivo.
terà la Camera stessa in contingenza di dover
In quel momento ci veniva alla memoria,
accordare ciò che fino a ieri sembrava che po­
per subita associazione di idee, la situazione
tesse accordare. Bisogna bene ripetere a tutti
della opposizione parlamentare di fronte ai prov­
che il Parlamento non è una buona istituzione
vedimenti finanziari proposti dal Governo.
I periodici di opposizione, dando notizia de- • se non in quanto non faccia casta a se, e non
abbia interessi propri che sembrano soverchianti,
gli emendamenti che l’on. W ollemborg ha pre­
e solo quando si immedesimi delle condizioni
sentati sul suo primitivo progetto, e dei quali
del paese, ne senta i desideri e sia pure nei li­
diamo più innanzi un ampio riassunto, dimostrano
miti della prudenza li accolga.
la maggiore compiacenza perchè certamente la
Ora non è a dire che il bisogno di una ri­
Commissione dei nove darà anche su essi un
forma tributaria sia una invenzione dei partiti
voto negativo.
sovversivi od un arma abilmente usata dal G o­
Non intendiamo di esaminare e di difendere
verno per rendersi popolare. Non è molto tempo
gli emendamenti dell’ on. W ollemborg; egli è
che abbiamo su queste stesse colonne riportati i
già troppo sdrucciolato nella via delle conces­
i brani di dieci discorsi della Corona che quelle
sioni e probabilmente è convinto di dover ce­
riforme riconoscono urgenti e le promettono sol­
dere il campo; meglio però se cadeva sul suo
lecitamente. Mai nessun deputato o capo di par­
suo primitivo progetto e se non accettava al­
tito o gregario ha, nonché dimostrato, solamente
cune modificazioni, che non corrispondono più
affermato che il sistema tributario italiano sia
allo scopo che egli si era prefisso. Pessimo prov­
buono; moltissimi anzi lo hanno severamente
vedimento poi quello di imitare l’on. Sonnino, e
giudicato, e non furono i sovversivi quelli che
voler venire agli sgravi con l’aumento della tassa
per i primi lo chiamarono iniquo.
di circolazione sui titoli, che sarebbe un’ altra
Anzi se vi è qualche cosa da notare in pro­
scossa al credito pubblico, con un profitto cosi
posito ; ed è che l’Estrema Sinistra si mostra quasi
meschino per l’ erario, che non vai la pena di
tiepida di fronte alle proposte riforme ; forse
commettere una cattiva azione per conseguirlo.
sarà del macchiavellismo, nel senso che essa ha
Ma supponiamo adunque che la opposizione
tutto da guadagnare se si mantiene l’attuale stato
raggiunga il suo intento; non potendo e non vo­
di cose, ma è evidente che di fronte al primo
lendo rovesciare il Ministero, essa vuol impedire
tentativo di riforma, l’ Estrema Sinistra si man­
che anche quei modesti sgravi proposti vadano
tenne, se non fredda, tiepida.
effettuati, e vuol costringere, indirettamente senza
Ma non è a dire se questo contegno non
bisogno di esporsi con voti, il Ministro delle
cambierebbe subito ove la Camera seppellisse
finanze ad abbandonare il suo portafoglio.
il progetto senza venire a nessun altra conclu­
E poi ?
sione e sembrasse accontentarsi delle languide
Vi è forse alcuno di vista cosi corta da
e vaghe buone intenzioni, mille volte ormai ri­
credere che il paese si acconcierà a non veder
petute, ed esposte ancora una volta dall’on. Boiniziata una riforma tributaria, della quale gli era
selli nella sua relazione.
stata mostrata la possibilità, e che in ogni modo
E noi, che crediamo necessario ed urgente
deve farsi?
E poi?
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L> E C O N O M IS T A
di cominciare subito a mostrare che i Grandi
Poteri dello Stato hanno veramente la capacità
di bene governare la nazione, la quale in ogni
circostanza si mostra tanto facilmente governa­
bile e così ferma nel sentimento della unità po­
litica, noi temiamo che la Opposizione in questo
momento giuochi una carta molto arrischiata
se non sapesse opporre al programma, buono o
cattivo che fosse, del Governo, altra cosa che
non sia una semplice negazione.
Se non erriamo da vari sintomi si può anche
ricavare che la Corona non nasconda il suo vi­
vissimo desiderio di vedere ristaurata la giusti­
zia nella distribuzione delle pubbliche gravezze;
e la stessa costituzione dell’attuale Ministero ci
sembra la più chiara prova di questa aspira­
zione del giovane Monarca.
Che intenderebbe quindi di fare la Oppo­
sizione se avrà contro di se, non soltanto il
paese, ma anche il sentimento della Corona?
Sarebbe prudente provocare le elezioni po­
litiche su una questione finanziaria ? Non è da
temersi che i risultati sarebbero sin troppo elo­
quenti ?
Qualcuno afferma che la Opposizione è con­
vinta di tutto ciò, ma sente in pari tempo che
sarebbe perduta affatto la sua influenza se con­
sentisse che dal Ministero attuale venissero at­
tuate le prime riforme.
« Non è perchè non si faccia — ci diceva
un amico nostro personale — ma perchè pos­
siamo far noi, che abbatteremo il Ministero. »
Se ciò sia vero non vogliamo indagarlo e
meno che meno discutere il concetto di quelle
parole; esso entra in quel campo della pura po­
litica da cui vogliamo rimanere estranei.
Invece ripetiamo: è necessario provvedere
al più presto affinchè sia iniziata la riforma dei
tributi secondo giustizia.
A noi poco importa che l’ inizio venga da
Tizio, piuttostoché da Cajo.
IDEALITÀ TROPPO GRANDI
E TROPPO PICCOLE
La Camera elettiva ha appena terminato,
mentre scriviamo, la discussione del bilancio della
pubblica istruzione, il quale ha occupato a lungo
la Assemblea con discorsi molto notevoli di de­
putati e del Ministro.
Molti giudicano quella discussione con una
parola che ha acquistato un significato sinonimo
ad inutilità, e la dissero accademia; a noi pare
però che la parola non sia appropriata. Certo gli
accademici in genere pronunciano dei discorsi
dei quali la maggior parte riconosce la inutilità;
ma a chi ben guarda, è in mezzo a quei discorsi,
che il volgo ritiene inutili, che di tratto in tratto
si incontrano quelle poche nuove idee che hanno
un grande valore e bastano a determinare tutto
un nuovo ordine di indirizzo in una data scienza.
In ogni modo i discorsi degli accademici
sono al loro posto, perchè hanno uno scopo de­
terminato, quello di portare qualche contributo
al progresso delle scienze e degli studi.
9 giugno 1901
Ma i discorsi che sono stati pronunciati in
Parlamento sulla pubblica istruzione danno la
misura di un altro fatto ben più importante,
quello della mancanza completa di un concetto
pratico nella intelligenza di un cosi delicato ed
importante ufficio, quale è quello della pubblica
istruzione.
Mentre da tante parti diverse si muovono
critiche severe sull’ andamento della istruzione
primaria, secondaria e superiore, mentre tante
voci ne domandano la riforma, e mentre la espe­
rienza dimostra che ogni tentativo di instaurano
ab imis naufraga di fronte alla impotenza del
Parlamento, il sentire uomini di ingegno e di
dottrina non peritarsi di intrattenere la Camera su
concetti che pur troppo, nè per ora nè per molto
tempo saranno attuabili, ed accennare a gran­
diose riforme già ormai ripetutamente discusse
con esito nullo, è la prova più chiara che l’ am­
biente parlamentare non è capace, così quale è
ordinato, di sentire i bisogni dei tempi, di uni­
formarsi alle esigenze delle cose, di adattarsi
alle necessità del momento.
Si è arrivati persino a discutere, a proposito
del bilancio della pubblica istruzione, sulla esi­
stenza di Dio, e sulla necessità di riformare la
legge Casati.... Tutte e due questioni che ormai
hanno sciupato fiumi di inchiostro e miliardi di
parole.
Ma dove vivono i nostri deputati? Non
hanno figli, o fratelli minori, o parenti od amici
che frequentino la Scuola o la Università? Nes­
suno di loro si è formato un concetto delle incon­
gruenze, delle lacune, delle debolezze che tutti
notiamo nell’ insegnamento ? E non era meglio,
anziché perdere il tempo in discussioni di alti
ideali, di riforme impossibili, di aspirazioni che
non valgono per un paese così povero, che non
ha denari da consacrare alla istruzione, non era
meglio invece impiegare quel tempo prezioso a
risolvere una sola, diciamo una sola, delle tante
piccole questioni che tormentano la scuola e con
cui si tormenta la scuola?
Si è già cambiato sei o sette volte in pochi
anni l’ ordine dell’ insegnamento della storia nei
ginnasi-licei; prima si cominciò dai primi popoli
orientali; poi si volle cominciare dalla Grecia, poi
da Roma, e persino si credette opportuno partire
dalla storia quasi contemporanea. Quanto sarebbe
stato utile fare una discussione o dare un voto su
questo solo punto per fissar bene in modo defini­
tivo e durevolecome si deve insegnare la storia.
E il greco ? Sempre sospeso nella incertezza;
si insegna male anche perchè maestri e scolari
non sanno bene se domani non sarà abolito.
E quella povera filosofia? E le matematiche,
ora giudicate come il caposaldo per formare la
capacità di raziocinio, ora considerato come una
zavorra che ruba il tempo ai latino ed al greco?
E nelle Università? se invece di discutere
il modo di riformarle profondamente, la Camera
avesse cercato di indicare al Ministro alcuni savi
criteri per piccole riforme; provvedere ad esem­
pio all’insegnamento della geografia, oggi ancora
relegato nella facoltà di lettere, contro ogni buon
senso; — cercare che i filosofi escano da scuole
universitarie ove vi siano insegnamenti di fisio­
logia, di psichiatria, di psicologia; — impedire
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ohe si facciano degli insegnanti di storia senza
che abbiano avuta nemmeno una lezione di eco­
nomia politica, eco. eco.
Tutto questo sarebbe già troppo ottenerlo
ad un tratto; ma se una sola di queste questioni
fosse stata trattata, e risoluta, se il Ministro della
pubblica istruzione avesse risparmiato il suo di­
scorso, bellissimo certo, ma assolutamente inop­
portuno al possibile miglioramento degli studi,
e si fosse limitato a spiegare bene ai deputati
una sola e piccolissima questione e quella avesse
risoluta, quanto maggiore sarebbe stato il suo
merito.
Invece tutti hanno spaziato negli alti ideali
di cui terranno conto i nipoti dei nostri nipoti....
Ma, come avviene sempre, la tendenza ad
uscire dalla vita pratica, che per gli italiani è di­
fetto orinai inevitabile, conduce ad eccessi op
posti.
E la discussione sul bilancio della pubblica
istruzione ha condotto il Ministro a scusarsi per
una missione di studio data ad un professore che
dovrebbe insegnare storia della Chiesa (?) nella
Università di Napoli.
Non conosciamo l’insegnante di cui si tratta,
nè sappiamo quale missione abbia da compiere;
ma ci sentiamo mortificati che un Ministro della
Pubblica Istruzione abbia a gridare in piena C imera fra le approvazioni dei deputati « io che
sono contrario alle missioni fa rò che questa ter­
mini presto ».
E la faccia terminare subito on. Ministro
se essa è cattiva od inutile; ma non proclami
di essere contrario « alle missioni ». Lo Stato,
e degli uomini che lo incarnano, meno che tutti
il Ministro della pubblica istruzione, deve essere
contrario a pi-iori a adoperare le persone capaci
e dotte perchè abbiano la missione speciale di
imparare qualche cosa di più di ciò che potreb­
bero fare coi loro soli mezzi personali, affinchè
possano poi diffondere le cognizioni che hanno
acquistato.
No, on. Ministro, non è una vergogna e non
può essere una vergogna questo mezzo straordi­
nario per accrescere il sapere; e non è che appa­
rente la incompatibilità tra la politica e la dot­
trina.
Questo omaggio reso dal Ministro ad una
massima cosi strana, per coprire momentanea­
mente una missione che forse sarà un pretesto,
stringe il cuore ; dopo il discorso cosi sonoro
dell’ altro giorno, sembra che i troppo alti ideali
sieno per la rettorica, ma per la pratica quoti­
diana gli ideali sieno troppo piccoli.
PER UN UFFICIO DEL LAVORO A VERONA
La istituzione di uffieii del lavoro è discussa
ora in alcune città, sia perchè non manca chi
vorrebbe che il Comune, seguendo esempi stra­
nieri, specie della Germania, creasse esso stesso
l’ ufficio di mediazione del la-voro, sia perchè
altri propende per il riconoscimento delle Ca­
mere del lavoro o per la creazione di uffici mu­
341
nicipali, ma distinti e autonomi. Cosi a Verona il
sindaco comm. Guglielmi mentre nella seduta con­
sigliare del 5 febbraio u. s., si dichiarava assolu­
tamente contrario a che il Comune sussidiasse la
Camera del lavoro, si afferma ora propenso a far
sorgere, col contributo del Municipio, della Pro­
vincia e della Camera di commercio, un istituto
neutrale e puramente economico. Esso dovrebbe
provvedere da un lato a collocare la mano d’opera
e dall’ altro ad armonizzare capitale e lavoro,
eliminando con cura preventiva ogni eventuale
dissidio ed operando all’ infuori e al disopra di
ogni spirito di parte e di ogni utile singolare di
classe.
Sicché a Verona non si vorrebbe quello che
invece a Brescia è già un fatto compiuto, cioè
V ufficio municipale del lavoro, ma si preferisce
un ufficio neutrale, e questa divergenza di vedute
dimostra ancora una volta che la questione è tutt’ altro che risoluta e può essere ancora, e forse
dovrà esserlo per molto tempo, discussa ed esa­
minata, prima che un’ opinione sicura possa rac­
cogliere le maggiori adesioni.
Scrivendo appunto intorno all’ ufficio muni­
cipale del lavoro istituito a Brescia *) noi avem­
mo occasione di esporre il nostro modo di pensare
sull’ argomento. Dicemmo in quell’ occasione che,
a nostro avviso, i Comuni non sono adatti ad
esercitare questa nuova funzione, e che il voler­
gliela addossare equivale a snaturare sempre
più il Comune, il quale, come tale, non può nè
deve ingerirsi delle condizioni del mercato del
lavoro e delle controversie che possono sorgere
tra imprenditori e operai. Per quest’ ultima parte
delie funzioni che si vorrebbero assegnare al­
l ’ ufficio municipale del lavoro, ricordammo la
legge del 1893 sui probi-viri che piuttosto con­
verrebbe modificare, in quanto l’esperienza l’ab­
bia dimostrata insufficiente.
