Il Gender Equality Management presso lo IUFFP Progetto Redatto nel 2010 da Emanuel A. Wüthrich, coordinatore GEM 1 Indice Prefazione della Direttrice .......................................................................................... 3 Visione di uno IUFFP competente in materia di genere ............................................. 4 Gender Equality Management (GEM) nella storia della parità allo IUFFP .................. 4 Quadro generale e obiettivo del progetto ................................................................... 5 Cosa significa “competenza di genere”? .................................................................... 6 Obiettivo del GEM in seno allo IUFFP ........................................................................ 8 Descrizione delle competenze di genere delle collaboratrici e dei collaboratori ......... 8 Formazione della competenza di genere tra i collaboratori ........................................ 9 Controlling dei provvedimenti ................................................................................... 10 Funzionamento, struttura e organizzazione del GEM............................................... 11 Appendice................................................................................................................. 13 Basi legali del GEM .................................................................................................. 13 Approccio teorico...................................................................................................... 17 Competenza di genere secondo Liebig e Rosenkranz, 2009 (Definizione di competenza di genere) ............................................................................................. 19 Competenza di genere delle collaboratrici e dei collaboratori – Indicatori ................ 20 Elenchi di indicatori................................................................................................... 22 Abbreviazioni: GEM = Gender Equality Management GEM-K = Coordinatore del Gender Equality Management MbO = Management by Objectives SbGEM = incaricati GEM dei dipartimenti NSPL = responsabili nazionali dei dipartimenti HSL = direzione dell'Istituto universitario KOMMV = responsabili della comunicazione Nel testo sono utilizzate le forme maschili e femminili a dipendenza del sesso effettivo della persona titolare del ruolo presso lo IUFFP al momento della sua stesura. 2 Prefazione della Direttrice Care collaboratrici, cari collaboratori, La presente guida elaborata dal Gender Equality Management (GEM) dello IUFFP consente di attuare e dare seguito alla parità di genere in seno allo IUFFP avviata nel 2006. Il mandato avviato nel 2006, l’analisi svolta nel 2007, il rapporto gender pubblicato nel 2008 e l’istituzione del Gender Equality Management nel 2009 hanno dato vita a un progetto per l’attuazione del Gender Mainstreaming nelle strutture e la cultura dello IUFFP. Nel primo rapporto gender sono stati definiti gli obiettivi di miglioramento per le strutture avverse alla parità di genere individuate. Nel contempo, è stata rilevata l’importanza fondamentale dell’incremento della competenza di genere presso le collaboratrici e i collaboratori dello IUFFP. Il presente documento costituisce la base per migliorare questa competenza. A tale fine occorre in un primo tempo definire concetti, obiettivi e modalità di svolgimento. Il Gender Equality è un obiettivo molto pragmatico, pertanto, occorre descrivere le condizioni quadro in modo altrettanto pragmatico. Per lo IUFFP sono necessarie molteplici possibilità operative che non si contrappongano ai fondamenti teorici. Oltre alle difficili motivazioni teoriche, si presenta un’ulteriore sfida costituita dalla nozione di competenza che nella Svizzera latina viene percepita in modo diverso rispetto alla Svizzera tedesca. Pertanto, risulta impossibile definire tale concetto in modo unilaterale. A lungo termine, il dialogo e lo scambio di opinioni a livello interregionale contribuiscono a chiarire, a sensibilizzare e a produrre molteplici stimoli. L’elaborazione di una competenza avviene in modo ermeneutico in base ad un paradigma costruttivista: cercare, definire, riflettere, correggere, definire nuovamente. In altre parole: essere aperti per elaborare una comprensione condivisa di una competenza o una risorsa trasversale, agire di conseguenza ed essere disposti a rivalutare costantemente la propria comprensione e il proprio operato. Tale procedimento è necessario al fine di assicurare un’attività professionale competente in materia di genere. Nel contempo, su diversi livelli sono implementate misure volte a impostare le strutture e le modalità di svolgimento dello IUFFP in modo da favorire la parità di genere. Tali misure sono ancora più efficaci se la competenza di genere delle collaboratrici e dei collaboratori viene costantemente incrementata. Per concludere, chiedo a tutti di far prova di pazienza per raggiungere gli obiettivi prefissati e vi auguro numerosi momenti motivanti e interessanti nella realizzazione di uno IUFFP competente in materia di genere e, pertanto, conforme alle esigenze dei due generi. Dalia Schipper 3 Visione di uno IUFFP competente in materia di genere Lo IUFFP è un luogo di lavoro in cui le donne e gli uomini possono sviluppare le loro potenzialità. La cultura conforme alle esigenze dei due generi applicata dallo IUFFP è l'espressione del rispetto della dignità1 umana delle collaboratrici e dei collaboratori nonché delle e dei clienti e si riflette in un’interazione tra le collaboratrici e i collaboratori nonché in strutture e attività dell'istituzione sensibili agli aspetti di genere. La competenza di genere dello IUFFP si diffonde nella formazione professionale e viene percepita. Gender Equality Management (GEM) nella storia della parità allo IUFFP Dal primo rapporto gender:2 Mandato della Confederazione In virtù degli articoli 3 e 21 della nuova legge sulla formazione professionale (LFPr) entrata in vigore il 1° gennaio 2004, il settore della formazione professionale svizzero ha il mandato di promuovere la “parità effettiva fra uomo e donna” nella formazione professionale e in particolare nelle scuole professionali. In quanto centro di competenza della Confederazione, l’Istituto Universitario Federale per la Formazione Professionale (IUFFP) è tenuto a sviluppare e ad elaborare le basi necessarie per assicurare l’attuazione delle norme di legge in seno alle istituzioni di formazione professionale. Nel dicembre 2006, la Direttrice dello IUFFP ha pertanto deciso di avviare un progetto di sviluppo interregionale per integrare la categoria gender come caratteristica di qualità nell’istituto EHB IFFP IUFFP. Durante l’incontro d’avvio tenutosi a Lugano il 1° marzo 2007, le e i rappresentati di Losanna, Lugano e Zollikofen hanno creato il seguente titolo che ben riassume e illustra l’obiettivo generale e il carattere integrativo del progetto per tutto l’Istituto: Noi – Nous – Wir: Competenza gender come caratteristica di qualità nelle strutture e nei contenuti dello IUFFP 1 Il termine dignità si riferisce, per quanto concerne il contenuto, al modello descritto da Pico della Mirandola nel saggio “De hominis dignitate”. 2 Müller, R., Mock, E., Dirren I., Habegger, B., Küng z., Bausch, L., Schipper, D. (2008). Primo rapporto gender IUFFP. Competenze di gender: fattori di qualità nelle strutture e nei contenuti IUFFP. Risultati del progetto “Noi-Nous-Wir”. 