Università degli Studi di Napoli Parthenope. Facoltà di Giurisprudenza Scienze dell’Amministrazione Ragioneria delle Amministrazioni Pubbliche. Prof. Leopoldo Varriale Progetto Socio-sanitario 1) PREMESSA STORICA 2) PARTE NORMATIVA 3) PARTE CONTABILE 4) GESTIONE OPERATIVA 5) TESORERIA BILANCIO Le fasi 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) Premessa. Dalla programmazione al bilancio. Le differenze tra Aziende Private e Aziende Pubbliche. Il Principio dell’equilibrio, i debiti fuori bilancio ed il risultato di Amministrazione. I Residui attivi e passivi. Le Fasi dell’entrata e della spesa. Il Controllo di Gestione. PREMESSA Il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale ha subito un’evoluzione, intervenuta nel 2000, rispetto al sistema di finanziamento precedente che prevedeva una destinazione vincolata che lo Stato distribuiva tra le Regioni per i livelli essenziali di assistenza. Attualmente il S.S.N. è finanziato attraverso la fiscalità generale, in particolare; con imposte dirette: addizionale IRPEF ed IRAP e indirette: fondo perequativo nazionale per la compartecipazione all’IVA e accise sulla benzina, il cui gettito è un’entrata propria delle Regioni. Vanno inoltre considerate, tra le risorse che affluiscono alle Regioni, anche le compartecipazioni dei cittadini al costo delle prestazioni (ticket). Introduzione. Si è cercato riscontro, con i bilanci della Regione Campania, delle varie fonti (entrate) ed impieghi (spese) della tracciabilità delle somme relative al servizio sanitario. Fino a giungere all’individuazione dei capitoli di spesa interessati alla gestione del progetto oggetto di studio. Partendo dal progetto oggetto di studio, al fine di rendere più chiara la lettura e la composizione del bilancio di un Ente Pubblico si sono esaminati nel dettaglio i punti che portano all’individuazione degli obiettivi politici strategici, c.d. Funzioni Obiettivo, fino alla individuazione delle varie fasi di bilancio che portano all’individuazione della spesa, illustrandone le relative fasi dall’impegno all’ordinazione di pagamento. Le differenze tra Az. Private e Pubbliche La differenza tra bilanci di Aziende private e pubbliche è data della particolarità di quest’ultimo su alcuni punti salienti quali: Principio dell’equilibrio Debiti fuori bilancio Risultato di Amministrazione Residui attivi e passivi Il Principio dell’equilibrio per quanto riguarda lo Stato non si traduce in norme vincolanti per le Regioni e per gli Enti Locali l’obbligo è invece previsto dalla normativa contabile (c.d. obbligo di pareggio di bilancio). Art. 193 TUEL - Salvaguardia degli equilibri di bilancio “1. Gli enti locali rispettano durante la gestione e nelle variazioni di bilancio il pareggio finanziario e tutti gli equilibri stabiliti in bilancio per la copertura delle spese correnti e per il finanziamento degli investimenti, secondo le norme contabili recate dal presente testo unico”. I Debiti fuori Bilancio I debiti fuori bilancio possono assimilarsi al concetto di sopravvenienza passiva, da riconoscersi al di fuori dell’impegno, in assenza dunque di una specifica previsione nel bilancio dell’esercizio in cui si manifestano. Detto ciò c’è da evidenziare che: per impegnare somme superiori agli stanziamenti è necessaria una variazione; il riaccertamento di maggiori residui passivi comporta un nuovo impegno. Il risultato di amministrazione Il risultato di amministrazione “accertato”, con l’approvazione del rendiconto, è costituito da: FONDO CASSA + RESIDUI ATTIVI - RESIDUI PASSIVI in pratica da cassa, crediti e debiti. Possiamo quindi concludere che: il risultato di amministrazione – in prima approssimazione rappresenta il saldo delle entrate e delle uscite di competenza (accertamenti e impegni) il risultato di cassa – rappresenta il saldo dei versamenti (entrate) e dei pagamenti (uscite) I RESIDUI ATTIVI E PASSIVI I residui derivano dalla formazione del bilancio secondo il principio della competenza finanziaria per cui il 31 dicembre alcune entrate accertate non sono state riscosse (residui attivi) ed alcune spese impegnate non