Le confraternite all’interno della comunità parrocchiale: ruoli e compiti istituzionali Enrico Ivaldi Priore Generale del Priorato delle Confraternite per la Diocesi di Acqui 29 maggio 2008 8 aprile 1536 – seconda apparizione della BV Maria ad Antonio Botta Tu andrai da quelli di Savona e dirai che annuncino al popolo di digiunare per tre sabati, e facciano fare la processione per tre giorni a tutti i Religiosi e Disciplinanti; ed a questi Disciplinanti sia raccomandata la disciplina soprattutto nel giorno del Venerdì Santo. Perché se non fosse per quelle poche orazioni ed opere buone, compiute dalle Confraternite e da altri servi di Dio, il mondo sarebbe ancor più tribolato che non è.” Oggi, come allora, è ancora vivo il messaggio di testimonianza cristiana e lo conferma il rifiorire di antiche confraternite, da anni sopite ma mai spente definitivamente, o addirittura la nascita di nuove. Seguendo un invito rivolto a suo tempo dal Santo Padre Giovanni Paolo II, il nostro Vescovo ha invitato le Confraternite che rinascono a nuova vita a partecipare ad una serie di incontri di formazione utili a comprendere quale è il compito di una confraternita oggi Corso di Formazione Cinque incontri che costituiscono un percorso di approfondimento di alcuni concetti relativi alla conoscenza della dottrina cristiana con particolare riguardo agli insegnamenti evangelici e allo spirito di comunità e di condivisione dei valori cristiani e alla conoscenza della vita e delle opere della fratellanza. Il ciclo di incontri Giovedì 29 Maggio ore 21 l ruolo delle confraternite all’interno della comunità parrocchiale: ruoli e compiti istituzionali (Enrico Ivaldi – Priore Generale del Priorato delle Confraternite per la Diocesi di Acqui) Giovedì 26 Giugno ore 21 Storia delle confraternite e dell’associazionismo confraternale nella Diocesi di Acqui (Leonardo Musso – Priore della Confraternita di NS Assunta di Grognardo) Giovedì 17 Luglio ore 21 Condizione giuridica e statuto generale delle Confraternite della Diocesi (Enrico Ivaldi – Priore Generale del Priorato delle Confraternite per la Diocesi di Acqui) Giovedì 25 Settembre ore 21 Catechesi, culto e dottrina: le confraternite all’interno della Vita Cristiana (Don Mario Bogliolo –Pro-Rettore della Basilica dell’Addolorata e Segretario di S. E. Mons. Micchiardi) Giovedì 30 Ottobre ore 21 Tradizioni, funzioni liturgiche e attività della confraternita, regole e norme statutarie della confraternita del SS. Suffragio di Acqui Terme (Lorenzo Ivaldi – Priore della Confraternita del SS Suffragio sotto il titolo di S. Caterina d’Alessandria) Che cosa è una confraternita? Col nome di “Confraternita”, nella Chiesa Cattolica si intende: a) una associazione, cioè un gruppo organizzato di persone di ogni età, sesso ed estrazione sociale che cercano di realizzare insieme determinati scopi b) pubblica perché cerca di realizzare questi scopi in nome della Chiesa (da cui riceve il mandato ufficiale), pubblicamente ed a favore di chiunque (non solamente dei suoi associati); c) composta di fedeli, aperta a ricevere tutti coloro che intendano impegnarsi in questa particolare forma di associazione, per camminare, crescere e migliorare insieme in una esperienza di fede, di bene e di amicizia, che produca effetto per sé e per il prossimo. Formazione cristiana In una realtà caratterizzata da una presenza sempre minore sul territorio del sacerdote, è necessario che le confraternite agiscano di concerto con i parroci per la formazione cristiana dei loro membri e dei parrocchiani, attraverso l'educazione ad una vita cristiana pienamente inserita nella comunione della Chiesa, con vivo senso di appartenenza alla propria comunità parrocchiale, con intensa partecipazione a tutta la sua attività di evangelizzazione ed alla sua vita liturgica. Quali sono le finalità