- Comitato Nazionale di Progettazione - FIS ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE (IFTS) LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE DEI PERCORSI FORMATIVI (con la consulenza dell’ISFOL) Ministero della Pubblica Istruzione Ufficio Studi e Programmazione INDICE Premessa 1. LA DEFINIZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE 1.1. L’analisi dei fabbisogni di professionalità 1.2. Dall’individuazione della figura alla scomposizione in competenze 1.3. Dalle competenze professionali agli obiettivi formativi 2. LA PROGETTAZIONE DIDATTICA 2.1. Il processo di progettazione didattica 2.2. I criteri di progettazione 2.3. Le componenti del percorso formativo 2.4. La struttura del progetto didattico 2.5. Il gruppo dei formatori 2.6. La selezione degli allievi 2.7. La progettazione dei moduli 2.8. La progettazione del modulo di stage 2.9. La scelta delle modalità di formazione 3. LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA 3.1. La fase di accoglienza degli allievi 3.1.1. Il bilancio di competenze 3.1.2. La predisposizione dei piani formativi individualizzati 3.1.3. Il patto formativo 3.1.4. Il libretto formativo 3.2. Gli aspetti logistico-organizzativi 3.3. Gli organismi di gestione ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 3 3.4. La formazione dei formatori 3.5. Le misure di accompagnamento 4. IL PROCESSO DI VALUTAZIONE 4.1. La valutazione nel ciclo di vita di un progetto di formazione 4.2. L’impianto metodologico di valutazione 4.3. La valutazione interna 4.3.1. La valutazione didattica 4.3.2. La valutazione del progetto 4.4. La valutazione esterna 5. LA CERTIFICAZIONE DELLE FORMATIVI 5.1. La certificazione delle competenze 5.2. I crediti formativi COMPETENZE E I CREDITI 6. LA RICADUTA SUI SISTEMI FORMATIVI ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 4 Premessa Il percorso di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) presenta delle caratteristiche fortemente innovative nel panorama del sistema formativo italiano, in quanto si tratta di un percorso: - progettato e gestito in modo integrato tra diversi soggetti: scuola, formazione professionale, università, impresa; - definito con la partecipazione delle Parti Sociali, in particolare nelle fasi di programmazione, monitoraggio e valutazione, per assicurare un raccordo tra contenuti formativi e mondo del lavoro; - molto flessibile, modulare, aperto ad utenze differenziate; - rivolto alla preparazione di una tipologia di figure professionali che finora aveva ricevuto limitata attenzione da parte dell’offerta formativa del nostro Paese. Anche se non mancano sul territorio nazionale iniziative che rispondono a questi requisiti è sicuramente la prima volta che viene predisposta un'offerta di questo tipo così consistente ed articolata. Una innovazione di questa portata richiede necessariamente tempi di rodaggio adeguati ed una forte assistenza tecnica, che accompagni la sperimentazione e ne irrobustisca lo spessore, in modo da renderla più significativa in vista di una successiva messa a regime. Per queste ragioni, nel varare l'avvio delle iniziative, il Comitato nazionale di progettazione del FIS ha ritenuto opportuno predisporre e distribuire degli strumenti che sostenessero lo sforzo che viene prodotto da coloro che stanno progettando la nuova offerta formativa. Le Linee guida, predisposte dall’Isfol su incarico del Comitato di Progettazione, si pongono in questa prospettiva; il loro obiettivo è fornire un sostegno metodologico a tutti coloro che sono impegnati, a vario titolo, nella progettazione di questo nuovo percorso. Esse non hanno un intento prescrittivo (ruolo questo ricoperto da altri documenti, tra cui la Nota Operativa, già distribuita in precedenza), ma lo scopo di fornire una serie di suggerimenti ed esemplificazioni su come affrontare le varie fasi della progettazione. La guida viene consegnata agli operatori nel momento in cui la prima fase del percorso di progettazione è stata già compiuta, in quanto è stato già predisposto un primo progetto approvato a livello regionale e nazionale. Ciò nondimeno essa affronta tutto l'iter della progettazione, a partire dalla fase iniziale, consistente nell’analisi del fabbisogno di figure professionali da parte del territorio. Si tratta di indicazioni che alcuni potranno considerare già acquisite, ma che per molti potranno risultare utili per approfondire la progettazione già compiuta ed arrivare ad una definizione di maggiore dettaglio. Le Linee guida si rivolgono principalmente agli operatori che progettano e gestiscono le iniziative a livello locale. Tuttavia il percorso della ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 5 progettazione di un nuovo intervento formativo, in particolare di un intervento formativo così complesso come quello dell’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, richiede anche l'intervento di altri soggetti a livello regionale, nazionale ed internazionale; pertanto la guida, nell’esaminare tutte le diverse fasi del percorso di progettazione, prende in considerazione anche compiti che ricadono sotto la responsabilità di tali soggetti. Infine, così come i progetti sono sperimentali anche questa guida è sperimentale. Si tratta cioè di un prodotto predisposto per fornire in tempi rapidi un supporto ai responsabili dei progetti, ma che in futuro potrà e dovrà essere rivisto e perfezionato sulla base dell’evoluzione della sperimentazione e delle indicazioni che proverranno dagli stessi utilizzatori. L'obiettivo finale è quello di predisporreuno strumento sempre più completo ed accurato, concertato tra tutti i soggetti che partecipano al sistema integrato, in grado non solo di fornire un efficace sostegno a tutti gli operatori coinvolti, fin dall’inizio del percorso progettuale, ma anche di far consolidare una cultura della formazione tecnica superiore. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 6 1. LA DEFINIZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE 1.1. L’analisi dei fabbisogni di professionalità L’analisi dei fabbisogni professionali rappresenta la fase di maggiore criticità nel processo di elaborazione del percorso formativo, in quanto da essa dipende la possibilità di costruire una relazione positiva tra domanda e offerta formativa. E’ evidente che tale azione, in senso ampio, riveste un ruolo strategico nello stesso processo di costruzione delle politiche formative, costituendo un passaggio obbligato per la definizione di un’offerta coerente con i bisogni del sistema economico-produttivo. Ciò è possibile superando la tradizionale separatezza di funzioni e linguaggi tra mondo del lavoro e della formazione: l’avvio di un lavoro sinergico è oggi indispensabile per l’impostazione di un equilibrato rapporto tra sviluppo sociale e crescita economica. L’analisi dei fabbisogni costituisce solitamente il momento iniziale del processo di elaborazione dell’offerta formativa, momento che svolge la funzione di fornire dati e informazioni necessarie alla progettazione dei percorsi. L’aspetto cruciale delle analisi dei fabbisogni di professionalità è da collegarsi proprio alle informazioni che ne scaturiscono, informazioni significative per strutturare una efficace azione formativa. L’analisi dei fabbisogni di professionalità prende l’avvio dall’analisi della domanda potenziale espressa dallo specifico contesto economico-produttivo e, in questa fase macro, viene effettuata dal livello regionale, in stretta correlazione con la programmazione dell’offerta formativa. Il Comitato regionale di programmazione dei percorsi di IFTS promuoverà azioni in questo senso, in stretto raccordo con le strutture di cui al decreto legislativo 469/97, così come delineato nella Nota Operativa. E’ di fondamentale importanza, infatti, che fin da questa fase si avvii un processo di concertazione tra i diversi soggetti istituzionali e le Parti sociali, relativamente all’individuazione delle figure professionali, alla loro valenza e agli sbocchi nel mercato del lavoro. E’ importante ricordare che l’analisi dei fabbisogni professionali viene effettuata in funzione della progettazione formativa. Deve quindi essere articolata in modo da contribuire al raggiungimento dei seguenti obiettivi: • identificare in chiave formativa le richieste di professionalità specifiche riconducibili a determinate figure, già definite o di nuova definizione, e/o ad aggregati di competenze innovative per le figure esistenti; • agevolare la trasmissione di informazioni tra mondo del lavoro e della formazione; • rendere possibile, a livello di singolo percorso, una progettazione formativa che tenga conto dell’evoluzione dei contesti economico-produttivi in termini di competenze e professionalità che mutano. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 7 Proprio alla luce di queste considerazioni, negli ultimi anni notevoli investimenti sono stati effettuati in termini di indagini per l’analisi dei bisogni professionali e di competenze dei sistemi produttivi. Tali indagini a livello nazionale si aggiungono alle indagini relative al contesto regionale effettuate dagli Osservatori regionali sul mercato del lavoro, maggiormente correlate ai fabbisogni derivanti anche da particolari ambiti economici territoriali, quali contratti d’area, patti territoriali, distretti industriali, che disegnano le direttrici di sviluppo locale. A partire dalle indicazioni dell’Accordo sul lavoro del 1993, grazie ad una più stretta collaborazione tra soggetti istituzionali e Parti sociali, si è assistito infatti al fiorire di numerose iniziative, nazionali e regionali, con l’obiettivo di supportare la programmazione della formazione professionale e il conseguente riequilibrio con il mondo del lavoro e le politiche per l’occupazione. Uno dei presupposti di tali indagini è infatti che la formazione deve avere un effetto anticipatorio sull’evoluzione della domanda di professionalità. Si tratta di indagini quantitative (Excelsior) e qualitative (Enti bilaterali Confindustria e Parti sociali, Ente bilaterale dell'artigianato, Chirone 2000 e le indagini regionali). E’ riportato un quadro di sintesi nella pagina successiva Le ricerche, in sintesi, intendono esplorare i seguenti campi: • verso quali settori produttivi orientare la formazione • quale cultura del lavoro va privilegiata negli investimenti formativi • che tipologie di professionalità sono funzionali al sistema della domanda. Tali ricerche disegnano, in qualche misura, le tappe principali per la definizione dei fabbisogni professionali e di competenze. Partendo solitamente dall’indagine di campo, le metodologie di analisi delle professioni consentono di arrivare all’identificazione di figure e/o aree professionali in termini di tipologie «ideali», riferite cioè agli elementi che caratterizzano il contenuto del sapere professionale e le competenze agite nel contesto specifico; l’elemento personale, dell’individuo che traduce «operativamente» tali saperi e competenze, non può essere evidenziato in questa fase. E’ nel successivo momento del passaggio alla definizione degli obiettivi formativi che tale componente - legata alla persona che apprende - dovrà essere tenuta in particolare rilievo, come sarà sottolineato nei prossimi paragrafi. Tenendo presenti i documenti di programmazione economica definiti a livello nazionale e regionale, il Comitato regionale potrà avvalersi dei risultati delle indagini per l’analisi dei fabbisogni di professionalità sopra ricordate, con una particolare attenzione agli elementi dello specifico contesto territoriale in cui l’offerta formativa si esplica. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 8 Quadro di sintesi delle indagini nazionali Progetto Obiettivi e metodologie PROGETTO EXCELSIOR La ricerca si pone l’obiettivo di realizzare un sistema informativo permanente per l’occupazione e la formazione; aggiornata al 1998, riguarda 26 macro-settori produttivi, rendendo disponibili informazioni incrociate su: Unioncamere − struttura dell’occupazione per provincia, per comparto di impresa e dimensione; − dinamica della domanda delle imprese per 2 anni, con particolare attenzione all’attività economica, al titolo di studio richiesto e alla posizione della professione; − domanda di professioni secondo figure professionali e funzioni, settori di attività, titoli di studio e classi di età. Pensata nella prospettiva di costruire un sistema nazionale di INDAGINE rilevazione dei fabbisogni di formazione, l’indagine prevede tre OBNF momenti: la scelta dei settori produttivi e delle aree di attività delle imprese; l’analisi delle figure professionali, per evidenziare la tendenza della domanda nei contesti produttivi Organismo locali; la costruzione di un sistema di rilevazione dei fabbisogni Bilaterale Nazionale per di competenze nelle imprese, utilizzando il modello Isfol. la Formazione Attualmente sono state realizzate le prime due fasi: l’incrocio delle aree con i settori permette di effettuare l’analisi della domanda di professioni, che ha condotto all’identificazione di un’anagrafe delle figure di riferimento, e consentirà successivamente l’individuazione delle competenze professionali e dei fabbisogni formativi. L’obiettivo è la costruzione di un sistema di rilevazione e INDAGINE monitoraggio permanente circa i bisogni di competenze nel EBNA comparto dell’artigianato. Ente Bilaterale Mira ad analizzare i percorsi professionali attuali e futuri per la qualificazione degli occupati e di coloro che si avviano al Nazionale dell’Artigianato lavoro nel settore, effettuando una valutazione dei diversi percorsi di acquisizione delle competenze. Si propone di individuare i fabbisogni professionali di medio periodo delle principali aziende di produzione e di gestione dei più significativi servizi a rete presenti sul territorio. IriManagement L’obiettivo è quello di rilevare le competenze ritenute cruciali dalle imprese. Utilizzando il modello dell’Isfol, sono state scelte le aree funzionali e le relative attività dei vari settori per arrivare alla definizione delle competenze. CHIRONE 2000 ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 9 Successivamente, a livello di singolo progetto di IFTS, gli elementi emersi dalle analisi regionali dei fabbisogni di professionalità, concretizzate in specifiche aree/settori o figure professionali, saranno ulteriormente specificati in relazione alla figura di riferimento per il percorso formativo. Nella predisposizione del piano esecutivo, pertanto, si dovrà tener conto di questa documentazione, che costituisce lo scenario di riferimento nel quale calare l’individuazione più specifica dei fabbisogni a livello locale. Possono essere quindi individuate le fasi che conducono alla definizione della figura professionale, partendo dall’analisi settoriale del mondo del lavoro. Fase 1 - Macro (livello regionale) ⇒ Individuazione dei settori produttivi di domanda La prima tappa è rappresentata dalla scelta dei settori produttivi di domanda, da cui non può prescindere l'analisi dei bisogni formativi. Quali settori sono ritenuti rilevanti per lo sviluppo di medio-lungo periodo? Le indagini in corso evidenziano delle sovrapposizioni settoriali, che indicano un possibile terreno comune di lavoro in vista della messa a punto di una politica nazionale sui bisogni formativi e professionali. In questa parte dovrà essere posta in evidenza la rilevanza del bisogno della figura professionale anche in relazione allo scenario dello sviluppo locale. Si procederà ad una analisi del settore/i di domanda ritenuti strategici a livello locale ai fini dello sviluppo della figura professionale. Dovrà quindi essere segnalato a quale settore di domanda si riferisce, in maniera particolare, la figura professionale di riferimento per la progettazione formativa. ⇒ Analisi di scenario settoriale La seconda fase, che viene richiamata in tutti progetti, è quella dell’analisi di scenario per ogni settore individuato. Questa comporta una previsione - di mediolungo periodo - delle dinamiche di sviluppo del settore in termini di: • innovazioni di processo • innovazione di prodotto • processi di internazionalizzazione • processi di sviluppo professionale. L’analisi consentirà di verificare se la domanda potenziale evidenziata nello step precedente sia realmente corrispondente, anche in termini quantitativi, ad un fabbisogno occupazionale che il mercato del lavoro sarà in grado di assorbire concretamente. ⇒ Comparazione con l’offerta formativa esistente E’ necessario quindi verificare se le professionalità individuate dall’analisi settoriale non siano soddisfatte dall’offerta formativa esistente a questo livello, sia che ricada sotto la gestione regionale (diretta o delegata), sia promossa da ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 10 iniziative private. Inoltre, è opportuno verificare se per tali tipologie di professionalità o figure simili, non esistano sul territorio percorsi formativi di livello più basso (scuola secondaria superiore) o più alto (diploma universitario) che già forniscono una risposta E’ possibile ora arrivare a delineare la figura professionale nei suoi aspetti caratterizzanti, attraverso l’individuazione delle competenze. Da questo momento l’azione passa dal livello regionale al livello del singolo progetto di IFTS, che trova un punto di riferimento formalizzato nel Comitato Tecnico Scientifico composto dai rappresentanti dei diversi soggetti coinvolti nel progetto. Tale organismo collegiale (come ricordato nel successivo par. 3.3) è il diretto responsabile del progetto ed il referente per tutte le sue attività, tanto per gli operatori interni, tanto per i soggetti esterni al progetto. Il Comitato Tecnico Scientifico ha il compito di coordinare tutte le fasi della progettazione fin dal momento della definizione della figura professionale, garantendo l’apporto peculiare di tutti soggetti interessati. In questa fase potrà avvalersi dell’apporto operativo di una struttura ad hoc per la predisposizione del piano esecutivo, che fornisca le competenze specifiche in relazione alle diverse fasi di progettazione, come sarà approfondito successivamente. 