Le Cumpanie di Batì
Leonardo Guido Musso
Le origini
• Nel Vangelo la pratica della carità diventa segno del
regno che Gesù annuncia, e nelle prime comunità
cristiane c’era una condivisione spontanea dei beni;
• con l’espandersi delle comunità, il servizio d’assistenza
si struttura nelle “agapè”, termine che sta a significare
l’amore caritatevole verso tutti, istituzioni che si
trasformarono nell’Alto medioevo in Confrarie.
• L’origine delle odierne Confraternite va ricercata però in
quel periodo cruciale per la Chiesa che va dalla metà del
1200 a tutto il 1300.
• Per gran parte del 1300, dal 1309
al 1377, su imposizione dei re
francesi, i Papi abbandonarono
Roma per Avignone; al loro ritorno
nell’Urbe, le tensioni politiche
determinarono il “Grande scisma
d’Occidente” che contrappose, dal
1378 al 1417 , ad un papa un
antipapa.
• Questo in un’epoca in cui il
pensiero cristiano informava ogni
aspetto della vita del popolo, che
era materialmente organizzata
intorno alla chiesa che domina
ogni città e villaggio.
• La chiesa è la casa del popolo, le
campane segnano con il loro
suono le tappe della sua giornata
di lavoro, in chiesa si tengono le
prime assemblee dalle quali
nasceranno i Comuni.
• Questo spiega come, quando la
gerarchia ecclesiastica, presa
nelle sue lotte interne che ne
minano la credibilità, non è più in
grado di soddisfare le esigenze
profonde del popolo cristiano,
questi cerchi di organizzarsi
autonomamente in associazioni
che traggono la loro ispirazione
dal messaggio evangelico.
• Le Confraternite che vengono a
costituirsi sono la risposta laica
alla crisi della Chiesa, così come
i nuovi ordini religiosi sono la
risposta ecclesiale.
•Il terreno primo dal
quale le Confraternite
germinano è costituito
dal movimento “ dei
Flagellanti”, che
predicava l’imminenza
dell’ira e del giudizio
divino contro
un’umanità tanto
corrotta e peccatrice;
• per espiare le colpe e frenare così la collera del Signore, erano
indette grandiose processioni di popolo, guidate da alte croci,
durante le quali era uso privarsi delle vesti e flagellarsi, cioè
“battersi”, e “compagnie dei battuti” vennero chiamate le prime
associazioni, a volte indicate anche come “compagnie dei
Disciplinati” dal nome “disciplina” che si dava alla frusta usata,
solitamente costituita da un mazzo di cinque corde, in ricordo delle
piaghe di Cristo.
• Tra le pratiche penitenziali
quella di portare nelle
processioni una grande
Croce sulle spalle. Tale
forma verrà nel tempo
mutando per trasformarsi in
processioni devozionali nelle
quali “il Cristo” della
Confraternita veniva e viene
innalzato, “portato in crocco”,
ancora con la volontà di
presentare al mondo il
grande sacrificio d’amore
con cui il Figlio di Dio aveva
redento l’umanità.
Le Confraternite nelle terre
del Basso Piemonte.
• Nelle nostre terre, il Movimento dei Battuti fa le prime
apparizioni documentate nel 1260; Guglielmo Ventura, autore
delle “Cronache” della città di Asti, narra nel suo memoriale
riferendosi a quest’anno:
• “ si manifestò presso i Lombardi uno straordinario
movimento, chiamato battimento. Allora tutti gli uomini, dal più
importante al più modesto, inoltrandosi svestiti per città e
campagne, si flagellavano con forza il dorso, da farne uscire il
sangue. In quella circostanza taluni vercellesi vennero ad Asti
vestiti di sacco, ma con le spalle nude, che flagellavano
vigorosamente con sferze. Allora vedendoli gli Astesi per la
maggior parte, andando dietro loro, si aggiravano per la città
e per borghi flagellandosi: il Vescovo di Asti e tutto il clero li
precedevano, portando croci, cantando salmi ed inni e
recando particolari vessilli con le immagini dei Santi e nelle
pubbliche vie tutti, inginocchiati, gridavano ad alta voce
dicendo“ Misericordia e Pace”.
Sicuramente anche la Diocesi di Acqui
fu interessata da questo movimento,
di grande impatto emozionale ed
anche da noi sorsero le prime
spontanee associazioni di fedeli erette
per l’esercizio delle opere di carità e
per le celebrazioni del culto pubblico.
La Chiesa ben presto s’interessò al fenomeno e lo regolamentò, sia
erigendo le Confraternite con formale decreto, di norma del Vescovo, sia
imponendo uno statuto che fissasse gli scopi della Confraternita e ne
regolasse i rapporti sociali interni.
Queste sono improntate a forme democratiche, come nelle istituzioni
comunali che si vanno contestualmente organizzando: il pericolo di un
potere arbitrario viene scongiurato col rendere tutte le cariche elettive, con la
possibilità per ogni confratello di essere eletto, con l’annualità delle cariche e
con un costante controllo della base. Del tutto originale nelle Confraternite è
la possibilità di partecipazione femminile, fino alla formazione di
Confraternite di sole donne alle quali veniva così offerta la rarissima
opportunità di aggregazione sociale e di partecipazione al di fuori dei confini
della famiglia.
Con queste associazioni
canonicamente erette i
laici hanno per la prima
volta, all’interno della
Chiesa, un ruolo attivo,
ben delineato dai loro
statuti. Nella costruzione
della “Civitas Dei” sulla
terra i laici si affiancano
ai chierici ed entrambi gli
ordini nei quali è divisa la
società cristiana hanno lo
stesso obbiettivo di una
nuova e migliore società.