Ora vediamo che anche il relatore della Com­
missione veronese incaricata di preparare lo sta­
tuto per l’ ufficio del lavoro ha sostenuto la stessa
tesi, da noi enunciata due mesi or sono. Infatti
il relatore avv. Vittorio Cavallina, segretario
generale del Comune, svolgendo i concetti gene­
rali esposti dal sindaco di Verona crede bensì
che occorra seguire l’ esempio tracciatoci dal­
l’ estero ner ciò che riguarda gli uffici di media­
zione del lavoro, non imitando pedissequamente,
ma adattando l’ istituto all’ indole nazionale.
Tre sono i sistemi che oggi si contendono il
campo, scrive il relatore. L ’ uno si è diffuso in
Inghilterra e in America, ed è rappresentato dalle
unioni operaie o Trades unions, le quali da un
lato provvedono a raccogliere i fondi per la re­
sistenza in caso di sciopero e per l’ assicurazione
contro la vecchiaia, le malattie, la disoccupa­
zione; e dall’ altro lato, a mezzo di apposito uf­
ficio, forniscono ai consociati le indicazioni per
la richiesta del lavoro, e trattano direttamente
cogli industriali, le questioni riflettenti la mano
d’ opera. Alla loro volta gl’ industriali, stretti in
leghe proprie, si tengono al corrente delle va­
riazioni del mercato e se del caso le discutono
con le unioni operaie.
‘) Vedi Economista, del 14 aprile u. s.
342
L ’ E C O N O M IS T A
Orbene, a questo tipo inglese di organizza­
zioni autonome di operai e di imprenditori, in­
dipendenti le une dalle altre, ed indipendenti
ambedue dalla tutela e dalla ingerenza governa­
tiva o comunale, si ispirano — o almeno vorreb­
bero ispirarsi — le nostre Camere del lavoro,
con questa differenza però, che esse tra noi hanno
sollecitato ed ottenuto l’ aiuto finanziario dei
Comuni, dandosi l’ apparenza di organi impar­
ziali di mediazione del lavoro, la quale è affatto
estranea alla loro natura genuina di emanazione
pura e semplice della classe operaia, e con quest’ altro di notevole e di diverso che le Camere
del lavoro, non essendo state fin qui ricono­
sciute dagli industriali — così singoli, come as­
sociati — è mancata quell’ azione benefica del
contatto, la quale si ottiene invece facilmente in
Inghilterra, e vi dà così pratico ed utile ri­
sultato.
L ’ altro sistema, più comune ora in Francia,
ha preso il nome di Patronato, ed è un ufficio
di filantropi,'•i quali si ripromettono di trovare
un’ occupazione e di procurare equi patti ai la­
voratori. Ma questa in effetto diventa più fun­
zione di carità, che doveroso e costante ricono­
scimento di diritti; e però è opera sterile ed
impratica. Il terzo sistema, che fiorisce specialmente in Germania, e vi dà splendidi frutti,
favorendo realmente la classe lavoratrice è quello
degli Uffici del lavoro.
Non più leghe autonome dì operai e di im­
prenditori a cui si rimprovera di essere non
tanto organi di pace e di lavoro, quanto stru­
menti di lotta; non più uffici di patronato, che
pel loro carattere di filantropia esercitata dai
ricchi a favore dei poveri, non ispirano a questi
ultimi la necessaria fiducia; ma uffizi imparziali
ed autonomi, istituiti con determinate guarenti­
gie dei Comuni, a vantaggio non già di una, ma
bensì di tutte le classi operaie, e che al solo
intento del bene sociale si consacrano a trovar
lavoro ai disoccupati, ed a facilitare col consiglio
e coll’ arbitrato la soluzione delle controversie
sotto la guida moderatrice di un magistrato mu­
nicipale.
Dette istituzioni furono favorite dal governo
germanico, ed appoggiate da tutti i partiti. An­
che i socialisti, i quali dapprima erano restii ed
opponevano difficoltà — specialmente perchè
quella legge elettorale, meno larga della nostra,
non permette che il socialismo domini nei muni­
cipi — accettarono gli uffici del lavoro quando ne
poterono riscontrare i vantaggi.
L ’ avv. Cavallina osserva che qualche cosa
di simile si vuol fare anche in Italia; ed oltre
ch6 a Verona si stanno eseguendo studi ad Ales­
sandria, Bergamo e Torino e si sono già prepa­
rati degli statuti ad Asti, Brescia, Venezia e
Vercelli.
Senonchè, dagli studi fatti, il Comitato pro­
motore per un ufficio del lavoro a Verona ha
tratto la convinzione che non sia pratico, nè op­
portuno, di fare come ad Asti, a Brescia e a
Vercelli, cioè una vera funzione municipale del­
l’ istituto di mediazione del lavoro e ciò perchè
non si tratta di vero e pubblico servizio. Qui, a
differenza di certi servizi pubblici che si vogliono
avocare ai municipi, non si hanno in giuoco che
9 giugno 1901
degli interessi particolari — per quanto essi ab­
braccino la grande maggioranza della popolazione
— i quali devono essere regolati secondo i bi­
sogni e la iniziativa dei privati. Tanto più, ag­
giunge il relatore, che se noi ammettiamo oggi
che il Comune deve direttamente discipliuare le
funzioni proprie alla classe dei proprietari, degli
industriali e dei lavoratori, dovremo logicamente
acconsentire che domani si ponga a governare
gli interessi dei professionisti, posdomani quelli
dei letterati e degli artisti e via via per le infi­
nite forme di attività dell’ ingegno e dell’ opera
umana. Il Comune può concorrere quando si trovi
di fronte ad interessi rilevanti dei propri ammi­
nistrati, i quali cerchino di federarsi per rag­
giungere uno scopo utile, ma non deve addossarsi
esso la responsabilità di governare e disciplinare
per sè questi molteplici interessi fra loro tal­
volta contrari. Nè l’ ufficio del lavoro ha da gua­
dagnare con l’ esercizio diretto municipale, per­
chè nell’ alterna vicenda dei partiti esso diver­
rebbe il campo facile delle passioni e degli interessi
di parte, perdendo tutta la sua natura di istituto
puramente economico e la sua ragione principale
di continuità.
Siamo, come i lettori possono vedere, d’ ac­
cordo con le idee esposte dalla Commissione ve­
ronese e ne abbiamo piacere, perchè se quelle
idee avranno applicazione si potrà vedere cosi
anche l’ esperimento di un ufficio neutrale, nel
senso che non è municipale, ma autonomo. In­
fatti la Commissione propone di seguire piutto­
sto l’ esempio offerto dalle principali ditte indu­
striali e commerciali di Genova e Liguria che si
sono unite in Consorzio per una razionale orga­
nizzazione nei rapporti tra capitale e lavoro.
Essa dunque vorrebbe avvicinare, affiatare fra
loro le due parti interessate, istituendo un ufficio
del lavoro presieduto da un Consiglio direttivo
perfettamente autonomo e libero nella sua sfera
d’ azione, composto di due metà giuste di padroni
e di lavoratori nel numero complessivo e con le
forme di elezione che saranno suggerite da appo­
sita commissione. Al di sopra del Consiglio
stesso, e più che altro come forza moderatrice
dovrebbe esservi* una rappresentanza onoraria e
consultiva, composta dai tre enti morali (Comune,
Provincia e Camera di commercio), che hanno
promosso l’ ufficio, la quale venga ad essere l’ausiliaria impersonale e illuminata dei veri bisogni
pubblici, 1’ organo di giustizia e di conciliazione
per ogni ordine di contese.
Questi l’ intendimenti del comitato promo­
tore di Verona; vedremo come saranno tradotti
in atto; ma intanto abbiamo voluto prendere atto
che si sono visti i pericoli di un organismo mu­
nicipale e si è cercato di andare per un’ altra via.
Pur troppo le difficoltà sono sempre numerose
in coteste materie; auguriamo quindi che a Ve­
rona sappiano e possano superarle.
I « TRUSTS * NEGLI STATI UNITI
La Nuova Antologia contiene nel fascicolo
del 1° corrente uno studio del prof. Dalla Volta
sulla questione dei trusts negli Stati Uniti, ar­
9 giugno 1901
L ’ E C O N O M IS T A
gomento sempre all’ ordine del giorno, come ne
fanno prova gli articoli che, senza interruzione,
vanno pubblicando le riviste americane, e non
poche di quelle europee. Ancora in questi giorni
una rivista scientifica assai reputata, il Quarterly
Journal of Economics, ha pubblicato un articolo
sulla tariffa doganale in relazione ai trusts, e
un’ altra rivista, pure assai nota, la North Ame­
rican Review, ha consacrato un terzo circa del
suo fascicolo di maggio ai sindacati industriali
e ferroviari, raccogliendo atti d’accusa e difese
del maggior interesse. Vediamo brevemente, an­
zitutto, ciò che ne scrive il nostro amico e col­
laboratore.
Esaminata la importanza della questione,
perchè « capitali considerevoli, che si contano a
miliardi di lire, sono impiegati nei trusts, e ma­
terie prime essenziali, o prodotti lavorati di
esteso consumo, si trovano in qualche caso, quasi
monopolizzati da potenti coalizioni, cui talvolta
è legge solo il timore di sollevare contro di sè una
corrente irrefrenabile di avversione pubblica, che
obblighi il legislatore e il magistrato a interve­
nire vigorosamente », il Dalla Volta spiega in
che consista il trust, e come si distingua da
quelle altre forme di manovre o di coalizioni
che prendono i nomi di corner, ring e pool. Il
trust, egli dice, è veramente la coalizione delle
imprese industriali diretta a sostituire alla con­
correnza un armonico coordinamento, una pacifica
convivenza fra le imprese medesime, che pro­
ducono la stessa merce ; e la coalizione può
condurre a un quasi monopolio limitato, latente,
ma già attuoso. Con l’ inchiesta compiuta da
Paul de Rousiers, egli illustra la differente
origine dei trusts, dimostra come il protezioni
smo abbia favorito il sorgere delle coalizioni in­
dustriali, quando altre cause concorsero a faci­
litarle, come la complicità delle compagnie for­
viane che accordarono favori speciali a potenti
capitalisti sindacati, la proprietà di brevetti di
invenzione, la limitazione del campo, nel quale
può aversi una data materia prima. Ma il de
Rousiers ha lasciato ancora nell’ oscurità la
causa primordiale dei trusts, non ci ha mostrato
perchè la tendenza generale nell’ industria mo­
derna, oltre che verso la concentrazione intesa
nel senso di produzione su grande scala, anzi
di produzione sempre più in grande, sia pure
verso il sindacato, verso l’ unità di direzione di
molteplici imprese producenti la stessa merce.
E lo scrittore della Antologìa crede che per
comprendere quale sia quella causa primordiale
occorra risalire al motivo principale che ha ispi­
rato i promotori e gli organizzatori dei trusts, che
è quello di limitare la concorrenza; bisogna quindi
considerare in quali condizioni essa si è svolta
negli ultimi tempi per comprendere quale sia
la cagione prima dei trusts.
Ora, è innegabile che gli Stati Uniti, alla
pari di altri paesi tra i più evoluti industrial­
mente attraversarono periodi di lunga depres­
sione che, senza risalire molto addietro, si este­
sero dal 1884 al 1886 e dal 1893 al 1895 : la
ripresa degli affari, lo slancio maggiore dell’ at­
tività produttrice che seguirono quelle condi­
zioni depresse dell’ industria resero più intensa
la concorrenza e precipitarono più rapidamente
343
i prezzi al livello che non consente se non pro­
fitti esigui od almeno ritenuti insufficienti a com­
pensare i rischi delle imprese e il lavoro sem­
pre più febbrile e attivo degli industriali. La
concorrenza portata agli estremi, condusse tal­
volta alla sua negazione, al suo suicidio. I danni
che essa cagiona quando più si accende la lotta
industriale non apparvero mai così grandi, così
profondi, come ora che la grande industria pre­
vale e in essa il capitale fisso, sopratutto il ca­
pitale tecnico, è divenuto un termine fondamen­
tale e ha assunto tanta prevalenza nell’equazione
produttiva.
Su questo punto il Dalla Volta insiste in
modo speciale, per concludere che i trusts, gene­
ralmente, sono un prodotto delle condizioni della
concorrenza nella fase presente di sviluppo della
industria americana. E il trusts si presenta come
una forma particolare di concentramento nel
campo industriale, preludio talvolta di vere e
proprie fusioni.
