Raphaël P E R I O D I C O T R I M E S T RA L E D E L L A C O O P E RAT I VA S O C I A L E RA P H A Ë L Non vi sarà per me Natale N. 4/2000 DICEMBRE ANNO 2000 XVI DON PIERINO FERRARI R a p h a ë l Periodico trimestrale della coop. di solidarietà Coop. sociale Raphaël Clusane d’Iseo via Risorgimento tel. 030/ 9829136 Spedizione in abbonamento postale Art. 2 comma 20 lett. C) legge 23.12.1996 n. 662 Filiale di Brescia Tassa pagata Autorizzazione del Tribunale di Brescia n° 25 del 7/8/1975 L. 1.000 Direttore responsabile: Angelo Onger Tipografia: F.lli Tagliani via Cairoli, 9 - Calcinato I giorni si susseguono. Ognuno di essi ha il proprio nome, il programma, per la sua incarnazione, la sua vita e, poi, la sua morte. Due nomi mi colpiscono, osservando il calendario: il «giorno prima» e il «giorno dopo». Il giorno prima è colorito di speranza; il giorno dopo è spento. (CONTINUA A PAG. 3) Raphaël - A 2 DICEMBRE bbiamo qualcosa da imparare dall’America (intesa come Stati Uniti)? La domanda di don Piero mi ha sorpreso, ma non spiazzato. E se volessi essere veloce e conciso risponderei così: l’America come tutti gli altri paesi del mondo ha pregi e difetti, noi tendiamo ad imparare/imitare i difetti. La mia nota potrebbe finire qui, ma penso che non sia fuori luogo aggiungere qualche spiegazione e/o riflessione. Incominciando da un punto di riferimento molto popolare, quello dello spettacolo. È risaputo che gli Stati Uniti producono e immettono sul mercato mondiale tra il 60 e l’80 per cento degli spettacoli cinematografici e televisivi; questo significa una sorta di monopolio mondiale sul piano economico, ma anche l’egemonia dal punto di vista culturale. L’aspetto peggiore della questione è che la produzione americana più diffusa è quella più scadente, in generale, del mercato, perché più appetibile al grande pubblico internazionale. Inoltre, lo si vede bene in Italia, quando si mettono in opera iniziative originali si ten- l’editoriale 2000 Il vizio di imitare il peggio ANGELO ONGER de a imitare i modelli a- molti commentatori itamericani. liani si sono divertiti a Con la crescita dei descrivere la politica aflussi migratori, di ori- mericana come una gini diversissime, si propaggine della quotideterminano scambi diana recita italiana. sempre più incontrolla- La disputa sul vincitore ti e incontrollabili, per della gara presidenziacui è difficile stabilire i le statunitense ha reconfini degli influssi galato sorrisi ai nostri culturali. Tuttavia sono buffoni di corte. convinto che l’influen- È un errore grossolano za dei mass–media dettato sempre dall’aper il momento è supe- bitudine a guardare il riore a quella di qualloro lato pegsiasi algiore. o t r o La politica an di telefo i r e m fatmericana è u In atori l u b m a tore. tutt’altro degli U n che entu2 o 6 t 6 a altro siasmante. 69 Calcin 030/99 200 4 6 indice Ma, al di 9 /9 030 88 0 2 8 9 /9 per milà dei difax 030 o surare fetti, bie s ane d’I 30/9829136 s lu C 0 il consogna ri25 /98290 fronto è cordare fax 030 o d e r ff o 2 quello che l’orG 7129 Castel 0376/7 politico. ganiz4 2 o 0 t 0 a 8 In queste zazioLogr 030/97 a d settimane ne der a G lla del 559 e 2 lt 0 o 9 iv /9 R 030 gli Stati garantisce ai cittadini dei servizi che non costruiscono una democrazia perfetta e tuttavia semplificano di molto la vita quotidiana. Bisogna dire che è un meccanismo a volte sconcertante perché al suo termine ha ancora la pena di morte. Solo che in Italia quando si è di fronte ad alcune disfunzioni gravi dello Stato molti invocano la pena di morte, senza preoccuparsi delle inadempienze pubbliche. Non penso affatto che l’America sia quel paese dei sogni che ancora qualcuno descrive, tuttavia bisogna valutare tutto criticamente e trattenere ciò che è buono. Per esempio, negli ultimi due anni ho avuto occasione di percorrere in auto migliaia di chilometri negli Stati Uniti e di constatare che la stragrande maggioranza dei cittadini rispettano le regole del traffico e quindi si viaggia bene. È vero che hanno una rete stradale straordinaria e che hanno spazi infiniti per