lume di speranza
La rivista della CBM Missioni cristiane per i ciechi nel mondo
N. 1 • 2011
Imparare a vedere
con le mani
insieme per fare di più
Care amiche,
cari amici,
con le vostre donazioni, rendete possibile il nostro lavoro
nelle regioni più povere del mondo. Chi
paragona la condizione delle persone
cieche nei singoli
paesi ottiene un
quadro contrastante. In India, ad esempio, si registrano progressi, mentre altrove la situazione resta grave o sta persino peggiorando – il bisogno è immenso! In Africa, in media vengono eseguite quattro volte meno operazioni alla
cataratta di quante ne servirebbero per
curare i nuovi casi. La CBM vuole indurre
una svolta cercando di sostenere istituzioni pubbliche e private e investendo
nella formazione di personale locale.
Solomon parte alla
conquista della vita
Solomon, quattordicenne non vedente dello Zimbabwe, ci mostra tutto quello
che ha imparato nella scuola per ciechi.
Solomon è cieco da quando era piccolo
a causa di un danno congenito alla
retina seguito da un trattamento errato
da parte di un guaritore tradizionale.
Scopre il mondo aiutandosi con l’udito
e il tatto. Nella scuola per ciechi studia
con diligenza l’alfabeto Braille.
La CBM ha altresì potenziato i suoi sforzi
per migliorare la situazione dei ciechi incurabili in Madagascar, fornendo loro
con provvedimenti adeguati gli strumenti per condurre una vita autonoma.
Per farlo, non occorre che il paese sia
super organizzato come la Svizzera. Ci
vogliono tecniche per la gestione degli
atti quotidiani, scuole e apprendistati integrativi, consulenza e incoraggiamento.
Con questo sistema, i ciechi possono persino conseguire un reddito sufficiente
per mantenere le loro famiglie.
L’attività dei nostri partner locali si
svolge nel rispetto delle peculiarità del
posto. La consulenza agricola, gli apprendistati o gli aiuti all’integrazione variano dunque secondo il luogo, mentre il
sostegno alla dignità e all’autodeterminazione sono costanti. Con la neo acquisita autostima e l’atteggiamento positivo, i ciechi si guadagnano il rispetto di
chi li circonda, diventando interlocutori
alla pari e membri a pieno titolo della
comunità. Il cambiamento è possibile –
nei villaggi, nelle città e nelle teste!
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Con il vostro contributo, possiamo dotare i nostri operatori di tutto il necessario per aiutare gli esclusi ad accedere
con dignità all’integrazione. Grazie di
cuore!
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lume di speranza
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Milla e Frantz durante la fisioterapia.
lonna vertebrale. Prima che questa
fosse organizzata dalla CBM, i pazienti
erano considerati casi senza speranza
e in genere morivano nel giro di due o
tre anni. Prima del sisma, ad Haiti non
esistevano né fisioterapia, né ergoterapia. Ora, la CBM forma specialisti in
riabilitazione, procura sale per i trattamenti e l’attrezzatura necessaria.
Haiti: la speranza prende vita
Nelle settimane e nei mesi successivi il terremoto, la CBM ha reso possibili oltre
126 000 trattamenti, aiutando più di 73 000 vittime del sisma. Una di loro è la
sedicenne Milla, paralizzata. Il suo più grande desiderio è comune a tutti i disabili: «Mi piacerebbe avere una vita normale e che le persone la smettano di
considerarmi inferiore. Non voglio essere compatita, voglio essere rispettata».
Un sogno per cui la CBM e i suoi partner ad Haiti si stanno impegnando con
ancora maggior vigore.
Milla ride e scherza come se non
avesse mai trascorso mesi di orrore.
Frantz, uno specialista locale in riabilitazione, sprizza speranza da tutti i
pori. La ragazza non vede l’ora di recuperare un po’ di indipendenza con
la sedia a rotelle e di tornare dalla sua
mamma «per farsi treccine a vicenda e
vendere cose per strada».
Uno schiocco alla schiena
Nel settembre del 2009, Milla, che viveva nella punta più occidentale di
Haiti, è venuta a Port-au-Prince dai cugini, per lavorare come domestica. Il
12 gennaio 2010, quando la terra ha
tremato, è subito corsa fuori, ma è inciampata nelle macerie. Giratasi sulla
schiena, ha appena avuto il tempo di
vedere la casa dei vicini che le crollava
addosso. Mentre veniva tratta in salvo,
ha sentito uno schiocco alla schiena. Le
gambe si sono afflosciate e un dolore
lancinante le ha fatto perdere coscienza.