4 Aspettative della Direttrice La Direttrice auspica che, nel quadro del progetto, siano istituite le basi al fine di implementare il Gender Mainstreaming nello IUFFP. “Il Gender Mainstreaming consiste in (ri)organizzare, migliorare, sviluppare e valutare i processi decisionali al fine di favorire l’integrazione della parità tra donne e uomini in tutti i settori e a tutti i livelli da parte delle e dei responsabili dell’attuazione politica. Per lo IUFFP, ciò significa che il genere viene considerato categoria sociale e punto focale intrinseco a tutti i settori e i livelli. Inoltre è di fondamentale importanza che le competenze (competenza di genere) necessarie siano acquisite e costantemente sviluppate.” Concretamente, ci si aspetta che: – Le questioni di genere siano implementate nelle strutture dirigenziali dello IUFFP – Le questioni di genere siano integrate nella responsabilità dirigenziale di ogni singolo – Il genere costituisca una caratteristica di qualità di tutti i servizi offerti dallo IUFFP – Lo IUFFP diventi un esempio positivo nel settore delle scuole universitarie – Lo IUFFP soddisfi le condizioni per il finanziamento della ricerca in ambito UE Quadro generale e obiettivo del progetto Segue un breve riassunto dell’analisi svolta nel 2007 e delle tappe successive. • • • In una prima fase è stata effettuata un'analisi a livello nazionale per fare il punto della situazione riguardo alla messa in atto della parità di genere in seno allo IUFFP, nonché in merito al know how finora acquisito. Il tutto si è svolto nell'ambito di un'autovalutazione condotta presso tutte le collaboratrici e i collaboratori dello IUFFP. Alle collaboratrici e ai collaboratori è stato chiesto di esprimere una valutazione riguardo ai seguenti campi d'attività: o Rilevamento e valutazione di dati differenziati in funzione del genere o Prestazioni e prodotti o Recruiting (messa a concorso di posti, procedura di selezione, assunzioni) o Sviluppo del personale (formazione e formazione continua, incentivi di carriera, perfezionamento professionale) o Possibilità di conciliare la professione con la vita privata (life-balance) o Incentivazione della collaborazione partenariale tra donne e uomini sul posto di lavoro o Istituzionalizzazione della parità di genere o La parità di genere come parte integrante della cultura dell'organizzazione L'analisi era mirata a stabilire le priorità riguardo ai punti da elaborare. 5 • • • • • Il primo rapporto gender è stato pubblicato agli inizi di giugno 2008 ed è stato utilizzato dal gruppo di progetto come base per ponderare gli ambiti da elaborare prima di essere sottoposto alla direzione dell'Istituto. L’analisi ha permesso di stilare un piano d’azione in base al quale sono elaborati sistematicamente i campi d’attività. Nel 2010, la direzione dell’Istituto universitario ha dato vita al GEM presso lo IUFFP. La missione del GEM consiste nel garantire la parità dei sessi in seno allo IUFFP e di metterla in atto nell'ambito della cultura e delle strutture dell'Istituto3. Quali strumenti di attuazione sono disponibili il piano d’azione (in primo luogo gli obiettivi strutturali e culturali) e l’incremento della competenza di genere. Il presente opuscolo è stato redatto allo scopo di illustrare le basi, gli obiettivi e l'organizzazione del GEM in seno allo IUFFP, nonché di offrire alle collaboratrici e ai collaboratori una base d'informazione, di definire i termini principali e di garantire le conoscenze in materia di GEM nello IUFFP. Le basi legali si trovano nell’appendice. Cosa significa “competenza di genere”? Il termine competenza di genere4, che può essere definito a vari livelli, riveste un'importanza fondamentale per il GEM. L'importanza della competenza di genere per quanto riguarda le singole funzioni presso lo IUFFP è illustrata più avanti. In questa sede è riportata una definizione esaustiva generale che riprende i tratti essenziali di quella data da Roloff, Metz e Goeckel (2004), applicabile per lo IUFFP. Tale definizione serve ad elaborare una base di comprensione condivisa e non 3 Uno degli incarichi più importanti del coordinatore del GEM è stata l’elaborazione del piano d’azione. È presto emerso che i cambiamenti strutturali devono avanzare di pari passo con i cambiamenti culturali e che a tale scopo occorre aumentare la competenza di genere delle collaboratrici e dei collaboratori dello IUFFP. Ciò comporta, a sua volta, la definizione di contenuti, destinatari e condizioni quadro. Pertanto è nato questo progetto. 4 Per meglio illustrare il termine competenza di genere, occorre in primo luogo chiarire il termine competenza. Durante la procedura di consultazione per questo progetto, è emerso che nello IUFFP non esiste una comprensione condivisa del termine “competenza”. La competenza di genere è una competenza operativa. Per la definizione di competenza operativa si rimanda a quella enunciata da Kaiser (2005): Una competenza operativa è un insieme di risorse (risorse esterne, sapere, capacità/abilità, atteggiamento) che sono mobilitate in una determinata situazione operativa e che determinano la gestione efficace di tale situazione operativa. In un impegno costruttivistico, occorre istituire una comprensione condivisa di “competenza di genere” in seno allo IUFFP e nel presente documento. A tale fine, è necessario disporre di un punto di partenza, di uno “starting point” comune. Pertanto, rimandiamo alle definizioni ampiamente condivise nell’ambito dei Gender Studies di Roloff, Metz e Goeckel (2004) oppure di Liebig e Rosenkranz (2009) (cfr. testo a seguito). 6 costituisce pretese concrete nei confronti delle collaboratrici e dei collaboratori dello IUFFP. “La competenza di genere è la conoscenza che permette di individuare nel comportamento e negli atteggiamenti di donne e uomini determinanti d'ordine sociale che riguardano la quotidianità in ambito privato, professionale e universitario, e la capacità di gestirle in modo da offrire nuove e molteplici possibilità di sviluppo ad entrambi i generi. La competenza di genere comprende: • le conoscenze di base riguardo ai dati strutturali della nostra società, differenziati in funzione dei due sessi; (ripartizione tra donne e uomini in relazione all'età, all'attività lucrativa, all'assistenza sociale, alla malattia, ecc.); • la conoscenza di rappresentazioni di ruolo nonché di attribuzioni e aspettative di ruolo nell'ambito sociale; (questione della consapevolezza: quasi tutti noi conosciamo le attribuzioni di ruolo, la consapevolezza può essere raggiunta solo tramite l'espressa formulazione.); • la conoscenza aggiornata della ricerca sulla costituzione e la gerarchizzazione dei rapporti tra i sessi, e la padronanza degli approcci teorici sul tema (riguardo a questi punti vi invitiamo consultare la letteratura consigliata) • una conoscenza delle procedure e dei processi legati ai contatti interpersonali nonché alla gestione di processi di gruppo, di conflitti nei contesti professionali, ecc (come si comportano gli uomini e le donne di fronte ai conflitti, come comunicano, come posso esprimere rispetto, come posso garantire di non discriminare nessuno involontariamente, ecc?); • conoscenze dettagliate e contestualizzate in merito a questioni rilevanti ai fini della parità dei sessi (per esempio ripartizione tra uomini e donne nel campo professionale di cui mi sto occupando); • una riflessione personale sulla propria biografia, sulle proprie rappresentazioni di ruolo, sulle aspettative e attribuzioni di ruolo (perché ho queste rappresentazioni di ruolo, quali forme ho ripreso dal contesto familiare, quali ho invece respinto, ecc)5”. La competenza di genere è intesa come competenza operativa e deve opportunamente riflettersi nelle attività professionali quotidiane. L'obiettivo di questo concetto è di fornire una definizione di competenza di genere e competenza di genere operativa utilizzabili e verificabili. La verifica è garantita grazie ad elenchi di indicatori presentati nel seguito. L'operazionalizzazione viene attuata in una fase intermedia attraverso la suddivisione in competenze specialistiche, competenze metodologiche, competenze sociali e competenze personali abitualmente applicate nel dibattito sulle competenze professionali. Nella loro pubblicazione “Genderkompetenz an Fachhochschulen“ (Competenza di genere nelle scuole universitarie professionali), Liebig e Rosenkranz (2009) presentano una sistematica del termine competenza di genere orientato all’operazionalizzazione. Tale operazionalizzazione del termine fornisce ulteriori sviluppi che permettono di comprendere il significato di competenza di genere. Cfr. panoramica a pagina 16 dell’appendice. 