mantenerla, ma non c’è paragone fra la loro tendenza alla disciplina e la nostra preferenza per la trasgressione. Infine una parola sulla l’editoriale questione religiosa. Negli Stati Uniti ci sono una infinità di gruppi/ confessioni di origine protestante e ci sono, naturalmente, molti cattolici. Per quello che ho potuto vedere, i cattolici tendono ad essere più essenziali rispetto alle nostre abitudini perché non hanno i privilegi che abbiamo in Italia. E poi mi pare che ciò li induca a vivere meglio l’aspetto della comunità. Quello che invece sconcerta è l’ambiguità di un fenomeno che, al solito, in Italia viene sopravvalutato. Mi riferisco ai cosiddetti predicatori che usano la tribuna televisiva, e i mass–media in generale, per annunciare il Vangelo. In California uno dei più famosi di questi predicatori, Robert Schuller, ha costruito una cattedrale enorme e di grande effetto, tutta di vetro e l’ha chiamata Crystal Ca thedral attribuendo più interesse alla materia di cui di cui è composta che alla funzione che svolge. Fra l’altro, è costata più di 30 miliardi. A Pasqua e a Natale, e in altre occasioni, vi si svolgono rappresentazioni sacre (?) degne di Hollywood e di Disneyland (la prima Raphaël - è a pochi chilometri e la seconda è vicinissima). Qui siamo proprio al livello delle americanate. Il nocciolo della questione è proprio lì, nel senso che anche in Italia si vedono sempre più americanate (a Roma, in televisione, intorno alle chiese, e via di seguito), senza il conforto di ciò che di positivo l’America ha. • DICEMBRE 2000 Non vi sarà per me Natale - segue da pag. 1 Come mai – mi chiedo – questa metamorfosi? Chi ha trasformato lo splendore della primavera in gelido inverno? È stato solo il passare delle ore la causa della metamorfosi? No! In Maria il giorno prima disse: «si faccia di me secondo la Tua Parola». Il giorno dopo, «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi», e fu Natale per Gesù, per Maria e Giuseppe, per i pastori, per Erode e per tutti noi peccatori. Per te, mio anonimo fratellino, per te, mia sorellina di un giorno, non c'è stato Natale qui in terra. Gli angeli , però vi hanno chiamato «Lazzaro» e Abramo vi ha accolti nel suo seno. Buon Natale, miei fratelli Lazzaro! DON P IERINO F ERRARI È oggi comunemente riconosciuta l'insufficienza di una nozione di salute ristretta al solo benessere fisiologico ed all'assenza di sofferenze. La salute, lungi dall’identificarsi con la semplice assenza di malattie, si pone come una tensione verso una più piena armonia ed un sano equilibrio a livello fisico, spirituale e sociale. In questa prospettiva, la persona stessa è chiamata a mobilitare tutte le energie disponibili per realizzare la propria vocazione e il bene altrui. 3 Raphaël - DICEMBRE Amici di Raphaël 2000 Tre appuntamenti importanti caratterizzano la nostra agenda per il mese di dicembre: il primo di essi si svolgerà a Calcinato l’8 dicembre alle ore 20.30, presso la Chiesa parrocchiale di Ponte San Marco. Si tratta della XIII edizione del «Concerto d’Inverno», organizzato dalla Banca di Credito Cooperativo del Garda, dalla Parrocchia di Ponte San Marco e dal Comune di Calcinato, a favore di Raphaël. Di primissimo piano il programma concertistico, che vedrà impegnata l’Orchestra del Festival «Arturo Benedetti Michelangeli» di Brescia e Bergamo, diretta dal maestro Agostino Orizio, e il violoncellista lettone di fama internazionale Misha Maisky. Verranno eseguite composizioni di Franz Joseph Haydn, Luigi Boccherini e Antonio Vivaldi. Nell’intervallo verrà consegnato il premio «Mauro Ranieri 2000» per l’interpretazione musicale, del quale sono stati insigniti negli anni scorsi insigni musicisti, quali Umberto Benedetti Michelangeli, Uto Ughi, Elisa Pegreffi Borciani, Mario Conter. Nell’elegante opuscolo che pubblicizza l’iniziativa, così don Piero presenta l’attività di Raphaël, che a Calcinato è presente da molti anni con un suo ambulatorio: «Vi è chi mi chiama “Don Raphaël", tanto è ormai compromessa la mia vita con questo nome. Altri si infastidiscono che un prete