8 .ROVIGO ... La Voce Venerdì 8 Gennaio 2016 L’INTERVISTA Il 2015 di Daniela Boscolo, tra Mattarella e l’impegno al Miur Il mio anno Insegnante della Repubblica Ora l’aspetta una relazione del suo lavoro a Vienna alle Nazioni Unite Luca Crepaldi “E’ dalla cura verso le persone più bisognose che si misura il grado di civiltà di un popolo”. Una frase, quella del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che a Daniela Boscolo è rimasta impressa indelebilmente. L’i nsegnante cavarzerana dell’Ipsia “Colombo” di Porto Viro, selezionata tra i 50 insegnanti più bravi nel “Global teacher prize”, è di certo la donna del 2015 in Polesine, soprattutto dopo l’imprevista quanto meritata onorificenza che il presidente Mattarella ha voluto riconoscerle. Che anno è stato il 2015? “Dopo aver finito il 2014 con la notizia di essere stata inserita tra i primi 50 insegnanti a livello mondiale, sono partite una serie di iniziative che hanno cambiato la mia routine da insegnante. E il 2015 è stato intenso, tra la curiosità degli altri per il lavoro fatto alle richieste di presentarlo in varie università: da Padova dove già collaboravo in un corso per futuri insegnanti, a Udine, da Bologna fino alla Svizzera, a Lugano, dove mi hanno chiesto di tenere una lezione”. Il suo “nuovo” modo di insegnare ha creato un grande interesse. Le istituzioni come hanno reagito? “Dal riconoscimento del presidente Mattarella c’è stato anche un maggiore interesse a livello ministeriale sul mio lavoro, che è stato analizzato a Roma, tanto da finire con una richiesta di collaborazione del Miur all’Osservatorio permanente per l’integrazione scolastica dei ragazzi con disabilità. Ora sono componente di quel tavolo e partecipo ai lavori che si tengono almeno un paio di volte al mese a Roma. Si discute della Legge 107 sulla ‘Buona scuola’, nella parte che riguarda il sostegno degli alunni e come sarà l’insegnante del futuro”. Cosa le ha portato questo “bagno” di notorietà? “La curiosità sui miei progetti ha spinto i media ad interessarsi, chiamandomi per parlarne. Spesso ho dovuto declinare l’offerta, perché erano sempre interviste per le quali mi sarei dovuta spostare. L’ultima volta sono stati cortesi, e sono venuti qui. Non è sempre facile far coincidere gli impegni di lavoro con queste iniziative, che del resto sono importanti per mettere sotto i riflettori non tanto il mio lavoro, ma una problematica, quella dell’insegnamento ai disabili, che in alcuni territori è poco sentita”. Cosa l’attende nel 2016? “Quest’anno ci sono altre iniziative importanti. Una piuttosto impegnativa sarà la presentazione del mio lavoro alle Nazioni Unite, nella sede di Vienna dal 12 al 14 febbraio, dove, davanti ai rappresentanti dei vari paesi, esporrò quanto fatto in questi anni. E’ stata una richiesta proprio delle Nazioni Unite, che hanno esaminato e trovato interessante il mio lavoro ed ora vorrebbero capire in che misura possa essere applicato nelle scuole degli altri stati”. Emozioni a non finire da un anno a questa parte. E tutto a partire dalla nomination tra i 50 migliori insegnanti del mondo... “Un riconoscimento che ho vissuto un po’ come una sorpresa, visto che sono anni che cercavo di dare una certa impronta al mio lavoro per legarlo al progetto di vita degli alunni ai quali insegnavo. Mi rendo conto che certe attività non si fanno di prassi a scuola, ma solamente da altri enti dopo il termine del processo scolastico. Quel che ha meravigliato tutti, per la funzionalità, è stato farlo in una età dove si apprende di più e soprattutto senza far perdere le competenze acquisite dai ragazzi che, quando finisce il percorso scolastico, affrontano una pausa che per loro è disastrosa. Cercare di legare subito l’occupazione vuol dire far cementare in loro le competenze e non farli regredire”. Ora che è diventata “famosa”, cosa vorrebbe fare di diverso? “Quando non ero ‘famosa’ tutto il mio impegno rimaneva relativo alla mia realtà lavorativa. Adesso forse c’è questo pensiero più insistente di poter trasferire le mie esperienze in altri contesti. E sfruttare tutto ciò potrebbe far prendere una dimensione più grande rispetto a quella locale ai progetti per i disabili. Molte realtà scolastiche e imprenditoriali sono lontane da questo tipo di ‘lavoro’. Per fortuna in tutta