Mb!opuj{jb!qvohfouf"! Mb!opuj{jb!qvohfouf"! Numero 20; Novembre 2011 Giornalino degli studenti del Liceo scientifico “Galeazzo Alessi” PG L’uomo non fa quasi mai uso delle libertà che ha, come per esempio della libertà di pensiero; pretende invece come compenso la libertà di parola. -Sören Kierkegaard Editoriale Salve ragazzi! Sono tornati i vostri eroinomani preferiti della Siringa per intrattenervi con i nostri articoli e con i nostri divertentissimi sudoku! Siamo lieti di annunciarvi che quest'anno abbiamo una redazione molto più numerosa e variegata e contiamo sui nuovi cadetti per garantirvi la possibilità di un pubblico confronto e di una crescita reciproca, anche per gli anni a venire. Come sapete il nostro giornale è un importante mezzo di comunicazione, sia tra noi studenti, sia tra studenti e professori, al fine di creare un ambiente sano, in cui ci si possa scambiare idee in totale libertà (rimanendo nell'educazione!). Detto ciò non ci rimane che incrociare le dita e augurarvi una buona lettura del primo numero della Siringa, la notizia pungente! Sara Mariangeloni Mett Mariotti VE TRAGEDIA NEL MOTOCICLISMO : MORTO ‘SUPERSIC’ Tragica scomparsa nell’ultimo Gran Premio di Malesia, dove Marco Simoncelli cadendo dalla moto viene investito da Colin Edwards e dal l ’amico Val entino R o s s i. Nell’impatto Simoncelli perde il casco, entra in arresto cardiocircolatorio e non riprende più conoscenza, morendo cosi a 24 anni. SUPERARE LA VELOCITA’ DELLA LUCE, SI PUO’ ? Ma è davvero possibile superare la velocità della luce? "La Terra non è una sfera perfetta, e i due laboratori si trovano a distanze diverse rispetto al centro del pianeta.. Continua a pag. 6 MARCIANDO PER LA PACE Monoteismo e intolleranza “Perugia vinci ancora!” L’input pubblicato nel documento per l’appello alla partecipazione ci invita a “camminare insieme per rimettere al centro della nostra società i valori della nonviolenza, della giustizia, della libertà, della pace, dei diritti umani... Sarà stato il titolo tutto-unprogramma (Monoteismo e intolleranza: una questione aperta), che immediatamente ti fa sentire addosso tutti i mali del mondo se solo ti trovi a credere in un solo Dio; sarà stata la singolarità e la profondità... Quello di quest’anno è stato un inizio di campionato non buono per i Grifoni, che sono stati asfaltati dall’Aversa Normanna per 2-1, ma tutti i fedeli del Grifo sanno che … Continua a pag. 5 Continua a pag. 10 Continua a pag. 16 CENSIMENTO, CHE PASSIONE! “Per fortuna che si fa ogni dieci anni”, spesso è questo che ci si trova a pensare quando, tra un impegno e l'altro, ci capita nella buca delle lettere il fagotto, firmato ISTAT, contenente il modulo per riassumere la tua vita sotto forma di gioco dell'oca (se si è barratta questa o l'altra casella, “andare alla domanda 5.11”). Ancora peggio, quando ti ritrovi ad andare da una parte all'altra a casa di parenti anziani in una coraggiosa crociata per aiutarli a ricordare cosa è successo nell'affascinante giornata di mercoledì 8 ottobre. Spero che almeno voi abbiate deciso di avere una giornata piuttosto calma e al sicuro nell'abit a z i o n e “destinata stabilmente all'uso abitativo” (per gli amici “casa vostra”), così da evitare l'altra facciata del foglio. Bè, in ogni caso, se siete tornati al “luogo di lavoro o di studio abituale” perchè vi eravate dimenticati la giacca, avrete fatto i salti di gioia quando avrete scoperto che non vi era la necessità di specificarlo (“fare riferimento al primo dei due spostamenti effettuati al luogo di lavoro o di studio abituale”). “Il Censimento” ci scrive Enrico Giovannini, “rappresenta un'importante rilevazione che permetterà di conoscere la struttura demografica e sociale dell'Italia” al meglio. E per arrivare al meglio, si sa, bisogna impegnarsi e avere tanta pazienza. Quindi, penna alla mano, se per le coppie felicemente sposate è stato necessario ricordare solo la data scrivania, e che si siano ricordati di sottrarre le “ore per il trasferimento dall'abitazione al luogo di lavoro e quelle per consumare il pasto principale”, queste, anche se comprese tra le ore non retribuite (che comunque vanno specificate), non hanno avuto valore nella summa del totale tempo “fuori casa”. dell'ultimo matrimonio (altrimenti poteva risultare, per alcuni, un'impresa assai ardua ricordarseli tutti!) per lo straniero plurilaureato è bastato barrare la casella 01 (“nessun titolo di studio e non so né leggere né scrivere”), se non gli è proprio tornata in mente la lingua del Paese di nascita. Spero che i lavoratori siano stati attenti nel calcolare le ore che passano dietro una E se il bimbo di 8 mesi, frequntando l'asilo nido, ha dovuto barrere la casella 1 (“Sì, mi reco al luogo di studio”) senza troppe impegnative, l'anziano nato chissà dove quando c’erano solo tre province deve fare una ricerca su Internet per scoprire in quale delle nove attuali sia finito il suo Comune di nascita. E ancora, se con “lavoro si intede qualsiasi attività”, le ore impiegate dalle casalinghe per pulire casa – possono esclamare gli uomini brandendo in mano il documento ufficiale – risultano essere assolutamente un hobby! In conclusione, per la nostra simpatica casta dominante sarà stato semplice barrare la casella 09, riguardo la “condizione professionale” di politici e sicuramente, leggendo meglio la guida gentilmente allegata dall'ISTAT, molti avranno tirato un sospiro di sollievo nel sapere che “il livello di conoscenza richiesta dalle pr o f es s io n i comprese in questo vasto gruppo non è sempre individuabile in un particolare livello di istruzione formale”. Certe domande fanno sorridere, ma non fanno perdere l'importanza di questo documento, utile non solo alle piu' varie statistiche, ma anche a comprendere il modo migliore per intervenire sulla popolazione da parte di Istituzioni e simili: una vera perla per affrontare al meglio la realtà in cui viviamo! Sara Mariangeloni, V E L’INVISIBILE TEIERA VOLANTE E se qualcuno vi dicesse che il mondo è stato creato da un mostro di spaghetti volante? O magari da un invisibile unicorno rosa? Religioni parodistiche, provocazioni create per mettere in risalto e criticare alcuni aspetti del teismo; semplice satira, non un movimento che vuole contrastare le religioni. Tre esempi: la Teiera di Russell, l’Invisibile Unicorno Rosa e il Pastafarianesimo. Nessuno potrebbe negare l’esistenza di una teiera tra la terra e marte così piccola da non poter essere rilevata neanche dal più potente telescopio; e se questa teoria fosse insegnata a scuola fin da piccoli, crederemmo in un pezzo di porcellana. Questa è la Teiera, metafora creata dal filosofo Russell, per far notare che bisognerebbe fermarsi a riflettere con la propria testa su cose che, chi ci sta intorno, da spesso per scontate. Come non si vede la teiera, non si può vedere neanche un unicorno, che può essere allo stesso tempo invisibile e rosa. L’invisibile Unicorno Rosa rappresenta tutte le contraddizioni religiose e il tentativo maniacale dell’uomo di attribuire a una divinità la causa di fenomeni fuori dalla sua comprensione; non ci sono dei veri e propri seguaci di questa religione nata on-line negli anni ‘90. L’opposto dell’Invisibile Unicorno Rosa è l’Ostrica viola, la leggenda narra che sia stata cacciata dai pascoli per aver cercato di convincere i seguaci che l’unicorno preferisse la pizza ai funghi e salame piccante rispetto ad ananas e prosciutto. Ci sono perfino foto di “avvistamenti”: nel 2011 un centinaio di persone hanno partecipato a un flash mob per assistere all’apparizione dell’unicorno e grazie a cellulari e tecnologia varia è stata confermata la sua “invisibile visibilità”. Riguardo alla spaghettosa appendice del Mostro di Spaghetti Volante, si tratta della protesta di Bobby Henderson contro la decisio n e d el co n s igl io dell’istruzione del Kansas di proporre, come materia di studio, il creazionismo in alternativa all’evoluzionismo. Henderson ha inventato il Pastafarianesimo chiedendo che avesse lo stesso numero di ore dell’evoluzionismo e in breve tempo ha spopolato, grazie a internet. Secondo il Pastafarianesimo il mondo è stato creato da questo mostro mentre era ubriaco (e questo spiega tutte le imperfezioni), lasciando poi sulla terra le prove dell’evoluzione per mettere alla prova i suoi fedeli. Tutti i pastafariani devono indossare abiti da pirata e rispettare gli otto “IO PREFERIREI DAVVERO CHE TU EVITASSI” come: non imporre questa “religione”, non sottomettere, opprimere o punire per la sua spaghettosa bontà, usare il denaro per curare malattie o mettere fine alla povertà piuttosto che farci santuari/ chiese/moschee etc.. Nel 2007 uno studente del North Carolina è stato sospeso perché indossava abiti da pirata, si è poi opposto alla sospensione sostenendo che violava il suo diritto di culto. Invece nel 2011 in Austria è stato dato il permesso a un ragazzo di indossare uno scolapasta in testa (simbolo del pastafarianesimo) per fare la foto della patente. Insomma, non importa che voi crediate in un unicorno rosa o in una teiera, la cosa che conta è che vi sentiate liberi di scegliere e di lottare per le vostre idee. Silvia V. Angeli III E Da Sapere Se vi state chiedendo che spiegazione da il Pastafarianesimo a terremoti, uragani e all’aumento della temperatura globale, la risposta è che il numero dei disastri naturali è inversamente proporzionale a quello dei pirati nel mondo. E i pirati stanno diminuendo… capirete quanto il mostro di spaghetti volante possa essere offeso. -La Somalia, per esempio, ha il maggior numero di pirati e la minore quantità di anidride carbonica rispetto a tutti gli altri paesi- 58 Motivi per ricordarti Lo scorso 23 ottobre, durante il Gran Premio di Sepang in Malaysia, è morto una delle più grandi promesse del motociclismo italiano. Il “campione bambino” come veniva simpaticamente chiamato per la sua giovane età (solo 24 anni) stava correndo la penultima prova del mondiale 2011 di MotoGp, quando un incidente inevitabile lo ha strappato con forza dall’affetto dei cari, dei tifosi e soprattutto dalla sua passione, da quell’ ”amica” che lo ha tradito proprio nel momento più bello della sua carriera; dalla sua moto numero 58 che lo stava portando a gran velocità verso la realizzazione dei suoi sogni. Marco Simoncelli, per gli amici Sic, era un ragazzo solare, simpatico e coraggioso, capace di esaltare le folle con staccate al limite e sorpassi pazzeschi, e di essere amico di tutti nel paddock ; tutti quelli che lo hanno conosciuto ricordano di lui la sua allegria e il suo essere così bambino nei momenti di gioco, ma serio e adulto nei momenti importanti. Il suo spirito combattivo, la sua spensieratezza, il suo talento hanno fatto di Simoncelli l’idolo di migliaia di giovani italiani che ,da casa, aspettavano ogni Gran premio per guardare il loro campione inventarsi nuovi sorpassi o abbattere record di pista o conquistare,con le unghie e con i denti, Pole position insperate. Il destino, infelice e beffardo, ha vol uto che nell’incidente fatale per Sic venisse coinvolto, oltre a Collin Edwards, anche l’amico di sempre, Valentino Rossi, di cui il pilota di Coriano era considerato l’erede predestinato. Lo stesso Rossi, commosso ed evidentemente provato dopo la disgrazia, dichiarerà :“Il Sic per me era come un fratello minore, tanto duro in pista come dolce nella vita. Ancora non posso crederci, mi mancherà un sacco”. La sua folta chioma riccioluta , le sue movenze e il suo accento romagnolo delineavano il ritratto del giovane spavaldo e simpatico che era entrato nel cuore di tutti. Era intrepido il Sic.. forse anche troppo. Alla domanda di un giornalista, che gli chiedeva se non avesse paura di morire in un incidente, il giovane pilota aveva risposto : “No. Si vive di più andando 5 minuti al massimo su una moto come questa, di quanto non faccia certa gente in una vita intera.” Scherzo del destino che queste parole risuonino come un presagio imminente di quella che sarà poi la triste fine del giovane. “La vita- diceva il giovane pilota -è come una corsa…curva dopo curva, è una lotta continua per salire sul gradino più alto del podio.” Non ci sono parole