La necessità di dare alla produzione — egli
continua — un indirizzo più organico, più coerente
allo scopo di meglio equilibrare la offerta con la
domanda, di assicurare la persistenza del profitto,
minacciato dalla concorrenza sfrenata, che anche
in un mercato chiuso può divenire disastrosa coll’accelerarsi dell’accumulazione dei capitali, tutto
ciò riusciva a rendere quasi fatale il ricorso ai
sindacati. Ma il trust, per sè medesimo, non è il
monopolio, come non va confuso colla produzione
in grande o coi tentativi della speculazione di
Borsa diretti a far assorbire dal mercato dei ca­
pitali grandi masse di titoli industriali, di nuova
creazione, e naturalmente ai prezzi più alti pos­
sibili. Esso può essere il primo passo verso il
monopolio, come può esserlo la formazione di
qualunque grande impresa, quando pochi e deboli
sieno i suoi concorrenti. In ciò sta il pericolo,
certo non ipotetico, dei trusts e da questo peri­
colo sorge appunto un problema, la cui soluzione
affatica economisti, legislatori, pubblicisti, in
gran numero, agli Stati Uniti. L ’ arsenale di
leggi che già esiste agli Stati Uniti per com­
battere i trusts non ha avuto alcun effetto pra­
tico, decisivo sul corso della evoluzione indu­
striale di quel paese e i trusts, specie negli ultimi
tre anni, si sono moltiplicati a centinaia. Molti
rimedi sono stati proposti e il Dalla Volta
ricorda quelli patrocinati dal Bryau, dal Coler,
dal Roosevelt e da altri, e cosi conclude :
« Non è possibile di prevedere, ora, quale
sarà in un avvenire prossimo 1’ attitudine degli
Stati Uniti, di fronte ai trusts. Certo è che non
bisogna credere che le accuse rivolte ai trusts,
specialmente nei periodi di lotte elettorali,
esprimano fedelmente e tutto quanto il pensiero
degli Americani su codeste organizzazioni capi­
talistiche. Gli uomini più calmi e obiettivi nei
l° ro_ giudizi, vedono e denunciano i mali pro­
dotti, in certi casi, dai trusts, ma non tacciono i
vantaggi che, in altri casi hanno offerto. Ed è
pure da riflettere che se le grandi unioni di ca­
pitali sonQ in grado di esercitare con maggiore
efficacia una corruzione che avvelena e corrompe
la vita pubblica, non è soltanto ora, per opera
dei trusts, che ciò è possibile; se sono possibili
abusi, accaparramenti, monopoli o quasi mono­
344
L ’ E C O N O M IS T A
poli, aggiotaggi, favoritismi, e certo lo sono ;
tutto ciò non può dirsi nato a un parto solo coi
trusts, Le inchieste compiute negli ultimi tempi
hanno messo in chiaro che il potere dei trusts
sui prezzi non è stato illimitato, ma che anzi
essi, per vincere i rivali, cercarono e riuscirono
coi perfezionamenti tecnici ed economici a ri­
durre il costo di produzione e quindi i prezzi
di non pochi prodotti. Lo studio della concor­
renza persuade che essa non è mai, in un paese
dove è rapida l ’accumulazione dei capitali, ef­
fettivamente e in modo definitivo soppressa ;
quindi i danni economici dei trusts sono meno
frequenti di quello che suppone la immagina­
zione popolare. Invece dall’aspetto sociale, mo­
rale e politico, non si possono trarre lieti auspici
dalla recente fioritura dei trusts e dalla tendenza
che rivelano a una crescente diffusione. L o svi­
luppo della corruzione più sfacciata, del nepoti­
smo più odioso e l ’ incentivo a pratiche com­
merciali riprovevoli, non sono fatti che possano
contribuire a elevare e a purificare il clima mo­
rale di una società, febbrilmente dedita alla con­
quista della ricchezza; e basterebbe questa con­
siderazione per intendere i pericoli, sia pure non
immediati, ma certi, che creano i trusts in un
ambiente saturo di bramosie smodate. Se gli
Stati Uniti riesciranno a impedire che i capitali
agglomerati in masse potenti per mezzo dei
trusts, ottengano il dominio delle coscienze po­
litiche e facciano penetrare nell’anima dei più
una morale che tutto sacrifica all’ idolo del gua­
dagno, potranno sperare che i risultati dei trusts
non sieno esiziali alla vita civile di tutto un
paese. Diversamente, la democrazia americana
sarà veramente schiava dei nuovi « re » usciti
dalle fabbriche, dalle officine e dal mercato dei
valori, che già possono talvolta decidere despó­
ticamente degli interessi di milioni di consuma­
tori e non trovano freni che nel pericolo sempre
minaccioso di veder sorgere dei « re » rivali. »
Uno dei mezzi in potere degli americani per
impedire ai trusts di sfruttare il mercato interno
è certo quello di abbassare parecchi dazi doga­
nali ora fortemente protettivi. Questo è dimo­
strato indirettamente da Charles Beardsley nel
Quarterly Journal o f Economics del maggio u. s.
Vi sono dei dazi che si ragguagliano al 40, al 60,
persino al 90 e al 100 e più per cento del valore.
Così il trust del tabacco, Y American Tabacco
Company, gode naturalmente il vantaggio del dazio
ad valorem del 143.73 per cento imposto sulle si­
garette, il trust dello zucchero approfitta del
dazio del 71.23 per cento pure ad valorem,
quello degli spiriti del dazio del 123.43 per
cento e via dicendo, chè l’autore cita 40 trusts
formati in industrie protette dalla tariffa del 1897.
Come ha avvertito il Dalla Volta in vari ca­
si non è però possibile di rintracciare la prote­
zione doganale quale causa attuale dei trusts ;
nelle industrie dell’ acciaio, del cotone, della
carta, del petrolio, delle materie fertilizzanti, del
rame e in altre il dazio doganale o manca del
tutto, o non ha più alcuna efficacia, in causa del
progresso che quelle industrie hanno fatto e che
hanno permesso loro di abbassare il costo di
produzione sotto il livello del punto al quale può
essere utile la importazione di prodotti similari
9 giugno 1901
dell’ estero. E la conclusione dello scrittore ame­
ricano è che ormai la tariffa doganale va com­
pilata in modo da tener conto dei monopoli che
all’ ombra sua si possono formare e inoltre che
parecchi dazi non sono più necessari e offrono
soltanto la opportunità di ottenere prezzi e pro­
fitti di monopolio. Cosi, senza rinunciare al pro­
tezionismo, in quanto risulti veramente necessa­
rio, il Beardsley vorrebbe che mediante la con­
correnza estera fossero frenate le cupidigie dei
sindacati capitalistici.
Un esame più diffuso meriterebbero gli scrit­
ti ai quali abbiamo accennato in principio, pub­
blicati nella North American Review ; ma lo spa­
zio non ci consente che di accennare alle loro
conclusioni. Il Sage che ha scritto, può dirsi,
1’ atto d’ accusa, crede che i trusts costituiscano
« un grave pericolo per la comunità ». Egli de­
plora che il capitale delle imprese sindacate
venga gonfiato « annacquato » come dicono in
America e che i sindacati acquistino una grande
potenza su tutto e su tutti, con danno politico ed
economico enorme. Le difese sono di altri quat­
tro scrittori che sono, del resto, uomini d’affari
che appartengono alle Compagnie accusate. Il
Hill esamina i vantaggi pel pubblico che deri­
vano dai sindacati e afferma che le opposizioni
contro i trusts sono irragionevoli e vengono o
da uomini che non sanno nemmeno cosa sia un
trust o da persone interessate che sono state
danneggiate dai trusts. Egli vuole che il nuovo
sistema di concentrazione industriale non sia
giudicato aprioristicamente, ma dopo un ade­
guato esperimento.
Lo Schwab che, è noto, dirige il nuovo
gigantesco trust dell’acciaio, espone gli effetti
dei trusts sull’ industria del ferro e dell’acciaio,
il Flint ciò che hanno compiuto a vantaggio del
capitale e del lavoro; il Thurber l’ influenza dei
trusts sui prezzi e il Logan i resultati della con­
correnza inintelligente.
Raccogliendo alcuni dei principali argomenti
di questi scrittori a difesa dei trusts, ecco che
cosa essi dichiarano '). Le coalizioni moderne
hanno eliminato ogni pericolo di perturbamento
nell’ industria che può derivare dalla saltuaria
azione individuale; hanno diminuito i danni della
sopraproduzione se non 1’ hanno del tutto elimi­
nata; gli stessi scioperi sono divenuti meno fre­
quenti per la generale uniformità dei salari fissati
da una direzione centrale; hanno fatto cessare
gli svantaggi che derivavano dalla concorrenza
che si facevano le linee ferroviarie parallele e
che venivano pagati dal pubblico. Se a riguardo
dei nuovi trusts può occorrere un provvedimento
legislativo, è quello solo inteso ad assicurare la
pubblicità delle loro condizioni e relazioni, a ga­
ranzia di coloro che vi investono i propri capitali.
I benefizi che arrecano le coalizioni indu­
striali sono molteplici e considerevoli ; quelli
attribuiti al capitale non hanno bisogno d’essere
illustrati, ma sono spesso esagerati.
Coloro che guadagnano maggiormente col
sistema nuovo di produzione sarebbero i lavorai) Maggiori ragguagli possono vedersi ne'la Ri.
vista popolare di politica, lettere e scienze social^
diretta dall’ onor. N. Colajanni ; numero del 30 maggio.
9 giugno 1901
i
L ’ E C O N O M IS T A
tori ; quelli delle officine della compagnia Carnegie sono i meglio pagati e in generale gli alti
salari sono resi possibili dalle condizioni tecniche
ed economiche più perfette che si riscontrano nei
trusts. Nè il pubblico sarebbe sacrificato, per­
chè i trusts hanno permesso le maggiori riduzio­
ni dei prezzi.
L ’ apologia dei sindacati è, in questi articoli
della rivista americana, completa e indubbiamen­
te istruttiva, ma va accolta con molte riserve.
Quando il Logan, senza disconoscere che la con­
correnza può giovare, osserva che essa talvolta
è ignorante, incompetente, priva di intelligenza
e per ciò stesso determina il trusts, è anzi, co­
va’ egli scrive « un grande fattore che rende ne­
cessario il sindacato industriale » si vede che lo
scrittore italiano, del quale abbiamo riassunto
l’articolo pubblicato nella Nuova Antologia, male
non si apponeva segnalando]nei disordini, negli ec­
cessi e nei traviamenti della concorrenza la causa
più generale che ha. spinto alla formazione dei
trusts. Ma questa stessa condizione della concor­
renza è in non piccola parte il risultato del pro­
tezionismo. Ecco quello che non bisogna dimen­
ticare nello studio di questa interessante que­
stione.
nei primi quattro mesi del 1901
(Continuazione e fine).
11° Pelli. — Importazione : L. 19,792,300
colla lieve diminuzione di 82 mila lire ; — Espor­
tazione: L. 11,593,498 colla diminuzione di Lire
594,000 a paragone del 1900.
Di poca importanza sono le differenze nelle
singole voci della importazione, tuttavia ricor­
diamo: —- 1c pelli crude fresche dì buoi e vacche
che danno in meno 185 mila lire ; di montoni
265 mila lire ; quelle conciate senza pelo di lire
107 mila ; — per contro sono in aumento quelle
crude fresche di vitelli per 161 mila lire; le con­
ciate di vitelli per 191 mila lire.
Alla esportazione pure poche differenze : in
più le pelli crude e fresche di buoi e vacche per
248 mila lire ; quelle conciate di capretto e
agnello per guanti per L. 470 mila; da suola
per 202 mila; altre per 250 mila: — in meno
invece : le pelli crude e fresche di vitelli, mon­
toni,, agnelli, capretti per quasi un milione; i
lavori da pellicciaio per 200,000 lire, i guanti
per 266 mila.
12° Minerali, metalli e loro lavori. — Impor­
tazione : L. 85,783,737 con diminuzione di 1.3
m ilion i;— esportazione L. 15,875,588 con au­
mento di 2.1 milioni.
Ma vi sono delle differenze notevoli : co­
minciamo dalla importazione ; ecco un elenco
delle principali diminuzioni : rottami e scaglie e
limature di ferro, ghisa e acciaio 3.5 milioni ;
ghisa in pani 2 milioni; ferro in masselli ed ac­
ciaio in pani 860 mila lire ; ferro e acciaio in
verghe e spranghe un milione ; fer ro e acciaio
in lamine 900 mila lire ; rame, ottone e bronzo
345
in pani, spranghe e lamine 820 mila lire ; piombo
in pani e rottami 327 mila lire ; macchine ed
utensili per la lavorazione del legno, un milione;
macchine marine, agrarie, tessili 3 milioni; ap­
parecchi di rame per riscaldare ecc. 870 mila
lire; parti staccate di macchine 400 mila lire;
gioielli d’oro 250 mila lire.
Di fronte a queste diminuzioni si incontrano
i seguenti aumenti di importazioni :
Piriti di ferro e di rame 518 mila lire; ferro
ed acciaio in rotaie per ferrovie, 2 milioni; la­
vori di acciaio seconda fabbricazione 500 mila
lire ; lamiere di ferro ricoperte di stagno 206
mila lire; lavori di rame 170 mila lire; di ni­
chelio 332 mila lire; stagno in pani 570 mila
lire ; zinco in pani 103 mila lire ; macchine se­
mifisse, idrauliche, locomotive, p er la filatura,
per scardassi, dinamo elettriche, da cucire eco.,
4 milioni e mezzo; carri da ferrovia 3.2 milioni;
oro cilindrato 500 mila lire ; orologi e fó i’nimenti
di orologeria. 300 mila lire.
Alla esportazione le differenze sono minori:
sono in aumento i minerali di zinco per 260
mila lire ; il piombo in pani per 568 mila, e lo
stagno per 200 mila ; argento greggio in verghe
per 1.3 milioni; le diminuzioni principali si li­
mitano ai minerali di ferro e di rame per 350
mila lire; ai lavori di ferro stagnato per 565 mila,
al rame in piani per 553 mila.
13° Pietre, terre, vasellami, vetri e cristalli.
— Importazione: L. 73,438,180 con diminuzione
di 7.6 milioni ; — esportazione 29,626,395 con
diminuzione di 391 mila lire.
La importazione dà aumenti di qualche rile­
vanza nelle pietre preziose lavorate per 765 mila
lire ; nelle pietre, terre e minerali non metallici
come gessi, calce (amianto, pietre litografiche,
caolino, fosfati minerali) per 400 mila lire ; i
laterizi per 172 mila lire.
Contro questi piccoli aumenti sta per 8.5
milioni la diminuzione del carbon fossile.
Alla esportazione le differenze sono lievis­
sime : in meno lo zolfo per un milione, per
mezzo milione i vetri, cristalli ecc.
14° Cereali, farine, paste e prodotti vegetali.
— Importazione : L. 102,916,628 con aumento
di 43.2 milioni. — Esportazione: L. 40,868,716
con diminuzione di 3.2 milioni.
Il grande aumento della importazione è da­
to da poche voci che qui registriamo :
Q U A N T IT À
1901
differenza
col 1900
VALORE
1901
Grano duro Tonti. 103.427 4 12.745 L. 22.753.940
» tenero
» 214.316 + 149.5424 » 48.863.200
Segala
»
3.007 4 2.703
»
451.050
A vena
»
15.515 4
771
» 2.7D2.700
Altre granaglie »
90.006 4 72.678 » 10.800.720
Patate
»
7.709 4 - 7.285
»
501.085
differenza
col 1900
4 2.83.900
4 29.904.800
4
405.440
4
138.780
4 8.721.360
4
479.525
Come si vede queste poche voci portano già
un aumento di importazione di 42 milioni, le al­
tre voci hanno meno importanza : i datteri per
166 mila lire, le carrube per 309 mila, i semi di
sesamo per 379 mila, semi non oleosi per 382
mila, gli oli di palma e di cocco per 244 mila.
Le voci in diminuzione sono poche: —- le
fecole per 312 mila lire, i semi di ricino per
346
L ’ E C O N O M IS T A
150 mila, quelli di lino, colza e ravizzone per 258
mila; i prodotti vegetali per 212 mila.
Nella esportazione ecco i principali au­
menti :
Il granturco per L. 412,500; — i legumi sec­
chi per quasi un milione ; — il riso per circa
600 mila lire; - - il semolino per 208 mila; —
gli aranci, limoni e cedri per quasi due mi­
lioni.
Per contro si incontrano le seguenti dimi­
nuzioni :
Patate L. 116 mila; — farina 450 mila; —
crusca 178 mila; — paste di frumento 121 mila;
frutta secche un milione ; — mandorle senza gu­
scio 2.8 milioni; — frutta, legumi e ortaggi nel1’ aceto 139 mila; ■
— tartufi 230 mila; •
—• legumi
e ortaggi freschi quasi due milioni.
