lume di speranza
La rivista della CBM Missioni cristiane per i ciechi nel mondo
La cecità
fluviale –
una malattia
insidiosa
insieme per fare di più
N. 4 • 2008
Care amiche,
cari amici,
neppure il fratello
del capo tribale Malual Thour è stato risparmiato dalla cecità fluviale od oncocercosi: «Vedere le
sue gambe gonfie e
sbiancate dalla prurigine mi fa stare
male». Malual Thour è a capo di oltre
12 000 persone nei dintorni di Cueicok,
nel Sudan meridionale. Come in tutti i
nostri progetti, anche in questo, che
prevede la distribuzione del farmaco
Mectizan® della Merck contro la cecità
fluviale, lavoriamo di concerto con le autorità locali. Nei villaggi di Thour, diverse persone si sono messe a disposizione e sono state formate a operatori
sanitari e supervisori dalla CBM. Senza
aiuti esterni, i contadini sarebbero esposti a questa piaga senza alcuna difesa.
Malual Thour: «È la mosca nera a diffondere la malattia. Le sue larve maturano
lungo il fiume, dove la gente va ad attingere acqua, pescare o a lavorare le
terre fertili delle sponde». Grazie al
Mectizan®, messo a disposizione gratuitamente dall’azienda produttrice e distribuito con l’aiuto della CBM, questa
insidiosa malattia infettiva può essere
debellata. Combattendo la cecità fluviale e prestando le cure oculistiche del
caso diamo ragione al nostro motto
«Insieme per fare di più».
Gli aiuti della CBM
nel Sudest asiatico
Il 3 maggio 2008, il ciclone Nargis ha portato morte e distruzione in vastissime
aree del delta birmano. Nove giorni dopo, un violento terremoto ha raso al
suolo villaggi e città nella provincia cinese del Sichuan. Anche là, la CBM ha
prestato gli aiuti d’emergenza alle persone handicappate.
Hansjörg Baltensperger
© Ba Gee
La gratitudine per la solidarietà vissuta è
immensa, e Malual Thuor le dà voce a
nome di tutta la sua gente: «Quanto mi
piacerebbe incontrare uno dei tanti donatori! Lo ringrazierei infinitamente per
l’aiuto che riceviamo dalla CBM. Prego il
Signore affinché queste persone ricevano ogni bene». Un augurio al quale
mi unisco con tutto il cuore.
Nel Myanmar (Birmania), la CBM è
intervenuta con una squadra di
terapeuti e pedagoghi per soccorrere i disabili scampati alla catastrofe, fornendo vestiti, attrezzi,
materiale edile e ausiliare come
bastoni bianchi.
Anche nelle zone terremotate della
Cina, la CBM ha portato agli handicappati generi di prima necessità e
ha indicato alle organizzazioni di soccorso come raggiungere i disabili in
difficoltà.
lume di speranza
Tutto questo è reso possibile dagli
amici della CBM con le loro donazioni a favore degli aiuti d’emergenza. A loro va tutta la nostra
gratitudine.
Aiutate i
disabili in
caso
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L’ingegnere e amico
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campi minati, povertà estrema e
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sanitari e teologici
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interessate possonoMoroni
rivolgersi a
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tel.
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269 04 69,
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e-mail
[email protected].
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Mattone su mattone
«Gli addetti alla costruzione sono
professionisti», assicura Daniel Aeberhard, «la nostra collaborazione è
aperta e orientata alla soluzione dei
problemi.» In Angola, dopo la guerra
civile durata 25 anni e conclusasi nel
2002, è difficile reperire specialisti.
Per questo motivo, l’ingegnere e il
capocantiere provengono dalle Filippine. La nuova clinica dovrebbe es3
Harare
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Maputo
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l’equivalente di trenta franchi.