Sola nella sofferenza
Un cugino e un amico l’hanno trascinata per le strade e l’hanno lasciata
davanti a un ospedale. «Stavo sdraiata
in mezzo al sangue, la gente mi moriva attorno. Gridavo e piangevo dal
dolore, finché mi sono addormentata.»
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Tanto dolore nonostante le cure
Più tardi, il cugino ha adagiato Milla
su una porta e l'ha condotta nella confinante Repubblica Dominicana. Solo
nel settimo ospedale l’hanno accettata
e operata alla colonna vertebrale. In
seguito, è stata ricoverata a casa di
una signora. Malgrado tutte le cure,
più volte i ratti le hanno rosicchiato i
piedi e in più sono subentrate piaghe
da decubito e gravi infezioni.
Costruire all’insegna dell’integrazione
La CBM sostiene anche i gruppi di
aiuto agli handicappati e i centri di
promovimento per bambini disabili.
Questi partner si adoperano affinché
le scuole statali diventino integrative e
gli edifici pubblici accessibili a tutti. Il
grande sogno di una società senza
barriere architettoniche e improntata
all’inclusione si sta pian piano realizzando...
Bilancio degli aiuti
A un anno dal terremoto, la CBM traccia un bilancio: nel complesso, gli operatori della CBM hanno soccorso
73000 vittime ed eseguito 126000
trattamenti, tra cui 40000 fisioterapeutici e 20000 psicosociali.
Sono stati inoltre distribuiti 2000
mezzi ausiliari ortopedici, come stampelle e sedie a rotelle, e 10000 occhiali. I nostri specialisti si sono pure
recati presso le famiglie per spiegare
loro come prevenire il colera e come
comportarsi in caso di contagio.
La svolta
Dopo otto mesi è stata riportata in autobus a Port-au-Prince, dove un fratello l’ha condotta all’ospedale avventista sostenuto dalla CBM. Le ferite di
Milla sono state curate, le dita dei
piedi ricostruite con la chirurgia plastica e lo specialista in riabilitazione
Frantz ha iniziato la fisioterapia. I medici le hanno spiegato che rimarrà per
sempre paralizzata dalla vita in giù.
Progetto pioniere
È solo dalla metà del 2010 che ad Haiti
esiste una terapia per le lesioni alla co-
Voi potete
aiutare i disabili di Haiti!
Menzione: Haiti
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Felicità contagiosa
Le storie di Andry, Albert e Holy infondono coraggio e dimostrano gli effetti dell’aiuto ai ciechi promosso dalla CBM.
La loro felicità è a dir poco contagiosa!
Nadine Trudel, responsabile di progetto CBM (Svizzera)
Andry vanga solerte il suo campo
mentre con cortesia risponde alle
mie domande. Soltanto quando
vuole essere ben sicuro che io abbia
capito qualcosa si ferma. Questo
contadino cieco di 42 anni ha energia da vendere!
Quasi un idillio
Terminata la vangatura, traccerà i
solchi, seminerà il frumento e pianterà fagioli, zucche e riso. Vendendo
le eccedenze ai negozi dei dintorni,
Andry si guadagna da vivere. Abita
assieme a uno dei suoi nipoti, che gli
dà una mano in casa e gli fa compagnia.
Una trentina di anni fa i primi aiuti
della CBM
Andry ha ricevuto i primi aiuti della
CBM nel 1978, quando aveva dieci
anni. Nell’ospedale dei luterani malgasci gli era appena stato tolto il cristallino opacizzato dalla cataratta e
con gli occhiali poteva di nuovo vedere!
Il futuro salvato per la seconda volta
Dieci anni or sono, tuttavia, Andry
perse di nuovo la vista, irrimediabilmente questa volta. L’operatore locale addetto alla riabilitazione gli segnalò la scuola per ciechi sostenuta
dalla CBM ad Antsirabe. Lì ha imparato a gestire le faccende quotidiane, un allevamento e il lavoro nei
campi.
Da allora, più niente lo può fermare.
Un po’ per abitudine, un po’ per proteggersi gli occhi dalla polvere, ma
forse anche per nasconderli ai suoi
interlocutori, continua a indossare
gli occhiali.
