VARIE VITO CAPIALBI E LA SUA BIBLIOTECA IN VIBO VALENTIA L a biblioteca dovette sorgere a poco a poco, volume per volume, con scelta accurata e rigore nel metodo. Non vi è nulla che possa, essere considerato ciarpame ; non, è ovvio, i manoscritti membranacei e cartacei, dal secolo X I I I al secolo X V I I I , gli incunaboli, le cinquecentine, le aldine, le edizioni delle tipografìe calabresi, rarissime ; ma nemmeno gli opuscoli raccolti, con pazienza ordinata, in miscellanee. Impressiona lo studioso, a mano a mano che s'inoltra nell'esame, il constatare che la maggior parte degli esemplari fu descritta, o, almeno, ricordata dal raccoglitore, ogni qual volta si era presentata l'occasione. Lo stesso si deve ammettere per le collezioni di pergamene, bronzi, vasi, gemme, iscrizioni e per tutto quanto il Capialbi adunò in quarantacinque anni di infaticata energia. Vi sono alcune biblioteche ed alcune collezioni, che hanno avuto origine da mania, qualche volta venata di tendenze estetiche e scientifiche, del ricercatore. Ve ne sono altre, alla formazione delle quali i possessori furono spinti da dottrina sì, ma anche da ambizioso disegno. L a conclusione per questa biblioteca, è affatto diversa ; se i primi accumularono materiale quasi incosciamente e se i secondi ebbero mira a fine più elevato, l'artefice di questa seppe non solo scegliere il materiale, ma lo seppe anche illustrare in maniera impareggiabile. Vito Capialbi non fu, dunque, il solito bibliofilo, o maniaco o vanitoso, ma un insonne ed acuto e geniale dotto, che della bibliofilia si serviva come mezzo per qualche cosa più alta e duratura. L a razionalità del suo procedere, la sottile saggezza, la sua umanità traspare anche da due frasi ; immancabilmente scriveva nell'interno dei suoi libri la prima : « Viti Capialbi Vibon. et amicorum si qui sint » ; la seconda faceva incidere come leggenda nello stemma di famiglia, e finanche sui pilastri di un cancello davanti a una sua villa, quasi epigrafe consigliera e ammonitrice : Moderata durant. Il suo interesse interiore non era il libro, ma lo studio e la medita-