la provincia di Rovigo siamo abbastanza avanti rispetto ad altre realtà dove, peraltro, non mancano le strutture, ma la progettualità. E’ tutta una questione di organizzazione, con un pizzico di fortuna, quella che ho avuto nell’ottenere risposte positive sia dal territorio che dalle aziende”. Cosa proporrà, ritornando nel “piccolo” della scuola in cui insegna, agli alunni che segue? “Per alcuni ragazzi riproporrò i progetti già sperimentati, ma molto dipende dalle attitudini che hanno quelli che rimarranno, visto che solo nel triennio finale si possono applicare. Per esempio grazie a un collega appassionato di agricoltura, quest’anno costruiremo una serra. I ragazzi impareranno la botanica direttamente sul campo”. Ma c’è qualche sistema di aiuto agli alunni con disabilità che a livello scolastico si potrebbe applicare in modo semplice in tutte le realtà? “Tutte le mie p r o ge t t u a li t à sono nate nel p i c c o l o, c o n r a p p o r t i c ostruiti nel territorio. Nella Legge 107 sono già previsti interventi del genere, bisognerà solo spingere verso l’alternanza scuola-lavoro tanto tra i normodotati quanto tra i diversamente abili attraverso un proto- collo speciale, che venga messo a punto dall’istituto stesso”. Un obiettivo per il 2016? “Discutere la legge sui futuri insegnanti di sostegno senza cambiare la loro natura. E’ nato un bello scontro su questo argomento, l’obiettivo è che debbano assolutamente rimanere degli insegnanti. Poi c’è un evento che sto cercando di organizzare in Polesine, la ‘Staffetta inclusiva’, al quale ha aderito il cantante Luca Carbo- “ La disabilità tocca e fa riflettere le persone ” ni. Si tratta di una staffetta che vede partecipare persone con disabilità e normodotate secondo uno spirito per il quale la disabilità non è di chi ce l’ha, ma dipende da quello che è in grado di fare la società. Combattere l’inciviltà di alcune persone, quelle che parcheggiano l’auto sopra il marciapiede per esempio. Bisogna cambiare le piccole cose, serve una educazione. E poi ci dimentichiamo che il popolo italiano sta invecchiando sempre più e la disabilità, dovuta proprio all’età, toccherà tutti noi. Per questo sto lavorando anche per me, si tratta di un investimento per il futuro di tutti, un modo per facilitare la nostra vita del domani”. Un appello al Polesine? “E’ una terra che ha già risposto benissimo, in modo positivo: la disabilità qui tocca le persone e le fa riflettere. L’appello è quello di continuare su questa strada e di avere sempre questa attenzione verso chi è meno fortunato”. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA BIOGRAFIA Nominata tra i 50 docenti più bravi del mondo La svolta: credere nel sostegno Nata a Cavarzere il 6 gennaio 1966, Daniela Boscolo è laureata in lingue e letterature straniere e moderne all’Università di Padova (inglese e spagnolo). Dopo diverse specializzazioni sul campo delle lingue, nel 2007 decise di fermarsi nell’insegnamento per specializzarsi come insegnante di sostegno, frequentando un corso di alta formazione come “Docente esperto di rete territoriale per l’integrazione” nella facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Padova. E’ stata la svolta della sua carriera professionale. Come docente di sostegno dell’Ipsia “Colombo” di Porto Viro ha organizzato, grazie alla collaborazione delle aziende sanitarie, di molte aziende e al supporto dell’istituto superiore stesso, diversi progetti di alternanza scuola-lavoro dedicati agli alunni con varie disabilità. Il primo fu quello in un supermercato, poi ci fu “Masterchef”, in seguito molti altri. Ai progetti dell’insegnante non rimase indifferente la Varkey Fondation, che ogni anno premia con “The global teacher prize” il miglior docente al mondo, inserendola tra i migliori 50. Da lì un’escalation di popolarità, specie sui mezzi di informazione, ma soprattutto il riconoscimento dell’Italia, attraverso la nomina a “Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica italiana” su proposta del presidente Sergio Mattarella “Per il suo impegno a favore dell’inclusione socio-scolastica degli alunni con disabilità”. Dall’aprile del 2015 è collaboratrice al Miur dell’Osservatorio nazionale permanente integrazione scolastica. © RIPRODUZIONE RISERVATA Daniela Boscolo con una delle sue alunne