SEMINARIO INTERDISCIPLINARE DI STUDI “Disturbi specifici di apprendimento- DSA” Diagnosi di DSA secondo il DSM 5 e trattamento Maria Pia Legge Direttore UOC NPI Territoriale ASL Avezzano Sulmona L’Aquila Avezzano, 23 gennaio 2016 Diagnosi di DSA secondo il DSM 5 e trattamento Maria Pia Legge Direttore UOC NPI ASL n1 Avezzano, 23 gennaio 2016 Dislessia ICD-10 D. S. sviluppo D. S. A. F 81.0 Disturbo specifico di lettura F81.1 Disturbo specifico della compitazione F81.2 Disturbo specifico delle abilità aritmetiche F81.3 Disturbi misti delle capacità scolastiche F81.9 Disturbi evolutivi delle abilità scolastiche non specificati DSM 5 D. Neuro – sviluppo D. S. A. 315.0 con compromissione della lettura 315.2 con compromissione dell’espressione scritta 315.1 con compromissione del calcolo DSA nel DSM 5 Prospettiva neuroevolutiva e approccio life - span Singola etichetta diagnostica Disturbo dal profilo eterogeneo Sovrapposto, in termini di endofenotipi disfunzionali, con gli altri disturbi del neurosviluppo Cambiamento delle manifestazioni del disturbo durante il corso della vita Prospettiva meno categoriale Approccio life – span nel rispetto della esigenza di classificare e descrivere singole categorie diagnostiche Criteri diagnostici DSA secondo DSM - 5 I 4 criteri diagnostici devono essere soddisfatti sulla base di una sintesi della storia dell’individuo (storia dello sviluppo, medica, familiare e educativa), delle pagelle scolastiche, e della valutazione psicoeducativa Indicatori comportamentali del disturbo Le difficoltà di apprendimento si manifestano con un range di comportamenti o sintomi osservabili Colloquio clinico, accanto ai test standardizzati Questi sintomi clinici possono essere osservati, indagati, tramite il colloquio clinico o verificati da pagelle scolastiche, scale di valutazione o descrizioni di precedenti valutazioni educative o psicologiche Criteri diagnostici DSA secondo DSM - 5 Indicatori comportamentali Aumento dello sforzo per raggiungere gli obiettivi scolastici Evitamento di attività che richiedono l’impiego di abilità scolastiche per gli adulti Specificatore qualitativo per i domini specifici coinvolti Difficoltà di comprensione del testo Specificatore quantitativo Livello di gravità: L, M, G Linea di continuità con la “normalità” Giudizio clinico accanto alle misure oggettive Richiamo al concetto di disabilità secondo l’ ICF Impairment e contesto adattivo Percorso di recupero specifico e personalizzato Criteri diagnostici DSA secondo DSM - 5 Criterio di discrepanza e quoziente intellettivo abolito Diagnosi formulata da operatori dotati di molta esperienza e competenza nell’interpretare i dati Specificità del disturbo rispetto alle prestazioni generali Criterio di esclusione, il rilievo di un QI al di sotto della media (70 punti) +/- 5 punti di errore della misurazione sono permessi Se è presente D. I, il D.S. A. può essere diagnosticato solo quando le difficoltà di apprendimento superano quelle associate a D.I. DSA presente in individui con una dotazione intellettiva superiore Criteri diagnostici DSA secondo DSM - 5 Ridimensionamento delle prove standardizzate Osservazione clinica Acquisizione di dati da fonti multiple Importanza dell’insuccesso accademico ed occupazionale Interferenza del disturbo con le attività quotidiane Oltre i 17 anni di età, un’anamnesi documentata delle difficoltà di apprendimento invalidanti può sostituire l’inquadramento clinico standardizzato Presenza di bassi punteggi di rendimento in uno o più test o subtest all’interno di un dominio accademico (1,5 DS sotto la media, Punteggio standard < = a 78, < 7° percentile) Criteri meno restrittivi rispetto al DSM IV TR Criteri diagnostici DSA secondo DSM - 5 Persistenza Almeno 6 mesi Necessità di mettere in atto interventi di recupero prima di giungere alla definizione diagnostica Lingua inglese Lettura delle singole parole imprecisa e lenta Lingue alfabetiche (l’italiano) Lettura lenta e precisa Giudizio clinico nel caso manchino o siano inapplicabili strumenti diagnostici nella lingua del probando per gli immigrati Criteri diagnostici DSA secondo DSM - 5 Natura strettamente biologica del DSA: fattori genetici, epigenetici ed ambientali Più comune nei maschi che nelle femmine Fattori di rischio ambientale Nascita prematura Basso peso alla nascita Esposizione prenatale alla nicotina Anomalie sottostanti al sistema cognitivo (ritardo del linguaggio, difficoltà attentive, visuo-percettive, nelle funzioni esecutive, nella memoria di lavoro) associate ai sintomi comportamentali del disturbo (aumento dell’ideazione suicidaria e dei TS) Eterogeneità del profilo neuropsicologico associato Criteri diagnostici DSA secondo DSM - 5 Comorbidità: ADHD D. comunicazione D. spettro autistico D. sviluppo della coordinazione D. d’ansia Disturbo depressivo o bipolare Diagnosi differenziale D. cognitivi neurodegenerativi D. psicotici Assenza di riferimento all’epilessia Criteri diagnostici DSA secondo DSM - 5 Conseguenze funzionali negative nel corso della vita Cambiamenti delle manifestazioni nel corso della vita Tratti comuni: Evitamento e riluttanza ad impegnarsi in attività che richiedono abilità scolastiche Disturbi d’ansia, lamentele fisiche, attacchi di panico Prospettiva life – span Parlare in categoriale, pensare in dimensionale Percorso per DSA Ruolo del Servizio di NPIA Formulare una diagnosi in tempo utile Indagare e documentare la natura del disturbo Indagare e documentare la gravità del disturbo Certificare il disturbo stendendo un Profilo di Funzionamento, formulando proposte e suggerimenti per l’intervento, suggerendo strumenti compensativi e misure dispensative LA DIAGNOSI E’ COMUNICATA DALLA FAMIGLIA ALLA SCUOLA DI APPARTENENZA DELLO STUDENTE QUALI DISTURBI? L.170 art. 