5 Cfr. http://www.medien-bildung.net/pdf/themen_seiten/metz_goeckel_roloff.pdf 7 La competenza di genere da raggiungere a medio termine dalle collaboratrici e dai collaboratori è descritta nel capitolo “Descrizione delle competenze di genere delle collaboratrici e dei collaboratori”. Obiettivo del GEM in seno allo IUFFP Il Gender Equality Management (GEM) ha come obiettivo di garantire la parità di genere nella cultura e nelle strutture dello IUFFP. In questo contesto, riveste un'importanza decisiva soprattutto la competenza di genere delle collaboratrici e dei collaboratori, per cui, in una prima fase, il lavoro del GEM è focalizzato essenzialmente sull'acquisizione di una tale competenza da parte del personale6. Simultaneamente vengono identificate ed eliminate, mediante l'adozione di misure adeguate, eventuali disparità strutturali. Descrizione delle competenze di genere delle collaboratrici e dei collaboratori Ci si aspetta dalle collaboratrici e dai collaboratori che acquisiscano a medio termine le competenze menzionate. Lo standard attuale in materia di competenza di genere è definito negli elenchi di indicatori fissati per ogni dipartimento. La competenza di genere auspicata a medio termine viene definita per tre diverse categorie di funzioni estendendola a tutte le collaboratrici e i collaboratori dello IUFFP. Dal profilo del contenuto, le descrizioni esposte qui di seguito ricalcano la sistematizzazione di Liebig e Rosenkranz (2009), ma devono comunque essere adattate alle circostanze dello IUFFP per poter tener conto della sua situazione specifica. Funzione 1 Uso di un linguaggio rispettoso dei due generi. Conoscenza dei risultati del primo rapporto gender dello IUFFP. Conoscenza della teoria al livello base.7 Apertura alle esigenze relative alla parità di genere. Riflessione sulle proprie immagini e attribuzioni di ruolo e su quelle vigenti nella società. Funzione 2 Uso di un linguaggio rispettoso dei due generi. Conoscenza dei risultati del primo rapporto gender dello IUFFP. Conoscenza della teoria al livello 2. Utilizzo delle conoscenze in materia di genere durante il lavoro quotidiano. Capacità considerare 6 L'orientamento del GEM viene stabilito nell'ambito di colloqui di accordo sugli obiettivi annuali tra la direzione e il coordinatore GEM. 7 Le conoscenze teoriche rilevanti vengono differenziate e garantite tramite vari testi sulla tematica genere che si trovano nel sito Q:/CH/Tous/GEM. L'elenco viene costantemente aggiornato. 8 prospettive diverse dalla propria, in particolare di cogliere il punto di vista di un'altra persona (vedere il mondo attraverso i suoi occhi). Riflessione sulle proprie tendenze a dominare o a farsi sottomettere. Riflessione sulla propria biografia e sulle sue ripercussioni sulle competenze di genere. Riflessione sulle proprie immagini e attribuzioni di ruolo e su quelle vigenti nella società. Sensibilità adattata alla situazione e adeguamento del comportamento. Individuare e definire (da comunicare agli SbGEM) le lacune strutturali dell’Istituto universitario che ostacolano la parità di genere. Funzione 3 Conoscenze dettagliate del primo rapporto gender, in particolare delle conclusioni significative per il proprio campo d'attività. Conoscenza della teoria di genere al livello 3. Trasporre le conoscenze di genere nell'impostazione dei contenuti, delle modalità di svolgimento e delle strutture nonché nell'ambito della comunicazione. Capacità di integrare le operazionalizzazioni degli aspetti determinanti dal punto di vista genere attinenti alla rispettiva attività nei contenuti dei colloqui condotti con le collaboratrici e i collaboratori per la definizione degli obiettivi. Capacità considerare prospettive diverse dalla propria, in particolare di cogliere il punto di vista di un'altra persona (vedere il mondo attraverso i suoi occhi). Capacità e motivazione necessaria per verificare i propri concetti d'identità, nonché le proprie strutture di pensiero e i propri schemi operativi. Apertura e capacità di staccarsi dalla propria biografia. Interazione con gruppi eterogenei tenendo conto delle caratteristiche dei due generi. Capacità di impiegare con abilità le capacità e i punti di forza delle donne e degli uomini. Comprensione adeguata alla situazione e possibilità operative differenziate dal punto di vista del genere. Idee creative per contrastare le lacune strutturali dell’Istituto universitario che ostacolano la parità di genere. La classificazione delle funzioni è legata alla responsabilità sociale della rispettiva funzione. L'obiettivo è che, a medio termine, le collaboratrici e i collaboratori dello IUFFP dispongano delle conoscenze genere previste per la loro funzione. Nell’appendice si trovano le descrizioni degli indicatori per la competenza di genere e la lista degli indicatori per i rispettivi dipartimenti. Formazione della competenza di genere tra i collaboratori I provvedimenti idonei al conseguimento delle varie competenze di funzione sono definiti dal GEM e i rispettivi piani di azione sono approvati ogni anno dalla direzione dell'Istituto universitario. I provvedimenti concreti del piano di azione sono definiti dagli SbGEM in collaborazione con i responsabili nazionali dei dipartimenti. Gli ambiti operativi e la strategia del piano d’azione sono stabiliti dal GEM-K assieme alla direttrice. La base di riferimento è costituita dai rilevamenti statistici dello IUFFP (cfr. primo rapporto gender). La direttrice indica gli obiettivi tramite un normale processo MbO nel dipartimento. In linea di principio, i dipartimenti sono indipendenti nella realizzazione (gli SbGEM, in collaborazione con la NSPL, definiscono gli obiettivi contenuti nella convenzione sulle prestazioni fissati ogni anno con la 9 Direttrice) e sono tenuti a individuare e a impiegare le risorse disponibili nel loro dipartimento. Le collaboratrici e i collaboratori dei dipartimenti contribuiscono attivamente alla diffusione di una cultura conforme alle esigenze dei generi. A tale riguardo, gli elenchi di indicatori definiti per ogni dipartimento sono da considerare direttive volte a concretizzare un’attività professionale competente in materia di genere solo fino a quando i NSPL hanno elaborato dei nuovi elenchi. La descrizione di competenza di genere contenuta nel presente documento, per contro, è valida in ogni caso. Tramite la partecipazione delle collaboratrici e dei collaboratori all’elaborazione degli indicatori per i dipartimenti, è possibile stilare elenchi precisi, pertinenti e realistici per l’attuazione. Gli SbGEM si assumono la responsabilità per l’aggiornamento costante e lo sviluppo continuo degli elenchi di indicatori che costituiscono, pertanto, lo standard attuale per la competenza di genere all’interno di ogni dipartimento. Le categorie di funzioni, invece, descrivono l’obiettivo “competenza di genere” da raggiungere. La lista di indicatori segnala i risultati che lo IUFFP vuole e – sulla base dei vari principi di legge – deve raggiungere. Essa va quindi intesa come definizione degli obiettivi e il loro raggiungimento da parte dei collaboratori impiegati, che devono dimostrare disponibilità e impegno quali presupposti fondamentali per centrare il risultato, rientra nella responsabilità dei responsabili nazionali dei dipartimenti. Di fronte a una nuova assunzione, si raccomanda di accertare con la massima rapidità che le candidate e i candidati dispongano della competenza richiesta specificamente per la funzione a cui sono destinati. Controlling dei provvedimenti I responsabili nazionali dei dipartimenti sono responsabili del controlling dei provvedimenti, dell’attuazione e dei risultati, poiché si tratta di un normale processo MbO. Essi discutono la procedura con gli SbGEM che, a loro volta, consultano il GEM-K. 10 Funzionamento, struttura e organizzazione del GEM Direktorin Dalia Schipper Leiter Ausbildung Dr. Alexandre Etienne GEM Team Mitglied Monica Lupi Leiter Weiterbildung Dr. Béatrice Chissalé GEM Team Mitglied Marie Martins da Costa Leiter Zentrum für Berufsentwicklung Leiterin F&E Dr. Carmen Baumeler