ed in nota cita : « Giustiniani Scrittori legali, Origlia Storia dello studio òli Napoli «et alios». Francesco Galluppi. Il Capialbi,-Memorie... cit., pp. L, L I , scrive : « . . . di famiglia patrizia, figlio di Teofilo, e nipote di Antonello, barone di Coccorino, nacque nel 1673, e morì in Napoli a 2 0 dicembre 1740 (il Ricca, op. cit., pp. 60-62, afferma che morì il 21 dicembre 1743 ; così anche l'Aliquò-Lenzi, Gli Scrittori Calabresi, p. 160). Di lui evvi a stampa : « Ad losephum Aurelium de Ianuario epigrammata et ingenuarum artium xenia. Neap. 1740 », e di nuovo 1767. Si dice esservi alcune sue poesie stampate in Roma, da noi non vedute ». [L'Aliquò-Lenzi, cit. : « Nel 1749, a Roma, il dott. Fr. De Marco raccolse e pubblicò le « Rime », che il Galluppi aveva scritte in lode di don Giovanni Manzuolo »]. Ancora il Capialbi, pp. 106-107 : « . . . Monsignor Paù usando della sua influenza e de' suoi pecuniosi mezzi, ottenne dagli eredi di alcuni letterati Tropeani preziosi inediti manoscritti delle di costoro opere . . . » ; e in nota : « Tali furono i mss. di Francesco Galluppi, del quale Gio : Antonio Sergio scrive : « Carmina Francisci Galluppi L G . Advocati Neapolitani, ac Patricii urbis Tropeae spectatissimi, graecam, atque auream simplicitatem redolentia. Introd. ad Josephi Aurelii de Januario Carmina Neap. 1 7 4 2 » . Essi manoscritti contenevano : 1. « Scholiasten Aristophanis latine versum, et uberrimas in illum adnotationes, atque animadversiones. 2. Monita in anecdota Dànielis Heinsii, et Isaaci Casauboni in Theocritum. - 3. In Euripidem commentaria. - 4. Il Pluto, le Vespe, e le Concionatrici di Aristofane portate in verso sciolto italiano » . Il Capialbi lo aveva già citato in due lettere al Marchese Michele Arditi, Presidente della R. Biblioteca Borbonica, del 27 gennaio e del 31 marzo 1831, a proposito di un M. S. contenente 37 epistole di Antonio de Ferrariis, detto Galateo, posseduto dal Barone Pasquale Galluppi ohe lo aveva ereditato dall'avo Francesco. Con la seconda lettera, dopo aver notato ed aggiunto varianti di tre epistole del Galateo, tratte dal codice Galluppiano, aveva chiesto notizie dei suddetti manoscritti galluppiani, nel caso si trovassero nella Biblioteca : «Questi MSS. furono presi agli eredi del Galluppi da Monsignor Felice Paù, e portati in Terlizzi, ed il suo nipote D. Aniello Paù, si dice che li avesse venduto, o regalato alla Reale Biblioteca » . . . V., Epistole... citate, pp. 104 e 108. Non so se l'Arditi abbia risposto e se il Capialbi abbia continuato ad occuparsi del M. S.; può darsi che il M.S., di cui si parla nelle due lettere sopra pubblicate del padre e figlio Galluppi, sia ancora quello delle Epistole del Galateo. Ringrazio qui, in fine, i miei Zii, Conti Capialbi, che mi hanno permesso di pubblicare le lettere del Galluppi al loro Avo, e il prof. E. Di Carlo che, gentilmente, mi .inviò parecchi dei suoi pregevoli opuscoli sul Galluppi. Parma, gennaio 1953. LUIGI FRANCO