della Confraternita ? “Le finalità delle Confraternite si possono riassumere in tre parole: culto, beneficenza, penitenza. Oggi l’urgenza dell’evangelizzazione esige che anche le Confraternite partecipino più intensamente e più direttamente all’opera che la Chiesa compie per portare la luce, la redenzione, la grazia di Cristo agli uomini del nostro tempo, prendendo opportune iniziative sia per la formazione religiosa, ecclesiale e pastorale dei loro membri, sia dei vari ceti nei quali è possibile introdurre il lievito del Vangelo”. Giovanni Paolo II, Omelia nel Giubileo Internazionale delle Confraternite, 1 aprile 1984 Carità La pratica della carità tra i confratelli e verso il prossimo, è uno dei cardini fondamentali dell’attività delle confraternite anche sostenendo le nuove forme di esercizio della stessa. La presenza della confraternita è soprattutto preziosa in quelle Parrocchie, talvolta anche assai piccole, dove essa è l'unica forma di vita associativa cristiana. Suffragio dei defunti Nello spirito originario di appartenenza ad una confraternita, i confratelli devono osservare la partecipazione alla Santa Messa di suffragio in occasione della morte di un Confratello e, quando possibile, di un parrocchiano. Su questa base comune sono cresciuti e continuano a svilupparsi numerosi fini specifici. Confraternite del Santissimo Sacramento o della Dottrina Cristiana (che si occupano della gestione parrocchiale o dell’istruzione religiosa); della Santissima Trinità (impegnate nell’assistenza ai migranti e al riscatto dalle schiavitù ed emarginazioni); della Morte e orazioni (provvedono ai servizi funebri); del Suffragio (si occupano del suffragio dei defunti) della Misericordia (assistono i malati ed i carcerati); titolate alla Madonna (per la diffusione del Rosario o dello Scapolare o di qualche altro aspetto mariano) a qualche Santo particolare di cui fanno conoscere figura, esempio e devozione nella società, nel mondo del lavoro o in qualche ambiente specifico. Cosa ci vuole per fare una Confraternita? la consapevolezza, da parte di chi si iscrive, che sta per entrare a far parte di una associazione che ha una precisa ed originale fisionomia. un minimo di impegno costante affinché l’associazione possa funzionare dei fini generali e dei fini peculiari e come realizzarli concretamente uno statuto La Confraternita NON é un “obbligo” in più, ma un aiuto per vivere meglio la propria fede! Che cosa rappresenta il Vestirsi con l’abito confraternale ? Non è una mascherata e nemmeno deve essere un’ostentazione ma un orgoglio di mostrare la propria fede per quello in cui si crede. Mettere la cappa non é un gesto superato, superfluo od inutile, ma segno (ossia SIMBOLO che produce determinati EFFETTI) e testimonianza di una presenza cristiana che ha una definizione ed una collocazione precise La cappa NON può essere sostituita da nessun "surrogato" (medaglia, fascia al braccio o a tracolla Che cosa rappresenta il Vestirsi con l’abito confraternale ? (2) Un Confratello da solo non rappresenta nulla perciò egli non può pensare di indossare la cappa solo per una dimostrazione parziale o individuale di attività, né di utilizzarla saltuariamente o comunque arbitrariamente o di usarne una qualsiasi, non propria. Essa é personale, dev'essere conservata con cura e portata con dignità da ogni Confratello e Consorella regolarmente iscritti e solo da essi: pur se può essere un gesto di amicizia o può servire ad avvicinare potenziali "novizi", non si deve farla mettere a chi non é o non é ancora iscritto, solo per incrementare il numero di presenze "in abito"; L’abito confraternale deve essere indossato in tutte le funzioni in cui la Confraternita é presente, sia nelle forme solenni di celebrazione (Messe, Officiature ...) che nelle manifestazioni di pietà popolare (processioni, pellegrinaggi ...): NON si tratta di un "accessorio" che indossano solo coloro che portano i simulacri, limitatamente alle processioni, o il cui uso é lasciato all'arbitrio o alla voglia dei singoli iscritti; La cappa L'abito indossato dai Confratelli fu realizzato nella forma a càmice tuttora nota, per richiamare la tunica indossata da Gesù nella Sua Passione Redentrice (la spiritualità confraternale delle origini fu fortemente improntata alla Passione del Signore e per alcuni aspetti lo é tuttora); Tabarrini, scapolari, cingoli, stemmi Alcune parti dell'abito dei religiosi sono passate all'abito confraternale: lo scapolare (cioé lo "stolone" che poggia sulle spalle e pende su petto e schiena, simbolo anch'esso che si é rivestiti di Cristo e sottomessi a Lui), la corona del Rosario o quella dell'Addolorata (dell'Ordine dei Servi di Maria), la cintura di cuoio (anziché il cingolo di corda) dell'Ordine Agostiniano, il mantello (ridotto a mozzetta) richiamo a quello delle tonache (ma, per altro verso, anche alla "cappa magna" di un dignitario non religioso), lo stemma (più precisamente: il "signum", ossia il sigillo) di un Ordine religioso Il cappuccio tutte le cappe dovrebbero avere il cappuccio (anche simbolico, non importa se grande o piccolo, se da usare sempre o no, ma é importante che ci sia e che sia visibile), segno di umiltà e di nascondimento; quando questo è calato sul volto non permette di essere riconosciuti, indicando l'anonimato delle buone opere (nessuno sa perciò chi deve ringraziare per il bene ricevuto) e l'annullamento della differenza di classe sociale (sono accomunati il ricco col povero, l'istruito col meno colto). Oggi il cappuccio calato sul volto dovrebbe essere mantenuto soltanto per le processioni della Settimana Santa I colori Il Bianco richiama il colore delle prime cappe indossate dai Flagellanti medievali e la purezza del battesimo in Cristo il grigio ricorda la tela grezza, di simile colore, dell'umile saio degli ordini monastici: l'uso di una cappa simile indica le Confraternite (ed i legami tra esse e tale Ordine) sorte al seguito dei "Fratelli e Sorelle della Penitenza" nati dall'esperienza di San Francesco; il rosso é il colore caratteristico della Confraternita della Trinità dei Pellegrini, fondata da San Filippo Neri, ed indica l'effusione dello Spirito Santo ed il fuoco della carità che deve infiammare il cuore di chi é iscritto a questa associazione nell'esercitarne lo scopo il marrone ed il giallo scuro richiamano rispettivamente la tonaca o il mantello dei religiosi dell'Ordine Carmelitano (i cui primi eremiti, e non solo essi, adottavano vesti di tinta affine, tessute con peli d'animale) e indica una Confraternita della Madonna del Carmine; ma questo colore (indipendentemente dall'Ordine religioso di aggregazione) potrebbe anche semplicemente indicare Confraternite nate dal Movimento Penitenziale medievale, i cui primi membri vestivano rudi tuniche di tela di sacco; I colori (2) l'azzurro é il colore mariano per eccellenza: é il colore del cielo, in cui é già stata assunta la Madonna. il verde é innanzitutto il colore dell'Arciconfraternita di San Rocco e, di conseguenza, delle sue aggregate; esso riprende il colore delle vesti con cui questo santo pellegrino viene effigiato nell'iconografia tradizionale e invita alla speranza durante il pellegrinaggio terreno, prefigurazione di quello verso l'Eternità: il verde simboleggia la stagione della rifioritura, del ritorno della vita, e quindi l'umanità; il nero, il colore simbolico della terra, da cui ha principio la vita, alla quale torna con la morte, é adottato, per questi motivi, dalle Confraternite della Buona Morte ("buona" nel senso cristiano del termine, sia innanzitutto dal punto di vista di una adeguata preparazione ed assistenza spirituale, che da quello del provvedere