1 Riconoscimento e definizione di dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia Il percorso diagnostico: le figure professionali coinvolte La diagnosi nosografica deve essere effettuata all’interno di un’equipe multiprofessionale costituita come unità minima da Neuropsichiatra Infantile, Psicologo e Logopedista ed eventualmente integrata da altri professionisti sanitari in funzione delle difficoltà del bambino e modulabile in base alle fasce d’età Sarà compito dello specialista NPI valutare gli aspetti eziologici e la presenza di eventuali comorbilità Protocollo diagnostico Strumenti diagnostici Strumenti diagnostici: eventuali approfondimenti Diagnosi: COME Il percorso diagnostico e il rilascio delle certificazioni avviene in coerenza con le raccomandazioni della Consensus Conference Diagnosi: TEMPI La diagnosi deve essere prodotta in tempo utile per permettere l’attivazione delle misure didattiche e delle modalità di valutazione previste, quindi, non oltre il 31 marzo per gli alunni che frequentano gli anni terminali di ciascun ciclo scolastico, in ragione degli adempimenti connessi agli Esami di Stato. Fa eccezione la prima certificazione diagnostica, che è prodotta al momento della sua formulazione, indipendentemente dal periodo dell’anno in cui ciò avviene. Certificazione: come? La certificazione diagnostica deve contenere le informazioni necessarie per la programmazione educativa e didattica, e non la menzione della sola categoria diagnostica . Deve riportare le caratteristiche individuali del soggetto con le aree di forza e di debolezza, e quindi gli elementi per delineare un profilo di funzionamento. A tal fine è necessario che venga redatta sulla base del modello di certificazione di cui all’Accordo della Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano del 25 luglio 2012. La certificazione viene redatta in équipe dalle professionalità che hanno effettuato la valutazione del bambino. Essa è composta da: Dati anagrafici:nome e cognome del bambino, data e luogo di nascita, residenza anagrafica, periodo dell’osservazione, scuola e classe frequentata, recapiti. Relazione clinica contenente i risultati delle prove somministrate e il giudizio clinico sui dati riportati Firma degli operatori Nello specifico è necessario che la Relazione clinica contenga: Data di redazione Motivo della richiesta di valutazione Valutazione cognitiva e neuropsicologica Valutazione delle abilità di letto-scrittura ed eventualmente delle abilità linguistiche Valutazione delle abilità logico-matematiche ed eventualmente delle funzioni cognitive non verbali Esame neurologico e valutazione psicopatologica, eventuali altri approfondimenti. Conclusioni diagnostiche con indicazione dei codici nosografici di riferimento secondo ICD-10 Indicazioni di intervento: strumenti compensativi e misure dispensative Carta intestata dell'Ente Modello di DIAGNOSI E PROFILO FUNZIONALE PER DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (OSA) Legge 8 ottobre 2010, n. 170 170/2010 Legge regionale 4 marzo 2010, n. 16 Accordo Stato Regioni n. 140 del 25 luglio 2012 Nome e Cognome dello studente --------------------------------------------------------------- Nato a ------------------------------------------------- il --------------------------------------------Residente a ------------------------------------------------------------------------------------------in Via ----------------------------------------------------------------------------------------Recapito telefonico ------------------------------------------frequentante la classe -------------------------------------------------------------------della Scuola -------------------------------------------------------------------------------------------- DIAGNOSI E RELATIVI CODICI ICD 10 (specificare eventuali comorbilità ed il livello di gravità di ogni disturbo) PROFILO DI FUNZIONAMENTO (compilare solo le aree compromesse evidenziando i punti di forza ed i punti di debolezza) Competenze cognitive Competenze linguistiche e metafonologiche Competenze visuo-spaziali Competenze motorio-prassiche Competenze attentive Competenze mnestiche Situazione affettivo-relazionale (autostima, motivazione, competenze relazionali con i pari e gli adulti Abilità scolastiche • Lettura • Scrittura (ortografia, espressione scritta, grafia) • Comprensione del testo • Calcolo • Metodo di studio MISURE DISPENSATIVE STRUMENTI COMPENSATIVI PROPOSTE E SUGGERIMENTI PER L'INTERVENTO IN AMBITO SCOLASTICO Viene richiesta la dispensa dalle prove scritte di lingua straniera? SI O NO O Il presente documento è valido fino alla fine del ciclo scolastico in corso. FIRMA Data _ Il colloquio di restituzione Solitamente sono presenti tutte le figure specialistiche che hanno partecipato alla valutazione. La famiglia viene informata sulla natura delle difficoltà specifiche presentate dal bambino, sulla loro evoluzione, sulle potenzialità e capacità dello stesso e sulle conclusioni diagnostiche. Sono date indicazioni e suggerimenti per lo studio a casa, per un eventuale trattamento riabilitativo (da valutare a seconda dell’età del b.no), sono inoltre esplicitate le indicazioni operative riportate per la scuola nel profilo di funzionamento. Gli strumenti compensativi e le misure dispensative sono concordate con il bambino. Si programma nel breve termine un incontro con la Scuola quando avrà redatto il PDP. Il PDP La Legge 170/2010 non prevede l’insegnante di sostegno per i bambini con DSA, ma la scuola è tenuta a garantire nei confronti di tali alunni interventi didattici individualizzati e personalizzati attraverso la redazione di un piano didattico personalizzato con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate. Le indicazioni contenute nelle Linee guida