si occupi di sanità e mi correggono: "Si occupi di anime, lei; lasci ai medici il compito di curare i corpi!". L’agenda degli amici di Raphaël 4 La Redazione di Raphaël è grata a quanti vorranno comunicare le varie iniziative che intraprendono in favore di Raphaël, inviando materiale (fotografie, cronaca, commenti) alle segreterie degli ambulatori di Calcinato, di Clusane e di Castel Goffredo. Amici di Raphaël Raphaël - DICEMBRE 2000 Rispondo: "Non ho mai visto un'anima muoversi qua e là, né in grado di interpellarmi. Ho sempre veduto corpi animati, spesso corpi animati sofferenti". Raphaël, che significa "Dio Guarisce", è una cooperativa sociale senza scopo di lucro. Ha aperto ambulatori a Calcinato, dove è possibile accostarsi per una intelligente prevenzione oncologica, tramite appuntamento. In convenzione con l'Ospedale di Desenzano, Raphaël è in grado di offrire la chemioterapia. Altri ambulatori sono in funzione a Clusane, a Castelgoffredo, a Lograto, a Lovere ed a Rivoltella del Garda, dove è possibile accedere, oltre che agli ambulatori, al servizio di laboratorio ematochimico e di endoscopia. Raphaël, con il consenso della competente autorità, intende preparare a Rivoltella un luogo di cura per i malati oncologici. Tutto questo è frutto del coraggio dell'impossibile, perché nulla è impossibile a chi ama». Il secondo importante appuntamento è previsto a Castegnato per venerdì 15 dicembre. Alle ore 20.30, nel nuovo salone polivalente del locale Oratorio, don Piero e la sua «band» daranno vita ad una nuova serata di «Messaggi in musica», una serata – come dice il volantino distribuito a tutte le famiglie del paese – dedicata a far «conoscere Raphaël, cooperativa sociale senza scopo di lucro impegnata nella lotta contro il cancro». È da sottolineare l’adesione di gran parte del mondo del volontariato locale: tra gli enti organizzatori troviamo infatti l’Oratorio, l’Avis, l’Aido, l’Associazione Pensionati e Anziani, il gruppo «Irene e Maria», i volontari della Croce Verde. «Messaggi in musica» ritornerà poi lunedì 18 dicembre a Caionvico, su invito del parroco. L’appuntamento è fissato per le ore 20.30, presso l’Oratorio. Lo slogan di questi incontri, riportato nei volantini, serve a spiegare bene il senso dell’iniziativa: «La vita è un prezioso dono di Dio da valorizzare; la salute una perla da far brillare; la malattia un’occasione per solidarizzare con chi sta sotto la croce». Infine, ricordiamo il tradizionale appuntamento pre–natalizio per tutti i capigruppo, consueta occasione di incontro per rinvigorire le motivazioni ideali dell’impegno nelle comunità locali, che si terrà a Clusane il giorno 16 dicembre alle ore 15.30, presso l’Auditorium della Chiesa Vecchia. • 5 Chi desiderasse proporre nel proprio paese «Messaggi in musica» si rivolga a Beatrice, n. tel. 030/ 9969662 Una medicina che mirasse principalmente ad arricchirsi di conoscenze in vista del proprio efficientismo tecnologico, tradirebbe il suo ethos originario, aprendo la porta a dannosi sviluppi. Raphaël - DICEMBRE Si è concluso il corso di formazione per i volontari che ha fornito le nozioni indispensabili con chiarezza e rigore. E stimolato riflessioni (e discussioni) appassionate. I 6 volontari 2000 Formati per donare la vita l corso di formazione per i volontari all’assistenza dei malati oncologici si è svolto nell’arco di un mese e mezzo, dal 7 novembre. FRANCO Ogni sabato, una quindicina di persone si è riunito nella sede della Biblioteca Oncologica di S.Zeno sotto la guida tanto sommessa quanto puntuale e fattiva di Suor Liliana: ho detto «lezioni», ma devo precisare subito che niente è più lontano dall’immagine delle solite lezioni scolastiche che evocano (magari ingiustamente) un che di noioso e di distacco tra chi parla e chi ascolta; qui, con una costanza davvero fuori dall’ordinario, si è prodotta una specie di «effetto calamita» tra i relatori tutti chiarissimi nell’esposizione di nozioni spesso complesse e difficili, e chi ascoltava, animato da un’attenzione sempre presente e quasi palpabile. Più che partecipanti, i