saluteebenessere F i l i p p o M e d i n a SEI IPERTESO? Verificalo subito IL CUORE È A RISCHIO SE I VALORI MINIMI E MASSIMI DELLA PRESSIONE ARTERIOSA SONO TROPPO ALTI. MA C’E IL MODO DI CURARE QUESTO PROBLEMA O COMUNQUE DI TENERLO SOTTO CONTROLLO L a pressione arteriosa è il termine con cui si indica la pressione esercitata dal sangue sulle pareti delle arterie dovuta all’attività contrattile del cuore e alla resistenza periferica dei vasi, distinta in massima (sistolica) e in minima (diastolica). Quando i valori superano i livelli di soglia si parla di ipertensione e cioè quando la pressione arteriosa massima supera i 140 mmHg (millimetri di mercurio) e quella minima va oltre i 90 mmHg. DIRIGENTE 10-2005 FATTORE DI RISCHIO 52 10 Filippo Medina ha una lunga esperienza professionale di medico internista (già clinico universitario e primario medico). Attualmente esercita come specialista di medicina interna presso il Centro diagnostico italiano e presso la Casa di cura S. Pio X di Milano. Svolge inoltre un’intensa attività di giornalista medico come responsabile di riviste specialistiche ed è collaboratore di numerosi giornali e riviste tra cui Il Giornale, Le Scienze, Nel Blu, ViverSani&Belli, In Forma Perfetta. L’ipertensione arteriosa rappresenta il principale fattore di rischio per le malattie del cuore e della circolazione e, in particolare, per l’ictus cerebrale, la cardiopatia ischemica (minore afflusso di sangue al cuore per ostruzione delle coronarie, le arterie del cuore), lo scompenso cardiaco congestizio (difficoltà del cuore a pompare sangue), la rottura di aneurisma aortico (dilatazione di una parte dell’aorta e successiva rottura per aumento della pressione del sangue). Inoltre, avere la pressione alta può esporre a un maggior rischio di malattie renali (disturbi a carico dei reni) e di retinopatia (alterazione della retina). È quindi evidente l’importanza di conoscere e controllare periodicamente i propri valori pressori, così da poter intervenire subito nel modo più adeguato nel caso si riscontrassero valori oltre il limite. LA DIAGNOSI Per misurare la pressione e capire se realmente si soffre di ipertensione è importante affidarsi alle mani di un esper- to. La misurazione più sicura e attendibile, infatti, risulta essere quella presa da un esperto per mezzo di un apposito bracciale da avvolgere intorno al braccio, noto con il nome di “sfigmomanometro a mercurio”. Scoperto da Scipione Riva-Rocci nel 1896, il bracciale resta ancora oggi la prima scelta per ottenere una misurazione seria e attendibile della pressione arteriosa. Ecco come effettuare la misurazione nella maniera corretta: la persona deve rimanere seduta ed essere tranquilla; il bracciale (di misura adatta alla dimensione dell’arto) va applicato sul braccio, posto all’altezza del cuore, con il palmo della mano rivolto verso l’alto. Prima di concludere che la persona soffre di ipertensione, però, il medico dovrà comunque basarsi su più misurazioni durante l’arco della giornata. La Secondo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), si distinguono vari livelli di ipertensione, a seconda della severità del disturbo. Eccoli sintetizzati. • Ipertensione lieve: massima da 140 a 159 mmHg; minima da 90 a 99 mmHg. • Ipertensione moderata: massima da 160 a 179 mmHg; minima da 100 a 109 mmHg. • Ipertensione seria: massima da 180 mmHg in su; minima da 110 mmHg in su. pressione, infatti, non è sempre costante: durante il giorno i suoi valori oscillano e possono manifestarsi lievi variazioni quando ci si alza, da sdraiati, da seduti o dopo uno sforzo, fisico o mentale (stress e preoccupazioni). Di notte, invece, la pressione scende sensibilmente durante il sonno. In ogni caso si può parlare di ipertensione arteriosa solo quando misurazioni diverse eseguite nell’arco di almeno 2-3 mesi diano costantemente valori elevati. Il riscontro occasionale di un valore pressorio aumentato non è indicativo di ipertensione, così come il riscontro di LO SPORT AIUTA Fa bene alla psiche, rafforza i muscoli e, secondo recenti studi, aiuterebbe anche a controllare la pressione: lo sport è un toccasana per tutto l’organismo e non dovrebbe mai essere trascurato. In particolare, dai risultati di una recente indagine dell’Albert Einstein College of medicine del Bronx a New York, le persone ipertese sedentarie avrebbero un maggior rischio di malattie cardiovascolari rispetto ai malati che praticano regolarmente un’attività fisica. Dopo l’analisi degli oltre 9 mila ipertesi partecipanti allo studio, infatti, la percentuale di mortalità (per mille persone ogni anno) per eventi cardiovascolari è risultata pari a 11,8 nel gruppo che faceva una scarsa attività fisica, a 9,8 negli ipertesi che svolgevano una moderata attività fisica e pari a 8,7 in chi effettuava attività fisica in modo intenso. Gli autori dello studio ritengono quindi di poter affermare che l’esercizio fisico è in grado di ridurre in modo significativo gli eventi cardiovascolari nei pazienti affetti da ipertensione (American Journal of Hypertension 2005, 18: pp. 751-758). PRIMARIA E SECONDARIA Una volta individuata l’esistenza di ipertensione, il medico cercherà di capire se il problema è di tipo secondario (cioè se dipende da altri disturbi o malattie) oppure primario o essenziale (cioè non attribuibile a una causa specifica). In quest’ultimo caso, molto più frequente, riveste molta importanza il fattore ereditario, cioè l’esistenza di altri casi in famiglia di ipertensione. Se la pressione alta è direttamente attribuibile a un particolare disturbo, le cure saranno rivolte a eliminare quest’ultimo o ad attenuarne i sintomi e le conseguenze. In caso di ipertensione essenziale, invece, oltre a tenere sotto controllo la pressione in modo costante, il medico cercherà innanzitutto di individuare e correggere eventuali predisposizioni al disturbo modificabili, come il sovrappeso, l’abitudine al fumo e lo stress. Smettere di fumare, perdere qualche chilo di troppo e cercare di ridurre lo stress, infatti, sono comportamenti che spesso aiutano a far scendere i livelli pressori. Se necessario, lo specialista provvederà anche a somministrare appositi farmaci ipotensivi, cioè medicinali che mirano ad abbassare i livelli della pressione del sangue. Tra i principali troviamo i beta-bloccanti, i calcio-antagonisti, i diuretici, gli Ace-inibitori, gli inibitori dell’angiotensina II e gli Alfa1-bloccanti. Tutti questi farmaci hanno solo un’azione sintomatica, cioè riducono i valori della pressione arteriosa, ma non “guariscono”: se viene sospesa la loro assunzione, i valori pressori ritornano ai livelli precedenti. Il soggetto iperteso quindi dovrà curarsi “sempre”, anche se possono variare le dosi del farmaco in rapporto a particolari situazioni (ad esempio, in estate con il caldo la pressione tende a ridursi spontaneamente e quindi spesso sono necessarie dosi inferiori di farmaco anti-ipertensivo). 53 10 DIRIGENTE 10-2005 LIEVE O SEVERA? valori irregolari (sia elevati sia normali o addirittura molto ridotti rispetto alla norma); in questi casi la causa di gran lunga più probabile sono fattori contingenti (stato di stress psichico e/o fisico ecc.).