15° Animali prodotti e spoglie di animali. —
Importazione: L. 30,498,780 con diminuzione
di 1.5 milioni. — Esportazione: L. 52,837,427
con diminuzione di 2.6 milioni.
Alla importazione diminuiscono i cavalli
per 1.5 milioni; — le vacche per 132 milioni; —
il lardo per oltre un milione ; — i pesci secchi
od affumicati per mezzo milione eccezione fatta
del merluzzo e stoccafisso che aumenta di mezzo
milione; — il tonno diminuisce di 397 mila lire;
il grasso di maiale di 675 mila; — Vacido
stearico di 166 mila; — 1e piume da ornamento
di 150 mila ; — i concimi iperfosfati di un mi­
lione.
Invece aumentano : gli estratti di carne per
129 mila lire; le sardelle ed acciughe in sala­
moia per 266 mila ; il burro fresco per 154
mila; il formaggio per 383 mila; i pesci per
un milione ; le piume da letto per 868 mila ; lo
avorio, madreperla e tartaruga greggi o in bot­
toni per 900 mila.
Alla esportazione tutti gli animali : equini
180 mila lire; bovini per 250 mila; suini per
300 mila lire sono in diminuzione e [cosi il pol­
lame vivo per 473 mila lire e i pesci freschi per
242 mila e il pesce sott’ olio per 100 mila ; il
burro salato per 765 mila lire ; il formaggio per
132 mila ; le uova di pollame per 793 mila, le
candele steariche per 112 mila; le piume per
270 mila; i capelli per 320 mila lire; il corallo
greggio per un milione e mezzo; V avorio, madreperla e tartaruga greggi per 205 mila; i bottoni
d’osso per 147 mila.
Poche sono le voci in aumento nella espor­
tazione: la carne fresca e salata per 320 mila
lire; la cacciagione per 317 mila; il burro fresco
per 705 mila lire ; il corallo lavorato per 1.6 mi­
lioni.
16° Oggetti diversi. — Importazione : Lire
8,620,108 con aumento di 870 mila lire; espor­
tazione L. 10,310,091 con aumento di 423 mila
lire.
Sono in aumento alla importazione : le punte
di penne metaltiche per L. 304 mila; la gomma
greggia per 650 mila lire; è in diminuzione la
gomma in fili per 182 mila lire.
Alla esportazione sono in aumento ; le
mercerie per 300 mila ; i cappelli di feltro per
128 mila ; gli ombrelli per 100 mila; gli oggetti
da collezione per 380 mila; ed in diminuzione
9 giugno 1901
i cappelli non di feltro per 219 mila ed i fiori
finti per 218 mila.
*
Terminato il breve sguardo sul movimento
del commercio che, come si è veduto tranne
che per il grano non dà variazioni importanti,
diamo qui sotto il prospetto delle categorie e
quello delle entrate per dazi :
Importazione
Esportazione
Valore delle merci importate dall°gennaio
al 30 aprile.
1901
.Spiriti, bevande
ed olii................
Generi coloniali,
droghe e tabac­
chi ......................
Prodotti chimici,
generi medici­
nali , resine e
profumerie . . . .
Colori e generi per
tinta e per concia
Canapa, lino, juta
ed altri vege­
tali filamentosi
escluso il cotone.
Cotone....................
Lana, crino e peli
S eta ........................
Legno e paglia...
Carta e lib r i. . .
P elli.......................
Minerali, metalli e
loro lavori........
Pietre, terre, vasellami, vetri e
c r is t a lli............
C erea li, farine ,
paste e prodotti
veg.non compresi in altre cat.
Animali, prodotti
e spoglie di ani­
mali non conipresi in altre eìe.
Oggetti diversi . . .
Valore delle merci esportate dal 1° gen­
naio al 30 aprile.
Differenza
Differenza
1901
3255528
39245684
-
5903638
+
417294
3009727
+
162387
34157173
+
2873394
13873506
_
1157078
9683459
+
616006
3239195
+
393801
12939172
68937317
27756058
57815067
23580856
7209052
19792360
+
+
+
3183406
2179241
350855
7684813
3612119
858874
82930
. 21872649
20844153
4634081
170624905
20794736
5567758
11593498
85783737
—
1331254
15875588
73438186
7623927
29625395
102916628
+ 43204419
40868716
—
8300629
1542071
870708
52837427
10310094
+
2598292
423659
Tot. delle prime
16 categorie 605375928 - f 47822302
Metalli preziosi..
2103100 +
715900
464817112
4391300
—
Totale generale.
469208412
—
18068122
—
23284855
30498780
8620106
_
+
+
+
607479028 + 48538202
5120447
3214252
1592301
4 12052572
482767
+
684403
+
594044
+
—
+
2167801
391804
-
1071591
75400
1146991
Ed ecco il prospetto delle riscossioni :
Dal 1° gènnaio
al 30 aprile 11)01
Dazi di importazione/..........
Dazi di esportazione............
Sopratasse di fabbricazione. ..........
Diritti di statìstica................ ..........
Diritti di b o l l o .....................
'Fassa speciale sugli zolfi di Sicilia
Proventi diversi.....................
Diritti marittimi....................
Totale. ..........
differenza
+
+
3193792
57475
74612
223508
15580
5779
112573
103989
+
3660800
+
—
1086641
896877
220389
90494105
+
+
+
—
Rivista §ibliografìca
John M. Vincent. — Government in Switzerland. —
New York, Macmillan, 1900, pag. 370.
Jesse Macy. — Political Parties in the United States.
— New York, Macmillan, 1900, pag. 333.
Il prof. Vincent nello studio sul governo
della Svizzera ha fatto una accurata e istruttiva
esposizione degli ordinamenti politici, ammini­
strativi ecc. del governo cantonale e di quello
federale. In forma chiara e breve egli tratta
9 giugno 1901
L ’ E C O N O M IS T A
della origine della Confederazione, della legi­
slazione cantonale, della rappresentanza propor­
zionale, del referendum eco. Notevoli i capitoli
sulla finanza, sì cantonale che federale.
E quindi, anche per la sua piccola mole,
una delle migliori trattazioni elementari del go­
verno nella Svizzera.
La storia dei partiti politici negli Stati
Uniti del Macy si estende al periodo 1846 61,
ossia all’ epoca nella quale la questione della
schiavitù dei negri è stata maggiormente agitata
e condusse da ultimo alla guerra. Si tratta quindi
di un periodo del maggiore interesse anche dal
punto di vista sociale ed economico e infatti la
Storia del Macy ha tutto l’ interesse di un ro­
manzo. Il lettore potrà vedere quali interessi si
agitavano in quell’epoca, quali tendenze politiche
si manifestavano e come la guerra di secessione
a poco a poco divenne un fatto inevitabile.
Karl Marx. — Le capitai; livre IH ; le procès d’en­
semble de la production capitaliste. Traduit par J.
Borchardt et A. Vanderrydt. — Paris, Giard et
Briòre, 1901, pag. xxiv-521 (10 franchi).
Idem.
/. AUemagne en 1848. Traduit par L. Hémy.
— Paris, Schleicher Prères, 1901, pag. xii-402
(5 franchi).
La Casa editrice Giard eBrière proseguendo
la pubblicazione del Capitale di Marx, ha dato
ora alle stampe la traduzione della prima parte
del volume terzo di quell’ opera. Com’ è noto, il
libro o volume primo è consacrato al processo
della produzione capitalista preso isolatamente,
e astrazion fatta da tutte le circostanze secon­
darie che gli sono estranee, mentre il volume
secondo tratta specialmente del processo di cir­
colazione della ricchezza. Il libro terzo si occupa
del movimento complessivo del capitale e delle
forme concrete che lo caratterizzano. Il punto
di partenza e lo studio della trasformazione del
plusvalore in profitto, e del profitto in profitto
medio, studio che e completato dall’analisi della
legge della variazione del saggio del profitto.
Mentre il libro primo espone la genesi e lo svi­
luppo del capitale industriale, del capitale che
funziona nel processo di produzione, il libro
terzo traccia la storia del capitale destinato spe­
cialmente al processo di circolazione, il capitale
del commercio di prodotti e di moneta. Questa
esposizione conduce alla suddivisione del pro­
fitto in profitto d’ impresa e in interesse e a uno
studio del capitale produttivo di interesse.
Gli ultimi capitoli del libro destinati allo
studio della moneta come strumento della circo­
lazione, preparano l’analisi del capitale bancario
di cui si occupa la seconda parte del libro terzo,
che deve uscire quanto prima.
E ’ nella parte del libro terzo che è stata
ora pubblicata nella traduzione francese dei si­
gnori Borchardt e Vanderrydt che Marx è por­
tato a risolvere la contradizione che molti scrit­
tori avevano segnalato tra la sua teoria del valore
e quella della uniformità del saggio del profitto
medio. La prefazione dell’Engels contiene la nota
critica delle teorie di Bodbertus e del Loria.
L ’ altro libro del Marx contiene anzitutto la
storia, scritta giorno per giorno, degli avvenimenti
347
politici che agitarono la Germania nel 1848. È
una narrazione non priva certo d’ interesse, seb­
bene debba accettarsi con molte riserve. La
seconda parte tratta più specialmente della parte
presa dal Comitato delle associazioni democra­
tiche della provincia renana, cioè da Marx,
Schapper e Schneider, in questi avvenimenti, e
che diede luogo al processo di Colonia.
In quell’occasione Marx pronunciò una di­
fesa che fu in pari tempo un atto d’accusa for­
midabile contro la borghesia reazionaria della
Prussia. Il traduttore sig. Berny ha fatto seguire
quella ^difesa dalle rivelazioni sul processo dei
comunisti del 1852, che chiude il primo periodo
percorso dal movimento.indipendente degli ope­
rai tedeschi. Questo periodo è oggi quasi del tutto
dimenticato ; eppure durò dal 1836 al 1852 ed è
in causa della dispersione degli operai tedeschi
all’estero, che esso si è fatto sentire in quasi tutti
i paesi civili. Il- socialismo internazionale dei no­
stri tempi continua in realtà quel movimento
tedesco che fu allora il primo movimento operaio
internazionale. E ’ da quello che uscirono molti
di coloro i quali ebbero una parte preponderante
nell’associazione internazionale dei lavoratori. Si
tratta quindi di documenti storici di un valore in­
discutibile e che devono interessare grandemente
tutti coloro che vogliono studiare i movimenti
politici e sociali del secolo X IX .
L ’année Sociologique, quatrième année, 1899 1900,
pubiiee sous la direction, de E. Durkheim, un
vo!. in 8a di 628 pag. Paris, Alean editore (10
franchi).
Il tomo IV dell’ Année sociologique è co­
struito sullo stesso piano dei precedenti. La
prima parte comprende tre articoli originali : uno
del Bougle sul regime delle caste, la sua natura
e le sue origini ; il secondo del Durkheim su
due leggi che dominano l’evoluzione del sistema
penale; il terzo del Charmont sulla proprietà
corporativa e le cause di distruzione che la mi­
nacciano. La seconda parte è consacrata all’ ana­
lisi dei lavori d’ ogni specie che possono inte­
ressare i vari jami della sociologia. Questa
parte dell’opera non è solo per gli studiosi della
sociologia, ma anche per gli specialisti (storici
della religione, del diritto, dei costumi, nonché
economisti, criminalisti, ecc.) un prezioso stru­
mento di bibliografia; è anzitutto uno sforzo per
costituire e organizzare progressivamente la so­
ciologia perchè tutte le questioni che il sociologo
può attualmente aver occasione di trattare sono
classificate metodicamente e passate in rasse­
gna; i lavori che le riguardano vi sono rianno­
dati e non viene trascurato di ricavarne tutte
quelle indicazioni che possono far progredire la
loro soluzione. Ogni anno sono introdotte nella
classificazioni varie migliorie e il libro è ormai
indispensabile ai cultori della sociologia e delle
singole scienze sociali.
Joseph Edwards. — The reformers’ Yearbook being
thè Labour Annual for 1901. — London, « Cla­
rion Company » pag. 176 (l scellino).
Questo Annuario dei riformatori, come ora
si intitola, continua ad essere una miniera di
L ’ E C O N O M IS T A
348
indicazioni sui vari movimenti riformatori del­
l’Europa e di altre parti del mondo. Gli articoli
brevi e succosi che contiene su moltissime que­
stioni, le biografie degli uomini che partecipano
a quei vari movimenti, le notizie molteplici che
fornisce rendono di vera utilità la pubblicazione
che annunciano e alla quale il signor Edwards
dedica indefessamente le sue cure.
Rivista (Economica
Le tasse di successione. — Oli appalti all’ estero e le
nostre autorità consolari. — Le banche nazionali
americane. — Il commercio della Russia nel 1900.
— I lavori del Sempione.
Le tasse (li successione. — Alla costitu­
zione del Regno d’ Italia nel 1861, la legislazione in
materia ereditaria era varia nei diversi Stati, onde
1’ Italia era divisa.
Tutte le successioni indistintamente erano esenti
da tassa di qualsiasi forma nel Regno delle Due Si­
cilie ; erano parzialmente esenti nello Stato Ponti­
ficio, e nei ducati di Parma e di Modena, erano sog­
gette ad una tassa che variava da un minimo di lire
1 ad un massimo di L. 8 per cento negli Stati Sardi
nel Lombardo Veneto e nel Granducato di Toscana
a seconda sia dell’entità della successione, e sia del
grado di parentela.
Con legge del 1862 furono unificate ed estese a
tutto il Regno le tasse di successione, con una ali­
quota, che da un minimo di L. 0-55 per cento nelle
successioni tra ascendenti e discendenti aumentava
ad un massimo di L. 11.00 nelle successioni tra
ÓSt1*8.1181•
Il reddito che fu di L. 7,057,082 nel 1862 sali via
via fino a 12 milioni circa; risultato assai meschino
che indusse il legislatore nel 1866 ad un primo ina­
sprimento della tassa, al quale seguirono nuovi ina­
sprimenti nel 1868, nel 1870, nel 1888, nel 1894 e final­
mente nel 1896.
L’ imposta, che aveva gettato L. 12,867,416 nel
1868, per effetto di codesti inasprimenti, aumentò
progressivamente fino a 86 milioni, cifra nella quale
si adagiò nell’ ultimo quinquennio.
È rimarchevole, osserva l’ on. De Bernardis, nella
sua relazione allegata alla relazione dell’ on. Boselli
sui provvedimenti economici del Governo, che gli
ultimi inasprimenti ebbero una portata finanziaria
molto modesta, mentre nel primo ventennio da 10
milioni i proventi accrebbero fino a 30 ; nel decen­
nio successivo, malgrado l’ inacerbimento delle ta­
riffe, si ebbe un incremento di soli 6 milioni o poco
di più. Nel che sta la prova essere raggiunta già,
od essere di molto vicino a raggiungere la capacità
finanziaria della tassa.