volontari sono quindi stati partecipi di un evento insolito e di significato intenso. Il gruppo era formato da persone provenienti da luoghi diversi della provincia, anche piuttosto distanti da Brescia, e per la quasi totalità donne di diversa età, egualmente impegnate nell’ascolto e nelle discussioni che hanno rappresentato il centro di ogni incontro tanto dal punto di vista «didattico» che da quello emotivo. Sotto il profilo organizzativo l’articolazione del corso ha riguardato prima di tutto una presentazione del cancro come malattia genetica, con una relazione del Dr. Corsetti, ricca di informazioni sull’incidenza e mortalità della malattia in Italia e sulle novità terapeutiche e in particolare sulla prevenzione come arma essenziale e principe nella lotta contro i tumori. Trattando delle terapie specifiche è stato messo opportunamente in risalto il progresso che si è verificato nell’ultimo decennio, in cui la sopravvivenza per tutti i tumori è aumentata dal 33% al 40%, mentre per alcuni tipi di tumore (linfomi, leucemie, cancro al testicolo) la guarigione arriva fino all’80%. L’introduzione alla tematica delle cure palliative, che rappresentano il campo in cui si esplica l’attività dell’équipe nella cui struttura è collocato il ruolo del volontario, è stata successivaMASSEROLI mente ampliata con ricchezza di dettagli dalla Dr.ssa Ferrari che ha messo in evidenza la caratteristica delle cure palliative, cioè l’Assistenza Globale, come risposta al Dolore Globale di chi deve sopportare la dolorosa convivenza con la condizione di malato irreversibile. Convivenza difficilissima per il malato e anche per la sua famiglia per le conseguenze spirituali, psicologiche organizzative e comportamentali oltrechè per la sofferenza fisica. Ritorna qui il concetto della dignità e occorre osservare che favorire non solamente sollievo dalla sofferenza ma specialmente condizioni di serenità e dignità al malato è propriamente compito ed obiettivo dell’Assistenza Globale. L’illustrazione della funzione della terapia del dolore nell’ambito delle cure palliative è stata approfondita e dettagliata ed ha incluso in particolare la discussione sui pregiudizi sulla morfina, che nella maggior parte dei pazienti è il farmaco più efficace nel togliere il dolore. Il Dr. Bianchi ha trattato degli aspetti etici delle cure palliative («palliativo» discende dal termine latino pallium – mantello – e ricorda appunto il mantello diviso da San Martino, simbolo di pietà e di condivisione umana ). I principi–base degli aspetti etici delle cure palliative sono sintetizzati nel far bene, non nuocere, e nel rispettare l’autonomia del malato, fondamento della sua dignità e condizione di attesa serena della conclusione della vita. Il Dr. Bianchi ha ricordato il documento che in proposito ha prodotto l’Organizzazione Mondiale della Sanità e ne ha raccomandato la lettura insieme alla Carta degli Operatori Sanitari. volontari Raphaël - La Dr.ssa Lo Russo e Suor Liliana hanno coordinato i gruppi di lavoro in questo esame dai risvolti complessi, spesso ardui da discutere con oggettività; d’altra parte fare chiarezza rispetto a questo tipo di problemi è una precondizione per poter consapevolmente prendersi cura degli altri e specialmente di ammalati in fase terminale. Non a caso la dr.ssa Lo Russo e la fisioterapista Silvia Mombelli hanno insistito, in un successivo incontro, sul concetto base dell’arte di curare: i migliori risultati si raggiungono quando non solo la indispensabile conoscenza tecnica, ma l’umanità degli operatori si esplicano a trecentosessanta gradi per il beneficio dell’ammalato. Questo concetto è il fondamento dello «stile» del lavoro delle équipes di cure palliative promosse da Raphaël per il servizio di assistenza domiciliare: in esse il volontario si trova integrato in un gruppo, una équipe appunto, in cui il lavoro sinergico è assicurato dal coordinatore, e dove gli interventi dei diversi componenti (medico, psicologo, infermiere e volontari) sono progettati e attuati con criterio multìdisciplinare. Anche il volontario, quindi, non