La divisa dei Confratelli
• Il principale segno distintivo
dell’appartenenza ad una Confraternita
era la divisa: in origine bastava una
semplice “professio in signis”in quanto
bastava vestire un certo abito per
essere riconosciuto come penitente. I
“Disciplinati” partecipavano alle
cerimonie a torso nudo per potersi
flagellare.
•Ma la “cappa”, che è l’abito tipico dei Confratelli, si impose
dopo il 1399, allorché si verificò una seconda ondata di
devozione popolare con il movimento dei Bianchi che dalla
Provenza si estese a tutta la Liguria ed al Basso Piemonte;
essi vestivano cappa e cappuccio di tela bianca, e presto
questo abito venne adottato da tutte le Confraternite.
• Quelle dei “battuti” praticarono nel dorso
della cappa un’apertura, conservata in
pochi casi come nella Confraternita di
Grognardo, per potersi “battere”. La cappa
era confezionata in tela grezza che
veniva, nelle nostre zone, denominata
“rairola” ed il colore variava dal bianco, il
più diffuso, al bigio della tela grezza, allo
scuro fino al giallo zafferano della
Confraternita delle Umiliate.
• Col tempo si aggiunse alla divisa la
“mozzetta”, una specie di corto mantello
oltrepassante di poco il gomito; i colori
base, tramandati fino ad oggi, erano
quattro: l’azzurro per quelle intitolate alla
Madonna o al S.S.Sacramento, il rosso
per quelle intitolate al Corpo di Cristo o al
Rosario, il marrone per quelle intitolate
alla madonna del Carmelo ed infine il nero
per quelle intitolate in varie forme al
Suffragio ed alla Morte.
Funzione sociale delle
Confraternite.
In un’epoca in cui non vi era alcuna
forma di tutela sociale pubblica, le
Confraternite esercitarono
un’importante funzione di “società di
mutuo soccorso” rivolto a diverse
categorie con la distribuzione di cibo
ai poveri, fossero essi Confratelli in
primo luogo oppure concittadini e
l’assistenza in ricoveri ai vecchi non
più in grado di lavorare.
•
Venivano assistiti anche i bambini, orfani di confratelli e trovatelli, e le vedove
mentre per permettere alle ragazze povere di sposarsi veniva loro costituita la
dote. Ogniqualvolta nella famiglia di un confratello si verificava un decesso o
una malattia grave, gli altri confratelli non solo provvedevano alle cure, ma si
incaricavano anche di portare avanti il lavoro dell’ammalato nei campi o nel
laboratorio.
• Due erano le attività
sociali tipiche delle
Confraternite:
• l’assistenza agli
ammalati e
• la sepoltura dei morti,
attività che diventavano indispensabili durante le gravi
epidemie, specie di peste, che periodicamente colpivano le
nostre terre, quando nessuno provvedeva più a questi funzioni,
che costituivano il primo presidio contro il diffondersi del
contagio.
Le fonti di finanziamento delle
confraternite
• Quattro erano le fonti di
finanziamento che
permettevano alle
“Confrarie” di svolgere
queste attività:
• le quote dei loro membri,
• le offerte dei privati,
• i lasciti pervenuti
• i redditi delle proprietà
immobiliari.
Le morti dei confratelli, numerose per epidemie e guerre, grazie
ad un grandissimo numero di lasciti testamentari, genera per le
Confraternite l’accumulo di un’ingente massa di ricchezze
patrimoniali.
• Grazie a questa
disponibilità finanziaria, il
campo d’attività va sempre
più estendendosi, mentre
cresce la loro autonomia
dai poteri tradizionali;
gestiscono direttamente la
pubblica assistenza di
molti grandi e medi centri
tramite i loro ospedali,
orfanotrofi e ricoveri, e
questo dà loro anche
potere nella società del
tempo.
Inoltre, con la creazione dei Monti di Pietà come rimedio alla piaga
dell’usura, Monti gestiti dalle Confraternite, esse entrano nel
campo della finanza, in un Italia che ha creato e sta rafforzando
quel sistema bancario che avrebbe poi governato in gran parte
l’economia europea.
Questa espansione è però foriera per le Confraternite di conflitti,
specie con l’autorità religiose, che porteranno ad una progressiva
riduzione delle loro autonomie.
Le confraternite oggi
• Oggi le confraternite
agiscono in un contesto
diverso ma devono saper
venire incontro alle
nuove esigenze dei
tempi in cui si vive.
• Le Confraternite, nella
loro quasi totalità, hanno
come fine quello di
esercitare un amore
“concreto” verso il
prossimo in situazione di
disagio, di adempiere
cioè alle opere di
misericordia
LE OPERE DI MISERICORDIA
“ non amiamo a parole né con la lingua
ma con i fatti e nella verità ”
(Giovanni 3,18)
La Chiesa, sulla base della Parola divina contenuta nell’Antico ed
ancor più nel Nuovo Testamento, ma anche della propria
esperienza bimillenaria, riassume l’atteggiamento positivo verso
chi è in difficoltà, con due serie di opere di misericordia, quelle
corporali e quelle spirituali. Ricordiamole:
Opere di misericordia
Corporale
1. dar da mangiare agli
affamati
2. dar da bere agli assetati
3. vestire gli ignudi
4. alloggiare i pellegrini
5. visitare gli infermi
6. visitare i carcerati
7. seppellire i morti
Opere di misericordia
Spirituale
1.consigliare i dubbiosi
2.insegnare agli ignoranti
3.ammonire i peccatori
4.consolare gli afflitti
5.perdonare le offese
6.sopportare
pazientemente
le persone moleste
7. pregare Dio per i vivi e
per i morti
Scarica

Le Cumpanie di Batì - confraternite della Diocesi di Acqui