Jean -Pierre Perdrizat GEM Team Mitglied Marine Jordan GEM Team Mitglied Emanuel Wüthrich Leiter Ressourcen management Josef Kuhn GEM Team Mitglied Nathalie Leschot Barbara Wildermuth GEM Korrdinator Emanuel Wüthrich GEM--Team Il GEM deve essere radicato nelle strutture e nella cultura dello IUFFP secondo il concetto del Gender Mainstreaming. A tale scopo, gli obiettivi del GEM secondo QM- il controlling dell’uguaglianza sono comunicati dalla Direttrice ai dipartimenti per Sandra Rossi l’attuazione tramite un normale processo MbO. Il controlling qualità è volto a garantire che le conoscenze genere presenti nello IUFFP siano messe in pratica nel lavoro quotidiano. In quanto attività trasversale allo IUFFP, il GEM è organizzato come una funzione dello Stato maggiore di direzione. Il GEM-K (impiego al 20-30% con aggiunta di funzioni nello Stato maggiore di direzione) costituisce l’interfaccia con la Direttrice, mente gli SbGEM (5-10% nel dipartimento) mediano i contatti con i responsabili nazionali dei dipartimenti. Obiettivi, contenuti e funzionamento del GEM sono stabiliti dal GEM-K assieme alla Direttrice. L’attuazione del GEM è di tipo verticalizzato ed è eseguita con il sostegno dei responsabili nazionali dei dipartimenti e la consulenza degli SbGEM. Il team GEM è costituito da almeno un impiegato di ogni dipartimento nonché dal GEM-K, che dirige e coordina il gruppo. Il GEM-K e gli SbGEM sono nominati rispettivamente dalla Direttrice e dai responsabili nazionali dei dipartimenti. Elaborati dagli SbGEM in collaborazione con i responsabili nazionali dei dipartimenti, gli obiettivi genere sono presentati alla Direttrice e al GEM-K. La Direttrice dà l’ok. Gli SbGEM ricercano strategie, obiettivi e provvedimenti per accrescere la competenza di genere tra i collaboratori del proprio dipartimento. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, essi sono affiancati dal coordinatore GEM, che informa costantemente sull’andamento e sui temi attuali del dipartimento (riunioni, mail, telefonate, ecc.). La formazione della competenza di genere nel dipartimento è un compito che gli SbGEM svolgono su base continua, e che comprende anche la stesura della documentazione specialistica. Qualora insorgano difficoltà a livello contenutistico, organizzativo o personale tra gli SbGEM e i responsabili nazionali dei dipartimenti, si richiede l’intervento del coordinatore GEM che riferisce alla Direttrice. 11 La formazione della conoscenza genere nello IUFFP è un compito di cui si occupano costantemente i team GEM, che svolgono anche le seguenti mansioni: • Gestione del reparto “Genere” nella biblioteca (d’intesa con gli interessati del dipartimento) • Raccolta e archiviazione di articoli nuovi rilevanti • Raccolta e documentazione di esempi di buona pratica • Formazione continua dei collaboratori • Ecc. 12 Appendice Basi legali del GEM Costituzione federale: Art. 7 Dignità umana La dignità della persona va rispettata e protetta. 2 Accettato in occasione della votazione popolare del 28 novembre 2004, in vigore dal 1° gennaio 2008 (FF del 3 ottobre 2003, DCF del 26 gennaio 2005, DCF del 7 novembre 2007 – RU 2007 5765 5771; UFCL 2002 2291, 2003 6591, 2005 951). Confederazione svizzera 3 101 Art. 8 Uguaglianza giuridica 1 Tutti sono uguali davanti alla legge. 2 Nessuno può essere discriminato, in particolare a causa dell'origine, della razza, del sesso, dell'età, della lingua, della posizione sociale, del modo di vita, delle convinzioni religiose, filosofiche o politiche, e di menomazioni fisiche, mentali o psichiche. 3 Uomo e donna hanno uguali diritti. La legge ne assicura l'uguaglianza, di diritto e di fatto, in particolare per quanto concerne la famiglia, l'istruzione e il lavoro. Uomo e donna hanno diritto a un salario uguale per un lavoro di uguale valore. 4 La legge prevede provvedimenti per eliminare svantaggi esistenti nei confronti dei disabili. Legge sul personale federale: Art. 4 Politica del personale 1 Le disposizioni d'esecuzione (art. 37 e 38), i contratti di lavoro (art. 8) nonché le misure e le decisioni sono concepiti in modo da contribuire alla competitività della Confederazione sul mercato del lavoro e al raggiungimento degli obiettivi di cui ai capoversi 2 e 3. 2 I datori di lavoro impiegano il loro personale in modo adeguato, economico e socialmente responsabile; prendono le misure adeguate per garantire: a. l'assunzione e la permanenza del personale adeguato; b. lo sviluppo personale e professionale, il perfezionamento, la motivazione e la polivalenza del personale; c. il promovimento dei quadri e lo sviluppo delle capacità gestionali; d. le stesse opportunità alle donne e agli uomini e la loro parità di trattamento; e. l'equa rappresentanza delle comunità linguistiche, il promovimento del plurilinguismo e la comprensione tra le comunità linguistiche; f. le stesse opportunità ai disabili, il loro impiego e integrazione; g. la protezione della personalità e della salute, nonché la sicurezza del personale sul posto di lavoro; h. il promovimento di un atteggiamento rispettoso dell'ambiente sul posto di lavoro; 13 i. la creazione di condizioni di lavoro che consentano al personale di adempiere le proprie responsabilità familiari e i propri impegni sociali; j. la creazione di posti di tirocinio e di formazione; k. un'informazione esaustiva del personale. 3 Provvedono ad evitare l'arbitrarietà nei rapporti di lavoro e introducono un sistema di valutazione fondato su colloqui con il collaboratore; tale sistema costituisce la base di una retribuzione corrispondente alla prestazione e di uno sviluppo degli impiegati orientato verso obiettivi. Legge federale sulla parità dei sessi: 1 Legge federale sulla parità dei sessi (Legge federale sulla parità dei sessi, LPar) del 24 marzo 1995 (stato 18 aprile 2006) L'Assemblea federale della Confederazione svizzera, visti gli articoli 4 capoverso 2, 34ter capoverso 1 lettera a, 64 e 85 numero 3 della Costituzione federale1, visto il messaggio del Consiglio federale del 24 febbraio 19932, decreta: Sezione 1: Scopo Art. 1 La presente legge mira a promuovere l'uguaglianza effettiva fra donna e uomo. Sezione 2: Uguaglianza nella vita professionale Art. 2 Principio Le disposizioni della presente sezione si applicano ai rapporti di lavoro disciplinati dal Codice delle obbligazioni3 e dal diritto pubblico federale, cantonale e comunale. Art. 3 Divieto di discriminazione 1 Nei rapporti di lavoro, uomini e donne non devono essere pregiudicati né direttamente né indirettamente a causa del loro sesso, segnatamente con riferimento allo stato civile, alla situazione familiare o a una gravidanza. 2 Il divieto si applica in particolare all'assunzione, all'attribuzione dei compiti, all'assetto delle condizioni di lavoro, alla retribuzione, alla formazione e al perfezionamento professionali, alla promozione e al licenziamento. 3 Non costituiscono una discriminazione adeguati provvedimenti per la realizzazione dell'uguaglianza effettiva. Diritti fondamentali 2 151.1 Art. 4 Divieto di discriminazione in caso di molestia sessuale Per comportamento discriminante si intende qualsiasi comportamento molesto di natura sessuale o qualsivoglia altro comportamento connesso con il sesso, che leda la dignità della persona sul posto di lavoro, in particolare il proferire minacce, promettere vantaggi, imporre obblighi o esercitare pressioni di varia natura su un lavoratore per ottenere favori di tipo sessuale. Art. 5 Pretese giuridiche 1 In caso di discriminazione secondo gli articoli 3 e 4, l'interessato può chiedere al giudice o all'autorità amministrativa: a. di proibire o far omettere una discriminazione imminente; b. di far cessare una discriminazione attuale; c. di accertare una discriminazione che continua a produrre effetti molesti; d. di ordinare il pagamento del salario dovuto. 14 2 Se la discriminazione consiste nel rifiuto di un'assunzione o nella disdetta di un rapporto di lavoro disciplinato dal Codice delle obbligazioni1, la persona lesa può pretendere soltanto un'indennità. Questa è stabilita tenuto conto di tutte le circostanze ed è calcolata in base al salario presumibile o effettivo. 