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La nuova struttura
La clinica Boa Vista fornisce cure oculistiche alla popolazione angolana,
Ascension
16 milioni di persone in maggioranza
povere. Solo per combattere i nuovi
casi di cataratta, sarebbero necessarie
30 000 operazioni l’anno. Ogni guarigione conta. Grazie alla nuova coSaint-Helena dalla CBM, che
struzione finanziata
oltre a una sala operatoria supplementare ospita pure aule per la formazione del personale medico e infermieristico, è stato compiuto un importante passoSouth
avanti nell’approvvigionamento Atlantic
sanitario del paese.
Lambaréné
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Brazzaville
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Fianarantsoa
Toliara
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Per l’edificazione della nuova clinica Boa Vista, la CBM Svizzera ha
ancora bisogno di 823 000 franchi.
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conta!
Sophie: «Quando sono qui vorrei avere la
pelle scura, ma in Svizzera vorrei riavere
quella chiara…».
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La cecità fluviale –
un terribile flagello
Si annida dove scorre la vita: lungo i corsi d’acqua pulita. L’oncocercosi, o cecità fluviale, è una delle malattie più insidiose. Una somministrazione annua del farmaco Mectizan® libera da questa piaga.
Rumbek/Sudan meridionale. Per
Awal Achiguach, 60 anni, il
Mectizan® arriva in ritardo di quattro
anni, dato che il parassita onchocerca volvulus ha già distrutto irreparabilmente il nervo ottico della
donna. Grazie al farmaco, Awal
nord del paese si è abbattuta violentemente da queste parti, lasciando la
popolazione esposta alle malattie.
Awal ha perso quattro dei suoi sette
figli, il marito e infine la luce degli
occhi. Ora è guidata dalla nipotina.
«È mia nuora a occuparsi di me. Lei e
della battaglia e i soldati avvicinarsi,
io correvo a nascondermi», esordisce
Manyar, lasciando che il silenzio racconti per lui gli orrori di quel tempo.
Nei combattimenti ha perso diversi
figli maschi e preziosi capi di bestiame. «Senza i miei occhi mi sentivo indifeso. Ma i miei figli mi sono
sempre stati vicini, e nessuno mi
ha fatto del male.» L’uomo non si
aspettava di riacquistare, un giorno,
la vista. Gli operatori della CBM, che
negli otto anni dopo il 1988 nel
Sudan meridionale hanno guarito
dalla cecità 11 000 persone, sono
giunti letteralmente dal cielo.
Un aiuto meraviglioso
«Ero fuori di me dalla gioia! Adesso
ci vedo benissimo, e quando la gente
diventata cieca mi chiede consiglio,
le parlo di questi aiuti. Ringrazio con
tutto il mio cuore le persone che mi
hanno regalato le operazioni agli
occhi. Mi avete dato un aiuto meraviglioso!»
Awal Achiguach, cieca: «La mia anima era come spenta».
trova però finalmente sollievo dal
terribile prurito causato dalle larve
morte sotto la pelle (v. riquadro):
«Mi prudeva sempre tutto il corpo.
Mi grattavo senza sosta. Sentivo
muoversi minuscoli esseri dentro gli
occhi. La mia anima era come
spenta».
La cecità fluviale toglie le energie
Le case di pietra di Rumbek, un
tempo pulite e ordinate, sono ormai
delle rovine ricoperte di erbacce, un
monumento ai bombardamenti. La
povertà e la paura di nuovi attacchi
hanno spinto gli abitanti a vivere
nelle tradizionali abitazioni di fango
a pianta circolare con il tetto di paglia, dette «tukul». Qua e là, fa capolino una capretta legata a un
palo, sovente l’unico bene rimasto.
La ventennale guerra tra il sud e il
lume di speranza
i nipoti sono la mia unica forza. A
me non ne è più rimasta.»
Doppia fortuna
Nella calura impietosa, tra le case di
fango, due persone si avvicinano su
una bicicletta. Il giovane che pedala
sudando copiosamente sorride. Sul
portapacchi, il nonno Manyar. Entrambi ricevono il Mectizan® contro
la cecità fluviale. Manyar è una vecchia conoscenza: dieci anni or sono,
nel pieno della guerra, è stato operato alla cataratta su un occhio da
una squadra di emergenza della
CBM giunta sul posto in aereo. L’altro occhio è stato curato nel 2004.
