lume di speranza La rivista della CBM Missioni cristiane per i ciechi nel mondo N. 5 • 2012 L’amore reale e vissuto per il prossimo Care amiche, cari amici, la fine dell’anno si avvicina, è tempo di bilanci: come è andato il 2012? Il mio augurio è che sia stato caratterizzato da accadimenti felici. Anche quest’anno ci sono stati diversi episodi belli da ricordare, eventi che rammento con piacere e gratitudine. Il mio cuore si riempie di gioia se penso agli incontri con le persone che sostengono il nostro lavoro, al fortissimo legame che ho avvertito nei confronti del nostro operato, quasi un’affinità spirituale oserei dire. E penso a tutti voi, che con le vostre donazioni e preghiere avete reso possibili gli aiuti della CBM. Anche nel 2012 avete generosamente rinunciato a una parte del vostro reddito per condividerla con la nostra organizzazione in difesa delle persone disabili che vivono in povertà. Mi stupisce sempre vedere quanto vi identificate con il nostro operato e la passione con cui lo sostenete. «Condividere dà gioia», «donando si riceve molto», «dare rende più felici di ricevere» - sono le parole con cui avete espresso questo vostro sentimento. Trasformare a vostro nome le donazioni in aiuti concreti è per me un grande privilegio, che mi ricorda quanto le persone abbiano bisogno le une delle altre. Vi ringrazio di cuore per la fedeltà con cui ci avete sostenuti, liberando le persone nel bisogno dal disprezzo e dalla sofferenza, e donando loro dignità e una nuova vita. Agli emarginati avete dato forza, alle famiglie coraggio, una prova di grande e incondizionato amore per il prossimo. Esprimendovi la nostra più sentita riconoscenza, vi auguro un felice Anno Nuovo Hansjörg Baltensperger Immagine di copertina: felicità nel parco giochi della clinica ortopedica CoRSU in Uganda dopo un intervento riuscito al piede torto. Lume di speranza Aiuti duraturi nel Sahel La famiglia Nafa è riconoscente per gli aiuti ricevuti. I donatori della CBM hanno assicurato la sopravvivenza di molte famiglie – tra cui numerose persone disabili – che rischiavano di morire di fame. Gli abitanti del Sahel hanno potuto tirare un po’ il fiato. La pioggia estiva è stata sufficiente per ottenere l’agognato raccolto. Il numero di bambini denutriti è calato. Rafforzare le famiglie e l’autoaiuto Gli aiuti d’emergenza della CBM hanno assicurato in Niger la sopravvivenza di 400 famiglie fornendo loro il denaro per acquistare cibo. Assieme ai comitati dei villaggi, sono stati creati otto magazzini per il foraggio degli animali, da cui si sono rifornite 600 economie domestiche. Nel contempo, la CBM ha consegnato 500 capre e pecore alle famiglie di pastori indigenti e tenuto corsi sull’allevamento ottimizzato. A un gruppo di donne svantaggiate è stato consegnato materiale per cucire, con il quale hanno realizzato abiti poi venduti per mantenersi. La CBM ha inoltre formato il personale umanitario affinché integrasse negli interventi anche le persone disabili. Migliorare l’alimentazione dei bambini piccoli In Ciad, la CBM ha aiutato a migliorare l’alimentazione di centinaia di bambini piccoli fornendo le necessarie spiegazioni alle mamme, al personale sanitario e alle levatrici tradizionali. La storia di Sola Hodi Dopo aver perso tutti i suoi bovini nella grande siccità del 2004, Sola Hodi ha allevato un po’ di bestiame minuto e, per guadagnare qualcosa, ha lavorato come portatore d’acqua, riuscendo così a mantenere la famiglia (moglie, suocera e quattro figli). Due anni or sono, la sua mano destra si è infettata ed è stato necessario amputargli il pollice. Poco tempo dopo, tutti i suoi animali sono annegati in una mareggiata. Per sopravvivere, è stato costretto a trasportare acqua per undici ore al giorno. Ripensando a quel periodo, Sola Hodi ricorda solo «una sofferenza infinita». In settembre, la CBM gli ha consegnato due capre e un agnello – il primo momento di gioia dopo anni di dolore. Grazie di cuore a tutti gli amici della CBM per le loro donazioni in favore degli aiuti d’emergenza! 