14 FEBBRAIO 2016
ANNO XXXIII - N. 953
G R AT I S
Parrocchia Corpus Christi e Regina del Rosario - PP. Vocazionisti - Via Manzoni, 225 - 80123 Napoli
Tel. 081.5756742 - 081.7690623 - 340.2449501 - www.ilgranellino.it - E-mail: [email protected]
COSA VUOI
DALLA VITA?
di P. LORENZO MONTECALVO SDV
“… e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo” (Lc 4,1-13)
A
lla domanda rivolta a un uomo che frequenta la Chiesa: “Cosa vuoi dalla vita?” la
risposta è stata: “Chiedo che la vita mi dia
una sicurezza economica!”. Certo, il pane (il denaro) è importante perché si possa vivere serenamente e tranquillamente. Però i
figli di Dio non devono dimenticare che “non di solo pane vivrà
l’uomo, ma di ogni parola che
esce dalla bocca di Dio”. Per accumulare danaro l’uomo dimentica
di adorare e servire Dio nel suo
pellegrinaggio verso l’Eternità.
Così, alla fine dell’esistenza, si troverà con un bel conto in banca,
che lascerà in eredità ai suoi figli
o, in mancanza di essi, ai suoi parenti, ma si troverà davanti al Signore con un cuore povero di
amore. In quell’istante l’uomo si
ricorderà delle parole di Gesù: “A
che serve guadagnare il mondo
intero se poi si perde la propria
anima?”.
Ecco perché, durante la Quaresima (e non solo), la Parola di
Dio ci esorta a fare gesti di generosità verso i poveri, perché il danaro non diventi il dio della nostra
vita. La vita (l’amore) non viene
dal danaro, ma esso può essere
usato come mezzo per dare amore
al prossimo.
“Cosa vuoi dalla vita?”. Altre
volte mi si risponde: “Voglio stare
bene, voglio evitare la sofferenza…”. La vita però è piena di sof-
ferenze e, spesso è povera di vere gioie. Il peccato
individuale e collettivo è la causa delle sofferenze. Nella sofferenza si grida verso il Signore: “Se
mi ami, toglimi dalla croce!”. Ma il più delle volte Dio non fa questo miracolo. La croce è nel
cuore dell’uomo e bisogna farsela amica. Diventa amica, la croce si fa fonte di amore soprannaturale e di salvezza per se stessi e per il prossimo.
Gesù non è sceso dalla croce, ma, sulla croce, ha
salvato l’umanità dai suoi peccati. Accettare la
croce significa non ribellarsi alla propria storia,
quando questa è fatta di dolore e di sofferenza.
Senza croce non si arriva a godere l’eternità con
Dio.
Un’altra domanda che pongo spesso è: “Cos’è che causa inquietudine nel tuo cuore?”. La
risposta più frequente è: “Il non avere tutte le
comodità e i piaceri che il mondo offre…”. Bisogna dire che si possono avere e
provare tutte le comodità e i piaceri di questo mondo e non sentirsi affatto appagati. L’uomo di
fede testimonia che Dio gli basta.
Si può avere una bella casa, una
macchina costosa, tutti i confort
che la tecnologia offre, si possono
fare viaggi di piacere e si può arrivare ad essere famosi eppure
non essere contenti né sentirsi
appagati.
La comunione con Dio, il Creatore di tutte le creature, è l’unica
fonte di vita, amore e gioia. Ma
questo lo si capisce solo se l’uomo,
prostrandosi, si inginocchia davanti al Signore del cielo e della
terra.
Qual è la catechesi del demonio? Eccola: “Sii ricco e sarai felice! Ribellati alla tua storia di sofferenza e sarai felice! Goditi tutto
quello che puoi e sarai felice!”.
L’uomo che accoglie questa catechesi nel suo cuore sarà infelice
per l’eternità.
Qual è invece la catechesi di
È Quaresima:
Dio? Eccola: “Fa’ l’elemosina,
sii sobrio nel mangiare
porta la tua croce con umiltà, riper pregare di più!
poni in Me la tua fiducia e sarai
n
beato per tutta l’eternità”.