per descrivere quello che è stato, e continuerà ad essere, il dolore della famiglia di Marco e di tutto il popolo dei motori che seguiva e riponeva le proprie speranze in una figura così bella e carismatica come quella di Simoncelli; da tifoso e sostenitore posso solo dire: ADDIO SIC, GRAZIE DI TUTTO. CI MANCHERAI UN SACCO! Stefano Brunori VH Il rispetto della bandiera Quanti di voi sapevano che esiste una legge che tutela il rispetto di ogni bandiera di qual si voglia ente o stato? L’ altro giorno, appendendo la bandiera della croce rossa, dell’ Italia e dell’ Unione Europea notavo nei miei ‘colleghi’ una forte preoccupazione per il modus operandi del tutto: nell’ ordine in cui le tre dovevano esser messe e nell’ attenzione alla distanza che dovevano avere tra di loro. I cittadini devono avere un particolare rispetto delle bandiere in quanto tantissime persone sono morte nel loro onore, tante hanno perso cari e tanti ci hanno creduto per una vita intera. La bandiera racchiude in sé un ideale, una lotta continua, dei valori e dei principi legati al gruppo di persone che rappresenta. Ogni bandiera ha un significato ben preciso: ad esempio la nostra narra una storia in tre semplici colori; il verde delle colline, il bianco delle nevi e il rosso del sangue versato dai patrioti che hanno combattuto per essa. La bandiera della croce rossa, invece, implica in sé un messaggio di neutralità con un solo riferimento esplicito alla svizzera, ma senza riferimenti a nessuna religione ed idea politica, creata al solo scopo di mettere in evidenza le persone definite ‘neutrali’ in qualsiasi conflitto armato. Spesso viene data poca importanza alle bandiere, non vengono rispettate o addirittura vengono ‘trattate male’, al fine di evitare tutto questo esistono due articoli, che io personalmente ho scoperto da qualche giorno: Vilipendio alla bandiera italiana (art. 292) Chiunque vilipende la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la reclusione da uno a tre anni. Agli effetti della legge penale, per "bandiera nazionale" s'intende la bandiera ufficiale dello Stato e ogni altra bandiera portante i colori nazionali. Le disposizioni di questo articolo si applicano anche a chi vilipende i colori nazionali raffigurati su cosa diversa da una bandiera. Vilipendio di bandiera o emblema di Stato estero (art. 299) Chiunque nel territorio dello Stato, vilipende, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, la bandiera ufficiale o un altro emblema di uno Stato estero, usati in conformità del diritto interno dello Stato italiano, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. E’ quindi giusto tacere gesti irrispettosi verso qualsiasi bandiera o emblema? E’ quindi giusto non rispettare in prima persona le bandiere che rappresentano noi o altri? Servirebbe tantissimo rispetto in più verso ciò che ci identifica, verso ciò per cui molti hanno combattuto e verso ciò per cui molti hanno creduto fermamente. Nicole Zugarini DONNE IN CARRIERA: E' POSSIBILE? Un recente articolo di Nathalie Pettorelli e Seirian Sumner pubblicato sul ‘New Scientist’ mostra quanto sia notevolmente bassa la presenza di donne nel campo della scienza: solo una donna su novantuno ha successo in questo ambito lavorativo. Paradossalmente, la scienza è perfetta per le donne, eccellono nella comunicazione e nel pensiero creativo e sanno organizzare molto bene il lavoro. In effetti, il 60% delle donne sceglie il liceo scientifico e si diploma con ottimi voti. Ma se andiamo un po’ più a fondo notiamo che i problemi non sono affatto legati né all’intelligenza né allo studio: il problema principale si trova invece nella vita sentimentale e soprattutto nei figli. Dopo un dottorato in fisica, matematica, chimica ecc … Serve, infatti, flessibilità, molto tempo a disposizione e libertà per eventuali incarichi all’estero. Molte donne preferiscono avere un figlio prima dei trent’anni piuttosto che rischiare di rinunciarvi per sempre, ma si sa che diventa ben difficile conciliare rette d’asilo e stanchezza con una carriera tanto impegnativa. Prendiamo ad esempio una delle donne che hanno fatto più carriera scientifica al mondo, Margherita Hack. Laureata in fisica, la sua carriera si è intrecciata a quella degli astronomi più importanti dell'ultimo secolo, le sue ricerche hanno toccato diversi settori, ha studiato le atmosfere delle stelle e gli effetti osservabili dell'evoluzione stellare. Attualmente è la direttrice del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste. Per dar spazio alla sua lunga carriera ha sposato un amico d’infanzia ed ha preferito non avere figli. È evidente quanto sia sempre la donna a scendere a compromessi in queste situazioni e quasi mai l’uomo. È giusto che una mamma si occupi del bambino finché è un lattante, Marylisa Alemi 3C ma dopo questo periodo iniziale un padre è in grado di occuparsi del proprio figlio esattamente come una madre! Quanti uomini potrebbero rinunciare a qualche ora di lavoro, o meglio ancora di svago, per dare spazio alla propria moglie e portare il bambino all’asilo, al parco, dagli amici, aiutarlo a fare i compiti, o anche solo fare la spesa o occuparsi della casa? Non possiamo combattere la biologia, ma le norme sociali sì. La vera sfida è uniformare i costi e i benefici per entrambi i sessi: cercate di smorzare un maschilismo che da sempre attanaglia la maggior parte dei paesi. MARCIANDO PER LA PACE Da Perugia ad Assisi “per costruire insieme una nuova cultura”. Non mi reggo in piedi. E come me probabilmente le altre 200.000 persone che domenica 25 settembre hanno camminato per 24 km lungo il tragitto che dal centro di Perugia porta alla Rocca di Assisi. Autobus da tutta Italia, gente da tutto il mondo è arrivata nel fine settimana per partecipare al cinquantesimo anniversario della “marcia per la pace” portando testimonianze della propria esperienza, della propria realtà. Hanno partecipato all’iniziativa vari blogger di quei paesi che attualmente stanno lottando per la libertà, la democrazia ed il rispetto dei diritti umani: Siria, Egitto, Algeria, Tunisia, Marocco, Turchia, Palestina ed Israele. Questi sono stati impegnati in particolare nel meeting del “1000 giovani per la pace”, iniziativa promossa dalla “tavola della pace” per dare la possibilità ai giovani di discutere e confrontarsi sugli attuali problemi che affliggono il mondo, per riscoprire i valori della nostra costituzione che devono essere rimessi al centro della nostre vite per permettere a tutti di vivere in una società libera e giusta. Alle 9:00 di mattina, quando il sindaco di Perugia, affiancato per la prima volta da quello di Assisi, ha preso la parola, prima di dare inizio alla marcia, corso Cavour e i Giardini del Frontone erano sommersi da un mare di gente, che successivamente ha inondato le strade designate da Aldo Capitini cinquant’anni prima, creando un fiume di colori, bandiere e canti lungo ben 20 km. Perché marciare a sostegno della pace in un mondo che finanzia e incentiva la guerra e sta a guardare mentre vengono commesse ingiustizie e massacri? L’input pubblicato nel documento per l’appello alla partecipazione ci invita a “camminare insieme per rimettere al centro della nostra società i valori della nonviolenza, della giustizia, della libertà, della pace, dei diritti umani, della responsabilità e della speranza, perché vogliamo riscoprirne il significato autentico, per costruire insieme una nuova cultura, per dire basta alla manipolazione e allo stravolgimento delle parole, perché la guerra è guerra anche quando la si chiama in altro modo e le ingiustizie restano ingiustizie anche quando sono coperte dalle menzogne e dal silenzio mediatico, perché vogliamo una Rai e un’informazione di pace.” Ognuno ha marciato per la propria idea di pace: lo stato di non belligeranza di uno stato nei confronti di un altro, la libertà di poter vivere in un mondo non violento, il semplice sorriso di un estraneo. In molti hanno ricordato le vittime per l’attentato alle torri gemelle di dieci anni fa, i 2.752 morti sotto le macerie, ed altrettanti le migliaia di persone decedute a causa della successiva guerra in Afghanistan. Ovunque erano affissi volantini riguardo il rapimento di Francesco Azzarà in Darfur durante una missione nella zona di Nyala per conto di Emergency. Credo sia anche questa una delle ragioni per cui vale la pena partecipare alla marcia: capire cos’è per noi la pace nella nostra vita quotidiana e renderci conto di quanto sia fondamentale difenderla e fare in modo che anche altri possano prima o poi goderne. Sofia Sagarriga Visconti IV CERN VS EINSTEIN E tu da che parte stai? Basandoci sul secondo postulato della relatività, in cui Einstein afferma che “la velocità nel vuoto ha lo stesso valore c in tutte le direzioni e in tutti i sistemi di riferimento inerziali”, possiamo affermare che la velocità della luce è insuperabile, in quanto essa è una costante e una massima; dunque, sapendo che la luce viaggia ad una velocità estrema (come del resto fanno anche altre particelle, ad esempio i neutrini) e sapendo che questo limite estremo non può essere superato da nessun oggetto che trasporti energia o informazioni, concludiamo che la velocità della luce è insuperabile. O almeno fino al 23 Settembre scorso, quando per puro caso i tecnici del CERN affermano di aver, in poche parole, distrutto la fisica moderna. Il risultato è stato ottenuto con una serie di misure ad altissima precisione, utilizzando orologi atomici e sistemi GPS progettati appositamente, secondo i quali si è misurato che la distanza tra l'origine del fascio di neutrini e il rivelatore Opera è di 20 centimetri sui 730 chilometri del percorso e il tempo di volo dei neutrini è stato determinato con una precisione di meno di 10 nanosecondi. Ma è davvero possibile superare la velocità della luce? "La Terra non è una sfera perfetta, e i due laboratori si trovano a distanze diverse velocità della luce) a noi sembri un lasso di tempo rispetto al centro del pianebrevissimo, nell’ambito fisita. Quello del Cern, che è co della Relatività è una più vicino, dovrebbe contadifferenza enorme che i re il tempo più lentamente fisici ancora non riescono a rispetto a quello del Gran spiegare secondo nessun Sasso". È lo stesso Teorema modello matematico. della Relatività ci dice che il Addirittura gli stessi ricercatempo varia a tor i del secondo dei CERN dubitapunti sottoposti no della valiall’accelerazione “Non riusciamo a dità con cui è e più l’oggetto dare un senso a stata (in questo caso il misurata la questo dato.” velocità del neutrino) è vicino al centro di neutrino. gravità più la velocità au"Non riusciamo a dare un menta. “Non abbiamo quansenso a questo dato. Anche tificato con esattezza quanto ammettendo che la misura un effetto simile potrebbe di Opera sia influire sulle misurazioni di giusta, un neuOpera, ma se si dimostrasse trino più veloce che la sincronizzazione fra della luce dol'orologio del CERN e quelvrebbe decadelo del Gran Sasso non sono re, e decadendo perfette, bisognerebbe riveperdere energidere le misure", rivela Cara. Ma il rilevatolo Contaldi in un’intervista re del Gran al “Corriere della Sera”. Sasso non osInoltre, seppur 60 nanoseserva questa condi ( tempo con il quale il perdita. Si tratta neutrino ha superato la di un dato incompatibile con se stesso. Per spiegarlo dovremmo smantellare troppe leggi della fisica a noi note, ed entrare nelle sabbie mobili", spiega Gian Giudice, fisico teorico del CERN. L'errore di misura salverebbe Einstein e i cento anni di sperimenti che hanno confermato le sue teorie. Ovviamente, come qualsiasi altra scoperta straordinaria, saranno (e sono) in molti gli scettici, che pur di dimostrare l’invalidità di questa scoperta, si aggrapperanno a qualunque appiglio al fine di criticare e sfondare le ultime tesi. C’è da dire, comunque, che le argomentazioni contro questo esperimento –e potenziale scoperta rivoluzionaria- sono molteplici e altrettanto valide, che se confutate, porterebbero a conseguenze catastrofiche nel mondo della Fisica Moderna come oggi (ancora) la conosciamo. Mett V E Dan Rusnac V F Ci si sbaglierà raramente, attribuendo le azioni