La visita senologica A cura della dr.ssa Cristina Ferraris – Specialista in Ostetricia e Ginecologia La visita senologica deve essere eseguita da un medico specialista che ha lo scopo di evidenziare patologie della mammella (malformazioni, stati infiammatori, neoplasie benigne o maligne) mediante un attento esame clinico. La visita senologica comprende un’iniziale valutazione anamnestica della donna con l’obiettivo di avere informazioni su eventuali fattori di rischio (familiarità e stile di vita) favorenti la comparsa di una patologia mammaria. È importante conoscere l’età della prima mestruazione (menarca), della menopausa, eventuali gravidanze e allattamento, terapie ormonali (pillola contraccettiva o terapie ormonali sostitutive) eventuali pregresse biopsie o interventi (esami cito-istologici). Successivamente si considerano i sintomi riferiti dalla paziente stessa come il gonfiore, la comparsa di una tumefazione, il dolore (mastodinia) e l’eventuale secrezione e il tipo di secrezione del capezzolo (sieroso, siero-ematico, lattescente ecc.). Segue quindi l’ispezione: la paziente viene valutata dapprima in posizione seduta con le braccia sollevate sopra la testa e poi con le braccia sui fianchi. Il senologo valuta la forma, le dimensioni delle mammelle, la simmetria, il profilo per evidenziare eventuali retrazioni e l’aspetto della cute (la presenza di gonfiore o arrossamenti cutanei) e del complesso areola e capezzolo. Da ultimo, infine, si pratica la palpazione: con il palmo della mano ben appoggiato (“a piatto”), si esplorano le mammelle in tutte le loro parti e i relativi linfonodi, in particolare quelli del cavo ascellare, con la paziente seduta e poi distesa sul dorso con le braccia prima lungo i fianchi e poi in alto. Nel momento in cui il senologo individua una neoformazione, ne definisce la forma, la dimensione, i margini, la consistenza, la sua mobilità rispetto ai tessuti circostanti e l’eventuale dolore alla palpazione. Si esegue, inoltre, una lieve spremitura del capezzolo per evidenziare la presenza di un’eventuale produzione di secrezione e il tipo di secrezione. Pagina 1 di 1