San Francesco da Paola
e le Confraternite della Trinità
Francesco Martolilla nasce a Paola (Cosenza) il 27 marzo 1416 da
famiglia contadina che attribuisce l’arrivo di questo figlio ad una
grazia particolare chiesta per intercessione di San Francesco
d'Assisi, verso il quale i religiosissimi genitori avevano molta
devozione (e per cui chiamano il figlio col nome del santo). Divenuto
adolescente, egli si reca a San Marco Argentano, nel convento dei
frati conventuali per l'adempimento del voto fatto dai genitori e per
la decisiva scelta futura di vita.
Quando ritorna a Paola, sceglie
di ritirarsi a vita eremitica in un
podere messo a disposizione
dagli stessi genitori e da alcuni
parenti. La sua presenza nella
montagna di Paola e il tenore
della sua vita non restano a
lungo sconosciuti. Presto la
gente accorre presso il suo
romitorio.
Come
tutti
gli
eremiti, egli esercita un ruolo
particolare di consigliere della
gente, di loro fiduciario e
depositario
delle
loro
confidenze e problemi, di guida
morale e religiosa, di interprete
dei loro bisogni materiali e
spirituali, di fustigatore dei
cattivi
costumi
e
delle
sopraffazioni ingiuste.
L'aumento del numero degli eremiti e il successo che si crea sempre
più attorno a Francesco, attira l'attenzione della Chiesa. Il
movimento non può più essere ignorato. L'arrivo nella diocesi di
Cosenza nel 1452 del nuovo arcivescovo, mons. Pirro Caracciolo, dà
inizio ad una nuova fase. L'arcivescovo segue di buon occhio il
movimento e dà verbalmente il permesso della costruzione di una
piccola chiesa, che avrebbe dovuto avviare il riconoscimento
giuridico della nascente congregazione eremitica.
Durante i lavori per costruire la chiesa di Paola, il Santo
raccogliendosi nella preghiera (tanto era trasportato nell'estasi dei
Misteri di Dio) levitò nell'aria. Quando i suoi compagni frati
tornarono in chiesa dopo la pausa pranzo, poterono ammirare lo
spettacolo singolare di Francesco che aveva il capo sormontato da
tre cerchi luminosi, disposti in modo da formare come una tiara
splendidissima.
Per chiarire il nesso tra Francesco da Paola e la Trinità occorre
tener presente la visione stessa, attraverso la quale Dio
accreditò a Francesco la missione speciale "di manifestare la
virtù di Gesù Cristo attraverso la triplice luce della
mortificazione, dell'umiltà e del martirio", non trascurando
un'antica tradizione secondo la quale in detta estasi fu rivelata
la Regola dei Minimi, cioè l’Istituto fondato appunto da San
Francesco da Paola che con peculiare forma di vita e di azione ha
assicurato nella storia il merito di tre aureole: la verginità,
l'apostolato ed il martirio.
Insomma: gli argomenti toccati o sviluppati evidenziano sempre
una matrice trinitaria: tre corone, tre virtù, tre caratteri.
La visione delle tre corone ben presto
identificò San Francesco da Paola come
santo della Trinità. Questo ne diffuse
straordinariamente
la
devozione
in
direzione delle Confraternite stesse della
Trinità in particolare, le quali, a loro volta,
divennero "canale speciale" di ulteriore
propagazione soprattutto del culto di
questo nostro santo. Data la loro funzione
di assistenza ai pellegrini ed i collegamenti
esistenti tra le numerose Confraternite
diffuse sul territorio per gestire questo
servizio, non fu difficile far conoscere
questo santo, al punto che si può
tranquillamente
affermare
che
San
Francesco da Paola divenne noto e
popolare in molti luoghi non solo italiani,
ben al difuori della Calabria. La presenza di
Confraternite trinitarie in luoghi rivieraschi,
poi, incontrò pure la devozione della gente
di mare di cui Francesco sarà proclamato
patrono visti alcuni fatti prodigiosi operati
dal santo in ambiente marinaro.
Confraternite o meno, non si deve comunque
trascurare che nelle chiese "paolane" (ossia dei
religiosi dell’Ordine dei Minimi) era usanza
inserire opere a carattere trinitario, e l'opposto
accadeva nelle chiese dell’Ordine religioso dei
Trinitari e/o delle confraternite trinitarie stesse.
In entrambi i casi si trattava sia di ricordare il
Mistero principale di Dio e sia di evidenziare che
Francesco
era
stato
ammesso
alla
sua
contemplazione già quand'era su questa terra.
Tutto questo costituisce un buon riferimento ed
anche un buon modo con cui la cultura materiale
ha lasciato segni e testimonianze ben precise.
Vederlo solo come memoria storica non ha
prospettive: il messaggio che ne deriva è che il
carisma “paolano” indica il recupero di una
corretta pratica penitenziale ossia conversione e
cambiamento del modo di pensare e vivere
il proprio rapporto con Dio e con il prossimo.
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vita di San Francesco di Paola