estreme alla vanità, quelle mediocri all’abitudine e quelle meschine alla paura. UOMINI E UOMINI. E' MALATTIA GRAVE. L’omosessualità è una malattia. Ebbene sì, nel ventunesimo secolo c’è ancora gente che ci crede, assieme a quelli che addirittura pensano sia contagiosa. Ormai potrei solo aspettarmi di vedere persone che evitano d’incrociare gay sul tragitto da casa al lavoro, mamme preoccupate che i loro angelici figli intreccino amicizie con ragazzi e ragazze attratti dallo stesso sesso, o addirittura ragazzini viziati e annoiati che si divertono a trascorrere calde serate d’estate a picchiare degli omosessuali. Ops, a pensarci bene questo accade già. Molti non sanno che in realtà l’omosessualità era considerata una malattia, per la precisione un disagio mentale, fino al 1973; anno in cui l’APA (American Psychiatric Association) decise di rimuoverla dall’elenco dei disordini mentali attraverso un referendum per posta tra i suoi inscritti. Rimase solo una distinzione: omosessualità ego-sintonica, non vissuta come un problema dal soggetto stesso, e omosessualità ego-distonica, non accettata dall’individuo. Bisognerà aspettare fino al 17 Maggio 1990 per far in modo che venga eliminata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) anche questa divisione. Attualmente tutto il mondo scientifico concorda nel sostenere che l’omosessualità è “una variante del comportamento sessuale umano” e nessuna terapia può essere applicata per cambiare un orientamento sessuale. Ogni caso di cronaca che ricorda violenze e discriminazioni nei confronti di persone attratte dallo stesso sesso, non giustifica la dilagante paura del diverso. Molta più gente di quanta si possa immaginare è offuscata da questo continuo timore, celato da aggressività e prepotenza, nei confronti degli omosessuali. Una paura del diverso alimentata dalla religione stessa. Innanzitutto l’ipocrisia della Chiesa cattolica, che non condanna l’orientamento omosessuale ma ne disapprova gli atti, incoraggiando alla castità.: La “Dolce Morte” Il “dottor morte” è un film girato nel 2010 con protagonisti come Al Pacino e Danny Huston. Riscuote da subito un grandissimo successo, ricevendo diversi premi tra cui due Emmy Awards per miglior sceneggiatura e miglior attore protagonista. Il film tratta della vita di un medico, il “dottor morte” raccontando la vera storia della vita del dottor Kevorkian, famosissimo patologo, noto per la sua ricerca sul “suicidio assistito” e quindi per aver per primo sperimentato il metodo dell' eutanasia, giustificandola tramite una serie di articoli su diverse riviste tedesche. Fermamente convinto del diritto di scegliere di ogni persona della sua vita, dopo aver praticato più di cento suicidi assistiti, si accalappiò il nome di “dottor morte”. Proprio la un uomo e una donna possono vedere nel rapporto sessuale un’ ulteriore esaltazione del loro amore, due persone dello stesso sesso non possono neanche sfiorarsi. Simile la posizione dell’Islam, che reprime i comportamenti piuttosto che i desideri sessuali, condannando il rapporto anale -anche nei casi eterosessuali - considerandolo un peccato grave. In moltissimi Stati islamici i rapporti omosessuali sono puniti con sanzioni corporali e in alcuni casi anche con la pena di morte; tuttavia alcuni studiosi islamici moderati hanno dichiarato recentemente che l’omosessualità è naturale ed è stata creata da Dio.Sostengono infatti che la comune condanna a quest’orientamento è dovuta ad un’interpretazione erronea del Corano, in cui è scritto che “tutti gli uomini e le donne sono uguali, a prescindere dall’etnia, dal ceto, dalla posizione sociale e dall’orientamento sessuale”. Infine, il Buddismo, raccoglie diverse scuole di pensiero, ma linea generale condanna l’omosessualità concentrandosi sui comportamenti sessuali piuttosto che sull’amore, proprio come il Cattolicesimo e l’Islam. I principali esponenti Buddisti sostengono la compatibilità tra l’organo sessuale maschile e quello femminile, mentre quelli dello stesso sesso sono ritenuti non idonei. Tuttavia, alcuni laici credono che questa sia una posizione del tardo Buddismo, poiché non è giustificata da scritti nei canonici antichi; alcune minoranze hanno addirittura accettato e promosso l’omosessualità. Insomma, la maggior parte delle persone condanna l’omosessualità, non rendendosi conto che, oltre al diverso orientamento sessuale, differenze non ce ne sono. Tutto ciò rende difficile la vita di persone che sembra non verranno mai accettate dalla società e che purtroppo a volte, per prime, non si accettano. tecnica dell' eutanasia su un paziente, pratica ormai utilizzata spesso nella nostra società, costò al dottore molte critiche e 25 anni di carcere. La parola eutanasia deriva dal greco, letteralmente significa 'buona morte' e consiste nel procurare la morte a qualcuno la cui vita è già stata completamente compromessa dalla malattia. Il problema fondamentale legato a questa pratica è il come fare per intendere il volere del paziente. Nella maggioranza dei casi ci si affida all' eutanasia dopo una diagnosi di morte celebrale, ma è eticamente giusto procurare la morte a chi forse desiderava continuare a vivere? Nessuno di noi sa come siano le percezioni sensoriali ed emotive nel coma, si pensa che con la morte celebrale tutte le funzioni del cervello siano completamente assenti, ma se così non fosse? Inoltre come in tanti altri casi tutto l' assetto del Sophia Frequenti V E paziente dipende da come esso reagisce emotivamente al trauma, c'è quindi possibilità di ripresa nei pazienti più forti di carattere. Quindi l' eutanasia può essere una buona pratica nei casi di pazienti che hanno lasciato un preciso testamento biologico, manon nel caso in cui qualcun altro decida della loro vita, che siano figli, genitori o fratelli. Inoltre, come tutti ben sappia- mo, in casi talmente estremi le decisioni sono difficili da prendere e spesso, su situazioni di questa gravità, ci si ripensa per il resto della vita. Poi sta all' etica e alla morale di ognuno di noi... Forse è giusto che nessuno debba decidere della vita di qualcun altro, forse no... Nicole Zugarini “VIDATOX”: IL NUOVO FARMACO CONTRO IL CANCRO. Ogni anno a circa 3,2 milioni di europei viene diagnosticato un tumore, malattia che nella maggior parte dei casi porta alla morte del soggetto. Gli studi per contrastare questo problema sono molteplici; nell’ultimo periodo si è venuti a conoscenza di un farmaco anticancro estratto dal veleno dello scorpione Rhopalorus Junceus,che vive nell’isola caraibica di Cuba. Erroneamente questo farmaco è stato chiamato Escozul, in realtà è stato dichiarato dalla casa farmaceutica produttrice Labiofam che il vero nome è “Vidatox”. Il medicinale è un antipiretico, un antinfiammatorio, un regolatore del sistema immunitario che deve essere integrato con i consueti rimedi per il cancro. Josè Antonio Fraga Castro, Direttore della Labiofam, ha spiegato in un’intervista che gli studi a riguardo sono iniziati circa 20 anni fa a Guantanamo e oggi il farmaco viene somministrato gratuitamente ai pazienti, poiché Cuba sostiene l’universalità del servizio sanitario. Tuttavia in un primo momento i malati potevano accedere a questo servizio tramite appuntamento mentre adesso, a causa dell’alto numero di persone che arrivano da ogni parte del mondo per poterne usufruire, la distribuzione è limitata. Momentaneamente sono disponibili 1800 flaconi per settimana, tenendo conto che dopo ogni sollecitazione elettrica, per poter prelevare il veleno, lo scorpione deve rimanere a riposo 21 giorni. Siccome oggi in Italia un flacone viene venduto a 500 o 1000€, Josè Antonio Fraga Castro invita i pazienti a prestare attenzione considerandola una speculazione legata all’acquisizione gratuita del farmaco. Anonimo Alla scoperta di un “nuovo mondo” seguendo un progetto da 10 e lode… Socializzare e scoprire … Gli ingredienti fondamentali di un progetto che ha dimostrato alle classi prime che al Liceo G. Alessi non si vive di studio, ma si studia per vivere. Il programma includeva tre giornate dedicate allo studente, con lo scopo di “attutire l’impatto” dovuto ad un cambiamento tanto sostanzioso quanto emozionante. Sicuramente un progetto riuscito alla grande, che ha dimostrato con quanto impegno i docenti ed il Diri gente Scolastico vi si sono dedicati, ottenendo grande consenso dai nuovi iscritti. Dopo un primo giorno di ansia, incertezza ed euforia, nel quale il Preside ha presentato alle prime il programma settimanale, si è entrati nel cuore del proget to; iniziando dall’ ambientazione nella sede di Elce, dove le prime nascono, crescono diventando seconde, fino ad abbandonare la struttura per approdare nel lussuoso palazzo della sede in via Ruggero d’Andreotto. Edificio presentato ai nuovi alunni nell’ultimo giorno del progetto accoglienza tramite un giro guidato dai colleghi più grandi, dimostrando che la scuola “ la fanno gli alunni”! Giornata altrettanto importante è stata quella dell’inaugurazione dell’anno scolastico 20112012, nella quale gli studenti, prima di recarsi alla Sala dei Notari per assistere al discorso inaugurante, sono andati “a spasso per Perugia” accompagnati da guide della città, alla scoperta di luoghi sconosciuti dalla maggior parte di noi. Non c’è da meravigliarsi se non tutti ci ricorderemo la particolare storia della chiesa di S. Francesco; o se magari involontariamente abbiamo “trascurato” l’aspetto culturale della giornata, scherzando con i nuovi compagni. Diciamo soltanto che l’aspetto sociale è stato “più apprezzato” rispetto a quello culturale, o meglio ancora, che presi dallo spirito di socializzazione ci siamo “scordati” di essere nel bel mezzo di un giro turistico. Non dimentichiamo la seconda giornata del progetto, quella della passeggiata sportivo-naturalistica, durante la quale si è potuto apprezzare un po’ di quel verde che ci circonda, seguendo il tragitto Villa Pitignano – Ponte Pattoli. In definitiva, tre giorni in cui l’alunno è stato posto in primo piano per favorirne l’integrazione in un ambiente non proprio familiare; tre giorni, che diventeranno centinaia , per capire che le persone che ci circondano sono un ponte di collegamento fra l’alunno e un futuro che solo noi possiamo scrivere. Elisa Rossi, IH GIOCHI DI POTERE CHE ROVINANO UN SISTEMA di Francesco Brizioli V Carissimi Compagni, vorrei cogliere l’ occasione dell’ uscita del primo numero del nostro Giornale, di cui vado estremamente fiero, per mettere tutti Voi al corrente di ciò che accade anche all’ interno del nostro Istituto. Penso quindi di poter tranquillamente rendere conto a tutti Voi, miei elettori, del mio operato, poiché reputo di aver adempito come meglio potevo al mio personale Dovere di difendere gli interessi e le posizioni della componente studentesca nelle sedi di competenza. Essendo la nostra Repubblica uno Stato di Diritto, anche in materia di giurisdizione scolastica, la Legge garantisce il diritto degli Studenti di essere rappresentati attivamente negli organi collegiali di competenza, uno su tutti il Consiglio di Istituto. I Rappresentanti degli Studenti pertanto sono a tutti gli effetti Consiglieri, allo stesso livello del Dirigente scolastico, dei Rappresentanti dei Docenti, del personale ATA e dei genitori. In questo quadro di riferimento così garantista, a malincuore devo constatare che determinati principi, in linea teorica giusti e da tutti condivisi, non vengono rispettati. I giochi di potere, che noi per antonomasia releghiamo soltanto a Palazzo Chigi e Palazzo Montecitorio, in realtà sono molto più vicini di quanto possiamo immaginare. Il Consiglio di Istituto, in data 31 agosto ha approvato e messo in vigore dal giorno successivo il Regolamento, strumento che dovrebbe regolare la vita della Scuola. Un’ articolo del presente Regolamento recita: I Consiglieri hanno diritto di parola, di interrogazione, di mozione e di emendamento; possono presentare proposte ed atti scritti alla Giunta […], hanno diritto di voto in seno al consiglio e alle commissioni di cui fanno parte[…], possono chiedere al Preside, agli organi amministrativi della scuola, alla Giunta e al Presidente del Consiglio