Artù
Le figure della leggenda
19-20
19. Le figure della leggenda
Le coppie adultere formate
da Tristano e Isotta o da
Lancillotto e Ginevra
incarnano il conflitto tra
l'amore, la fedeltà nel
matrimonio e gli obblighi del
vassallo verso il suo signore.
Tristano e Isotta bevono il
filtro
Tristan en prose
Rouen, verso il 1470
Provenienza: Louis de Bruges?; Luigi
XII; presente nella biblioteca del
castello di Blois nel 1500
BnF, Manuscrits, français 103 (f. 1)
Tristano e Isotta bevono il filtro
•
Questo manoscritto, che riproduce una versione ridotta e relativamente isolata del Tristano
in prosa, conserva ancora, come i romanzi in versi, l'episodio della lotta di Tristano contro il
drago (sconosciuto agli altri manoscritti) e una redazione isolata della morte dei due amanti.
Considerando che in altre versioni in prosa, Tristano muore in seguito al colpo di una spada
avvelenata che Morgana aveva dato al re Marco, il manoscritto BnF fr. 103 conserva una
storia tratta dalla versione di Beroul, rappresentata per questa parte dalla Folie Tristan di
Berna: Tristano, che è ritornato in Bretagna, muore per la gelosia di Isotta dalle Bianche Mani.
Questa versione ha avuto una fortuna sorprendente: è stata un modello per le edizioni a
stampa del XV e XVI secolo, ed è questo testo che è usato da Thomas Malory nella sua grande
compilazione arturiana Le Morte Darthur. La riscrittura del conte di Tressan nell XVIII secolo,
di Paul Delvau sotto il Secondo Impero e, infine, di Pierre Champion nel 1958 s’ispirano
ancora a questa versione. Fino al Tristano e Isotta di Joseph Bedier, nel 1900, è attraverso di
essa che abbiamo conosciuto la leggenda dei tragici amanti della Cornovaglia.
Tristano e Isotta bevono il filtro 2
•
Il frontespizio, opera del Maître de l'échevinage di Rouen, mostra la scena del filtro, una delle
più famose della storia di Tristano e Isotta, ma le cui origini ci sfuggono a causa della
scomparsa completa o parziale dei testi francesi più antichi. Secondo le versioni tedesche di
Eilhart von Oberg (seconda metà del sec. XII), Gottfried von Straßburg e la saga norrena, è
per caso che i due giovani bevono il filtro d'amore destinato alla prima notte di nozze di
Marco e Isotta. Invocano poi la potenza della bevanda per minimizzare la loro colpa: "Il ne
m'aime pas ne je lui / fors par un herbé dont je bui / et il en but." (Beroul, vv. 1413-1415).
Richard Wagner ingrandirà la scena: Tristano e Isotta condividono la tazza, persuasi di bere
una filtro mortale, ma la servente di Isotta, disobbedendo agli ordini della sua padrona, ha
sostituito il filtro d'amore, che si rivelerà non meno terribile.
Il primo bacio tra
Lancillotto e Ginevra
Lancelot-Graal con interpolazioni del
Perlesvaus
Parigi, tra il 1404 e il 1460 circa
Provenienza: Jean, Duc de Berry (†
1416); Jacques d'Armagnac, duca di
Nemours († 1477); presente nella
Biblioteca del re Francesco I
BnF, Manuscrits, français 118 [série
français 117-120] (f. 219 v)
Il primo bacio tra Lancillotto e Ginevra
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Nel 1405, uno dei principali librai di Parigi, Renaut du Montet, residente all’angolo tra rue de
la Parcheminerie e ruelle Saint-Séverin, vende per 300 scudi al duca Jean de Berry un enorme
volume di 602 pagine – oggi suddiviso in quattro tomi – intitolato Le Livre de messire Lancelot
du Lac. Il manoscritto contiene i romanzi del ciclo di Lancillotto in prosa, al quale è aggiunto il
Perlesvaus. E’ illustrato con 131 immagini, opera del Maître des Cleres femmes. Questo
artista, probabilmente di origine fiamminga, è così chiamato per avere illustrato una copia
delle Cleres et nobles femmes (De mulieribus claris, Le donne illustri) di Boccaccio offerto un
anno prima, a questo medesimo principe, da Jean de La Barre, generale ricevitore delle
finanze in Linguadoca e Guyenne. Passato per successione a Jacques d'Armagnac (14331477), pronipote del duca di Berry, il libro è stato rimaneggiato. Le miniature sono
pesantemente ritoccate da Évrard d’Espinques, un miniatore che questo bibliofilo, grande
amante della materia di Bretagna, ebbe al suo servizio.