del MIUR sottolineano chiaramente la necessità di: 1. presa in carica dell’alunno da parte dell’intero consiglio di classe o team docente; 2. coinvolgimento della famiglia; 3. redazione del PDP (Piano didattico personalizzato) entro il primo trimestre scolastico. Il PDP deve contenere almeno le seguenti indicazioni: dati anagrafici descrizione del funzionamento delle abilità strumentali (lettura, scrittura, calcolo) attività didattiche personalizzate (per ciascuna disciplina interessata) strumenti compensativi misure dispensative patto con la famiglia forme di verifica e valutazione personalizzate. Piano: “è una studio mirante a predisporre un’azione in tutti i suoi sviluppi”: un programma, un piano, una strategia Didattico: lo scopo della didattica è il miglioramento dell’efficienza dell’apprendimento dell’allievo, che comporta, quindi, una diminuzione dei tempi di studio e del dispendio di energie. dell’efficacia e dell’efficienza dell’insegnamento del docente Personalizzato: indica la diversificazione delle metodologie, dei tempi, degli strumenti nella progettazione della classe Con la personalizzazione si persegue l’obiettivo di raggiungere i medesimi obiettivi attraverso itinerari diversi: questa strategia implica la messa a punto di nuove forme di organizzazione didattica e di trasmissione dei processi del “sapere” e del “saper fare” in modo da predisporre piani di apprendimento coerenti con le capacità, i ritmi e i tempi di sviluppo degli alunni (G. Chiosso, 2010) Multimodalità della presa in carico Processo integrato e continuativo: attraverso cui deve essere garantito il governo coordinato di interventi multidisciplinari orientati al più completo sviluppo delle potenzialità dell’individuo Pianificazione di obiettivi: secondo un progetto abilitativo di presa in carico che prenda in considerazione i molteplici aspetti rappresentanti la complessità del DSA Principi generali Considera il contesto biopsicosociale: l’intervento non può prescindere dal considerare la rete di contesti e relazioni in cui un individuo è inserito Agisce su più ambiti (sanità, famiglia, scuola), definendo gli specifici ruoli Integra gli interventi (cognitivo, metacognitivo, psicologico, psicoeducativo) e le figure professionali (medico, psicologo, terapisti, pedagogista, insegnante) su tutti i livelli (alunno, famiglia, scuola) INTERVENTO MULTIMODALE INTERVENTO COGNITIVO E METACOGNITIVO INTERVENTO PSICOLOGICO INTERVENTO PSICOEDUCATIVO FAMIGLIA SCUOLA BAMBINO/ RAGAZZO Obiettivi 1. Favorire il miglioramento nella qualità di vita del bambino attraverso: miglioramento delle competenze cognitive e metacognitive legate agli apprendimenti l’acquisizione di una maggiore consapevolezza da parte del bambino, della famiglia e della scuola 2. Far acquisire al sistema familiare e scolastico una sufficiente autonomia per riuscire a gestire le difficoltà del bambino Perché l’intervento multimodale Comorbidità psicopatologiche: disturbi internalizzanti (ansia, depressione) vs disturbi esternalizzanti (impulsività, ridotta capacità di autocontrollo) Insicurezza riguardo le proprie abilità intellettive Anxiety and Reading Difficulties in Early Elementary School: Evidence for Unidirectional or Bi-directional Relations? Child Psychiatry Hum Dev. (2012); 43 (1): 35-47 Alta comorbidità con l’ADHD Are Externalizing and Internalizing Difficulities of Young Children with Spelling Impairment Related to their ADHD Sumptoms? Dyslexia(2012); 18: 174-185 Perché l’intervento multimodale 6 volte > probabilità di abbandono scolastico Livello di conflittualità intrafamiliare Interventi integrati multimodali (screening, attività di potenziamento in classe, training individuale mirato) hanno dimostrato di ridurre le complicanze del disturbo in termini di problemi comportamentali più significativamente degli interventi modulari (solo training intensivo individuale o solo attività di potenziamento in classe): riduzione del ‘costo sociale’ del disturbo Response to Intervention with Secondary School Students with Reading Difficulties. J Learn Disabil (2012), 45 (3): 244-256 Definire i ruoli Ruolo dei clinici Effettuare una valutazione, con la relativa certificazione diagnostica Fornire, attraverso la diagnosi, le informazioni rispondenti alle necessità della scuola PERCHE’: la diagnosi, oltre alla terminologia specifica (le prove di valutazione e i parametri criteriali per fare diagnosi di DSA) deve descrivere il ‘profilo di funzionamento’ del bambino Profilo di funzionamento Profilo del quoziente intellettivo: per capire il potenziale di apprendimento Memorie (a lungo e breve termine e di lavoro): per individuare modalità operative adatte a sostenerle Canali sensoriali preferenziali: per conoscere le modalità di apprendimento preferite Attenzione (l’attenzione sostenuta, selettiva, la distraibilità e faticabilità sui compiti) per pianificare il carico dei compiti e programmare la sequenza di attività Profilo di funzionamento Prassie: per conoscere le competenze motorio fini e grafiche e quindi il livello di competenza nei compiti grafoesecutivi Funzioni esecutive: per capire la capacità di pianificare le attività e quindi il livello di autonomia rispetto a compiti complessi Abilità linguistiche: indispensabili per la comprensione e la verifica degli apprendimenti Abilità di lettura, scrittura e calcolo Modalità valutativa ‘multimodale’ Valutazione diagnostica dell’alunno Intervista strutturata e questionario ai genitori Questionario riempito dagli insegnanti FAMIGLIA SCUOLA ALUNNO Modalità valutativa ‘multimodale’ Alunno. Test Intellettivo (ad es. WISC-IV); Valutazione Neuropsicologica (Torre di Londra, Test delle Campanelle/ AM-Leiter, BVN 12-18); Valutazione degli Apprendimenti (DDE-2, MT Cornoldi, AC-MT) Genitori. Intervista