Una causa della scarsa produttività di codesta
tassa, nou proporzionata allo sviluppo della ricchezza
nazionale. L ’on. De Bernardis scorge e non a torto,
nel fatto che la legge pesa eccessivamente sulla
proprietà immobiliare, le condizioni della quale sono
notoriamente depresse, e favorisce quella mobiliare.
Uno specchio allegato alla relazione fornisce, a
conferma di codesta disparità di trattamento, alcune
cifre, che ci piace di riportare.
Nel decennio 1888-98 furono accertati, agli effetti
della leggo di successione, i seguenti valori :
Esercizi
1888-89
1889-90
1890-91
1891-92
1892-93
1893-94
1894-95
1895-96
1896-97
1897-98
Totale
Beni immobil.
Beni mobiliari
706,236,176
709,066,090
739,633,292
741,910,293
750,921,299
764,172,207
708,533,547
663,658,367
672,440,786
649,204,602
7,106,380,160
331,321,449
362,532,649
358,528,476
352,416,259
347,974,241
381,744,336
356,510,835
332,152,522
336,153,299
333,331,609
3,492,663,517
9 giugno 1901
Vale a dire che la proprietà mobiliare sta a
quella immobiliare nella ragione di 33 a 67 per ogni
100 lire soggette alla tassa di successione.
L’on. De Bernardis ricorda acconciamente che,
secondo i diligenti studi del senatore Bodio, si può
ritener che la ricchezza privata in Italia ammontasse
nel 1900 a 59 miliardi circa, dei quali 38 appena im­
putabili alla proprietà urbana e rurale ; di guisa che
se questo medesimo rapporto si fosse mantenuto nel
nel gettito delle successioni, la proprietà mobiliare
avrebbe dovuto contribuire nella misura del 36 per
cento circa atprovento fiscale delle successioni.
Onde, se un provvedimento urge, non è quello
di inasprire maggiormente la tassa, ma bensì quello
di fare che la proprietà mobiliare non sfugga nei
suoi trapassi alla legge, che questi trapassi ha colpiti.
★ »★
È’ anche assai interessante 1’ analisi che 1’ on.
De Bernardis ha fatto delle legislazioni estere in
materia di successione. La conclusione, alla quale
venne, si è che tra gli Stati di Europa l’ Italia o c­
cupa già il posto più alto nella imposizione della
tassa di successione.
Gli Stati più civili hanno esentato da ogni tassa
le successioni in linea retta e colpiscono assai limi­
tatamente quelle tra coniugi e germani; da noi tutte
le successioni sono tassate ed in misura superiore
a quelle di quegli Stati.
Si è molto parlato della recente legge francese,
che a molti è parsa eccessiva. Ebbene, la proposta
dell’ on. Wollemborg, in fatto di successioni per li­
nea retta, va anche più oltre. Infatti partendo da
un minimo di L. 1.60 eleva 1’ imposta sino a L.8.50
per un patrimonio di L. 150,000 e sale a L. 5. 00 per
un patrimonio di L. 500,000; mentre la legge fran­
cese colpisce la successione di L. 2. 50 per cento ap­
pena quando essa raggiunge il milione.
Gli appalti all’ estero e le nostre auto­
rità consolari. — Riportiamo una circolare di­
retta dall’ on. Sottosegretario per gli affari esteri ai
nostri agenti nei paesi stranieri, circa la necessità dì
segnalare le gare aperte nei vari Stati.
« Il R. Ministero d’ agricoltnra, industria e com­
mercio ha richiamato la mia particolare attenzione
sull’ importanza, non solo materiale, ma auche mo­
rale, che hanno per il nostro commercio le gare aper­
te all’ estero, per appalti di forniture di materiali o
per costruzione di opere pubbliche, a cui potrebbero
concorrere le Ditte italiane ogni qualvolta venissero
in tempo utile avvertite della loro apertura.
« Il predetto dicastero, che, per mezzo del suo
bollettino e delle Camere di commercio, ha sempre
cercato di mettere le industrie italiane in grado di
concorrere a siffatte forniture ha, però, dovuto, con
rincrescimento, notare che, ad eccezione degli appalti
che si aprono in Rumania, Serbia, Bulgaria ed Egitto,
ben di rado gli pervenne dai regi agenti notizie delle
gare aperte negli altri Stati. Nè pare che ai regi agen­
ti debba essere mancato il modo di venire a conoscen­
za degli appalti, poiché gli agenti diplomatici e con­
solari di Francia, Inghilterra e Belgio riescono ad
assumere pronte informazioni che comunicano con
sollecitudine ai rispettivi Governi. Ed in prova ba­
sta leggere il Board o f Trade Journal, il Moniteur
ojficiel du commerce, ed il Bulletin commercial (del
Museo commerciale di Bruxelles), nei quali, qpasi
ad ogni numero, si trovano annunzi di appalti al1’ estero.
« Mi pare, quindi, necessario che anche ì regi
agenti, imitando quanto lodevolmente fanno i loro
colleghi, si facciano premura di raccogliere le noti­
zie che si riferiscano ad appalti e forniture, e ne in­
formino con sollecitudine il regio Ministero di agri­
coltura, industria e commercio. Ed affinchè le noti­
zie riescano utili e complete, è d’uopo di conoscere :
l u lo scopo dell’ appalto, cioè se si tratta di prov­
vista di merci o di costruzioni di opere edilizie, fer­
rovie, ecc. ;
2° l’ammontare dell’appalto e le condizioni di
pagamento ;
3° i termini e le condizioni per presentare le
offerte.
« Inoltre è pur necessario di ottenere i campioni,
qualora si tratti di forniture di merci, e di avere i
piani ed il preventivo, almeno di massima, nel caso
che si tratti di costruzione d’ opere.
9 giugno 1901
L ’ E C O N O M IS T A
« In via subordinata ri uscirebbe anche giovevole
il conoscere se lo Stato in cui ha luogo l’appalto con­
ceda speciali facilitazioni di trasporto e doganali per
il materiale che viene importato per la costruzione
dell’ opera ».
Le banche nazionali americane. — Dalla
ultima relazione del Controllore della circolazione
sulla situazione delle banche nazionali americane,
rileviamo che al 5 febbraio di quest’anno, epoca alla
quale si arresta la relazione stessa, il numero delle
Banche nazionali era di 3999, in aumento di 57 dalla
precedente situazione al 18 dicembre 1900. Il capitale
complessivo si accrebbe in detto periodo di dollari
2,343,100 e 1’ ammontare delle risorse totali crebbe
di 294,000,000 di dollari.
Al 5 febbraio 1901 l ’ insieme del capitale di tutte
lo Banche nazionali americane ascendeva a dollari
634,696,000, e i depositi particolari esistenti presso di
esse sommavano a dollari .2,753,969,000, in aumento
di 129,972,000 dollari sulla situazione al 31 dicem­
bre 1900.
A dimostrare il rapido, colossale sviluppo di
queste Banche nell’ ultimo decennio, riportiamo le
seguenti :
Num.
delle
1 8 9 1 ..
1 8 9 2 ..
1 8 9 3 ..
1 8 9 4 ..
1 8 9 5 ..
1 8 9 6 ..
1 8 9 7 ..
1 8 9 8 ..
1 8 9 9 ..
1 9 0 0 ..
1 9 0 1 ..
Banche
Capitale
Soprappiù
e
benefizi
Depositi
. . 3 601
. .3 7 1 1
6 6 2 ,5 1 8
6 7 9 ,9 7 0
6 8 8 ,6 4 3
6 7 8 ,5 3 7
6 6 2 ,1 0 0
6 5 3 ,9 9 5
6 4 2 ,4 2 4
6 2 8 ,8 9 0
608 ,3 0 1
6 1 3 ,0 8 4
6 3 4 ,6 9 6
3 1 6 ,4 8 8
3 3 0 ,6 4 4
3 4 8 ,5 4 0
3 3 3 ,4 6 9
3 3 0 ,1 0 0
3 3 4 ,2 2 0
3 3 3 ,7 1 5
3 3 4 .6 2 8
3 3 3 ,9 6 2
3 6 3 ,8 7 3
3 9 9 ,4 5 9
1 ,4 8 3 ,4 5 0
1 ,7 0 2 ,2 4 1
1 ,7 5 1 ,4 3 9
1 ,5 8 6 ,8 0 0
1 ,6 6 7 ,8 4 3
1 ,6 4 8 ,0 9 3
1 ,6 6 9 ,2 2 0
1 ,9 8 2 ,6 6 1
2 ,2 3 2 ,1 9 3
2 ,4 8 1 ,8 4 7
2 ,7 5 3 ,9 7 0
. . 377 7
. . 3 728
. . 3 699
. . 363 4
..3 5 2 4 ..3 5 7 9
. .3 6 0 4
. .3 9 9 9
Risorse
totali
3 ,0 6 5 ,0 0 2
3 ,4 3 6 ,6 7 2
3 ,4 5 9 ,7 2 1
3 ,3 2 4 ,7 3 5
3 ,3 7 8 ,5 2 0
3 ,3 4 7 ,8 4 4
3 ,4 4 6 ,0 3 9
3 ,9 4 6 ,9 4 7
4 ,4 0 3 ,8 8 3
4 ,6 7 4 ,9 1 0
5 ,4 3 5 ,9 0 6
11 commercio della Russia nel 1 900. —
Balla statistica ultimamente pubblicata del movi­
mento commerciale della Russia con 1’ estero nello
anno 1900 risulta che le importazioni ascesero ad un
valore di 572,496,000 rubli e 1’ esportazioni a 688,552,000.
Confrontando queste cifre con quelle dell’ anno
precedente, si trova nelle importazioni una dimi­
nuzione di 26 milioni di rubli e, per contro, un au­
mento di 87 milioni nelle esportazioni. La eccedenza
di queste ultime sulle importazioni, che si limitò a
poco più di 7 milioni nel 1899, fu l’anno scorso di
oltre 116 milioni. Rimontando poi al 1898 si trova
invece un aumento delle importazioni di 12 milioni
di rubli e una diminuzione delie esportazioni di 20
milioni e nella eccedenza delle esportazioni una di­
minuzione di 40 milioni.
Ripartendo le cifre totali dell’ esportazione nelle
diverse grandi categorie di merci, si trovano per
Ognuna queste proporzioni, negli ultimi due anni :
1900
1899
Materie prime.................... 55.3 0j0 52. 7
Id. e prodotti industriali
di prima fabbricazione. 39.2 » 41.5
Bestiame ecc. . . . . . . .
2.6 »
2.9
Prodotti industriali finiti .
2.9 »
2.9
»1,
»
»
»
Può dirsi che non si sia verificato alcun muta­
mento nelle proporzioni del movimento delle singole
categorie.
I lavori del Sempione. — Diamo alcune
notizie interessanti estratte dalla relazione trime­
strale del Consiglio federale della Re^ ubblica elve­
tica sui lavori del Sempione, della quale si ebbe in
questi giorni la pubblicazione.
i a effettuato, dopo 1’ inizio dei lavori, uro scavo
totale di me. 328,781, ciò che rappresenta pressoché
esattamente un cubo che avrebbe 69 metri per ogni
lato.
II rapportò del Consiglio faderale ci offre uu gra­
fico della galleria di direzione e del rivestimento del
tunnel alla fine del mese di marzo.
Lo spazio totale, compreso fra le colonne indi­
canti i metri, rappresenta la lunghezza del sotterra­
349
neo, che misura — come si sa — 19,729 metri da un’ en­
trata all’ altra.
Attualmente la lunghezza delle gallerie perforate
e di circa 9000 metri, quasi la metà della profondità
totale.
Dal lato nord, la ventilazione definitiva ha sosti­
tuito la aerificazione provvisoria.
Il nuovo sistema ha raddoppiato la quantità di
aria introdotta nella galleria ; se ne introducono me­
tri cubi 2,280,000 per ogni 24 ore, di. cui circa 100,000
arrivano in fondo dell’ una e dell’altra galleria ad una
temperatura di 26 a 28 gradi cent.
L ’ acqua in pressione ha accusato una tempera­
tura media da 6 ad 8 gr. nello stabilimento delle
macchine e di 21 gr. negli iniettori della galleria. La
quantità d’ acqua fornita è di 17 litri al secondo.
La locomotiva a vapore non penetra ormai che
fino all’ imbocco del tunnel. Da questo punto al
fronte d’attacco la trazione ha luogo per mezzo di
'uni locomotiva ad aria compressa a 100 atmosfere.
Diciotto treni per materiale e sei treni conducenti
gli operai circolano nello spazio di 24 ore.
Quanto ai lavori accessori all’estremo della gal­
leria si sa che la correzione del Ruolo è quasi com­
pletamente terminata.
Dal lato sud, presso Iselle, si produce un feno­
meno curioso ed imprevisto. In seguito al raffreddarsi
degli strati, questi scoppiano e rovinano, dando luogo
a frequenti detonazioni e anche la porzione di galleria, già rivestita dalla intonacatura, è soggetta a
questo fenomeno.
Il consumo giornaliero medio della dinamite è
di un chilogramma per ogni me. di detrito.
IL PROGETTO SUGLI SGRAVI
Sono stati distribuiti gli emendamenti che il Mi­
nistro delle Finanze propone al progetto sugli sgravi.
Sebbene siano in genere già noti, non sarà inuti­
le condensarli per miglior intelligenza dei lettori.
Tassa successioni.
Tutte le eredità sono soggette ad una tassa gene­
rale, commisurata sul valore netto nella scala seguen­
te, per ciascuna parte:
sino, i .................... L.
50,000
tassa L.
da L.
50,001 a
»
100,000
»
»
da »
100.001 a
»
200,000
»
»
da »
200.001 a
» 300,000
»
»
da »
300.001 a
»
500,000
»
»
da »
500.001 a
» 1,000,000
»
»
da » 1,000,000 in oltre
»
1,00 Oro
1,20 Ojo
1,40 Oio
1,60 Om
1,90 0|o
2,20 0[o
2,50 Ojq
Oltre questa tassa generale, eredi e legatari pa­
gheranno la seguente tassa particolare a seconda del
grado di parentela:
Da ascendenti a discendenti
L. 0,60 1[Q
Da discendenti ad ascendenti
» 1,20 Oro
Tra coniugi
» 3,50 0m
Tra fratelli e sorelle
» 6,00 0i0
Tra zii e nipoti
» 7,50 0|0
Tra prozìi e cugini germani
» 11,00 0[0
Tra altri parenti, affini, non parenti,
Istituti o Società, che non siano di Mu­
tuo Soccorso, non contemplate dagli ar­
ticoli 97, 108, 109 della vigente tariffa » 15,00 0j0
Istituti e Società di M. Soccorso con­
templati dai suddettiart. della
tariffa » 5,00 Or)
Per le successioniche nonsuperano le 500 lire
e le donazioni restano ferme le riduzioni di tassa
previste dalla legge vigente.