Il primo bacio tra Lancillotto e Ginevra 2
•
La miniatura, che rappresenta la scena del primo bacio di Lancillotto e Ginevra è una delle più
affascinanti di tutte. E’ il suo fedele amico, Galehaut, che incoraggia Lancillotto a baciare la
regina, della quale egli si è innamorato perdutamente a prima vista. Il gesto di Galehaut, che
sembra spingere leggermente Lancillotto per una spalla, la postura, elegante e, allo stesso
tempo, riservata di lui, la cui gamba sembra indicare sia la la foga che l’esitazione, la
discrezione del seguito, raggruppato a sinistra della scena, e lo sguardo determinato di
Ginevra sono tutte espressioni di un amore cortese del quale, Lancillotto e Ginevra sono,
come Tristano e Isotta, le traduzioni letterarie più perfette.
Lancillotto abbraccia
Ginevra
Roman de Lancelot
Raccolta arturiana di Micheau Gonnot
in tre volumi allestiti per Jacques
d'Armagnac, duca di Nemours.
Bottega di Evrard Espinques.
Francia centrale (Ahun) tra il 1466 e il
1470.
BnF, Manuscrits, Français 112 (1) fol.
101
Lancillotto abbraccia Ginevra
•
•
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E’ Galehaut, l'amico fedele, che ha organizzato l'incontro. Egli "spinge" Lancelot tra le braccia
della regina, come il miniatore rappresenta alla lettera, mentre la regina ha preso il volto del
suo amante per dargli un bacio.
«Tutti e tre si sono riuniti e fanno finta di parlare, ma la regina vede che il cavaliere non osa
andare oltre. Allora, lo prende per il mento e gli dà un bacio davanti a Galehaut, così, che la
signora di Malehaut lo nota. La regina, che era una dama molto saggia e di gran valore, così
parlò: “Dolce amico”, dice al cavaliere, “avete fatto tanto per me che io sono vostra, e ne
gioisco assai. Ma fate attenzione a mantenere il segreto come si deve, perché io sono una
dama delle quali si dice bene e se la mia reputazione viene rovinata a causa vostra, questo
amore sarà una ben brutta cosa”».
Quanto al seguito alla regina, esso resta in disparte, impassibile, dato che deve mantenere il
segreto.
20. Le figure della leggenda
Incapace di amare, Galvano, nipote
di re Artù, è un donnaiolo
impenitente: non si è mai sposato,
ed è sempre disponibile a nuove
avventure cavalleresche e galanti.
Galvano va in soccorso
della damigella dalla
cintura d’oro
Cycle du Lancelot-Graal : III. Roman de
Lancelot
Manoscritto in quattro volumi
realizzati per Jacques d'Armagnac,
duca di Nemours.
Bottega di Evrard Espinques.
Francia centrale (Ahun), verso il 1475.