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il granellino
Ci scrivono COME POLLICINO
Caro Padre Lorenzo,
Domenica scorsa sono stata ad Aprilia, da mia figlia e mio genero, e tornando dal lavoro lei ha notato una copia del Granellino
sul tavolino. Allora ha esclamato, ridendo: “Dove passi tu lasci
sempre una copia del Granellino! Anche se non ti si vede ci si
rende subito conto che sei passata!”. Ho risposto, tra il serio e lo
scherzoso, che speravo con tutto il cuore che questo “Granellino” portasse frutto per lei e che non facesse la fine di Pollicino,
che con le mollichine di pane lasciate nel bosco non era riuscito
a tornare a casa (la Chiesa) perché gli uccellini se le erano mangiate!”.
Bene, in ogni numero del Granellino sto trovando una mollichina
di pane di cui mi sto nutrendo e, quando qualche settimana non
la trovo, mi dispiace.
In quest’ultimo numero, poi, ho capito che anche il Granellino
dev’essere nutrito con il mio contributo. Per tutto il bene che mi
ha fatto e che mi sta facendo vorrei dare di più, ma do quello che
posso con amore e con la speranza che possa sempre essere nutrito da tutti coloro che da esso ricevono bene. Lunga vita al Granellino, ai suoi collaboratori e ai suoi numerosi e generosi sostenitori!
Lisetta Errico
LIMBO
Caro Padre Lorenzo,
io la seguo tutti i giorni tramite mia sorella che riceve la sua spiegazione del Vangelo tramite whatsapp e io dopo averla letta meditata e ringraziata la giro ad altri miei amici, ecco io ho un dubbio volevo sapere se per i bambini abortiti si può fare una messa
per il Battesimo di liberazione dal limbo se questo luogo esiste,
come ci dice un altro grande sacerdote contemporaneo e cioè
Don Leonardo Maria Pompei di Latina, oppure sono già angeli
che vegliano su di noi , in quanto ho chiesto già a molti sacerdoti,
ma chi dice che il Limbo esiste solo nella Divina Commedia di
Dante e chi invece dice che esiste ancora. Ecco io nel dubbio se
potessi per una persona cara, gli farei dire questa messa di liberazione di queste anime, se lei mi dice che si può e si deve richiedere.
Che Dio la benedica, aspetto un suo consiglio che seguirò senza
ombra di dubbio!
Lettera firmata
Caro lettore,
le vie della salvezza sono infinite. Solo Dio le conosce. Non affanniamoci a cercarne delle altre...
La teoria del limbo, in cui andrebbero le anime dei bambini non battezzati, con il solo peccato originale e prive di peccati personali, elaborata da teologi medievali, non è mai entrata nelle definizioni dogmatiche del Magistero, anche se lo stesso Magistero l’ha menzionata
nel suo insegnamento fino al Concilio Vaticano II. Essa rimane quindi un’ipotesi teologica. Il Catechismo della Chiesa Cattolica non
menziona più la teoria del limbo e fornisce ragioni per sperare che
possano essere ammessi alla visione beatifica eterna: “Quanto ai
bambini morti senza Battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla
misericordia di Dio. Infatti, la grande misericordia di Dio, “il quale
vuole che tutti gli uomini siano salvati” e la tenerezza di Gesù verso
i bambini, che gli ha fatto dire: “Lasciate che i bambini vengano a me
e non glielo impedite”, ci consentono di sperare che vi sia una via di
salvezza per i bambini morti senza il battesimo…” (CCC 1261)
Padre Lorenzo
MATRIMONI GAY
Caro Padre Lorenzo,
sono completamente in disaccordo con la Chiesa nell’essere contro il matrimonio gay. Ho tanti amici gay che si amano di più e in
modo più pulito di tanti amici etero. Se il loro amore è sincero,
fedele ed è praticato nel nome di Gesù, sono convinta che Dio è
presente anche in quelle unioni. Non posso credere che Dio-amore non accetti l’amore tra gay.