strutturata ai genitori: Vineland Adaptive Behaviour Scales (VABS); Questionario ai genitori: Children Behaviour Checklist (CBCL); colloquio familiare Scuola. Questionario agli insegnanti: Children Behaviour Checklist (CBCL) per gli insegnanti; gli incontri a scuola Punti principali Valutazione ‘biopsicosociale’: è un insieme di azioni e procedure operative strutturate, semistrutturate ed osservative che, insieme, concorrono a costruire un’immagine unitaria ed univoca dell’alunno, dei suoi punti di forza e punti di debolezza, in tutti i contesti della sua vita Restituzione e condivisione con la famiglia e la scuola Patto con l’alunno, la scuola e la famiglia Incontri periodici tra clinici, scuola e famiglia Ruolo della famiglia Lavoro a casa sulle modalità psicoeducative globali e sulla gestione dei compiti per: favorire l’apprendimento significativo, aiutare il figlio ad applicare il proprio metodo di studio, valorizzare le strategie individuate, sollecitare l’autonomia Rapporto di scambio continuo con la scuola per: condividere modalità operative e scelte, in ragione dei cambiamenti evolutivi del bambino Ruolo dell’istituzione scuola Interventi con l’alunno Interventi cognitivo: potenziamento e/o recupero nelle abilità deficitarie Figure professionali L’equipe multidisciplinare (medici, terapisti, psicologici) definiscono il progetto di intervento nel setting terapeutico. La scuola deve attivare misure di recupero e potenziamento metacognitivo: Medici, psicologici, terapisti, acquisizione di strategie pedagogisti: lavorano sulle strategie di apprendimento e di di apprendimento nel setting pianificazione del terapeutico. lavoro La scuola è il contesto di applicazione, generalizzazione e consolidamento Interventi con l’alunno Interventi psicologico: acquisizione della consapevolezza emotiva Figure professionali Medici e psicologici: aiutano nell’acquisizione della consapevolezza (fondamentale il percorso di diagnosi e restituzione) La scuola e la famiglia influenzano e modificano i vissuti legati al disturbo psicoeducativo: motivare l’adozione di modalità dispensative e/0 compensative L’equipe multidisciplinare può informare e spiegare. La scuola e la famiglia sostengono i sentimenti di investimento nelle strategie di studio Cosa intanto devo saper e Consapevoli si diventa Il bambino necessita di spiegazioni: vive le difficoltà e il disagio che ne consegue, quindi va messo in condizioni di sapere ‘che nome ha tutto questo’ Dare un nome alle cose è il primo passo per non esserne spaventati e diventare attivi nei confronti delle strategie utili a superare una difficoltà La diagnosi clinica fa conoscere il disturbo, ma scuola e famiglia sono i veri ambiti di acquisizione di consapevolezza Interventi con la famiglia Interventi Figure professionali cognitivo Fornire informazioni sul disturbo L’equipe multidisciplinare informa la famiglia. La famiglia mette le informazioni a disposizione della scuola L’equipe multidisciplinare (medici, psicologi, terapisti) aiuta a differenziare l’unicità del figlio dalle manifestazioni del disturbo. Il lavoro di squadra in famiglia ridefinisce i confini metacognitivo Accrescere la consapevolezza sulle caratteristiche del proprio figlio Interventi con la famiglia Interventi Figure professionali psicologico Medici, psicologici possono Ridefinire aspettative sostenere la genitorialità. e preoccupazioni sul Il lavoro di squadra in famiglia fa figlio crescere la resilienza familiare Sostenere la genitorialità psicoeducativo Psicologi, pedagogisti possono Individuare misure aiutare ad imparare ad osservare i educative adeguate a comportamenti. ridurre il corteo di Il lavoro a casa e a scuola permette al manifestazioni bambino di interiorizzare le misure secondarie al disturbo educative Fornire informazioni sul disturbo Per permettere un’adeguata comprensione del problema Per costruire un bagaglio di conoscenze che permetta loro di imparare a ‘leggere’ in termini corretti le manifestazioni primarie e secondarie del problema COME: mediante spiegazioni sul disturbo e sulle modalità di intervento, facendo esplicito riferimento alle normative, invitando i genitori a documentarsi per confrontarsi insieme su dubbi e quesiti Accrescere la consapevolezza Raccontare il proprio figlio: imparare a ‘vedere’ il proprio figlio e quindi arrivare ad un’immagine unitaria ed univoca sia delle difficoltà presenti sia del funzionamento globale Individuare pensieri inefficaci ed immobilizzanti (“mio figlio non cambierà mai”) o non realistici (“questo disturbo gli permette di trovare lavoro? Questo disturbo è un handicap?”) Accrescere la consapevolezza Individuare le azioni inefficaci (rimproveri e punizioni perché non riesce a finire i compiti, premi per azioni quotidiane e non faticose, scarso monitoraggio del comportamento, adozione di una disciplina inefficace) Mettere a confronto le scelte e le modalità educative, per individuare quelle efficaci e funzionali nella propria famiglia e con il proprio figlio Ridefinire le rappresentazioni mentali Riverificare attribuzioni o false credenze sul figlio (“è cocciuto, è svogliato, deve ancora maturare, non ascolta mai”) Riverificare attribuzioni o false credenze su se stessi (“alla sua età ero così, tutti i maschi sono così,”) Analizzare le aspettative per giungere ad una ristrutturazione realistica delle esigenze e degli obiettivi ‘Questo opuscolo è nato con lo spirito di condividere le informazioni che possediamo con chi si trova a dover affrontare la fatica dei compiti, quella di sostenere psicologicamente un figlio e a volte anche difenderlo dalle ingiustizie cui va incontro’ Strumenti clinici Questionari rivolti ai genitori, riguardanti l’immagine che il genitore ha del figlio (Children Behaviour