può non essere «preparato»; tenendo ben presente che le sue qualità tecniche devono essere accompagnate sempre da qualità umane perché l’intervento dell’équipe C aro don Piero, grazie per l’opportunità che ci ha offerto attraverso il corso per i volontari, organizzato dalla cooperativa sociale «Ra phaël». Abbiamo avuto modo di apprezzare, con più chiarezza, il valore di ogni persona e avver- DICEMBRE 2000 ha lo scopo di offrire un’assistenza completa. Vale qui ricordare quanto in proposito è stato autorevolmente detto: «La medicina delle cure palliative è e rimane un servizio alla salute. Non dunque una medicina per morente e per aiutare a morire, ma una medicina per l’uomo, che rimane vivente fino alla morte». L’accudimento del malato oncologico in fase avanzata presenta naturalmente una serie di problemi pratici con cui il volontario deve avere dimestichezza: l’introduzione a queste necessità operative i partecipanti al corso l’hanno ricevuta durante una visita al Centro Raphaël di Clusane dall’infermiera professionale Cristina De Rossi e dalla fisioterapista Silvia Mombelli La dr.ssa Lo Russo e il dr.Onger da ultimo che hanno particolarmente insistito sul valore dei principi dì gratuità e continuità nel volontariato: il confronto, previsto in fase finale dal programma, con le esperienze, gli ostacoli ed i risultati, raccontati dai volontari di Raphaël già operanti sul campo ha offerto ai partecipanti al corso una fattiva occasione di verifica delle prospettive della loro attività che, proprio ora che del corso si è arrivati alla conclusione, diventa concretamente impegnativa. tire che, insieme, si possono affrontare, con maggior competenza e speranza, tante situazioni di sofferenza. Sentiamo di condividere con Lei il desiderio e il progetto di accompagnare, portando un segno di speranza, chi vive momenti di malattia e difficoltà. • filo diretto Le auguriamo di veder realizzati i progetti di bene che porta nel cuore, perché l’Amore possa raggiungere tante persone. Con gratitudine e stima. I VOLONTARI PARTECIPANTI AL CORSO 7 RAPHAËL - S 8 DICEMBRE i è svolto in questi giorni a Milano (dal 16 al 19 novembre), un importante congresso di psicoanalisi centrato sul pensiero di uno psicoanalista straordinario, Donald Wimicott (1896–1971) che prima di diventare psicoanalista, era un famoso pediatra inglese, che osservando i rapporti tra le madri e i loro bambini, constatò che durante la gravidanza, la mamma ritira, per così dire, il proprio interesse per le cose del mondo, per concentrarsi sui movimenti del bambino e i suoi presunti bisogni. Quando il bambino nasce, la madre «sufficientemente buona» (nessuno è perfetto e l’eccessiva perfezione è già un difetto!) dedica la sua esistenza alla soddisfazione, ai desideri, e ai bisogni del bambino. Si crea nel bambino una «impressione» che viene definita di «onnipotenza soggettiva» caratterizzata dal fatto che siano proprio i desideri del bambino, a far accadere la realtà. Se, ad esempio, il bambino desidera il seno, il seno compare, se ha freddo ecco che compare la copertina. Si può dire che in questa fase la mamma porti il mondo al suo bambino dandogli così l’illusione che il mondo dai medici 2000 Note sulla depressione PROF. GIORGIO MAX nasca dai suoi desideri! Naturalmente questo è un momento magico, come la nascita di un amore, di un Amore che ci ha avuto sempre, e qui trova, quando la trova, la sua realizzazione. Naturalmente questa fase non dura sempre…a poco a poco la mamma diventa più pigra… poi arriva l’accidente dei dentini… Insomma ad un certo punto, verso la fine del primo anno di vita il bambino fa il suo impatto doloroso ma costruttivo con il mondo. Perché costruttivo? Perché un bambino sano avrà realizzato un buon substrato dialettico che gli permette di realizzare un sano compromesso con la realtà. Se il bambino non avrà sviluppato questa prima fase di «onnipotenza», perché non ha avuto la fortuna di avere una madre sufficientemente buona, sarà costretto a scontrarsi con gli ostacoli del reale troppo precocemente, e diventare altrettanto