GENEALOGIE
NAPOLEONE E LA MASSONERIA ITALIANA
Contrariamente a quanto
si è sempre detto,
il Supremo Consiglio
del Rito Scozzese Antico
e Accettato (RSAA)
«per l’Italia» non nacque
affatto a Milano. Esso
venne creato a Parigi
per iniziativa di un nucleo
di onnipotenti massoni
francesi d’intesa con
i vertici della Repubblica
Italiana recatisi in Francia
per chiedere a Napoleone
di proclamare il «Regno
d’Italia». L’Imperatore
li accontentò. Per dare
nerbo a questa svolta
occorreva però una rete
di collegamenti negli
stati in cui sino a quel
momento era divisa l’Italia.
Così venne «inventata»
la massoneria
di età napoleonica:
e l’Imperatore era il Vicario
del Grande Architetto…
di Aldo Alessandro Mola
Jean-Auguste Dominique Ingres: «Napoleone
assiso sul Trono Imperiale» (1806)
STORIA IN RETE
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IL VOLO DELLE
AQUILE:
DI QUALE
IMPERO?
U
n nucleo di carte
segretissime conservate
dalla famiglia
Lechi consente
di gettare luce
definitiva su un
passaggio fondamentale della storia non della sola massoneria ma dell’Italia intera. Nel giugno 1805
fu il Supremo Consiglio del RSAA a istituire
il Grande Oriente d’Italia: nato dalla fusione
tra massoni «milanesi» e il Grande Oriente
un anno prima creato dal generale Giuseppe
Lechi nel Regno di Napoli. Il cammino verso l’unificazione nazionale avvenne a passo
rituale. Le aquile napoleoniche, modellate
sull’esempio delle legioni romane, affiancarono quelle, a due teste, del Supremo Consiglio scozzesista. Per capire l’importanza
della «svolta» accaduta nella massoneria
italiana con la nascita del Supremo Consiglio del RSAA occorre andare oltre leggende
e luoghi comuni e vedere che cosa dicono i
documenti. Bisogna anzitutto rimediare a
una prolungata distrazione degli studiosi e
correggere alla radice un grave errore di geografia e, ancor più, a svarioni di storia. Di
che cosa si tratta?
Trent’anni orsono, sotto il titolo «Freemason-
ry in Italy: a few historical notes on ancientness of the Supreme Council of Italy» l’allora
sovrano del Supremo consiglio incorporato
nel Grande Oriente d’Italia, Manlio Cecovini,
con un opuscolo in francese, inglese, tedesco e spagnolo illustrò la genesi del Supremo consiglio d’Italia all’XI conferenza internazionale dei Supremi consigli del mondo,
tenuta a Indianapolis (USA) fra il 1° e il 5
giugno 1975. Asserito, senza produrre documenti, che il RSAA «in realtà esisteva in Italia
molto prima di Napoleone», Cecovini scrisse
che esso venne organizzato ufficialmente il
16 marzo 1805 quando il conte Augusto di
Grasse Tilly costituì in Milano un Supremo
Consiglio e una Gran loggia generale, che, a
sua volta, sull’esempio della Francia, prese
nome di «Grande Oriente d’Italia del RSAA.»
Per conferma Cecovini pubblicò in copia anastatica sei pagine de «l’atto di nascita» del
Supremo Consiglio conservato negli archivi
del Rito, all’epoca insediato in via Giustiniani, a Roma. Di tale atto esistono varie copie, a Parigi, Roma e in impenetrabili archivi
privati. La caccia all’originale sinora è stata
senza esiti. Nel 1983 una copia venne pubblicata integralmente in edizione anastatica
da Brunello Nardini. In premessa l’editore
affermò: «Il 4° giorno del 2° mese dell’anno
5805 (4 aprile 1805), de Grasse-Tilly, Pyron,
Vidal e Renier, scrissero e sottoscrissero a
Milano l’Atto che, per la prima volta, viene
qui riprodotto in fac-simile unitamente alla
sua versione in lingua italiana. Grazie a
questo prezioso e incontestabile documento,
il R.S.A.A. d’Italia – scomparso il S.C. delle Isole Francesi – diventa, per anzianità, il
terzo del mondo, dopo quello «madre» del
1801 e quello di Francia del 1804». Un anno
prima, nel 1982, François Collaveri pubblicò
«La Franc-maçonnerie des Bonapartes» con
prefazione di Georges Dumézil. Sulla scorta
del «Livre d’Or du Supréme Conseil», conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi, Fondo Manoscritti, diretto da Florence de Lussy,
Collaveri spiegò che la Massoneria francese
era sotto la protezione speciale di Napoleone, il 2 dicembre 1804 autoincoronatosi Imperatore dei Francesi. Poiché Napoleone era
anche presidente della Repubblica Italiana,
i massoni francesi decisero di organizzare
in Italia una Gran Loggia metropolitana e
un Gran Capitolo metropolitano, «dopo una
ricognizione dei luoghi». Inizialmente l’iniziativa pareva riservata al Grande Oriente
di Francia. Quest’ultimo venne però battuto
sul tempo da massoni di rito scozzese, che
ritenevano di una sorta di riservato dominio in tale campo. In virtù dei poteri con i
quali aveva dato vita al Supremo Consiglio
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Napoleone, la massoneria e il Regno d`Italia