Edy
Cara Edy,
cosa diresti se un domani una tua amica ti dicesse che fa l’amore
con il suo cane? Non dovresti scandalizzarti. Tanto è amore. Cosa
diresti ancora se un domani un tuo amico ti confidasse che fa l’amore con la madre? Non dovresti scandalizzarti. Tanto è amore.
Secondo la tua mentalità, non illuminata dalla parola di Dio, tutto
ciò che è illecito e contro natura, diventerà lecito e normale.
Ho parlato con molti omosessuali (a cui voglio bene) che mi hanno detto che la loro condizione è stata causata o da una cattiva
educazione avuta in famiglia o da un incontro sbagliato in tempo
di crisi affettiva. La Chiesa ama gli omosessuali, ma non l’omosessualità. Siamo chiamati tutti alla conversione: «È Dio li creò
maschio e femmina», dice la Sacra Scrittura.
Padre Lorenzo
PROGRAMMA DELLA QUARESIMA
l
Ogni mattina preghiera delle lodi ore 6,15
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Ogni giorno Messa ore 9,00 - 18,00
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Ogni giovedì: Messa e Adorazione Eucaristica alle ore 18,00
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Ogni venerdì, alle ore 17,00, Via Crucis e astinenza dalle carni
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Ogni mattina Messa alle ore 7,30 nella Cappella del Vocazionario.
il granellino
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QUANDO LA MADONNA SFOLLÒ PER LA GUERRA…
Geppino Giuliani
I
l 1943 è stato l’anno in cui la guerra ha toccato da vicino la Campania. Non che negli anni precedenti la nostra regione fosse stata risparmiata. Napoli fu città dei cento
bombardamenti e, nei ricoveri nei quali ci rifugiavamo, seguivamo con ansia il sibilo che facevano le bombe sganciate dagli aerei, nella speranza che quel sibilo non si
concludesse proprio sulle nostre teste. Quindi, nel 1943, avevamo già fatto ampie esperienze di ansia e di dolore.
Nel 1942, la mia famiglia d’origine si era trasferita da Napoli a Torre Annunziata ed avevamo preso alloggio in una Stazione dei Carabinieri che mio padre era stato
inviato a comandare. Tra le poche cose che portammo con noi, ci fu, naturalmente, il quadro della Madonna di Pompei. Palma Campania era un paese agricolo, ritenuto
privo di rilevanza militare e quindi sicuro.
La nostra casa era al centro e, poiché mancava l’acqua corrente, ogni giorno andavamo a rifornirci poco distante, alla fontana in piazza. Un giorno avevamo invitato
a pranzo nostri amici di famiglia e, a fine pranzo, mamma ci esortò ad andare a fare il rifornimento di acqua, ma io la pregai di attendere un po’, per parlare ancora con
gli amici. Un quarto d’ora dopo, successe il finimondo. Entrò dalle finestre un polverone che ci soffocava, si udivano esplosioni e grida. Era il bombardamento di Palma
Campania. Non si è mai saputo se fu opera dei tedeschi in ritirata o degli alleati in avanzata. Una bomba aveva centrato la fontana in piazza, dove ci saremmo trovati noi
quattro fratelli, se mia mamma non avesse accolto la mia richiesta di attendere ancora un po’.
Passata la bufera, la popolazione si riversò in strada avviandosi verso la campagna. Naturalmente, decidemmo di fare altrettanto, anche se la cosa si presentava complicata. Infatti, la mia famiglia era composta, oltre che dai quattro figli, da mia madre, che era al nono mese di gravidanza, e dalla mia nonna materna. Fu comunque allestita una valigia, contenente l’occorrente soprattutto per il parto imminente, che io – “l’uomo di famiglia” – ebbi l’idea di mettere in testa, non avendo la forza di portarla a mano. Però, prima di incamminarci, al di sopra della valigia misi il quadro della Madonna. Verso quale meta tutta quella gente, noi compresi, si stesse incamminando, non era ben chiaro. Avremmo trovato un casolare, una stalla, un riparo o saremmo rimasti a cielo aperto? Quel che ci premeva era sottrarci ad un nuovo bombardamento, che si vociferava imminente.