di Istituto tutte le informazioni necessarie per l’esercizio delle loro funzioni ed esaminano tutti gli atti del Consiglio d’Istituto e della Giunta. I Consiglieri hanno il dovere di intervenire alle sedute del Consiglio e delle Commissioni di cui fanno parte. durante la revisione del Regolamento prima della sua definitiva approvazione, mi è stato negato il diritto, il dovere, di difendere la componente che rappresento! Mi accorgevo infatti, insieme al Dirigente scolastico, che secondo il nostro Regolamento anche gli studenti maggiorenni, nel caso di sciopero, avrebbero dovuto esibire la giustificazione dei genitori, fatto che contrasta le Leggi dello Stato (Codice Civile, Art.2: La maggiore età è fissata al compimento del diciottesimo anno. Con la maggiore età si acquista la capacità di compiere tutti gli atti per i quali non sia stabilita una età diversa) e quindi non opinabile, ma soltanto sbagliato, perciò da correggere. La mia proposta di modifica, non è stata neanche presa in considerazione, grazie ad un gioco di potere del Presidente del Consiglio. Non ho quindi potuto adempiere al mio dovere di difendere i miei elettori neanche in questioni già regolate da leggi dello Stato! Ho potuto soltanto votare contrario alla delibera, che comunque a maggioranza è passata. Neanche il mio impegno e interesse,ha potuto far nulla di fronte al “potere”. Un potere che si è ormai infiltrato in ogni Istituzione della nostra Italia, che ne fa un paese noto per la sua corruzione e il suo sistema di raccomandazioni.Quel potere che riesce a tarpare le ali ai veri diritti. Cari Compagni, io a questo Potere non voglio cedereVi invito a riflettere su quanto ho scritto, nella speranza che da parte di tutti ci sia la volontà di cambiare questo sistema che evidentemente non funziona, partendo dalla cose vicine a noi. Se come Studenti dell’ Alessi abbiamo perso una battaglia, non abbiamo perso la guerra, poiché troveremo un modo, prima possibile, per modificare quelle parti del Regolamento che lo richiedono. Monoteismo e intolleranza: riapriamo la questione! Di Silvia Nano Sarà stato il titolo tutto-unprogramma (Monoteismo e intolleranza: una questione aperta), che immediatamente ti fa sentire addosso tutti i mali del mondo se solo ti trovi a credere in un solo Dio; sarà stata la singolarità e la profondità dell’argomento; sta di fatto che l’articolo del prof. Tiberini ha suscitato in me un vivace contraccolpo. Da qui una serie di riflessioni, che non vogliono essere una replica, ma semplicemente un punto di vista altro rispetto a quello proposto, una specie di controcanto. Notava acutamente H. Arendt: "Sembra più facile convincere gli uomini a comportarsi nel modo più impensabile e oltraggioso, piuttosto che convincerli a imparare dall’esperienza, a pensare e giudicare veramente, invece di applicare automaticamente categorie e formule pre-costituite nella nostra testa, che pur essendo coerenti sono oramai desuete e inadeguate rispetto agli eventi che accadono realmente” (Hannah Arendt, Responsabilità e giudizio, Einaudi Editore, Torino, 2004, pag. 31). Vorrei attenermi a questo atteggiamento metodologico, non perché sia così ingenua da non capire che i fatti sono sempre e comunque soggetti a interpretazione, ma perché ritengo che l’interpretazione più ragionevole sia quella che si sottomette quanto più possibile, appunto, ai fatti. Partiamo,dunque,dall’inizio, cioè dall’assunto: monoteismo uguale intolleranza. Il Nostro ammette che non c’è un pendant deterministico tra i due termini; ma tant’è: storicamente, cioè a guardare i fatti, così sarebbero andate le cose. Eppure, a guardare i fatti, si potrebbe ben dire che il primo popolo monoteista che si è affacciato nella Mezzaluna fertile fu quello ebraico e che proprio gli Ebrei posero originalmente il problema della tolleranza religiosa in una temperie storica e culturale composta di popoli rigidamente politeisti che mal sopportavano la loro diversità (come testimonia ampiamente, ancora nel I sec. d. C., Flavio Giuseppe, che rivendicava per gli Ebrei il rispetto della loro peculiarità), una diversità sempre perseguitata, anche attraverso dei martiri (vedi i fratelli Maccabei, sterminati ad opera di Antioco IV Epifane, intorno al 168 a. C). Quanto alla tolleranza religiosa del mondo greco-romano, è pressoché ovvio che il politeismo sia, per natura, atto ad accogliere nel suo pantheon diverse divinità senza alcuna conflittualità; e, come ha mostrato P. Veyne nel suo famoso saggio I greci hanno creduto ai loro miti?, gli antichi hanno sì creduto per molto tempo ai propri miti, usando tuttavia queste costruzioni fantastiche nelle diverse e poche secondo l’opportunità delle ragioni storiche e piegando le loro svariate versioni a manipolazioni ideologiche, come accadde ad esempio al mito di Enea (già elaborato in Asia Minore nel III sec. a. C.) che fu usato per giustificare l’ideologia del principato augusteo. La vera religione del mondo antico (intendendo per religione il riconoscimento di un assoluto) è stata, nei fatti, quella della polis e in nome di tale religione essi hanno esercitato la loro intolleranza. Alquanto singolari, dunque, i distinguo del prof. Tiberini tra un’intolleranza di matrice religiosa e una di matrice politica, come se la seconda fosse storicamente più “accettabile” della prima. Certo non fu meno violenta, come tenterò di mostrare. H. Arendt in un saggio molto suggestivo, Vita Activa, recentemente ripubblicato dal Corriere della Sera, spiega lucidamente (pur per dimostrare altro rispetto al nostro tema) le ragioni profonde di questa “religione della polis”: i Greci conoscevano il concetto di immortalità (nel senso di permanenza nel tempo), ma non quello di eternità. Erodoto, uno dei più grandi storici greci, esaminando le forme asiatiche di culto e credenza in un Dio invisibile, osserva esplicitamente che rispetto al Dio trascendente (come diremmo oggi) che è al di là del tempo, della vita e dell'universo, gli dei greci sono anthrópophyeis, hanno la stessa natura, non semplicemente la stessa forma, dell'uomo. Così i Greci non avendo un assoluto nella religione, hanno assolutizzato il bios politikos: “l’organizzazione della polis […] è una specie di organizzazione della memoria. Essa assicura l’attore mortale che la sua esistenza transeunte e la sua fuggevole grandezza non perderanno mai la realtà che proviene dall’esser visti, uditi e in generale dall’apparire a un pubblico simile a lui; a essi, senza la polis, non sarebbe “ È bello cercare di capire il mondo, ma è anche bello raccontarlo; cercare insomma di avvicinare la Terra alla Luna.” rimasta che la breve durata della loro parte” (da H. Arendt, Vita activa, Corriere della Sera, 2011, pag. 153). Ciò che tutti i filosofi greci tenevano per certo è che la libertà e la dignità risiedono esclusivamente nella sfera politica; la sua organizzazione rappresenta un superamento della sfera domestica o sociale, in cui gli uomini si associano per necessità legate alla sopravvivenza biologica o alla sussistenza: la forza e la violenza (schiavitù, sottomissione di donne e barbari, assoggettamento dei nemici) sono state giustificate per aver ragione della necessità e diventare liberi, cioè partecipare alla vita della polis, unico ambito degno di una vita umana. Ecco, dunque, la religione del mondo classico che non fu certo quella degli dei dell’Olimpo. Il mondo romano ha ereditato in toto questo culto della vita politica e ha fatto della res publica e dello Stato non solo l’ideale del civis romanus, ma anche la giustificazione ultima del proprio imperialismo. Lo scontro con i cristiani nasce proprio a questo livello. L'accusa mossa ai cristiani fu di empietà (cioè di non aderire a una precisa religione) e di anarchia (cioè di rifiutare di tributare culto all'imperatore). Come ha ben detto il prof. Tiberini (anche se il paragone con i testimoni di Geova è un po’ azzardato), la storiografia più recente ha dimostrato che non fu mai emanata una legge particolare contro i cristiani, in quanto bastavano le leggi normali ad accusarli. Lo scontro, estremamente violento, dura per tre secoli, attraverso le persecuzioni ben note che fecero migliaia di vittime. I cristiani, infatti, furono osteggiati perché rifiutavano l'assolutismo politico romano: rifiutavano, cioè, che la dimensione pubblica (e quindi la struttura politica) fosse la definizione ultima della persona. In nome di tale assolutismo, la res publica osteggiò tutti i suoi oppositori, non solo i cristiani. E’del 155 a. C. un episodio eloquente a tal proposito: il filosofo greco Carneade, venuto a Roma per un’ambasceria insieme a Critolao e Diogene, dimostrò, in due famosi discorsi, prima la legittimità dell’impero romano e poi argomentò che, se i Romani volevano essere veramente giusti, dovevano restituire tutto quello che avevano tolto agli altri popoli. Ebbene i tre filosofi furono cacciati pubblicamente e in un modo per nulla educato. Proprio per questo, il Cristianesimo lottò contro le altre religioni che avevano accettato di inserirsi nel pantheon dei culti ammessi (dei culti, cioè, che accettavano di essere ridotti a opinioni private all'interno dell'affermazione che lo Stato era tutto), ma dialogò ampiamente con la filosofia che aveva resistito alla concezione assolutistica dello Stato, soprattutto dopo la nascita dello Stoicismo. Questo dialogo intenso di assunzione e valorizzazione della cultura classica, che è stata il sostrato delle opere dei Padri della Chiesa, che ha generato la filosofia di pensatori come Agostino e Tommaso e che è arrivata fino a Dante, costituisce l’eredità più impressionante di integrazione tra Vecchio mondo e Nuovo mondo che il cristianesimo ha consegnato alla cultura occidentale. I monaci benedettini, che dissodarono l’Europa inselvatichita dalle invasioni barbariche e trasmisero pazientemente i testi classici o i vescovi delle città italiane che, a partire dal V secolo, fecero ripartire la civiltà urbana (come, ad esempio, S. Ercolano a Perugia o, molto più tardi, S. Ubaldo a Gubbio) amministrando, anche a suon di diritto romano, le popolazioni abbandonate dall’Impero, rappresentano l’incarnazione storica di tale dialogo. Certo, questa storia è stata tempestata di violenze e di errori, di uomini grandi e di uomini inadeguati all’ideale che portavano, ma è fuorviante dal punto di vista di una ricostruzione storica metodologicamente fondata estrapolare alcuni fatti reali (peraltro del tutto episodici, come quello di Ipazia), decontestualizzarli (è difficile per un uomo del 2011 capire le violenze seguite all’Editto di Tessalonica del 380 d. C., senza che egli sia reso ben consapevole del contesto culturale, giuridico e storico in cui sono nate) e giudicarli semplicisticamente. Come ha osservato sempre P. Veyne, a proposito del suo saggio Quando l'Europa è diventata cristiana (312-394). Costantino, la conversione, l'impero “Ho scritto questo libro contro me stesso. Sono totalmente miscredente e fra tutte le religioni quella che sopporto meno è proprio il cristianesimo. Ma da storico ho dovuto sforzarmi di non prendere partito né pro né contro. La cosa più difficile è stata capire cosa si ha nel cuore e nell'animo quando si è cristiani.”