Autori: Meme Pandin Titolo: Un modello sostenibile per l’autovalutazione dell’efficacia e dell’efficienza del Servizio Riduzione del Danno 1. Obiettivo della relazione Il seguente rapporto ha l’obiettivo di presentare, un’esperienza “sostenibile” di autovalutazione dell’efficacia e dell’efficienza delle attività realizzate nell’anno 2003 dall’U.O. RdD del Servizio Marginalità Urbane della Direzione Centrale Politiche Sociali, Educative e Sportive del Comune di Venezia. Essa rappresenta lo step finale del processo annuale di valutazione del Servizio, percorso che si articola nelle fasi di valutazione ex-ante, monitoraggio ed ex-post. Tale esperienza, di ex-post, cioè di valutazione dei risultati, fa riferimento ad una giornata di formazione realizzata dagli operatori del Servizio a fine anno, e la seguente relazione cercherà di evidenziare i nodi metodologici, il percorso fatto e gli elementi di contenuto emersi. Attori e protagonisti del seguente lavoro sono stati: Giorgio Bombieri, Silvia Citton, Giuseppe Di Pino, Alberto Favaretto, Olivia Fagnoni, Monica Folin, Tamara Izzi, Laura Mazzi, Gabriele Soave, Loris Trevisiol. I disegni che appaiono sulle finestre sono di Fulvio Fenzo. Un ulteriore ringraziamento va a Olivia Fagnoni e Tamara Izzi, referenti dell’attività di valutazione del Servizio, per la revisione dell’articolo e per aver garantito i dati e le informazioni con le quali poter realizzare il presente lavoro. 2. Premesse metodologiche 2.1. Il modello di valutazione Come abbiamo più volte sostenuto, riteniamo che uno degli aspetti più critici nei progetti di intervento sociale risieda nella difficoltà di fare affermazioni dimostrabili ed attendibili sugli effetti prodotti dagli interventi realizzati (Pandin M – Fagnoni O. Giampedrone F., 2001, 2001a, 2002). In particolare la valutazione dell’efficacia (rapporto obiettivi/risultati) e dell’efficienza (rapporto costi/risultati) non sempre è di facile rilevazione, legata a modelli di misurazione complessi ed articolati. Nel modello di valutazione che il Servizio Riduzione del Danno si è dato, la “valutazione degli interventi” è intesa come la possibilità di esprimere giudizi rispetto a: Le risorse immesse nel programma (input) Le prestazioni ed attività rivolte al target (output) Le modalità di erogazione delle prestazioni (process) I possibili esiti o cambiamenti prodotti (outcome) Tale modello è ispirato da una visione pragmatica della valutazione, intesa come attività volta a fornire informazioni e dati utili alle decisioni e alle attività degli operatori ed è praticata cercando un equilibrio tra preoccupazioni e rigorosità scientifiche. Così pensata l’attività di valutazione non appare come forma di controllo o d’adempimento burocratico, 1 ma come ricerca della maggiore efficacia della politica e degli interventi. In più, è volta a garantire valore alle azioni intraprese e ad avviare processi di riflessione e consapevolezza con i diversi soggetti coinvolti realizzando processi di costruzione di significato. 2.2. I soggetti coinvolti Per quanto estese in tutto il territorio del Comune di Venezia, le attività del Servizio Riduzione del Danno sono rivolte ad un target (tossicodipendenti attivi non agganciati in modo significativo dai servizi) che, dal punto di vista statistico, rappresenta una “piccola” popolazione. Ciò pone serie difficoltà al controllo delle variabili relative al rapporto azione/risultati. I cambiamenti registrabili, infatti, potrebbero essere dovuti a fattori estranei all’attività del Servizio stesso, il che renderebbe difficile discernere ciò che è attribuibile all'azione degli operatori da ciò che non lo è. Inoltre, l’intervento con il suo radicale taglio di “lavoro di strada " si esplica a stretto contatto con la quotidianità della vita delle persone alle quali è rivolto. I cambiamenti di breve e medio periodo, che le diverse attività possono provocare, devono essere colti attraverso le modificazioni anche minime che si producono nell’ambiente, modificazioni che solo una presenza costante nel territorio può permettere di rilevare. Ciò significa che spesso gli attori coinvolti, in particolare le operatrici e gli operatori del Servizio, costituiscono rilevatori molto più adatti di quanto potrebbero esserlo altri provenienti da agenzie esterne (con i conseguenti problemi d’imparzialità). Di conseguenza, l’attività di valutazione è diventata, col tempo, una modalità insita all'interno dell'azione, parte del sistema informativo del Servizio stesso. Inoltre, la scelta di coinvolgere coloro che quotidianamente lavorano con gli utenti rimanda a una visione della valutazione come “occasione di crescita professionale tramite un processo di scambio e riflessione” (Leone L.