Checklist [CBCL] ) o questionari riguardanti i pensieri e comportamenti adottati col proprio figlio (‘Cosa penso di mio figlio’) Interviste strutturate ai genitori, relative alla ricostruzione delle abilità raggiunte dal figlio in tutti gli ambiti di vita (Vineland Adapitive Behaviour Scales [VABS]) Misure educative adeguate Analisi delle situazioni problematiche (ad es. si alza di continuo dalla sedia mentre fa i compiti): analizzare gli antecedenti (quali azioni/eventi precedenti) e le conseguenze (cosa è successo dopo: le reazioni degli adulti) di un comportamento (cosa ha fatto il figlio) PERCHE’: descrivere e non interpretare permette di acquisire modalità educative che favoriscono l’acquisizione dell’autonomia nello studio Fare i compiti è una lotta Ricostruire gli antecedenti: i compiti vengono di solito fatti sul tavolo disordinato, subito dopo pranzo, nella successione con cui sono riportati (quando sono riportati) sul diario Riportare le conseguenze: il genitore si arrabbia o promette una ricompensa se si mette seduto, il genitore passa il pomeriggio col figlio, tutto il tempo è assorbito dai compiti Osservare il comportamento: si alza sempre dalla sedia, si distrae di continuo Insegnare ai genitori a… Pianificare lo spazio dedicato ai compiti: predispone alla concentrazione Pianificare le attività: prevedere il momento della pausa, organizzare la sequenza e la quantità di attività in ragione dei tempi di attenzione Pianificare la successione dei compiti: la prima attività deve essere quella impegnativa ma svolgibile in autonomia, la seconda quella in cui occorre un supporto esterno, la terza un’attività defaticante Insegnare ai genitori che… Pianificare lo spazio significa creare un contesto prevedibile e quindi meno ansiogeno e più pensabile Pianificare le attività vuol dire imparare ad organizzarsi in ragione del tempo e degli obiettivi (uscire, fare sport, musica) Costruire un percorso di progressiva igiene dello studio vuol dire acquisire consapevolezza di sé per raggiungere la propria autonomia Autonomia del sistema famiglia rispetto ai compiti Contesto prevedibile Creare un ambiente prevedibile: instaurare delle routine, stabilire poche e semplici regole COME: evitare di dare feedback intermittenti, calendario delle attività familiari, l’inventario delle regole PERCHE’: un ambiente prevedibile permette al bambino di non essere in ansia su ciò che accadrà, quindi utilizzare il tempo senza rimanere incastrato solo nei compiti (autoregolazione) Niente panico…. È solo un DSA Come fare per i problemi… Capacità di comprensione del testo Definire le operazioni da svolgere Programmare la sequenza delle operazioni Individuare e verificare il risultato finale Il problema coinvolge gli aspetti metacognitivi dell’apprendimento (capacità di pianificare, verificare, ricontrollare un percorso di soluzione) e, quindi, la capacità di autoregolarsi (tenere sotto controllo le diverse variabili del compito) Scomporre un compito complesso I. Capire cosa mi chiede il problema (l’obiettivo da raggiungere) II. Pensare a varie possibili soluzioni (come potrei fare per risolvere il problema?) III. Confrontare le varie soluzioni rispetto all’obiettivo da raggiungere (quale soluzione risponde al quesito iniziale?) IV. Formulare il percorso che, attraverso la soluzione individuata, mi permette di risolvere il problema V. Verificare se l’obiettivo è stato raggiunto Insegnare a scomporre per Gestire i livelli di ansia e contrastare la tendenza del bambino ad agire senza pianificare Riflettere sulle modalità operative (come abbiamo fatto a risolvere il problema) Generalizzare le strategie (per rispondere a quel tipo di quesito, la strategia da utilizzare è questa) Acquisire un proprio metodo di studio Autonomia del sistema famiglia rispetto ai compiti Interventi con la scuola Interventi Cognitivo: Fornire, attraverso la diagnosi, informazioni sul disturbo Metacognitivo: Accrescere la consapevolezza Figure coinvolte L‘equipe multidisciplinare (medici, psicologi, terapisti) informa sul disturbo La famiglia informa la scuola delle difficoltà e/o della valutazione Il contesto scolastico nella sua interezza investe in progetti e formazione sui DSA Psicoeducativo: percorso di accoglienza e poi PDP in classe La classe e la famiglia insieme creano il percorso di fiducia e motivazione all’apprendimento Informazioni sul disturbo fare chiarezza rispetto alle cause e agli effetti di un disagio PERCHE’: un bambino con DSA può mettere in atto comportamenti disturbanti o un disagio emotivo-relazionale che vanno adeguatamente collocati all’interno della diagnosi di DSA, condivisi Non significa che un bambino con DSA non possa essere pigro, distratto o impulsivo, ma che la presenza di un disturbo evolutivo mette il bambino in situazioni di maggior bisogno Accrescere la consapevolezza Implica una notevole flessibilità cognitiva: la capacità di mettersi in gioco come insegnante analizzare i propri comportamenti e pensieri rispetto all’alunno con DSA (esigenze educative individuali vs handicap) ridefinire schemi e modalità operative (insegnamento frontale vs insegnamento personalizzato) accettare di creare un’alleanza di lavoro in cui ognuno ha un ruolo attivo Gli interventi in classe Per poter operare una didattica flessibile e personalizzata è importante ‘far star bene gli alunni’, evitando di inventare difficoltose strategie al fine di nascondere alla classe il diverso stile di apprendimento di ognuno Domanda frequente: ‘come si fa per non far sentire l’alunno con DSA diverso e come si spiega ai compagni che lui non è diverso?’ Prima del PDP occorre ‘preparare il terreno’ Preparare il terreno…. Non esiste un protocollo di accoglienza Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far le parti uguali tra diseguali Ognuno ha difficoltà ma anche punti di forza Rendere l’apprendimento significativo Sostenere la motivazione all’apprendimento Individuare lo stile cognitivo sostiene l’apprendimento esplicito Il percorso d’accoglienza Introduzione al concetto di diversità Diversi nell’aspetto Diversi nel carattere Utilizzare letture sul tema della diversità Per prendere bei voti che cosa ti serve? In cosa sei diverso? Diversi nei gusti Diversità negli apprendimenti Ognuno ha un il proprio metodo che funziona Ognuno funziona in maniera diversa Come introdurre la tematica dei DSA Libri sulla tematica dei DSA Le aquile sono nate per volare. La Meridiana, Molfetta, 2004. Il mago delle formiche giganti. La dislessia a scuola. Tutti uguali, tutti diversi. Libri liberi, Firenze, 2008 Come una macchia di cioccolato. Storie di dislessia. Ed. Erickson, Trento, 2007 Storie di normale dislessia: 15 dislessici famosi raccontati ai ragazzi. Ed. A. Manzoni, Torino, 2007 Film sulla tematica dei DSA Stelle sulla terra, prodotto e diretto da Aamir Khan, 2007. Come procedere Dal materiale letto o visto prendere lo spunto per sottolineare che ognuno di noi riesce meglio quando ha a disposizione gli strumenti idonei Parlare in classe: sollecitare ognuno a raccontare le proprie difficoltà e le proprie abilità Creare un clima di tranquillità e di fiducia Far capire che c’è sempre una strategia per superare le difficoltà Valorizzare i risultati in classe per sostenere la motivazione allo studio Linee Guida 2011, par.3, pag.6 Cosa resta difficile in un DSA Nei DSA sono interessate le competenze strumentali, cioè quelle che dovrebbero essere automatizzate: decodifica fonema/grafema in lettura, l’associazione dei simboli grafema/fonema in scrittura, il calcolo Nel DSA sono quindi deficitarie le competenze che si acquisiscono attraverso l’apprendimento implicito (procedurale), non quelle da apprendimento esplicito L’apprendimento implicito,attraverso l’esperienza ripetuta e l’ambiente, permette di divenire abili in un compito Intervento multimodale in funzione dell’età L’intervento multimodale va pianificato in ragione delle esigenze età - specifiche Scuola primaria L’intervento multimodale risponde ad un’esigenza di prevenzione primaria o prevenzione secondaria Scuola secondaria L’intervento multimodale risponde ad un’esigenza di prevenzione terziaria Prevenzione primaria L’ intervento multimodale è diretto ad evitare l’insorgenza del DSA Ad esempio: laboratori di potenziamento fonologico e metafonologico, sui prerequisiti del calcolo negli ultimi anni di scuola materna Presuppone creare una rete di sensibilità rispetto ai fattori di rischio Prevenzione secondaria L’ intervento multimodale è diretto alla diagnosi e trattamento precoci, per evitare che il disturbo cronicizzi e peggiori Ad es. programmi di screening in I e II elementare per individuare alunni a rischio; laboratori di potenziamento sulla lettura, sulla comprensione del testo Presuppone creare una rete di conoscenza del disturbo Prevenzione terziaria L’intervento multimodale è diretto a ridurre le conseguenze disadattivofunzionali del disturbo a livello sociale (abbandono scolastico) neurocognitivo (competenze deficitarie) sia a livello psicopatologico (disistima, condotte da dipendenza) Ad es.: trattamenti mirati sulla discalculia, interventi a scuola sul metodo di studio Presuppone creare una rete di consapevolezza della prognosi PRESA IN CARICO E OBIETTIVI DEL PIANO DI INTERVENTO La gestione dei Disturbi specifici di apprendimento, necessita di una presa in carico. All’interno di questa viene attuato il progetto riabilitativo. Ogni passo di questo progetto si compie secondo modalità di relazione tra professionisti della salute e famiglia guidate da principi di chiarezza, trasparenza e coinvolgimento. PROGRAMMA RIABILITATIVO Definisce le aree di intervento specifiche, gli obiettivi, i tempi e le modalità di erogazione degli interventi, gli operatori coinvolti e la verifica degli interventi a) definisce le modalità della presa in carico da parte della struttura riabilitativa; b) definisce gli interventi specifici durante il periodo di presa in carico; c) individua ed include gli obiettivi da raggiungere previsti nel programma e li aggiorna nel tempo; d) definisce modalità e tempi di erogazione delle singole prestazioni previste negli stessi interventi; e) definisce le misure di esito appropriate per la valutazione degli interventi, l’esito atteso in base a tali misure ed il tempo di verifica del raggiungimento di un dato esito; f) individua i singoli operatori coinvolti negli interventi e ne definisce il relativo impegno, nel rispetto delle relative responsabilità professionali; g) viene puntualmente verificato ed aggiornato periodicamente durante il periodo di presa in carico; h) costituisce un elemento di verifica del progetto riabilitativo. Indicazioni generali sul trattamento Il trattamento si deve basare su un modello chiaro e su evidenze scientifiche. Si ritiene che un trattamento efficace sia un trattamento che migliora l’evoluzione del processo più della sua evoluzione naturale attesa. Il trattamento va regolato sulla base dell’effettiva efficacia dimostrabile. Deve essere erogato quanto più precocemente possibile tenendo conto del profilo scaturito dalla diagnosi. Il trattamento va interrotto quando, il suo effetto non sposta la prognosi naturale del disturbo. Raccomandazioni cliniche sui DSA Risposte a quesiti (RC-DSA-2011) Documento d’intesa Elaborato da parte del Panel di aggiornamento e revisione della Consensus Conference DSA (2007) in risposta a quesiti sui disturbi evolutivi specifici dell’apprendimento P.A.R.C.C. - Bologna 1 febbraio 2011 Documento di pubblico dominio. Nell’utilizzazione, anche