. D’altra parte, nel corso della storia, lo Stato, eretto a valore assoluto (da Machiavelli a Hobbes, da Hegel a Marx), ha sempre esercitato la più spietata persecuzione nei confronti di chiunque si opponesse alla sua pretesa di essere il creatore di “sistemi talmente perfetti che nessuno avrebbe più bisogno di essere buono” come diceva Eliot. Qualche esempio? . Che dire dei piccoli prometeo del 1789, i degni eredi del Trattato sulla tolleranza, in nome della quale perpetrarono le più infamanti violenze? Solo un esempio, che non viene da un libello di propaganda clericale. Babeuf, un fervente rivoluzionario sanculotto, ne "Il sistema di spopolamento e i crimini di Carrier”, accusa la Convenzione e Robespierre di perpetrare in Vandea un vero genocidio (“populicidio”, come lo chiama lui), impiccando, sgozzando, annegando, fucilando, incendiando, violentando, torturando e saccheggiando una popolazione per lo più inerme, che si era ribellata alle misure anticlericali dei giacobini. L’esecutore materiale di tale infamia, Carrier, ne dava orgogliosi annunci alla Convenzione: le donne venivano ammazzate perché “solchi riproduttori di mostri”, i bambini perché “briganti o futuri briganti”; si collezionavano teste come trofei, si conciava la pelle umana per farne oggetti e indumenti. E che dire del civile e moderno e tollerante XX secolo da cui sono stati partoriti due totalitarismi che definire sanguinosi è eufemistico e più morti ammazzati e anche più martiri (così dicono le statistiche) di tutte le epoche precedenti messe insieme? E, d’altra parte, chi è puro da colpe? I “liberali” che si ritengono i sacerdoti della tolleranza? Un’occhiata a quel che è stato il colonialismo tra Cinque e Novecento basterebbe a rispondere. In una paginetta di Robinson Crusoe di Defoe, il protagonista annota: «Preferivo (...) essere consegnato ai selvaggi e mangiato vivo piuttosto che cadere negli artigli spietati dei preti ed essere trascinato davanti all'Inquisizione». Tutti i manuali concordano nel ritenere il Robinson il breviario della borghesia britannica ed europea: una borghesia rapace, lanciata nella conquista coloniale, nella riesumazione del più feroce schiavismo e nella pratica sistematica del genocidio: dall'India alle praterie dei pellerossa americani, agli indigeni australiani. Ma che nei suoi salotti raffinati fremeva indignata al sentir parlare di Sant'Uffizio e pontificava su libertà e tolleranza. E invece a riconoscere il valore e i diritti dei conquistati all’inizio del colonialismo borghese fu, contro ogni schema pregiudiziale, la Chiesa. I conquistador es sosten evan o l’inferiorità degli indigeni e li equiparavano ad animali. Altri, come Francisco de Vitoria (considerato il padre del diritto internazionale), sulla base dei principi cristiani dell’uguaglianza di tutti gli uomini e del valore assoluto della persona, ponevano il problema dei diritti dei conquistati (problema assolutamente inconcepibile nella società antica, soprattutto greca). Il dibattito fra i sostenitori della teoria dell'eguaglianza e quelli della teoria dell'ineguaglianza ha il suo culmine nella celeberrima controversia di Valladolid, nel 1550, di cui furono protagonisti il filosofo Ginès de Sepulveda e il vescovo di Chiapas Bartolomé de Las Casas. La controversia avvenne in pubblico, cosa molto rara per quei tempi, davanti ad una pletora di giuristi, teologi e filosofi. Sepulveda, essendo un grande umanista e specialista di Aristotele, poggia le sue teorie sui principi filosofici espressi dallo stesso filosofo greco nella Politica, in base ai quali esisterebbero per natura delle differenze fra coloro che sono padroni e coloro che sono schiavi, che divergono fra loro quanto l'anima dal corpo. Il contendente di Sepulveda, Las Casas, prende come riferimento per le sue argomentazioni i valori cristiani dell’uguaglianza, principio fondante della fede. Egli non è il solo a difendere i diritti degli indigeni. La maggior parte dei documenti emanati dalla corona spagnola dell'epoca si pronunciava in questa direzione. Si può proporre ad esempio l'ordinanza di Carlo V del 1530 oppure le nuove leggi del 1542 sul governo delle colonie, in cui si condanna energicamente la riduzione in schiavitù degli indios. Contro ogni previsione anche il vituperato Paolo III (l’ideatore di quel simbolo del potere clerical-papalino che è la Rocca Paolina) emanò documenti in proposito. Las Casas adotta queste posizioni e pone l'eguaglianza alla base di ogni azione umana, arrivando ad affermare la reale eguaglianza tra "noi", gli spagnoli, e gli "altri", gli indigeni. Si potrebbero portare esempi a bizzeffe. Concludo con le parole dello storico Cardini, a proposito di Agorà (il film sul citato episodio di Ipazia): “Papa Giovanni Paolo II ha ripetutamente parlato della necessità di “purificare la memoria”. Tutti si sono attestati su quelle due o tre cosine della cultura diffusa, che bignamescamente indica le crociate e l’Inquisizione come unici momenti nei quali le comunità cristiane si sarebbero rese responsabili di violenza. Non è affatto vero (nel senso che sono molti di più! Ndr). Non è così. La mia sfida ai cristiani, se davvero vogliono giudicare le violenze altrui, è che comincino col riconoscere sul serio le loro. Che cosa c’è da aver paura? Della polemica suscitata da quattro scalcagnati di anticlericali? Che parlino, questi nipotini di Oliver Cromwell o di Pombal o di Robespierre o di Bixio o di Trotzkji o di Callès (presidente del Messico dal 1924 al 1928, autore di una legislazione fortemente anticlericale e della persecuzione dei cristeros: dei circa 4500 preti messicani ne rimase un piccolo manipolo e molte regioni dello stato non ne ebbero più; ndr) o di Churchill o di qualunque altro macellaio essi riconoscano come maestro. Ce n’è anche per loro. Ce n’è per tutti, perché, come “dicheno” a Roma, “er più pulito ci ha la rogna”. Ma l’aspetto che mi preme di più è quello contenuto nella parte finale dell’articolo, in cui il prof. Tib er in i pr opon e il “rimedio”: ritornare a una fede relegata alla sfera soggettiva, identificatasostanzialmente con la coscienza interiore, insomma una raffinata rivisitazione della religione naturale o razionale di illuministica memoria. Oppure una versione moderna della cosiddetta “esperienza della torre” di Lutero: la fede come “illuminazione” istantanea alla fine di un “percorso nel deserto” (così il prof. Tiberini) alla ricerca di una Presenza nascosta ed enigmatica. Scelta liberissima e degna di essere fatta. Ma il cristianesimo si è posto nella storia come un Fatto per niente nascosto, anzi socialmente rilevabile e oggetto di dibattito pubblico: un Uomo che ha detto (con una buona dose di credibilità tanto che lo hanno eliminato) di essere Dio, la possibilità di sperimentare il divino attraverso una presenza integralmente umana, cioè ragionevole. «In manibus nostris sunt codices, in oculis nostris facta», diceva S. Agostino. Giovanni e Andrea avevano fede perché avevano davanti una Presenza sperimentabile, che sentivano parlare, che vedevano camminare e mangiare. Non dei valori o una morale (la tentazione etica), non un percorso interiore (la tentazione gnostica), non un’Entità enigmatica da cercare dentro di sé, ma un Fatto, esterno alla coscienza, eppure pieno di un’eccezionale attrattiva, perché capace di corrispondere alle uniche cose che interessano veramente l’uomo: la verità e la felicità. Certo questo interpella la libertà, ma ragionevolmente. Interpella la libertà in quanto, pur vedendo, c’era (e c’è) in quel Fatto qualcosa di mai visto prima, un quid così straordinario che una ragione veramente impegnata non può non farci i conti. Perciò di fronte all’eccezionalità dell’Uomo di Nazareth è sorta la domanda dei contemporanei: chi è costui? Domanda imbarazzante, perché erano note le sue generalità (“Non è forse il figlio del falegname?”). E questa domanda ha percorso la storia tanto che Dostoievskij fa dire a uno dei suoi personaggi: “Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?» (I fratelli Karamazov). Ognuno può rispondere liberamente, ma senza manipolare il contenuto di tale “pretesa”. I cristiani sono coloro che hanno intercettato questo Fatto. Quello che li caratterizza non è una coerenza o una perfezione morale, ma una commozione e uno stupore per il riaccadere continuo in una realtà fisica, in avvenimenti, in persone, in luoghi (insomma in quella cosa scandalosa che si chiama Chiesa, che è il Suo corpo) di quel Fatto. Da questa commozione, e non da un’etica, sono nate la cultura (ad esempio la medievale Universitas studiorum), le opere, l’arte, la carità (la grande invenzione degli ospedali, sconosciuta alla polis classica) e i santi che il cristianesimo ha consegnato all’Occidente. Diceva Giovanni Paolo I con una mirabile affermazione, solo per la quale dovremmo essere grati al suo brevissimo pontificato:"Il vero dramma della Chiesa che ama definirsi moderna è il tentativo di correggere lo stupore dell'evento di Cristo con delle regole". SAY IT LOUD - I PLAY JAZZ AND I'M PROUD La prima volta in cui ho avuto la fortuna di poter ascoltare i Bread & Jazz è stato a giugno, durante una puntata speciale del programma radiofonico BelliComeIlSoul. Il settetto Jazz era tra gli ospiti e ho capito subito che avevano due grandi lezioni da impartirci: La prima legata allo studio e alla perseveranza - ragazzi giovanissimi che suonano e cantano Jazz?! La seconda per lo stile artistico - giovanissimi ragazzi che conoscono e amano il Jazz??!! Ma andiamo con ordine.... I Bread & Jazz sono uno straordinario gruppo formato da sette talentuosissimi ragazzi, ormai conosciuti e apprezzati a livello regionale. Le prime intese musicali nascono nell'ambito della scuola di musica "La Maggiore", e la loro prima esibizione risale al Maggio del 2009, quando il trio Lazzerini-Brilli-Quacquarelli ottiene il primo premio della giuria al concorso Sound Track. Andando avanti, tra esibizioni e parte- sganciandosi da La Maggiore. Alla fine del 2010 entra a far parte del gruppo Miriam Fornari...voce eccezionale. Lo studio e la perseveranza (prima lezione che ci hanno impartito) hanno fatto sì cipazioni a seminari (Louis Sclavis, Berklee in Umbria, Nuoro jazz), il gruppo cresce e entrano a farne parte altri 3 componenti: Genzolini, Fornari e Lezzerini. Agli inizi del 2010 i Bread & Jazz cominciano ad esibirsi autonomamente, che i Bread & Jazz potessero creare le basi per un'unione solida, finalizzata alla possibilità di esprimere, attraverso la musica, i sentimenti e le emozioni dei singoli componenti - caratteristica che rappresenta la vera essenza del Jazz. Il gruppo, affiatato e innamorato dell'arte, si esibisce in tutta l'Umbria, riscuotendo un buon successo di pubblico; si sono fatti notare alla Giornata Dell'Arte E Della Creatività e a LaMaMa Spoleto Open Festival. Tra i brani eseguiti dai Bread & Jazz abbiamo pietre miliari della musica quelle canzoni che non subiscono il passaggio del tempo, degli anni, delle mode o delle generazioni (seconda lezione). Canzoni come "Watermelon Man" e "Georgia on my mind", titoli ai quali non serve aggiungere spiegazioni. Mi sono innamorata di loro ascoltandoli in "A change is gonna come", e sono certa che avrebbe fatto lo stesso effetto a chiunque. In ogni caso, questo è il mio consiglio, che è poi anche un augurio: vivete di Bread & Jazz. Gloria Massinelli IV L CAVALLI! Per chi ancora non li conoscesse i FASK (fast animals and slow kids) sono un gruppo perugino nato nel 2008 e composto da Jacopo Gigliotti (bassista ), Aimone Romizi (chitarra-voce ), Alessandro Guercini (chitarra) e Alessio Mingoli (batteria). Manifestano molta popolarità nell’ambiente Umbro ,ma non solo. Tutto grazie ,in primis, alla loro musica, un insieme di suoni freschi e sciolti con testi davvero originali e alla loro carica micidiale che trasmettono immediatamente al pubblico. Si erano fatti conoscere grazie al loro primo EP , “Cioccolatino”, con 4 canzoni ,una più bella dell’altra. Ma non finisce qui, infatti nel 2010 prima vincono “Italia Wave Umbria” e poi successivamente” Italia Wave Italia” Ora che vi siete fatti un’idea di chi siano, passiamo alla notizia principale : il primo album. Album che doveva uscire verso la fine del 2010 ma a causa di impegni e contrattempi vari hanno iniziato a registrare il loro album d’esordio solo nel 2011. L’album si chiamerà “Cavalli” e uscirà il prossimo novembre sotto l’etichetta di “Ice For Everyone” , la quale già produce i Zen Circus a cui i FASK faranno “Soffocare” di Chuck Palahniuk "Se stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di pagine vorrai essere da un altra parte. Perciò lasca perdere. Vattene. Sparisci, finchè sei ancora intero. Salvati. Ci sarà pure qualcosa di meglio alla TV". (inizio del libro, prima pagina, magari da infilare in uno di quei quadrati di spazio riferito a Dan) Cosa Gesù non farebbe? Questa domanda rimbombò nella mente di Victor Mancini, il sessodipendente che il nostro Palahniuk -autore di Fight Club- descrive nel suo romanzo pulp. La storia si incentra suVictor Mancini, un ex-studente dimedicina con