Dopo il panico, la gioia
«Quando ho perso la vista, sono
stato preso dal panico. Oggi l’essere
cieco non è più un peso per me, anzi,
mi considero persino fortunato! Da
quando ho imparato a muovermi nel
buio, me la cavo meglio di prima»,
afferma raggiante. Chi lo vede lavorare non può che sottoscrivere questa affermazione.
lume di speranza
Attacchi per invidia
Il suo successo come piccolo contadino ha attirato però anche parecchia invidia. Una lontana parente e i
suoi amici hanno tentato di scacciarlo a suon di botte dal campo. Ma
Andry non si è arreso. Con l’appoggio dell’operatore addetto alla riabilitazione si è rivolto a un tribunale e
ha ottenuto ragione!
«Gli operatori sono gentili, mi vengono a trovare e mi danno consigli
utili», elogia Andry. Per il futuro si
augura «che torni la pace e che la
gente possa seppellire l’invidia».
Aiuti ai ciechi dalla A alla Z
Gli aiuti malgasci ai ciechi godono
da quasi trent’anni del sostegno
della CBM. Gli operatori sono presenti in tutto il territorio e seguono i
ciechi e gli ipovedenti nel luogo
dove abitano, coinvolgendo tutte le
persone che stanno loro attorno. La
scuola per ciechi di Antsirabe forni-
Quando lavora, Andry non si fa distrarre da niente e nessuno.
sce una solida formazione di base,
dopo di che gli allievi sono integrati
nella scuola pubblica oppure restano
in istituto per seguire un apprendistato.
Albert e Holy
Albert e Holy sono due ex allievi
della scuola per ciechi. Sono rimasta
molto impressionata dalla bravura
con cui superano ogni difficoltà. Albert ha 27 anni e due anni or sono
ha perso la vista a causa di un incidente domestico, mentre Holy ha 28
anni ed è ipovedente grave dal settimo anno di vita. Albert è un uomo
calmo e deciso, Holy una donna
piena di energia. Sostenuta dal coordinatore di progetto per il Madagascar, Holy ha appena elaborato il
concetto per un programma di riabilitazione in seno alla comunità che
offre anche la possibilità di seguire
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La CBM Svizzera
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in Madagascar
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Per entrambi, la scuola per ciechi è
stata fondamentale per l’autostima.
«Quando ho perso la vista», ricorda
Albert, «ero triste e senza speranza. Grazie alla scuola, ho imparato ad assumere un atteggiamento
positivo e ho ritrovato la fiducia in
me stesso. Il mio futuro è diventato
luminoso!» La vivace e intrapredente Holy sottoscrive in pieno:
«Sono tuttora in contatto con i miei
insegnanti della scuola per ciechi.
Mi hanno sempre incoraggiata a vivere il mio sogno e a dare il massimo per realizzarlo».
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La CBM Svizzera promuove, oltre
alla scuola per ciechi di Antsirabe, la formazione di tecnici
oculistici ad Antananarivo e una
clinica oftalmologica a Fianarantsoa. In più, sostiene un chirurgo
oculista africano e la responsabile locale della CBM per la dozzina di progetti portati avanti in
Madagascar.
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Holy spiega il suo concetto con
grande convinzione e con un entusiasmo contagioso!
suo laboratorio e possiede alcuni
animali da reddito. Il suo sogno è
quello di creare un gruppo di autoaiuto per ciechi, perché spesso i vedenti li considerano inferiori e non
sanno quanto possono fare. «Soltanto se si rendono conto che sono
forte e indipendente mi accettano.
Come gruppo, possiamo unire il nostro potenziale.»
Alla scuola per ciechi, oltre al
ciclo elementare, si possono frequentare corsi e apprendistati
per adulti. Vi si promuove l’integrazione nella scuola pubblica e
si formano insegnanti speciali
per tutto il paese. Gli addetti alla
riabilitazione fanno esercitare e
assistono i ciechi a domicilio, cercano i malati agli occhi abbandonati a loro stessi e li orientano
verso le cure appropriate.
Voi potete
un apprendistato. Le sue competenze in materia sono notevoli.
Dopo essersi laureata in anglistica,
ha studiato direzione aziendale in
India.
Albert è rimasto nella scuola per ciechi, dove ha imparato a tessere e ad
allevare bestiame. Ora gestisce un
5
Una lettura concentrata: la scuola
per ciechi offre una formazione per
la vita.
consentire a una persona cieca
di crearsi una nuova vita! Un
mese di formazione e assistenza
costa sessanta franchi.
Spalancate le porte del futuro
ai ciechi!
