& La riflessione di Giuseppe Strazzi prende spunto
dal black-out che lo scorso 28 settembre ha colto
di sorpresa il nostro Paese. Al di laÁ di un'analisi
delle cause e degli effetti dell'evento in seÂ, l'autore
si sofferma piuttosto sulle implicazioni sociologiche
ed etiche che una circostanza cosõÁ eccezionale ha fatto
emergere, rivelando instabilitaÁ e limiti del sistema
tecnologico. Calato nella dimensione produttiva
e consumistica del mondo occidentale, il black-out
eÁ interpretabile come ``un evento di eccesso di consumo''
e, come tale, impone il ripensamento radicale di una serie
di problematiche: dallo sfruttamento delle risorse
naturali, con la valutazione dei rischi e costi ambientali,
al risparmio energetico, dalla precarietaÁ di presunte
`certezze' e abitudini nel consumo di energia elettrica
alla riconsiderazione delle realtaÁ di sottosviluppo
socio-economico dei Paesi africani e del Sud-Est asiatico
in uno scenario globale.
~ Giuseppe Strazzi's contribution recalls the black-out
that took our country by surprise last September 28th.
Rather than the causes and effects of the event in itself,
the author dwells on the sociological and ethical
implications which such an exceptional circumstance
brought out, highlighting the instability and limits
of the technological system. Falling on the western
world's production and consumer dimension,
the black-out can be interpreted as an ``excessive
consumption happening'' and, as such, calls for a radical
re-thinking of a series of issues. These go from
the exploitation of natural resources, involving
an assessment of the environmental risks and costs,
to the fragility of the supposed `certainties' and habits
as to energy consumption; and, further, to the
socio-economic underdevelopment reality of African
and South-East Asian countries in a global scenario.
& L'articolo di Francesca Basso daÁ conto degli ultimi
~ Francesca Basso's article deals with the latest
aggiornamenti di una ricerca che nel 2002 eÁ approdata a
un catalogo delle pubblicazioni stampate in un secolo
circa (1778-1876) dalla prima tipografia varesina. Mirata
a ricomporre un quadro organico e documentato dell'arte
tipografica e dell'editoria nella cittaÁ prealpina a partire
dai loro esordi, l'indagine mette in luce i successivi
passaggi di proprietaÁ e societari (favoriti anche da
rapporti parentali) e i diversi marchi cui legarono il loro
nome alcune figure piuÁ o meno note, e sulle quali lo
studio ha contribuito a precisare risvolti biografici
e professionali: dai primi fondatori Motta e Pedemonti
a Castiglioni, a Rainoldi, sino al milanese Ubicini.
Ricerche d'archivio e studio delle pubblicazioni
di quei decenni oggi rintracciabili, con le loro peculiari
caratteristiche tipografiche, hanno rivelato la grande
varietaÁ tipologica di questa produzione editoriale:
fogli volanti, come annunci, proclami, sonetti, opuscoli
e libretti d'opera ± la natura e l'uso dei quali ne ha fatto
delle testimonianze tanto rare quanto storicamente
preziose ± e, naturalmente, volumi di vario formato
e soggetto.
information regarding a research which, in 2002,
resulted in a catalogue of the printed publications
covering roughly a century (1778-1876) from the first
Varese printing house. Aimed at drawing a complete
and documented picture of the city's printing art and
publishing trade from their beginnings, the survey brings
out the successive phases of ownership and partnership
(aided by family connections) and the various brands
to which certain well-known and lesser known figures
were linked. The research has contributed towards
filling in biographical and professional details of such
figures, from the first founders Motta and Pedemonti
to Castiglioni, to Rainoldi, up to the Milanese Ubicini.
Research into the records and a study of the publications,
which can today be found, of those decades with their
particular printing features, have revealed just how
varied this publishing trade activity was. There were
leaflets, notices, proclamations, sonnets, pamphlets and
opera librettos ± whose nature and use make them both
rare and historically invaluable evidence ± besides,
of course, books of varied format on various subjects.
& Il contributo a cura del Cetic (Centro di ricerca
~ The Cattaneo University of Castellanza Economic,
per l'economia e le tecnologie dell'informazione e della
comunicazione), dell'UniversitaÁ Cattaneo di Castellanza,
offre in forma sintetica i risultati dell'indagine condotta
tra il 2002 e il 2003 sullo sviluppo e la diffusione
delle tecnologie dell'informazione e comunicazione (Tic)
nelle piccole e medie imprese e sull'orientamento
strategico da queste assunto nel corso degli ultimi anni.
