“A trent’anni dalla 517/77” La cultura dell’integrazione nella scuola pubblica Lucia de Anna, Ordinario di Pedagogia Speciale – IUSM Roma Direttore del Dipartimento di Scienze della formazione per le attività motorie e lo sport Analisi storica dell’integrazione scolastica Il movimento delle Associazioni La scuola per tutti Riforma della scuola del 1974 1962 Le manifestazioni studentesche L. 517/77 1968 Fallimento delle classi differenziali 1972 I nuovi modelli pedagogici Decentramento amministrativo 1975-78 L’apertura degli ospedali psichiatrici 1978 Per non dimenticare quale era la situazione prima degli anni settanta Per capire lo sforzo di trasformazione che l’integrazione ha comportato e per non dare niente di scontato quando si parla di integrazione Per capire la differenza nei confronti dei problemi che si possono avere attualmente e le situazioni nelle quali tutto è già definito a priori dove esistono paletti su ciò che si può fare e non, dove si definiscono i soggetti che vanno in un sistema piuttosto che in un altro! Per capire come le istituzioni possono cambiare, come la cultura della disabilità renda possibile l’affermazione del diritto all’educazione e alla formazione con tutti e per tutti sulla base delle leggi approvate e delle azioni realizzate. Perché la storia dell’integrazione è fatta anche dalle persone che ci hanno creduto Perché la forza di chi ci ha creduto ci aiuta ad andare avanti e rinforza il nostro credere all’integrazione, perché non è un’utopia ed è stato dimostrato con i fatti anche se esistono storie diverse Perché nelle radici storiche ritroviamo il significato profondo dei problemi che spesso non vengono ancora risolti Un po’ di storia in Europa… La Conferenza di Roma del 1978 si dimostrò una svolta a livello internazionale per i problemi dell'integrazione. Attraverso questi primi contatti nacque l'abitudine a dibattere insieme i problemi educativi, analizzando strategie didattiche e metodologiche diffuse nei vari sistemi e gettando le basi per il superamento del concetto di medicalizzazione, soprattutto per gli handicappati mentali. “INCLUSIVE EDUCATION” CONDIZIONE DI SALUTE (disturbo o malattia) FUNZIONE E STRUTTURA CORPOREA (ex menomazione) ATTIVITA’ Capacità – Performance (ex disabilità) PARTECIPAZIONE SOCIALE (ex handicap) FATTORI CONTESTUALI FATTORI AMBIENTALI FATTORI PERSONALI NON perdere il significato dei saperi a causa della eccessiva SEMPLIFICAZIONE OCCORRE INTRODURRE STRATEGIE DIDATTICHE NELLE DISCIPLINE (apprendimento cooperativo, didattica metacognitiva, individualizzazione…….) Articolare i percorsi formativi vuol dire permettere a ciascuno di trovare la strada più consona alle sue possibilità, il modo di esprimersi con gli altri, per gli altri e anche in autonomia, e da solo se necessario, ma sentendosi parte di un tutto Punti fondamentali: Il processo di integrazione riguarda l’apprendimento di tutti, attraverso e con la persona in situazione di disabilità 2. L’azione didattica deve essere pensata per costruire le opportunità educative al fine di sviluppare il processo di maturazione sul piano sia cognitivo, affettivo, relazionale, emotivo di tutti gli studenti compresa la persona con disabilità 3. Le strategie didattiche integrative devono essere applicate allo sviluppo dei saperi e delle discipline per tutta la classe, ciò 1. comporta un cambiamento nell’insegnamento Abbiamo numerose esperienze che mettono in evidenza gli esiti dell’apprendimento per tutti sottolineando in modo specifico l’apprendimento da parte della persona con disabilità non in termini di assimilazione bensì di valorizzazione della persona e delle sue potenzialità Inoltre, occorre far risaltare come attraverso diverse modalità di intervento si possano acquisire quelle competenze trasversali sulle abilità sociali per la costruzione di una cittadinanza attiva alla convivenza sociale che è uno dei compiti principali della scuola e della formazione Evitare: Riduzione e semplificazione della disciplina o materia Ripetizione delle stesse e “memorizzazione” senza reale comprensione del significato Azione di recupero Progetto di formazione Formare a partire dai bisogni della scuola Sinergia tra le scuole Ruolo dell’Università nella formazione Costruire Reti educative Contenuti e competenze Fare incontrare i bisogni con le competenze utili agli stessi nella prospettiva inclusiva (A.Canevaro) RENDERSI CONTO DELLA DIVERSITÀ DEI BISOGNI EDUCATIVI IN CLASSE 1 RELAZIONARS I CON I COLLEGHI, IL PERSONALE, GLI OPERATORI E LA FAMIGLIA 2 CONOSCERE L'ALUNNO IN SITUAZIONE DI DISABILITA’ 7 6 ACCOMPAGNARE NEL PROGETTO SCOLASTICO E DI VITA CREARE AMBIENTI DI APPRENDI MENTO E COMUNITA' DI RELAZIONI 3 4 5 UTILIZZARE METODOLOGIE , METODI E MATERIALI SPECIFICI UTILIZZARE STRATEGIE DIDATTICHE INTEGRATE