Interventi alla cataratta in piena
guerra
«Sono diventato cieco durante la
guerra. Quando sentivo i rumori
«Un uomo diventato cieco si impoverisce
e muore», commenta lapidario Chol Bol,
che da tre anni soffre di oncocercosi. La
sua vista è sempre più debole. «Se ci vedessi, potrei coltivare la terra. E invece,
sono costretto a mendicare.»
4
blickKontakt
Ritornato alla vita! Nonno Manyar, guarito dalla cataratta e dalla cecità fluviale, insegna ai
bambini l’alfabeto e come prevenire la cecità.
Debellare la cecità
fluviale
Il Mectizan® è distribuito dagli
Minsk
operatori sanitari
locali nell’area
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partendo dal Sudan passa
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nonché la cecità.
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Nei paesi evidenziati con un
colore più scuro, l’anno scorso
la CBM ha distribuito il farmaco
a oltre sette milioni di abitanti.
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Durban
Cape Town
Nell’Africa occidentale, da quattro anni non ci sono nuovi casi di
cecità fluviale, e gli agricoltori
sono tornati alle loro fertili terre
lungo il fiume. Anche lì, la malattia era diffusa dalla mosca nera,
che si nutre di sangue. Somministrando annualmente il Mectizan®
in una stessa zona, la cecità fluviale scompare nel giro di quindici anni. È perciò possibile raggiungere questo obiettivo in
tutto il continente entro il 2020!
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Sguardi e risguardi
La Scala, l’Inter e le medaglie olimpiche dell’ambasciatrice della CBM
L’orchestra sinfonica della Scala di Milano ha tenuto un concerto in onore
del centenario della CBM.
del centenario della CBM, il centrocampista Francesco Bolzoni (nella
foto con Giusy Lagana della CBM Italia) ha tenuto un discorso. I musicisti,
diretti da Semyon Bychkov, hanno
suonato assieme al pianista Kirill Gerstein opere di Shostakovich – un contemporaneo di Ernst Christoffel – e di
Dvořák.
Il teologo Ernst Christoffel, fondatore
della CBM, si trasferì nel novembre
1908 assieme alla sorella a Malatia,
nella Turchia orientale, dove aprì un
istituto per bambini di strada ciechi e
disabili. I primi due anni della sua attività furono finanziati da un mecenate basilese.
Un’ambasciatrice della CBM alle
Olimpiadi
Che cosa ha a che fare la squadra
di calcio dell’Inter con la CBM? Entrambe sono state fondate un secolo
fa. In occasione del concerto tenuto
dall’orchestra della Scala in onore
La CBM Svizzera fa le sue congratulazioni a Isabell Werth, ambasciatrice
della CBM dal gennaio 2006, che alle
Olimpiadi di Pechino ha conquistato
sul suo cavallo Satchmo una medaglia d’oro nel dressage a squadre e
una d’argento nel dressage individuale. «Con la pratica sportiva ho acquistato una certa notorietà che ora
vorrei mettere al servizio di questa
organizzazione, che considero valida
e importante», spiega la campionessa
olimpica tedesca.
Spunto di riflessione
Il coraggio di rischiare
«Che Dio mi conceda la serenità di
accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle
che posso cambiare, e la saggezza di
distinguere tra le due.»
Reinhold Niebuhr (teologo americano)
lume di speranza
Angola/Benguela: nel cuore della
notte mi sveglio di soprassalto nella
foresteria della missione. Dalla strada
sento giungere colpi di arma da
fuoco. Col cuore in gola mi metto seduto e tendo l’orecchio. Sono i ribelli? Veniamo attaccati? La clinica
oftalmologica è sotto
assedio? Che cosa sarà
di noi e dei pazienti? In
pigiama esco dalla
stanza e parlando con
alcuni collaboratori del
posto lentamente mi
calmo: «Sono gli spari
di gioia dei soldati. Il
capo dei ribelli è morto
e ora ci sono più probabilità che si torni alla
pace», mi spiega l’oculista primario. Questo è
successo sei anni or
sono.