-Prezza M., 1999) e permette di perseguire obiettivi quali capire se l’intervento ha senso e se produce cambiamenti; condividere l’esperienza in équipe; dare visibilità ai risultati; prevenire il burn out (ricercando il senso delle proprie azioni e motivando allo scopo); acquisire conoscenze. Ma esistono anche dei riferimenti di tipo epistemologico che, in questa sede, vanno ricordati e che fanno riferimento all’approccio costruttivista alla valutazione (che si distingue da quello realista), rispetto al quale “non esistono condizioni oggettive in termini assoluti ed indipendenti dall’osservatore e la valutazione va intesa come processo di ricerca di senso e non può essere intesa come un insieme di procedure asettiche e neutrali” (ibidem). Tratto da Leone L.-Prezza M., 1999 2 E’ evidente quindi che la funzione che si vuole qui attribuire alla valutazione è querlla di permettere di “produrre significato”. In questi termini, fare valutazione significa porsi in un atteggiamento di ricerca, di apertura all’inatteso, finalizzato a riprogettare per permettere di “costruire correggendo” (ibidem). 3. Il percorso realizzato per la valutazione dell’efficacia e dell’efficienza L’autovalutazione dei gradi d’efficacia e d’efficienza raggiunti nel corso del 2003 è stata formulata attraverso una giornata di valutazione che aveva i seguenti obiettivi: 1. Analizzare l’attività svolta nel corso dell’anno; 2. Ricondurre le attività realizzate agli scopi prefissati; 3. Formulare un giudizio di risultato sugli obiettivi perseguiti. Il percorso metodologico adottato ha fatto riferimento alle seguenti sessioni: 1. Presentazione della giornata; 2. Analisi dell’albero degli obiettivi proposto dalle Linee Guida sulla RdD; 3. Associazione delle attività realizzate con gli obiettivi analizzati; 4. Analisi dei dati relativi alle attività; 5. Espressione di un giudizio sui gradi di efficacia ed efficienza raggiunti. Nei prossimi paragrafici, la descrizione specifica della metodologia adottata durante le diverse sessioni della giornata, apparirà all’interno di una finestra. 3.1. L’albero degli obiettivi La necessità di dare sostegno alle pratiche operative e di poter operare con metodologie basate sull’evidenza scientifica, ha sempre orientato il nostro Servizio a ricercare delle linee guida. In particolare, sono state adottate le Linee Guida del Ministero della Sanità, presentate alla 3° Conferenza Governativa sulle Tossicodipendenze di Genova (28-30 novembre 2000), e il relativo ventaglio degli obiettivi rivolti a: Popolazione Target 1. Conoscere il target ed i cambiamenti degli stili del consumo e delle dinamiche del mercato 2. Favorire il primo contatto e l’aggancio 3. Stabilizzare la relazione tra il soggetto target e l’operatore 4. Fornire informazioni sui diritti di cittadinanza 5. Produrre cambiamenti nei comportamenti a rischio (sanitari e sociali) 6. Facilitare l’accesso del target ai servizi di media soglia e alle risorse del territorio Tabella n° 1 Sistema dei servizi 7. Definire a livello di rete locale dei servizi le priorità in materia di politiche sulle dipendenze 8. Prevedere in ogni sistema di servizi unità operative di strada con caratteri di stabilità e continuità 9. Garantire un’interfaccia tra lavoro di strada e il sistema dei servizi 10. Osservare e monitorare a livello di sistema il fenomeno, il mercato delle sostanze, le tipologie di consumatori e le modalità d’uso 3 11. Raccogliere e analizzare i bisogni e le domande della popolazione target dando ad esse visibilità nel sistema dei servizi sociosanitari 12. Moltiplicare le opzioni e le risorse da offrire all’utenza 13. Porre attenzione alla formazione delle équipe 14. Garantire un sistema di raccolta dati e di valutazione Tabella n° 2 Territorio e popolazione 15. Ridurre l’ ”impatto ambientale” tra gruppi di tossicodipendenti e cittadinanza 16. Promuovere una corretta informazione nei media sul fenomeno “droga” 17. Garantire accordi d’intesa con le Forze dell’Ordine che operano sul territorio 18. Promuovere una cultura della "cittadinanza" delle persone tossicodipendenti 19. Promuovere il consenso sul territorio attorno all’intervento e ai suoi scopi 20. Utilizzare il patrimonio del lavoro di valutazione e misurazione degli esiti Tabella n° 3 Il riferimento alle Linee Guida viene costantemente perseguito nelle attività del servizio, pur nella consapevolezza che si tratta di raccomandazioni, in quanto assistono gli operatori sulle modalità più appropriate in determinate situazioni, permettono di migliorare la qualità e l’efficienza degli interventi e forniscono strumenti educativi (linguaggio omogeneo, pertinenza, scientificità). Nonostante gli obiettivi sopra elencati siano noti agli operatori, dopo la presentazione della giornata, il gruppo di lavoro si è dedicato alla loro analisi, tramite proiezione su schermo e commento collettivo. 3.2. Le attività realizzate nel corso del 2003 in riferimento agli obiettivi Per quanto nel Servizio si utilizzi la logica del lavoro per progetti e siano, in teoria, abbastanza chiari finalità e obiettivi dei diversi interventi, dopo l’analisi degli obiettivi è stato proposto un esercizio di gruppo per collegare gli stessi alle attività svolte. Lo strumento impiegato è stato il “Diagramma delle affinità” (Serpelloni G. – Simeoni E. – Rampazzo L., 2002), utile quando fatti o pensieri non sono certi e necessitano di organizzazione e quando c’è il bisogno di creare unità nel contesto di un gruppo. Il lavoro si è svolto inizialmente come una sorta di “brainstorming itinerante”: gli obiettivi, riportati su cartoncino e raggruppati per i tre ambiti di intervento (target, servizi e territorio), sono stati appesi lungo le pareti della stanza. Ogni operatore/trice, vagando liberamente per l’ambiente, poteva associare ai diversi obiettivi le attività svolte dal servizio (scritte su biglietti adesivi) che riteneva agli stessi collegate. Una volta conclusa la raccolta delle idee ogni obiettivo è stato “pulito”: dopo aver eliminato le attività riportate più volte, sono state precisate le definizioni e chiariti i significati. Le tabelle che seguono presentano il risultato di tale sessione. Popolazione Target Attività 1. Conoscere il target ed i cambiamenti degli Mappatura, collaborazione con Opinion Leader, questionario di stili del consumo e delle dinamiche del gradimento su servizi e target mercato Uscite di UdS, laboratorio tatuaggi in carcere, distribuzione 2. Favorire il primo contatto e l’aggancio materiale informativo presso altri servizi, drop-in 4 3. Stabilizzare la relazione tra il soggetto target e l’operatore Uscite UdS, relazioni significative, accompagnamenti, counselling 4. Fornire informazioni sui diritti di cittadinanza Opuscoli informativi, consulenza legale, orientamento ai servizi 5. Produrre cambiamenti nei comportamenti a rischio (sanitari e sociali) Counselling, corsi, laboratorio tatuaggi in carcere, materiale informativo, distribuzione materiale sterile, relazioni significative, lavoro con i pari 6. Facilitare l’accesso del target ai servizi di media soglia e alle risorse del territorio Invii, accompagnamenti, orientamenti, attività di lavoro di rete tra servizi (riunioni, ecc.), distribuzione di materiali informativi sui servizi Tabella n° 4 Sistema dei servizi Attività 7. Definire a livello di rete locale dei servizi le priorità in materia di politiche sulle dipendenze Presenza al Dipartimento Dipendenze ULSS 12 8. Prevedere in ogni sistema di servizi unità operative di strada con caratteri di stabilità e continuità Politiche locali, bilancio EELL 9. Garantire un’interfaccia tra lavoro di strada e il sistema dei servizi 10. Osservare e monitorare a livello di sistema il fenomeno, il mercato delle sostanze, le tipologie di consumatori e le modalità d’uso 11. Raccogliere e analizzare i bisogni e le domande della popolazione target dando ad esse visibilità nel sistema dei servizi sociosanitari 12. Moltiplicare le opzioni e le risorse da offrire all’utenza 13. Porre attenzione alla formazione delle équipe Lavoro di rete con i servizi (riunioni periodiche, ecc.) Politiche sociali, confronto tra UdS, drop-in Supervisioni, seminari formativi, équipe 14. Garantire un sistema di raccolta dati e di valutazione