La sperimentazione dell’Obbligo Formativo nella Formazione
Professionale in Provincia di Varese
La Provincia di Varese, in relazione a alla legge 144 del 1999 che introduce all’art. 68
l’obbligo di frequenza di attività formative fino al 18° anno di età, ha avviato, già dall’anno
scolastico 2001/2002, la sperimentazione di un modello di intervento formativo coerente con le
indicazioni di legge ed ancor più in linea con la recente riforma della scuola -L. 53 del
28/3/2003- investendo risorse proprie per supportare l’attività di ri-progettazione da parte
degli enti di formazione dei corsi di base.
L’impostazione di tale formazione iniziale si può così riassumere:
a)
Va tenuta in considerazione la nuova dotazione culturale degli alunni che hanno
frequentato l’anno ulteriore di istruzione obbligatoria. Ciò comporta una riprogettazione dei
percorsi formativi a partire dal livello + 1 di istruzione che gli alunni hanno acquisito.
Cambiano quindi i livelli di ingresso.
b)
Va considerato l’incremento di conoscenze, capacità e competenze previsto dalla
legislazione in tema di obbligo formativo. Occorre dotare il qualificato di un fondamento
culturale e personale più consistente, nella prospettiva della competenza professionale
(che esige una rappresentazione culturale del processo di lavoro e non
solo un
addestramento operativo).
c)
Vanno costruiti standard professionali e formativi comuni a tutti, riguardanti:
- le figure professionali di riferimento
- le competenze professionali.
Gli standard formativi riguardano:
- le componenti fondamentali del percorso formativo (durata, saperi, competenze,
capacità, stage…)
- le procedure di valutazione e certificazione
- la gestione dei crediti e delle “passerelle”.
d)
Vanno
-
e)
I progetti di formazione dovranno fornire ai destinatari saperi, competenze e capacità che
consentano loro di:
- potenziare il proprio bagaglio culturale,
- acquisire una qualifica spendibile nel mercato del lavoro,
- acquisire crediti che consentano l’eventuale passaggio tramite passerelle alla scuola
secondaria.
personalizzati i percorsi in relazione alle differenti tipologie di utenza:
adolescenti che hanno assolto l’obbligo scolastico (9 anni di istruzione)
adolescenti prosciolti dall’obbligo scolastico per raggiunti limiti di età
adolescenti che provengono dalla scuola secondaria superiore
adolescenti che provengono dall’apprendistato o dal lavoro.
Alla luce di tali premesse, la Provincia ha inteso declinare le indicazioni normative in
prassi diffuse secondo le seguenti linee guida:
•
Centralità della persona nel processo formativo attraverso la promozione di moduli,
servizi, attività di sostegno e sviluppo personale, con l’obiettivo dichiarato di garantire il
“successo formativo ” al maggior numero possibile di ragazze e ragazzi;
•
Riprogettazione dei percorsi alla luce delle nuove finalità che la legislazione sull’obbligo
formativo introduce, determinando un incremento dell’area culturale di base e più in
generale della formazione alla cittadinanza, integrate con la formazione di competenze
professionali spendibili sul mercato del lavoro;
•
Elaborazione di standard professionali e formativi comuni a tutti i soggetti della
sperimentazione, con l’obiettivo di ricondurre a un quadro coerente e uniforme le figure
professionali di riferimento, le competenze finali, la durata dei percorsi, i contenuti, lo
stage, le procedure di valutazione e certificazione, la gestione dei crediti e delle
passerelle;
•
Articolazione dei percorsi in cicli formativi, al termine dei quali prevedere una
certificazione delle competenze acquisite che costituisca titolo per l’accesso ai cicli
successivi o credito per l’accesso ad altri percorsi formativi o lavorativi;
•
Introduzione di 100 ore/allievo (250 ore/corso) di personalizzazione1, che la provincia
ha messo a disposizione degli enti per la personalizzazione dei percorsi formativi,
secondo dei contenuti non prefissati dall’ente finanziatore, ma programmati caso per
caso, nella libera disposizione dell’équipe didattica. Tali azioni possono prevedere:
attività di orientamento, motivazione, sviluppo personale, recuperi e approfondimenti sia
culturali che professionali, supporto individuale, accompagnamento all’”uscita” dal
percorso formativo, ...;
•
Adozione e implementazione di un libretto formativo in grado di documentare il
percorso dell’allievo e valorizzare le esperienze maturate, anche mediante una
certificazione delle competenze acquisite;
•
Predisposizione di moduli di accoglienza in ingresso, anche ai fini dell’accertamento di
conoscenze e competenze per il riconoscimento di crediti formativi o in tutti i casi di
progetti passerella, moduli di orientamento in itinere e accompagnamento
all’inserimento lavorativo.