2 Asante sana, cari amici della CBM Ogni anno, nel periodo dell’Avvento e di Natale, i nostri donatori sostengono il nostro operato con elargizioni supplementari. Così è stato anche nel 2011. Con il loro «sprint finale», assicurano che la nostra organizzazione possa effettivamente portare gli aiuti promessi. La profonda riconoscenza delle persone malate agli occhi, cieche e disabili è tutta per voi! 8489 di voi hanno dato seguito all’appello di Natale 2011, in cui si narravano le storie di Salomé e Joyce, rendendo possibili 11 700 operazioni alla cataratta! La mamma di Salomé ha ringraziato nella sua lingua, lo swahili: asante sana – tante grazie! inuto Ogni m ino b m a b un ista! av perde l Altrettanto riconoscente è il dott. Heiko Philippin, che aveva operato Salomé e Joyce e che ancora oggi è attivo in Africa su mandato della CBM per ridare la vista a chi credeva di averla persa per sempre: «Vi ringrazio per affidare le vostre donazioni alla CBM, sono fondamentali per il successo del nostro lavoro». Le cliniche e i programmi dimostratisi validi dipendono sempre meno dalle donazioni, che possono essere impiegate per promuoverne di nuovi e formare specialisti locali. Soltanto in questo modo un numero sempre maggiore di persone malate agli occhi e disabili può ottenere gli agognati aiuti. La CBM deve poter continuare a contare sul vostro fedele sostegno. Il dott. Philippin cita qui alcuni importanti successi ottenuti grazie al vostro appoggio: «Con la formazione di specialisti locali, i nostri aiuti si moltiplicano. Il numero di oculisti in Africa sta aumentando, lentamente, ma sta aumentando. Anche le campagne di informazione danno i frutti sperati. Sono felice di vedere che sempre più bambini ci vengono portati per tempo. Il mio auspicio è che gli amici della CBM continuino a sostenere con le loro donazioni le operazioni alla cataratta e la formazione di personale locale». Il grand sogno d e Salomè i Salomè è triste . «Ma io tare inse anni, volevo gnante cieca Joyce, 4 dive tuta, un …», amente sogno ch afferma abba ncomplet de e con l’a tlla ceci tale. In tà è destinato vanzare ve a ragazzin ce di andare a rimanere sc a ti alla ca pesta il gran uola, la oturco panna davandi con i ge nitori, ta fango in cui vive stoviglie glia la legna, la , ancora tutte attività va le a fare, che ries an ce scuola, che se a in sibile se vece, le è dive fatica. A ntato im guire le lezioni. pos- bini e i bam tegget ce! Pro sone lu er la p e le Donat aiutate ta... cecità o salvavis a rischio azione un’oper n co e ciech lu m e d i s p e ra nza ndo i cie chi nel mo ni cris tian e per la CBM Mis sio La rivi sta del «insiem e» La stor ia Domen di Salomè ica alle 17.50 18.12.2011 N. 5 • 201 1 : Dott. Philippin donare la vista far e di più ins iem e pe r Rendete vostro il nostro obiettivo: nessuno deve più essere costretto a una vita di esclusione e mendicità a causa di un handicap o a perdere la vista solo perché povero! 3www.cbmswiss.ch Mi chiamano «storpio» «No, non ho amici» risponde cupo Jamadah. «Gli altri mi chiamano ‹storpio›.» Il rifiuto e la derisione hanno lasciato segni profondi nell’anima di questo ragazzo, che rivolge uno sguardo triste ai piedi gravemente torti. Ogni spostamento è una ricerca coDas Gehen als ständiger Balanceakt! stante dell’equilibrio. Jamadah aiuta Jamadah am Wischen. qui la madre. Soltanto sua madre è dalla sua parte e lo incoraggia. Ma anche lei è sola. Alla nascita del bambino menomato, i familiari l’hanno abbandonata a sé stessa perché convinti che quel che è successo al figlio sia il risultato di una sua colpa, il frutto di una maledizione. Jamadah aveva nove anni quando anche il padre si è defilato. aspettare a lungo prima di poter andare a scuola. Una dura lotta Da allora, mamma Nawa si occupa da sola di Jamadah e dei suoi cinque fratellini. Intreccia canestri, l’unica fonte di reddito della famiglia. Jamadah aiuta dove può, va a cercare le verghe e a prendere l’acqua. Quando si occupa di quest’ultima faccenda, si vergogna sempre: i suoi coetanei trasportano taniche da 20 litri, lui non riesce a portare più di tre litri. A scuola con i più piccoli Benché