BnF, Manuscrits, Français 115 fol. 361v
Galvano va in soccorso della damigella dalla cintura d’oro
•
•
Il susseguirsi delle avventure conduce i cavalieri in continue peregrinazioni. Le strade si
incrociano e i destini si intrecciano. Nelle campagne abbandonate o nel cuore di profonde
foreste, gli incontri non hanno mai nulla d’ordinario o di accidentale. Essi costituiscono
sempre per un cavaliere la possibilità di praticare gli insegnamenti tratti dagli anziani durante
la consacrazione alla cavalleria; dar prova di discernimento, prudenza, coraggio e generosità.
Aiutare il suo sovrano, i compagni e soccorrere donzelle in pericolo sono tra i primi doveri
propri dell’ideale cavalleresco. Nel brano qui richiamato, Galvano, che è alla ricerca del Ponte
sott’acqua, incontra una damigella sconvolta perché un cavaliere ha tentato di rubarle la
cintura d'oro e il borsellino che il suo amico le aveva dato. Lei teme che venga a conoscenza
della sua scomparsa e che, a causa della gelosia, lui sospetti che ella ne abbia fatto dono ad
un amante. Richiede pertanto l'aiuto di Galvano, in cambio gli indicherà il sentiero che porta
al Ponte sott’acqua.
L'artista ha illustrato il momento dell’incontro, quando Galvano torna ad ascoltare la giovane,
il viso magro e serio, che lo chiama. Lui l’ascolta, prima di accettare la sua proposta: infatti,
non ha ancora fatto svoltare il suo cavallo. Sullo sfondo, appare, tra le fronde, la bandiera del
cavaliere che Galvano deve vincere, per rendere giustizia alla damigella.
Galvano va in soccorso della damigella dalla cintura d’oro 2
•
Anche se la difesa e il salvataggio di donzelle in pericolo è una delle prime regole di
comportamento cavalleresco nei romanzi arturiani, le giovani donne sono le principali vittime
della violenza e della crudeltà maschile. Seguendo i casi delle avventure cavalleresche, esse
vengono rapite al loro amico o violate. Secondo le leggi di Logres, nessun cavaliere dovrebbe
prendersela con una ragazza sola, regola che, in questo caso, non è stata rispettata, ma se
una ragazza è accompagnata da un cavaliere, ella può essere conquistata in battaglia.
Condividendo i mali del loro compagno, sono spesso costrette a chiedere aiuto da altre parti.
Ma a volte gli stessi cavalieri che le accompagnano si dimostrano ingiusti, pronti ad accusare
e a brutalizzare la loro amica al minimo passo falso. Così la signora che mette Galvano sulla
via del Ponte Sott’acqua è derubata, ma non può contare sul suo amico per ottenere giustizia,
e teme, al contrario, la sua gelosia e la sua rabbia.
Combattimento di Galvano con
un cavaliere al castello dove si
trova ferito suo fratello Agravain
Cycle du Lancelot-Graal : III. Roman de
Lancelot
Manoscritto in quattro volumi
realizzati per Jacques d'Armagnac,
duca di Nemours.
Bottega di Evrard Espinques.
Francia centrale (Ahun), verso il 1475.
BnF, Manuscrits, Français 114 fol. 260
Combattimento di Galvano con un cavaliere al castello dove si
trova ferito suo fratello Agravain
•
•
Cavalcando nella brughiera, Galvano incontra una ragazza che lo porta in uno strano castello.
All'interno, un cavaliere al galoppo si lancia contro di lui. Si colpiscono gli scudi mentre le
lance dei cavalieri vanno in pezzi. Tutto d'un tratto, Galvano lo getta a terra e si lancia
all’inseguimento della damigella. Ogni porta che si apre rivela un nuovo ostacolo fino alla
stanza dove giace un cavaliere ferito. Ha due ferite, una nel braccio, l’altra nella coscia, che
non possono essere curate che con il sangue dei due migliori cavalieri al mondo: se stesso e
Lancillotto! Quando finalmente si decide a versare il suo sangue, Galvano scopre che il
cavaliere ferito non è altri che Agravain, suo fratello, che espia qualche colpa.