parziale, indicare la fonte “DSA Documento d’intesa, PARCC, 2011; www.lineeguidadsa.it” AREA TEMATICA: FACILITAZIONI E TRATTAMENTO QUESITO D1 Raccomandazioni per attivare un trattamento riabilitativo A. Raccomandazioni per attivare un trattamento riabilitativo a) Motivazione e disponibilità da parte dell’utente e dei suoi genitori, se non maggiorenne, a sottoporsi al programma riabilitativo per tutta la sua durata. b) In condizioni di disturbo (diagnosi franca): indipendentemente dalla classe frequentata, quando c’è una condizione clinica che limita in modo grave l’autonomia nell’utilizzo dell’ abilità. c) Negli alunni di prima e seconda primaria “a rischio” di disturbo di lettura e scrittura e negli alunni fino alla terza primaria “a rischio” di disturbo nelle competenze numeriche di calcolo. B. Il trattamento Essendo parte di uno specifico progetto di presa in carico, deve essere condiviso con la famiglia, l’Utente e con tutti gli operatori sanitari coinvolti, ed esplicitato all’interno del programma riabilitativo. Deve inoltre contenere (vedi linee guida riabilitazione del 1998) una previsione degli interventi, dei contenuti, degli operatori coinvolti e delle verifiche periodiche da parte dell’equipe. QUESITO D2 Quali sono i criteri per stabilire se un trattamento ha prodotto un cambiamento clinicamente significativo? A . Partendo dalla definizione che “un cambiamento clinicamente significativo (CCS)”, è un cambiamento nella prestazione dell’utente che: a) deriva dagli effetti del trattamento e non da fattori maturazionali o altri fattori esterni al trattamento (es. cambio di didattica); b) è reale e non casuale; c) è importante e non irrilevante e descrive il cambiamento che è significativo e percepito da parte del singolo paziente o dalle persone rilevanti per la vita dello stesso. B. Si potrà considerare migliorato un utente che: 1. ha cambiato l’abilità oggetto del trattamento più di quanto atteso dal cambiamento senza trattamento riabilitativo; 2. questo cambiamento è considerato positivo ed è rilevato chiaramente oltre che dagli indicatori basati sui dati normativi anche dall’utente e/o dai suoi genitori ed insegnanti [criterio clinico] tramite intervista o risposta ad un questionario; 3. Il cambiamento è stabile ai controlli di follow-up di almeno sei mesi. I criteri si applicano in tutti i casi in cui si è attivato un intervento riabilitativo. QUESITO D3 Quando é consigliato interrompere il trattamento riabilitativo all’interno di un progetto riabilitativo? A. Quando non ci sono più le condizioni di motivazione e disponibilità necessarie per soddisfare i requisiti del progetto riabilitativo, B. Quando gli esiti del trattamento (verificati oggettivamente entro 6/12 mesi dall’inizio del trattamento) non soddisfano i criteri di cambiamento clinicamente significativo C. Quando si sono raggiunti risultati che permettono l’autonomia rispetto alle richieste ambientali anche tramite l’uso di strumenti compensativi. Si specifica che l’interruzione del trattamento non implica l’interruzione del progetto dell’ intervento QUESITO D4 Quali sono i protocolli riabilitativi raccomandati in termini di frequenza e durata del trattamento? A ) E’ necessario che gli interventi mirati al raggiungimento della correttezza e della rapidità di esecuzione come ad es. lettura e scrittura strumentale, calcolo mentale, fluenza di scrittura, siano caratterizzati da cicli brevi e ripetuti stimabili da due a tre sedute alla settimana per una durata di almeno tre mesi, se il miglioramento atteso non viene raggiunto prima, da realizzare ambulatorialmente e/o a domicilio secondo quanto specificato nel progetto riabilitativo. B. All’interno del progetto di intervento, per gli interventi finalizzati all’acquisizione di strategie metacognitive sono raccomandati interventi meno intensivi almeno una - due volte alla settimana per una durata da tre a sei mesi se il miglioramento atteso non viene raggiunto prima, realizzabili anche in piccoli gruppi omogenei per condizione clinica. Si raccomanda di attivare e mantenere con gli insegnanti l'opportuna e reciproca informazione e collaborazione sugli interventi attivati QUESITO D5 Quando è consigliata l'adozione di strumenti compensativi? A. Dopo una precisa valutazione clinica, dove si esplicita il profilo funzionale dell’utente, tenendo conto del progetto di intervento complessivo e con verifiche periodiche dei risultati, quando: a) vi è una limitazione importante dell’autonomia rispetto alle esigenze personali e le richieste ambientali, in particolare quelle scolastiche, ad es. nelle verifiche che richiedono molta lettura e scrittura e nello studio e produzione di testi in caso di dislessia, disortografia o disgrafia; quando vi è una compromissione importante nelle abilità numeriche e/o di calcolo, che ne limitano l’utilizzo in compiti logico/matematici più complessi; b) non sono sufficienti semplici adattamenti didattici, ad es. fornire più tempo per le verifiche scritte; d) Quando c’è accordo con l’utente e i familiari per l’uso a domicilio e gli insegnanti e l’utente per l’uso in classe; c) c’è la possibilità di un training di formazione personalizzata all’uso in autonomia possibilmente esteso anche ai familiari; e) Quando questo utilizzo non viene percepito come stigma dall’utente; L’introduzione degli strumenti compensativi e dispensativi può essere effettuata anche precocemente secondo un ottica di integrazione con gli altri interventi. UOC NPI AVEZZANO: ANNO 2015 Difficoltà scolastiche dovute a DSA- rischio DSA- Aspecifici (cognitivo limite, difficoltà acculturazione, disturbi emotivi ARRIVI PER DIFFICOLTA’ SCOLASTICHE AVEZZANO- ANNO 8 2015 30 DSA Rischio DSA 63 17 non specifici valutaz. In corso AVEZZANO- ANNO 2015 : 30 nuovi DSA Classe