Inno … perché?
Inno2days
Villa Ponti, Varese - 21 giugno 2011
Se avessi chiesto alla gente quello che voleva,
mi avrebbero risposto:
“Vogliamo dei cavalli più veloci”.
“Cerco persone
che abbiano una capacità senza limiti
di non sapere quello
che non si può fare”
Henry Ford
I più grandi innovatori della storia
(della musica)
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Sergej Sergeevič Prokofiev
Charlie Parker
Jimi Hendrix
John Coltrane
Robert L. Johnson
Chuck Berry
Stockhausen
Pete Seeger
Woody Guthrie
Bob Dylan
Franz Liszt
The Byrds
• Non tutti gli innovatori sono
grandi, non tutti i grandi sono
innovatori.
• L’innovazione si accompagna
spesso alla perizia tecnica:
non è un gioco di fantasia, ma
di virtuosismo.
• L’innovazione dipende dal
gruppo e dall’ambiente;
quanti innovatori perduti ci
sono stati là fuori, nati e
cresciuti nel posto sbagliato?
Non lo sapremo mai.
• L’innovatore è quello che
cambia il gioco; dopo di lui, le
cose non sono più come
prima.
Perché tutti vogliono innovare
• Motivi psicologici (le strutture opprimono,
generano ansia).
• Perché far mostra di volere sfidare lo
statu quo è sempre andato di moda: la
sindrome della barzelletta che nessuno
ha mai sentito, l’immagine romantica del
rivoluzionario.
• Perché c’è sempre chi ci guadagna dal
cambiamento; che è quasi sempre chi
ci perde dalla conservazione.
• Perché molti mercati sono “oceani rossi”, per competere e a volte
semplicemente per recuperare margini è necessario cambiare le regole del
gioco.
• Perché la scala competitiva è sempre più vasta e il ritmo del cambiamento
sempre più veloce.
• Perché che lo si voglia o no, che lo si comprenda o meno, la tecnologia è
pervasiva e permette cose impensabili e … innovative.
Perché nessuno vuole innovare
• Motivi psicologici (il rischio spaventa,
genera angoscia).
• Perché è rischioso: non sempre funziona
e a volte ci si ritrova peggio di quando
si è partiti; ma non si sa finché non
si è provato.
• Perché i sistemi attuali sono tali in quanto
funzionano; hanno modelli sperimentati e validi,
sono prevedibili, si sa come gestirli.
• Perché significa prendere tutto quello che so
e ricominciare da capo.
• Perché non tutti ce la fanno; ci vuole intelligenza, spirito di
iniziativa, flessibilità mentale, visione …
Una breve guida all’innovazione
• Non si cambia perché si può o si vuole: quasi sempre si cambia perché
si deve.
O come minimo, non si ha niente da perdere.
• Innovare non è (solo) una questione di fantasia o di creatività.
Richiede profonde conoscenze tecniche, quando non una vera e
propria maestria, tanto nell’ambiente che verrà cambiato, quanto nello
sviluppo del nuovo.
• Dobbiamo immaginare che gran parte dell’innovazione venga perduta,
perché non riconosciuta. Il gruppo e l’ambiente sono determinanti per
favorirla, coglierla, accompagnarla.
• Esiste una innovazione “di secondo livello”, di chi magari non è l’autore
dell’idea originale, ma sa coglierla, svilupparla, impacchettarla,
finanziarla, proporla.
• L’innovazione a volte è incrementale (migliora l’esistente senza
distruggerlo.
A volte o spesso però è disruptive; sovverte il vecchio mondo, cambia
le basi della competizione e favorisce organismi diversi e più adatti.
Cosa dobbiamo fare?
• Vogliamo innovare davvero?
Cosa ci conviene fare?
Dov’è che abbiamo da perdere e dove da guadagnare?
• Disponiamo delle competenze e dei mezzi necessari?
Possiamo usufruire di maestria tecnica e di tanta voglia di
lavorare, guidata dalla passione per un’idea di cambiamento?
• Siamo in grado di attrarre gli innovatori, e di fornire loro
l’ambiente giusto per fare il loro lavoro?
• Se così non è, possiamo frequentare gli ambienti dove nasce
l’innovazione, per cogliere i semi del nuovo, farli nostri,
adottarli e farli crescere?
Grazie dell’attenzione
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