1.2. Dall’individuazione della figura alla scomposizione in competenze La figura professionale può essere scomposta in una serie di competenze che la caratterizzano, che potranno essere quindi tradotte in obiettivi formativi. Questo passaggio è molto delicato, perché permette la trasferibilità dal piano dell’analisi della figura professionale al piano della strutturazione del percorso formativo, input ed output del processo di progettazione. Il concetto di competenza professionale In questi anni si sono sviluppati diversi approcci teorici, modelli e metodologie di intervento sulle competenze professionali e si è assistito ad una evoluzione del concetto stesso di competenza. Una delle elaborazioni più condivise definisce le competenze professionali come l’insieme di saperi tecnici, ossia di saperi legati ad una determinata attività professionale, di capacità di azione, cioè di conoscenze procedurali, capacità di risolvere creativamente e autonomamente le situazioni di lavoro non prevedibili e poco strutturate, e di capacità contestuali, che rendono l’individuo in grado di adattare la propria competenza all’evoluzione del contesto professionale e sociale. La competenza professionale è caratterizzata da due dimensioni fondamentali: ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 11 • la dimensione individuale, le specificità proprie dell’individuo che si riflettono sul suo comportamento lavorativo • la dimensione contestualizzata, il contesto in cui si esplicano i comportamenti lavorativi. Le caratteristiche proprie dell’individuo (motivazioni, conoscenze, ecc.) predicono infatti i comportamenti secondo un modello di flusso causale ed è proprio dalla loro combinazione che si generano le competenze. Queste ultime non derivano solo dall’insieme dei saperi professionali specifici, ma sono la risultante della modalità di gestione e organizzazione strategica di questi da parte dell’individuo. Nel processo di acquisizione delle competenze entrano in gioco variabili cognitive di livello elevato, quali la strategia di elaborazione, adattabilità, capacità di problem solving, creatività, ecc. Le competenze possono essere definite anche come «skill in context», in quanto le conoscenze/capacità dell’individuo da sole non bastano a spiegare un comportamento lavorativo efficace, ma esse vanno riferite ad un contesto in cui vengono esercitate. Le competenze costituiscono il risultato di un continuo processo di costruzione attiva operato dalla persona in relazione all’ambiente in cui agisce e per tale ragione sono caratterizzate da una continua dinamicità, tanto che gli esperti parlano di «manutenzione» delle competenze. Per la scomposizione in competenze della figura professionale si fa qui riferimento al modello ISFOL delle competenze, che costituisce un approccio innovativo al tema della competenza professionale. Tale modello distingue, per ogni figura professionale, tre tipologie di competenze: competenze di base, quelle tecnico-professionali e quelle trasversali. Le tre tipologie possono incidere diversamente nella composizione della figura professionale, ma la loro presenza deve essere comunque garantita. • le competenze di base Si tratta di competenze cruciali per il cittadino-lavoratore e che sono ormai consensualmente riconosciute sia come prerequisito per l’accesso alla formazione sia per una migliore occupabilità e sviluppo professionale. Riguardano quello spettro di competenze ritenute fondamentali per l’informatizzazione e la socializzazione al lavoro, come ad es.: - informatica - lingue straniere - elementi di economia - elementi di organizzazione del mercato del lavoro - conoscenza del mercato del lavoro locale. • le competenze tecnico-professionali Sono costituite dai «saperi» e dalle tecniche che vengono ricavate dall’analisi delle attività operative che caratterizzano i processi in cui la figura opera. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 12 Riguardano quelle conoscenze e capacità determinanti per la specifica attività che la figura professionale dovrà svolgere. In questo caso dovranno essere elencate le competenze specifiche che si dovranno fornire per garantire l’esercizio della professionalità nel singolo settore di riferimento. • le competenze trasversali Sono quelle competenze relative ai comportamenti sul lavoro, patrimonio della persona, non legate ad un contesto professionale specifico. Si tratta in particolare di competenze comunicative, relazionali, decisionali, di problem solving, di negoziazione etc, competenze che sono essenziali per trasformare il «sapere» tecnico in una prestazione lavorativa efficace. Di seguito viene definito un iter progettuale comune utile alla definizione della figura professionale, che fa seguito alla precedente fase macro, propria del livello regionale. Fase 2 – Micro (livello di singolo progetto) ⇒ Individuazione delle aree funzionali di attività ritenute rilevanti per la figura professionale Si procede alla descrizione delle aree di attività rilevanti in ogni settore, precisando quali di queste aree saranno maggiormente interessate dai processi di innovazione. Ogni figura professionale scelta può afferire ad una o più aree di attività funzionali. In questa parte della piano esecutivo si dovranno segnalare quali aree interesseranno maggiormente la figura professionale, ad esempio: • processi di produzione • marketing • amministrazione • vendita e commercializzazione • ricerca, ecc. ⇒ Definizione della figura professionale A questo punto - a seconda dello specifico orientamento metodologico - è possibile procedere alla definizione di dettaglio della figura professionale. Questa dovrà avere anche una rilevante aderenza con i bisogni professionali dello specifico settore di domanda a livello locale. La definizione di dettaglio della figura professionale dovrà rispondere ai seguenti requisiti: ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 13 • valenza settoriale/plurisettoriale della figura professionale. Va individuato se si tratta di una figura professionale specifica (aderente ad uno specifico settore e/o all'interno di quel settore di una specifica area tecnica di attività) o di una figura professionale impiegabile in più aree di uno stesso settore o addirittura in più settori. • sbocchi sul mercato della figura professionale. Evidenziare le esigenze reali del mercato in relazione all’assorbimento della figura professionale, specificando se si tratta di una figura orientata al lavoro dipendente o autonomo. In relazione alle due possibilità di uscita della figura sul mercato si dovranno specificare quegli attori del sistema della domanda che hanno mostrato interesse alla formazione della specifica figura. ⇒ Correlazione con le direttive comunitarie per la transnazionalità delle professioni e delle competenze Le direttive comunitarie in materia di riconoscimento delle professioni hanno rappresentato un importante passaggio verso il tema della transnazionalità dei saperi, ponendo l’accento sulle qualifiche professionali. La progettazione del segmento formativo post-secondario IFTS dovrà tener conto anche degli elementi legati alla transnazionalità delle figure professionali che usciranno dai percorsi. Il tema delle transnazionalità delle figure professionali è stato già posto dalle due direttive dell'UE (89/58 e la 92/51) relative al riconoscimento delle professioni regolamentate per la mobilità dei lavoratori; la prima direttiva riguarda il riconoscimento dei titoli di istruzione e formazione superiore triennali e la seconda quelli di durata annuale. Più recentemente il dibattito sulla transnazionalità delle figure professionali ha spostato il focus dal riconoscimento delle professioni alla trasparenza e certificazione delle competenze. Nella piano esecutivo si dovrà comunque tener conto dei nuovi orientamenti in tema di standard per la trasparenza e la certificazione delle competenze tra i vari paesi dell’U.E. ⇒ Descrizione delle competenze della figura professionale L’analisi della figura professionale viene quindi condotta attraverso la descrizione delle competenze rilevanti per ogni settore e area di attività, per gli elementi di sviluppo individuati e per gli aspetti legati alla transnazionalità delle professioni. Nel modello delle indagini nazionali sia di Chirone 2000, che in quello dell’OBNF per l'analisi delle competenze viene utilizzato il modello ISFOL. La definizione della figura professionale comporta quindi la scomposizione della stessa in competenze, secondo la tripartizione: competenze di base, tecnicoprofessionali e trasversali. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 14 In relazione alle competenze di base, è necessario tener presente che i percorsi di IFTS consento una «mise a niveau» del patrimonio conoscitivo ed esperenziale dei singoli utenti, consentendogli in questo modo di rispondere a particolari esigenze di professionalità espresse dal contesto socio-economico territoriale. In relazione alle competenze tecnico-professionali, in questa fase della progettazione si dovrà definire più in dettaglio quali sono le competenze che riguardano il settore (o i settori) e l’area funzionale di riferimento per la figura professionale di riferimento. 1.3. Dalle competenze professionali agli obiettivi formativi Progettare il percorso partendo proprio dalla descrizione delle competenze professionali della figura di riferimento - aggregate secondo le tre tipologie - è certamente la modalità che rende più immediata ed efficace la traduzione in chiave formativa dei bisogni individuati. Il riferimento alle singole competenze professionali, pur se intrecciate coerentemente all’interno di un’unica figura di riferimento, consente in primo luogo di strutturare l’intero percorso formativo con modalità flessibili e modulari, e successivamente la predisposizione di piani individuali che tengano conto dei crediti/debiti in ingresso degli allievi. Inoltre, anche se le competenze finali del percorso sono correlate a quelle della specifica figura professionale, devono poter essere spese in contesti lavorativi differenziati e questo è possibile se la progettazione formativa fa riferimento alla figura professionale in modo non rigido. La stessa certificazione delle competenze acquisite nel percorso non fa riferimento infatti alla figura professionale come un «blocco unico», rispetto al quale si è conseguita la totalità delle caratteristiche richieste, ma prevede la possibilità di distinguere il possesso delle diverse competenze al termine del percorso in termini di ampiezza (a quale livello di complessità) ed intensità (quale grado di acquisizione). Si deve qui sottolineare che l’insieme delle competenze proprie della figura professionale non è mutuabile in modo diretto ai fini dell’individuazione delle competenze finali del percorso formativo, poiché tale insieme ne costituisce in qualche modo il riferimento «ideale», quelle competenze già consolidate attraverso l’esperienza lavorativa diretta, che non possono essere acquisite tout-court come output del percorso. Le competenze finali del percorso devono essere quindi identificate in relazione alle caratteristiche della figura professionale di riferimento, ma anche rispetto ad altri elementi: ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 15 • le caratteristiche del percorso formativo (durata e articolazione), in modo che ci sia coerenza tra queste ultime e le competenze-obiettivi finali; • le modalità formative (formazione d’aula, laboratorio, tirocinio, ecc.), in quanto alcune competenze richiedono tempi e possono essere acquisite solo grazie ad una sedimentazione che procede per gradi, seguendo l’accumularsi dell’esperienza lavorativa vera e propria; • gli aspetti di valutazione e certificazione delle competenze, che devono corrispondere ad una programmazione del percorso valutativo in grado di garantire una corretta e reale valutazione delle competenze finali del percorso, attraverso la predisposizione di strumenti appositi. Un percorso non adeguato o di breve durata, un piano formativo con una preponderanza di aspetti teorici, una progettazione che prevede un ampio numero di competenze finali da valutare, rappresentano tutti elementi che possono tradursi in termini negativi rispetto all’efficacia formativa del percorso. Alla base della progettazione dei percorsi formativi, al di là della figura professionale di riferimento, possono comunque essere individuati alcuni elementi comuni: • le competenze individuate devono avere una forte componente contestualizzata, legata cioè al settore di attività e al contesto territoriale in cui si esplicano: il «luogo» in cui si svolge la specifica attività professionale ed i «clienti» esterni ed interni con cui si relaziona. Per questo, i momenti di formazione teorica hanno continui richiami nell’attività pratica sul campo, in modo da attivare un processo di apprendimento che parte dall’esperienza concreta, utilizzando criteri di ricerca (teoria) per la soluzione delle singole situazioni problematiche (pratica); • i percorsi di formazione devono articolarsi secondo unità modulari, con la possibilità di fruizioni individualizzate e flessibili, prevedendo momenti per la verifica delle competenze acquisite e la programmazione di eventuali interventi di rinforzo/sostegno; • ogni modulo formativo, ogni competenza acquisita dovrà essere posta sempre in chiara connessione con le altre programmate, in modo da garantire coerenza all’intero percorso formativo. I moduli devono rispondere ad una duplice finalità: essere fortemente articolati per consentire una flessibilità di fruizione; mantenere però sempre correlati i diversi elementi con le competenze finali previste. Di seguito vengono riportate in modo sintetico le fasi del processo complessivo che, partendo dall’analisi dei fabbisogni di professionalità del mondo del lavoro, arriva alla programmazione degli obiettivi formativi, sopra analizzate in dettaglio. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 16 FASE 1 – MACRO (livello regionale) Analisi dei fabbisogni di professionalità con la concertazione delle Parti sociali, attraverso diversi strumenti di indagine, con riferimento ai documenti di programmazione economica nazionali regionali e locali e alle direttrici di sviluppo socio-economico locale. Individuazione dei settori produttivi di domanda Analisi di scenario settoriale Comparazione con l’offerta formativa esistente FASE 2 – MICRO (livello di singolo progetto) Definizione della figura professionale, anche rispetto all’evoluzione della figura stessa nel medio-breve periodo, ed individuazione dei bisogni formativi correlati ad essa. Comitato Tecnico Scientifico Individuazione delle aree funzionali di attività ritenute rilevanti per la figura professionale Definizione della figura professionale Correlazione con le direttive comunitarie per la transnazionalità delle professioni e delle competenze Descrizione delle competenze della figura professionale Individuazione dei macroobiettivi formativi conseguenti alla delineazione della figura professionale PROGETTAZIONE DIDATTICA E ORGANIZZATIVA ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 17 2. LA PROGETTAZIONE DIDATTICA 2.1. Il processo di progettazione didattica I percorsi formativi IFTS sono promossi, progettati e gestiti da più ‘attori’ che cooperano tra loro: scuole, centri di formazione, università, aziende o consorzi di aziende, centri di ricerca, organismi territoriali, associazioni di categoria, Parti sociali. Ciascuno di questi ‘soggetti’ concorre alla definizione della figura professionale che è ‘oggetto’ dell’intervento formativo. In particolare, il coinvolgimento delle Parti Sociali fin da questa fase assicura una reale corrispondenza tra le esigenze del mondo del lavoro (a livello dello specifico territorio) e l’individuazione delle competenze professionali della figura, da tradurre quindi in obiettivi formativi. L’individuazione degli obiettivi formativi è quindi effettuata con l’apporto specifico che tutti i soggetti coinvolti. L’insieme degli obiettivi è la base di partenza per la progettazione didattica dei percorsi IFTS. Fase macro La fase macro della progettazione didattica riguarda le operazioni relative al dimensionamento delle componenti del curricolo e alla definizione della struttura del progetto didattico. La scelta dei criteri di progettazione si può considerare una coda della fase precedente (definizione del profilo professionale e individuazione degli obiettivi formativi) e viene evidenziata solo per ragioni di verifica di coerenza. Come è stato ricordato in precedenza, è opportuno che la struttura o il gruppo che supporta il Comitato Tecnico Scientifico nella fase di predisposizione del piano esecutivo si avvalgano di persone con professionalità diverse e complementari: esperti (aziendali, professionisti), responsabili di strutture formative, formatori e docenti. Condizione necessaria per la buona riuscita del lavoro è che i progettisti siano scelti in base a criteri di competenza e non di pura rappresentatività. Si suggerisce di formalizzare il ruolo prioritario e i compiti precisi di ciascun soggetto che partecipa alla fase di progettazione macro: per facilitare il lavoro di tutti e renderlo almeno potenzialmente trasferibile e integrabile si consiglia di utilizzare strumenti operativi formalizzati (schede o ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 18 formulari appositamente elaborati). Ciò favorisce la collaborazione e la integrazione delle competenze, oltre che la chiarezza di rapporti. Per svolgere un lavoro efficace è fondamentale coinvolgere collegialmente e positivamente tutti coloro che contribuiscono alla progettazione. L’esperienza dimostra che in questo modo è più facile ottenere i seguenti vantaggi: • chiarezza e condivisione degli scopi comuni; • accettazione del ruolo svolto da ognuno; • disponibilità ad assumere responsabilità precise; • sviluppo delle capacità di lavorare insieme; • forte motivazione delle persone e delle organizzazioni coinvolte. Fase micro La fase micro della progettazione riguarda le operazioni relative alla progettazione dei moduli e la scelta delle modalità di formazione. Tali attività sono svolte da tutti gli operatori coinvolti direttamente nell’intervento formativo (docenti ed esperti disciplinari, formatori e dai coordinatori). Parte di questi saranno coinvolti ovviamente anche nella fase di progettazione macro. E’ importante ricordare che il back-ground culturale e professionale dei vari operatori coinvolti è spesso molto diverso. Non è facile far lavorare assieme docenti scolastici ed esperti esterni alla scuola, formatori e docenti universitari Bisogna tenere in considerazione i rispettivi punti di forza e di debolezza. I docenti, gli universitari e, in generale, gli operatori della formazione dominano maggiormente gli assetti disciplinari sistematici. Padroneggiano le metodologie che favoriscono l’apprendimento. Tendono però a sovraccaricare i contenuti teorici, sottovalutando spesso gli aspetti applicativi e interdisciplinari o l’apprendimento diretto. Gli esperti e gli specialisti conoscono molto bene le problematiche pratiche e gli aspetti applicativi. Spingono spontaneamente all’apprendimento diretto. Proprio per questo, però, tendono a dare per scontate le conoscenze di base, a sottovalutare i passaggi formali e ad appassionarsi ad aspetti circoscritti e definiti, con il rischio di suscitare apprendimenti episodici o frammentati. Partendo da tali considerazioni, si sottolinea l’importanza di predisporre interventi congiunti di formazione dei formatori, chiamando al confronto tutti i diversi operatori coinvolti nel percorso formativo, come sarà evidenziato nel par. 3.4. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 19 SCHEMA DEL PROCESSO DI PROGETTAZIONE DIDATTICA definizione del profilo professionale (competenze di base, tecnico-specialistiche, trasversali) individuazione degli obiettivi formativi specificare i criteri di progettazione fase di macroprogettazione 2.5 dimensionare le componenti del percorso formativo 2.3 definire la struttura del progetto didattico 2.4 2.6 scegliere il gruppo dei formatori fase di micro-progettazione progettazione organizzativa (cap.3) 2.2 selezionare gli allievi progettare i moduli (modulo stage) 2.7 2.8 stabilire orari e modalità di formazione sviluppare materiali didattici, esercitazioni, verifiche 2.9 2.10 ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 20 Note allo schema del processo di progettazione didattica Lo schema rappresentato nella pagina precedente individua l’insieme delle operazioni che costituiscono il processo di progettazione didattica e la loro concatenazione logica. Non bisogna tuttavia pensare che le singole operazioni individuate nello schema debbano essere svolte separatamente, una per volta, nella successione indicata dall’ordine numerico ad esse assegnato. In pratica non si verifica mai che il processo di progettazione si sviluppi come una sequenza seriale di fasi, ciascuna esclusivamente dipendente da quella precedente. Normalmente si procede in parallelo, valutando contestualmente le influenze reciproche delle varie operazioni. Ciò sta a significare che la progettazione didattica si deve concepire come un insieme coordinato di operazioni interdipendenti di cui è difficilmente individuabile in modo netto un inizio e una fine. Si può anche dire che il processo di progettazione richiede l’integrazione di molti aspetti di diversa natura. Per queste ragioni lo schema va interpretato in modo dinamico. Conseguenza immediata di quanto detto è che la progettazione non può considerarsi conclusa quando comincia la fase attuativa, ma prosegue anche dopo, perché bisogna tener conto delle esigenze nuove o diverse che nascono durante la realizzazione. Nello schema è individuata – genericamente – anche la progettazione organizzativa, della quale si tratta separatamente più avanti. L’indicazione è presente nello schema solo per ricordare l’esigenza di rendere fortemente coerenti tra loro i due aspetti – didattico e organizzativo – della progettazione del percorso IFTS. Il paragrafo 2.10 è indicato nello schema solo come operazione necessaria, ma non è sviluppato nella guida perché la sua concreta attuazione è strettamente legata a uno specifico percorso, alle metodologie scelte e alle diverse situazioni di realizzazione. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 21 2.2. I criteri di progettazione Una volta definita la figura professionale ed individuati i macro-obiettivi formativi, è necessario in primo luogo specificare i criteri di progettazione. Che cosa significa ‘specificare’ i criteri di progettazione? In questa guida, al verbo ‘specificare’ sono attribuiti – convenzionalmente – due significati diversi e complementari. Sono entrambi importanti. In primo luogo ‘specificare’ va inteso in senso determinativo. Esprime l’esigenza di precisare alcune scelte di fondo che guidano e influenzano tutte le operazioni successive, prima di iniziare il processo vero e proprio di progettazione didattica. In concreto, come viene illustrato nei punti seguenti, si tratta di prendere posizione esplicita su tre questioni: il rapporto integralità/funzionalità, il rapporto flessibilità/rigidità, il rapporto specializzazione/generalizzazione. Specificare i criteri di progettazione significa appunto precisare la scelta che si intende fare sul valore dei tre rapporti. Equivale, in altre parole, a esplicitare le proprie intenzioni. Va osservato che queste ‘scelte di fondo’ si fanno comunque, anche senza rendersene conto. Esse agiscono inevitabilmente su molti aspetti della progettazione didattica. Per questo motivo è bene prenderne coscienza. In secondo luogo ‘specificare’ deve essere inteso anche in senso dichiarativo. Non è sufficiente che le scelte di fondo siano note a coloro che devono progettare: è fondamentale che esse siano dichiarate, cioè rese pubbliche formalmente. Non fosse altro per il fatto che i progetti impegnano il denaro di tutti. Si è visto nel capitolo 1 che un percorso formativo IFTS viene progettato a partire dal quadro delle competenze che descrivono una specifica figura professionale (o un insieme omogeneo di figure professionali) e dalla loro ‘traduzione’ in obiettivi formativi. È importante notare che tra competenze e obiettivi formativi, pur esistendo un rapporto di derivazione molto stretto, non c’è una totale sovrapposizione. Innanzitutto, un certo insieme di competenze descrive una figura professionale così come essa risulta dalle osservazioni fatte sul luogo di lavoro. Gli obiettivi formativi, invece, individuano i risultati attesi alla fine dell’intervento di formazione. Non è possibile che questi ‘risultati attesi’ coprano totalmente l’insieme delle competenze, anche se tendenzialmente le toccano tutte. Esiste almeno una porzione di ciascuna competenza che si acquisisce solo durante l’esperienza lavorativa. Da questo punto di vista gli obiettivi formativi ricoprono – necessariamente – solo una parte del campo delle competenze. Inoltre, gli obiettivi formativi nascono non solo dalle competenze individuate: essi ‘traducono’ anche altre esigenze di formazione che possono non emergere dalle ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 22 osservazioni fatte sul luogo di lavoro. Si tratta di bisogni formativi che riguardano le persone (in generale, ma anche in quanto singolarmente portatrici di particolari richieste) e non semplicemente il ruolo o i compiti che esse devono svolgere sul luogo di lavoro. Da questo punto di vista gli obiettivi formativi debordano – necessariamente – oltre il campo delle competenze. competenze professionali obiettivi formativi • Primo criterio: il rapporto integralità/funzionalità La necessità di precisare questo criterio nasce dalle considerazioni sopra esposte. Un percorso IFTS deve avere, per definizione, caratteristiche di formazione ‘superiore’. Ciò comporta non solo che vengano proposti apprendimenti con un adeguato contenuto teorico e applicativo, ma anche che nel suo insieme il progetto non venga ‘appiattito’ sulle esigenze immediate o funzionali ad un ristretto settore/territorio. Il potenziale di professionalità acquisito dall’allievo deve essere sufficientemente ampio. Si tratta di trovare un punto di equilibrio tra le esigenze di integralità (che garantiscono completezza, compattezza, consistenza del piano formativo) e quelle di funzionalità (che assicurano efficacia, adeguatezza, utilità dell’intervento). Si può anche forzare l’uno o l’altro dei due poli In ogni caso l’importante è che questa scelta sia definita e che su di essa ci sia accordo. • Secondo criterio: il rapporto flessibilità/rigidità La questione richiamata dal secondo criterio è ben nota. La flessibilità si riferisce all’esigenza che i percorsi formativi di IFTS devono essere progettati di volta in volta in modo mirato, per rispondere alle richieste del contesto territoriale ed individuali. Nel contempo, tuttavia, è molto improbabile che il criterio della massima flessibilità sia sempre e comunque vantaggioso (cioè porti ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 23 automaticamente a risultati ‘buoni’). Le iniziative formative di livello qualitativo elevato (valide ed efficaci) esigono sempre un certo grado di stabilità, anche solo in considerazione del fatto che la loro qualità si costruisce nel tempo, spesso attraverso prove ed errori. Anche in questo caso bisogna scegliere un punto di equilibrio tra il criterio della massima flessibilità e quello della massima rigidità. Una posizione intermedia si adatta meglio ai percorsi IFTS. • Terzo criterio: il rapporto specializzazione/generalizzazione È diffusa la convinzione che un percorso formativo post-secondario debba essere sempre un percorso di specializzazione. In molti casi la figura professionale che viene individuata è circoscritta a un ambito di azione limitato o non ha spessore culturale ‘superiore’. Parallelamente, si assiste ad una crescente despecializzazione delle professioni. L’offerta formativa dovrebbe quindi preoccuparsi di formare prevalentemente generalisti piuttosto che specialisti. Scegliere consapevolmente su questa alternativa è importante. E ancor più importante è renderla nota. Si tenga conto che le scelte sui tre criteri sono di solito interdipendenti. Se, ad esempio, si sceglie il criterio della massima flessibilità, è facile che ci si trovi a dover scegliere anche i criteri della massima funzionalità e della massima specializzazione. esempio di grafico utilizzabile per evidenziare qualitativamente le scelte sui criteri integralità flessibilità specializzazio ne funzionalità rigidità generalizzazio ne La linea continua individua un percorso molto funzionale, flessibile e di specializzazione (tendenzialmente più vicino ad un corso di 2° livello della fp) La linea tratteggiata caratterizza un percorso più consistente, più stabile, di investimento culturale e professionale (un percorso IFTS dovrebbe essere tendenzialmente di questo tipo) ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 24 2.3. Le componenti del percorso formativo Questa operazione corrisponde a quella che in ambito architettonico si chiama planimetria o, più precisamente, distribuzione dei volumi che compongono una costruzione. Si tratta di una operazione di tipo macro, che si limita a individuare alcuni elementi principali del progetto, senza porre attenzione ai dettagli costruttivi che verranno definiti successivamente. L’operazione che suggeriamo è in realtà una rappresentazione grafica che consente di visualizzare concettualmente due aspetti della progettazione: 1• le componenti del percorso formativo sono dimensionabili in modi diversi e a ciascun modo corrisponde una particolare caratterizzazione della figura professionale. 2• non tutto il volume che descrive una certa figura professionale è colmabile durante il periodo formativo. Vediamo separatamente i due aspetti. • Primo passo Una figura professionale, già interpretata dal punto di vista del percorso formativo che deve ‘formarla’, si può rappresentare graficamente su tre assi, che coincidono con le tre tipologie di competenze: • l’asse delle competenze di base; • l’asse delle competenze tecnico-professionali; • l’asse delle competenze trasversali. A ciascuna figura professionale si possono associare sui tre assi dei segmenti che rappresentano il peso delle componenti nella definizione della figura professionale stessa. Le dimensioni (grafiche) assegnate individuano un volume (un parallelepipedo). Ogni volume rappresenta, dunque, una determinata figura professionale o un gruppo di figure professionali omogenee. Prima di continuare con il passo successivo è bene fare una verifica ‘volumetrica’. Serve a controllare se si sta partendo bene, cioè se ci sono le premesse per progettare una formazione ‘superiore’. • Secondo passo Bisogna distinguere il volume che rappresenta il carico di competenze proprio di una figura professionale da quello che è sviluppabile con il percorso formativo IFTS. Durante il periodo di formazione non si può (quindi non si deve) riempire tutto il volume ‘professionale’. Una parte più o meno grande di conoscenze e di capacità si acquisisce durante l’attività lavorativa. Quanto ai comportamenti, bisogna considerare che richiedono tempi lunghi per essere interiorizzati. È compito dei progettisti della fase macro stabilire il grado di riempimento possibile del volume ‘professionale’ nelle concrete condizioni in cui ci si ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 25 troverà ad operare. È ovvio che questa operazione implica una valutazione di massima dei contenuti di apprendimento proponibili sui tre assi durante il periodo formativo. Un punto cruciale del progetto didattico sta nel rapporto che si instaura tra le competenze tecnico-specialistiche e le competenze trasversali. Si tratta, in sostanza, del rapporto tra il momento conoscitivo-scientifico e quello applicativosperimentale. Queste considerazioni sono da tenere presenti soprattutto nella fase di progettazione dei moduli (vedi il successivo paragrafo 2.7). 2.4. La struttura del progetto didattico Le operazioni da prendere in considerazione in questa fase sono principalmente quattro: a) stabilire e caratterizzare le articolazioni temporali dell’intero progetto; b) scegliere una modalità di composizione delle parti; c) identificare e organizzare le parti in un insieme coerente; d) valutare i tempi parziali e complessivi necessari per la docenza e i carichi di lavoro degli allievi. Le quattro operazioni non vanno eseguite separatamente secondo la sequenza indicata. Normalmente si lavora contemporaneamente su tutte e si procede per approssimazioni successive. In particolare, il risultato definitivo della quarta operazione può essere ottenuto solo dopo aver completato anche la progettazione dei moduli (vedi paragrafo 2.7). Questo fatto conferma che il processo di progettazione didattica non è lineare: in realtà è un processo ciclico, perché è soggetto a controlli di tipo sistemico che possono retroagire per precisare, completare, modificare ecc. I criteri ai quali è opportuno rifarsi per eseguire le operazioni sopra indicate sono due: • suddividere l’insieme delle competenze in parti opportunamente dimensionate e aggregate, relativamente autonome e in sé concluse (moduli); • calcolare i pesi dell’insieme e delle singole parti considerando anche il carico totale di lavoro richiesto agli allievi. L’applicazione corretta di questi criteri può garantire due vantaggi importanti: a) una maggiore flessibilità del percorso formativo individuale, potendo utilizzare parti di un percorso in percorsi diversi (in tal modo si favorisce, in sostanza, il sistema dei crediti); b) una migliore possibilità di concludere positivamente il percorso nei tempi stabiliti, essendoci un più elevato numero di accertamenti su parti limitate di contenuti. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 26 Stabilire le articolazioni temporali dell’intero progetto può significare soltanto distribuirlo in annualità e in semestri. Se l’operazione si riduce a questo, il risultato è banale. Se, invece, ogni periodo (1° e 2° anno, 1°, 2°, 3° e 4° semestre, ad esempio) è anche caratterizzato da un preciso obiettivo generale di riferimento, al raggiungimento del quale concorrono coerentemente gli obiettivi di tutti i moduli che lo compongono, allora si ottiene un risultato (come progetto) potenzialmente molto più significativo. L’esigenza di dare coerenza al tutto non va sottovalutata. Si corre facilmente il rischio di elaborare ‘progettibricolage’, privi di identità, frammentati, costruiti in fretta, senza criterio. La strutturazione del progetto didattico in moduli non deve far pensare che esso sia costituito solo da moduli disciplinari. Il concetto di modulo si applica ugualmente bene anche ai laboratori, ai seminari, a un insieme di attività pratiche, al project work, allo stage/tirocinio. È sufficiente che tutte queste situazioni di apprendimento vengano progettate come unità ben definite, relativamente in sé concluse e potenzialmente componibili con altre, descritte in termini di competenze professionali quali obiettivi da raggiungere. La scheda riprodotta nella pagina successiva esemplifica una delle tante modalità utilizzabili per rendere esplicita la struttura di un progetto didattico IFTS. Naturalmente è abbondantemente vuota perché non è precisata la figura professionale di riferimento. Sono però indicati almeno due elementi importanti: la caratterizzazione dei periodi (anni, semestri e scansione dei moduli) e l’individuazione di alcuni moduli comuni a tutti i progetti (come lo stage). ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 27 esempio di scheda utilizzabile per definire la struttura del progetto (nell’ipotesi di 4 semestri) anno 1° consolidamento della preparazione tecnicoscientifica semestre 1° conoscenze e strumenti fondamentali moduli 1 2 3 4 5 6 7 ______________________________ ______________________________ ______________________________ ______________________________ ______________________________ ______________________________ ______________________________ ore/modulo ore/allievo _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ ________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ ________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ ________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ _________ ________ _________ _________ totale delle ore del 1° semestre 2° 1 metodi e tecniche 2 professionali 3 4 5 6 7 8 2° sviluppo delle capacità tecnicoprogettuali 3° metodi e tecniche 1 progettuali 2 3 4 5 6 7 8 9 _1° simulazione guidata__________ ______________________________ ______________________________ ______________________________ ______________________________ _2° simulazione giudata___________ ______________________________ ______________________________ totale delle ore del 2° semestre totale delle ore del 1° anno ______________________________ ______________________________ ______________________________ ______________________________ ______________________________ ______________________________ _gruppi project work______________ ______________________________ ______________________________ totale delle ore del 3° semestre 4° realizzazione di un progetto concreto 1 2 3 _lavoro di progetto_______________ _stage/tirocinio__________________ ______________________________ totale delle ore del 4° semestre totale delle ore del 2° anno totale delle ore del corso 2.5. Il gruppo dei formatori ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 28 Le denominazioni utilizzabili per identificare i soggetti che, all’interno di percorsi IFTS, debbono rivestire un qualche ruolo formativo (soggetti detti genericamente ‘formatori’) sono molto varie e dipendono da tradizioni culturali o esperienziali diverse. È tuttavia possibile, analizzando ciò che ognuno di essi fa (o dovrebbe fare), tracciare un quadro relativamente completo delle figure in campo, delle funzioni che svolgono e delle competenze che debbono possedere. Si possono individuare due fondamentali tipologie di formatori. Alla prima appartengono quelli che svolgono principalmente funzioni di raccordo. Comprende, normalmente, il direttore (o responsabile) del corso, i coordinatori (o responsabili didattici) delle attività, i tutor. Alla seconda appartengono quelli che svolgono principalmente funzioni di docenza. Comprende i docenti e gli esperti esterni. Non è escluso che ci possa essere una parziale sovrapposizione di funzioni (ad esempio, docenti che sono anche coordinatori o viceversa). Indichiamo alcune caratteristiche di ruolo delle diverse figure di formatori. Direttore/responsabile del corso: mantiene il raccordo con i committenti (scuole, centri, aziende, Regione, ecc.). assicura la coerenza di tutte le attività didattiche con gli obiettivi del progetto, fa funzionare il processo formativo rispettando i ruoli e utilizzando al meglio i contributi e le risorse a disposizione, prende tutte le decisioni che si rendono necessarie per il buon esito del progetto. Coordinatori/responsabili di aree disciplinari o di attività: in generale sono docenti o esperti che hanno il ruolo, unico o aggiuntivo alla docenza, di coordinare altri colleghi al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi, la coerenza dei contenuti e delle metodologie. Hanno compiti di supervisione dell’insegnamento, di integrazione operativa e di gestione delle valutazioni. Tutor: la definizione del loro ruolo, più o meno ‘carico’, varia in relazione ai contesti formativi in cui opera. In generale non hanno compiti diretti di docenza. La figura si caratterizza principalmente come interlocutore e punto di riferimento fisso per l’allievo: deve essere in grado di guidare il percorso di formazione, individuale o collettivo, secondo le fasi e le modalità previste; deve risolvere eventuali problemi organizzativi e comunicativi. In sostanza svolge un ruolo di interfaccia tra l’allievo e i docenti, gli esperti o il contesto organizzativo. Per tale ruolo si rimanda al par. 2.8. relativo alla progettazione dello stage. Docenti: il loro ruolo è sostanzialmente quello tradizionale. Alle competenze disciplinari e metodologiche, a loro si richiede che uniscano capacità di integrazione operativa con i colleghi. Esperti: sono coloro che non svolgono di professione l’attività di docenza, ma sono chiamati a svolgerla in un corso specifico. Provengono dal mondo professionale e ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 29 aziendale. Detengono le competenze specialistiche che determinano la validità e significatività del progetto, ma spesso non hanno gli strumenti per garantire l’efficacia didattica e dovranno quindi essere supportati in modo opportuno. In certi casi supportano o integrano i docenti in aula o fuori, seguono esercitazioni o sviluppano gli aspetti operativi e applicativi delle discipline. Operatori dei servizi di accompagnamento: sono coloro che, in modo predominante, si occupano di organizzare, gestire e rendere operativi i servizi di accompagnamento (individuati nel par. 3.5). Le competenze sono ovviamente differenziate, in relazione al servizio che esplicano. In alcuni casi, nel funzionamento dei intervengono servizi le altre figure (docenti, esperti, ecc.) che garantiscono la necessaria coerenza con le esigenze del progetto nel suo complesso e degli allievi in particolare. La docenza viene assegnata con strumenti molto flessibili (ad esempio, con contratti di collaborazione) e, di norma, senza organici fissi. Viene ricoperta da personale appartenente a vari settori: universitario, aziendale, professionale, scolastico, della formazione professionale. Per almeno il 50% il corpo docente deve essere composto da esperti provenienti dal mondo della produzione, delle professioni e del lavoro. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 30 tipo di scheda utilizzabile formatori con funzioni di raccordo incarichi 1. Direttore del corso __________________________________________ __________________________________________ 2. Coordinatori: __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ 3. Tutor __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ formatori con funzioni di docenza incarichi 1. Docenti __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ _______________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ _________________________________________ 3. Esperti __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 31 2.6. La selezione degli allievi Una efficace attività di selezione è propedeutica ad una ottimale realizzazione del percorso formativo, in particolare per quanto concerne l’andamento delle attività didattiche e gli esiti formativi del percorso. La precisione e la correttezza con cui vengono organizzate e gestite le attività di selezione contribuiscono ad affermare la qualità della struttura formativa e veicolano una immagine immediatamente percepibile delle sue capacità organizzative e gestionali. La fase di selezione, che a tutti gli effetti deve essere considerata come parte integrante del processo formativo, rappresenta infatti un momento di incontro e di reciproca conoscenza gli erogatori del servizio formativo e i potenziali fruitori, in cui le due parti possono meglio confrontare le rispettive esigenze. Una selezione efficace può essere impostata solo dopo la definizione generale del progetto (che abbiamo chiamato fase di macro-progettazione) e possibilmente prima di sviluppare la progettazione didattica di dettaglio (che abbiamo chiamato micro-progettazione). In effetti, la individuazione degli obiettivi formativi, il dimensionamento delle tre componenti del curricolo e la definizione della sua struttura consentono di individuare bene i prerequisiti che devono possedere gli allievi per poter seguire efficacemente il corso. D’altra parte, la conoscenza delle condizioni e delle conoscenze reali del gruppo di allievi con cui si lavorerà è un elemento essenziale per calibrare adeguatamente la progettazione didattica dei moduli e delle attività di apprendimento. La selezione deve essere comunque seguire la predisposizione di un bando pubblico - secondo la normativa UE – da parte del Comitato Tecnico Scientifico, in cui siano chiariti i criteri di selezione e le caratteristiche richieste. È importante che i prerequisiti siano ben definiti e, in qualche maniera, misurabili o comunque rilevabili; che vi sia accordo sul modo di riconoscerli; che i criteri e i risultati della selezione siano chiari ed espliciti per tutti. Le metodiche di selezione devono essere in sintonia con l’impianto progettuale del percorso: esse devono perciò esplorare le componenti relative alle competenze di base, tecnico-professionali e trasversali, utilizzando strumenti diversificati per la rilevazione dei saperi e per la diagnostica delle caratteristiche cognitive e di personalità. I corsi IFTS sono a numero chiuso. Il numero ‘normale’ di allievi è 20. Solo nel caso in cui la didattica d’aula prevede una prevalente strutturazione in gruppi di ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 32 lavoro, il numero di allievi può essere portato al massimo a 30. Il numero di allievi non è limitato se si utilizza la formazione a distanza. L’intero processo di selezione è composto, di norma, dalle seguenti fasi: 1• definizione dei prerequisiti di accesso La determinazione dei prerequisiti di accesso permette di realizzare a monte una «scelta» delle candidature, evitando in larga misura di dover effettuare tale operazione successivamente e con costi maggiori. Affinché sia possibile realizzare questo obiettivo è indispensabile - fin dal bando - elencare alcuni aspetti, tra i quali: requisiti di accesso (età, eventuali esperienze lavorative e/formative pregresse, formalità attinenti agli obblighi di leva), tipo di certificazioni anagrafiche, date di scadenza dei termini di presentazione delle domande di ammissione. Nel bando di selezione deve essere specificata con precisione la figura professionale di riferimento, la durata del percorso formativo ed il tipo di certificazione rilasciata; ulteriori informazioni basilari circa i contenuti del percorso e l’organizzazione didattica e logistica dello stesso, per ovvie ragioni, devono essere demandate alla fase dell’accoglienza e sono riservati agli effettivi allievi del percorso formativo. 2. pre-selezione La fase della pre-selezione ha inizio subito dopo la ricezione delle domande di candidatura, momento in cui gli addetti alla selezione effettuano una prima lettura delle richieste di ammissione, ai fini di verificarne la conformità rispetto alle indicazioni del bando. Nei casi in cui vi fosse un numero molto ampio di candidati è consigliabile procedere ad un primo screening, attraverso prove oggettive, per arrivare a definire la rosa dei candidati da ammettere alle prove di selezione più approfondite. Si ricorda che vanno comunicate ai candidati - per tempo e per iscritto - le modalità delle prove di selezione e i tempi e luoghi dell’effettuazione delle stesse. Qualora si sia in presenza di domande di ammissione non valide per vizi di forma o assenza dei prerequisiti richiesti, o si sia realizzata una pre-selezione con prove oggettive, si consiglia vivamente di informare i richiedenti in merito alla non accettazione della candidatura, motivando l’esclusione. Tale atteggiamento dei selezionatori evita nei candidati il protrarsi di aspettative e la creazione di un atteggiamento di sfiducia e diffidenza. 2• selezione La selezione prevede una gamma di prove che vanno da quelle relative alle conoscenze/competenze teoriche e pratiche, ai colloqui, individuali e di gruppo, per esplorare l’ambito motivazionale e relazionale. Di seguito si elencano alcuni tra i più diffusi strumenti di selezione: ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 33 Test I test di rilevazione delle conoscenze/competenze presentano, rispetto alle prove scritte meno standardizzate, il vantaggio di consentire la misurazione e la valutazione oggettiva. Con l’aiuto di un esperto, si possono strutturare prove oggettive ad hoc e la relativa griglia di valutazione. Colloquio individuale Per quanto attiene agli strumenti più soggettivi, quali il colloquio individuale, va segnalato che la garanzia per la loro corretta applicazione è individuabile nella professionalità dell’intervistatore. Quest’ultimo deve conoscere alcuni accorgimenti e tecniche specifiche e deve avere particolari caratteristiche personali, tra le quali: capacità di comunicare, di ascoltare, doti di empatia, serenità di giudizio, ecc. E’ preferibile, comunque, in sede di colloquio la presenza di almeno due operatori, per facilitare una valutazione più oggettiva e approfondita. E’ da tener presente che in questo caso si tratta di un colloquio per l’ammissione ad un percorso formativo: di conseguenza gli ambiti da esplorare riguarderanno la motivazione, il progetto personale in termini di aspettative professionali future, la storia pregressa e la convinzione in merito all’investimento formativo posto in essere. Prove collettive Le prove di gruppo, in particolare, consentono di verificare il comportamento sociale dei soggetti, evidenziando alcune caratteristiche di personalità, tra le quali: le capacità di leadership, l’autonomia decisionale, le capacità di negoziazione. Si consiglia l’applicazione di tale strumento quando si ha la necessità di valutare candidati rispetto ad una figura professionale caratterizzata da una forte componente di socialità. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 34 tipi di schede utilizzabili criteri di ammissibilità 1. età _______________________________________________________________________________ 2. titolo di studio_______________________________________________________________________ 3. altri titoli ammessi___________________________________________________________________ 4. titoli + prove di accesso_______________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ prove scritte tipo di prova (oggettiva) limite di validità del risultato 1.________________________________________ 2.________________________________________ 3.________________________________________ 4.________________________________________ 5.________________________________________ _________________________________________ _________________________________________ _________________________________________ _________________________________________ _________________________________________ colloquio domande tipo criterio di interpretazione 1.________________________________________ 2.________________________________________ 3.________________________________________ 4.________________________________________ 5.________________________________________ _________________________________________ _________________________________________ _________________________________________ _________________________________________ _________________________________________ sintesi del colloquio: elementi di interesse:____________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 35 2.7. La progettazione i moduli Un modulo è una unità di apprendimento nella quale sono strutturati in modo coerente i seguenti elementi costitutivi: a) i prerequisiti di ingresso; b) gli obiettivi di apprendimento (riferiti all'allievo); c) i contenuti di apprendimento (concettuali e operativi); d) le metodologie, i materiali e gli strumenti; e) i criteri e le forme di verifica degli apprendimenti. La durata di un modulo - intesa sia come totale delle ore di docenza che come carico totale (ore) di lavoro richiesto all'allievo - non è una variabile indipendente che viene assegnata a priori. Essa è un risultato provvisorio della fase di progettazione di un modulo e la sua quantizzazione definitiva può essere fatta solo alla fine della progettazione dell'intero percorso. Progettare un modulo significa definire in dettaglio tutti i suoi elementi costitutivi. In particolare è necessario: - individuare i prerequisiti di ingresso (sostanzialmente conoscenze e capacità); - formulare gli obiettivi di apprendimento in termini di prestazioni richieste all'allievo; - scegliere, analizzare e organizzare i contenuti; - scegliere le metodologie più adeguate, i materiali e gli strumenti; - definire i criteri e le forme di verifica. Poiché su questi problemi esiste un'ampia letteratura, qui non si danno ulteriori spiegazioni. La scheda della pagina seguente mostra in modo semplice e immediato come si possono raccogliere i risultati della progettazione. In questo caso si tratta di un modulo disciplinare, ma lo schema può essere utilizzato con piccole modifiche per ogni tipo di modulo. Una considerazione può essere aggiunta per quanto riguarda la scelta delle metodologie. Le fasi iniziali del percorso formativo possono anche adottare una metodologia tradizionale (lezioni frontali ed esercitazioni). Successivamente le metodologie da preferire sono quelle attive e interattive, miranti alla massima valorizzazione del fattore umano. Appartengono a questo tipo: • gli incontri informali con profess ionisti, imprenditori, rappresentanti del mondo politico, culturale e sociale; • le attività di tutorato, svolto da due formatori (aula e tirocinio); • il coinvolgimento diretto degli allievi, affidando loro, ad esempio, la preparazione ed esposizione di alcune lezioni; ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 36 • il lavoro di équipe, con particolare attenzione agli aspetti organizzativogestionali; • i seminari sulla metodologia di studio, con particolare riferimento alle tecniche di apprendimento e di comunicazione, alla redazione di documentazione tecnica; • l'analisi di progetti già realizzati e proposti come casi di studio; • il lavoro didattico per progetti reali a complessità crescente. 