Sono felice che nel frattempo la situazione si sia tranquillizzata, ma le
conseguenze di decenni di guerra civile sono ancora ben visibili. Ci vuole
molto coraggio per vivere in un
paese come l’Angola, impegnarsi in
favore degli sfavoriti per anni senza
perdersi d’animo. Ammiro chi affronta questi rischi con grande fiducia nel Signore e al contempo mi
viene da chiedermi quanto coraggioso sia io in realtà, che vivo in Svizzera, al sicuro...
Christoph Hickert, Responsabile comunicazione CBM
6
blickKontakt
Opere d’arte in segno di riconoscenza per le donazioni
Durante la «Äntefescht», una festa di tre giorni che ha luogo a Ober e Unterentfelder (Argovia), i 25 membri del circolo artistico hanno messo a disposizione gratuitamente 22 quadri su plexiglas, fantasiosamente appesi a mezz’aria tra gli alberi, da
sorteggiare tra chi versava una donazione alla CBM in favore dei bambini malati agli occhi.
Gli artisti (www.kuenstlertreff.ch)
hanno inoltre presentato al pubblico
la nostra organizzazione. Per dare
un’idea di che cosa significhi non vederci, hanno invitato i partecipanti
alla festa a disegnare alla cieca degli
animali. «È stato molto divertente»,
racconta Inge Droz, la promotrice di
questa iniziativa. «Gli esiti piuttosto
infelici hanno rallegrato il pubblico,
ma non hanno mancato di indurre
alla riflessione.»
Partendo da qui, gli artisti sono passati a parlare dei ciechi nei paesi poveri e sempre seguendo questa linea,
la sera è stato acceso un grande cerchio luminoso sotto gli alberi.
Un episodio in particolare ha fatto
molto piacere a Inge Droz: «Una
coppia ha donato dieci franchi. Oltre
ai due biglietti per il sorteggio, ha ri-
cevuto un opuscolo sulla CBM. Dopo
un po’ sono tornati e hanno versato
altri quaranta franchi per finanziare
un’operazione alla cataratta. E sono
stati subito premiati per la loro generosità: dei loro dieci biglietti, tre
erano vincenti!».
«Un mondo completamente diverso»
Il bus informativo della CBM ha destato grande interesse a Regensdorf. Stazionato sul piazzale delle scuole elementari
Ruggenacher, è stato oggetto di ben due servizi nella stampa locale.
Il bus informativo è stato visitato da
21 classi nel giro di quattro giorni.
Gli allievi hanno seguito a tastoni il
percorso a ostacoli, indossando occhiali speciali che simulavano la cataratta e col solo aiuto di un bastone.
Sul piazzale hanno poi provato a
guidare un compagno che teneva gli
occhi chiusi. I bambini hanno così
scoperto la CBM e la sua attività, e
che cosa significa essere ciechi nei
paesi poveri.
Un senso dello spazio diverso
Da «cieche», la maggior parte delle
persone aveva la sensazione che il
passaggio fosse molto più lungo e
stretto. Per descrivere le loro sensazioni hanno usato termini come «insicurezza», «agitazione», «emozionante». L’esperienza della cecità è
stata per loro «interessante», è stato
come entrare in «un mondo completamente diverso». Una ragazzina si è
sentita «un po’ sola».