3 Nel caso di discriminazione mediante molestia sessuale, il tribunale o l'autorità amministrativa può parimenti condannare il datore di lavoro ed assegnare al lavoratore un'indennità, a meno che lo stesso provi di aver adottato tutte le precauzioni richieste dall'esperienza e adeguate alle circostanze, che ragionevolmente si potevano pretendere da lui per evitare simili comportamenti o porvi fine. L'indennità è stabilita considerando tutte le circostanze, in base al salario medio svizzero. 4 Nel caso di discriminazione mediante rifiuto di assunzione, l'indennità prevista nel capoverso 2 non eccede l'equivalente di tre mesi di salario. Parimenti, la somma totale delle indennità versate non deve eccedere tale importo, qualora parecchie persone pretendano il versamento di un'indennità per rifiuto d'assunzione allo stesso posto di lavoro. Qualora la discriminazione avvenga mediante scioglimento di rapporti di lavoro disciplinati dal Codice delle obbligazioni o mediante molestie sessuali, l'indennità prevista ai capoversi 2 o 3 non eccede l'equivalente di sei mesi di salario. 5 Sono salve le pretese di risarcimento del danno e di riparazione morale, nonché le pretese contrattuali più estese. Legge sulla formazione professionale LFPr Art. 3 Obiettivi La presente legge promuove e sviluppa: a. un sistema di formazione professionale che consenta all'individuo uno sviluppo personale e professionale e l'integrazione nella società, in particolare nel mondo del lavoro, rendendolo capace e disposto a essere professionalmente flessibile e a mantenersi nel mondo del lavoro; b. un sistema di formazione professionale che favorisca la competitività delle aziende; c. le pari opportunità di formazione sul piano sociale e regionale, la parità effettiva fra uomo e donna, nonché l'eliminazione di svantaggi nei confronti di disabili; d. la permeabilità fra cicli e tipi di formazione nell'ambito della formazione professionale e fra quest'ultima e gli altri settori di formazione; e. la trasparenza del sistema di formazione professionale. Ordinanza sulla formazione professionale Sezione 3: Formazione pedagogico-professionale Art. 48 Contenuti (art. 45 e 46 LFPr) La formazione pedagogico-professionale dei responsabili della formazione professionale si basa sulla situazione sul posto di studio e di lavoro. Essa comprende i seguenti aspetti: a. formazione professionale e relativo contesto: sistema di formazione professionale, basi legali, offerte di consulenza; b. persona in formazione: socializzazione professionale di giovani e adulti in azienda, a scuola e nella società; c. insegnamento e apprendimento: pianificazione, svolgimento e valutazione di attività didattiche, supporto e accompagnamento delle persone in formazione nel processo concreto di formazione e apprendimento, valutazione e selezione sulla base dell'insieme delle doti; d. applicazione, nell'ambito di programmi di formazione aziendali e di offerte scolastiche, delle nozioni apprese; 15 e. comprensione dei ruoli di docente, mantenimento dei contatti con il mondo aziendale e scolastico, pianificazione del proprio perfezionamento; f. rapporti con le persone in formazione e collaborazione con i loro rappresentanti legali e con le autorità, le aziende di tirocinio, la scuola professionale e altri luoghi di formazione; g. temi generali quali cultura del lavoro, etica, parità dei sessi, salute, multiculturalità, sostenibilità, sicurezza del posto di lavoro. Regolamento del personale IUFFP: Art. 2 Politica del personale 1 La direttrice o il direttore dello IUFFP attua i principi di politica del personale della Confederazione in particolare tramite: a. l'orientamento della politica di assunzione e del personale dello IUFFP secondo i principi di politica del personale della Confederazione; b. manifestazioni periodiche concernenti temi fondamentali; c. l'offerta di corsi e formazioni per il personale. 2 La direttrice o il direttore dello IUFFP informa periodicamente il Consiglio dello IUFFP su obiettivi, strumenti e misure di politica del personale nonché sul loro stato di attuazione. 16 Approccio teorico In considerazione dell’orientamento pragmatico del progetto e la parziale contraddizione degli approcci teorici preesistenti, il progetto non può fondarsi su un solo approccio poiché ciò costituirebbe una limitazione delle possibilità operative del GEM. Seguono a tale riguardo tre esempi: • Quando si tratta di parità di stipendio, il GEM deve fare appello all’approccio di parità (l’approccio basato sulle differenze non costituirebbe in questo caso un fondamento sensato). • Quando si tratta di impiegare in modo efficace uno stile dirigenziale che possa essere connotato quale stile femminile o maschile, il GEM si rifà all’approccio basato sulle differenze (l’approccio di parità non costituirebbe in questo caso un fondamento sensato). • Quando si tratta di eliminare attributi stereotipati secondo i generi, il GEM applica un approccio decostruttivo (l’approccio basato sulle differenze non costituirebbe in questo caso un fondamento sensato). La parità effettiva tra uomo e donna sancita dalle basi legali citate sopra può dunque essere raggiunta con diversi approcci. La possibilità di ricorrere a tali approcci teorici amplia la capacità operativa del GEM. Per tale ragione, nell’operazionalizzazione della competenza di genere può accadere che un comportamento competente in materia di genere sia descritto ricorrendo, per esempio, al rapporto tra le categorie biologiche “donna” e “uomo”.8 La parità di genere presso lo IUFFP trova il suo fondamento teorico in un approccio basato sulle differenze, ma fa leva anche su un approccio di parità dal quale sono desunte la parità dei diritti e le pari opportunità per donne e uomini. L'approccio basato sulle differenze è invece utilizzato partendo dalla constatazione di una diversità tra i comportamenti, le attitudini e le forme d'esistenza a connotazione femminile e maschile e sottolineare la loro equivalenza. Presso lo IUFFP le donne e gli uomini devono avere le stesse opportunità e poter svolgere il loro lavoro denotando comportamenti a connotazione femminile o maschile nella misura in cui non ledano all'esigenza di una cultura caratterizzata dalla parità e che rispetti la dignità delle persone. Il terzo tipo di approccio significativo è costituito dall'approccio decostruttivo. Partendo dal presupposto che il genere è un fenomeno sociale, cioè che la femminilità e la virilità con le relative peculiarità sono riconducibili a motivi storici e sociali, e non a fattori biologici e quindi innati, il genere è considerato come elemento costruito all'interno di un contesto sociale. Ora, ciò che viene costruito può anche essere decostruito. L'approccio decostruttivo s’interroga sulle attribuzioni sociali generalmente riconosciute riguardo alla virilità e alla femminilità. Questa strategia permette d’identificare i valori e le norme in uso e di rendere in tal modo esplicite le loro forme espressive. Per esempio, anche nella pubblicità vengono propagati messaggi che riflettono il ruolo attribuito alle donne e agli uomini nella 8 Nel presente caso, non si tratta di una confusione concettuale tra “genere” e “sesso”. 