2.8. La progettazione del modulo di stage I percorsi di IFTS dovranno prevedere una attività di tirocinio/stage, svolta in luoghi di lavoro, che sia pari ad almeno il 30% del monte ore totale dell’intervento formativo; considerando che il vincolo posto normalmente dai documenti del Fondo Sociale Europeo ai fini dell’ammissione degli interventi formativi è pari al 20%, si conferma l’attenzione al collegamento reale con il mondo del lavoro, posta come base dei percorsi IFTS e rafforzata anche dalle indicazioni circa la struttura del corpo docente che dovrà essere composta, almeno per il 50%, da esperti provenienti dal mondo della produzione, delle professioni e del lavoro. Secondo le indicazioni della Nota Operativa il tirocinio dovrà essere progettato e gestito in modo integrato rispetto agli obiettivi del corso, le attività d’aula e le propensioni professionali dei corsisti. Si dovrà quindi porre la massima attenzione agli aspetti riguardanti il tirocinio già nella fase di costituzione dei Gruppi di progettazione (cfr. punto 2.1.) Risulterà essenziale infatti la presenza di rappresentanti delle aziende interessate all’accoglienza dei tirocinanti sia nel Gruppo di macro-progettazione, per quanto riguarda gli aspetti cruciali di impostazione del percorso (dimensionamento delle componenti e definizione della struttura didattica), sia nei Gruppi di micro-progettazione, dei quali uno dovrebbe essere dedicato in modo specifico alla progettazione del ‘modulo tirocinio’. Il Gruppo di micro-progettazione del tirocinio/stage dovrebbe essere integrato inoltre con la presenza dei tutor formatori e dei tutor aziendali (soggetti designati dall’azienda ospitante per l’affiancamento dei corsisti) che in tale sede potranno definire nel dettaglio le modalità di interscambio e di reciproca consultazione indispensabili sia per il controllo di congruenza tra le attività d’aula e le attività in azienda, sia per la messa in opera dei procedimenti di valutazione dei risultati conseguiti nel corso del tirocinio stesso. Dal punto di vista della raccolta dei risultati della progettazione il modulo tirocinio non si discosta in modo troppo netto dagli altri moduli, pertanto la scheda presentata a pagina 33 potrà, con le necessarie modifiche, essere utilizzata anche per il modulo tirocinio. Per quanto riguarda la struttura del progetto didattico, fermo restando quanto esposto al punto 2.4 circa i criteri guida, non si dovrà, com’è ovvio, collocare ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 37 necessariamente l’attività di tirocinio alla fine del percorso come avviene generalmente, sarà altrettanto plausibile prevedere due o più moduli collocati in itinere, secondo le necessità formative e soprattutto secondo le eventuali esigenze di compimento di periodi intermedi riferiti ad obiettivi formativi specifici. Di fondamentale importanza è la previsione, da definire in sede di progettazione, delle caratteristiche dei tutor aziendali, cioè coloro i quali seguiranno i corsisti nel corso del tirocinio. Tali caratteristiche dovranno essere definite in termini di esperienza professionale e di congruenza tra la posizione ricoperta e la natura della figura professionale in formazione. Anche l’assegnazione degli allievi presso le aziende ospitanti andrà esperita attraverso modalità definite in sede di progettazione: ad esempio, i tutor formatori avendo seguito gli allievi fin dall’inizio del percorso, nel rispetto delle preferenze e delle attitudini individuali, potrebbero giocare un ruolo chiave nella fase di assegnazione delle destinazioni in tirocinio. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 38 esempio di scheda utilizzabile per la progettazione di un modulo MODULO _________________________________ ___________________ prerequisiti necessari per seguire il modulo obiettivi di apprendimento valgono per tutto il modulo conoscitivi operativi periodo 1.____________________________________________________________________ 2.____________________________________________________________________ 3.____________________________________________________________________ contenuti articolarli per ciascuna unità didattica unità didattica 1 metodologie materiali valutazione ore docenza specificare modalità e raggruppamenti indicare anche strumenti, attrezzature.... precisare forme e criteri di accettabilità computarle separatamente per ciascuna unità unità didattica 2 unità didattica 3 comportamentali .......................... unità didattica n totale delle ore/docenza del modulo stima/valutazione del carico totale di lavoro richiesto all’allievo (in ore) lezioni laboratori lavoro di gruppo studio personale attività pratiche prove/verifiche ....................... ....................... unità didattica 1 unità didattica 2 unità didattica 3 unità didattica n modulo _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ _______ totale delle ore/allievo del modulo ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 39 2.9. La scelta delle modalità di formazione Per definire nel dettaglio le modalità di formazione è necessario in primo luogo stabilire gli orari. Non c’è bisogno di spiegare dettagliatamente che cosa significa ‘stabilire gli orari’. L’operazione si intuisce immediatamente. Si tratta, in sostanza, di definire il calendario delle attività. Qualsiasi strumento formalizzato che precisi «chi fa, che cosa, quando, in quanto tempo» va bene. Purché sia il più chiaro e completo possibile. Più delicata è l’operazione di stabilire le ‘modalità di formazione’ e il loro peso percentuale rispetto al tempo totale. Sotto l’espressione ‘modalità di formazione’ è compresa tutta la tipologia tradizionale e non – delle attività didattiche: lezioni, conferenze, seminari, esercitazioni varie, lavoro di gruppo, studio individuale, applicazioni, laboratori, visite guidate, viaggi di studio, stage, verifiche e altro. La scelta delle modalità più appropriate per un determinato percorso può essere limitata da vari fattori, alcuni strutturali, altri contingenti. In questi casi è possibile che il progetto sia costretto ad operare con pochi strumenti. È comunque doveroso rimuovere gli ostacoli e creare le condizioni per poterne utilizzare il maggior numero. Una semplice scheda che rilevi le disponibilità reali di strutture, di attrezzature, di aule attrezzate, di laboratori, di supporti didattici per lo svolgimento di certe attività ecc. è sufficiente per proporre le opportune decisioni. A ciascuna modalità va assegnato un tempo definito. Per non frammentare troppo i tempi è opportuno aggregare tra loro attività omogenee. L’esempio riportato qui sotto mostra una distribuzione fortemente calibrata sul laboratorio (che assieme allo stage occupa ben due terzi del tempo totale disponibile). Ma sono ovviamente possibili anche altre distribuzioni percentuali. È importante mettere in evidenza il fatto che qualsiasi scelta sui pesi percentuali delle modalità formative deve essere fatta in coerenza con gli altri parametri del progetto. esempio di distribuzione percentuale dei tempi per le diverse modalità formative modalità formativa % tempo lezioni, conferenze, seminari esercitazioni in aula ricerca di gruppo studio individuale laboratori stage aziendale* visite/viaggi di studio esercitazioni individuali verifiche/prove di esame 10 13 3 1,5 33 33 4 2,5 tempo totale 100 ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 40 3. LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA 3.1. La fase di accoglienza degli allievi Il momento dell’accoglienza costituisce una fase delicata del percorso formativo, nella quale vengono poste le basi per un positivo avvio delle attività di formazione. In questa fase sono previste una serie di azioni, rintracciabili tra le seguenti: • viene effettuato il bilancio di competenze degli allievi selezionati, che consentirà di elaborare piani individualizzati, anche alla luce dei risultati delle attività di selezione • viene stipulato il patto formativo, relativo ai risultati attesi dagli allievi e dagli operatori della formazione • vengono illustrate le modalità logistico-organizzative del percorso. La giornata di apertura dell’intervento formativo prevederà la presenza del coordinatore delle attività, insieme al tutor d’aula e ad alcuni degli operatori di formazione coinvolti. Viene garantito in questo modo il «passaggio di consegne» ai soggetti che in prima persona gestiranno le esperienze di apprendimento. I docenti, in quella occasione, possono offrire spiegazioni sugli argomenti dei moduli, a proposito dei quali non sempre il coordinatore del progetto e il responsabile delle attività organizzative possiedono adeguate conoscenze. E’ molto importante, nella programmazione della fase di accoglienza, tener presente che uno dei suoi scopi principali riguarda la socializzazione dei singoli soggetti nel gruppo, prevedendo delle attività che favoriscano lo scambio di informazioni sulle personali esperienze ed aspettative. In tal senso si deve porre attenzione a diversi fattori: • lo stile comunicativo adottato dagli operatori presenti al momento dell’accoglienza • l’intervento di un esperto – di norma il tutor d’aula - che favorisca il confronto e si ponga come facilitatore delle dinamiche di gruppo • la disposizione logistica dell’ambiente, che dovrà consentire interazioni «faccia a faccia» durante la trasmissione delle informazioni e la discussione. Il momento dell’accoglienza sarà facilitato da una precedente attività di selezione, nella quale si realizza un primo momento di incontro tra gli operatori e gli allievi. In questa occasione solitamente vengono utilizzati metodi informali, quali l’autopresentazione secondo una schema libero, in cui ogni partecipante si presenta ed espone le proprie esperienze ed aspettative. Talora si possono utilizzare brevi questionari, che offrono lo spunto per una discussione su specifiche tematiche; questa modalità consente di acquisire preliminari informazioni sulle condizioni ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 41 con cui i singoli allievi affrontano il percorso e sulle caratteristiche della loro interazione nel gruppo. La funzione dei docenti/formatori consiste essenzialmente nell’esporre i contenuti del percorso e gli obiettivi da conseguire, l’organizzazione e le modalità di valutazione e certificazione. Sarà opportuno evidenziare le relazioni tra i contenuti e le esperienze pregresse dei singoli. Il momento dell’accoglienza si conclude con la formulazione del patto formativo. 3.1.1. Il bilancio di competenze Il bilancio di competenze è una metodologia attiva di orientamento, in cui il soggetto è protagonista del processo poiché contribuisce alla sua definizione in collaborazione con gli esperti coinvolti. Attraverso tale metodo si persegue l'obiettivo di individuare competenze, attitudini professionali e personali, bisogni, aspirazioni del soggetto e di utilizzare tali informazioni per tracciare le possibili evoluzioni professionali. Il presupposto di base è che sia possibile gestire autonomamente la propria mobilità sociale e professionale, a partire dalla consapevolezza delle proprie risorse e dal riconoscimento delle competenze acquisite attraverso le esperienze vissute nel tempo. E’ da considerarsi anche come un valido strumento della progettazione formativa, in particolare dei percorsi individualizzati, in quanto consente la rilevazione di specifici bisogni formativi. L’approccio di tipo qualitativo che viene utilizzato permette una analisi approfondita della situazione individuale attraverso l’esplorazione di informazioni dettagliate sulla storia personale e professionale, condotta sulla base di alcuni strumenti, tra i quali la redazione della biografia, le interviste in profondità, i questionari a risposte aperte, i test psicologici. Il modello francese di bilancio di competenze. Tale metodologia è nata in Francia agli inizi degli anni Ottanta, dove viene largamente utilizzata: fin dal 1986 è stato costruito un sistema nazionale, decentrato regionalmente, di C.I.B.C. - Centres interistitutionneles de Bilan de Compétences (Centri inter-istituzionali per il bilancio di competenze), strutture pubbliche che offrono un servizio di orientamento sia su richiesta dei singoli, che delle imprese per i loro dipendenti. Il bilancio di competenze, in quanto strumento complesso, può essere utilizzato solo da personale esperto, in particolare da un'équipe di professionisti costituita dal Consigliere di bilancio, uno psicologo del lavoro, un sociologo, un esperto di ergonomia, un esperto del mercato del lavoro e della legislazione relativa. L'elaborazione dei bilanci si sviluppa in momenti diversi di colloquio tra il consulente di bilancio e l'utente, intervallati da fasi di riflessione individuale, per ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 42 un periodo di tempo che è di norma non inferiore ai due mesi. Nei periodi che intercorrono tra i colloqui e, sulla scorta di opportunità ravvisate congiuntamente dal consulente ed dal soggetto, possono esserci degli incontri con uno psicologo del lavoro o con altri esperti dell'équipe, nel corso dei quali si può considerare la possibilità di avvalersi di strumenti per la valutazione oggettiva delle potenzialità, degli interessi, delle motivazioni e altri aspetti della personalità. Il processo si snoda attraverso tappe il cui succedersi è rigidamente determinato. • stipula del contratto, in cui il Consigliere di Bilancio spiega il dispositivo, le finalità, le potenzialità per la persona e gli impegni che questa deve assumere, mentre il soggetto deve esplicitare la motivazione fondamentale che lo spinge ad aderire al progetto. • redazione del curriculum vitae scritto, con cui ha inizio il processo di valutazione vero e proprio; va evidenziato che questo è relativo alla vita del soggetto nel suo complesso e non solo all'area professionale. Lo scopo è di "misurare" il soggetto nella narrazione scritta, da affiancare ad una successiva narrazione orale, il cui confronto è ricco di significati. • primo colloquio, impostato a partire dalle indicazioni del curriculum scritto, è libero, in quanto vengono rispettati tempi e modi individuali; è consigliabile comunque che si segua una scala ragionata di aree di indagine, relative ad alcune problematiche che non possono rimanere inesplorate. In questa fase di analisi delle informazioni, è di fondamentale importanza il supporto del Consigliere finalizzato ad una rilettura delle esperienze pregresse, anche in termini di nuove prospettive. L'esperto sarà impegnato nella traduzione delle informazioni in competenze da capitalizzare o da sviluppare e l'utente in una riflessione sulla propria vita professionale e in un attento processo di auto-valutazione. • fase di sintesi, che chiude il processo, nel corso della quale viene redatto un documento conclusivo, i cui risultati vengono discussi con il soggetto, eventualmente rivisti ed affiancati da informazioni relative a possibili sbocchi lavorativi - a cura degli esperti del mercato del lavoro - e da indicazioni circa lo sviluppo professionale. Il portafoglio di competenze è il prodotto finale di tutto il processo, che contiene tutti i documenti elaborati, tra cui una sintesi relativa alle competenze ed alle potenzialità dell’individuo ed è di esclusiva proprietà del soggetto. Il portafoglio presenta dunque le competenze individuate e, come asse di sviluppo, le competenze che si ritiene utile maturare; tutto questo rappresenta il patrimonio che, in quel momento della vita, il soggetto possiede in relazione al suo progetto professionale. Come si può facilmente desumere dalla sintesi appena tracciata, le attività previste per l’effettuazione di un bilancio di competenze presuppongono alcuni aspetti da considerare con la massima attenzione. Si tratta di una metodologia complessa sul piano tecnico che non può prescindere da alcuni presupposti, tra i quali: ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 43 - la professionalità dei tecnici coinvolti, che richiede una formazione specifica - una struttura adeguata, in termini di logistica e di strumenti a disposizione - un impiego di risorse economiche piuttosto consistente - la creazione di una sensibilizzazione dei fruitori e di una cultura del contesto atta a sviluppare l’utilizzo di tale metodo. Inoltre, l’esame delle esperienze estere e delle applicazioni effettuate nel nostro Paese mostrano l’utilità di tale strumento in particolare per la strutturazione di percorsi rivolti a fasce adulte di popolazione. Per tale ragione ed in considerazione dell’investimento di risorse che esso richiede, si consiglia di estrapolare alcuni passaggi della metodologia originale, elaborando uno strumento di più facile e breve applicazione. 3.1.2. La predisposizione dei piani formativi individualizzati Il focus sui bisogni di formazione dei soggetti costituisce uno degli orientamenti più innovativi dei percorsi di IFTS; in questa direzione si muove la progettazione di tutte le fasi del percorso formativo, in particolare quella relativa all’accoglienza degli allievi, con la totalità degli strumenti previsti precedentemente per la rilevazione di tali bisogni. La caratteristica principale dei percorsi è quindi la flessibilità, che consente una ampia gamma di modalità organizzative, per aderire alle specifiche condizioni di partecipazione dei singoli al percorso formativo. Le condizioni di partecipazione sono dunque il risultato di un insieme di fattori in grado di promuovere l’impegno del singolo all’attività formativa. A seguito dell’effettuazione dei colloqui individuali e dei bilanci di competenze è possibile effettuare la predisposizione dei piani formativi individualizzati, alla luce degli elementi di valutazione emersi e in relazione agli obiettivi formativi del percorso. L’elemento di riferimento per la loro predisposizione è duplice: • il singolo allievo, con le proprie esperienze pregresse di studio e di lavoro, le competenze maturate, le possibilità attuali di accesso alla formazione (condizione lavorativa, permessi di formazione, ecc.) • le caratteristiche del percorso, in termini sia di aspetti organizzativi (tempi, modalità, articolazione), che di competenze professionali offerte dal percorso, che costituiscono l’imprescindibile riferimento per la costruzione dei percorsi individuali. Nella costruzione del piano individuale si dovranno tener presenti una serie di fattori, anche di tipo organizzativo, che consentano l’efficace partecipazione al percorso. E’ possibile, ad esempio, prevedere una flessibile calendarizzazione o strutturazione delle modalità di partecipazione individuale all’attività ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 44 formativa, che sia in relazione con gli aspetti derivanti da particolari condizioni lavorative e sociali. Saranno, inoltre, predisposte modalità di organizzazione didattica che prevedano momenti di formazione individuale o auto-formazione, per consentire all’allievo di apprendere al ritmo e nei tempi più confacenti alle proprie esigenze. In questo modo si potranno strutturare interventi di rinforzo, recupero o approfondimento di particolari ambiti tematici, finalizzati all’acquisizione di specifiche competenze professionali. La costruzione di piani individualizzati comporta un notevole carico di lavoro ai responsabili della progettazione didattica, ai singoli docenti/formatori e richiede particolari attenzioni in tutta la fase della programmazione didattica e operativa. Per tale ragione, fermi restando gli obiettivi finali del percorso in termini di competenze professionali, si procederà alla predisposizione di piani individualizzati nei casi in cui è necessario. 