un'infanzia travagliata e problematica per via della madre - figura decisamente singolare e sinistra- che lo porterà ad avere problemi ad interagire con le altre persone fino alla sessodipendenza e alle crisi di identità. Tra flashback e flashforward, una mistura di personaggi fin troppo realisticamente descritta -se non grottesca- , i soffocamenti, la moltitudine di donne partecipanti alle varie 'evoluzioni erotiche' - cornice dell'intero racconto- e le promesse mai mantenute del giovane da spalla nel prossimo tour autunnale. Dietro a questo primo album dunque ci sono sia i Zen Circus - la produzione artistica è stata affidata ad Andrea Appino sia Il teatro degli Orrori - la direzione tecnica è stata affidata a Giulio Ragno Favero. Tanta, anzi tantissima, attesa per l’uscita di questo album d’esordio. Su youtube c’è già il boom di visualizzazioni per l’anteprima di alcuni canzoni del prossimo primo disco, fatte uscire per italiawave.com. Anteprima che ti fanno venire l’acquolina in bocca. Rusnac Dan V F Victor, Palahniuk ci proietta in una 'avventura' sul filo dei ricordi del protagonista ricca di suspense ed condita con sottilissima e pungente ironia, tipico dello stil e dell'autore, di certo non è adatto a menti deboli e chiuse. Attraverso questo saggio di sole 280 pagine, pubblicato dalla Mondadori nel 2003, Palahniuk descrive, nude e crude, le persone per quello che sono: afflitte da convinzioni ristagnanti nel patetico e tormentate dalla paura del giudizio della società. PERSONALMENTE, CONSIGLIO A GIOVANI MENTI ESUBERANTI, VIVAMENTE LA LETTURA CHE CERCANO UN MODO PER ESTRANIARSI TEMPORANEAMENTE DALLA TERRIBILE E OPPRIMENTE SITUAZIONE SOCIALE IN CUI VIVONO, PER DAR SFOGO AI DESIDERI IMPURI, PER SENTIRSI LIBERI IN UNA NARRAZIONE CHE RENDERÀ LA L E T T U R A ULTIMAMENTE MESSA DA PARTE- TUTT'ALTRO CHE PESANTE, ANZI DECISAMENTE DIVERTENTE. UNA VOLTA LETTA UNA DELLE OPERE DI PALAHNIUK NE RIMARRETE INCATENATI.PROVARE PER CREDERE! ..E ALLA PEGGIO, AVRETE SPESO € 9,90 IN CULTURA INVECE CHE IN SIGARETTE. :) METT MARIOTTI V E “Cosa tiene accese le stelle” Mario Calabresi ci accompasiamo pieni, non solo nel gna con interviste e ricordi mondo, ma in Italia di pernel nostro mondo un po' sone che hanno tenuto la nascosto ultimamente, queltesta alta, perché avevano la lo dei sogni, delle speranze, volontà di cambiare, di lotdelle grandi imtare per ciò in cui Editore: strade blu credevano e creprese. Ha scritto questo mondadori dono. Qualcuno libro soprattutto Costo: 17 euro ha dato speranza per noi giovani, Pagine: 130 ai malati incuraspinto dalle contibili, altri hanno nue mail colme di domande aperto multinazionali, contisul futuro che ci aspetta, nuando ad andare loro stesinterrogativi dettati dall'insisi a scegliere le materie pricurezza e dalle troppe incerme nei campi, altri ancora tezze che ci trasmettono i hanno contribuito a un formedia, con i loro continui te cambiamento nella musisondaggi che spesso ci induca, qualcuno era nel progetcono ad abbassare la testa, a to che ha scoperto Geminnon lottare, a non trovare la ga, la stella a 522 anni luce strada per i nostri sogni, a dal sole, ma c’ é anche chi, non alzare lo sguardo verso nel novembre del 1955, ha le stelle, che invece sono riconquistato la propria sempre lì, ad illuminare libertà, prendendo un libro quando attorno é buio. in mano prima di addormentarsi, grazie all'arrivo in Leggendo questo libro diItalia della lavatrice. ventiamo consapevoli della Tutti possiamo sognare e nostra fortuna, perché dobbiamo farlo soprattutto nel momento in cui ci viene detto che non ne abbiamo le possibilità, che non ce la faremo mai…Perché quando tutto é oscuro ci sono quei puntini luminosi che ci “QUESTA STORIA QUA”: IL BLASCO DELLE GRANDI EMOZIONI Vasco Rossi nasce a Zocca (Modena) il 7 febbraio 1952, da mamma casalinga e padre camionista. Da bambino vince il concorso "L'Usignolo d'Oro”, e già a 14 anni fonda il suo primo gruppo pop che chiamerà I Killer (in seguito Little Boys). Nel 1975 fonda "Radio Punto Zocca", una delle prime radio private in Italia, e si fa apprezzare come dj, ma sogna di fare il cantautore. Il suo primo album "... ma cosa vuoi che sia una canzone", uscito nel 1978, passa quasi inosservato così come il secondo 33 giri, "Non siamo mica gli americani”, nonostante contenga uno dei suoi più grandi successi come "Albachiara”. Nel 1982 Vasco partecipa al suo primo festival di Sanremo con "Vado al massimo",che darà il nome all’album uscito nello stesso anno,che pur essendosi classificato ultimo, le radio mandano in onda incessantemente. Nel 1983 partecipa di nuovo al festival, ma questa volta ne combina una delle sue scomparendo prima di entrare in scena. Sale sul palco all' ultimo momento barcollando. Si grida allo scandalo. Bastano però alcune note e la sua voce strascicata che canta "Vita spericolata" per riconquistare il pubblico. Nel 1985 esce il 33 giri "Cosa succede in città", e nasce il Vasco Rossi Fans Club, gestito dall' impresario Enrico Rovelli della Komo Music. Troviamo poi “C’è chi dice no” (1987),”Liberi liberi” (1989), “Gli spari sopra” (1993) , il successivo “Nessun pericolo per te” (1996, “Canzoni per me” (1998), “Stupido Hotel” (2001) e “Buoni o Cattivi” (2004). Nel 2008 Vasco Rossi rilascia “Il mondo che vorrei” e nel 2011 esce “Vivere o niente”, un nuovo disco di inediti. Nonostante il suo annunciato ritiro, Vasco Rossi non sembra volersi fermare. Anzi, diventa un film. Attraverso materiali di repertorio, interviste e, ovviamente, la sua musica, Alessandro Paris accompagnano, ci danno coraggio e ci aiutano a guardare in alto per non abbandonare i nostri sogni: le stelle. M.Teresa Cappannini VB Costanza Neve V E e Sibylle Righetti ripercorrono la vita e i grandi successi del Blasco, in un docu-film, “Questa storia qua”. Oggi Vasco è considerato un italiano medio, un po’ calvo e un po’ rotondetto che continua a scrivere discrete musiche e canzoni di musica leggera italiana. Ma molti artisti se li sognano di notte brani del genere. Tra raccolte, live e celebrazioni di ogni tipo, che vi piaccia o meno, Vasco continua ad essere adorato e osannato da folle oceaniche che riempiono autodromi e stadi.Regala stornelli da canticchiare, sotto la doccia o in macchina, da ascoltare con l’I-pod, mentre si cammina per strada. Vasco Rossi continua a farlo da trent’anni sempre con estrema naturalezza. Infatti io, che ho avuto la fortuna di poterlo conoscere e passare del tempo a parlare con lui, posso affermare che la sua grande forza è la sua semplicità nel porsi, trasmettendo comunque grandi emozioni. Ma è davvero giunta l'ora di calare il sipario? Magariconcedendo ogni tanto al suo pubblico un concerto versione "best of", che al solo immaginar- ne la scaletta vengono già i brividi? Forse per lui è arrivata l'ora di dire, per non incorrere nel pericolo di trovarsi a impersonare una copia del grande mito che è stato. E come direbbe il grande Blasco: “Perugia vinci ancora!” “Eh già… noi siamo ancora qua!” come direbbe il rocker di Zocca a proposito del Grifo, che dopo un anno di dilettanti è tornato tra i professionisti con una promozione diretta ed è pronto a volare ancora. Quello di quest’anno è stato un inizio di campionato non buono per i Grifoni, che sono stati asfaltati dall’Aversa Normanna per 21, ma tutti i fedeli del Grifo sanno che (purtroppo) è come un diesel ed ha bisogno di carburare prima di cominciare a far bene. Infatti la reazione della squadra non ha tardato ad arrivare, con le vittorie a cui eravamo abituati l’anno scorso: PG – Chieti 4-2, Melfi – PG 0-2, una grande partita giocata contro la squadra di Pagani in recupero dallo svantaggio di 1-0, fino ad arrivare alla vittoria in trasferta con il Giulianova per 1-0, che ci ha portato ad occupare il secondo posto in classifica del girone B. In questo bel rientro tra i professionisti c’è da segnalare la grande affluenza nei gradoni della “nord”, sempre più piena e colorata, ma nello stesso tempo bisogna evidenziare la spiacevole situazione creatasi con la le nuove direttive, deve essere approvato dalla questura prima di entrare nello stadio ed essere appeso. La maggior parte delle volte - o “tessera del tifoso” che permette ai soli possessori di quest’ultima di andare a vedere la squadra del cuore in trasferta. I 3 maggiori gruppi ultrà organizzati della curva nord, ovvero Armata Rossa, Ingrifati e Brigata, polemizzano vivamente sulle misure di “sicurezza” varate dal ministro Maroni: una delle motivazioni è la questione “striscione” che, secondo per meglio dire quasi sempre - viene negato agli ultrà di appendere il loro stendardo di riconoscimento. E’ un peccato rovinare l’entusiasmo e il clima che si era creato l’anno scorso con misure pretestuose come la tessera del tifoso o il secco divieto di esporre all’interno dello stadio uno striscione che magari è stato là per 30 anni senza che desse fastidio a nessuno “Forse davvero non è stato poi tutto sbagliato,forse era giusto così! Eh forse, ma forse, ma sì! Cosa vuoi che ti dica io, senti che bel rumore.” Federico Corbucci IV L (come quello dell’Armata)! E tutto ciò è tanto più grave perché si sa che il calcio è lo sport più bello del mondo nonché il più seguito e purtroppo sta decadendo per molte cause. E’ per questo che non bisogna smettere di andare allo stadio, non bisogna far spegnere quella passione che ha acceso Perugia per tanti anni e che a forza di delusioni si è mano a mano spenta; bisogna ripopolare quel “Renato Curi” con coloro che hanno smesso di frequentarlo o semplicemente con coloro che lo seguivano poco. Andare a Pian di Massiano e sentire un’ intera curva che canta emozionata per la sua squadra, vedere gente che pur non conoscendosi si abbraccia per un goal all’ultimo minuto, vedere personaggi storici come Mimmo che da tanti anni sta sulla balaustra a mandare i cori per il suo Grifo… beh, aggiungere altro sarebbe superfluo perché chi ama il calcio e la sua città può comprendere benissimo l’emozione che si prova ogni volta che si entra allo stadio. “quando il gioco del pallone ci mette dentro una gran passione…” FARSOPOLI: Il sacrificio della Juve nostra è consumato. 6 maggio 2006. Scoppia il caso Calciopoli,che metterà in subbuglio tutto il panorama calcistico nazionale. La figura al centro dell’inchiesta è il Direttore LUCIANO MOGGI,allora DG della Juventus, squadra che poco dopo conquisterà il suo 29°scudetto;d’altronde chi ben ricorda quella squadra sa che 2 mesi dopo 8 su 11 della squadra titolare si contenderanno nelle rispettive nazionali la coppa del mondo nella finale di Berlino (una rosa che contava ben 16 giocatori su 24 convocati al mondiale,record assoluto per una club di A). Eppure,come diceva il giornale sportivo italiano per eccellenza,La Gazzetta -“lo sanno tutti che la Juve rubava,e che tutti i suoi successi sono dovuti a Moggi che chiamava gli arbitri per avere aiuti e pagava i designatori”. E’ vero, quei successi sono merito di Moggi che acquistava dall’Ajax un Ibra sconosciuto per 8mln e pronto a venderlo a 50, che prendeva Zidane a 7 e lo rivendeva a 150 comprando giocatori come Camoranesi, Nedved, Buffon e Thuram (o scambiava il Pallone d‘Oro Cannavaro per il terzo portiere Carini). Vincevamo perché eravamo un team di fenomeni,dalla Dirigenza al magazziniere! 17 luglio. La prima sentenza voluta dal commissario della FIGC Guido Rossi,che guarda caso era il segretario del CDA dell’Inter,vorrebbe addirittura la Juve in C a 6pt,Milan,Fiorentina,Lazio,R eggina in B con varie penalità,con l’accusa di illecito sportivo finalizzato alla frode. 