Allo scopo di rendere effettivamente praticabili le linee guida sopra esposte si è
costituito, a partire dal novembre 2000, un Gruppo di Indirizzo e Coordinamento della
sperimentazione con le seguenti funzioni:
•
Definire le condizioni di accesso alla sperimentazione e le risorse disponibili;
•
Accogliere le domande degli organismi erogativi;
•
Coordinare e monitorare le iniziative in atto e individuare eventuali modifiche e
miglioramenti;
•
Assicurare la diffusione degli standard professionali e formativi in tutto il territorio
provinciale, in coerenza con le disposizioni nazionali e regionali, adeguatamente
certificati secondo modalità, tempi e criteri prefissati;
•
Garantire un’adeguata valutazione della sperimentazione.
Il gruppo di indirizzo è composto da operatori della Provincia, professionisti esterni e da
almeno un referente per ciascuno degli organismi formativi partecipanti, cui spetta il compito
fondamentale di raccordo e coordinamento tra il recepimento delle opzioni elaborate nel
gruppo di indirizzo e il mandato ricevuto dalla propria direzione.
Nel corso dell’attività il gruppo di indirizzo ha elaborato e/o validato le seguenti
proposte:
•
Un documento sugli standard dei saperi di base (lingua italiana, lingua inglese, cultura
civica e sociale, cultura civica e del lavoro, organizzazione, orientamento al lavoro,
matematica, scienze della materia, meccanica e idrostatica, scienze della natura,
informatica, sviluppo personale) e delle competenze professionali comuni (sicurezza e
qualità);
•
Un repertorio dei profili professionali2 contenente la descrizione, articolata per settori o
famiglie professionali, delle qualifiche biennali riconosciute e oggetto della
sperimentazione, con l’elenco delle competenze finali del profilo, gli ambiti di lavoro, il
percorso formativo e l’indicazione dell’ente gestore;
•
Un documento sulla valutazione che definisce i criteri fondanti di una valutazione
“autentica”, descrive le aree di valutazione e il tipo di prove e propone ai centri una
1
Si intende per personalizzazione «il processo attraverso il quale, nell'ambito di un percorso "standard" si
progettano e realizzano modificazioni e/o differenziazioni didattiche in relazione alle caratteristiche dei partecipanti»
2
Il riferimento è alla direttiva regionale 1999/2000 sul riconoscimento delle qualifiche professionali.
scheda di valutazione finale dell’allievo contenente: l’individuazione delle tipologie di
apprendimento (saperi di base, competenze professionali, capacità personali, stage), le
fasi e le modalità di valutazione (percorso formativo, stage, prova finale), i pesi numerici
attribuiti a ciascun fattore derivante dall’incrocio dei due elementi indicati. La scheda si
propone quindi di dotare i Centri di formazione professionale di uno strumento
metodologico in grado di fornire una base di validità comune alle prove di valutazione
finale dei corsi di formazione, in modo da ottenere omogeneità di requisiti e di
metodologie;
•
Un modello di libretto formativo che accompagni l’allievo durante il suo percorso di
maturazione, a condizione che esso non sia adottato in una logica prescrittiva (altrimenti
saremmo di fronte ad una nuova pagella), ma di cooperazione e condivisione di obiettivi
comuni tra organismi distinti che intervengono nell’ambito delle rispettive funzioni. In
questa prospettiva il libretto si propone, attraverso un’adeguata sperimentazione e
diffusione, quale strumento di riconoscimento sociale o sostanziale, che documenta
l’effettiva padronanza delle conoscenze e competenze, a completamento e integrazione
del certificato finale quale strumento di riconoscimento formale che attesta solo elementi
relativi alla qualifica, al tipo e alla durata del percorso, all’ente formativo.
•
Un documento di sintesi del monitoraggio dell’anno formativo 2002/2003. Infatti,
coerentemente con la filosofia ispiratrice di tutta la sperimentazione, viene effettuata
un’attività di monitoraggio caratterizzata non tanto in chiave ispettiva (o in ogni caso
di mera corrispondenza a standard attesi), quanto piuttosto in forma di visita strutturata
in due momenti peculiari: un primo momento, necessariamente più lungo, gestito
insieme ai referenti interni; un secondo momento, più breve ma non meno indicativo, di
confronto con un gruppo classe. Gli obiettivi specifici del monitoraggio sono
sostanzialmente di due tipi: in primo luogo, la rilevazione dell’impatto complessivo della
sperimentazione sulla progettazione, organizzazione e realizzazione dei corsi
sperimentali rispetto all’impostazione più tradizionale dei corsi di base; in secondo luogo,
l’osservazione e l’analisi degli aspetti più innovativi e degli elementi di criticità incontrati,
nonché l’individuazione di buone prassi e la valutazione del loro grado di trasferibilità.
Documenti allegati:
1. standard dei saperi di base
2. repertorio dei profili professionali
3. la valutazione
4. modello del libretto formativo
5. sintesi del monitoraggio
maggio 2003
Scarica

1 - la formazione professionale in provincia di varese