preco- cemente troppo compiacente al mondo, troppo passivo, mascherando le sue insoddisfazioni, con quello che Wimicott chiama «falso sé». Esattamente quello che vogliono la società di massa sempre più conformista e omologata, all’insegna di un sano realismo che sano non è, utile solo a chi comanda, a cui fanno comodo individui sottomessi, a discapito di soggetti creativi che tali sono perché in un tempo così importante e ben preciso hanno fatto esperienza della creazione del mondo. Saranno questi individui (ahimè sempre più rari) a rendere la vita un po’ più difficile a tutti i capi e capetti di questo mondo… Faranno esperienza con situazioni depressive che tuttavia, dato il substrato di base, sono anche una condizione, un momento essenziale, per il formarsi di una coscienza creativa: è il sentimento di una mancanza, la nostalgia di una perdita originaria ciò che può far mettere ali allo spirito; è nel dolore che si innescherà il processo dell’anima. Mi è rimasta impressa la frase di un sacerdote che conosco:«Tutti noi abbiamo nella gola il grido di un bambino smarrito». È vero. Ma perché questo grido non si smarrisca nell’inerzia dell’autocompiacimento, è necessario che il senso di colpa di chi attraversa un fase depressiva, insita nella vita di ogni uomo, si sciolga nel perdono, e nella critica costruttiva degli elementi di sopraffazione. Si trova qui il luogo esatto della conversione, dello spazio caratteristico dello spirituale. Questo spazio non già del rimpianto muto o della negazione della perdita (magari attraverso un rimpinzarsi improprio di farmaci o di altre droghe), bensì quello della accettazione e della coscienza della perdita. Il perdono è quel movimento che fa dei limiti e della caducità umana il tramite stesso del valore dell’affermazione. Il perdono è qui, dunque quel movimento di sublimazione che, riconoscendo mortale, effimera e caduca la vita, riesce paradossalmente ad estrarre la vera vita dalla morte. (1. CONTINUA) • dai medici Raphaël - DICEMBRE 2000 La secrezione mammaria Quale significato al di fuori dell’allattamento? DOTT.SSA AURORA FERRARI Secrezione fisiologica La ghiandola mammaria ha il compito, dopo il parto, di provvedere alla produzione del latte che è l’alimento più adatto e completo per il nuovo nato. Il latte fuoriesce dalle mammelle attraverso i dotti galattofori (una sorte di via di comunicazione della ghiandola mammaria con l’esterno), che confluiscono nel capezzolo. La produzione di latte che avviene dopo una gravidanza costituisce il tipo di secrezione più fisiologico, cioè più normale, per quel particolare momento della vita di una donna. Per questo motivo, tutte le fuoriuscite di liquido dal seno (secrezioni) al di fuori del puerperio costituiscono per le donne motivo di preoccupazione e di ansia, anche se in realtà non sono sempre legate a vere e proprie condizioni patologiche. Vedremo perciò come valutare una secrezione mammaria e quale importanza attribuire a tale segno, alla luce dei dati della letteratura internazionale degli ultimi 15 anni e aiutati dall’esperienza maturata presso gli ambulatori Raphael dove si esegue prevenzione e diagnosi precoce del tumore mammario. Secrezione benigna La secrezione mammaria può essere l’unico segno clinico di un tumore maligno della mammella: pertanto va riferita al medico sapendo però che esistono secrezioni che non rivestono alcuna importanza dal punto di vista oncologico. Se consideriamo il colore alla presentazione è il caso delle secrezioni puruloidi, di quelle lattescenti, oppure grigio scuro o verdastre. La secrezione puruloide e quella grigio scuro sono, in genere, l’espressione di una infiammazione acuta o cronica e determinano la fuoriuscita di liquido da più dotti (pluriorifiziale). Scarsa importanza va inoltre attribuita alla secrezione verdastra che si presenta spesso in entrambi i capezzoli (bilaterale) ed è legata ad una dilatazione benigna dei dotti stessi oppure alla presenza di cisti semplici della mammella: entrambe le condizioni sono di assoluta benignità. Per quanto riguarda la secrezione