17 società. Ciò si esprime per esempio nel fatto che praticamente in tutte le pubblicità per detersivi gli attori sono donne. Ciò implica l'attribuzione che nelle economie domestiche sono le donne a occuparsi del bucato, e che sanno farlo meglio degli uomini. Si tratta tuttavia di un'attribuzione arbitraria che non ha nessuna relazione con le caratteristiche biologiche, ma si è semplicemente sviluppata in questo modo nel contesto storico-sociale. Ora si potrebbe per esempio decostruire questa attribuzione scegliendo degli uomini come attori per le pubblicità sui detersivi, ciò che di riflesso indurrebbe altri uomini a sentirsi coinvolti come destinatari di queste pubblicità. I vari tipi di approccio teorico nel dibattito di genere denotano diversi punti di forza e punti deboli e in parte si contraddicono. Con l'approccio di parità si è ottenuto soprattutto che anche le donne possono fare le stesse cose degli uomini se dimostrano di essere più brave di loro. Da questa constatazione è scaturito l'approccio basato sulle differenze, secondo cui le donne sono diverse dagli uomini, ma sanno fare le loro cose altrettanto bene di loro. È quindi stato sottolineato ancora una volta che le donne e gli uomini sono diversi ed è stata nuovamente rafforzata l'egemonia maschile del passato. L'approccio decostruttivo, infine, ha ammorbidito le categorie, rendendo però anche più vacue le caratteristiche e le capacità. Ciò implica delle ripercussioni negative sulle possibilità di argomentazione politiche. La ricerca più recente in materia di genere affronta questo dilemma in modo molto pragmatico. E lo facciamo anche noi dello IUFFP: La realizzazione e la definizione della competenza di genere presuppone un approccio d’apprendimento costruttivista. In altre parole: la costituzione e la rappresentazione della competenza di genere sono diverse da individuo a individuo. Per tale ragione, il presente documento contiene una descrizione dettagliata di competenza di genere a scopo informativo e orientativo. Tramite tale descrizione, le collaboratrici e i collaboratori dello IUFFP sono in grado di appropriarsi individualmente del concetto di competenza di genere. Lo standard attuale per un operato competente in materia di genere è definito per ogni dipartimento negli elenchi di indicatori che descrivono concretamente cosa ci si aspetta da parte delle collaboratrici e dei collaboratori. Le diverse categorie di funzioni descrivono, invece, l’obiettivo competenza di genere da raggiungere a medio termine. 18 Competenza di genere secondo Liebig e Rosenkranz, 2009 (Definizione di competenza di genere) Competenze professionali Conoscenze e capacità cognitive • Conoscenze di base e specialistiche del settore e delle relative discipline scientifiche • Conoscenze di storia ed evoluzione • Conoscenze su organizzazioni e strutture • Conoscenze su metodi, procedimenti e tecnologie • Conoscenze sulla dimensione storica, politica, culturale, giuridica e sociale dei rapporti tra i sessi, sui modelli e sulle relative conseguenze • Conoscenze su condizioni strutturali a livello sociale e organizzativo • Conoscenze su processi e meccanismi che creano rapporti di potere e dominio, esclusione e discriminazione sociale • Competenze e tecniche metodiche atte a promuovere le pari opportunità e a sviluppare processi di cambiamento • Conoscenze di metodi scientifici finalizzati all’analisi di strutture, processi, cause di discriminazione e delle relative conseguenze Competenze metodiche Capacità di applicare conoscenze specialistiche in modo mirato ed organizzato nello svolgimento di attività professionali • Capacità di analisi e sintesi • Possesso di efficienti tecniche di lavoro • Padronanza di strategie settoriali e professionali specifiche per la risoluzione dei problemi • Capacità di collaborare con specialisti e autorità • Capacità di trasmettere conoscenze nell’ambito del gender in diversi contesti • Conoscenza di dati e fatti nell’ambito del gender e dimestichezza nel risolvere problemi legati al genere • Conoscenze sui principi della politica antidiscriminatoria (regolamentazione della quota di donne ammesse nei diversi ambiti professionali, gender mainstreaming) • Capacità di collaborare con specialisti e autorità nel contesto professionale specifico Competenze sociali Capacità di instaurare relazioni sociali nel contesto professionale • Capacità di relazionarsi (instaurare e sviluppare relazioni professionali) • Flessibilità dei ruoli (collega, subalterna/o, capo, esperta/o) • Spirito di gruppo (contributo autonomo e appropriato all’interno del gruppo) • Capacità critica (accettare e reagire) • Capacità di affrontare i conflitti (individuare il problema e contribuire a risolverlo) • • Capacità di relazionarsi (instaurare relazioni professionali tenendo presente la questione del gender) • Capacità di relazionarsi con diversi ruoli sociali all’interno di gruppi eterogenei • Capacità di riconoscere, affrontare e trasformare modelli di discriminazione in situazioni sociali • Capacità di affrontare conflitti che scaturiscono da strutture e comportamenti di discriminazione; promozione di processi interattivi volti alla risoluzione dei conflitti Competenze personali Capacità di presentare la propria persona quale importante strumento nell’attività professionale • Autoriflessione (aspettative nei propri confronti e nei confronti degli altri, valori e norme) • Autonomia (priorità, decisioni e responsabilità) • Flessibilità (riguardo a cambiamenti e situazioni) • Resistenza (conoscere possibilità e limiti personali in relazione alla professione) • Capacità di apprendimento (apprendere dall’esperienza e dedurre da nuove nozioni) • Autoriflessione in relazione alla propria sessualità e al carattere sociale da essa assunto (apertura e distanza nei confronti del proprio passato) • Capacità di verificare il proprio concetto d’identità, le proprie strutture di pensiero e i propri modi di agire • Abilità ad elaborare autonomamente concetti, misure e strumenti finalizzati a strategie di comunicazione e di azione • Capacità di apprendimento (evoluzione personale nell’ambito della sensibilità alle questioni di genere) Competenze di genere secondo Liebig & Rosenkranz, 2009 19 Competenza di genere delle collaboratrici e dei collaboratori – Indicatori La competenza di genere è intesa come competenza operativa che emerge durante l'attività professionale. I seguenti indicatori possono essere adottati a verifica e quale standard attuale per le collaboratrici e i collaboratori operativi nella Formazione e nella Formazione continua, nella Ricerca e sviluppo, nella Gestione delle risorse/Stato maggiore di direzione nonché nel Centro per lo sviluppo delle professioni. In primo luogo segue una descrizione generale. Lo standard attuale della competenza di genere è poi definito in modo dettagliato tramite gli elenchi di indicatori. Formazione e Formazione continua: Competenza specialistica: Conoscenza delle relazioni fra i generi nelle loro dimensioni storiche, politiche, culturali, giuridiche e sociali per quanto riguarda le proporzioni. Conoscenze utili a progettare processi di trasformazione. Competenza metodica: Tradurre le conoscenze di genere nei mandati d'insegnamento e nei contenuti didattici. Tenere in considerazione le conoscenze riguardo ai dati e ai fatti che riguardano l'aspetto genere. Didattica rispettosa dei due generi (linguaggio!). Competenza sociale: Capacità di gestire i ruoli sociali nell'ambito di gruppi eterogenei. Capacità di confrontarsi alle discriminazioni e di trasformarle. Competenza personale: Capacità di verificare i propri concetti d'identità, le proprie strutture di pensiero e i propri schemi operativi. Apertura e capacità di staccarsi dalla propria biografia. Ricerca e sviluppo Competenza specialistica: Conoscenza e consapevolezza sulla costruzione di genere. Verifica dei progetti di ricerca per individuare gli aspetti genere. Integrazione delle conoscenze di genere nella R&S. Analisi degli indicatori rilevanti ai fini del genere nel contesto dell'oggetto di ricerca. Competenza metodica: Tradurre le conoscenze di genere in progetti di R&S. Padroneggiare le possibilità di risolvere problemi legati all'aspetto genere. Uso di un linguaggio confacente alle esigenze di genere nei resoconti e negli studi. Competenza sociale: Capacità delle ricercatrici e dei ricercatori di interagire rispettando gli aspetti di genere nell'ambito di gruppi eterogenei. Capacità di curare i rapporti interpersonali in seno al team di R&S. Competenza personale: Verifica dei propri concetti d'identità. Riflessione sui ruoli di genere e integrazione degli apprendimenti sul tema nei progetti di ricerca. Gestione delle risorse / Stato maggiore di direzione Competenze specialistiche: Verifica dei processi, delle strutture, della comunicazione interna ed esterna dal punto di vista del genere. Verifica