media di arrivo: II- III- IV elementare 11 Femmine: 19 Maschi Diagnosi: DSA Misto (F81.3) Dislessia (F 81.0) DSA F 81.0 Disortografia 1 F 81.1 Disgrafia (F 81.1) 7 5 Discalculia (F 81.2) F 81.2 3 F 81.3 14 F 81.0F 81.1 UOC NPI AVEZZANO – nuovi casi Anno 2013: 440 utenti nuovi 42 utenti seguiti per DSA Anno 2014: 350 nuovi 54 utenti seguiti per DSA Anno 2015: 314 nuovi 58 utenti seguiti per DSA UOC NPI AREA L’AQUILA PAZIENTI VALUTATI NEL 2015: DSA: 41 DSA con sostegno: 27 ALTRI sostegni senza DSA: 142 BORDER SENZA SOSTEGNO: 21 324 TOT. → 231 CASI I RESTANTI 93 NON RIENTRANO IN QUESTE DIAGNOSI Dati Area Peligno - Sangrina Nuovi accessi da luglio 2012 ad aprile 2013: 238 Alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES fascia 618) : 124, di cui 84 DSA 40 non DSA: 18 bilinguismi, 8 cluster ADHD, 14 quadri combinati a situazioni psicosociali 84 DSA I valutazione 16 I anno di Scuola Superiore 11 Scuola Media 57 Scuola Elementare Scuole superiori di Sulmona Obiettivo: Nuove diagnosi DSA delle scuole superiori Proporre un modello di intervento specifico per l’età, centrato: sulla necessità di conoscere l’alunno per individuare un metodo di studio, motivarlo ad utilizzarlo, evitare l’abbandono scolastico Valutazione dell’andamento della presa in carico Prevenzione terziaria Modalità operativa ‘multimodale’ Valutazione diagnostica dell’alunno Intervista strutturata e questionario ai genitori Questionario riempito dagli insegnanti FAMIGLIA SCUOLA ALUNNO Modalità operativa ‘multimodale’ Alunno. Test Intellettivo (WISC-III); Valutazione Neuropsicologica (Torre di Londra, Test delle Campanelle/ AM-Leiter, BVN 12-18); Valutazione degli Apprendimenti (DDE-2, MT Cornoldi, AC-MT); colloquio psicologico Genitori. Intervista strutturata ai genitori: Vineland Adaptive Behaviour Scales (VABS); Questionario ai genitori: Children Behaviour Checklist (CBCL); colloquio familiare Scuola. Questionario agli insegnanti: Children Behaviour Checklist (CBCL) per gli insegnanti; gli incontri a scuola Punti principali Valutazione ‘biopsicosociale’: è un insieme di azioni/setting strutturati, semistrutturati ed osservativi che, insieme, concorrono a costruire un’immagine unitaria ed univoca dell’alunno , dei suoi punti di forza e punti di debolezza, in tutti i contesti della sua vita Restituzione e condivisione con la famiglia e la scuola Patto con l’alunno, la scuola e con la famiglia Incontri periodici Distribuzione DSA Rispetto agli indirizzi Rispetto alle diagnosi INDIRIZZO F 81.0 F 81.1 F 81.2 IPSAA ISA F 81. 3 F 81.8 2M 2F 1M ITIC/ITC/ITG PSICOPEDAGOGICO 2F 1M SCIENTIFICO 1F 1M 1M 1M 1M 1 F, 1 M 1M Lettura di parole e lettura del brano: 5 su 16, < 5 percentile Lettura di non parole : 7 su 16, < 5 percentile Lettura di non parole: area di fragilità (11 su 16) Lettura di parole e del brano: rispetto alla rapidità, maggiore il numero di alunni con prestazioni tra il 5 e 10 percentile Lettura di non parole: 6 su 16 alunni , < 5 percentile Lettura di non parole: area di fragilità (10 su 16) Aree di problematicità trasversali Considerazioni L’adolescente DSA riesce ad essere discretamente corretto in lettura ma persiste la lentezza: è indispensabile più tempo per poter attivare le competenze cognitive e linguistiche che sostengano la carenza nella decodifica fonologica La comprensione del testo è un ‘area di difficoltà (compito complesso: quantità di informazioni da recuperare/rielaborare, pianificazione di procedure): schemi e mappe mentali/procedurali sono modalità operative efficaci Considerazioni Nel calcolo, necessitano di più tempo e non sono in grado di recuperare rapidamente nozioni di aritmetica di base: la riduzione quantitativa del carico, uso di formulari/tabelle/mappe procedurali e più tempo sono necessari per portare a conclusione un compito ed evitare di sovraccaricare la memoria di lavoro COMUNICAZIONE ricez < media espress < media scritt < media AB. QUOTID. personali media domestiche media comunità < media SOCIALIZZ. Rel. Interp < media gioco e t.lib. media regole sociali < media Questionario degli insegnanti Soglia di rischio Soglia di positività Soglia di rischio Immagine unitaria Corrispondenza tra la valutazione individuale e il profilo di funzionamento adattivo secondo i genitori: tra le difficoltà in lettura valutate e la compromissione nell’area della comunicazione alla Vineland tra la difficoltà nel fare calcoli velocemente e la compromissione nell’area delle abilità quotidiane, soprattutto di comunità (gestione dei soldi) alla Vineland Immagine unitaria Corrispondenza tra la valutazione individuale e l’ immagine riportata dai genitori e dagli insegnanti tra la compromissione nella dimensione sociale riferita dai genitori e la percezione di quanto ciò incida sul funzionamento emotivo in termini di insicurezza e scarsa stima di Sé, come area di rischio per una condizione ansioso-depressiva al CBCL tra la difficoltà a ricordare ed eseguire istruzioni lunghe e/o ad immagazzinare/recuperare /selezionare molte informazioni e la compromissione dell’attenzione al CBC La scuola di domani: la scuola dell’ inclusività Costruire la rete dei servizi Modello di presa in carico: modello integrato vs modello modulare Presupposti: visione biopsicosociale del bambino vs visione parcellizzata del disturbo, flessibilità cognitiva (superare personali pregiudizi o proprie interpretazioni), ciascuno il suo ruolo (clinico, bambino, famiglia, scuola), livello di coinvolgimento e sforzo di ognuno Obiettivi: autonomia del sistema famigliascuola, riduzione dei costi sul sistema sanitario e sociale a medio e lungo termine Si ringraziano gli operatori della UOC di NPI aziendale che collaborano attivamente al buon funzionamento della stessa GRAZIE PER L’ATTENZIONE Dott.ssa Maria Pia Legge