3.1.3. Il patto formativo Il patto formativo sancisce l’ingresso dell’allievo nel percorso formativo, individuando e rendendo chiaramente visibili e condivise le aspettative del singolo rispetto all’offerta formativa e gli impegni del soggetto erogatore in termini di competenze professionali in uscita al percorso. Esso coinvolge necessariamente entrambe le parti, allievo/i e soggetto/i che erogano la formazione, che si impegnano reciprocamente a rispettare ed assolvere quanto sottoscritto. In questo senso, il patto formativo rientra in una visione del percorso formativo che deve essere fruito dall’utente in modo non standardizzato, flessibile in quanto viene costruito anche contestualmente per rispondere alle esigenze degli specifici percorsi personali e professionali. L’allievo diventa quindi partecipe della definizione e organizzazione del proprio percorso. Il patto formativo presuppone che gli impegni sottoscritti siano monitorati e verificati sia in itinere, che al termine del percorso formativo, con tempi, strumenti e modalità definiti al momento della stipula del patto stesso. Nella verifica finale è necessario che siano posti in relazione i termini iniziali del patto con i risultati effettivamente raggiunti, rilevati con modalità condivise da entrambi i soggetti, per arrivare ad una risoluzione del patto stesso. Esso rappresenta infatti uno strumento attraverso cui è possibile: • assicurare adeguata chiarezza sui diritti/doveri di entrambi i soggetti coinvolti; ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 45 • individuare gli obiettivi formativi specifici in relazione al singolo allievo, per consentire successivamente la verifica/autoverifica del loro raggiungimento al termine del percorso; • valorizzare nell’allievo le capacità di analisi e programmazione del proprio percorso formativo, rispetto agli obiettivi individuati, nonché di aumentare la motivazione ed il coinvolgimento rispetto al percorso stesso; • promuovere le azioni di monitoraggio e verifica del successo formativo dei singoli allievi e di qualità dell’offerta elaborata. Le fasi di predisposizione del patto formativo sono collegate agli altri strumenti di accoglienza degli allievi e si situano nei seguenti momenti: ⇒ la presentazione del percorso formativo: attraverso colloqui con operatori esperti coinvolti nel percorso allo scopo di illustrare la figura professionale di riferimento (in termini di competenze da raggiungere), gli obiettivi formativi e le modalità di realizzazione dello stesso (tempi, fasi e contenuti) per pervenire all’eventuale adesione dell’allievo; ⇒ l’ingresso nel percorso formativo: attraverso modalità di valutazione delle competenze in ingresso dell’allievo e colloqui individuali, allo scopo di individuare eventuali crediti/debiti formativi e definire il piano individualizzato di formazione (competenze in uscita, modalità di fruizione, obiettivi per singoli moduli, interventi di supporto individuale, ecc.); ⇒ l’inizio dell’attività formativa: è in questa fase che viene stipulato e sottoscritto da entrambe le parti il patto formativo, ponendo particolare attenzione alla definizione delle singole componenti della proposta formativa elaborata. Eventualmente, può essere prevista una fase collettiva di presentazione del patto formativo nei casi in cui questo riguardi l’intero gruppo degli allievi. Il patto formativo richiede, ai diversi soggetti coinvolti, alcuni impegni ben definiti: • al Comitato tecnico-scientifico, rispetto alla definizione degli obiettivi formativi conseguente alla stipula dei patti formativi e alla valutazione formativa complessiva degli esiti dei singoli patti, oltre alla validazione dei crediti formativi individuati in ingresso e in uscita dai percorsi; • all’operatore della formazione che lo ha sottoscritto, relativamente alla fase iniziale e di predisposizione, nonché durante lo svolgimento del percorso formativo (organizzazione degli interventi di supporto individuale, monitoraggio e verifica dei risultati, ecc.); • all’allievo, in quanto fruitore consapevole del percorso, grazie al rispetto di determinate modalità di frequenza e partecipazione individuate nel patto, e attraverso attività di auto-valutazione in itinere dei risultati raggiunti. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 46 3.1.4. Il libretto formativo Il libretto formativo ha lo scopo di documentare il curriculum formativo e le competenze acquisite dall’individuo; è quindi uno strumento che consente di mettere insieme - in forma coerente e leggibile - i diversi elementi che fanno riferimento a singole parti del percorso individuale, sia esso scolastico, formativo o lavorativo. E’ fondamentale che da esso emergano in modo evidente anche le caratteristiche del percorso che ha consentito all’individuo di sviluppare tali competenze, anche in termini di crediti formativi maturati. E’ uno strumento a cui fanno già riferimento diverse sperimentazioni regionali e in alcune regioni esso è già recepito nella normativa per la formazione professionale, anche se la sua denominazione può essere diversa (libretto formativo, certificato di competenza, libretto di certificazione, passaporto formativo, ecc.): essendo nato comunque all’interno del contesto della FP, al momento attuale difficilmente vi vengono registrate le esperienze maturate in ambito scolastico o lavorativo. Proprio nell’ottica di percorsi formativi integrati, in cui si riconosce valore formativo all’apporto dell’esperienza professionale, è invece fondamentale che la totalità delle esperienze dell’individuo sia certificata e riportata all’interno del libretto formativo. Deve essere possibile rendere accessibili le informazioni contenute nel libretto tanto al singolo individuo, quanto ai soggetti formativi o del mondo del lavoro. E’ necessario che sia scritto in modo chiaro, consentendo la lettura degli elementi in esso contenuti su di un piano duplice: in quanto parti di un unico percorso complessivo e come aspetti che, pur se in termini di apporti differenziati, siano comparabili tra di loro. Per la sua costruzione è necessario quindi porre attenzione a due aspetti fondamentali: • il numero e la qualità delle informazioni contenute, cercando di ridurre queste ultime a quelle maggiormente rilevanti; • le chiavi di codificazione condivise, che consentano di comparare le diverse tipologie di esperienze e le relative competenze secondo un unico modello e linguaggio di riferimento. Fin dal momento del suo ingresso nel percorso formativo, devono essere registrate sul libretto dell’allievo: • il percorso scolastico e formativo effettuato, evidenziando le specifiche caratteristiche, ove possibile; ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 47 • le competenze professionali in suo possesso, anche con riferimento ad esperienze lavorative o extra-lavorative, effettuate in modo parziale o in campi diversi. 3.2. Gli aspetti logistico-organizzativi La positiva gestione del percorso formativo è legata non solo agli aspetti di programmazione didattica e delle risorse impegnate, ma anche a tutti quegli elementi propri della sua organizzazione logistica (sedi, orari, materiali, ecc.). In qualche misura, tali elementi costituiscono l’ossatura che regge il peso di tutto il progetto formativo e ne consente un’efficace realizzazione. In questo senso, è di fondamentale importanza che entrambe le dimensioni progettuali (didattico-metodologica e organizzativa) siano considerate in ugual misura e - soprattutto - in stretta correlazione. Le attività da realizzare e gli elementi da prendere in considerazione per la programmazione degli aspetti logistico-organizzativi del percorso sono numerosi, anche in relazione alla tipologia dei percorsi formativi elaborati. E’ importante considerare che sono necessari diversi mesi di lavoro per una completa predisposizione di tali aspetti. E’ funzionale al raggiungimento degli obiettivi complessivi del percorso formativo la presenza di una segreteria organizzativa che abbia la responsabilità gestionale rispetto a tutti gli aspetti logistico-amministrativi. Verranno qui evidenziate le principali componenti da tenere presenti nel momento della progettazione: → le strutture formative Per la realizzazione dei percorsi è necessaria una pluralità di sedi formative, anche in considerazione dei diversi soggetti coinvolti (scuole, CFP, università, imprese). A tale scopo, è importante sottolineare che le diverse strutture dispongono di attrezzature differenziate e che deve essere programmata la loro utilizzazione in funzione delle attività previste nei diversi moduli. Ai fini della predisposizione della programmazione esecutiva, particolare cura va posta ad una ottimizzazione dei tempi formativi in relazione alla dislocazione delle sedi da utilizzare. → le risorse impegnate Si tratta di definire con chiarezza le risorse umane, strumentali e economiche impegnate rispetto al percorso formativo. Nel piano operativo delle attività vanno individuati: • gli operatori da impegnare - a diverso titolo - nelle diverse fasi, nonchè predisposti dei relativi accordi; ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 48 • le strutture utilizzate, rendendole disponibili nei modi e tempi previsti dal percorso formativo; • le attrezzature (tecniche, informatiche, ecc.) necessarie allo svolgimento delle attività programmate; • le risorse finanziarie, predisponendo gli strumenti relativi alla loro corretta ed efficace gestione. → il timing dettagliato E’ fondamentale individuare con chiarezza con quali modalità temporali vengono realizzati i percorsi formativi, in termini sia di macro-fasi, che di gestione quotidiana delle attività. Il planning dettagliato di realizzazione del percorso formativo, comprese le fasi precedenti e successive all’intervento vero e proprio, deve essere realizzato in una forma che consenta di intrecciare i diversi aspetti (operatori coinvolti, sedi, tempi, strumenti, ecc.), con un immediato controllo dell’andamento operativo dello stesso. → i servizi accessori Si dovrà prevedere la predisposizione di servizi rivolti agli allievi, funzionali alla loro efficace partecipazione al percorso. Tra questi si ricordano: l’eventuale trasporto alla sede delle attività e tra le diverse sedi, il servizio di mensa e di alloggio per gli allievi (ove necessario), i servizi informatici, l’assistenza amministrativa agli allievi, le modalità di utilizzazione dei servizi di accompagnamento previsti, ecc. Sarà possibile programmare alcuni degli elementi sopra indicati solo successivamente alla fase di selezione degli allievi, in modo che siano definite in dettagliato la programmazione didattica, le attrezzature necessarie, ecc. Si dovranno prevedere anche modalità organizzative flessibili, per essere in grado di intervenire rispetto a situazioni impreviste o critiche. 3.3. Gli organismi di gestione La predisposizione dei percorsi formativi di IFTS richiede la costituzione di forme associative e consortili tra diversi soggetti promotori ed è quindi fondamentale l’attenzione posta agli organismi di gestione che si rendono responsabili della programmazione e controllo delle diverse fasi operative. Tutti questi soggetti sono chiamati infatti a sottoscrivere un accordo organizzativo, su di un modello predisposto dal Comitato Nazionale di progettazione, di cui è parte integrante il piano esecutivo predisposto. Il coinvolgimento delle rappresentanze istituzionali e del mondo del lavoro è funzionale a ogni progetto formativo integrato, che abbia come obiettivo non solo un’ottimizzazione dell’offerta formativa, ma anche una ricaduta territoriale sulla politica economica ed occupazionale. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 49 Come indicato nella Nota Operativa, per ogni progetto deve essere costituito un Comitato Tecnico Scientifico, composto da rappresentanti dei diversi soggetti coinvolti (scuola, CFP, università, imprese, associazioni, ecc.) con responsabilità di coordinamento e supervisione relativamente a: la programmazione delle attività, la gestione operativa, il monitoraggio e la valutazione interna ed esterna. L’attenzione principale di tale organismo è rivolta ad armonizzare operativamente i contributi delle varie tipologie di operatori coinvolti. Rappresenta comunque il riferimento funzionale di tutti gli altri organismi di gestione. Si riporta di seguito l’articolazione di alcuni organismi di supporto al Comitato Tecnico Scientifico che è possibile costituire, qualora se ne ravveda la necessità, con la declinazione delle possibili funzioni. • Struttura di progettazione, composta da esperti progettisti ed anche da alcuni operatori dei diversi soggetti coinvolti. Il Comitato potrà avvalersene per predisporre il piano esecutivo del percorso formativo. • Staff operativo, composto dai coordinatori, responsabili per le varie strutture, dai responsabili del tutoring, e dai responsabili dei servizi non formativi (amministrativo-finanziario, di accompagnamento, ecc.). I suoi compiti sono relativi alle gestione operativa delle attività, funzionale allo svolgimento ottimale dell’intervento formativo, relazionandosi alle linee individuate dal Comitato. Per ciascuno degli organismi individuati è importante prevedere momenti di incontro con cadenza regolare, elaborando strumenti di gestione e valutazione delle attività svolte dai singoli organismi, in modo da favorire l’azione di monitoraggio del progetto. 3.4. La formazione dei formatori • E’ importante chiarire, in primo luogo, che con il termine «formatori» ci si riferisce ad una vasta gamma di operatori coinvolti nel percorso formativo, a partire da quelli con funzioni di supervisione e coordinamento, fino ad arrivare ai singoli docenti impegnati nell’attività formativa vera e propria. I percorsi di IFTS si configurano, infatti, come percorsi integrati: di conseguenza chi opera in essi, oltre alle competenze proprie della specifica funzione, dovrebbe: • saper raccordare in modo congruente il proprio lavoro all’interno di un gruppo eterogeneo; ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 50 • • adottare procedure, tecniche, modalità operative condivise dall’intero gruppo di operatori; saper individuare l’apporto che le attività programmate, di sua responsabilità, possono dare all’acquisizione delle competenze professionali degli allievi, individuate come obiettivi formativi. Alcune direttrici fondamentali sulle quali impostare l’attività di formazione dei formatori riguardano: a) la costruzione e la diffusione di comuni linguaggi ed approcci culturali; b) la valorizzazione delle diverse esperienze formative maturate nei sistemi scolastico, di F.P. e nel mondo del lavoro; c) l’individuazione di alcune procedure e metodologie di lavoro capaci di favorire la progettazione e la programmazione didattica in forma integrata. Le finalità dell’intervento formativo saranno quindi le seguenti: • arricchire e diffondere, mediante il confronto, una cultura dell’integrazione Gli operatori si trovano in un contesto in cui l’obiettivo formativo è raggiunto solo se le attività proposte vengono svolte in un clima di reciproco riconoscimento delle proprie modalità e specificità operative: da ciò discende l’esigenza di condividere (mettere in comune) obiettivi, tecniche, linguaggi, approcci culturali, modalità valutative, relativi al percorso professionalizzante che si deve progettare e/o gestire. • ampliare il bagaglio di professionalità dell’individuo L’obiettivo è quello di proporre una formazione unitaria e integrata, nella quale le conoscenze culturali sono finalizzate a saper «leggere» la realtà e a saper «operare» in e su di essa, tenendo conto però di una pluralità di approcci, metodologie e strumenti. Le innovazioni richieste agli operatori per la gestione del percorso formativo di IFTS, così come delineato in precedenza, non riguardano solo gli aspetti metodologici, ma anche i contenuti e le modalità stesse della formazione. L’attività formativa deve quindi essere rivolta a tali elementi innovativi, riassumibili in: • lo sviluppo e la gestione di un progetto il cui focus è costituito dalle competenze professionali; si trasformano radicalmente, ad esempio, le modalità di progettazione didattica e del processo di valutazione; • la strutturazione del percorso formativo, caratterizzato da forti momenti di alternanza e di formazione sul campo, che prevede la predisposizione di piani formativi individualizzati e momenti in itinere di ingresso/uscita degli allievi; • le norme per lo svolgimento del progetto, che richiedono la condivisione ed il coordinamento di più organismi di gestione; ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 51 • la connotazione sperimentale dei nuovi percorsi, con un’apertura a destinatari non consueti al segmento post-secondario, quali le fasce adulte, che richiede un’azione strutturata di monitoraggio e valutazione dei singoli progetti. In tale quadro, che costituisce l’insieme dei saperi «metodologici» da condividere, si inseriscono i contenuti specifici delle attività formative rivolte alle diverse figure professionali operanti nei percorsi di IFTS. La formazione di operatori che hanno già esperienza concreta - a vario titolo della gestione di percorsi formativi con queste caratteristiche, può opportunamente basarsi sulla valorizzazione di tale potenziale. I destinatari dell’intervento di formazione, quindi, saranno posti in una situazione che valorizzi l’esperienza professionale e che supporti la motivazione e la formazione continua. Per questo l’organizzazione dell’intervento deve essere molto flessibile, cioè capace di differenziarsi in relazione sia a diverse situazioni di partenza, sia al maturare di nuove consapevolezze e, quindi, di nuovi bisogni formativi. 3.5. Le misure di accompagnamento Le misure di accompagnamento costituiscono l’insieme dei servizi di supporto all’allievo: servizi non formativi, ma relativi alle azioni che rendono maggiormente fruibile il percorso formativo e ne favoriscono il successo, anche in termini di inserimento lavorativo o di ulteriore formazione. Essi rappresentano le condizioni per l’ampliamento dell’accesso a tali percorsi da parte di diverse tipologie di soggetti (anche a rischio di esclusione sociale e lavorativa) e per la loro percorribilità con risultati positivi. E’ evidente che questo insieme di servizi non viene erogato esclusivamente dalle strutture formative responsabili del progetto, in quanto alcuni di essi esulano dalle loro specifiche competenze istituzionali. Le misure di accompagnamento si compongono, infatti, di diverse attività offerte anche dalle altre agenzie del territorio (formative, di orientamento, per l’inserimento lavorativo, ecc.), messe a disposizione dell’allievo attraverso la stessa struttura formativa. Si tratta di rendere fruibile per l’allievo una rete di servizi presenti sul territorio, in modo da aiutarlo a soddisfare una serie di bisogni differenziati, che vanno dalla scelta del percorso formativo, all’esigenza di riqualificazione a quella della ricerca di lavoro. Anche se ciascuna misura richiede competenze e attività differenziate, è possibile che il ruolo di coordinamento di ogni servizio sia svolto in parallelo da un numero limitato di persone, con specifiche competenze professionali. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 52 Tra le misure di accompagnamento previste dal progetto, particolare attenzione deve essere posta alle seguenti: • Informazione Un supporto informativo adeguato costituisce un aspetto essenziale dell’esercizio del diritto allo studio e alla formazione. Nel territorio sono già presenti diverse strutture operanti con questa finalità; dovrà essere cura dei soggetti proponenti, in primo luogo, di creare dei collegamenti con tali strutture per la pubblicizzazione dello specifico percorso formativo, oltre a programmare proprie iniziative a questo scopo. Devono essere individuate una o più risorse impegnate nel progetto che abbiano la responsabilità di questo aspetto specifico. Le azioni di informazione vanno sviluppate soprattutto in fase di avvio dei percorsi, ma devono essere comunque garantite con continuità durante il loro svolgimento, attraverso modalità da definire, per consentire gli eventuali ingressi o uscite in itinere degli allievi. Obiettivi − garantire la capillare diffusione dell’informazione sullo specifico percorso formativo − rispondere alla domanda individuale di informazione relativamente agli aspetti contenutistici ed organizzativi dello specifico percorso formativo − offrire un supporto informativo rispetto all’offerta formativa di tipo superiore esistente sul territorio − fornire il necessario collegamento con i servizi informativi del territorio Attività previste − Sportello informativo individuale, anche on-line − Collegamento a banche dati sull’offerta formativa del territorio − Giornate informative − Azioni di pubblicizzazione (stampa, televisione, radio, internet, ecc.) con produzione di materiali ad hoc Risorse e strutture − Responsabile del servizio informativo per il progetto − Centri per l’informazione e l’orientamento del territorio − Siti telematici specializzati • Orientamento ai percorsi di studio Il servizio di orientamento si configura come un supporto all’allievo in un duplice momento: a) all’ingresso del percorso, per aiutarlo nella scelta e nella predisposizione di un percorso di formazione individualizzato in alcuni aspetti; ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 53 b) all’uscita dal percorso, per assisterlo nell’eventuale scelta di proseguire verso ulteriori opportunità formative. Nel primo stadio l’orientamento si collega necessariamente con le altre attività previste dal progetto in questo ambito ed è strumentale soprattutto alla definizione del patto formativo; nella seconda fase è in stretta correlazione con quello di inserimento lavorativo, nel caso in cui la propensione individuale sia verso il mondo del lavoro. Le modalità privilegiate per le azioni di orientamento non dovranno necessariamente riguardare il singolo allievo, ma possono essere previsti interventi per piccoli gruppi o utilizzando strumenti standardizzati, ad esempio questionari, che consentono di rilevare i bisogni e le aspettative individuali a questo proposito. Obiettivi − supportare la realizzazione del bilancio di competenze possedute dagli allievi in ingresso per l’inserimento nello specifico percorso formativo − individuare gli elementi necessari alla predisposizione del piano personalizzato di partecipazione al percorso (insieme all’allievo e agli operatori coinvolti), nei casi in cui sia necessario − favorire la partecipazione degli allievi al percorso formativo attraverso la definizione di modalità specifiche (ad esempio: accordi con le istituzioni e le Parti sociali per l’accesso di determinate tipologie di utenti) − evidenziare dei percorsi individuali di sviluppo formativo, attraverso l’individuazione delle modalità e tipologie di ulteriori percorsi, in relazione alla valutazione finale delle competenze possedute Attività previste − Bilancio delle competenze individuali (attraverso strumenti standardizzati e colloqui) − Attività di orientamento individuale finalizzato alla predisposizione dei piani personalizzati di formazione − Sportello per l’orientamento a disposizione degli studenti (con cadenza periodica) anche on-line − Collegamento a servizi di orientamento telematici e presenti nel territorio Risorse e strutture − Responsabile del servizio di orientamento per il progetto − Specialista del bilancio di competenze − Centri per l’informazione e l’orientamento del territorio − Siti telematici specializzati. • Consulenza individuale E’ un’attività personalizzata, sul modello del counselling, che mira a sostenere l’allievo durante il percorso formativo e a prevenirne l’abbandono. Attraverso tale ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 54 servizio sarà possibile seguirlo fin dal momento della costruzione del percorso individualizzato, coordinandosi con il servizio di orientamento, e aiutarlo nel corso dell’intervento formativo in relazione a diversi fattori (apprendimento, motivazione, relazioni, ecc.) che condizionano il successo formativo. Sarà necessario stabilire uno stretto collegamento con gli operatori del percorso formativo (coordinatori, docenti, formatori, tutor, ecc.) per operare efficacemente sugli aspetti sopra indicati. Obiettivi − supportare gli allievi in relazione al processo di apprendimento − favorire nell’allievo l’acquisizione di strumenti di auto-diagnosi dei problemi relativi al percorso formativo − indirizzare gli allievi verso servizi esterni specialistici, nel caso di necessità − cooperare con gli operatori del percorso formativo nell’individuazione dei problemi e delle possibili soluzioni Attività previste − Colloqui individuali su richiesta degli interessati − Incontri di verifica con gli operatori del percorso formativo Risorse e strutture − Tutor formativi − Esperti di consulenza individuale − Centri di consulenza del territorio • Inserimento lavorativo Il servizio di accompagnamento per l’inserimento lavorativo promuove l’incontro tra la potenziale domanda di lavoro e gli allievi in uscita dal percorso interessati a trovare un’occupazione. In questo tipo di percorsi la progettazione formativa viene svolta con un ampio ricorso alla collaborazione con i soggetti del mondo del lavoro e si basa sulla pratica dell’alternanza: queste stesse dinamiche facilitano ovviamente l’incontro domanda e offerta di lavoro. Le attività prenderanno in considerazione le diverse forme di lavoro: autonomo, dipendente, nel settore pubblico e privato, ecc. Tale servizio, in particolare, vede il coinvolgimento delle strutture per l’impiego, in quanto costituisce uno dei possibili canali che facilitano l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro e deve quindi integrarsi con le strutture aventi questa finalità, presenti nel territorio. Il servizio opererà soprattutto nella fase conclusiva del percorso, prevedendo comunque momenti finalizzati alla conoscenza del mercato del lavoro specifico anche in itinere. Obiettivi ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 55 − favorire la conoscenza degli allievi circa le diverse opportunità del mercato del lavoro, in relazione alle specifiche competenze professionali − creare canali di collegamento con agenzie/soggetti che operano nel campo del reclutamento, selezione, collocamento lavorativo − realizzare momenti di incontro diretto tra i soggetti del mercato del lavoro di specifici settori/aree e gli allievi interessati ad inserirsi in esso − promuovere forme di incontro con i soggetti operanti nel lavoro autonomo per la promozione della creazione d’impresa da parte degli allievi interessati − creare uno strumento informativo periodico sulla specifica domanda di lavoro Attività previste − Seminari e/o giornate informative rivolte agli allievi sulle diverse possibilità di inserimento lavorativo per la specifica area professionale − Diffusione delle informazioni derivanti dall’analisi delle richieste di professionalità specifiche (bacheca informativa, bollettino periodico, ecc.) − Collegamento a banche dati sulle opportunità di lavoro relative alla figura professionale considerata − Incontri con le aziende del territorio interessate dalla specifica professionalità degli allievi Risorse e strutture − Responsabile del servizio di inserimento lavorativo − Tutor formativi e aziendali − Strutture per l’impiego del territorio ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 56 4. IL PROCESSO DI VALUTAZIONE 4.1. La valutazione nel ciclo di vita di un progetto di formazione L’architettura generale del processo di valutazione può essere articolata nelle seguenti fasi: − la definizione di un oggetto di analisi; − l’esplicitazione di un’ottica, di una «lente», attraverso la quale indagarlo (i quadri di riferimento che si esprimono in criteri e indicatori di valutazione); − la «raccolta di dati» attraverso strumenti coerenti con i quadri di riferimento; − la «espressione di un giudizio valutativo» (confronto tra standard definiti e risultati conseguiti). Prima di entrare nel merito delle diverse tipologie di valutazione riteniamo utile fornire alcuni cenni generali sulle dimensioni che caratterizzano l’azione valutativa. ⇒ Le finalità Considerando l’intervento formativo come un’attività che si caratterizza per essere costruita intorno ad un sistema di obiettivi, la valutazione assume il significato di criterio di giudizio sul raggiungimento di questi, e quindi sull’efficacia dell’azione formativa. In questa ottica, l’azione valutativa diviene un processo parallelo alla formazione, un mezzo per intervenire sull’iter formativo evidenziandone i punti di forza e di debolezza e permettendo in tal modo di migliorare il processo di perseguimento degli obiettivi. La valutazione costituisce, quindi, il «banco di prova» dell’intero processo di progettazione e realizzazione delle azioni formative. Le operazioni che la caratterizzano sono finalizzate all’esigenza di cogliere tutti gli elementi che consentono di: • verificare se i risultati conseguiti in sede di realizzazione possono essere considerati soddisfacenti in rapporto alle aspettative; • riconsiderare analiticamente l’intero processo, ai fini di una ridefinizione degli elementi deboli. ⇒ L’oggetto e l’unità di analisi La valutazione si configura come un sistema per controllare, confrontando i risultati ottenuti con gli obiettivi, le varie fasi del processo formativo. In un’ottica sistemica, la valutazione procede in parallelo all’intervento formativo, producendo un processo di feed-back fondato sul meccanismo azione formativa/feed-back valutativo/decisione/azione formativa. Si delinea, quindi, un processo attraverso la costruzione di sistemi di controllo continui: valutazione del contesto organizzativo, valutazione degli input (metodi, risorse, didattica, ecc.), valutazione dell’attuazione (monitoraggio), valutazione dei ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 57 risultati (apprendimento, comportamento, prestazioni). Le dimensioni spazio-temporali dell’intervento formativo – la sua articolazione per fasi, la possibile esistenza di diversi «luoghi» dove si articola il processo di apprendimento nonché le diverse fasi del percorso – ci obbligano a determinare la porzione di spazio e di tempo da sottoporre ad analisi. Tale porzione consisterà appunto nella unità di analisi (la singola fase o l’intero percorso formativo, ad esempio). ⇒ La dimensione logico- cronologica Stabilire «quando valutare» significa riflettere sulle modalità in cui l’attività valutativa interviene, e in quale forma, nell’attività formativa intesa come complesso processo decisionale. In questo senso, la valutazione diviene la premessa essenziale ad ogni fase decisionale del percorso formativo, sul piano didattico, su quello organizzativo-gestionale, su quello relativo agli esiti dell’intervento realizzato. Per quanto attiene alla dimensione logico-cronologica riportiamo in questa sede la suddivisione classica tra valutazione ex ante, valutazione in itinere, valutazione ex post. La valutazione ex ante può contribuire alla definizione degli obiettivi del percorso formativo, al loro ordinamento in sistemi di obiettivi ed alla verifica dell’esistenza dei prerequisiti iniziali; la valutazione in itinere, orientata al controllo ed al monitoraggio, assume la funzione di feed-back per il processo formativo in corso di svolgimento; la valutazione ex post è orientata alla verifica dei risultati dell’intervento formativo realizzato: al fine di verificare il conseguimento degli obiettivi formativi, può assumere la forma della valutazione differita o d’impatto. ⇒ I soggetti Nell’ambito del ciclo di vita di un progetto di formazione, con riferimento alla posizione occupata dai soggetti rispetto al percorso, ed all’oggetto, si distinguono sostanzialmente due tipi di valutazioni: - una valutazione interna; - una valutazione esterna. La valutazione interna riguarda sia il raggiungimento dei traguardi di apprendimento dei singoli soggetti in formazione, sia la valutazione complessiva del progetto. La prima, didattica, attesta il possesso requisiti conoscitivi e professionali in vista dell’accesso ad una data posizione/ruolo di lavoro; la seconda accompagna lo svolgimento del progetto dalla rilevazione dei fabbisogni formativi alla verifica dei risultati. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 58 I metodi utilizzati possono essere quantitativi (test, prove strutturate, questionari) e qualitativi (prove semistrutturate, interviste e colloqui); i soggetti della valutazione sono interni all’unità di analisi. La valutazione esterna riguarda gli aspetti di congruità delle singole fasi rispetto all’intero percorso formativo, e del percorso stesso con l’impianto progettuale generale. L’unità di analisi verrà di conseguenza a coincidere con i diversi segmenti o con l’intero percorso, nel caso in cui l’analisi di congruità abbia come parametro l’architettura progettuale generale; i metodi utilizzati variano con le fasi nelle quali si articola il processo valutativo; la responsabilità della valutazione è in genere di un soggetto esterno al processo formativo. Va evidenziato il carattere organico del processo valutativo per quanto attiene ai soggetti, agli strumenti, alle finalità che entrano in gioco nelle diverse fasi del percorso formativo. Tale organicità dovrà necessariamente informare di sè la logica della progettazione esecutiva delle attività formative. 4.2. L’impianto metodologico di valutazione Le considerazioni prima richiamate rispetto al processo di valutazione possono essere sviluppate nelle seguenti linee operative, tenendo conto delle caratteristiche peculiari del percorso IFTS. Tra le peculiarità più rilevanti, ricordiamo il ruolo rivestito dalle parti sociali, le quali prenderanno necessariamente parte ai diversi livelli delle azioni valutative previste. Nella Nota Operativa per la progettazione esecutiva dei percorsi IFTS, la valutazione interna al percorso coincideva con quella didattica mentre quella esterna riguardava sostanzialmente gli esiti del percorso e gli aspetti di congruità delle singole fasi con il progetto complessivo e del progetto con l’impianto generale. In questo paragrafo continueranno ad essere utilizzati i concetti di valutazione interna ed esterna, tuttavia il loro significato generale subirà un’ulteriore specificazione. 4.3. La valutazione interna La valutazione interna dei percorsi IFTS riguarderà sia l’aspetto didattico, relativo agli apprendimenti degli allievi, sia la valutazione complessiva del progetto operata dal Comitato Tecnico Scientifico. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 59 4.3.1. La valutazione didattica La valutazione didattica riguarderà l’accertamento delle competenze professionali maturate dagli allievi, avendo come punto di riferimento l’utilizzazione concreta di queste nei contesti lavorativi di riferimento. Le unità di analisi saranno costituite dalle attività didattiche; tra i metodi utilizzati per misurare la capacità d’uso delle conoscenze, dei comportamenti e delle abilità acquisite dagli allievi, evidenziamo lo svolgimento di una prova pratica integrata da una relazione tecnica e da un colloquio; i soggetti di tale valutazione, i docenti coinvolti nel progetto, sono interni al processo formativo. Oggetto di analisi saranno le competenze professionali maturate sia alla fine di ogni modulo che al termine dell’intero percorso formativo. La valutazione parziale delle competenze – effettuata alla fine di ogni modulo – verrà utilizzata ai fini del riconoscimento dei crediti formativi maturati all’interno del percorso. L’ottica analitica privilegiata consisterà nel valutare ciascuna delle competenze maturate (siano queste di base, tecnico-professionali o trasversali) – considerate come unità multidimensionali (insiemi di conoscenze, capacità/abilità operative, comportamenti e atteggiamenti) - attraverso la valutazione delle attività ad esse collegate presenti in ogni modulo. Se ogni modulo è stato articolato in termini di competenze professionali e di corrispondenti attività predisposte per gli allievi, le fasi di «raccolta dati» e quella della «espressione del giudizio valutativo», introdotte nel paragrafo precedente, consisteranno nell’analisi e nell’apprezzamento delle attività, considerando ogni competenza come unità articolata nelle dimensioni conoscitiva, abilitativa e comportamentale, che necessariamente rientreranno nel processo valutativo di fine modulo. L’evidente necessità di congruenza tra la definizione dell’impianto didattico «per competenze» e le modalità di valutazione di queste ultime motivano la scelta di specifiche prove di fine modulo e di fine percorso. Si riporta di seguito una possibile articolazione di tali prove. Le valutazioni di fine modulo e di fine percorso si compongono di alcune prove che – in base alla tipologia delle competenze da valutare – potranno consistere, a titolo esemplificativo, in una o più delle seguenti modalità: - una «prova di simulazione»: ai docenti, d’accordo con i progettisti, spetterà il compito di ideare delle attività nelle quali sia riconoscibile l’elaborazione autonoma dell’allievo, che si concretizzi nella realizzazione di un «prodotto ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 60 finito». La valutazione di fine modulo verterebbe quindi sull’analisi delle attività poste in essere ai fini della realizzazione di tale prodotto; - una «relazione tecnica» descrittiva (ad es. la descrizione di un processo di lavoro articolato in fasi) nella quale, in base ad alcune linee guida, si potrebbe richiedere all’allievo l’analisi dettagliata di un problema e le possibili soluzioni tecnico-operative; - un colloquio di approfondimento sul «prodotto» realizzato e sulla relazione svolta, nel quale potrebbero essere maggiormente sviluppati i nodi critici emersi dalle prove precedenti. Qualora dalla progettazione di tali prove si evincesse l’impossibilità di testare in quella sede tutte le competenze «di modulo», la valutazione desumibile dalla prova sarebbe efficacemente integrata dalla raccolta di indicatori – opportunamente selezionati e rilevati dal docente - nel corso dello svolgimento del modulo stesso. 