23 luglio. In aula tutte le squadre si difendono con le unghie e con i denti,solo la Juve dichiara resa accettando -“una B onorevole”. Queste le parole dell’avvocato difensore Zuccone; ma non c’è niente di onorevole nel retrocedere da campioni d’Italia. Anche se, oramai, a difendere l’onore e lo stile Juve non c’era più nessuno, lontani i ricordi delle visite a Villar Perosa dell’Avvocato, ancora troppo forte il dolore della famiglia Agnelli per le perdite di Gianni e Umberto per potersi immergere appieno nel processo. Circa un mese dopo, i Bianconeri cominciano il loro cammino infernale nella cadetteria a Rimini,per concludere 42 partite dopo ad Arezzo col ritorno in A. .Per tutti Calciopoli è finita, la Juventus ha pagato, il calcio è pulito e vince la squadra che merita sul campo: l’Inter dello scialacquatore e perdente Massimo Moratti. Novembre2009: (Per me) Calciopoli inizia ora. Grazie al caro Direttore ed al suo team e un instancabile PM Palazzi, continuano le indagini sulle oltre 72mila intercettazioni con cui viene scoperto come Farsopoli sia stata inventata per distruggere quello squadrone e Moggi e per far tornare al potere chi non lo deteneva più da anni: l’Inter di Moratti, la famiglia Montezemolo in accordo coi Della Valle, gli Elkann tanto ostili verso i cugini Agnelli. Ora vi racconto la vera Calciopoli: Si diceva che Moggi fosse a capo di una Cupola che controllava il mondo del calcio e che combinasse partite, pagando e minacciando arbitri, dirigenti, giocatori e designatori; era solo lui il male del calcio! Era lui il cancro maligno da estirpare! A dire ciò era il capocolonnello Auricchio, che aveva però preso in considerazione solo una minima parte delle intercettazioni (ordinate da Telecom il cui capo Tronchetti-Provera era vice-presidente del CDA nerazzurro nonché sponsor ufficiale),guarda caso solo quelle riguardanti la Juve, anche le più insignificanti come un invito a cena di Moggi a Bettega e consorte. Vennero eliminate quelle riguardanti altre squadre perché reputate da lui stesso “non rilevanti per le indagini a cui sono stato chiamato. Solo le telefonate sulla Juve e Moggi, mi è stato ordinato”. DA CHI? ”Non ricordo”risponde. Silenzio attonito in aula. Lo stesso colonnello accusa Moggi di combinare le squalifiche facendo ammonire o espellere giocatori che avrebbero affontato la Juve nel turno successivo,ma, a domanda su come potesse provare ciò, ha risposto ad una platea sconcertata che “ne aveva letto a riguardo sulla gazzetta”, noto giornale milanese, anti-juventino per eccellenza. Si scopre poi come tali congetture siano infondate (Vedi anche: Udinese - Brescia, prima di vedere i friulani a Torino contro l’armata di Capello: ammoniti Pinzi, Muntari e Di Michele,espulso Jankulovski). Per Auricchio, cartellini combinati per favorire la Vecchia Signora;va però ricordato che Pinzi,Muntari e Di Michele non erano diffidati e hanno dunque giocato regolarmente la successiva partita. Ecco, Farsopoli si basa sulle congetture di un giornale milanese, un colonnello tanto “retto” da essere indagato nel ’92 dopo i delitti di Mafia, perché si diceva avesse sequestrato la valigetta (realmente sparita)degli appunti di Borsellino e l’avesse consegnata a Provenzano(infatti fu trovata 10 anni dopo con lui nel suo nascondiglio … boh?!)e su intercettazioni da cui si evince che TUTTI e dico TUTTI i dirigenti chiamavano designatori ed arbitri per lamentele, per aumentare pressioni e fare richieste (ma solo la Juve rubava!!). Biennio 2010-2011. Al processo si ascoltano finalmente tutte le intercettazioni,ed allora salta fuori che il povero defunto Facchetti(a proposito:7/11 della squadra di Facchetti morti per tumore all’apparato digerente … ehh la pasticchetta nel caffè di Herrera ha portato a tali conseguenze!) chiama il 23 dicembre 2005 il designatore Bergamo per esortare l’arbitro ad aiutarli a “smuovere la casella giusta”(inter che aveva 4V 4N 4P). Alla fine del match, vinto 2 a 1, Facchetti chiama il designatore per compli- CROMOTERAPIA La cromoterapia è una medicina alternativa che ha origine già nell’ antico Egitto. In passato infatti veniva assegnato a ciascun colore un potenziale; ad esempio il nero simboleggiava la fertilità, il rosso l’energia positiva o negativa, et cetera… Tali distinzioni cromatiche appartengono ad una concezione mistica. Anche altre culture come quella greca, quella persiana, quella indiana o quella cinese hanno legato ai colori proprietà curative o aspetti della personalità. L’efficacia della cromoterapia non può essere testata scientificamente e, nonostante abbia avuto riscontri su alcuni pazienti, è considerata una pseudoscienza. La cromoterapia assegna ad ogni colore alcune caratteristiche: il rosso si lega alla forza, alle passioni e alla gioia ed è utilizzato per risvegliare i sentimenti del paziente; il suo opposto è il verde che invece simboleggia l’equilibrio la pace e la concentrazione, infatti favorisce la riflessione. L’arancione è invece il colore dell’ottimismo, dell’ allegria e dell’entusiasmo in questo campo sostiene un’azione liberatoria sia fisica che mentale; al contrario il blu, che è invece l’emblema della calma, aiuta a dimenticare i problemi. Comunque sia nella vita di tutti i giorni si tengono molto in considerazione i colori negli ambienti. Ad esempio l’ospedale, che deve tranquillizzare chi è in terapia, utilizza colori chiari e freddi come il celeste, il verde e il rosa pallido. Viceversa in una discoteca, dove deve rimanere alto il livello di eccitazione, sono utilizzate luci con colori sgargianti come il rosso, il giallo o l’azzurro. Nella moda la scelta dei colori si basa perlopiù sulle stagioni; in autunno sono consigliati i colori caldi, come il marrone o l’arancione, in inverno quelli scuri, come il blu o il nero, in estate e in primavera colori accesi come il bianco, il rosso, il fucsia o l’azzurro. La scelta dei colori nel mentarsi con l’arbitro e avvisare di un “regalino” pronto da Moratti che aspettava di essere ritirato da Bergamo stesso nella sede dell’Inter. O peggio ancora,alla vigilia di Juve - Inter Bergamo chiama l’arbitro Rodomonti ammonendolo per la sua onestà e intimando di aiutare,nel dubbio,chi sta dietro in classifica(inter in quel momento a -15 dalla Juve). Questa è stata Calciopoli, o meglio: FARSOPOLI! Moggi sta uscendo ogni giorno di più pulito da un finto processo che mirava a distruggerlo. Lui, a Napoli, sia dal punto di vista sportivo che penale è in procinto di assoluzione. La sua battaglia per la difesa del calcio italiano sta avendo lieto fine. Ho solo una cosa da dire: Grazie Direttore!! Leonardo Peluso - V B vestiario odierno rappresenta la nostra personalità e di giorno in giorno il nostro umore. La tua personalità attraverso i colori? Scoprila con questo test! (Per ogni domanda scegli tra i colori sotto elencati) Rosso: Di natura tendenzialmente pigro, rimani sempre un pò passivo di fronte alla vita e ai suoi eventi. Proprio per questo sei perennemente alla ricerca di emozioni forti, le uniche in grado di darti quella sferzata di energia per smuoverti e reagire. Quando riesci a reagire dentro di te ci sono una grande quantità di emozioni, fantasia e creatività. Blu: Di natura estremamente generosa, sensibile e leale nei rapporti con gli altri, hai un grande bisogno di fedeltà e di stabilità. Queste tue necessità le porti e le vivi anche nell'amore e questo ti porta a non accontentarti e a non accettare compromessi affettivi. Nero: Sei una persona sicuramente anticonformista, un po’ spregiudicata e un po’ stravagante. Nel tuo modo di agire c'è sempre una forma di protesta e di ribellione. Le tue storie d'amore sono sempre un pò anticonvenzionali e contorte. Ti piace apparire enigmatico e misterioso, anche se questo, in fondo, è solo una maniera per difenderti dagli altri. Bianco: Sei una persona Rosso Blu Nero Bianco Grigio Verde Giallo Rosa 0) Che colore daresti alla tua musica preferita? 1) Quale di questi colori è più presente nel tuo armadio? 2) Come pensi sia il tuo carattere? 3) Come pensi ti vedano gli altri? 4) Di che colore ripittureresti le pareti della tua stanza? 5) Che colore dai alla vita? 6) Che colore dai ai tuoi sogni? 7) Che colore dai al tuo futuro? 8) Che colore ti viene in mente se pensi al tuo paesaggio preferito? 9) E al tuo animale preferito? Il colore che hai risposto in più domande rappresenta la tua personalità! sensibile, delicata e nello stesso tempo solare. Hai un rapporto di grande estroversione e generosità nei confronti degli altri. La vita per te ha senso solo se basata su rapporti autentici di amicizia e di solidarietà. Ti concedi rare riflessioni, ma molto profonde. Grigio: Questo colore rivela quasi sempre una personalità tenera, dolce, lievemente passiva, ma comunque sempre preoccupata di fare bella figura, di essere sempre in ordine. A volte l'eccessiva sensibilità li rende depressi e malinconici; ma la loro sincera attenzione verso gli altri fa sì che difficilmente siano soli, senza amici. Da tenere d'occhio il rischio di non essere abbastanza concreti. Verde: Chi ama questo colore è una persona solo apparentemente dotata di realismo e tenacia, ma in realtà timida, insicura e bisognosa di gratificazione e riconoscimenti. Inoltre hai una personalità per cui ti riesce difficile esprimere i tuoi sentimenti e lasciarti andare, perché temi di mostrare i tuoi lati deboli. Giallo: Sei una persona romantica sensibile e molto vulnerabile. A causa della tua sensibilità e della tua mancanza di grinta non possiedi grandi difese nei confronti della vita e degli altri. Spesso le persone intorno a te cercano di far leva su questi aspetti del carattere per cercare di farti fare quello che vogliono. Rosa: Sei una persona ricca di tensioni spirituali e di vita interiore. Spesso, per come sei, finisci per trovarti in urto con la realtà che ti circonda e con le persone che ti stanno accanto. Il tuo problema di fondo è quello di non sentirti compreso da chi ami e tutto ciò ti fa soffrire, anche se non riesci ad esternarlo. Marta Mitridate IV L Un mistero lungo 400 anni Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, nato il 28 settembre 1573 a Milano, fu attivo a Roma, Napoli, Malta e in Sicilia fra il 1593 e il 1610 ed è considerato il primo grande esponente della scuola barocca ed è oggi uno dei pittori più conosciuti e più apprezzati dal pubblico. Già da fanciullo dimostrava il suo carattere irrequieto e stravagante e a partire dal 1600 ebbe più volte a che fare con la giustizia, infatti fu spesso denunciato per risse, violenze e schiamazzi; ma il fatto più grave si svolse nel 1606 quando il Caravaggio si sporcò le mani di omicidio e venne condannato alla decapitazione. Questo costrinse l’artista a girovagare per l’Italia fino alla sua misteriosa morte. Nel 1610, infatti, Caravaggio fu ricoverato nell’ospedale di Santa Maria Ausiliatrice della Confraternita di Santa Croce a Porto Ercole in preda alla febbre per presunte infezioni intestinali e il 18 luglio 1610 si certificò la sua morte. Le cause della morte non sono mai state del tutto accertate e nel corso degli anni furono avanzate ipotesi riguardo il decesso del grande artista. Molti parlarono di tifo o malaria mentre altri avanzarono l’ipotesi che l’artista fosse stato assassinato per questioni politico-religiose. Questo mistero lungo 400 anni è stato risolto il 16 giugno 2010 da un’equipe di scienziati della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Bologna. Dopo aver riesumato la salma del pittore, i ricercatori, tramite esami, sono giunti ad affermare che la morte di Caravaggio fu dovuta al saturnismo. Il saturnismo indica una grave intossicazione da piombo che provoca demenza, sterilità e comportamenti schizofrenici ed è stato riscontrato che il livello di piombo all’interno delle ossa del grande pittore era all’85%, questo spiegherebbe gli strani comportamenti dell’artista. Il carbonato di piombo era un elemento fondamentale per la pittura antica ed era infatti presente in quasi tutti i colori per pittura. Possiamo affermare che il Caravaggio fu appunto vittima della sua stessa arte. Vi piace scrivere? Inviate i documenti con nome, cognome e classe a [email protected] (Possibilità di restare anonimi sempre disponibile) Neve Costanza V E MUSICOTERAPIA "La musicoterapia è l'uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musico terapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità, l'espressione, l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell'individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l'integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico." definizione data dalla Federazione Mondiale di Musicoterapia. Questa disciplina paramedica simboleggia la stretta funzione tra arte e medicina