ai servizi necessari ai diversi atti e situazioni che accompagnano quest'ultimo momento della vita altri colori o combinazioni di colori usati o usabili possono derivare dall'iconografia con cui é tradizionalmente effigiato un Santo Patrono (ad es. il viola del mantello di San Giuseppe, che però potrebbe indicare anche Confraternite penitenziali); dalla carica da evidenziare (ad es. il giallo-oro, colore della solennità, in genere usato per gli ornamenti delle cappe e/o delle mantelline dei responsabili della Confraternita, non importa di che tipo); I cingoli - Tutte le cappe sono o dovrebbero essere munite di un cordone per cingere i fianchi: é un richiamo alle funi con cui fu legato il Signore e quindi a sentirsi strinti a Lui, alla Sua legge, e ad avere autocontrollo morale. A volte il cordone ha dei nodi (in genere 3, 5 o 7) che ricordano alcuni momenti della Passione le 3 cadute sulla via del Calvario, le 5 Sante Piaghe del Crocifisso, le Sue 7 effusioni di Sangue Quello che ora é un semplice cingolo, anticamente terminava con dei veri e propri flagelli (= frustini con frange in metallo o pietra), usati pubblicamente dai primi Confratelli (ecco perché venivano detti anche "Flagellanti" o "Battuti") per colpirsi sulla nuda carne per concreto atto di penitenza (per decenza, per non scoprire il busto, essi portavano cappe con un buco sul dorso, qualcuna foggiata così si trova ancora. L’impronta sul lato del cuore un distintivo, detto "impronta", con l'effigie o lo stemma del Santo o Mistero titolare della Confraternita o della relativa "famiglia" (a volte é una croce o un medaglione, attaccato magari al collare, dove si usa). Esso indica che i Confratelli appartengono alla stessa "casàtia" ossia ambito familiare del Santo o Mistero di Fede cui é dedicata la loro rispettiva associazione di appartenenza: il nome "casàccia" con cui venivano anticamente chiamate le Confraternite, ha proprio questo significato. Lampade e mazze processionali Lanterna portatile issata su un'asta utilizzata durante le processioni per accompagnare la cassa o per il trasporto del SS. Sacramento o del viatico o per accompagnare i defunti. Le lanterne sono spesso a coppia o in più esemplari di numero pari. Le Mazze processionali indicano i superiori delle confraternite oppure servono a mantenere ordinata la processione. Alla sommità dell'asta figura generalmente un pomo con una croce o una statuetta, spesso entro un'edicola, raffigurante il santo patrono o l'emblema della confraternita, della congregazione o della parrocchia. Stendardi processionali La partecipazione alle funzioni e la collaborazione (reciproca) con il parroco I confratelli debbono mantenere rigore ed ordine nel partecipare alle funzioni. In una realtà caratterizzata da una presenza sempre minore sul territorio del sacerdote è necessario che le confraternite agiscano di concerto con i parroci per la formazione dei loro membri e dei parrocchiani, attraverso una intensa partecipazione a tutta le attività di evangelizzazione ed alla vita liturgica, al sostegno delle attività caritative e al suffragio dei defunti. Conclusioni I confratelli, oltre l’aspetto più visibile della partecipazione alle processioni con il “Cristo” innalzato (portato in “crocco”), devono anche impegnarsi in attività di formazione, assistenza cristiana, catechesi, e devozione portando avanti il messaggio di testimonianza cristiana lasciatoci dai nostri padri che, è bene non dimenticarlo, spesso digiunavano e si privavano del poco che avevano per mettere da parte i soldi necessari a partecipare all’incanto per poter portare il “Cristo” o la cassa della Madonna alla Processione del loro paese Le diapositive della serata sono disponibili sul sito internet http://www.confraternitediocesiacqui.org alla voce CORSO DI FORMAZIONE Grazie per l’attenzione!