Attività di valutazione Attività di mappatura Attività di mappatura, ricerche sull’utenza, attività di rete tra servizi Tabella n° 5 Territorio e popolazione Attività 15. Ridurre ”l’impatto ambientale” tra gruppi di tossicodipendenti e cittadinanza 16. Promuovere una corretta informazione nei media sul fenomeno “droga” 17. Garantire accordi d’intesa con le Forze dell’Ordine che operano sul territorio Attività di mediazione sociale (tramite focus group, ecc.), uscite UdS, attività con pari, mappatura Newsletter LdB, marketing comunicativo e lavoro con i media, analisi e raccolta informazioni e notizie (rassegna stampa, ecc.) Formazione congiunta, protocolli, accordi Attività “pubbliche” (tornei sportivi, mostre, gite, ecc.), marketing comunicativo e lavoro con i media, newsletter LdB, sportelli informativi, Counselling, attività con i pari Iniziative pubbliche (seminari, convegni, ecc.), attività di mediazione dei conflitti (“mediazione partecipata”), newsletter LdB 18. Promuovere una cultura della "cittadinanza" delle persone tossicodipendenti 19. Promuovere il consenso sul territorio attorno all’intervento e ai suoi scopi 20. Utilizzare il patrimonio del lavoro di valutazione e misurazione degli esiti Diffusione dati (CD Rom e altro), iniziative pubbliche (seminari, convegni, ecc.) Tabella n° 6 5 3.3. Analisi dei dati relativi alle attività (dati di output) Nel nostro Servizio il livello di valutazione relativo all’output viene garantito dagli operatori tramite la regolare registrazione su schede cartacee dei dati relativi agli indicatori delle attività svolte. I dati così raccolti sono periodicamente inseriti in un database e quindi elaborati e riassunti in un report composto da tabelle e grafici. Tale rapporto è stato utilizzato nella quarta parte della giornata di valutazione. I dati di attività del 2003 sono stati presentati e, tenendo presente i dati relativi agli anni precedenti, commentati a caldo dagli operatori. La discussione si è svolta in plenaria ed è stata verbalizzata. Per cercare di descrivere il lavoro svolto, presentiamo di seguito alcuni dati (in forma di tabelle o grafici) con relativi commenti, osservazioni e domande emersi durante la sessione. Risorse: presenza in strada e contatti “C’è un picco di primi contatti ad aprile e luglio, che coincidono con i cambi di stagione”, “Il rapporto tra ore di presenza in strada e numero di contatti offre la media di 5,8 persone contattate per ogni ora di strada”. “Ogni operatore in media dedica 30 minuti ad ogni persona contattata”, “Siamo un servizio che costa molto in rapporto al numero di utenza contattata?”, “Sarebbe utile ed interessante inserire all’interno del sistema di valutazione un capitoletto sull’efficienza (rapporto tra risorse impiegate e risultati)”. Tabella n° 7 Postazioni raggiunte, contatti e primi contatti “Rispetto agli anni scorsi non c’è stato complessivamente un calo dei contatti”, “Nello specifico la riduzione si osserva per l’intervento a Venezia in centro storico (un terzo degli anni scorsi) e le spiegazioni possibili sono legate al modo diverso di essere presenti in strada (sia ore in meno che luoghi diversi frequentati)”, “Rispetto i primi contatti, sono in aumento i primi contatti stranieri, mentre sono diminuiti i primi contatti non tossicodipendenti”, ”La rilevazione relativa alla sostanza usata dai primi contatti è poco Grafico n° 1 affidabile, quindi va cambiata o cassata”. Stima delle persone diverse contattate dall’Unità di Strada (UdS) “Le persone diverse che vengono spesso in UdS, agli operatori sembrano molte di più di quelle che forse effettivamente sono”, “Esiste una percezione di ‘pesantezza’ rispetto ad alcuni contatti che forse non corrisponde al loro numero effettivo”, “La percezione 6 individuale è necessariamente influenzata dal numero delle uscite che effettua un operatore”, “Sembrano molte di più le persone diverse che vengono spesso all’UdS”, “Cosa s’intende per relazione significativa?” “(..) è da mettere solo in relazione con le volte che una persona viene in UdS?”, “Qual è il nostro obiettivo rispetto alle persone contattate in UdS?”, “Cosa significa aggancio o consolidamento della relazione?” Distribuzione e ritiro siringhe ”I numeri sulla distribuzione sono simili agli anni scorsi”, ”Quest’anno però sono state ritirate solo il 