abbia tredici anni, Jamadah è ancora in terza elementare. La mamma non aveva i soldi per i libri e l’uniforme, così il ragazzo ha dovuto Lume di speranza Un cammino doloroso «Sul percorso per andare a scuola devo fare parecchie pause, i piedi mi fanno malissimo», racconta Jamadah. «Poco prima di arrivare, i miei compagni mi superano e mi prendono in giro.» Jamadah impiega 45 minuti per coprire la distanza che gli altri bambini superano in cinque minuti. Ma non vuole arrendersi e fa appello a tutta la sua forza di volontà. L’ultima cosa che vuole è interrompere la scuola. La scuola è futuro e Jamadah ne sogna uno molto particolare. In alto nel cielo Il ragazzo tende l’orecchio. Ecco, ne passa un altro. La sua casa si trova sotto una linea di sorvolo. Le turbine ruggiscono potenti, Jamadah ne Canzonato e deriso dai coetanei, Jamadah preferisce rimanere a casa. Domenica 16 dicembre 2012 alle 17.50 seguite la trasmissione insieme su RSI La1 e conoscete Jamadah più da vicino. 4 Esther prima e dopo. Ma, sospira Jamadah, lei è ancora piccola, i miei piedi sono torti da molto più tempo! L’esempio di Esther Per fugare i dubbi di Jamadah, Agnes organizza un incontro con Esther, una bimba di sei anni operata l’anno precedente. Jamadah la fissa con tanto d’occhi: i suoi piedi sono perfettamente dritti, la bambina può persino correre! Ora Jamadah incomincia a nutrire qualche speranza e i suoi occhi luccicano. ascolta il suono affascinato e con desiderio osserva ogni velivolo. Di sicuro si può volare anche con i piedi torti. «Il suo sogno è diventare pilota», svela la mamma con un sorriso. li aiutano i parenti e ora lo fanno degli estranei? Nawa però non perde tempo e fissa subito un appuntamento per le prossime vacanze scolastiche, in modo da incominciare prima di Natale! Si incomincia! La squadra di chirurghi della clinica ortopedica CoRSU sostenuta dalla CBM ha già corretto la posizione dei piedi. Jamadah è raggiante, non vede l’ora di incominciare con la fisioterapia e gli esercizi per imparare a camminare, stimolato dall’esempio della piccola Esther. La folle proposta di Agnes Gli occhi di Jamadah rivelano profondi dubbi. Tutto il suo vissuto si ribella all’idea. Nemmeno le immagini più belle lo convincono. La diffidenza è grande: con i bambini piccoli magari funziona, ma i suoi piedi si sono ritorti sempre più e il dolore continua ad aumentare. Jamadah fissa rassegnato il terreno davanti a sé. Agnes però sa di che cosa sta parlando, è una collaboratrice della clinica pediatrica sostenuta dalla CBM nella capitale dell’Uganda, Kampala. Il suo compito è recarsi nei villaggi per verificare il bisogno di aiuti ortopedici. Le sue parole sono chiare: i medici ortopedici correggono ogni anno 150 piedi torti; dopo alcune settimane di esercizi, anche Jamadah sarà in grado di camminare e persino di saltare! Mamma Nawa ascolta rapita. Vorrebbe tanto scuotere il figliolo per convincerlo che questa è un’occasione da cogliere al volo! Alla fine, Jamadah accetta facendo spallucce. Tanto, peggio di così non può andare. Che regalo! Mamma Nawa riporta improvvisamente tutti alla realtà: lei, i soldi per l’operazione non li ha! Agnes ha una risposta anche a questo: i costi dell’intero trattamento sono coperti da donatori, Nawa non deve pagare nulla. Che fantastica notizia! Il diretto interessato è scettico: non Voi potete liberare i bambini come Jamadah da un’esistenza di dolore ed emarginazione. Un’operazione al piede costa 350 franchi. Ogni contributo conta! Donate la mobilità ai bambini. 