lattescente, al di fuori del puerperio, è spesso legata ad un aumento della prolattina (ormone che stimola la ghiandola mammaria alla produzione di latte), legata per lo più all’assunzione cronica di alcuni farmaci e, in altri casi, allo stress. Nel caso in cui le secrezioni sopraddette siano pluriorifiziali e bilaterali e non siano associate alla presenza di noduli, salvo casi particolari, non meritano il proseguimento delle indagini per la ricerca di un cancro mammario, ma rendono consigliabili controlli regolari al seno, come da consiglio medico: non è stato infatti dimostrato in questi casi un maggiore rischio di sviluppare un tumore e nei ¾ dei casi la secrezione tende a risolversi spontaneamente nel tempo. Secrezioni da approfondire Un discorso particolare meritano invece gli altri tipi di secrezione mammaria: quella acquosa limpida, quella sierosa pura (giallina) e quella ematica o siero–ematica (color sangue), che si presentano da un unico dotto e da un solo capezzolo. Indagini diagnostiche In questi casi la donna si sentirà proporre dal medico ulteriori accertamenti: in particolare verrà sottoposta ad un esame citologico del secreto con valutazione al microscopio del tipo di cellule presenti e, in qualche caso, anche una galattografia. La galattografia è un esame radiologico della mammella, eseguito dopo iniezione di mezzo di contrasto nel dotto galattoforo secernente: è una metodica diagnostica molto importante per l’identificazione di lesioni che non possono es- diagramma dell’anatomia della mammella 9 Raphaël - DICEMBRE dai medici 2000 sere visualizzate alla mammografia e difficilmente anche all’ecografia. Le masse intraduttali vengono rilevate dalla galattografia in quasi il 100% dei casi; perciò questo è un esame di grande aiuto al clinico che deve formulare una diagnosi perché permette di visualizzare la morfologia dei dotti ed evidenziare sito, diametro ed estensione delle lesioni presenti in essi. La galattografia trova la sua indicazione principale nel caso di secrezione ematica monoorifiziale che è quella più frequentemente associata a cancro (4–13 % dei casi), mentre nel caso di secrezione sierosa o acquosa viene consigliata solo in casi selezionati. Trattamento Nei casi non legati alla presenza di cancro, le lesioni più frequentemente associate a queste secrezioni sono i papillomi: lesioni benigne in cui non è stato dimostrato in modo convincente la progressione a tumore, delle quali comunque si consiglia l’asportazione con un semplice intervento chirurgico di escissione dei dotti galattofori . C R I T E R I D I S O S P E T TO D I U N A SECREZIONE MAMMARIA – monolateralità – monorifizialità – la secrezione deve comunque essere: – spontanea – continua – un episodio isolato non ha alcun valore patologico SECREZIONI DI SCARSA IMPORTANZA ONCOLOGICA – grigio scuro – lattescente Conclusioni 10 R In conclusione, non tutte le secrezioni mammarie sono espressione di grave patologia al seno, anzi, la maggior parte di esse non significa che sia presente un tumore maligno; in particolare non riveste alcun valore patologico un episodio isolato di secrezione. È chiaro però che una valutazione medica si impone sempre in caso di secrezione mammaria, soprattutto quando sia monolaterale, monoorifiziale e continua. icordo l’amico Carlo Ciapetti La Chiesa di Gesù era ancora in costruzione, quando Simone, il pescatore di Betsaida, s’era stupito del nuovo nome, con cui Gesù l’aveva battezzato: «Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Tanto era rimasto impresso a Pietro questo «ruolo» per l’edificio, che Gesù stava costruendo, da applicarlo a quanti su di lui e con lui avrebbero completato l’edificio. Perciò il Vicario di Cristo così scriveva ai primi cristiani: «Voi siete pietre vive». Questa immagine applico a Carlo, mentre lo vedo nella Chiesa, «pietra viva». Ricordo, a tal proposito, gli scalpellini, che nella mia fanciullezza disponevano, con la loro arte, le pietre del tempio di Clusane, perché ognuna occupasse decorosamente il proprio posto nell’edificio. Carlo è stato «pietra