Genere e bilancio di genere:
note introduttive
Firenze, 14 settembre 2012
La nascita del termine Gender (genere)
Nel 1975 l’antropologa Gay Rubin introduce il termine genere
nel discorso scientifico attraverso l’espressione «sex-gender
system» quale insieme dei processi, adattamenti, modalità di
comportamento e di rapporti con i quali ogni società trasforma
la sessualità biologica in prodotti dell’attività umana e
organizza la divisione di compiti tra gli uomini e le donne,
differenziandoli l’uno all’altro e creando così il genere.
Il termine genere non sostituisce quello di sesso ma è usato
per analizzare i ruoli, le responsabilità, gli obblighi e i bisogni
delle donne e degli uomini ovunque e in qualsiasi contesto
sociale.
Sesso < differenze > Genere
Sesso (differenze biologiche)
Genere (differenze sociali)
Le differenze sono difficili da cambiare
perché si nasce maschio o femmina.
Le differenze possono essere
cambiate poiché l’identità di genere è
determinata dalla società.
Nella storia e attraverso le culture
esistono le differenze di sesso.
In differenti società e in momenti
diversi della storia, i ruoli di genere
sono stati differenti.
Le politiche rispondono alle differenze
di sesso in ogni area collegata al
corpo fisico (gravidanza, malattie della
prostata, …)
Le politiche possono sia rispondere
agli stereotipi di genere e ai ruoli di
genere tradizionali sia tentare di
cambiarli.
Parità di genere
Secondo l’ILO: «Parità di genere significa che i differenti
comportamenti, aspirazioni e bisogni di donne e uomini sono
considerati, valutati e favoriti nello stesso modo.
Ciò non significa che donne e uomini devono diventare identici,
ma che i loro diritti, responsabilità e opportunità non
dipenderanno dal fatto che essi sono nati maschi o femmine.
Parità di genere significa imparzialità di trattamento per donne
e uomini, in accordo con i loro rispettivi bisogni. Parità di
genere può includere un identico trattamento o un trattamento
differente ma comunque considerato equivalente in termini di
diritti, benefici, obbligazioni e opportunità.»
Il «Gender Mainstreaming»
Con il termine Gender Mainstreaming si intende:
 L’integrazione sistematica delle situazioni, delle priorità e
dei bisogni rispettivi delle donne e degli uomini in tutte le
politiche. La finalità è quella di mobilitare e sensibilizzare
tutte le politiche e le misure d’ordine generale affinché si
raggiunga la parità tenendo conto degli effetti all’atto
della loro pianificazione e attuazione.
 L’attenzione trasversale alle implicazioni di genere
derivanti dall’attuazione di azioni progettuali rivolte ad
affrontare altri tipi di fenomeni (ad esempio l’orientamento
per i giovani appartenenti a minoranze etniche).
Le Politiche di Genere negli EE.LL.
Il ruolo dei comuni
i.Servizi per bambini e anziani
ii.Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale
iii.Fasce deboli
iv.Trasporti e viabilità
v.Sicurezza
vi.Ambiente
vii.Servizi al commercio
viii.Sport
Il ruolo delle province
i.Formazione professionale e politiche del lavoro
ii.Centri per l’Impiego
iii.Politiche sociali
iv.Istruzione
v.Trasporto e viabilità
vi.Sviluppo economico e attività produttive
vii.Area ecosostenibile
Il Bilancio di Genere
• Il bilancio di genere è uno strumento per la valutazione
preventiva (gender budgeting) o consuntiva (gender
auditing) delle politiche e degli impegni economicofinanziari di un ente pubblico rispetto alle donne e agli
uomini.
• L’analisi di genere del bilancio consiste infatti nell’adottare
una valutazione di impatto sul genere delle politiche di
bilancio, integrando la prospettiva di genere a tutti i livelli
della procedure di bilancio e ristrutturando le entrate e le
uscite al fine di promuovere l’uguaglianza tra i sessi.