5www.cbmswiss.ch Il successo del bus informativo Ai bambini il bus informativo piace sempre un mondo. Attraversare il percorso alla cieca è avventuroso e divertente, scoprire la realtà delle persone cieche impressionante. I loro disegni e due manifestazioni rivelano quanto questa esperienza li tocchi nel profondo. La cieca Lynn viene incoraggiata da una ragazza malata terminale. Teatro Schatülleli, settembre 2012. Chiaro come il sole! A pieni polmoni supplicò Gesù attraverso la folla di aiutarlo. La drammatica scena della guarigione del cieco Bartimeo è stata cantata dai quaranta bambini dell’Esercito della salvezza Aargau Ost nella commedia musicale Sunneklar. Prima dello spettacolo, i più grandi di loro hanno tratto ulteriore ispirazione nel bus informativo della CBM. La scuola elementare di Ehrendingen è stata una delle 19 scuole che nel 2012 hanno visitato il nostro bus informativo. Diciassette allievi della terza elementare di Ehrendingen hanno regalato ad Hannes Stüssi, che ha spiegato loro il bus informativo in tutte le sue sfaccettature, i loro disegni, in cui hanno dato forma alle loro riflessioni sull’handicap. Il bus come luogo di ricerca Che cosa sente e percepisce una persona cieca? Per portare in scena uno spettacolo realistico, i giovani attori del teatro Schatülleli hanno colto l’occasione e approfondito l’argomento con il bus informativo della CBM. Il risultato si è visto sul palco: tutto esaurito per uno spettacolo convincente, istruttivo e illuminante. I bambini dell’Esercito della salvezza durante il pezzo su Bartimeo. Le esperienze raccolte nel bus informativo sono state utili anche per la rappresentazione. Anche la vita delle persone disabili deve essere allegra e colorata. Lume di speranza 6 Tappa all’istituto Christoffel Dora BetEsh è legata alla CBM da 55 anni, da quando venne invitata dai successori di Ernst Christoffel Konrad e Bea Wilhelm alla festa di Natale che si teneva nell’istituto per ciechi a Isfahan, in Iran. L’atmosfera accogliente e le capacità dei bambini la colpirono profondamente. È il 1957 quando Dora Bet-Esh si reca in visita all’istituto, nel quale avverte subito gioia di vivere e voglia di riuscire. I bambini ciechi sanno leggere e scrivere, anche in inglese, arabo e tedesco. Dotati di una sana autostima, i giovani allievi sono diventati artigiani o insegnanti, hanno fondato le loro famiglie e se la sono cavata egregiamente. Una dedica personale Leggendo le storie raccolte dai Wilhelm, i successi dei ragazzi assumono ancora più valore agli occhi di Dora. «Quando Karim era ancora un ladro…» parla di Karim, noto ladruncolo diventato insegnante. E poi c’è Sadredin, figlio di contadini che ha concluso il liceo e ottenuto anche il sostegno dell’Imperatrice Farah. In visita a un vicino ospedale, l’Imperatrice aveva affermato che era a disposizione di chiunque avesse una questione urgente da risolvere. Sadredin non aveva perso l’occasione e chiesto accesso a uno dei soldati di guardia. «Impossibile». Ribadito che «l’ha detto sua Maestà», Sadredin ha potuto esporre il suo problema all’Imperatrice, che gli ha concesso di lasciare il paese per andare a studiare all’estero. Sadredin è diventato massaggiatore e pedagogista curativo. larmente la nostra organizzazione. È una delle nostre più fedeli amiche! Un regalo speciale: l’orsetto della CBM! Medicazione sull’occhio e benda al braccio: l’orsetto è un paziente degli oculisti e degli ortopedici della CBM. Il tenero peluche del costo di 32 franchi, spedizione inclusa, può essere ordinato sul nostro sito o per telefono quale gradito regalo per amici, figli o nipoti. Tel. 044 275 21 87. Testimone di un’epoca e donatrice Dora, di formazione infermiera neonatale, è colpita dall’atmosfera accogliente e familiare dell’istituto della CBM. I coniugi Wilhelm sono affidabili e degni di fiducia, le ore trascorse in loro compagnia non sono mai state dimenticate. Di ritorno in Svizzera, nel 1975 trova un opuscolo della CBM nella bucalettere e da allora sostiene rego Spunto di riflessione: una storia di Natale un po’ diversa Di recente mi sono recato in Uganda con un cameraman della Televisione Svizzera per registrare un servizio per la trasmissione insieme. Per alcuni giorni, abbiamo accompagnato il giovane Jamadah di tredici anni e la sua mamma Nawa. La storia di questo ragazzino nato con i piedi torti e di sua madre ci ha commossi (cfr. pagine 4 e 5). La donna intreccia alacremente e vende cesti per mantenere i sei figli e pagare loro le tasse e le uniformi scolastiche, eppure ogni giorno è oggetto di commenti sprezzanti, perché, in quanto madre di un figlio disabile, la gente la crede maledetta e