Anche se il proseguimento del combattimento a cavallo, in diverse parti del castello è poco
realistico, il miniatore cerca di rendere l’angustia e la ristrettezza del luogo con tre muri in
prospettiva sullo sfondo della scena. Quello scenario ‘di cartone’ mette in evidenza il
combattimento che si svolge al centro dell'immagine. Galvano, si spinge in avanti, a cavallo,
magnificamente bardato, portando i suoi colori - viola con aquila bicipite d'oro – rivolge la
sua lancia quasi orizzontalmente contro il suo primo avversario, che ha raggiunto al busto e la
cui arma, già parzialmente rotta, giace a terra. Il sangue che cola dal corpo del suo nemico è
un segno di vittoria, ma annuncia anche il tributo che Galvano dovrà infine versare per
salvare il fratello dalla maledizione che pesa su di lui.
Combattimento di
Galvano e Segurade
Cycle du Lancelot-Graal : III. Roman de
Lancelot
Manoscritto in quattro volumi
realizzati per Jacques d'Armagnac,
duca di Nemours.
Bottega di Evrard Espinques.
Francia centrale (Ahun), verso il 1475.
BnF, Manuscrits, Français 114 fol. 254
Combattimento di Galvano e Segurade
•
Nello svolgimento del romanzo, le avventure di Lancillotto si intrecciano con quelle dei
Cavalieri della Tavola Rotonda. Uno dei più importanti è il nipote di Artù, messer Galvano.
Cavaliere caritatevole, Galvano vola sempre in soccorso delle pulzelle. Così, si affretta a dare
battaglia, quando la Dama di Roestoc lo chiama in soccorso contro un cavaliere di rango
inferiore, Segurade, che minaccia di prenderla con la forza. Dopo essersi disarcionati, la lotta
dei cavalieri prosegue a piedi. A colpi di spada, si infliggono ferite sanguinose, tagliando cotte,
scudi ed elmi. La battaglia è così dura, così crudele, che in tribuna, le donne restano in
silenzio. Quando le forze ritornano, a mezzogiorno, Galvano ritrova tutto il suo ardore,
perché la sua forza segue il percorso del Sole e culmina a mezzo della giornata. Galvano si
slancia e raddoppia i suoi colpi, tanto che Ségurade deve presto chiedere pietà. La Dama di
Roestoc accetta che il cavaliere vinto si metta al suo servizio. Galvano allora gli fa salva la vita
e riparte per l'avventura.
Combattimento di Galvano e Segurade 3
•
•
Durante questo combattimento, vediamo una caratteristica che risale probabilmente alle
origini celtiche del personaggio di Galvano: la sua forza è soggetta al movimento del sole.
Esaurito per il combattimento contro Segurade, l’ora del mezzogiorno gli permette di
ritrovare intatta la sua forza.
A sinistra dell'immagine, Galvano, riconoscibile dallo scudo viola con l’aquila d'oro a due
teste, combatte Segurade, il suo avversario, davanti a una tribuna piena di gente. Premio del
combattimento, la Dama di Roestoc si trova al centro della scena, indossa una veste rossa e
un copricapo a forma di cono [hennin], il suo castello si erge sullo sfondo. La posizione più
alta della spada di messer Galvano e la posizione del suo avversario che, ferito alla testa,
viene spinto verso la tribuna, sembrano preannunciare la sua vittoria. L'asprezza della lotta si
vede dal sangue che cola dalle ferite sotto la corazza e dal movimento di Galvano: egli incalza
vigorosamente il suo avversario, il cui piede sinistro sporge dal quadro dell’immagine,
spingendolo verso l’estremità del campo, al fine di avere la meglio su di lui. Oltre a questo
processo di sconfinamento dal bordo, utilizzato a lungo dai miniatori, Evrard Espinques,
impiega le ombre per dare più profondità a personaggi e oggetti.
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Artù 02 Dalla storia alla letteratura Le figure della leggenda 19-20