sono state pagate (residui passivi). Per i residui, negli anni successivi a quelli in cui si sono formati, si verificheranno le fasi della riscossione e del versamento (residui attivi) o della liquidazione dell’ ordinazione e del pagamento (residui passivi). I residui vengono accertati al momento della chiusura dell’ anno finanziario ed iscritti nel rendiconto generale. Essi sono riportati nella contabilità dell’ esercizio successivo, ma tenuti distinti dalle somme relative alla competenza del nuovo esercizio finanziario. Si hanno due distinte gestioni finanziarie: una relativa alle somme previste per l’anno finanziario in corso (gestione di competenza); una riguardante esclusivamente l’ esazione ed il pagamento dei residui (gestione dei residui). I residui vengono riportati nella contabilità degli esercizi successivi fino a quando non sono stati eliminati. Il tempo di mantenimento varia a seconda della natura. Per quanto concerne i residui attivi, essi vengono mantenuti in bilancio fino a quando non vengono riconosciuti di dubbia o difficile esazione, ovvero assolutamente inesigibili. I residui passivi vengono mantenuti in bilancio per due esercizi finanziari successivi a quello in cui è intervenuto il relativo impegno, quindi vengono considerati perenti ed eliminati dal bilancio. Le fasi dell’Entrata e della Spesa La Tesoreria segue l’aspetto delle entrate e della spesa e pertanto la procedura che si segue dall’accertamento della prima fino al pagamento relativo alla Spesa. Attraverso il servizio finanziario si verifica periodicamente quelle che sono le due fasi principali del bilancio: fasi dell’ENTRATA: ACCERTAMENTO RISCOSSIONE VERSAMENTO fasi della SPESA: IMPEGNO LIQUIDAZIONE ORDINAZIONE PAGAMENTO IL CONTROLLO DI GESTIONE Il controllo di gestione è “la procedura diretta a verificare lo stato di attuazione degli obiettivi programmati e, attraverso l’analisi delle risorse acquisite e della comparazione tra i costi e la quantità e la qualità dei servizi offerti, la funzionalità dell’organizzazione dell’ente,l’efficacia, l’efficienza e l’economicità nell’attività di realizzazione degli obiettivi”. Questo è il modo in cui il controllo di gestione viene definito nell’art. 39, comma 2, del D. Lgs. n.77/1995, meglio noto come “Bassanini 1”, che ha visto, poi, la sua attuazione nell’importantissimo D.Lgs. 286/1999. Il controllo di gestione evidenzia sia: Un processo, fondato sulla pianificazione dell’attività e sul confronto tra obiettivi e realizzazioni; Una variabile organizzativa, che contribuisce a definire compiti e responsabilità; Una strumentazione tecnico-contabile. Il problema che ci si pone è di comprendere se l’azione amministrativa sta producendo le proprie finalità o, in altre parole, di analizzare le capacità che l’attività dell’ente dimostra nel soddisfare le esigenze dei cittadini-utenti. Attività da ricondurre all’EFFICIENZA, EFFICACIA ed infine all’ECONOMICITA’ dell’azione Quali sono gli strumenti del Controllo di Gestione? Gli strumenti tecnico-contabili a disposizione del management per il controllo di gestione si possono elencare in: Contabilità generale e bilancio d’esercizio; Contabilità analitica; Budget; Analisi degli scostamenti L.R. 3 del 21/1/2010 Bilancio di previsione della regione campania per l'anno 2010 e bilancio pluriennale 2010 2012 L.R. 3 del 21/1/2010 Bilancio di previsione della regione campania per l'anno 2010 e bilancio pluriennale 2010 - 2012 D.G.R. 92/2010 Bilancio di previsione della regione campania per l'anno 2010 e bilancio pluriennale 2010 2012 D.G.R. 92/2010 Bilancio di previsione della regione campania per l'anno 2010 e bilancio pluriennale 2010 - 2012 D.G.R. 92/2010 Bilancio di previsione della regione campania per l'anno 2010 e bilancio pluriennale 2010 2012 D.G.R. 92/2010 Bilancio di previsione della regione campania per l'anno 2010 e bilancio pluriennale 2010 2012 I componenti il gruppo Bilancio: Davide Di Blasi Dario Varchetta Corrado Pirano Stefania Lama Valentina Federico Giusy Costantino Giuseppe Frulio Roberta Femiano Maria Cristina Maglione Adelaide Lettieri Antonella Ascione