Artù Dalla storia alla letteratura Le figure della leggenda 12 12. Le figure della leggenda La ricerca si conclude allorquando il cavaliere vittorioso, ritornato alla corte, racconta le sue avventure ai chierici di re Artù, che le mettono per iscritto. La scrittura delle avventure Lancelot-Graal (Queste, Mort Artu) Tournai, verso il 1320-1330 BnF, Manuscrits, français 1424 (f. 55 v°) La scrittura delle avventure • • L’insieme dei manoscritti BnF, fr. 1422-1424 è stato illustrato da un singolo artista, che si trova nella cerchia di coloro che hanno illustrato il famoso Roman d'Alexandre in versi, probabilmente a Tournai, da Jean de Bruges nel 1340 e illustrato da Jean de Grise nel 1344 (Oxford, Bodl. ms. 264).Si riconosce uno stile molto simile al pontificale di Gui III di Boulogne, conservato a Wroclaw (BU IF 380) e in una carta della città di Bruges, datata 1328 (L'Aia, KB, 75 D 7, f. 3v) e nella Chronique d'Ernoul et de Bernard le Trésorier (Bruxelles, KBR, ms. 11140). Il nostro pittore si ritrova in un frammento di un antifonale curato da John Ruskin e oggi disperso, e nel Roman de la Rose di Gui de Mori (Tournai, BV, 101, copiato nel 1330). Eccezionalmente per gli inizi del XIV secolo, l'illustrazione è limitata a piani iniziali, tranne, come qui, per l’apertura di grandi parti del ciclo. La miniatura di apertura della Mort Artu ha un doppio significato: rappresenta sia re Artù che fa mettere per iscritto le storie dei cavalieri, sia re Enrico II che chiede a Walter [Gautier] Map di continuare il racconto della Queste e di narrare la Mort Artu, conformemente alle prime parole del testo. Un’iniziale istoriata mostra i baroni che accusano la regina Ginevra di adulterio. Le miniature e le iniziali sono accompagnate da antenne e motivi vari. Qui, un ibrido con mitra regge un oggetto (una trappola?) e benedice una lepre che sta davanti a lui forse un'allusione alla trappola che attende la regina? La fata Viviane Lancelot-Graal (Estoire, Merlin, Suite du Merlin) Nord della Francia, fine XIII sec. Provenienza: Inghilterra; Louis de Bruges; presente a Blois nel 1500 BnF, Manuscrits, français 749 (f. 334 v°-335) La fata Viviane • • • Due episodi meravigliosi che hanno per quadro la selva di Brocéliande, dominio delle fate, completano la Suite du Merlin: l’"abbraccio di Merlino", vale a dire la malattia causata dal suo innamoramento per la fata Viviane (o Ninianne), poi la trasformazione in nano di Gauvain, maledetto da Viviane (f. 335). La fata, che non era riuscito a salutare, gli aveva in effetti augurato di assomigliare al primo uomo che avesse incontrato; e fu il nano ad accompagnare la Demoiselle à la Mule (rappresentata in f. 334v). Nel Lancelot, la fata Ninianne (o Viviane) sarà la Dama del Lago, la madre adottiva del protagonista. La rappresentazione delle fate non è comune nei manoscritti, e nessun attributo particolare, sembra distinguerle dagli altri personaggi femminili, se non, talvolta, la presenza di un nano.Gli stessi testi raramente si riferiscono a loro come "fata" - tranne nel caso della Dama del Lago e di Morgana - preferendo quello di "pucelle" o "demoiselle", meno direttamente connotate, ma sotto le quali spesso si celano figure magiche, derivate dalle leggende celtiche. Realizzato nella Francia settentrionale alla fine del XIII secolo, questo manoscritto, nel quindicesimo secolo, si trovava in Inghilterra, dove venne acquistato dal grande bibliofilo Louis de Bruges, signore di La Gruthuyse. 13. Le figure della leggenda Fate e incantesimi Le fate dei romanzi della Tavola rotonda, possono anche essere nutrici, come la Dama del Lago, alla quale è affidata l’educazione di Lancillotto. Più spesso, sono seduttrici, come Morgana: esse attraggono i cavalieri nei loro castelli tra le isole nelle nebbie, fuori del mondo. Lancillotto allevato dalle incantatrici Lancelot-Graal Romanzo del XIII sec. Manoscritto copiato a Tournai (Belgio), verso il 1320-1330 BnF, Manuscrits, Français 1422 fol. 41v Lancillotto prigioniero della Fata Morgana, della quale disdegna l'amore Cycle du Lancelot-Graal : III. Roman de Lancelot Manoscritto in quattro volumi, realizzati per Jacques d'Armagnac, duca di Nemours. Atelier di Evrard Espinques Francia centrale (Ahun), circa 1475. BnF, Manuscrits, Français 114 fol. 341v Lancillotto prigioniero della Fata Morgana, della quale disdegna l'amore • • Dopo aver trionfato nelle prove della Valle senza ritorno, Lancillotto incontra Morgana, che si addolora per la fine degli incantesimi, perché le dame e le donzelle perdono i loro amanti. Per il suo amore assoluto per Ginevra, Lancillotto resiste alle avances di Morgana che, infuriata, decide