30% delle Totale Percentuale Siringhe Corpi Siringhe Totale aghi siringhe consegnate”, “E’ la siringhe siringhe 1 ml 2 ml ritirate distribuiti percentuale più bassa mai distribuite ritornate registrata”, ”Forse perché la 7.577 10.488 18.065 6.053 33,5 15.582 gran parte dei Tabella n° 8 tossicodipendenti va’ a Padova ad acquistare e consumare”, ”Forse gli operatori non hanno sottolineato a sufficienza l’importanza dello scambio”, ”Sono aumentati i controlli delle Forze dell’Ordine”, ”Le postazioni dell’UdS non sono vicine i luoghi di consumo”, “Andrebbero proposti dei piccoli raccoglitori portatili e introdotte nuove regole per la distribuzione/ritiro delle siringhe”, ”E’ ulteriormente aumentata la distribuzione di aghi rispetto ai corpi”, ”Questo dato, in rapporto all’obiettivo ‘modifica dei comportamenti a rischio’, può essere interpretato sia in senso negativo, sia in senso positivo”, “Avere un ago pulito e un corpo sporco, può contribuire a rafforzare l’idea che si stia usando uno strumento sterile, ma in realtà risulta inefficace a prevenire l’eventuale infezione”, “(…) mentre i corpi sono voluminosi, gli aghi vengono ritirati e conservati senza problemi”, “(…) per il consumo di sostanze diverse o per il consumo della stessa sostanza in più modi sono usati aghi differenti”, ”Sarebbe opportuno realizzare una ‘indagine di mercato’ sul materiale preferibile”. Distribuzione materiale sterile ed interventi Grafico n° 2 “Il numero di profilattici distribuito è ulteriormente diminuito”, ”Gli steribox non sono apprezzati…si potrebbe contattare la ditta produttrice, segnalare la cosa e proporre un’eventuale resa o cambio con altro materiale”, “Il numero di fiale di Narcan distribuite è sempre più basso… perché?”, “Si fa molto uso di cocaina (…), i soccorsi per overdose effettuati nel 2003 sono stati tutti dovuti all’Alcover”, ”Per il 2004 si possono ordinare meno fiale di Narcan”. Distribuzione materiale informativo ”Il numero di opuscoli distribuiti è diminuito parecchio”, ”Forse perché sono vecchi e datati”, ”(…) o gli operatori si sono stufati di proporli”, ”Forse il formato dell’opuscolo non è più attuale e facilmente spendibile”, ”La newsletter Ladri di Biciclette viene distribuita poco in UdS, anche se il giornale rimane in camper per molto tempo e la distribuzione si spalma nel tempo”. 7 Colloqui “E’ difficile fare dei paragoni rispetto agli anni precedenti perché da sempre ci sono problemi di rilevazione del dato”, ”Quest’anno il dato è sicuramente più attendibile”, ”Forse si sta raggiungendo una condivisione sullo stile di rilevazione”, ”(…) si sente la mancanza di uno spazio adeguato di lavoro per discutere degli stili diversi di counselling, per confrontarsi sul come si lavora, parlare dei casi specifici e/o scambiarsi informazioni e conoscenze”. ”Rispetto all’aumento dei colloqui con tematiche legali, si può dire che più gli operatori sono formati, maggiori sono le informazioni e l’orientamento che possono fornire direttamente all’utente”. Tabella n° 9 Invii “I dati raccolti non sono confrontabili con quelli relativi agli anni passati, i quali risultavano meno attendibili e dettagliati”. Consulenza legale “Nel corso dell’anno la risorsa è stata certamente sotto utilizzata”, ”E’ necessaria un’approfondita riflessione sull’utilità di questo dispositivo e sulla sua fruibilità”. Laboratorio tatuaggi in carcere “Il laboratorio è stato frequentato con buona costanza e risulta essere un presidio ottimo per contattare nuovi utenti e consolidare relazioni significative”. ”Il dato complessivo dei colloqui risulta poco attendibile”. Grafico n° 3 Ladri di Biciclette e attività con i pari ”Le attività con i pari sono state interrotte a causa di problemi tecnico-amministrativi, ciò ha inciso fortemente sull’intero progetto e sul suo monitoraggio”. ”L’obiettivo di quest’anno era monitorare e valutare il lavoro dei pari a partire dalle singole persone e dal loro progetto individuale, ma lo strumento individuato (agenda/diario delle varie attività) si è rivelato troppo complesso e di difficile applicazione, ed andrà ripensato per il futuro”, ”Lo strumento per il monitoraggio dei lavori della redazione di LdB si è dimostrato utile e sostenibile e verrà utilizzato anche nel 2004”, ”Nel 2003 sono usciti 4 numeri più uno speciale”, ”Le diverse pubblicazioni sono state particolarmente ricche”. 