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La CBM raccoglie fondi sulla Piazza Federale
La Piazza Federale ha fatto da sfondo a «Jeder Rappen zählt» (ogni centesimo conta), la settimana di raccolta fondi in favore dei bambini che vivono nelle regioni in conflitto indetta a Berna da radio DRS 3 e dalla Catena della Solidarietà. La
CBM era presente il penultimo giorno.
In veste di partner della Catena
della Solidarietà, il 17 dicembre la
CBM ha potuto distribuire opuscoli
informativi nei pressi dello studio
radiofonico mobile.
I volontari si sono impegnati con
energia ed entusiasmo.
cupa delle vittime delle mine. Nel
nordest dello Sri Lanka assiste i
bambini traumatizzati dalla guerra
e dalla miseria.
Un migliaio di passanti si è fermato
ed è stato informato sulle difficoltà
dei bambini disabili e sull’operato
della CBM.
I bambini che vivono nelle regioni
in conflitto sono costretti alla fuga,
si ammalano, vengono feriti, abusati, strappati alle loro famiglie, in
parte reclutati a forza. I partner
della CBM nell’Africa centrale e
nordorientale e in Asia si occupano
di questa infanzia prestando cure
oculistiche, ortopediche, terapeutiche e integrative.
I passanti hanno preso volentieri
l’opuscolo della CBM.
Nella regione del Nord Kivu/Congo
orientale, ad esempio, la CBM ha
reso possibile operazioni ortopediche, come pure in Laos, dove si oc-
Esausto dopo il faticoso viaggio dal
luogo di fuga verso casa, Wilson è
caduto sui binari proprio quando
stava passando un treno. Nella clinica Heal Africa sostenuta dalla CBM
ha ottenuto gli aiuti ortopedici e terapeutici di cui aveva bisogno.
La posta dei donatori
Verso regolarmente una donazione
e non ho bisogno di molte informazioni. Posso farmi inviare meno
posta?
Certo! Adeguiamo con piacere i nostri invii ai desideri dei nostri sostenitori. Ci indichi semplicemente che
cosa desidera ricevere (rivista, appello, rapporto d’attività, calendario)
e con che frequenza, e noi procederemo. Con la sua segnalazione, ci
aiuta a ottimizzare gli invii e a evitare spese inutili. Grazie!
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Perché inviate ringraziamenti
scritti?
Con la lettera di ringraziamento
le esprimiamo innanzitutto la nostra
riconoscenza e la gioia per gli aiuti
che ci consente di portare, le confermiamo la ricezione del suo versamento e le spieghiamo per che cosa
verrà impiegato. Non da ultimo,
la lettera ha valore a fini fiscali, per
la deduzione delle elargizioni a
organizzazioni di pubblica utilità.
Se tuttavia preferisce non ricevere
ringraziamenti, ma soltanto l’attestato contributi annuo, ce lo faccia
sapere. Grazie!
Aiutateci a ottimizzare gli invii:
tel. 044 275 21 87 o con una
menzione nel campo delle osservazioni sulla polizza rosa.
Grazie!
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Una classe vince il premio per la migliore storia
e lo dona alla CBM
La terza b di Suhr ha vinto cinquecento franchi per la migliore storia e questa generosa classe ha donato il premio alla
CBM per finanziare i trattamenti salvavista per i bambini delle regioni povere – grazie di cuore!
La terza b di Suhr con al centro Selina Aerni, l’autrice del testo premiato.
La sezione argoviese di un’organizzazione svizzera in favore delle persone handicappate ha indetto un
concorso che prevedeva l’invio di
una storia sul tema dell’incontro
con i disabili. Anche gli allievi della
terza b di Suhr si sono messi d’impegno e una delle loro storie ha vinto
il primo premio! Ben 500 franchi,
sufficienti per andare tutti assieme
in gita in un parco divertimenti...
invece no! Memori di quanto appreso durante un progetto scolastico sull’handicap visivo, i generosi
allievi hanno deciso all’unanimità
di donare il premio alla CBM, per
proteggere i bambini delle regioni
povere dalla cecità o per ridare loro
la vista. La classe ha scritto alla
CBM: «Siamo felici per ogni operazione che possa dare a un bambino
un’esistenza piena e un futuro di
speranza».
Spunto di riflessione
Non essere gentile, sii come sei
Questo è il titolo di un libro
(Don’t be nice, be real di Kelly
Bryson) che mi è saltato agli occhi.
