Artù Dalla storia alla letteratura Le figure della leggenda 15-16 15. Le figure della leggenda Talvolta l'eroe incontra fantasmi, talvolta deve combattere degli automi di rame di guardia a un ponte o a un verziere; può incrociare degli spiriti che giocano a palla con una testa, di notte, nei pressi di una cappella, o dover fermare un castello che gira su se stesso … Lancillotto combatte contro gli automi Lancelot du Lac Francia centrale (Ahun), tra il 1466 e il 1470, atelier di Evrard Espinques Compilazione arturiana di Micheau Gonnot in tre volumi allestiti per Jacques d'Armagnac, duca di Nemours BnF, Manuscrits, Français 112 (1) fol. 78 Lancillotto combatte contro gli automi • • "Come il Cavaliere Bianco ha conquistato la Joyeuse Garde, delle grandi imprese che vi ha condotto, e come una damigella sostituisce il suo scudo in battaglia e gliene mette in collo un altro”: Egli trova una damigella in lutto, che gli racconta che avevano ucciso il suo amico al Castello di nome della Douloureuse Garde (...) Questa fortezza aveva due coppie di mura e ciascuna una porta. E ad ogni entrata, doveva combattere contro dieci cavalieri dalle fattezze molto strane. Non poteva semplicemente ferirli, ma doveva fornire una prova di coraggio straordinario, uccidendoli tutti e dieci prima che gli altri lo attaccassero a loro volta. E sulla porta del muro più alto, stava un cavaliere di rame, armato e montato su un cavallo di bronzo, con una grossa ascia tra le mani. Dopo l'incantesimo, il castello non cadrebbe mai finché il cavaliere rimanesse in piedi. Ma non appena il cavaliere che era venuto a conquistare la fortezza, entrerà nella prima camera e guarderà l'uomo di rame, questa crollerà immediatamente. Lancillotto combatte contro gli automi Lancelot-Graal (Estoire, Merlin, Lancelot) Parigi, XV secolo (prima del 1407) Provenienza: Giovanni senza paura, duca di Borgogna; Philippe de Croy; Margherita d'Austria; marchese de Paulmy BnF, Arsenal, ms. 3479 fol. 442 Lancillotto combatte contro gli automi • • Il castello della Douloureuse Garde è pieno di mistero e magia. Dietro le sue mura sono prigionieri, uomini, donne, bambini che gridano chiedendo che qualcuno venga a salvarli. Tanti cavalieri hanno tentato, ma nessuno di loro ne è uscito vivo. E‘ una grande prova per Lancilloto che deve passare attraverso due muraglie, ciascuna custodita da dieci cavalieri che si alternano in battaglia: “Arrivato alla porta, Lancillotto scorge due cavalieri di rame. Ognuno di loro ha una spada così grande e così pesante che due uomini avrebbero molto da fare per alzarle. Essi sorvegliano l'ingresso della porta e agitano le spade così rapidamente che nessuno può passare senza ricevere un colpo. Ma il cavaliere non ha paura. Mette lo scudo sopra la testa e si precipita in avanti. Una delle due spade lo colpisce e divide il suo scudo da un lato all'altro. Il colpo ricade sulla spalla destra e trancia la maglia del suo usbergo così fortemente che il sangue scorre lungo il corpo. Cade a terra con entrambe le mani, ma si alza in fretta e riprende la spada che gli era sfuggita, mette lo scudo sopra la testa e guarda dritto davanti a sé." Artù scopre gli affreschi dipinti da Lancillotto La Mort du roi Arthur Romanzo del XIII sec. Manoscritto copiato ad Ahun (Francia) nel 1470, miniato nella bottega di Espinques Evrard BnF, Manuscrits, Français 116 fol. 688v Artù scopre gli affreschi dipinti da Lancillotto • • • "Come re Artù venne ospitato da sua sorella la fata Morgana, che gli mostrò la stanza dove Lancilloto aveva dipinto gli inizi della sua relazione con la regina Ginevra.” Perso nel bosco al ritorno dal torneo di Tanebor, re Artù trova riparo per la notte nel palazzo della sorella Morgana. Scopre i dipinti realizzati da Lancillotto durante la sua prigionia presso di lei. Utilizzando le immagini e le iscrizioni che le accompagnano, Artù passa in rassegna le prime gesta di Lancillotto e scopre la sua relazione con la regina Ginevra. Morgana gli spiega come Galehaut abbia facilitato la riconciliazione degli amanti e come Lancillotto ha eseguito questi affreschi. Ella incoraggia Artù a vendicarsi degli amanti una volta che li abbia colti in flagrante. 