Bilancio di
genere
Bilancio sociale
Rendicontazione sociale
Accountability
QUADRO INTERNAZIONALE
•
1995 - IV Conferenza Mondiale di Pechino
•
1997 - Modifiche apportate al trattato di Amsterdam
•
2002 giugno - Parlamento Europeo relazione di iniziativa su Gender Budgeting, Commissione per i diritti della donna e le pari
opportunità, a cura dell'On. Ghilardotti divenuta proposta di Risoluzione
•
2004 gennaio - Risoluzione del Parlamento Europeo sul Gender Budgeting
•
2006 (marzo) - Road Map per le Pari Opportuntià Indica strategie programmazione 2007/2013 indica il Bilancio di Genere come
strumento per migliorare la governance sulla parità tra i generi
•
2006 (maggio) Approvazione “Carta Europea dell'uguaglianza di donne e uomini nella vita locale e regionale” Innsbruck XXIII
Assemblea degli Stati Generali del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa (CCRE): nell'Art. 5 prevede che gli EE.LL.
sottoscrittori redigano il BdG
QUADRO NAZIONALE
•
2002 - esperienze di BdG di Comuni e Province, firma protocollo di intesa per lo scambio di buone prassi tra le province di
Modena, Genova e Siena
•
2003 - modifica art. 51 Costituzione promozione del principio di pari opportunità negli Enti Pubblici
•
2005 (dicembre) - proposta di legge sul BdG depositata alla Camera dei Deputati
•
2007 (23 maggio) - Direttiva Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione e dal Ministro per i Diritti e
le PP.OO. raccomanda il BdG alle Amministrazioni Pubbliche.
•
2007 (ottobre) - Finanziaria 2008 prevedeva analisi della distribuzione risorse anche con una logica di impatto di genere.
Convenzione Ministero Diritti e Pari Opportunità ed ISFOL che prevedeva per il 2007-2009 il GB nelle due programmazioni
finanziarie ed economiche italiane ed individuazione strumento normativo migliore per farlo diventare una prassi a tutti i livelli
legislativi
•
2009 - Decreto Legislativo n. 150 di attuazione della L.15/09 indica il Bilancio di Genere come uno dei documenti che le
amministrazioni devono produrre contestualmente alla Relazione sulla Performance entro il 30 giugno di ogni anno
QUADRO REGIONALE
•
L.R. 16/2009 sulla “Cittadinanza di genere” nell'art. 13 impegna la Regione a redigere il BdG ed a promuoverne la diffusione
presso gli enti locali del proprio territorio e successive modifiche (L.R. 4/2011)
Analisi di genere del bilancio: alcune utilità
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Promuovere la consapevolezza degli amministratori pubblici sull’impatto di genere
delle decisioni di allocazione delle risorse realizzate dalle politiche e dai bilanci
pubblici
Contribuire a ridurre le disuguaglianze di genere attraverso una distribuzione più
equa delle risorse finanziarie
Rafforzare la trasparenza nell’utilizzo delle risorse collettive e la partecipazione della
società civile nella comprensione delle implicazioni delle scelte di bilancio
Far emergere le esigenze della popolazione e del territorio di riferimento (domanda)
e verificare la coerenza e l’efficacia della risposta dell’ente in termini di programmi e
di servizi (offerta)
Verificare se l’impegno dell’ente per l’uguaglianza di genere si traduce in effettivi
impegni di bilancio
Migliorare i livelli di efficacia, efficienza, equità della spesa pubblica
Promuovere lo sviluppo del territorio e delle sue risorse (umane, socio-economiche,
ambientali, etc. )
Sviluppare basi informative disaggregate per genere e indicatori gender sensitive
Cosa non è il Bilancio di Genere
• Il bilancio di genere non è una semplice
operazione di comunicazione
• Il bilancio di genere non è uno
strumento di gestione del consenso
• Il bilancio di genere non è una scelta
una tantum
I processi di cambiamento…
La capacità di un’amministrazione pubblica di rendere
conto del proprio operato è favorita dalla maturazione di
tre processi di cambiamento:
1. Processo di orientamento al servizio e al
miglioramento della qualità della relazione con il
cittadino
2. Processo di riforma istituzionale e di riordino del
sistema di amministrazioni pubbliche
3. Processo di sviluppo di managerialità
4. Processo di trasparenza e comunicazione
Quanti sono i Bilanci di Genere in Italia?
70!
Quanti sono i Bilanci di Genere che
vogliamo realizzare con il progetto
promosso da Anci Toscana?
24! circa 1/3
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Il Bilancio di genere: note introduttive