delPiemonte ilGiornale DOMENICA 11 OTTOBRE 2015 EDITORE : POLO GRAFICO S.P.A. Anno XIV numero 189 www.ilgiornaledelpiemonte.com NO TAV ALLA SBARRA RICOMINCIANO I PROCESSI, SALE LA TENSIONE Giovedì si torna in aula bunker per il dibattimento in cui sono accusati di terrorismo quattro attivisti anarchici E il mondo antagonista si prepara a dare solidarietà agli imputati e il «benvenuto» al procuratore Maddalena Riprendono i processi No Tav e ricominciano presidi di solidarietà e protesta. Sale la tensione alla vigilia del processoterrorismobischeiniziagiovedìprossimoinaulabunker.Il mondo antagonista si sta organizzando per non far mancare lapropria solidarietàai quattro attivisti alla sbarra. Dopo il trasferimentodelprocessoinaula bunkerleforzedell’ordinestanno mettendo a punto un rigido dispositivo di sicurezza. De Luca, l’appello degli intellettuali Mancano otto giorni alla sentenza del processo che vede Erri De Luca accusato di istigazione a delinquere e 65 intellettuali, tra cui attori, registi e scrittori, lanciano un nuovo appello in suo favore. CUNEO ECCELLENZA DEL TERRITORIO VIGILIA DI SENTENZA Vino, superata la Francia Cia: «Ma non nei ricavi» Servizio a pagina 11 NOVARA Servizio a pagina 3 Le aziende a lezione di Internet Simona Lorenzetti a pagina 3 BICENTENARIO REGIONE «FRATELLI D'ITALIA»? Po: è pronto AL VIA COLL'ANNESSIONE il Piano DI LIGURIA A CASA SAVOIA di gestione In abbinamento obbligatorio al numero odierno de «il Giornale» (GDP+ il Giornale Euro 1,40) non vendibile separatamente di Aldo. A. Mola IlCantonazionale«Fratellid'Italia»vennescritto nel 1846 dal padre scolopio Atanasio Canata, professore di eloquenza al collegio di Carcare, a mezza via tra Liguria e Piemonte, fucina di spiriti liberali. Sacerdote devoto, animo di artista, insegnava da anni l'idea di Italia, nella terra di Anton Giulio Barrili e di Giuseppe Cesare Abba. Quando nel 1846 venne eletto papa Pio IX (Giovanni MariaMastai,coltriregnosinoal1878),comemigliaia di ecclesiastici e di patrioti padre Canata cantò:«Uniamoci,amiamoci!/L'unioneel'amore/insegnanoaipopoli/leviedelSignore…».Rivoluzionedeglispiriti,senzaspargimentodisangue.Eral'oradivoltarpaginacoldominiostraniero su popoli anelanti alla libertà, ma all'insegna della fratellanza, non della guerra, che è sempre fratricidio.Erail caso degli italiani.Da secolisoggiogati da potenze straniere, in gran parte erano così assuefatti a servire che avevano perso il conto dei padroni. Ma proprio grazie al papa e a Vincenzo Gioberti, teologo torinese costrettoall'esilio, tanti italiani scoprivano di avere un primato civile.ComescriveAlessandroMellainunsaggio instampadaBastogi,essiricordavanoleimprese di primo Ottocento sotto le Aquile di Napoleone, animate da Ugo Foscolo, cantore dei Sepolcri, e daAlessandro Manzoni.Secondo papa Gregorio XVI,predecessorediPioIX,inCasaMastaianche il gatto era liberale. La sua elezione suscitò in Italia un «pandemonio» superiore a quello che sta creando l'attuale Vicario (che forse dimentica il Papato ai tempi di Marozia [nel decimo secolo la donna influenzò l'elezione di tre papi, compreso suo figlio ventunenne, Giovanni XI. NdR]). Avvento delle nazioni e fratellanza tra i popoli però significavanodemolizionedell'interoassettopolitico esistente. Fu la Primavera dei popoli, una ventata di insurrezioni, rivoluzioni, guerre e repressioni durissime: il Quarantotto, un macello divenuto sinonimo di sequenza di eventi senza capo né coda. Sembrava che tutto dovesse e potesse cambiare. Invece col Quarantanove le lancette della storia furono riportate nel quadrante dell'equilibrio tra le grandi potenze. L'Impero d'Austria passò da Metternich al diciottenne FrancescoGiuseppe,vegliatodall'ottantenneRadetzky. La Francia dalla seconda repubblica finì con Luigi Napoleone, principe-presidente, poi Napoleone III. In Ungheria (...) segue a pagina 5 A Cherasco in buca coi tartufi Servizio a pagina 12 BIELLA Tutelare,gestireerisanare le risorse idriche del maggiore fiume italiano attraverso un’attenta verifica dello stato ambientale di corsi d’acqua, laghi e acque sotterranee del suo bacino: è quanto prevede il secondo Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po. Otto milioni per strade e scuole Servizio a pagina 13 Servizio a pagina 5 Servizio a pagina 7 ALESSANDRIA Retequattro Gruppo Ubi Banca, prima popolare a diventare una Spa racconta Una votazione quasi plebiscitano stati 4.975, rappresentanti il il Monferrato ria,quellacheieri-aBrescia-hadato 20,88%delcapitalesocialeeil98,87% ASSEMBLEA STRAORDINARIA il semaforo verde alla trasformazione del Gruppo Ubi Banca in Società perazioni.Sitrattadellaprimabanca popolare in Italia a effettuare questo passaggio, dopo la riforma voluta da Governo e Parlamento. Un momentostorico,cheoraaprenuoviscenari. A pronunciarsi su un cambiamento così radicale sono stati, in occasione dell’assemblea straordinaria, 5.032 soci(deiqualicirca2.500presentifisicamente), rappresentanti il 20,91% del capitale sociale. I voti a favore so- dei voti espressi, i voti contrari sono stati26,gliastenuti31.Grandepartecipazione anche a Cuneo, dove l’assemblea è stata trasmessa in diretta, su un megaschermo, presso il PalaBre: qui i soci votanti sono stati (tra presenti e deleghe) 1150 e tutti hanno votato sì. SERATA CONCLUSIVA DI CINEMAMBIENTE Un premio speciale alla pellicola che racconta una vita sostenibile NelcorsodellaseratafinaledellaXVIIIedizionediCinemambiente,chesitiene oggi, la Cooperativa Arcobaleno, che davent’annigestiscelaraccoltadifferenziatadella carta a Torino, assegna il Premio «Ambiente e Società» alla pellicola che meglio avrà saputo coniugare i temi ambientali e la dimensione sociale. La giuria del premio è composta da alcuni socilavoratoridellaCooperativa,persone dal passato difficile che conoscono piùlefatichedellavitachenonleraffinatevenaturedellinguaggiocinematografico. E per non arrivare impreparati, i membri della giuria hanno frequentato un corso, condotto dal regista Riccardo Jacopino,autoredeldocumentarioGiallo Cartesio, inserito nella sezione Panorama Italia di questa edizione di Cinemambiente.L’ideazioneelarealizzazionedelpremio«InCerchio»sonostatiaffidati agli studenti dello IAAD - Istituto d’arte Applicata e del Design di Torino, direttodaLauraMilani.Ilpremioèstato concepitoerealizzatodaFedericaAccogli e Gianluigi Frezzini. Si richiama al movimento,allacondivisione,allarinascita delle persone e della materia. Massimiliano Sciullo a pagina 9 Elena Girani a pagina 15 TORINO 5 Domenica 11 ottobre 2015 il Giornale del Piemonte REGIONE Le risorse idriche Po: presentato a un convegno il piano di gestione Misure e interventi nella Pianura padana, sotto lo sguardo della Commissione europea Tutelare, gestire e risanare le risorse idriche del maggiore fiume italiano attraverso una attenta verifica dello stato ambientale di corsi d’acqua, laghi, acque sotterranee del suo bacino: è quanto prevede il secondoPianodigestionedeldistretto idrografico del fiume Po. Il piano, redatto dall’Autorità di bacino del Po incollaborazioneconlaRegione Piemonte e le altre Regioni dellaPianurapadana,dovràessere adottato entro fine anno, comeprevistodallanormativa nazionale e comunitaria. Nel corso di un convegno, cuihannopresoparte,fraglialtri, assessori regionali e i direttoridell’entedipiazzaCastello come Stefano Rigatelli, sono stateillustratelemisurechesaranno adottate nei prossimi sei anni in Piemonte e nelle altre regioni del bacino padano, fino al terzo ciclo previsto nel 2021.Anchenellaredazionedi questoPianoilmodusoperandi della Regione è di lavorare nell’ottica della condivisione, cercando soluzioni comuni frasoggettidiversi,comeavvenutoperlaconsultazionepubblica