Quante volte siamo stati gentili,
mettendo in secondo piano le nostre esigenze? Faticate anche voi a
dire di no, magari per la paura di
essere respinti o di non piacere
più? Siete convinti che ogni no
abbia un prezzo, come non essere
più utili o perdersi qualcosa di avvincente? Tutti questi sono motivi
che inducono a dire di sì quando
l’istinto segnala un chiaro no.
Dire no equivale però sempre a un
sì nei confronti di sé stessi. Riconoscere le proprie esigenze e rispettarle al pari di quelle degli
altri è una sfida, non solo per noi
occidentali. Per le persone intrap-
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polate nel circolo vizioso della miseria, è ancora più difficile. La povertà crea dipendenze che possono
portare allo sfruttamento e all’abuso. Nei progetti sostenuti dalla
CBM, le persone disabili sono incoraggiate a riconoscere le loro esigenze, a rispettarle e a fissare con
decisione sani limiti.
E voi, in quale ambito dovete meglio identificare i vostri bisogni e
stabilire i giusti limiti?
Christoph Hickert,
Responsabile comunicazione CBM
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Una felicità immensa
Dopo mesi di cecità, Joyce Kaaya ha ritrovato la vista. La sua è stata la 10milionesima operazione alla cataratta eseguita dalla CBM!
Un altro motivo per gioire era che su
Joyce sarebbe stata eseguita la 10milionesima operazione! Il tutto è avvenuto senze complicazioni nella clinica
sostenuta dalla CBM a Moshi. Con
l’occhio ancora bendato, la contadina
ha ringraziato Dio e la CBM. «Potrò
di nuovo leggere la Bibbia!»
Quando le è stata tolta la medicazione, Joyce non è riuscita a nascondere il suo stupore: poteva vedere
ogni singolo letto e persino i loro numeri! Entusiasta, ha chiamato ogni
persona presente in sala, le ha chiesto come si chiamava e l’ha abbracciata piangendo di gioia.
Nonostante abbia cercato di continuare a lavorare, Joyce alla fine ha dovuto arrendersi. Sono seguiti mesi bui per questa coraggiosa contadina che vive ai piedi del
Monte Meru in Tanzania.
Ombeni, il figlio, ed Esther, la nipote,
si sono occupati per mesi con grande
affetto di Joyce. Ombeni ha interrotto il suo apprendistato di giardiniere ed Esther ha rinunciato a un
posto di lavoro e alla costruzione di
una propria casetta per poter seguire
l’anziana contadina.
Di ritorno al villaggio, Joyce è stata
accolta da tutta la famiglia, tra cui
anche il suo primo e unico nipotino
Josua! Raggiante, l’ha preso in braccio. «Per me è come un miracolo»,
ha esclamato. «Non avrei mai pensato di poter un giorno rivedere
tutti i miei cari, le mie mucche e il
mio campo – Dio sia lodato!»
più a lungo possibile. Curare i banani
era diventata un’impresa ancora
prima di perdere completamente la
vista. Persino dar da mangiare alle
mucche era diventato pericoloso: un
giorno Joyce non aveva notato un
coltello nell’erba e un capo si era ferito. Perdere una mucca sarebbe
stato terribile!
Joyce ha cercato di rimanere attiva il
Una squadra mobile giunta nel villaggio di Joyce le ha diagnosticato la cataratta, con ottime probabilità di
guarigione. La donna non credeva
alle sue orecchie – il suo sogno si
stava per avverare!
Voi potete
donare la luce.
Impressum
Guidata dalla nipote Esther, Joyce
andava a prendere l'acqua.
Un’operazione alla caratta su un adulto costa 50 franchi,
su un bambino in anestesia totale 180 franchi.
Editore
CBM Missioni cristiane per i ciechi nel mondo
Seestrasse 160, casella postale, 8027 Zurigo
Tel. 044 275 21 87, fax 044 275 21 89, [email protected]
Donazioni: conto postale 65-149199-4. Le donazioni sono
deducibili dalle imposte secondo le direttive cantonali.
Pubblicazione
6 volte l’anno per i sostenitori della CBM Missioni cristiane
per i ciechi nel mondo
Comunicazione, redazione
Christoph Hickert, Stefan Leu
Joël Rey & Co. (versione italiana)
Riproduzione di articoli e immagini consentita con indicazione
della fonte.
Abbonamenti
L’abbonamento annuale costa CHF 5.–
Tipografia/sponsor
Tipografia Franz Kälin AG, Einsiedeln
Qualora i fondi raccolti superino quelli necessari per l’attuazione
di un progetto, l’eccedenza verrà impiegata per soccorrere i più
bisognosi.
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con le mani