4.3.2. La valutazione del progetto La valutazione del progetto si svolge lungo tutto il percorso IFTS ed è di competenza di ogni singolo Comitato Tecnico Scientifico. Riprendendo la scansione logico-cronologica introdotta nel precedente paragrafo, individuiamo tre momenti di valutazione: una fase ex ante, una fase in itinere, una fase ex post. Nella fase ex ante sarà verificata l’esistenza dei presupposti idonei ad avviare il percorso formativo (in termini di figure professionali richieste e fabbisogni formativi territoriali emergenti, risorse presenti, esistenza di una domanda di formazione superiore, ecc.) nonché la congruità del progetto con i fabbisogni rilevati. Operativamente, ciò comporterà l’analisi: - dei contenuti di partenza (caratteristiche degli allievi, domanda di professionalità proveniente - dal mondo del lavoro e domanda sociale di formazione emergente); • delle risorse impegnate (finanziarie, strutturali, logistiche, umane, ecc.). Nella fase in itinere si effettuerà il monitoraggio delle attività relative alla gestione del progetto relativamente a: meccanismi di coordinamento e di revisione, grado e modalità di integrazione dei soggetti coinvolti, controllo delle fasi relative all’elaborazione ed allo sviluppo della formazione, sviluppo del percorso formativo (le prestazioni dei formatori e delle strutture formative), ecc. L’obiettivo è quello di individuare e risolvere eventuali criticità emergenti durante lo svolgimento del percorso formativo mediante appositi interventi di sostegno. Orientata al monitoraggio ed al controllo dell’intervento, si pone in rapporto costante con le azioni tecniche e le decisioni didattiche che ne caratterizzano la realizzazione assumendo la funzione di feed-back. In questa fase, l’azione valutativa consisterà nell’analisi dei documenti e dei materiali prodotti, e nell’osservazione rivolta: ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 61 • • • • • • alle modalità di pianificazione ed esecuzione delle attività; alla gestione dell’ambiente di apprendimento; ai metodi di erogazione della formazione; alla formazione dei formatori; agli atteggiamenti/comportamenti dell'utenza; agli aspetti quali-quantitativi dell’interazione tra i soggetti coinvolti nell’erogazione della formazione. Nella fase ex post saranno verificati i risultati raggiunti in riferimento alle competenze acquisite, alle possibilità di utilizzo della formazione ricevuta in contesti professionali o percorsi formativi successivi, all’efficacia occupazionale, al grado di soddisfazione degli ex partecipanti, anche nell’ottica di una riprogettazione dell’intervento. Oggetti della valutazione ex post saranno, quindi, gli esiti e le ricadute dell’intervento formativo, stimate attraverso l’analisi: - dei processi attivati (processi organizzativi e didattici); - delle risorse utilizzate (finanziarie, strutturali, umane, ecc.); - dei risultati conseguiti (competenze maturate, grado di soddisfazione dell’utenza, impatto sul mondo del lavoro). Gli strumenti utilizzabili per la valutazione del progetto saranno: - gli strumenti utilizzati per la valutazione didattica delle competenze acquisite; - questionari sulla soddisfazione dell'utenza; • rilevazioni sulla ricaduta occupazionale dell’azione formativa. Per una parte almeno di tali strumenti, i Comitati Tecnico Scientifici responsabili della valutazione di progetto potranno avvalersi delle indicazioni metodologiche e dei supporti operativi predisposti a livello centrale. Tali strumenti, di interesse nazionale, saranno utilizzati per la raccolta di dati, a carattere quantitativo e qualitativo che riguarderanno: - le modalità di attuazione dell’iniziativa (strutture, risorse, formatori, processi organizzativi, ecc.); - le caratteristiche degli allievi; - i materiali prodotti; - i risultati raggiunti (in termini di: impatto sul mondo del lavoro e sul sistema formativo territoriale; soddisfazione dell’utenza e dei diversi soggetti coinvolti; integrazione tra i sistemi, ecc.). 4.4. La valutazione esterna La valutazione esterna dei singoli progetti di IFTS ha lo scopo di analizzare gli elementi caratterizzanti tali percorsi, attraverso la predisposizione di una strumentazione nazionale condivisa, in modo da sostenere la progettazione a regime del sistema di FIS. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 62 Gli elementi emersi dalla valutazione esterna dei singoli progetti confluiranno nella valutazione esterna della sperimentazione nel suo complesso, consentendo di effettuare parallelamente due azioni: − un’attività di monitoraggio dell’andamento delle sperimentazioni in modo da verificarne l’evoluzione, individuando per tempo i punti di forza e di debolezza, e programmare gli interventi più opportuni di sostegno per garantire il buon esito dell’iniziativa; − una verifica dei risultati finali raggiunti dalle sperimentazioni in modo da poter fare un bilancio complessivo dell’esperienza e diffonderla successivamente ad altri contesti. I due ambiti di azione interesseranno i 3 livelli della sperimentazione, con responsabilità e funzioni differenziate: • di progetto, di responsabilità del singolo Comitato tecnico-scientifico, riguarderà un’attività di monitoraggio dell’iniziativa secondo indicatori e attraverso strumenti anche concordati a livello nazionale, in modo da consentire la successiva valutazione della sperimentazione nel suo complesso; questa attività si intreccerà con quella di valutazione interna che dovrà essere organizzata da ciascun progetto, tesa a verificare i risultati del progetto stesso rispetto agli obiettivi previsti; • regionale, di responsabilità del Comitato regionale, riguarderà una attività di monitoraggio dell’andamento delle sperimentazioni, in modo da fornire indicazioni utili sia per la successiva programmazione dell’offerta, sia per il monitoraggio e la valutazione della sperimentazione nazionale; • nazionale, di responsabilità del Comitato Nazionale di Progettazione, riguarderà in primo luogo l’impianto complessivo del processo di valutazione e successivamente il controllo, indirizzo e verifica della sua concreta attuazione, in modo da poter sottoporre a verifica anche le premesse socio-economiche da cui prendono le mosse i percorsi di IFTS. L’attività di valutazione riguarderà molteplici aspetti, tra cui: congruità tra progetto formativo, esiti formativi ed occupazionali; qualità del percorso formativo e del progetto in generale; prestazioni dei formatori e delle strutture formative; grado e modalità di integrazione dei soggetti coinvolti, e sarà effettuata, nei rispettivi ambiti, dal Comitato regionale e dal Comitato nazionale di progettazione. Il Comitato regionale valuterà ex ante la coerenza di ogni progetto rispetto agli obiettivi regionali, realizzerà in itinere il monitoraggio delle attività relative alla gestione degli interventi formativi su scala regionale, e verificherà ex post i risultati raggiunti in vista della ridefinizione del piano regionale di IFTS. Il Comitato nazionale di progettazione: valuterà ex ante la coerenza di ogni progetto rispetto agli obiettivi della sperimentazione; realizzerà in itinere il ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 63 monitoraggio dell’andamento delle sperimentazioni in modo da verificarne l’evoluzione, individuando per tempo i punti di forza e di debolezza, e programmare gli interventi più opportuni di sostegno per garantire il buon esito dell’iniziativa; e verificherà ex post i risultati raggiunti in vista della ridefinizione del piano nazionale e per la messa a regime del sistema di IFTS. SOGGETTI E TIPOLOGIE DI VALUTAZIONE RELATIVE AI PERCORSI IFTS Soggetti Docenti Comitato Tecnico Scientifico Comitato Regionale Comitato Nazionale di Progettazione Valutazione interna didattica ♦ Valutazione esterna di progetto ♦ ♦ ♦ SOGGETTI E DIMENSIONI CCRONOLOGICHE DELLA VALUTAZIONE DEI PERCORSI IFTS Soggetti Valutazione ex ante congruità del progetto con i fabbisogni rilevati Valutazione in itinere monitoraggio delle attività relative alla gestione del progetto Valutazione ex post verifica dei risultati raggiunti e bilancio finale per eventuali riprogettazioni Comitato Regionale verifica della coerenza del progetto con gli obiettivi regionali verifica dei risultati raggiunti e bilancio finale per la ridefinizione del piano regionale Comitato Nazionale di Progettazione verifica della coerenza del progetto con gli obiettivi della sperimentazione monitoraggio delle attività relative alla gestione degli interventi su scala regionale monitoraggio dell’andamento dell’intera sperimentazione Comitato Tecnico Scientifico (valutazione interna) (valutazione esterna) (valutazione esterna) verifica dei risultati raggiunti e bilancio finale per la ridefinizione del piano nazionale e la messa a regime del sistema ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 64 complessivo ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 65 5. LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE E I CREDITI FORMATIVI 5.1. La certificazione delle competenze Le caratteristiche degli interventi di IFTS, percorsi integrati che si sviluppano in un’ottica di individualizzazione e basata sulle competenze, rispondono ad esigenze di flessibilizzazione e personalizzazione dei percorsi formativi, che valorizzano gli itinerari individuali. Rispondere adeguatamente a queste esigenze è possibile solo attraverso la creazione di modalità che consentano: • una reciproca «leggibilità» degli itinerari di sviluppo conoscitivo e professionale effettuati dai singoli, sviluppando e rendendo possibile la circolarità dei percorsi individuali; • una corrispondenza tra le conoscenze e le competenze acquisite in tali percorsi, consentendo una loro «capitalizzazione» visibile e condivisa dai diversi sistemi. La valorizzazione dei percorsi formativi e professionali individuali implica che i diversi percorsi siano articolati in segmenti singolarmente certificabili e reciprocamente riconosciuti, in modo che a determinate parti del percorso formativo corrispondano specifiche competenze professionali, come parametro comune di riferimento. Cambia sostanzialmente l’ottica con cui si effettua la certificazione: dall’attestazione relativa ai percorsi effettuati si passa all’individuazione delle competenze effettivamente acquisite, calibrando su questa dimensione anche il riconoscimento dei crediti. In questo modo è possibile riconoscere e certificare il possesso di crediti formativi, attraverso l’adozione di uno stesso riferimento per leggere i diversi segmenti di esperienza scolastica/formativa/professionale, con una logica coerente e omogenea. Lo strumento del libretto formativo, in questa prospettiva, si configura come una sorta di «carta di identità» dell’individuo. Al termine del percorso verrà rilasciata una doppia certificazione: • un Attestato unico, valido a livello nazionale, in cui saranno indicate chiaramente le competenze professionali maturate; • una attestazione regionale. Il modello dell’attestato, il quale corrisponderà a livello 4 europeo (per un corso non superiore a 2 anni), sarà elaborato da un gruppo di studio del Comitato Nazionale di Progettazione. Verrà inoltre consegnato all’allievo il libretto formativo, sul quale saranno registrate le certificazioni rilasciate, le competenze acquisite ed i crediti formativi maturati. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 66 5.2. I crediti formativi Con il termine «credito formativo» si intende un insieme di esperienze di studio, di percorsi formativi (formali e non) accumulabili allo scopo del raggiungimento di un diploma, attestato, o certificato. Un sistema condiviso di crediti basato su standard formativi nazionali e omogenei consente di mettere in luce le diverse esperienze di formazione e di sviluppo di competenze, anche eterogenee tra loro, creando un sistema di strumenti, metodologie, criteri e parametri di valutazione che offrono un quadro sinottico del singolo percorso fatto. Appare evidente che alle aree disciplinari coincidenti o affini, previste in percorsi formativi diversi, dev’essere associata un’identica valutazione in termini di credito, in modo che l’intero percorso possa apparire congruente, omogeneo, ed in grado di dare atto, da una parte, del bagaglio di conoscenze e competenze che il singolo individuo ha capitalizzato. Il sistema di crediti nei percorsi di IFTS deve garantire il loro riconoscimento rispetto a due ambiti: • interno: al fine di costruire percorsi individualizzati che prevedano anche un itinerario più breve o l’ingresso/uscita in itinere degli allievi; • esterno: per consentire il proseguimento nel sistema universitario e di formazione professionale, nonché per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro e lo sviluppo dei percorsi di sviluppo professionale. Nel caso di crediti verso l’interno, si tratta di «crediti didattici», utilizzabili per riconoscere all’allievo competenze maturate in ambito disciplinare conseguite attraverso percorsi formativi e professionali precedenti. Nel caso di crediti verso l’esterno è fondamentale che siano coinvolte fin dalla fase di progettazione didattica le strutture (Università, strutture regionali) che poi dovranno formalmente riconoscere i crediti per l’ingresso nei loro percorsi, per concertare il percorso e garantire il passaggio. Per questa ragione devono essere effettuati degli accordi quadro a livello nazionale e/o regionale, in modo da consentire successivamente la formulazione di accordi rispetto al singolo percorso di IFTS. I crediti formativi verso le Università Per il riconoscimento di crediti formativi rispetto all’ingresso in percorsi universitari è possibile far riferimento al sistema universitario di crediti, valido a livello europeo, lo «European Credit Transfer System» (ECTS). Secondo questo sistema il credito è costituito da un valore numerico compreso tra 1 e 60 (necessariamente standardizzato), il quale è associato ad ogni unità di corso prevista dal curricolo, in modo da descrivere il carico di lavoro minimo richiesto allo studente per completarla. E’ importante sottolineare che i crediti sono valutati considerando il complesso delle attività di lavoro necessario allo studente per completare positivamente il ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 67 periodo di studio previsto dal corso (anno o semestre accademico): lezioni, attività sperimentali e pratiche, seminari, stages, lavoro individuale, elaborati, tesi, ed altre attività in grado di essere valutate. Una volta individuato il credito da associare a ciascuna unità di corso prevista all’interno del curricolo dello studente, la struttura universitaria deve definire le modalità e gli strumenti necessari per certificare tale carico di lavoro, traducendolo quindi in patrimonio conoscitivo acquisito e quindi, successivamente spendibile nel mondo del lavoro. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 68 6. LA RICADUTA SUI SISTEMI FORMATIVI I percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore - parte integrante della futura Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata - contribuiranno ad innovare il sistema dei diplomi universitari, dell'istruzione scolastica postdiploma, della formazione professionale, rafforzando la capacità di formare fasce intermedie di lavoratori della conoscenza - tecnici, professionisti, operatori qualificati - rapidamente inseribili nel lavoro attraverso la professionalizzazione superiore ricevuta. I percorsi in questione, in sostanza, avviano un processo di generazione di un'offerta formativa adeguata ai bisogni formativo-occupazionali degli allievi ed alla domanda di formazione emergente dal sistema produttivo attraverso forme di partnership tra i soggetti e le strutture del sistema dell'istruzione, della formazione professionale, del mondo del lavoro. Quanto detto motiva l'attesa di elementi di innovazione che emergeranno dai prossimi interventi formativi e che potranno interessare: • il sistema scolastico, relativamente allo sviluppo di nuove modalità di programazione dell'offerta connessa all'autonomia didattica e gestionale, nonchè rispetto al raccordo scuola-lavoro ed all'introduzione di alcune componenti legate alla cultura professionale (dall'integrazione tra formazione teorica e formazione pratica, alle attività di stage/tirocinio monitorate e certificate); • il sistema di formazione professionale, in termini di innalzamento qualitativo e quantitativo dell'offerta (soprattutto in una logica integrata) e di corrispondenza dei contenuti e delle modalità dei corsi alla domanda di formazione, quale emerge dall'analisi dei fabbisogni di competenze, sia in relazione ai giovani in prima formazione, sia ai lavoratori occupati ed in mobilità; il sistema universitario, rispetto all'introduzione di innovazioni metodologichedidattiche legate ad una maggiore adesione alle richieste espresse dal mondo del lavoro; si pensi, ad esempio, alla valorizzazione della preparazione multidisciplinare di tipo non esclusivamente teorico. ISFOL – Linee guida per la progettazione dei percorsi IFTS - 69