Attraverso un questionario di oltre 100 domande, sono
stati raccolti dati su circa 370 aziende, dai quali eÁ emersa
la connessione tra tendenza all'internazionalizzazione e
adozione delle Tic. L'analisi del tipo di gestione delle Tic
se ha confermato l'esaurimento di una prima fase del
processo di adozione su larga scala delle tecnologie
Internet (e-mail) avviata negli anni Novanta, ha accertato
Information and Communication Technology Research
Centre (Cetic) has drawn up a contribution that offers in
summary form the results of a survey carried out
between 2002 and 2003 on the development and extent
of communication and information technologies in
small and medium-size companies and the strategic
direction of these over the last few years. By means of a
questionnaire with over 100 questions, data has been
collected regarding some 370 firms. Such data show the
link between the trend towards internationalisation and
the adoption of IT. While an analysis of IT use confirms
that the initial phase of large-scale adoption of Internet
(e-mail) starting in the 1990s has now run its course, it
shows at the same time that the taking up of more
3/2003
4
LOMBARDIA NORD-OVEST
nel contempo il ridotto ricorso a servizi tecnologici piuÁ
sofisticati (sito aziendale, catalogo dei prodotti, rete
extranet e, soprattutto, sistemi informatici integrati), che
rimangono limitati al 25% delle imprese contattate, di
dimensioni per lo piuÁ medio-grandi.
sophisticated technologies is more limited ± company
site, catalogue of products, extranet network
and, above all, integrated information systems.
Such technologies are limited to 25% of the companies
contacted, and these are mostly medium
to large-size firms.
& Luigi Stadera riassume e porta in primo piano
le complesse tematiche che investono il futuro
conservativo ed economico del lago di Varese.
L'innegabile miglioramento delle condizioni delle acque
che si eÁ registrato negli ultimi anni rappresenta la prima,
irrinunciabile tappa di un percorso di recupero
e valorizzazione promosso da associazioni culturali
± tra le quali il Centro Amerigo Ponzellini ± e destinato
a coinvolgere Enti pubblici a vari livelli nonche privati
in un progetto globale di conoscenza e salvaguardia.
Solo la scelta di obiettivi compatibili con la naturale
vocazione alla pesca potraÁ garantire un armonico rilancio
economico e turistico del bacino, tale da non snaturarne
l'identitaÁ ed evitare le violenze che un turismo di massa
inevitabilmente provocherebbe sui delicati equilibri
dell'ambiente lacustre e delle sue sponde.
~ Luigi Stradera sums up and highlights the complex
issues that surround the economic future and
conservation of Lake Varese. The unquestionable
improvement in the condition of the water that has been
recorded over the last few years represents the first,
indispensable stage along the road to the recovery and
good use of the lake promoted by cultural associations,
such as the Centro Amerigo Ponzellini and destined to
involve public and private bodies at various levels in a
global project of awareness and conservation. Only by
opting for goals that are compatible with its natural use
for fishing can a balanced economic and tourist take-off
of the lake be guaranteed. In this way its identity will
not be distorted and the violent disturbance to the
delicate ecology of the lake that mass tourism would
inevitably cause will be avoided.
& In una lunga carrellata che vede intrecciarsi
notazioni e testimonianze storiche a leggende, proverbi
e preparazioni gastronomiche, Alessandro Dumassi offre
una panoramica dell'alimentazione in Lombardia,
dai tempi piuÁ remoti alla fine dell'Ottocento-inizi
Novecento. Un percorso nei secoli che rivela quanto
la storia del cibo, del quale si privilegia qui l'ambito
contadino, sia il risultato di complessi meccanismi
economici, sociali, sanitari, religiosi... e sia specchio,
non di rado, di condizioni di vita ben piuÁ miserevoli
di quanto una superficiale considerazione `nostalgica'
del passato possa suggerire. Basti pensare a cibi
`semplici' come le patate e la polenta di mais (due
prodotti giunti dal nuovo Mondo), divenuti cardine
del sistema di sopravvivenza delle popolazioni rurali e
causa (soprattutto il mais) di malattie endemiche nelle
campagne, come la pellagra. Al di laÁ delle gravi crisi
che il mondo contadino ha attraversato, tuttavia,
la `tenacia' delle consuetudini alimentari popolari
ci ha lasciato un patrimonio di tradizioni, prodotti e
preparazioni ricchissimo che merita di essere riscoperto.
~ As in a kaleidoscope where historical testimony
and notations intertwine with legends, proverbs and
gastronomic preparations, Alessandro Dumassi puts
forward a panorama of food in Lombardy from the most
remote times up to the late nineteenth and early
twentieth centuries. This journey across the centuries
shows how the history of food, here especially in a
peasant context, is the result of complex economic, social,
health and religious mechanisms. Moreover, it is not
infrequently the mirror of far more poverty-stricken
standards of living than a superficial nostalgic
consideration of the past might suggest. Suffice it to think
of such `simple' foods as potatoes or maize polenta
(both coming from the New World), that became staple
diet in the survival of rural people and a cause (especially
maize) of diseases like pellagra that were endemic
in country areas. Quite apart from the serious crises
that the peasant world went through, popular eating
habits have stubbornly hung on, leaving us with an
inheritance of traditions, produce and food preparation
that deserves to be rediscovered.