16. Le figure della leggenda La meraviglia, opera del diavolo, è sempre inquietante per il cavaliere errante! Il castigo di Brumant Lancelot du Lac Romanzo del XIII sec. Manoscritto copiato a Parigi nei primi anni del XV sec. BnF, Manuscrits, Français 120 fol. 474 Il castigo di Brumant • "Come Brumant il Superbo, nipote di Claudas, muore nel Seggio Pericoloso." ... Il fuoco piomba sul cavaliere che sedeva nel Seggio Pericoloso, e lo consuma in un istante, per cui non ne resta un osso o carne. Mentre brucia, grida al re Artù: "Ah, nobile re, ora puoi vedere che l'orgoglio non può portare che vergogna e disonore, questo è ciò che vedo. Perché se io non avessi aspirato a raggiungere ciò che sta fuori della mia portata, non sarei morto così vilmente, bruciato e fulminato. Così, potrei dire in verità che mai un cavaliere non fu vittima della vendetta, come quella che ho subito, se non pensassi di averla meritata". Non appena il cavaliere ebbe detto queste parole, i testimoni non potevano distinguere altro che cenere e fumo, che uscivano dal fuoco che emanava un puzzo così infame, che tutti quelli che erano lì ne ebbero nausea. La danza magica Lancelot-Graal Tournai, verso il 1390 Londra, The British Library, Royal 20 D. IV (f. 237v) Re Ban è all’origine di una danza perpetua in cui sono imprigionati tutte le donne e i cavalieri di passaggio. Questo incantamento è stato creato da uno dei suoi chierici, per l’amore di una bella damigella incontrata in una foresta dopo il fidanzamento di Artù e Ginevra. Lancillotto, preso dal ballo, la sera riceve una corona d'oro con la quale mette fine agli incantesimi. Lancelot è preso in una Carole, un giro di danza e le ragazze giovani, tra cavalieri armati da capo a piedi. Lancillotto e la danza magica Lancelot-Graal Parigi, primo quarto del XIV sec. Provenienza: arme della Casa di Poitiers aggiunte nel XV sec.; Mazzarino; entrato nella biblioteca reale nel 1666 BnF, Manuscrits, français 333 (f. 51 v) Lancillotto e la danza magica • • Il manoscritto BnF fr. 333 contiene solo parte della compilazione Lancelot-Graal: si apre con un episodio della battaglia tra Agravain e Druas le Félon, e termina quando Artù riceve dall'eremita l'ordine di convocare tutti i suoi baroni a Camelot per Pentecoste, il giorno in cui Galaad deve tentare la prova del Siège périlleux. Il testo, ripartito in tre colonne, è stato copiato con una scrittura tondeggiante, caratteristica di un copista di Parigi, la cui carriera può essersi svolta tra il 1318 e il 1348. L’autore delle illustrazioni e delle iniziali decorate è un artista ugualmente attivo a Parigi, noto per aver illustrato un Roman de la rose conservato a Rennes (BM, 243). Nonostante uno stile poco raffinato, il senso del movimento e del contrasto rende le sue composizioni espressive. I personaggi, delineati da un contorno nero e marcato, si stagliano su uno sfondo dove l'oro brunito si alterna con un rosa molto scuro o un blu profondo come nel f. 51, dedicato all’episodio della carola (danza) stregata. Nonostante l'avvertimento di un eremita, Lancilotto si avventura all'interno della Foresta perduta, dove i nuovi arrivati sono trascinati in una magica carola. Lancilloto armato di tutto punto raggiunge la carola; il suo scudiero, rinunciando a farlo uscire, se ne torna solo. All'ora di pranzo, una damigella invita Lancillotto a sedere su un trono e a lasciarsi mettere una corona d'oro. Subito, la testa del padre di Lancillotto, il re Ban, scolpita sulla sommità di una torre cade e l'incanto cessa, liberando i danzatori. Oltre alla danza, il miniatore ha rappresentato una testa regale che cade dal cielo, mentre le damigelle incoronano l'eroe.