Noi e i media I poteri dei media. Esperienza mediale e vita quotidiana I media come cultura “Il lettore dovrà rammentarsi di quanto sia qui compreso nel termine cultura. Essa include tutte le attività e gli interessi politici di un popolo. Il derby, la regata di Henley, Cowes, il 12 agosto, la finale di campionato, le corse dei cani, il tiro al bersaglio con le frecce, il formaggio Wesleydale, il cavolo bollito a pezzi, le barbabietole nell’aceto, le chiese gotiche dell’800 e la musica di Elgar. Il lettore può fare da sé la sua lista. Dovremo poi affrontare la strana idea che quel che è parte della nostra cultura è anche parte della nostra religione vissuta”. T.S. Eliot, Appunti per una definizione della cultura, 1949 I media come ambiente “I media non sono più uno schermo che si guarda, una radio che si ascolta. Sono un’atmosfera, un ambiente nel quale si è immersi, che ci avvolge e ci penetra da ogni lato. Noi stiamo in questo mondo di suoni, di immagini, di colori, di impulsi e di vibrazioni come un primitivo era immerso nella foresta, come un pesce nell’acqua. E’ il nostro ambiente, i media sono un nuovo modo di essere vivi”. C.M. Martini Il lembo del mantello, 1991 I media come esperienza “I media sono oggi parte del tessuto generale dell’esperienza […] Ecco dunque il punto di partenza: l’esperienza, la mia e la vostra, e la sua normalità. […] Infatti media sono in primo luogo normali, sono una presenza costante nella nostra vita quotidiana. […] Ne consegue la necessità di riconoscere la realtà dell’esperienza: le esperienze sono concrete, anche quelle mediali”. R. Silverstone, Perché studiare i media ?, 2002 I media come senso comune “Che cos'è il senso comune? […] Per certi versi, è la cultura in cui ciascuno è inserito. Ma il senso comune è cultura secondo un'accezione particolare: è la cultura in quanto e per la parte in cui è data per scontata. Esso intende tutto ciò riguardo a cui, interrogati, risponderemmo che "è ovvio", o che "lo sanno tutti" e dunque non vale la pena di metterlo in dubbio […] Pensare, agire e vedere secondo il senso comune significa infatti, per ciascuno, farlo secondo ciò che egli crede che ciascun altro penserebbe, farebbe o vedrebbe al suo posto […] Così, mentre ne attribuisce ad altri la responsabilità, ne è lui il responsabile”. P. Jedlowski, Un giorno dopo l’altro, 2005 I media come responsabilità “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e sapere riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. I. Calvino, Le città invisibili, 1972