degli stipendi e della 20 ripartizione delle risorse dal punto di vista genere. Essere informati riguardo agli indicatori dello IUFFP rilevanti in fatto di genere. Competenza metodica: Tradurre le conoscenze di genere in strutture, comunicazione e processi. Usare un linguaggio rispettoso dei due generi. Competenza sociale: Capacità di cambiare prospettiva. Empatia. Competenza personale: Verificare i propri concetti d'identità. Conoscere le proprie attribuzioni di ruolo dal profilo genere e riflettere sulle stesse. Centro per lo sviluppo delle professioni Competenza specialistica: Verifica delle modalità di svolgimento, delle strutture, della comunicazione interna ed esterna dal punto di vista genere, verifica del campo d'attività dal punto di vista della parità di genere. Analisi delle stereotipie relative al genere nel campo professionale esaminato. Conoscere gli indicatori rilevanti in fatto di genere legati alla propria professione. Competenza metodica: Trasferire le conoscenze genere in una formazione di base e una formazione professionale superiore orientati alla parità di genere (piano di formazione, ordinanza sulla formazione, piano di studio quadro, profilo professionale, QP ecc), considerando la comunicazione e i processi. Uso di un linguaggio rispettoso dei due generi. Competenza sociale: Capacità di cambiare prospettiva. Empatia. Competenza personale: Verificare i propri concetti d'identità. Conoscere le proprie attribuzioni di ruolo dal profilo genere e riflettere sulle stesse. 21 Elenchi di indicatori Il catalogo degli indicatori riportato sotto definisce lo standard dei/delle docenti della Formazione continua in materia di competenza di genere. È richiesto il livello di valutazione “spesso”. Valutate in che misura queste affermazioni sono vere in riferimento al nostro corso di formazione continua …. (inserire il nome del corso di formazione continua) Preparazione delle lezioni dei corsi di formazione continua Completiamo le nostre lezioni con domande che hanno per argomento gli aspetti genere. Controlliamo se i nostri materiali didattici contengono concetti e forme espressive che si basano su stereotipi sessisti o ignorano la dimensione genere (p.es. in lingua, immagini, locuzioni). La nostra documentazione didattica è strutturata in modo che donne e uomini vi compaiano in ruoli diversi (p.es. come autrici/autori, specialisti/e, interessati/e, ecc.). Nelle lezioni sono integrate domande che riguardano la ripartizione di genere. mai raramente spesso sempre Osservazioni/esempi Richiamiamo l’attenzione delle studentesse e degli studenti a utilizzare una lingua scritta e orale rispettosa della parità di genere. Svolgimento delle lezioni Nei nostri corsi di formazione continua, prestiamo attenzione a una cultura dell’insegnamento priva di discriminazioni (p.es. nessuna espressione sessista, approccio consapevole alla distanza e alla vicinanza, rispetto reciproco). Facciamo in modo che le studentesse e gli studenti partecipino in uguale misura alle lezioni (p.es. in discussioni, nel lavoro di preparazione, nelle presentazioni di lavori di gruppo, ecc.). 22 Favoriamo la sensibilità delle studentesse e degli studenti nel percepire la varietà sociale e culturale (p.es. di situazioni di vita, valori, presupposti personali). Nelle nostre lezioni evitiamo rappresentazioni, personalizzazioni o esempi stereotipati (p.es. il manager/la badante, il capo/la segretaria). Sosteniamo le studentesse e gli studenti a riflettere sui loro atteggiamenti nei confronti della femminilità/mascolinità, nonché sulla tematica dell’uguaglianza. Sequenze di apprendimento nei moduli del corso di formazione continua Nel corso di formazione continua esistono moduli che affrontano il tema genere? sì modulo argomento metodica durata Se sì, in quali moduli Quali temi di genere sono trattati Con quale metodica e Quanto tempo viene dedicato all’argomento durante le lezioni? 23 Il catalogo degli indicatori riportato sotto definisce lo standard dei/delle docenti in materia di competenza di genere. È richiesto il livello di valutazione “spesso”. Valuti in che misura queste affermazioni sono vere nel suo caso Preparazione delle lezioni dei corsi di formazione mai raramente spesso sempre Completo le mie lezioni con domande che hanno per argomento gli aspetti genere. Nel mio ambito di lavoro, so dove posso richiedere consulenza e pareri competenti riguardo alle questioni genere e all’uguaglianza. Controllo se i miei materiali didattici contengono concetti e forme espressive che si basano su stereotipi sessisti o ignorano la dimensione genere (p.es. in lingua, immagini, locuzioni). La mia documentazione didattica è strutturata in modo che donne e uomini vi compaiano in ruoli diversi (p.es. come autrici/autori, specialisti/e, interessati/e, ecc.). Conoscere i dati pertinenti riguardanti la ripartizione di genere nel proprio ambito lavorativo ed essere in grado di elaborare le domande sulla ripartizione di genere sono aspetti che fanno parte delle capacità valutate tramite una nota. Nelle mie lezioni, una lingua scritta e orale rispettosa dei generi è un aspetto rilevante anche per l’assegnazione delle note. Le mie lezioni sono concepite in modo tale che gli orari e i luoghi d’insegnamento non costituiscano uno svantaggio per le persone in formazione che affiancano lo studio a un impegno familiare o pubblico. Svolgimento delle lezioni Durante le mie lezioni presto attenzione a una cultura dell’insegnamento priva di discriminazioni (p.es. nessuna espressione o immagine sessista, approccio consapevole alla distanza e alla vicinanza, rispetto reciproco). Faccio in modo che le allieve e gli allievi partecipino in uguale misura alle lezioni (p.es. in discussioni, nel lavoro di preparazione, nelle presentazioni di lavori di gruppo, ecc.). Favorisco la sensibilità delle allieve e degli allievi nel percepire la varietà sociale e culturale (p.es. di situazioni di vita, valori, presupposti personali). Nelle mie lezioni evito rappresentazioni, personalizzazioni o esempi stereotipati (p.es. il manager/la badante, il capo/la segretaria). Sostengo le allieve e gli allievi a riflettere sui loro atteggiamenti nei confronti della femminilità/mascolinità e sulla tematica dell’uguaglianza. Sono consapevole del fatto che la varianza di una caratteristica all’interno del gruppo maschile è sempre maggiore che tra il gruppo maschile e quello femminile. Valutazione delle lezioni Le persone in formazione valutano le mie lezioni anche tenendo in considerazione la trasmissione e l’acquisizione della competenza di genere. Tematizzo gli aspetti relativi alle pari opportunità e al genere nel gruppo di docenti, con le e i superiori, le 24 colleghe e i colleghi subordinate/i. Quale docente di sesso maschile/femminile, rifletto su aspetti come i miei comportamenti, le forme di comunicazione e gli atteggiamenti. Il catalogo degli indicatori riportato sotto definisce lo standard dei ricercatori e delle ricercatrici in materia di competenza di genere. È richiesto il livello di valutazione “spesso”. Valuti in che misura queste affermazioni sono vere nel suo caso mai raramente spesso sempre Preparazione di progetti di R&S Nella pianificazione dei progetti di R&S, verifico anche quale importanza rivestono le questioni genere. Nella pianificazione dei progetti di R&S, m’informo anticipatamente sulla ripartizione tra i due sessi che caratterizza il campo di ricerca da esaminare. Nel mio ambito di lavoro, so dove posso richiedere consulenza e pareri competenti riguardo alle questioni genere e all’uguaglianza. Oltre alle differenze tra uomini e donne (p.es. struttura corporea, statura, forza), faccio in modo che la singola categoria genere possa comprendere una gamma molto ampia di caratteristiche (p.es. età, professione, appartenenza etnica). Consapevole del fatto che la varianza all’interno del gruppo femminile è maggiore che tra il gruppo maschile e quello femminile, applico questa conoscenza per affrontare gli stereotipi. Nella pianificazione dei progetti di R&S, considero gli interessi conoscitivi e