Giunti al limitare del paese, finalmente in vista della campagna, un signore ci vide, ci riconobbe e ci chiese dove stessimo andando. Era un brigadiere che aveva fatto
servizio con mio padre. Così “costrinse” ad occupare il suo alloggio nella caserma dei Carabinieri, che era proprio lì, al limitare del paese, mentre lui si trasferì nelle camerate. L’ultimo dei miei fratelli, Vittorio, poté nascere così sotto un tetto.
Durante la permanenza a Palma Campania, nessuno di noi vide brillare una stella sul quadro della Madonna, come era accaduto durante la setticemia che aveva coln
pito mia madre, ma nessuno di noi ha mai dubitato della protezione ricevuta.
L’INFERNO ESISTE
Fabrizio de Falco
L’
inferno esiste. Ne ha parlato chiaramente Gesù. Ne hanno parlato i santi
e tanti esorcisti. A Fatima la Madonna lo mostrò ai tre pastorelli affinché
quei bambini allertassero l’umanità.
A Medjugorie l’inferno è stato mostrato ai veggenti Jakov e Vicka. In quest’epoca, durante la quale gli uomini si sono allontanati da Dio e dalla Chiesa,
se parlate dell’inferno vi rispondono con un sorrisino ironico e vi etichettano
quali bigotti. Chi sminuisce l’inferno sminuisce il sacrificio di Gesù sulla croce.
Per evitare l’inferno dobbiamo abbracciare Gesù crocifisso. I sacerdoti e tutti i
credenti devono parlare di più dell’inferno e del santo timor di Dio.
Sappiamo tutti che Santa Faustina Kowalska è la santa cui Gesù apparve
mostrandole le meraviglie della sua divina Misericordia. Ebbene, affinché noi
apprezzassimo ancor meglio la divina Misericordia, Gesù ha consentito alla
santa di verificare di persona cosa sia l’inferno. Queste sono alcune parole
tratte dal suo Diario: “Oggi sotto la guida di un angelo sono stata negli abissi
dell’Inferno. È un luogo di grandi tormenti per la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho visto. La prima pena, che costituisce
l’Inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi della coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l’anima, ma non l’annienta; è una pena terribile; è un fuoco puramente spirituale, acceso dall’ ira di Dio; la quinta pena è l’oscurità continua,
un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si
vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è
la compagnia continua di Satana; la settima pena è la tremenda disperazione,
l’odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie. Ci sono anche tormenti particolari per le varie anime. Sono i tormenti dei sensi… Ci sono delle orribili caverne, voragini… Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà
torturato per tutta l’eternità… Scrivo questo per ordine di Dio affinché nessun’anima si giustifichi dicendo che l’inferno non c’è, oppure che nessuno c’è mai
stato e nessuno sa come sia… Ho l’ordine di Dio di lasciarlo per iscritto. Una cosa che ho notato è che la maggior parte delle anime che sono all’Inferno sono
anime che non credevano che lo stesso Inferno esistesse”.
Se puoi, durante i venerdì
di Quaresima, digiuna!
Il digiuno ti prepara alla preghiera
4
il granellino
TRIGESIMO
I REGALI DEL CUORE
Emilio Vittozzi
H
o avuto l’onere e l’onore di prendere la parola, a nome dei lavoratori dell’ex
Circumvesuviana, alla Celebrazione Eucaristica di Trigesimo in ricordo di
Eugenio Dibiase, venerdì scorso, giorno di S. Agata, nell’accogliente Cappella di
Stazione a Porta Nolana.
La chiesetta, dove settimanalmente si possono trovare copie de “il Granellino”, si è riempita di molti colleghi del cinquantenne Eugenio che si sono stretti attorno alla moglie Rosaria e ai figli Claudio e Roberto, più altri parenti.