A stabilire il valore dei terreni e fabbricati tra­
smessi _in eredità viene istituita una Commissione
in ogni capoluogo di provincia, composta dell’ In­
tendente, dell’ Ingegnere-capo del G-enio Civile, di
due maggiori censiti della provincia e dei lue rice­
vitori del registro più anziani.
Seguono poi vane disposizioni fiscali, in aggiunta
a quelle attuali, per le dichiarazioni, per l’accerta­
mento dei titoli mobiliari, denaro in deposito ecc.
9 giugno 1901
L ’ E C O N O M IS T A
350
Pei debiti certi e liquidi, anteriori alla succes­
sione, e deducibili dall’ asse ereditario, occorre la
prova documentale ammessa dal Ood. civile.
In buona sostanza, oltre 1’ aumento della tassa,
aumentano i meccanismi fiscali.
Tasse di circolazione.
L’attuale tassa di circolazione sui titoli di cre­
dito e le tasse sui capitali destinati dalle Società
estere alle operazioni nel Regno vengono elevate
da 1.50 a 2 lire per mille, oltre l’aumento di due de­
cimi.
E così viene elevata da 1 lira a 1.50 per mille,
oltre i due decimi, la tassa alle obbligazioni ferro­
viarie, che non siano a debito dello Stato.
Dazio di consumo.
I dazi sui farinacei nei Comuni aperti saranno
aboliti dal 1° gennaio 1902.
A ciascuno di questi Comuni lo Stato dà un
compenso corrispondente ai quattro quinti del pro­
vento ricavato dal detto dazio, diminuendo d’ altret­
tanto il canone governativo, fino a toccare ì sei de­
cimi del detto canone.
Nel caso in cui la riduzione del canone fino a
sei decimi non bastasse a compensare i quattro
quinti del provento del soppresso dazio sui farina­
cei, la differenza sarà pagata a rate bimensili con
assegni sul bilancio della spesa del Ministero delle
finanze.
S’ intende che all’altro quinto di perdita, par la
abolizione del dazio sui farinacei i Comuni aperti
devono provvedere essi con altre risorse.
Comuni chiusi di III e IV.
Questi Comuni sono dichiarati aperti a decor­
rere dal 1° gennaio 1902. Essi potranno però rima­
nere nella categoria dei Comuni chiusi, in seguito a
deliberazione motivata in conformità dei n. 1 e 2
dell’art. 162 della legge, approvata dalla Giunta pro­
vinciale amministrativa e comunicata al Ministero
e alla Commissione speciale, che viene istituita ad
hoc in ciascuna provincia, non più tardi del 1" di
cembre 1901.
I detti Comuni chiusi hanno però sempre facoltà
negli anni successivi di diventare aperti con deli­
berazione del Consiglio, approvata dalla Giunta
Provinciale Amministrativa e trasmessa non più
tardi del 1° dicembre per operare la trasformazione
dal successivo 1° gennaio.
Dal giorno in cui i Comuni di III e IV diven­
tano aperti, s’ intende abolito in essi il dazio sui fa­
rinacei.
Lo Stato compensa ai detti Comuni nn terzo del
provento complessivo del dazio, dedotto quello ri
cavato dai farinacei. Pel dazio sui farinacei lo Stato
compensa i quattro quinti della perdita, come ai
Comuni aperti.
II compenso cbe lo Stato dà ai Comuni aperti e
chiusi di III e IV categoria, di 4f5 del provento del
sopprimendo dazio sui farinacei e quello di un terzo
che lo Stato dà sugli altri proventi complessivi che
i Comuni di III e IV ricavano ora come chiusi, nel
fine di sopprimere la cinta, saranno corrisposti per
dieci anni.
Dal decimo anno in poi i detti compensi ver­
ranno diminuiti di un decimo: così da cessare dopo
20 anni, dalla data dell’abozione del dazio sui fari
nacei e della cinta daziaria.
*
* 4=
Le facoltà ai Comuni chiusi che diventano
aperti di riscuotere il dazio sui materiali edilizi, sui
foraggi, sul gas-luce e sull’energia elettrica ; quella
di riscuotere il dazio governativo e addizionale sul
vino e carni in base alla tariffa stabilita pei Comuni
della classe superiore ; di applicare il dazio sulla
minuta vendita del riso, burro, olii, sego, frutta,
zucchero, ecc., nella misura fissata dalla tariffa dei
dazi governativi e addizionali pei Comuni di III e
IV, facoltà tutte già contenute nel polpettone, sono
mantenute.
E cosi le altre disposizioni circa la tassa sugli
esercizi e rivendite che i Comuni potranno appli­
care, qualunque sia la loro popolazione, da due a
mille lire per ciascun esercizio o rivendita, facendo
di questi, dieci categorie.
Appalti e personale.
Per gli appalti dei Comuni aperti saranno apilicabili le disposizioni degli art. 4 e 5 Al). B della
egge 22 luglio 1894.
1 Comuni di III e IV dopo la nuova legge, de­
vono riservarsi la facoltà di risolvere il contratto
ogni fin d’ anno mediante preavviso di 3 mesi.
Siccome però gli appalti scadono al 1905, non
sappiamo come si possa operare la rescissione.
In quanto agli impiegati e agenti daziari, stipen­
diati e licenziati, senza diritto a pensione, in se­
guito all’ apertura, lo Stato concorre per la metà
dell’ indennità che i Comuni concederanno per una
volta tanto.
Questo contributo dello Stato non potrà mai
superare i 2[S dello stipendio ohe il suddetto perso­
nale ha percepito nell’anno 1900.
Ì
Il debito vitalizio
Per i collocamenti a riposo di autorità era
stanziata nell’ esercizio 1899-900 la somma di lire
340.000.
Il rendiconto consuntivo sogna nn’ economia di
L. 53,630.
I collocamenti a riposo sono stati in totale
458 per un ammontare di L. 286,370, che corri­
sponde alla pensione individuale media di lire
625.25.
II ministero del Tesoro non registra nell’ anno
alcuna nuova pensione di autorità.
Per altri ministeri il prospetto delle pensioni
concesse e pel loro ammontare è il seguente:
Num.
385
Guerra
Interno
28
Finanze
15
Grazia e giust.
3
7
Istruzione
8
Marina
2
Poste
2
Esteri
Agricoltura
3
Lavori pubblici
3
Totale
458
Differenza
Importo colla previs.
Annualità
media
+ 30,048
319
— 3,846
— 2,085
— 3,984
— 16,283
— 14,852
— 5,224
— 5,438
— 17,649
460,00
1.703.00
1.477.00
2.385.00
1,288,00
715.00
2.574.00
2.388.00
854.C0
117.00
286,370 — 53,630
625.00
177,048
47,681
22,184
11,925
9,916
5,717
5,148
4,776
2,562
351
La picciolezza delle annualità per le pensioni
del Ministero della guerra è dovuta al fatto che
il maggior numero dei collocati a riposo appar­
tiene alla categoria degli ufficiali in posizione ausiliaria di guisa che la pensione liquidata rappre­
senta unicamente la differenza tra gli assegni prov­
visori di servizio ausiliario e gli assegni definitivi
di riposo.
★ »*
La situazione del debito vitalizio al principio
ed alla chiusura dell’ esercizio 1899-900 è riassunta
dalle cifre in appresso, che comprendono anche le
pensioni concesse a domanda degli interessati, le
quali non appariscono nella precedente dimostra
zione.
1. luglio 1899 30 giuguo 1900
Guerra
Finanze
Interno „
Giustizia
Marma
Poste
Tesoro
Istruzione
Lavori
Agricoltura
Esteri
Totale
34,836,368
12,332,181
7,439,099
7,002,975
5,049,212
3,414,381
2,862,670
2,537,254
2,080,375
629,671
306,391
78,490,576
Differenza
84,023
35,752,345
12,209,729 — 122,442
47,817
7,486,916
6,995,001 — 7,974
5,255,447 H- 206,235
3,375,808 — 38,573
2,724,424 — 138,246
2,517,751 — 19,503
2,033,660 — 46,715
649,173 -f- 19,502
7,921
314,312
78,314,566
76,010
9 giugno 1901
L ’ E C O N O M IS T A
vale a dire che il numero delle annualità accese
nell’ esercizio è stato inferiore a quello delle an­
nualità cessate.
Tiu notevole e il fatto che l’accertamento è
stato inferiore di circa mezzo milione alla previ­
sione.
***
Le pensioni straordinarie diverse aumentano,
invece, da L. 3.388,706 a L. 3.410,552, vale a diro
di L. 81,846.
Il rendiconto consuntivo, che pubblica in alle­
gato l’elenco nominativo delle pensioni concesse nel
corso dell’esercizio, non ci fornisce, a proposito di
codesto ragguardevole aumento di pensioni straor­
dinarie, alcuna notizia.
il si che, durante una delle ultime discussioni
finanziarie, fu fatta alla Camera opportuna racco­
mandazione di unire al bilancio la dimostrazione
nominativa di codeste pensioni privilegiate.
Ritornando al debito vitalizio, l ’ onere di bilan­
cio era, al principio dell’ esercizio, di lire 81.819,282,
discese a L. 81,725,118 alla chiusura.
Diminuzione assoluta di L. 94,166; diminuzione
proporzionale l’ uno ed una piccolissima frazione
per mille.
Sarebbe utile conoscere il numero delle persone
che attingono al fondo pensioni, ma anche di ciò
tace il rendiconto.
, Quando il problema delle pensioni civili e mili­
tari era vivamente dibattuto, non sarebbe stato un
fuor d’ opera mettere dinanzi al paese, e non alle
sole commissioni parlamentari o ministeriali, tutti
gli elementi di giudizio.
In ordine alle pensioni militari per esempio,
avremmo desiderato di sapere :
1° quanta parte serva al personale civile, di­
stinguendo il personale dell’ amministrazione pro­
priamente detto ed il personale operaio degli stabi­
limenti militari ;
quanta altra parte era assorbita dalle pen­
sioni ai militari di truppa.
3° finalmente, in quale misura sieno le pen­
sioni pagate alle vedove e agli orfani degli uffi­
ciali.
Imperciocché, più che i limiti di età, hanno, a
nostro avviso, concorso ad accrescere il carico delle
pensioni militari le facilitazioni concesse ai matri­
moni degli ufficiali; facilitazioni, delle quali le con­
seguenze finanziarie aumenteranno sempre più in
avvenire.
Sono lacune, che noi auguriamo di vedere col.
niate nei futuri rendiconti consuntivi, e, meglio an­
cora, nella relazione, che la Giunta generale del
bilancio presenterà a suo tempo sul rendiconto
LE ECCEDENZE DI SPESA
La Camera ha approvato un progetto di legge
per 22 milioni e frazione di spese fatte in eccedenza
dei relativi stanziamenti di bilancio nell’esercizio
1899-900.
Approvato il rendiconto consuntivo dell’ eserci­
zio, la discussione sulle eccedenze fu, come era da
prevedersi, puramente accademica, e la loro approva­
zione diventava una mera formalità.
Sarebbe stato più corretto, pare a noi, far pre­
cedere la discussione delle eccedenze di impegni a
quella del rendiconto.
Comunque, uno sguardo sommario, sebbene tar­
divo, a codeste eccedenze, che costituiscono una mi­
naccia permanente alla consistenza del bilancio, non
sarà un fuor d’opera.
Le eccedenze nelle spese obbligatorie e d’ordine
importano la somma di L. 5,437,725 ; quelle nelle spe­
se facoltative ammontano ad una somma tripla, cioè
a L. 16,625,144.
Sono, dunque, L. 22,062,869 spese, durante l ’ e­
sercizio, in più degli stanziamenti bilanciati, per le
quali si domanda al Parlamento un bill d’ indennità.
Sta però che a codesta eccedenza si contrappon­
gono economie in altri capitoli per la somma di
351
L. 14,440,505 ; di guisa ohe la maggiore spesa effettiva,
la quale cade a carico della finanza, si residua a
L. 8,469,331, nella ragione di circa 50 centesimi ogni
100 lire bilanciate.
Non è una gran cosa, nei rapporti finanziari,
ma ha, nondimeno, una importanza nei rapporti am­
ministrativi, in quanto è indizio di una certa cor­
rentezza nella valutazione delle previsioni, la quale
dovrebbe evitarsi per la luce sfavorevole, che getta
sulla amministrazione, con la complicità della legge
ili contabilità, la quale presumendo che le economie
siano acquisite senza altro al Tesoro, mette in rilie­
vo soltanto il lato men bello e commendevole della
cosa.
Tutti i ministeri hanno portato il loro contri­
buto alle eccedenze, come meglio appare dallo spec­
chio, che segue:
Ministeri
—
Spese
obbligatorie facoltative
Tesoro
3,312,001
Finanze
1,598,141
Affari esteri
64,409
Interni
138,202
Grazia e giustizia
—
Guerra
—
Marina
1,857
Lavori pubblici
—
Istruzione pubblica 16,150
Agricoltura
25,689
Poste e telegrafi
251,276
255,484
213,250
84,572
2,409,502
191,012
3,044,461
7,618,358
34,509
1,347,419
79.714
1,346.639
Totale
—
3,597,485
1,811,391
148,981
2,547,704
191,012
3,044,461
7,620,215
34,509
1,363,569
105,453
1,597,910
Totale 5,437,725
16,625,144
22,062,869
La relazione dell’ on. Guicciardini crede che ri­
medio alle eccedenze nelle spese obbligatorie sarebbe
1'aumento del fondo di riserva, che l’ esperienza di
molti anni dimostra insufficiente al bisogno.
Ne è a dire che l’accrescimento del fondo possa
diventare eccitamento allo spendere, perchè le spese
obbligatorie avvengono non per volontà di ministri,
ma per forza ili cose, contro le quali nulla possono i
ministri.
Per le spese facoltative la questione è differente
ed il rimedio deve consistere nel rendere più efficace
il sindacato della Corte dei Conti e nel dare maggiori
poteri di vigilanza al Ministro del Tesoro, come fu
ripetutamente proposto al Parlamento con progetti
speciali di legge, che non arrivarono mai in porto.
CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCIO
Camera di commercio di Udine. — Tra
le comunicazioni fatte al Consiglio nell’ ultima adu­
nanza dello scorso aprile, la Presidenza riferì che
fin dal marzo p. p. fu indirizzato all’ on. Ministro
del commercio un telegramma in questi termini :
< Camera rileva con apprensione intendimento Go­
verno ridurre dazio farine, ciò che sostituirà impor­
tazione farine a quella del grano, prodotto lavorato
sostenendo meglio spese trasporto. Pesteranno dan­
neggiati così industria come agricoltura, mentre
Stati esteri promuovono anche con premi esporta­
zione farine. Ricordasi che macinazione lascia dispo­
sizione agricoltura crusca cruschelli. Camera consi­
glia vivamente ridurre attuale differenza dazio fra
grano e farine, appena sufficiente per proteggere
lavoro nazionale ».
Riferì inoltre che una Commissione, della quale
fu relatore il cons. Muzzati, esaminò il disegno di
legge Chimirri per 1’ abolizione parziale della tassa
sugli spiriti adoperati nelle industrie, e rilevato che
il progetto realizzava un voto di questa Camera, lo
trovava,, in massima encomiabile, soltanto riteneva
ilisufficiente lo sgravio e troppo ristretto il periodo
d’ un anno per l’esperimento della nuova legge. Il
vice-presidente, che fa parte della Commissione par­
lamentare per lo studio del progetto, sosterrà queste
idee, se, come è da sperare, il disegno di legge sarà
ripresentato dal ministro Wollemborg, e se verrà riconfermata la Commissione.
352
L ’ E C O N O M IS T A
23 maggio
Mercato monetario e Banche di emissione
La Banca d’ Inghilterra ha ridotto il saggio mi­
nimo ufficiale dello sconto dal 4 al 3 lj2 per cento.
Questo fatto, sebbene non inaspettato, è però una
prova della buona situazione del mercato monetario.
L’anno scorso al 25 maggio, nonostante difficoltà
monetarie maggiori delie attuali, lo sconto era già
stato ridotto dal 4 al 3 1[2 ; quest’anno una simile
riduzione è stata ritardata di due settimane per po­
ter rafforzare la situazione della Banca, e bisogna
riconoscere che la cosa è riuscita, sebbene i prestiti
russo e tedesco e i conseguenti ritiri di danaro dai
conti correnti, tenuti a Londra da francesi, abbiano
assottigliato le disponibilità.
La Banca d’ Inghilterra al 6 corr. aveva 1’ in­
casso in aumento di 569,000 sterline e la riserva di
394,0( 0; la maggior diminuzione si è avuta nei de­
positi dello Stato per 2 milioni e tre quarti di ster­
line ; crebbero invece i depositi privati per quasi 2
milioni.
La Banca ha ricevuto dall’estero somme impor­
tanti di danaro e le prospettive sono favorevoli a
nuovi arrivi.
Non ostante tali rosee previsioni, bisogna però
tener presente che il perdurare dello stato di guerra
nell’ Africa Australe è causa di non lievi spese al
Governo inglese. Per di più la possibilità che buona
parte del capitale straniero esistente a Londra possa
venir ritirato pei bisogni agricoli dei vari paesi (ec­
cezion fatta per la Francia e la Germania, cosi lar­
gamente provvedute di disponibilità), deve persua­
dere la Direzione della Banca d’ Inghilterra a raf­
forzare convenientemente la riserva dell’ Istituto,
onde questo possa trovarsi in grado di fronteggiare
con facilità le possibili richieste avvenire. Come si
capisce, per ottenere l’intento essa dovrà mantenere
ancora per qualche tempo, elevato il saggio dello
sconto per attirar 1’ oro, e ciò fino a che la situa­
zione oompletamente' rassicurante della Banca non
permetta una qualche riduzione ne] limite legale.
Si aggiunga che è proprio in quest’ epoca dell’anno
che gli inai! di numerario in provincia assumono
una grande importanza.
Agli Stati Uniti la quiete è ormai tornata a do­
minare sul mercato monetario ; il prezzo del danaro
è intorno al 8 per cento.
A Berlino si nota abbondanza di capitali in
cerca d’ impiego, d’ onde una relativa facilità, che si
rispecchia nel saggio dello sconto, il quale oscilla
intorno a 3 1|8 per cento.
Sul mercato francese lo sconto è intorno al 2 \\2
per cento e il cambio su Londra è a 25.20 Ij2 sull’ Italia al 5 0|°.
In Italia nessuna alterazione sensibile nel saggio
dello sconto, i cambi presentano questo movimento :
su Parigi ìiu Londra su Berliuo su Vienna
27 Lunedì........
28 Martedì... .
29 Mercoledì.,
31 Venerdì....
1 Sabato.......
105.31
105.22
105.27
105. 25
105.18
26.52
26. 51
26.51
26. 51
26. 50
129. 65
129. 55
129.62
129. 65
129. 52
110.30
110. 20
110.22
110. 22
110.15
Situazioni delle Banclie di emissione estere
30 maggio
2,457,884,000
> 1,117,789,000
A
ttivo S
Cao°v' ' i oargento
AlllVO
h i“
p ortafog|
............ »
505,586,000
' Anticipazioni.. ,
»
689,450,000
Circolazione.......... > 4,019,058,000
^ Conto cor. dello St 96,571,000
i
»
» dei priv ’
695,758,000
’ Rapp. tra la ris. e ine.
8 8 ,9 6 /
oro . . . Fr.
cs
CQ U-
s= rassivo
> Incasso metallico Steri.
Àftivn Portafoglio....................»
/ Circolazione..................»
* n.„
Conti corr. dello Stato »
1 aò&lVlK Conti corr. particolari »
\ Rapp. tra l’ inc.e la cir.»
differenza
— 2,254,000
+
5,453,000
— 229,279,000
— 36,400,000
— 12,067,000
— 36,898,000
— 202,607,000
—
0 ,3 4 %
30 maggio
differenza
36.638.000 +
569,000
26.976.000 786,000
24.687.000 +
394,000
29.727.000 +
6,170,000 41.780.000 +
5 1 1 /4 +
176,000
2,730,000
1,983,000
1 1 /8 %
9 giugno 1901
o,
. |
2 £ £
r a m -c
10 3 o
< £j
differenza
i Incasso . . . Fiorini
1,256,177,000 +
420,000
Àffivn ’ Portafoglio..........»
293,470,000 +
7,941,000
/ A nticipazione. . . »
51,238,000 +
811,000
P re stiti
»
299,453,000 +
112,000
,
.
f Circolazione
» 1,346,211,000 + 22,410,000
rassivo
\ Conti c o r r e n ti...»
141,207,000 — 10,972,000
I Cartelle fondiarie»
295,786,000 +
236,000
18 maggio
1 1
N
u S n
( Incasso * o r o ........... *’ r.
\ llcass0 ( argento
....
m ¡5 **
(
Circolazione.....................»
differenza
101,555,000 12,809,000 +
210,404,000 — 3,872,000
23 maggio
a g
87,000
469,000
differenza
( Incasso............Marchi
970,684.000 — 17,518,000
Attive
Portafoglio
» 753,881,000 + 26,278,000
Anticipazioni
»
62,627,000 + 7,997,000
g -E a
« “ E
° ° S «3 Passivo' Circolazione...............
■- CD
Conti correnti......... ..
1,108,114,000 + 21,455,000
640,927,000 — 13,398.000
18 maggio
differenza
•. I incasso 1 oro- ■Fiorcri a 77 Attive'
' a rg e n to .»
g « 35 Allivu Portafoglio................
iS -a j
(A n ticip a zion i........... »
“ ‘5
Passivo' Circolazione............»
-a
oMiiV) Conticol.rent i..........»
65,032,000
69,039,000
63,742,000
53,215,000
226,313,000
6,722,000
+
+
—
—
—
—
® jc
.Incasso met. Doli.
£ «
o AttmiiPortaf- 6 nutieip.»
o '5 . _ > "'V a lo ri le ga li----- »
181,190,000 +
866,310,000 +
78,160,000 +
18 maggio
« S
U »
<
S
“
Z
Passivi)' Circolazione........ »
'"(C onti corr. e dep. »
3. g03ì Attivo
5
3 ¡ f Passivo
differenza
1,120,000
7,440,000
1,660,000
31,090,000 —
10,000
952,400,000 + 11,280,000
4 maggio
i
'
i
'
|
i
656,000
95,000
2,332,000
2,444,000
2,080,000
5,120,000
) oro Pesetas
350,089,000 +
noa8s ( a r g e n to ..»
423,749,000 +
Portafoglio
» 1.112,573,000 +
Anticipazioni
»
273,797,000 +
Circolazione
» 1,617,288,000 —
Conti corr. e dep. . »
682,281,000 +
differenza
11,000
3,660,000
3,192,000
20,464,000
2,810,000
3,389,000
RIVISTA DELLE BORSE
Firenze, 8 giugno 1001.
L’ andamento delle nostre borse nell’ ottava at­
tuale, di non molto differisce dalla settimana prece­
dente. Non ci possiamo in verità lamentare, poiché,
non per merito nostro e dei nostri operatori, ma per
virtù di Parigi, i nostri mercati sono assai ben di­
sposti. Grandi slanci, e forti volate non possiamo
registrare per il fatto che troppe questioni di vitale
entità, ci preoccupano in questi momenti. Le notizie
Cinesi sono buone, ma sconfortanti per gli inglesi
sono quelle del Transvaal, ed il malcontento del
consolidato inglese sta a dimostrare che siamo lungi
dalle speranze di pace.
La nostra rendita 5 per cento si è aggirata in
media a 102.45 per contanti; oggi chiude a 102.50
con un distacco per il fine mese di 20 centesimi. Il
coupon è pagabile dall’ undici Giugno. Buono il 4 °|0
per cento antico a 112. 30, ed il 3 per cento antico
a 61. 50.
Parigi sempre ben disposto, seguita a volgere le
sue simpatie al nostro consolidato che ben presto
probabilmente quoterà a 98.
Attualmente esordita a 97.80, la faceva salire
a 97. 85, per ribassare a 97,70 o chiudere a 97. 80.
Le rendite interne francesi in lieve aumento;
il 3 lp2 per cento a 101. 55, ed il 3 per cento antico
a 101. 20.
Gli altri titoli di Stato a Parigi non offrono dif­
ferenze notevoli, ed anche l’Esterieure spaguuolo
con tutte le sue oscillazioni finisce col chiudere
pressoché sul suo solito prezzo e cioè 71. 60.
Debole 1’ inglese ex-coupon a 93.50. — Ferme
Vienna e Berlino.
9 giugno 1901
L ’ E C O N O M IS T A
o fl
TIT O L I D I ST A T O
■o °3
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Rendita italiana 5
»
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4 V,
»
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3
Rendita italiana 5 0
102 27
g .2 | !g.2g §.HS
^co >i>
[102.45102.45
102.50
112.20 112.30 1 1 2 .-1 1 2 .3 0
112.30
61.50 61.50 61.501 61.50
61.50
j
a P a rig i..............
| 97.75 97.80 97.85 97.80 97. 70 97.80
a L on d ra ..................j 96. 50
96.50 96.55 96.65 96.55 96.60
a B e rlin o ................. 96. 70 96.80 97.10 97. — 97.— 97. Rendita francese 3 0
amm ortizzabile.. . .
—
—
_
Read, frane. 3 V2 °/*« •..
99.25 99.10 99.15 99.30
Rendita austriaca in oro 117.85 1
*
»
in arg. 9 8.— !
9
»
in carta
Rendita spagu. esteriore:
a P a r ig i................. ,
_
101.40 101.46 101.52 101.50
101.05 101.10 101.20 101.20
93.75ex 93.70 93.70 93.50
*
»
3 ° /0 antico.
Consolidato inglese 2 3/_, 94. 35!
»
prussiano 2 */, 94.—
117.95(117.95
— . —
98.— 98.10
— . —
98. 50 i 98.45 ! 98,50 ! 98.50
1 1 8 .98.05
98.55
71.90 71.55 71.65 71.60 71.60
70. 75 70.75: 70.75 —. — 69.30
Rendita turca a Parigi. 25.07 25.15 25.17 25. 50 25.15 25.10
»
»
a Londra 24.50 24.50 24.45 24.50 24.50 24.60
Rendita russa a Parigi.
— ! 85.40 85.30 85.20 85.20 85.20
»
portoghese 3 ° /
a P a rig i....................... ° 25.70 25.90 25. 9o| 25.85j
26.02 2 6 . a L on d ra ..................
71.30
70.25
I
Giugno
1901
V A LO R I B A N C A R I
8
Giugno
1901
Banca d’ Italia..............................
856._
857.50
Banca Commerciale......................
675!—
678.—
Credito Italiano...........................
532._
535.—
Banco di Roma.............................
122._
125.—
Istituto di Credito fondiario.......
483^50
485.—
Banco di sconto e sete..............
160.__
1 6 1 .Banca Generale.............................
51. —
52.—
Banca di Torino...........................
90. 50
90.—
Utilità nuove...............................
168."__
169.—
I valori bancari sono, assai migliorati in ottava.
~ Noteremo fra le azioni più ricercate quelle della
Commerciale, Credito Italiano, e Istituto di Credito
! ondiano.
C AR TE LLE FO N D IA R IE
E
Istituto italiano...........
Banco di Napoli .
Banca Nazionale.
Cassa di Risp. di Milano
Monte Paschi di Siena..
Op. Pie di S. P > Torino’
4
Giugno
7„
4
»
3 *|f »
4
4 ‘ |2 »
5
5
4
»
5
4 il, »
4
•1 ‘ 1, »
Meridionali.......
Mediterranee....
Î3 Sieule (oro).......
3\ Sarde C..............
5!, Ferrovie nuove..
ÜJ ; Vittorio Eman. .
3 / T irrene.............
mÍ
n Costruz. Venete.
o ; Lombarde..........
Marmif. Carrara.
'-rt ® Lh © LrH©
3 Sg rs §>_ rs §>t-i
;| | £ j 3 f g
Giugno
1901
1901
4 9 5 . 50
5 1 0 . 75
4 3 8 .—
5 0 2 .5 0
5 1 2 .—
493. —
5 12. 5 0
5 06. 75
4 90. —
506. 5 11. 50
4 94. —
4 95. 50
5 10. 75
442. —
5 0 2 .5 0
5 12. —
491. —
5 12. 50
5 06. 50
4 9 0 .—
5 0 6 .—
512. 4 9 3 .—
■Prestito di E om a................. 4 °|„
»
Milano............... 4 »
»
Firenze............. 4 »
»
N apoli............... 4 »
AZ IO N I
V A L O R I F E R R O V IA R I
Su Meridionali......................
8 ' Mediterranee..................
^ / Sieule...............
Secondarie Sarde............
i
Giugno
1901
512. ICO. 69. 25
9 3 .—
3 ° L ........
4 * ........
4 » ........
3 » ........
3 » .......
3 » ........
5 » ........
5 » ........
3 » .........