3.4. Espressione del giudizio d’efficacia ed efficienza raggiunti Nelle premesse abbiamo ricordato le difficoltà legate alla valutazione d’efficacia sull’esito degli interventi sociali. Quando non è possibile definire condizioni misurabili “oggettivamente”, la letteratura (Bertin, 1989) consiglia gli “approcci soft alla valutazione”. In pratica si ricorre a valutazioni legate a giudizi espressi dai professionisti o alle opinioni degli utenti. Nel nostro caso, siamo ricorsi alla self-evalutation imperniata sul giudizio espresso dai singoli operatori. La sua applicazione non è semplice, in quanto comporta un giudizio sul 8 proprio operato e lascia gradi estremamente ampi di discrezionalità. Si può infatti presumere che la valutazione costruita su un giudizio espresso in merito ad un intervento già avvenuto sia ampliamente permeata da percezioni personali ed orientamenti ideali propria dei singoli “giudici”. Ma, seppur di fronte a tali rischi, (ibidem), la strategia basata sulla costruzione di indicatori di sintesi legati all’osservazione di items specifici (individuati attraverso criteri di giudizio dell’attività professionale) offre alte garanzie di “obiettività”, obiettività che non va certo intesa come assoluta. D’altra parte, questa strategia permette una reale autovalutazione dell’operatore, favorendo l’innescarsi di processi di autoapprendimento, responsabilizzazione, empowerment. La teoria della valutazione (Niero, 1995) propone delle misure caratteristiche che permettono di sintetizzare i risultati: si tratta dell’efficacia e dell’efficienza. La prima ha a che fare con il raggiungimento degli obiettivi, la seconda con l’uso delle risorse. Tali misure per essere utilizzate necessitano di almeno due precondizioni: devono essere riferite a degli eventi formulati in termini di obiettivi e per la loro rilevazione è possibile ricorrere alla formulazione di giudizi esplorati attraverso scale di misurazione). La seguente tabella presenta le caratteristiche di tali misure di sintesi: Misure Descrizione Effectiveness (efficacia) Risultati raggiunti / risultati attesi Efficiency (efficienza) Risorse / risultati Domande a cui rispondono Quanto è stato raggiunto l’obiettivo? Che percentuale di obiettivo è stata raggiunta? Quanto è stato investito sull’obiettivo? Che quantità di risorse è stata utilizzata per ottenere un certo livello di prestazioni? Tabella n° 10 (Tratto da Niero, 1995) Nell’ultima sessione della giornata, si è svolta la valutazione ex-post delle attività realizzate nel corso dell’anno. A tutti gli operatori è stato richiesto di esprimere un giudizio in merito all’efficacia e all’efficienza raggiunte relativamente ai diversi obiettivi. Per raccogliere tali giudizi, è stato utilizzato uno strumento di self-report (tabella n°11) con il quale era possibile assegnare ad ogni obiettivo un voto rispetto all’efficienza (quanto è stato investito) e all’efficacia (quanto l’obiettivo è stato raggiunto), utilizzando una scala da 0 a 5. 9 Tabella n° 11 La rappresentazione dei giudizi è stata realizzata impiegando una griglia/finestra che, a partire dall’incrocio tra le due variabili (“efficienza” ed “efficacia”), permette di evidenziare quattro possibili “situazioni tipo” sulle quali collocare la valutazione dei diversi obiettivi sottoposti a giudizio. Grafico n° 4 Sull’asse verticale della griglia sono disposti i valori relativi all’efficacia, su quello orizzontale i valori relativi all’efficienza. E’ possibile rappresentare i diversi obiettivi collocandoli sui 4 quadranti, a seconda della votazione conseguita (grafico n° 4). Gli obiettivi che compariranno sul quadrante in alto a sinistra (n° 1) avranno conseguito una valutazione caratterizzata da alta efficacia e basso investimento (inteso in termini di risorse, tempo dedicato, professionalità utilizzate, ecc.). Per cui si avrà un risultato di successo, dovuto all’abilità degli operatori e/o alle circostanze favorevoli. Nel quadrante in alto a destra (n° 2) saranno riportati gli obiettivi valutati in termini di successo, corrispondente ad un alto investimento di risorse. Le variabili che appariranno nel quadrante in basso a destra (n° 3) avranno conseguito una valutazione contraddistinta da insuccesso, nonostante il forte investimento di risorse. Infine, nel quadrante in basso a sinistra (n° 4) verranno collocati gli obiettivi valutati in termini di evidente insuccesso, anche a causa di uno scarso investimento sull’obiettivo da perseguire. 