di imprigionarlo. In cambio della libertà, Morgana esige l'anello che Lancillotto porta al dito. Ma lui rifiuta ostinatamente, perché è un pegno d'amore della regina. Lancillotto minaccia di lasciarsi morire di fame se non può partire per assalire la Douloureuse Tour per liberare il suo amico Gauvain. Morgana acconsente a patto che poi torni in prigionia. In un recinto murato, Morgana fa visita a Lancillotto suo prigioniero e parla con lui attraverso le sbarre della prigione, cercado di negoziare le condizioni per liberarlo. Sollevando l’indice sinistro, in segno di avvertimento e prudenza, Morgana promette di mantenere la sua parola "come una fedele cristiana" e, per concludere il patto, batte con la mano destra quella che le porge Lancillotto tra le sbarre. Il tutto con colori a metà tra grigio e blu, viola e marrone, la miniatura si combina con l'atmosfera della prova imposta all'eroe del romanzo. I colori opachi e scuri evidenziano le tonalità pallide della pelle, ed è nel gioco delle mani e delle espressioni del viso che si concentra l'azione. Morgana sorprende gli amanti nella Valle senza ritorno Lancelot du Lac Romanzo del XIII secolo Manoscritto copiato a Poitiers intorno al 1480 BnF, Manuscrits, Français 111 fol. 9 Morgana, la sorella di Artù, sorprende un giorno il cavaliere che lei amava tra le braccia di un'altra ragazza. Allora strega i luoghi e decide che ogni cavaliere di passaggio in questa valle sarebbe stato condannato a restare lì se si fosse innamorato. Da venti anni, 253 cavalieri vi dimorano con le loro amanti, senza che alcuno possa scappare. La valle è per loro "senza ritorno", fino al giorno in cui verrà a liberarli un cavaliere dal cuore mite e umile che non si è mai innamorato: Lancillotto. Lancillotto viene allevato da Viviane, la Dama del Lago Cycle du Lancelot-Graal : III. Roman de Lancelot Manoscritto in quattro volumi, realizzati per Jacques d'Armagnac, duca di Nemours. Atelier di Evrard Espinques Francia centrale (Ahun), circa 1475. BnF, Manuscrits, Français 114 fol. 156v Lancillotto viene allevato da Viviane, la Dama del Lago • • Deponendo la culla sull'erba, non lontano da una distesa d’acqua, la regina Elena si precipita accanto al re morente. Quando, desolata, torna verso Lancillotto, una donzella serra il bambino contro il suo petto. La regina l’implora di lasciarlo tranquillo, questo povero piccolo, che oggi ha perso il padre e la sua terra! Improvvisamente la ragazza si alza, si avvia verso il lago e sparisce con il bambino sotto la superficie dell'acqua, lasciando sulla riva la regina svenuta. Questa damigella del lago è una fata, la cosiddetta Ninienne o Viviane, l’amica di Merlino. E’ per salvarlo che ha rapito il bambino. Alleverà il bambino come suo figlio, scegliendo per lui i migliori maestri, e facendo di lui un cavaliere degno del Graal. Per proteggerlo, lei non ne rivelerà le origini, sarà il "bel trovatello" che deve farsi un nome con le prove. Ma la regina sua madre non sa nulla di questo destino e si consuma nel dolore. La Dama del Lago si trova nel bel mezzo di un fiume, tiene in braccio il piccolo Lancillotto. Se la disposizione delle figure evoca la Vergine col Bambino, il quadro della scena rimanda alle origini di Viviane, che indossa un velo, il vestito rosso si staglia contro l'acqua blu e verde scenario naturale. La violenza del rapimento lascia il posto alla calma misteriosa della rapitrice che contempla il bambino il cui volto appare calmo e sereno. Il carattere enigmatico del rapimento si riflette nella severità del volto di Viviane, concentrata sul bambino che dorme. Lancillotto viene allevato da Viviane, la Dama del Lago 2 • • L'episodio è particolarmente toccante in quanto è visto attraverso gli occhi della madre di Lancillotto che, senza comprendere il carattere soprannaturale della scena, assiste impotente al rapimento misterioso del suo bambino. In seguito, sarà rassicurata sulla sorte di suo figlio, ma in questo momento si trova nella più grande incomprensione e dolore. La rappresentazione molto statica della Dama del Lago la mostra del tutto estranea alle emozioni umane e alla situazione drammatica della regina. Lei non dice una parola alla preghiera patetica della regina e non si dà la briga di spiegare le sue intenzioni. L'universo terreno, soggetto ai capricci della storia e delle passioni umane, viene così allontanato dal mondo, protetto dall’incantesimo al quale appartiene la Dama del Lago. Strappato a sua madre in circostanze inquietanti, Lancillotto è temporaneamente sottratto alle contingenze del mondo umano: beneficerà di un’infanzia tranquilla sotto la protezione della fata.