322.—
492. -
4Q0
314
311 ftfl
31ñ 60
313. 50
313.50
312.25
505.—
496.—
389. —
248.—
496
383 60
248.
Buon andamento nei valori ferroviari in genere.
Fra le azioni noteremo in aumento le Mediterranee
e le Secondarie Sarde ; fra le obbligazioni le Mediterranee, le Ferrovie nuove e le Tirrene.
In seguito a deliberazione do] Consiglio d’ Am­
ministrazione della Società delle Ferrovie Mediter­
ranee, si pagherà dal 1° luglio ai portatori d’ azioni
sociali contro presentazione della cedola 31, un se­
condo acconto di L. 12.-'0 per ciascuna azione sul
dividendo dell’ esercizio 1900-1901.
Venne pure deliberato una emissione di 75 mi­
lioni in obbligazioni sociali al 4 per cento netto, onde
far fronte al fabbisogno finanziario in dipendenza
della Convenzione 29 novembre 1899 per acquisti di
materiale rotabile e della legge 25 febbraio 1900, nu­
mero 56.
Ora un dispaccio^ da Milano annunzia che la
Banca Commerciale italiana ha, insieme al suo
gruppo finanziario, acquistato dalla Società del Me­
diterraneo i 1 5 milioni di obbligazioni, obbligandosi
a versarli entro il mese di luglio.
V A L O R I IN D U S T R IA L I
Navigazione Generale..
Fondiaria Vita.................
»
Incendi..........
Acciaierie Terni.............
Raffineria Ligure-Lomb ,
Lanificio R ossi...............
Cotonificio Cantoni........
»
veneziano...................
Condotte d’ acqua........................
Acqua Marcia..............................
Linificio e canapificio nazionale.
Metallurgiche italiane.................
Piombino.......................................
Elettric. Edison vecchie.............
Costruzioni venete......................
Gas.......................................... /
M olini............................................
Molini Alta Italia........................
Ceramica Richard.......................
Ferriere..................................
Officina Meo. Miani Silvestri___
Montecatini........................
1
Giugno
1901
444.—
252. —
127. —
1528. —
3 8 9 .1370. —
472.—
194.—
247.—
1 0 2 0 .—
152.—
169. —
75. —
423. 50
8 5 .787.—
75.—
250.—
298.—
129. 89.—
220.—
8
Giugno
1901
463. 253.—
128.—
1520. —
398.—
1370. —
470.—
194.—
245.—
1031.—
150.—
170. —
75. —
427.—
78.—
805.—
75.—
250.—
297.—
129.—
88.—
220. —
3800.— 3800.—
Banca Ottomanna.....................
551. 553.—
Canale di Suez.........................
3755. — 3758. —
Crédit. Foncier...........................
698. —
674.—
La situazione per questi valori va migliorando.
Notiamo all’aumento le Rubattino, le Raffinerie, le
Condotte, 1’ Acqua Marcia, il Gas di Roma, e ie
Edison.
Fermezza in genere nelle Cartelle fondiarie af­
fatto trattate. L ’ unico aumento ci vien dato dal
Banco di Napoli 3 1x2 por cento da 438 a 442.
P R E S T IT I M U N IC IPA LI
—
353
SOCIETÀ COMMERCIALI ED INDUSTRIALI
8
Giugno
1901
5 1 3 .—
1 0 0 .3 0
6 9 .5 0
9 3 .5 0
1
8
Giugno
1901
Giugno
1901
7 30. —
538. 5 0
6 8 3 .—
2 4 8 .—
7 2 8 .—
540.—
683. —
2 4 9 .-
R en d icon ti di assem blee
Società Anonima Briantea ferrovia
Monza-Oalolzio. — Il bilancio consuntivo 190G
si chiude con un utile da ripartirsi di L. 442,578.67.
In tale cifra gli utili industriali risultano di Li­
re 351,649.07. Il riparto venne così proposto ed aprovato: alle azioni in ragione di L. 65 cadauna
i. 384,575; all’ammortamento dei titoli sorteggiati
L. 23.0CK. ; alla riserva L. 35,003.67.
È
354
L’ ECONOMISTA
NOTIZIE COMMERCIALI
Grani. — Frumenti e frumentoni calmi, Avene
in leggera ripresa. — A Verona avena da L. 18.75
a 19 al quintale. — A Lecco Frumento nostrano da
L. 28 a 28.50. Id. Veneto da L. 28.50 a 29, Grantur­
co da L. 17.75 a 18.25, Segale da L. 19 a 19.50, Ave­
na da L. 20 a 20.50 al quintale. — A Lodi Frumen­
to da L. 27.50 a 28, Melica da L. 16 a 17, Avena da
L. 19 a 19.50. — A Pavia Frumento nostrano da
L. 27 a 28, Segale da L. 19 a 20, Melica a L. 17, Ave­
na da L. 18.50 a 19.50. — A Crema Frumento a Li­
re 27.25, Granturco a L. 17, Avena a L. 18.50. — A
Irevtglio Frumento a L. 27, Granturco a L. 17, Ave­
na a L 20 al quintale. — A Casalmaqgiore Frumento
a L. 27.75, Frumentone a L. 17. — A Viudana Fru­
mento da L. 27 a 27.50, Frumentoni da 17 a 17.50. —
A Torino Frumento di Piemonte da L 27 a 27.50.
id. Nazionali a L. 28, Frumentoni da L. 18 a 19,
Avena da L. 20.50 a 21, Segale da L. 18.75 a 19.25 al
quintale. — A Genova Grani Alta Italia da L. 27
a 27.25, Granoni da L. 18.75 a 19, Avena Nazionale
da L. Ì8.75 a 19. Id. Estera da L. 13 a 13.25. — A
Pano Frumento Romano a L. 27.75, Frumentone a
L. 17.50 al quintale. A Reggio Emilia Frumento di
i qualità da L. 27.75 a 28, Id. di 2a qualità a L. 26,
Granturco nostrano da L. 17.75 a 18, Avena da L. 20
a 21. — A Bologna Frumento bolognese da L. 28 a
28.50, Frumentone da L. 17 a 17.75 al quintale. — A
Parigi Frumento per corr. a fr. 20.25, Id. per pros­
simo a fr. 20.60, Segale per corr. a fr. 16, Id. Avena
a fr. 19.90. — A Marsiglia Grano Tunisi duro a fr.
19.50, Id. Ghirka a fr. '16 per 120 chilogrammi. — A
Trieste Granturco Levante da corr. 11 a 11.50 al quin­
tale. — A Odessa Frumento d’ inverno da Copecchi
9-1 a 95, Frumento Oulca da Copecchi 88 a 90, Se­
gale a Copecchi 65 3[4 al pudo. Un pudo equivale
a chilogr. 16.38, e Copecchi 37, 57 1|2 formano un
franco.
Cotoni. — Prevalse la sostenutezza sul mercato
cotoniero di New-York durante la settimana: il di­
vario risultante dal confronto delle due ultime chiu­
sure ammonta a 7 punti, circa, di rialzo per giugno
e settembre, 15 per gli altri mesi.
A Liverpool non vi furono variazioni. Gli affari
risultarono pochi, o nulli.
Prezzi correnti:
A New-York cotone Middling Upland pronto a
cents 8 1|4 per libbra; a*Liverpool cotone Middling
Americano a cents 4 3x32, e Good Oomraw a cents
3 7x16 ; a Nuova Orleans cotone Middling a cents
7 3|4 per libbra.
Sete. — Andamento regolare delle coltivazioni
bachi e fermezza dei prezzi sono i fatti salienti da
segnalare. La fabbrica ha rifornito i propri slocks,
per non trovarsi sprovvista, ma si prevede che rien­
trerà in una prudente riserva, nell’ attesa di essere
fissata sui prezzi dei bozzoli, cosa la più naturale,
alla vigilia delia raccolta. I bachi sono dalla 3a alla
4a muta, la foglia è abbondante e di qualità eccel­
lente. I filandieri si dichiarano soddisfatti per ab­
bondanza di lavoro e prezzi di lavorazione.
Prezzi praticati :
Gregge. —- Italia 10x12 extra fr. 45; Piemonte
10x12 1 fr. 44 a 45; Siria 9x11 2 fr. 39 a 40; Brussa
14x16 extra fr. 41, 2 fr. 37 a 38; Càvennes 13x16 extra
fr. 45 a 46; China fil. 9x11 extra fr. 44, 2 fr. 4l a 42;
tsatlées 4 3x4 a fr. 26, 5 best fr. 25; Canton fil. llrlS
fr. 34 a 34.50.
, Trame. — Italia 22;24 1 fr. 47; China giri con­
tati 40x45 1 fr, 39 a 40; Canton fil. 24[26, 1 fr. 40,
26x30 2 fr. 36 a 37; Giappone fil. 26(28 1 fr. 45.
Organzini. — Francia 20[22 extra fr. 50 a 51;
Piemonte 19x21 extra -fr. 50; Brussa 36x40 1 fr. 43;
Siria 19x21 1 Ir. 46 ; Canton fil. 20x22 1 Ir. 42; Giap­
pone fil. 20x22 1 fr. 47.
Vini. — Mercati con discreto numero di aifari;
ad Alessandria vino rosso comune vecchio di i a qua­
lità da L. 32 a 38, id. nuovo da L. 24 a 30 l’ ettolitro.
A Cremona vino di l a qualità da L. 34 a 36, id. di
2 qualità da L. 24 a 30 l’ettolitro.
Cera. — In causa della grande scarsità di cera
gialla regna una gran calma nei mercati in genere.
9 giugno 1901
Gli arrivi non sono importanti, ma la domanda
continua ad essere forte.
Ad Ancona cera nazionale da L. 270 a 275, miele
nazionale da L. 77 a 77,60 al quintale. A Marsiglia
cera d’Algeria a fr. 167, id. del Marocco a fr. 172,
id. Tunisi a fr. 172, id. del Levante a fr. 175; cera
di Provenza a fr. 320 i 100 chilogrammi. A Trieste
cera Bosnia da cor. SCO a 305 i 160 chilogrammi; ad
Algeri cera da fr. 3,14 a 3,20 al chilogrammo. A Costantinopoli cera gialla da piastre 19,50 a 20 per
oca; a Smirne cera gialla da piastre 19 1[2 a 19 3x4
per oca.
Zolfi. — Ecco i prezzi correnti per 100 chilo­
grammi:
sop. Girgenti
sop. Licata
2a V. L. f.m. L. 10.— a 10.— 10.08 a 10.10
2a B. L. f.m. » 9.— a 9.90 10.08 a 10.1(1
2a O. L. f.m. » 9.— a 9-75 10.03 a 10.05
3a V. L. f.m. » 9.— a 9.60 10.— a 10.04
3a V. L. Uso » 8.— a 8.90 9.62 a 9.70
3a B. L. f.m. » 8.— a 8.50 9.55 a 9.75
» 7.— a 7.85 8.20 a 8.25
3a C. L.
R isi. — Mercati calmi; a Torino riso mercantile
da L. 30,25 a 32.50. id. fioretto da L. 33.75 a 35.75 al
quintale. A Milano riso Camolino di l a qualità da
L. 37 a 39, id. di 2* qualità a L. 33,75, id- mercantile
da L. 31,50 a 32, riso giapponese da L. 27 a 28, ri­
setto da L. 23,50 a 24,50, risone da L. 18,75 a 20, riso
giapponese da L. 16,50 a 17,50. A Pavia risone giap­
ponese da L. 15,50 a 16,50, id. novarese da L. 18,50 a
19,50, riso giapponese da L. 26 a 27; a Verona risone
nostrano da L. 19,50 a 20,50, id. giapponese ripro­
dotto da L. 18.75 a 19,25, riso fiorettane da L. 38 a
39, id fioretto fino daL. 36 a 37, id. mercantile da L. 33,50
a 34,25, mezzo riso da L. 17,50 a 18,50, risetta da
L. 14,50 a 15 al quintale f. d.
Canape e lino. — L’andamento dei nostri mer­
cati accennano ad una fase discendente nei prezzi;
e mentre per il passato dappertutto venivano ri­
chieste che uou poteano soddisfarsi, ora queste ri­
chieste mancano, pur essendovi qualche po’ di merce
disponibile, ricavata dalla recente macerazione del
vecchio riporto.
Nè in vista della precocità del nuovo prodotto,
sempre promettentissimo, si è consigliati a grossi
acquisti di roba fina. Il eordaggio solo è richiesto,
pel momento, con una certa insistenza dalla lavora­
zione locale.
A Napoli canape 1° Paesano a L. 98, id. 20 pae­
sano a L. 94, id. 3° paesano a L. 91, id. 4° paesan0
a L. 87, Marcianise a L. 78; a Luqo canape da
L. 65 a 75. A Messina canape paesana di l a qualità a
L. 95, id. di 2a qualità a L. 90,30, Imo da L. 172 a
175 i 100 chilogrammi.
A Bombay canape Dewgud da rupie 73 a 78, id.
Rajapoor da rupie 60 a 64, per Candy di cwt 5 1(4.
Prodotti chimici. — Meno attiva fu la domanda
in questa settimana con pochi affari. I ]irezzi in ge­
nerale si mantennero fermi.
Soda cristalli L. 10. —. Salì di soda aitali l a qua­
lità 30° 10.80, 48" 16.70, 50" 17,30, 52" 17,60, A sh 2 ‘ qua­
lità 48" 15.50, 50° 16.—, 52° 16.70. Bicarbonato di soda
in barili di chilog. 50 L. 20.25. Carbonato di soda am­
moniacale 58° in fusti L. 14.50. Cloruro di calce iu
fusti legno dolce chilog. 250x300 17.90. Id. duro 350x400
18.75, 500x600 19.—, 150[200 19.60. Clorato di potassa
in barili di chilog. 50, 109.—, id. chilog. 100, 103.—.
Solfato di rame l a qualità per cons. 62.—, id. di fer­
ro 7.—. Sale ammoniaca l a qualità 1( 9.—, 2a quali­
tà lOi.—. Carbonato di ammoniaca 96.—. Minio L B
e C 46.75. Prussiato di potassa giallo 196.25. Bicro­
mato di potassa 100.—, id. di soda 70.—. Soda cau­
stica 70“ bianca 27.—, 60° id. 25.—, 60° crema —.—.
Allume di rocca 13.10. Arsenico bianco in polvere
67-25. Silicato di soda 140 T 13.10, 76° 10.50. Potassa
caustica Montreal 74.50. Magnesia calcinata Pattinson in flaeon 1 lib. inglese 1.45, in latte id. 1.25; il
tutto per 100 chilog. cif. bordo Genova.
C e s a r e B ie l i ,
Gerente-responsabile.
F irenze — S ocietà Tn>oaRAFicA F iorentina — F irenze
Via San Gallo, 33.
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