1 2 3 4 La giornata di lavoro si è conclusa con una sessione dedicata alla valutazione degli obiettivi. Per una migliore esposizione, di seguito presentiamo i risultati raggruppando gli obiettivi per livello di intervento specifico (target, servizi e territorio). La prima osservazione riguarda il posizionamento delle righe tratteggiate sui grafici più sotto riportati. Si tratta del voto medio, cioè dei valori medi relativi ai giudizi assegnati dal gruppo degli operatori, rispetto all’efficacia e all’efficienza. Osservando i grafici si può sostenere che, mediamente, il gruppo ha ritenuto che nel corso del 2003 si è investito di più rispetto a quanto raggiunto. Analizzando i grafici, infatti, la linea che indica il voto medio dell’efficienza (valore 2,93) è superiore alla mediana (valore 2,5), mentre sotto quest’ultima si attesta il valore medio relativo all’efficacia (2,45). Dal grafico n° 5 appare evidente come gli obiettivi relativi al lavoro con il target siano stati valutati positivamente dalle operatrici e dagli operatori. Gli obiettivi infatti sono concentrati nel quadrante n° 2. L’unico fattore che si colloca sotto la mediana e la media dei voti dei partecipanti, è l’obiettivo “informare il target sui diritti di cittadinanza” (n° 4). 10 Tale obiettivo è stato perseguito tramite diverse attività, tra le quali: distribuzione di opuscoli informativi, orientamento ai servizi, consulenza legale, ecc. Sia dai dati di output, sia dai commenti svolti in gruppo le suddette attività si sono rivelate nel complesso insoddisfacenti. 1 2 3 4 Grafico n° 5 Il grafico n° 6, relativo al lavoro con i servizi, illustra risultati meno lusinghieri. Gli obiettivi infatti sono collocati in modo più diffuso nei quadranti relativi all’insuccesso. Nonostante l’investimento profuso nel corso dell’anno su questi obiettivi, il giudizio degli operatori riflette la reale difficoltà di fare rete tra servizi. E’ da notare che l’obiettivo Grafico n° 6 “osservare e monitorare a livello di sistema il fenomeno, il mercato delle sostanze, le tipologie di consumatori e le modalità d’uso” (n°10) è stato collocato nel quadrante n° 3 (bassi livelli di efficacia ed efficienza). Ciò è dovuto in parte ad un giudizio negativo espresso dagli operatori rispetto all’attività di mappatura del servizio e, in parte, alla mancanza -all’interno del sistema cittadino dei servizi - di un osservatorio metropolitano delle dipendenze, il quale potrebbe garantire le attività di osservazione e monitoraggio. 1 2 3 4 Completamente negativo risulta il giudizio espresso dagli operatori rispetto all’intervento svolto con il territorio (grafico n° 7). Se si esclude lo sforzo di utilizzare il patrimonio della valutazione del servizio (n° 20), che ha visto nel corso del 2003 la pubblicazione e la distribuzione su scala locale e nazionale di un cd rom sul modello di valutazione adottato (visionabile ai seguenti indirizzi web: www.comune.venezia.it/danno/cdrom/index.html e www.dronet.org/rid_danno), i rimanenti obiettivi hanno registrato nel corso dell’anno un completo insuccesso. 11 Per alcuni (n° 17 “Garantire accordi con le Forze dell’Ordine” e n° 16 “Promuovere una corretta informazione sui media”) il giudizio mette in luce anche lo scarso investimento; per altri (“promozione della cultura della Grafico n° 7 cittadinanza” n° 18, “riduzione dei conflitti” - n° 15 e “promozione del consenso” - n° 19), nonostante il lavoro svolto, la percezione dell’efficacia risulta negativa. I risultati evidenziano che nel corso del 2003, al di là delle difficoltà legate al contesto esterno, il servizio ha investito poco su questo livello d’intervento. 