viva» nella Chiesa di Castegnato. Egli si era preparato a questo compito, sin dalla giovinezza, attuando il motto dell’Azione Cattolica, di cui fu attivo membro. Ricordo lo stemma che si portava all’occhiello, – puruloide – verdastra – sierosa limpida (Veronesi et al, 1994) con la croce radiosa, aureolata dal motto: preghiera, azione, sacrificio. La preghiera fu per Carlo il respiro quotidiano; l’azione costituì il ritmo della sua missione, in famiglia, in parrocchia, nell’amministrazione comunale, nella quale esercitò il servizio di sindaco; il sacrificio fu da Carlo compiuto, in vita, quale «buon samaritano»; in morte, sereno complemento del Crocifisso. Raphaël ringrazia il Cielo d’averlo «amico». don Pierino Ferrari Amici di Raphaël Raphaël - DICEMBRE 2000 I nostri lutti Ci hanno lasciato fisicamente, ma continuano ad assisterci dal Cielo Celestina Gatti Clusane sul lago, settembre 2000 Eleonora Benaglia Desenzano del Garda, settembre 2000 Carlo Ciapetti Castegnato, settembre 2000 Giuseppe Bicelli Montichiari, ottobre 2000 Pietro Medaina Rivoltella del Garda, ottobre 2000 S Giuseppe Martinelli Volpino, 6 ottobre 2000 Teresa Zinelli ved. Bosio Camignone, 1 dicembre 1999 Nel primo anniversario della morte. Questa mitica nonna rimarrà sempre nel ricordo del Gruppo Raphaël di Camignone per l'ospitalità dimostrata in occasione delle nostre riunioni. Il suo esempio morale e la sua tenacia ci hanno sempre incoraggiato nei momenti difficili, siamo sicuri che dal Cielo ci aiuta ancora. Grazie per le tue preghiere e per tutto quello che hai fatto per la nostra Associazione. 11 olo, in vetta, rapito da ineffabile mistero, stai soddisfatto d'avere umiliata ai tuoi piedi, per irto, faticoso sentiero, la vetta, Giuseppe. Celestina Gatti ved. Sonzogni Clusane, 8 settembre 2000 Nazareth la tua giovinezza d'amore colmò; l’Orto la tua maturità. Ora, a noi, quel tuo misurato sorriso regala, carco di pace. Marina Pansera Febretti Bornato, 16 agosto 2000 «C'è più gioia nel donare che nel ricevere». Con riconoscenza Il marito e i figli. Guido Silvestri Casto Raphaël - DICEMBRE 2000 Un grazie 12 Ho avuto un sereno colloquio con il sindaco di Desenzano, dott. Anelli, con il vice sindaco e alcuni assessori del Comune, dopo il ritiro dell’attesissima licenza di ristrutturazione del «Laudato sì’». Non possiamo negare che la Divina Provvidenza ha i suoi tempi. Proprio per questo intendo, su questa nostra rivista, ringraziarLa. Il motto: «seminare, innaffiare e... aspettare» porta sempre frutti benefici per chi vi crede. Ora la Divina Provvidenza ha passato il testimone a chi deve progettare e costruire. Poi lo passerà a medici, infermieri e amministrativi, i quali serviranno gli ospiti, che verranno accolti, come si accoglie Gesù Cristo. PIF notizie RIPRENDONO PRESSO L’AMBULATORIO DI CALCINATO Raphaël periodico della coop. di solidarietà sociale Raphaël n° 4 - dicembre 2000 LE CHEMIOTERAPIE IN REGIME DI DAY- HOSPITAL A seguito di convenzione stipulata fra la cooperativa Raphaël e l’Azienda Ospedaliera di Desenzano d/G nello scorso giugno, l’ambulatorio Raphaël di Calcinato figura fra le strutture idonee per la somministrazione di farmaci chemioterapici antiblastici (forniti dall’Azienda Ospedaliera stessa) in regime di day-hospital. Da settembre quindi la struttura di Calcinato è ritornata operativa per quanto riguarda i principali e più diffusi regimi di chemioterapia, che a loro volta sono mirati alle forme tumorali più frequenti (cancro mammella – polmone – colon). Per lo svolgimento di tale servizio, oltre che su attrezzature specifiche, Raphaël può contare sul pronto monitoraggio ematochimico dei pazienti garantito dal Laboratorio di analisi di Rivoltella del Garda, sempre gestito dalla Cooperativa. In questo numero: Non vi sarà per me Natale 1-3 Il vizio di imitare il peggio 2-3 L’agenda degli amici di Raphaël 4-5 Formati per donare la vita 6-7 Filo diretto 7 Note sulla depressione 8 La secrezione mammaria 9-10 I nostri lutti 11 Un grazie 12 Riprendono presso l’ambulatorio di Calcinato le chemioterapie in day hospital 12