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Una guida sensibile
Due classi ci hanno scritto le loro impressioni. «È terribile non vedere più
i colori e gli uccellini», afferma Fabian. «In compenso, i ciechi hanno
un udito e un odorato più sviluppati
Stefan Leu della CBM e gli allievi di Regensdorf davanti al bus informativo.
dei vedenti». Anche Marjan ha cercato di mettersi nei panni di chi non
vede: «Una persona cieca deve superare molti ostacoli. Quello che a noi
vedenti non richiede alcuno sforzo,
per loro è difficile». Riguardo alla
guida ha aggiunto: «Chi guida deve
avere tanta pazienza. Non può semplicemente afferrare il cieco e portarlo a destinazione, perché altrimenti il suo aiuto potrebbe venire
percepito come fastidioso».
«Non è come morire...»
I bambini sono rimasti colpiti anche
dall’operato della CBM: «Penso che
sia molto importante aiutare le persone cieche che vivono nei paesi poveri», ribadisce Julian, «soprattutto
perché la metà di loro può essere curata con un’operazione». David ha
aggiunto: «In futuro farò una piccola
donazione per i ciechi. Non vederci
non è come morire, ma sarebbe
bello se anche loro potessero vedere
almeno un po’».
www.cbmswiss.ch
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Mai più abbandonati
sul bordo della strada
Si vedono sdraiati per strada e seduti
nella polvere, affamati e assetati: i
bambini handicappati sono spesso
trascurati o abbandonati.
bino con una gamba sola. Chiedendo
informazioni al villaggio, gli operatori
sono riusciti a rintracciare la donna
che, con l’appoggio degli specialisti, si
è presa amorevolmente cura del suo
piccolo.
Avere un handicap in un villaggio o in
un quartiere povero significa soffrire
pene indicibili e morire presto. A
meno che non si venga trovati da un
operatore sanitario che spiega alle famiglie come assistere i figli menomati.
Una di questi fortunati è Apolot,
bimba ugandese di sette mesi. Per la
prima volta non si trova alla stessa altezza del muso dei cani! La piccola è
cerebrolesa e i genitori si sono esercitati a lungo con lei per riuscire a farla
stare seduta.
Impressum
Ecco arrivare sulla sua motocicletta
Charles, l’operatore sanitario. Con calore saluta Apolot e la mamma, poi
prende la bimba e la posa delicatamente su una stuoia di paglia, dove
mostra alla madre altri esercizi da fare
con la piccola. La donna è felice, perché ora sa che sua figlia potrà imparare anche a stare in piedi, camminare,
Innocent ha imparato a camminare
con la protesi fornitagli dall’ospedale
Kumi sostenuto dalla CBM. Oggi, cinque anni più tardi, si sta esercitando
con una nuova protesi. La sua camminata è ancora alquanto claudicante,
ma presto riuscirà a correre e persino a
giocare a calcio!
afferrare e parlare. Avrà un futuro e
non sarà un peso per la famiglia.
Innocent è stato trovato dagli operatori sanitari in un campo, dove la
madre lo aveva abbandonato, disperata per aver messo al mondo un bam-
Voi potete
finanziare con 60
franchi un mese di fisioterapia
o con 350 franchi una protesi per la gamba.
Donate gioia e vita!
Editore
CBM Missioni cristiane per i ciechi nel mondo
Seestrasse 160, casella postale, 8027 Zurigo
Tel. 044 201 30 36, fax 044 201 30 18, [email protected]
Donazioni: conto postale 65-149199-4. Le donazioni sono
deducibili dalle imposte secondo le direttive cantonali.
Pubblicazione
5 volte l’anno per i sostenitori della CBM Missioni cristiane
per i ciechi nel mondo
Comunicazione, redazione
Christoph Hickert, Stefan Leu
Fabio Chierichetti & Co. (versione italiana)
Riproduzione di articoli e immagini consentita con indicazione
della fonte.
Abbonamenti
L’abbonamento annuale costa CHF 5.–
Tipografia/sponsor
Tipografia Franz Kälin AG, Einsiedeln
Qualora i fondi raccolti superino quelli necessari per l’attuazione
di un progetto, l’eccedenza verrà impiegata per soccorrere i più
bisognosi.
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lume di speranza