1 2 3 4 4. Conclusioni Come appare dal lavoro presentato, il modello di valutazione del servizio s’ispira ai quattro principi proposti nelle linee guida della legge 285/’97 a favore dell’infanzia e dell’adolescenza (Istituto degli Innocenti - Centro Nazionale di Documentazione ed Analisi sull’Infanzia ed Adolescenza 2000). Il primo principio è quello dell’autovalutazione, “rispetto al quale l’operatore è responsabile e primo utilizzatore della propria valutazione che non va assimilata a una semplice azione di controllo, ma costituisce un momento di verifica e di apprendimento per il miglioramento dei risultati nel quale il soggetto si mette in gioco, essendo responsabile e primo fruitore della propria valutazione e acquisendo suggerimenti per migliorare il proprio operato in relazione agli obiettivi da perseguire” (ibidem). Il modello presentato ben permette di cogliere la possibilità di “apprendere dall’esperienza”, se condotto con la partecipazione di tutto il gruppo degli operatori. Nello specifico, alcuni limiti, sono evidenti in questo lavoro: l’esperienza è nata da una buona intuizione, ma andrebbe migliorata nella conduzione (opportuna la presenza di un facilitatore esterno) e andrebbe riproposta in serie, come momento finale dopo una prima valutazione ex ante (per l’analisi degli obiettivi –importanza e fattibilità- e per la valutazione della coerenza delle attività proposte) e a seguito di una valutazione intermedia, che dia agli operatori la possibilità di esprimersi in itinere sul grado di raggiungimento degli obiettivi. Inoltre, evidentemente, per poter ben sostenere la bontà del modello applicato, sarebbe opportuno capire che giudizio danno gli operatori su questa esperienza e, soprattutto quali esiti ha concorso a produrre nei bagagli professionali. Il successivo principio è quello della non autoreferenzialità: per quanto possibile la valutazione deve considerare dati oggettivi, esterni al soggetto valutatore e, nel modello 12 presentato, sono evidenti i riferimenti costanti all’attività di valutazione di output che il servizio esplica costantemente nel corso dell’anno. Il terzo principio è quello della confrontabilità: “le valutazioni devono essere condotte sulla base di criteri di giudizio e metodi omogenei e permettere confronti nel corso del tempo, anche fra più esperienze” (ibidem). In questo senso, va vista l’attenzione per le linee guida, le evidenze scientifiche e i materiali di valutazione sulle esperienze di riduzione del danno che appaiono nella letteratura e alle quali il servizio fa costantemente riferimento. Infine, l’ultimo principio è quello dei diversi livelli di valutazione, secondo il quale “il processo di valutazione interessa tutti i livelli (…) coinvolti (…) e ogni livello procede a una valutazione del proprio operato e dei risultati ottenuti” (ibidem). Sarebbe stato interessante applicare il modello ad altri soggetti (dirigenti, amministratori, utenti), anche se sappiamo che se diversi sono gli attori interessati alla valutazione, diversi sono pure i criteri adottati per valutare (ad esempio, per l’amministratore: i costi e l’efficienza; per l’operatore: l’efficacia; per l’utente: la qualità del servizio) e le strategie metodologiche a cui fare riferimento. In questo senso, oltre l’approccio di self-evalutation qui presentato, il Servizio è ricorso al metodo della analisi delle opinioni (Bertin, ibidem), con il quale sono stati richiesti giudizi sul grado di soddisfazione sulle attività svolte dal servizio direttamente ai propri utenti. Va segnalato in modo critico che tali iniziative rivolte all’utenza dovrebbero però essere seguite da reali cambiamenti nelle attività proposte, possibilmente entro tempi non troppo lunghi. Bibliografia Bertin G. (1989), Decidere nel pubblico, ETAS, Milano; Comune di Venezia - Regione Veneto (2003), Report. Il modello di Valutazione del Servizio Riduzione del Danno, Cd Rom (visionabile ai seguenti indirizzi web: www.comune.venezia.it/danno/cdrom/index.html e www.dronet.org/rid_danno); Istituto degli Innocenti - Centro Nazionale di Documentazione ed Analisi sull’Infanzia ed Adolescenza (2000), Il Calamaio e l’arcobaleno. Orientamenti per progettare e costruire il Piano Territoriale della L. 285/’97, Dipartimento Affari Sociali; Leone L. - Prezza M. (1999), Costruire e valutare i progetti nel sociale, Franco Angeli, Milano; Niero M., (1995), Metodi e tecniche di ricerca per il servizio sociale, Milano; Pandin M. – Fagnoni O. - Giampedrone F. (2001), “La riduzione del Danno vista dall’opinione pubblica”, Animazione Sociale n° 4; ibidem (2001°), “Per una Valutazione del fai da te”, in Polis, n° 75; ibidem (2002), “La valutazione degli interventi di riduzione del danno”, in Polis, n° 81; Serpelloni G. – Simeoni E. – Ramazzo L. (2002), Quality Management, La Grafica, Verona; 13