operativi dei due sessi (p.es. nella progettazione della ricerca e nello sviluppo dei prodotti). Per migliorare la qualità dei miei progetti e proposte di ricerca utilizzo in modo mirato le conoscenze e le informazioni derivanti dalla ricerca genere. Analizzo criticamente tradizioni di pensiero, domande e forme di rappresentazione del mio settore specialistico per individuarvi eventuali aspetti che si basino su stereotipi sessisti, o che ignorino la dimensione genere. Sensibilizzo anche le mie e i miei committenti/partner nella pratica economica e nella vita sociale, nonché le colleghe e i colleghi sulle questioni genere e sulle pari opportunità. Nei miei team di progetto e nelle presentazioni presto attenzione a una rappresentanza il più possibile equilibrata tra donne e uomini. Esecuzione/valutazione di progetti di R&S 25 Faccio in modo che i membri maschili e femminili dei miei team di progetto partecipino attivamente e in uguale misura alle discussioni e al trasferimento delle conoscenze. Sostengo i membri dei miei team di progetto a riflettere sui loro atteggiamenti nei confronti della mascolinità/femminilità, nonché sugli aspetti genere. Se possibile, i miei progetti comprendono anche raccomandazioni per evitare le disparità tra i sessi. Le mie raccomandazioni per la valorizzazione dei risultati derivanti da ricerca e sviluppo (p.es. per la formulazione di prodotti, l’organizzazione di processi e strategie, provvedimenti concreti) comprendono l’applicazione da parte sia di donne che di uomini. Nel trasferimento delle conoscenze (conferenze/pubblicazioni), faccio attenzione a utilizzare una lingua rispettosa della parità dei sessi, evitando di uniformare gli appellativi e citando specificamente donne e uomini. Quale specialista di sesso maschile/femminile nell’ambito di ricerca e sviluppo, rifletto su aspetti come i miei comportamenti, le forme di comunicazione e gli atteggiamenti. Valuto i miei progetti di ricerca e sviluppo, chiedendomi in quale misura siano riusciti a includere anche le questioni genere. Il catalogo degli indicatori riportato sotto definisce lo standard nel Dipartimento Gestione delle risorse in materia di competenza di genere. Valuti in che misura queste affermazioni sono vere nel suo caso Gestione delle risorse e Stato maggiore di direzione AG Nella programmazione del mio lavoro, verifico anche quale importanza rivestono gli aspetti genere. AG Nel mio ambito di lavoro, so dove posso richiedere consulenza e pareri competenti riguardo alle questioni genere e all’uguaglianza. AG Controllo se nel mio lavoro esistono modi di pensare che si basano su stereotipi sessisti, o che ignorano la dimensione genere (p.es. in lingua, contenuti, strutture, processi e procedure). AG Richiamo l’attenzione delle mie colleghe e dei miei colleghi sulle questioni genere. AG Nella pianificazione dei progetti prendo in considerazione le esigenze di uguaglianza: pari opportunità, equa ripartizione tra i sessi e attenzione ai doveri familiari. mai raramente spesso sempre 26 AG Discuto le questioni genere con le mie colleghe e i miei colleghi di lavoro. AG Faccio in modo che nei team/gruppi di progetto esista una rappresentanza il più possibile equilibrata tra donne e uomini. AG Dal mio settore di lavoro, apporto attivamente idee e proposte per la parità di trattamento dei due sessi alla mia istanza di livello superiore. AG Quale specialista di sesso maschile/femminile nell’ambito della Gestione delle risorse/dello Stato maggiore di direzione, rifletto su aspetti come i miei comportamenti, le forme di comunicazione e gli atteggiamenti. AG Valuto la pianificazione e l’esecuzione di attività ad opera della Gestione delle risorse e dello Stato maggiore di direzione, accertandomi che rispettino la parità dei sessi. AG Comunico all’istanza competente (PMC) l’eventuale individuazione di mancanze (vizi strutturali) nell’attuazione del GEM. AG Verifico la presenza di rappresentazioni che si basano su stereotipi sessisti in testi e layout (anche foto). HR L’argomento “Genere” costituisce l’oggetto del modello IUFFP e, in qualità di collaboratrice o collaboratore HR, fungo da esempio in riferimento a questa tematica. Eseguo l’inquadramento e il calcolo salariale in modo neutrale dal punto di vista genere.. Le donne e gli uomini, che hanno le stesse risorse e occupano posizioni uguali e/o simili, vengono trattati allo stesso modo. Nella procedura di assunzione (bando e selezione, ecc.), si tengono in considerazione gli aspetti genere. HR HR HR Nei colloqui di presentazione, le donne e gli uomini comunicano e si comportano in modo diverso. Sono consapevole di queste differenze e relativizzo gli aspetti genere nella comunicazione. HR Le differenze di comportamento tipiche del sesso femminile e maschile sono tenute in considerazione allo scopo di garantire un trattamento uguale. FI Le richieste dei collaboratori e delle collaboratrici vengono trattate allo stesso modo indipendentemente dal sesso. Le richieste, presentate dai collaboratori e delle collaboratrici al Servicedesk, vengono accolte e trattate in modo neutrale dal punto di vista genere (senza pregiudizi). IT 27 KO Verifico che i testi e i layout (anche foto) del nostro sito web siano rispettosi della parità dei sessi. KO Nelle manifestazioni (fiere, ecc.), faccio attenzione che lo IUFFP sia rappresentato nel rispetto dalla parità dei sessi. RD Verifico che il contenuto di disposizioni e regolamenti sia commisurato alla problematica genere. RD Nel caso dei regolamenti nuovi, fornisco consulenza in merito alla tematica genere e faccio attenzione che vi sia inclusa. Rifletto sul mio comportamento e modo di esprimermi nei confronti di clienti interni ed esterni, per accertarmi che non si basino su stereotipi sessisti. ZD ZD AG FI KO IT Nell’arredamento degli ambienti si tengono in considerazione nella stessa misura le esigenze delle donne e degli uomini. = generale = Finanze e Controlling = Comunicazione = Informatica HR RD ZD = Risorse umane = Servizio legale = Servizi centrali 28 Il catalogo degli indicatori riportato sotto definisce lo standard delle collaboratrici e dei collaboratori del Centro per lo sviluppo professionale in materia di competenza di genere. È richiesto il livello di valutazione “spesso”. Valuti in che misura queste affermazioni sono vere nel suo caso mai rarament e spesso sempr e Nell’approccio con le OdL, faccio attenzione ad esprimermi per iscritto e verbalmente in modo rispettoso della parità dei sessi Propongo che i gruppi di lavoro, le commissioni di riforma, ecc. siano composti nel rispetto della parità dei sessi Faccio attenzione al rispetto della parità dei sessi nella lingua dei documenti ufficiali e non Conosco la suddivisione in base al sesso nelle professioni che seguo Mi sta a cuore l’armonizzazione delle pari opportunità nella professione che seguo. Includo tra gli argomenti la disparità per quanto riguarda la ripartizione dei sessi nel campo professionale che tratto Assieme al gruppo di lavoro, ricerchiamo possibilità di instaurare pari opportunità nella rispettiva professione Nel mio campo d'attività di lavoro, so dove posso richiedere consulenza e pareri competenti riguardo alle questioni genere e all’uguaglianza Analizzo criticamente tradizioni di pensiero, domande e forme di rappresentazione della professione che seguo per individuarvi eventuali aspetti che si basino su stereotipi sessisti, o che ignorino la dimensione genere. Nelle presentazioni e rappresentazioni visive, presto attenzione a una rappresentanza il più possibile equilibrata tra donne e uomini. Consapevole del fatto che la varianza all’interno del gruppo femminile è maggiore che tra il gruppo maschile e quello femminile, applico questa conoscenza per affrontare gli stereotipi. Con il mio atteggiamento, stimolo le rappresentanti e i rappresentanti delle OdL a preoccuparsi dell’uguaglianza e delle pari opportunità. Rifletto sulle mie immagini di ruolo e su come sono nate si sono formate. Nelle verifiche di coerenza, faccio attenzione che la lingua sia rispettosa della parità dei sessi. 29