Io mi sono affidato a ciò che il mio “cuore pazzarello” mi ha suggerito, cercando di racchiudere in un unico discorso le sensazioni, le emozioni, l’affetto e
la stima di tutti i presenti.
Si è pregato, inoltre, per la Chiesa, per il Santo Padre, per i governanti e per
quanti hanno posti di responsabilità; anche per Sant’Agata, glorificata con la corona del martirio; con letture dal libro del Siràcide e dal Vangelo secondo Marco.
Al termine della Santa Messa sono stati donati alla famiglia un opuscolo riportante le mie parole e le firme dei presenti, unitamente ad una statuetta di
San Giovanni Bosco, il fondatore dei Salesiani, il primo sacerdote ad impegnarsi
praticamente a favore dei manovali e degli operai della sua epoca, schierandosi
n
sempre a favore degli “ultimi”. San Giovanni Bosco, “Santo Sociale”.
Lisetta Errico
I
l Natale di quest’anno ha avuto per me un significato speciale. A cominciare dalla preparazione spirituale, con la partecipazione mattutina alle Lodi in
Chiesa e con il ricercare i doni da scambiarsi. Così ho
avuto una ispirazione dettata non dalla mia bontà ma
dallo Spirito Santo, che mi ha suggerito l’idea dei “regali del cuore”.
Questi sono stati piccole cose materiali o telefonate accompagnate da un abbraccio o un ringraziamento sincero per una buona azione ricevuta o anche un
sostegno morale; un abbraccio e una richiesta di essere perdonata per qualche mia mancanza. Alcuni oggetti sono stati pensati, altri trovati lì per lì, secondo
dove lo Spirito mi conduceva.
È stata una bella esperienza, perché ho lottato con
la mia timidezza nel dire e dare spiegazioni di quegli
“apparentemente insensati regali”, ma, man mano
che proseguivo nella distribuzione, sentivo dentro
una gioia e una forza inimmaginabile e acquistavo
sempre più fiducia in quello che stavo facendo, gioia
e forza che crescevano ancora quando notavo la felicità e sorpresa di coloro che ricevevano i miei “pazzi
regali del cuore”.
Una lettera pubblicata sul Granellino, firmata: “Il
tuo amico Gesù, che ti ama tanto”, mi ha fatto venire
le lacrime agli occhi e una copia l’avevo gelosamente
conservata in borsa. Così, alla fine, ne ho fatto “un regalo del cuore” ad un caro amico ammalato e, come
me, innamorato di Gesù, per consolarlo del fatto che
non poteva più partecipare all’Adorazione Eucaristica. Gli ho letto (lui non ce la fa più) quella lettera e
gli ho detto che Gesù lo ama così come è, e se anche
non può fare tante cose come faceva prima, le avrei
fatte io per lui. Gli ho promesso che ad ogni Adorazione a cui partecipavo lui sarebbe stato con me, perché io che potevo andavo anche per lui.
Allora mi sono alla fine accorta di aver ricevuto
anch’io un bel regalo del cuore, da qualcuno molto
importante: Gesù Bambino, che mi ha dato la consapevolezza che lo Spirito Santo (“questo sconosciuto”,
l’avevo sempre definito) esiste ed opera. Dopo qualche anno di impegno e partecipazione alle catechesi
con la comunità Osea, ho compreso prima con la ragione e poi sentito con il cuore l’azione dello Spirito
n
Santo!
“Il Granellino” si distribuisce GRATIS, ma
si stampa a pagamento.
Se “Il Granellino” ti aiuta a vivere, sostienilo
economicamente. Se non lo fai, impedisci al
giornalino di continuare a vivere.
Supplemento al n. 2 (febbraio 2016) [anno LXXXVIII] della Rivista “Spiritus Domini” - Direttore responsabile: Ciro Sarnataro,
Via Manzoni, 225 - 80123 Napoli - Autor. del Trib. di Napoli n. 1445 del 17-2-1961 - Stampa: Graphicus - Napoli - Tel. 334.308.15.15
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