& Esattamente un secolo eÁ trascorso da quel novembre
~ Exactly one century has gone by since that
1903 in cui Giovanni Bagaini, fondatore del piuÁ longevo
quotidiano varesino, dava vita alla ``Prealpina Illustrata'',
rivista che con agilitaÁ e piacevolezza d'immagini
si proponeva di documentare i molti aspetti della cittaÁ
e del suo territorio: celebri personalitaÁ del passato e
protagonisti del presente, fatti d'attualitaÁ e momenti
della storia, luoghi d'arte e di natura e attivitaÁ produttive,
nuove infrastrutture e curiositaÁ... Mensile, poi
LOMBARDIA NORD-OVEST
5
3/2003
November 1903 when Giovanni Bagaini,, founder of the
most long-lived Varese daily newspaper, brought into
being the ``Prealpina Illustrata'', a magazine which, with
its pleasing and apt illustrations, aimed at documenting
the many facets of the city and the land round about.
There were topical matters, history, art, nature and
manufacturing, new infrastructures and curiosities.
The monthly became fortnightly and then weekly in
quindicinale e anche settimanale, di vario formato, la
rivista uscõÁ da fine 1903 a fine 1907 e, dopo
un'interruzione quasi ventennale, riprese in una
rinnovata veste nel 1926-27: due soli anni, ma cruciali
per la storia di Varese, che proprio allora diventava
capoluogo di provincia. L'`anniversario' ricordato
da Luisa Negri rievoca una pubblicazione che,
da sempre, rappresenta preziosa testimonianza ± specie
sotto l'aspetto fotografico ± del primo Novecento
varesino e, ancor piuÁ, nel biennio in pieno fascismo,
della retorica di regime cui la rinata rivista si trovoÁ
a dare voce.
different formats. The magazine came out from the end
of 1903 till the end of 1907, then, after an almost
twenty-year interval, resumed in new style in 1926-27:
just two years, but crucial ones for the history of Varese,
which became a provincial capital precisely in that
period. Luisa Negri's reminder of the `anniversary'
recalls a publication which has always been an
invaluable testimony ± particularly from a photographic
viewpoint ± of early twentieth century Varese and, still
more so, in the two Fascist decades, of the rhetoric of the
regime of which the reborn magazine was a mouthpiece.
& ``Un ricchissimo archivio di cultura scientifica
e umanistica... tutto da visitare e da godere'': in questa
definizione Paolo Cottini racchiude le molte peculiaritaÁ
che caratterizzano l'area, dimensionalmente piuttosto
limitata (estendendosi da Induno Olona a Porto
Ceresio), che va sotto il nome di Valceresio, al centro
dell'inserto di questo numero. Territorio montuoso
e collinoso che si spinge verso nord a ridosso del confine
elvetico, vanta centri di notevole rilievo storico e
ambientale: Induno, con le sue ville residenziali e alcuni
edifici religiosi; Arcisate, con il complesso romanico
della collegiata, del battistero e del campanile; ViggiuÁ,
di fondazione romana, notissiuma per le sue cave
e i picasass (artisti della pietra, comuni anche alle vicine
Saltrio e Clivio); Besano, con i suoi fossili di 235 milioni
di anni fa; Cuasso al Piano e Cuasso al Monte,
con i loro porfidi; e, ancora, Bisuschio, con la celebre
Villa Cicogna Mozzoni e il raro esempio di giardino
all'italiana cinquecentesco, e Frascarolo di Induno,
con il Castello Medici di Marignano...
~ ``An archive with a wealth of scientific and
humanistic culture ... all worth visiting and enjoying''.
Paolo Cottini's definition takes in the many peculiarities
that mark out the area of modest dimensions ± stretching
from Induno Olona to Porto Ceresio ± that goes under the
name of Valceresio, which is the centrepiece of this issue's
supplement. A land of hills and mountains that reaches up
to the Swiss border, it can boast places of historical and
environmental significance: Induno, with its villas and
several religious buildings; Arcisate, with its
Romanesque collegiate church, the baptistery and belltower; ViggiuÁ, founded in Roman times, renowned for its
quarries and picasass (artists in stone, common also in
nearby Saltrio and Clivio); Besano, with its fossils going
back 235 million years; Cuasso al Piano and Monte, with
their porphyry; and again, Bisuschio and the famous Villa
Cicogna Mozzoni and the rare example of sixteenthcentury Italianate garden, and Frascarolo di Induno with
the Medici di Marignano castle.
LA
VIGNETTA
DI
MORGIONE
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6
LOMBARDIA NORD-OVEST
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sintesi 4..6