ed ha origine nel mondo antico in ambito magicoreligioso; solo all'inizio del XVIII° sec. la musicoterapia inizia ad essere vista come una disciplina scientifica. TUTTO IL RESTO. di Mett Mariotti V E Where is the love? - cantavano i Black Eyed Peas nel 2003, quando usciva il loro terzo album. Non sto per fare una recensione su questo gruppo, ma mi sto chiedendo la stessa cosa: dov'è l'amore? Ve lo chiedete Blood Stories ™ generale e, in particolare, del sangue. Per periodico si intende un tempo compreso tra un mese, se si donano le piastrine, e tre mesi per il sangue; ovviamente ogni donatore può scegliere se rispettare la scadenza. Molto spesso non si va a donare per paura degli aghi o di vedere il sangue, per timore di possibili svenimenti; fino ad ora ciò non è mai successo, quindi, se è questo che vi trattiene, un buon modo per superare queste preoccupazioni potrebbe essere andare a vedere come si svolge il prelievo e magari, in seguito, provare. Non scartate la semplice idea di provarci a priori, non è giusto nei confronti di chi ha bisogno del vostro aiuto! La sede della nostra regione si è posta come obbiettivo di arrivare a 6000 donatori così da essere autosufficiente! Se qualcuno fosse interessato a prendere parte a questa associazione contattate Marco Angelici della 4L. Agnese Menna IV L Inizialmente fu fondata nel 1927 da Vittorio Formentano, ma costituitasi ufficialmente coma Associazione Volontari Italiani del Sangue (AVIS) nel 1946. In seguito, nel 1967 fu regolamentata la raccolta, la conservazione e la distribuzione del sangue nel territorio nazionale. L’AVIS è una associazione, prima di tutto non lucrativa, basata sui primi tre articoli fondamentali : è apartitica senza discriminazione di razza, sesso, religione, lingua, nazionalità, ideologia politica, ma cosa più importante è formata da persone che donano il loro sangue volontariamente, periodicamente e responsabilmente. Lo scopo dell’associazione è cercare di venire incontro alla crescente richiesta di sangue e, inoltre, eliminare la compravendita di questa risorsa di base indispensabile per l’organismo. La donazione, che può essere effettuata solo da maggiorenni, comporta molti vantaggi verso il volontario: il donatore ha un controllo periodico, gratuito e completo del suo stato di salute anche voi, ogni tanto? Non sto a dirvi come arrivo a questo pensiero, ma voglio comunque condividerlo. Non abbiatemene; spero di sollevare qualche discussione. Il bello del corteggiamento, il desiderio incontenibile (Ax), la paura del giudizio finale, sono valori che pian piano stanno svanendo. Personalmente, sembra una cosa triste, la perdita della passione, del calore che infondono parole d'amore, scritte a penna, e non sul cellulare o su Facebook. Si vivesse solo di inizi.. Purtroppo, si pensa solo alla fine (o al fine) in una relazione, ma provate a chiudere gli occhi ed immaginare una gioia, non sarebbe una partenza? Si vivesse di eccitazioni da prima volta, quando tutto ti impressiona, ma niente ti appartiene. Si può pensare all'odore di un libro nuovo, ad un regalo da scartare, al giorno prima della Grande Festa! La terapia può essere attiva o recettiva: nel caso della terapia attiva l'utente compone melodie o improvvisa uno strumento ( chitarra a pizzico, campane tibetane, percussioni), mentre nel caso della terapia recettiva l'utente si limita ad ascoltare la musica nei suoi caratteri.Queste due tecniche possono inoltre essere accompagnate dal linguaggio verbale, danza, pittura...Elemento importante è che il paziente non deve necessariamente avere delle competenze per quanto riguarda l'ambito musicale poiché questo non influisce sull' efficacia della terapia.La musicoterapia viene utilizzata soprattutto per problemi quali autismo infantile, ritardo mentale, Alzheimer, psicosi, depressione, anoressia, disturbi d'umore e diversi studi dimostrano che i risultati ottenuti con questo metodo alternativo sono spesso migliori dei risultati che si ottengono con le cure tradizionali. Il mio consiglio quindi è : ritagliatevi un piccolo spazio tra gli impegni giornalieri per rilassarvi e ascoltare un po' di sana musica!! Marco Angelici IV L Al 21 Marzo, al primo abbraccio, al primo bacio, alla paura del debutto, al tremore prima dell'esordio. Il punto è che il finale è sempre più teatrale dell'inizio, così di ogni storia ci si ricorda solo la sua conclusione, così come l'inchino e poi il sipario. Non sono uscito fuori tema, ogni storia d'amore ha tre parti: l'inizio, la fine e quello che c'è di mezzo (non la virgola). E' questo che viene dimenticato. Tutto il resto. Giorno dopo giorno, si vive, ci si fa vivere, e poi, finisce senza ricordare com'è iniziata e com'è finita. Ricordiamo solo due cose: è iniziata bene ed è finita male. La mia esortazione è a vivere 'tutto il resto'. Ce l’avevo...sulla punta della lingua! Dato il successo delle precedenti edizioni proponiamo ormai come appuntamento fisso il nostro test linguistico. Ormai sapete come funziona quindi…. Misuratevi con i nuovi 20 vocaboli e controllate il livello Scozzonare Inulto Ilare Gravidico Screzio Elativo Iufugrado Spocchia Cataratta Cloasma Neglittato Sassiego Fugnolo Deplorazione Crogiolare Canniccata Bennato Apofisi Affordellare Megalittico Parogetto Scioriuare 0-5 Sai che nel mondo esiste una lingua chiamata “Italiano”? Forse te ne dimentichi troppo spesso...Un consiglio…vai a ripetizione da Tarzan …o da Cita 6-10 La tua modesta conoscenza della lingua ti permette di decifrare una lista della spesa! Tua madre sarà contenta, ma il prof potrebbe pretendere qualcosina in più! 11-15 Niente male davvero! Il tuo lessico ti permette di svolgere con tranquillità le interrogazioni più articolate, ma puoi fare di meglio! Vanesia 16-20 Complimenti! Il tuo uso del lessico italiano non ha nulla da invidiare a nessuno! Ma tu la sera che fai…leggi???????? Continua così! :D Ecista 21-25 Stizza Dio è morto (Nietzche) Per ora è morto soltanto Nietzsche (Dio) Ecco cosa succede a chi porta sfiga! Lettera di una madre al figlio Caro figlio ti scrivo queste poche righe perchè tu sappia che ti ho scritto. Se ricevi questa lettera, vuol dire che è arrivata. Se non la ricevi fammelo sapere,cosi' te la rimando. Scrivo lentamente perchè so che tu non sai leggere in fretta. Qualche tempo fa tuo padre ha letto sul giornale che la maggior parte degli incidenti capitano entro un raggio di un chilometro dal luogo di abitazione, cosi' abbiamo deciso di traslocare un po' più lontano. La nuova casa è meravigliosa: c'è una lavatrice, ma non sono sicura che funzioni. Proprio ieri c'ho messo dentro il bucato, ho tirato l'acqua e il bucato è sparito completamente. Il tempo qui non è troppo brutto, la settimana scorsa ha piovuto due volte: la prima volta per 3 giorni, la seconda per 4. Ti voglio anche informare che tuo padre ha un nuovo lavoro: adesso ha 500 persone sotto di se, infatti taglia l'erba nel cimitero. A proposito della giacca che mi avevi chiesto, tuo zio Piero mi ha detto che spedirla coi bottoni sarebbe costato molto caro ( per via del peso dei bottoni). Allora li ho staccati. Se pensi di riattaccarli, te li ho messi tutti nella tasca interna. Tuo fratello Gianni ha fatto una grossa sciocchezza con la macchina: è sceso chiudendo di scatto la portiera e lasciando dentro le chiavi. Allora è dovuto rientrare in casa a prender il crick per spaccare il vetro e cosi' siamo potuti scendere dalla macchina anche noi. Se vedi Margherita salutamela da parte mia, se non la vedi non dirle niente. Adesso ti saluto perchè devo correre all'ospedale, tua sorella sta per partorire, ma non sappiamo ancora se avrà un bambino o una bambina, per cui non so dirti se sarai zio o zia. Un forte abbraccio dalla tua mamma che ti vuole tanto bene. P.S. volevo metterti anche un po' di soldi ma avevo già chiuso la busta. Inferno ACCADUTO REALMENTE ALL'UNIVERSITA' DI GENOVA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA Un professore di termodinamica ha assegnato un'esercitazione a casa agli studenti del suo corso di laurea. Il compito consisteva in una domanda: "L'inferno e' esotermico (libera calore) o endotermico (assorbe calore)? Sostenete la risposta con delle prove". La maggior parte degli studenti ha cercato di dimostrare le proprie convinzioni citando la legge di Boyle (un gas si raffredda quando si espande e si riscalda quando viene compresso), o alcune sue varianti. Uno di loro, tuttavia, ha scritto quanto segue: "Innanzitutto, dobbiamo sapere come cambia nel tempo la massa dell'inferno. E quindi abbiamo bisogno di stabilire i tassi di entrata e uscita dall'inferno delle anime. Credo che possiamo tranquillamente assumere che, quando un'anima entra all'inferno, non è destinata a uscirne. Quindi, nessun'anima esce. Per quanto riguarda il numero di anime che fanno il loro ingresso all'inferno, prendiamo in considerazione le diverse religioni attualmente esistenti al mondo. Un numero significativo di esse sostiene che se non sei un membro di quella stessa religione andrai all'inferno. Siccome di queste religioni ce n'e' più di una, e abbracciano una sola fede per volta, possiamo dedurne che tutte le persone e tutte le anime finiscono all'inferno. destinate a crescere, fino a farlo esplodere; 2) Naturalmente, se l'inferno si espande piu' velocemente del tasso d'ingresso delle anime, allora temperatura e pressione scenderanno fino a quando l'inferno non si congelera'. Dunque, quale delle due e' l'ipotesi corretta? Se accettiamo il postulato comunicatomi dalla signorina Teresa Baghini durante il mio primo anno all'universita', secondo il quale "fará molto freddo all'inferno prima che io te la dia", e considerando che ancora non ho avuto successo nel tentativo di avere una relazione sessuale con lei, allora l'ipotesi 2 non può essere vera. Quindi l'inferno e' esotermico". Dunque, stanti gli attuali tassi di natalita' e mortalita' della popolazione mondiale, possiamo attenderci una crescita esponenziale del numero di anime presenti all'inferno. Lo studente ha preso l'unico 30. Ora rivolgiamo l'attenzione al tasso di espansione dell'inferno, poiche'la legge di Boyle afferma che, per mantenere stabile la temperatura e la pressione dentro l'inferno, il volume dello stesso deve crescere proporzionalmente all'ingresso delle anime. *** Una vecchietta alla fermata dell'autobus domanda : "Scusi, giovine, dove devo prendere l'autobus per andare in cimitero?" E il giovane: "In fronte.." Questo ci da' due possibilità: 1)Se l'inferno si espande a una velocita' minore diquella dell'ingresso delle anime, allora temperature e pressione dell'inferno saranno "Chi è che ha scritto queste stronzate?", chiede il cieco tenendo in mano la grattugia. *** Un bambino chiede al padre:”cosa sono le icone?” Il padre:”sono immagini sacre” E il figlio:”e perché Windows ne ha tante?” Il padre:”perché per farlo funzionare ci vuole un miracolo” Thanks To: Grazie a: tutti! Quest'anno la redazione é alquanto corposa e questo non può che farci piacere. La "gestione" é cambiata , ora io e Sara cerchiamo di mandare avanti questa beneamata "notizia pungente", ma passiamo al concreto: grazie a Leonardo, che scrive tutto e di più a proposito di sport (una sezione che l'anno scorso é mancata), un grazie sentito al nostro Dan, una colonna portante della redazione, che impagina il giornale; un grazie alle ragazze del primo, Alessandra ed Elisa; un grazie al nostro Stefano per le fantastiche vignette che disegna; un grazie a Gloria che tiene la sezione musica e un grazie finale a Martina, Silvia, Costanza, Sophia, Maria Teresa, Marylisa, Agnese, Marta, Nicole e il mitico Marchino! Mett V E Cattiverie: Fortissimo terremoto in Turchia. È quasi entrata in Europa. *** Il Rais ucciso da un adolescente. È sempre più difficile riuscire a instaurare un dialogo. *** Borghezio: "A Gheddafi va l'onore delle armi". Altrimenti cosa gliele abbiamo date a fare? *** Berlusconi al compleanno di Putin. Se abbiamo culo gli regala Frattini. *** Paul McCartney si sposa nuovamente. È il terzo matrimonio da quando è morto. *** Crozza: “Finalmente si risolverà il problema che non fa dormire gli italiani”. Torna Santoro? (Spinoza.it)