punita da Dio. Tutti i parenti e alla fine anche il marito l’hanno brutalmente e ingiustamente abbandonata a sé stessa. Nawa e Jamadah sono considerati un elemento di disturbo e per questo indesiderati. Grazie al sostegno di persone generose come voi, la mamma di Jamadah può oggi tirare un sospiro di sollievo. Con le informazioni di Agnes, l’assistente sociale di prossimità, e l’intervento ai piedi nella clinica pediatrica ortopedica CoRSU sostenuta dalla CBM, la famiglia è stata nuovamente accolta in seno alla comunità. Mentre stavo con loro, mi veniva in mente la storia di Maria e Giuseppe. Anche loro erano stati allontanati da tutti, nessuno a Betlemme voleva offrir loro un riparo in cui la giovane potesse partorire Gesù, che alla fine nacque in una stalla. Gesù, adoperandosi in favore dei poveri e degli emarginati, aveva sempre presenti versetti come quello di Isaia 61: «Il Signore mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri». Domenica 16 dicembre 2012 alle 17.50 seguite la trasmissione insieme su RSI La1 e conoscete Jamadah più da vicino. Christoph Hickert, Responsabile comunicazione CBM 7www.cbmswiss.ch «Mi sento così bene!» Ingia Deme elogia suo marito, è un «good husband». Da autentico gentiluomo, ha dato la precedenza agli occhi della consorte ed è rimasto a badare alla casa. Come sua moglie, anch’egli soffre di cataratta. Da mesi l’anziana coppia non può più occuparsi del suo appezzamento di terreno. bus erano fuori dalla portata della coppia, come della maggior parte della gente del resto. Ma quando un operatore sociale ha visitato i due e assicurato loro che i costi erano tutti coperti da donatori, la decisione è stata presa in un attimo. «Inviati da Dio» Ingia attende impaziente sul letto che arrivi il suo turno, anche se non capisce bene che cosa le faranno, nemmeno dopo essere stata visitata dal dott. Heiko Philippin. È comunque fiduciosa: «I medici sono inviati da Dio, sono sicura che andrà tutto bene». Il dott. Philippin sostituisce il cristallino opaco con una lente artificiale. Il giorno successivo, viene tolta la medicazione. Ingia sorride: «Mi sento così bene!». Da subito riesce a vedere ogni dettaglio, dagli occhiali di chi le sta di fronte agli alberi fuori dalla finestra. «Finalmente posso di nuovo lavorare», esclama piena di gioia. «E andare a prendere l’acqua. E cucinare.» Strafelice, aggiunge: «Che Dio vi benedica!». ©CBM/argum/Einberger La gioia ritrovata Ingia viene operata il giorno stesso. La diagnosi è chiara: cataratta in entrambi gli occhi. «È come se tutto fosse avvolto dalle nuvole», spiega Ingia. E questo le impedisce di lavorare o di cucinare. La vista di Ingia ha incominciato a indebolirsi tre anni or sono. Ora vede «come se tutto fosse avvolto dalle nuvole», spiega l’ottuagenaria contadina della Tanzania settentrionale. Lei e suo marito sognano di poter tornare a coltivare banane, granoturco, frutta e verdura. Ora il cibo viene loro portato da uno dei due figli. «Finché ci vedevo, la mia vita andava bene,» sospira Ingia. «Oggi non va più bene.» Impressum Costretti a casa Ingia non si sarebbe mai recata di sua iniziativa nella clinica oftalmologica di Moshi, distante 200 chilometri. Già soltanto i dodici franchi per il Voi potete finanziare con 50 franchi un’operazione salvavista. Donate la vista! Editore CBM Missioni cristiane per i ciechi nel mondo Seestrasse 160, casella postale, 8027 Zurigo Tel. 044 275 21 87, fax 044 275 21 89, [email protected] Donazioni: conto postale 65-149199-4. Le donazioni sono deducibili dalle imposte secondo le direttive cantonali. Pubblicazione 5 volte l’anno per i sostenitori della CBM Missioni cristiane per i ciechi nel mondo Comunicazione, redazione Christoph Hickert, Stefan Leu Joël Rey & Co. (versione italiana) Riproduzione di articoli e immagini consentita con indicazione della fonte. Abbonamenti L’abbonamento annuale costa CHF 5.– Tipografia/sponsor Tipografia Franz Kälin AG, Einsiedeln Qualora i fondi raccolti superino quelli necessari per l’attuazione di un progetto, l’eccedenza verrà impiegata per soccorrere i più bisognosi.