on-line sulla qualità dell’aria in Piemonte. Per quanto riguarda la qualità delle acque, come risulta dai dati dell’ultima Relazione sullo stato dell’ambientedell’Arparegionale, i problemi principali del Piemonte si concentrano su un’aliquota di corpi idrici superficiali con stato ecologico inferiore al «buono» e sull’inquinamentodelle falde superficiali, ma si sta lavorando per ridurre questo gap. «L’obiettivo è approvare il Piano di Gestione del fiume Po entro fine anno, dopo il parere del ministerodell’Ambiente»,haprecisato Rigatelli. Dopo l’adozione del primo ciclo, avvenuto nel febbraio del2010,intuttaEuropaèstata avviata una verifica dell’attinenzadeiPianiaquantoprevisto dalla Direttiva Quadro sulle acque, per raggiungere l’obiettivo di stato ambientale «buono», anche avviando dei procedimentipropedeuticialleprocedurediinfrazione.Ilsecondo ciclo di pianificazione didistrettohavistounrafforza- mento della collaborazione in sede di Autorità di bacino. Il Piano di gestione attuale si basasuunquadroaggiornatodello stato di qualità ambientale delle acque e delle pressioni antropiche, rilevate in modo puntuale sul territorio, e tiene conto delle raccomandazioni fornitedallaCommissioneeuropeaaseguitodell’analisidella prima applicazione della direttiva nei paesi dell’Unione. Le criticità evidenziate dall’Ue sono state di indirizzo per questo nuovo Piano, al fine di individuare soluzioni alle problematiche ancora esistenti edevitarepossibilifuturiprovvedimenti di infrazione. Fra i problemiindividuati:scarsasinergia operativa, mancato recupero dei costi ambientali, mancanza di quantificazione dei volumi idrici prelevati in agricoltura, eccessivo sfrutta- mento e artificializzazione dei corsi d’acqua. I passi successiviall’adozionedelPianodiGestionealivellodiComitatoistituzionaledell’Autoritàdibacino del Po riguardano l’aggiornamentodeiPianidituteladelleacque(Pta),intesicomeulteriorespecificazionedellemisurealivellolocaleeapprofondimento di tematiche affrontate a livello generale nel piano distrettuale. BICENTENARIO EBMMB QSJNB QBHJOB (...)icapidell'insurrezioneindipendentistica non scampati in esilio (come Lajos Kossut) vennero impiccati ad Arad. Un velo lugubre avvolse l'Europa, ricondotta all'immobilità della Santa Alleanza del 1815. Il Congresso di Vienna del 1815 Appunto due secoli orsono, nel giugno1815,ilCongressodiViennachiuselalungaseriediguerrescaturitedalla rivoluzione francese del 1789 e dai suoisviluppi:laRepubblicadel1792,il Terrore del 1793-94, il Direttorio e l'ascesa di Napoleone da generale vittorioso in Italia e all'ombra delle Piramidi, beneficiario del colpo di Stato del 1799, primo console, imperatore. Dopo vent'anni di guerre ininterrotte l'Europa era stremata. Calcoli per difetto fanno ascendere a cinque milioniimortiinbattaglia.Completamente subordinata alle esigenze belliche, l'economia(cioèlavitaquotidianadellemoltitudini)erapesantementecompromessa. La Restaurazione era dunque una necessità morale, politica, economica.Sociale.Furonoancheannate di pessimo clima e conseguenti carestie, non per colpa del fato o dell' uomomadellanubediunvulcanoche nessuno conosceva. Le ideologie avevano fallito. «La Repubblica o la morte» (l'ordine intimato dai giacobini in Franciaenelleterreovedilagarono)risultòunaformulalogorasindall'offensiva austro-russo-borbonica del 1799-1800.Napoleonel'avevapoiammodernataavantaggiodell'egemonia dell'Impero francese sull'intera Europacontinentale:incondominioconla Russia dal 1807 al 1811, poi esclusivamentefranco-centrica.Natodallaspada,ilsuoprogettomorìdispada.LogoratadallaguerrigliainSpagna(300mila perdite), l'esercito francese passò da una sconfitta all'altra: la Beresina, Lipsia, il Reno. A Waterloo, nel giugno 1815, Napoleone schierò un simulacro della Grande Armata. Non aveva più rincalzi. Era finito.Il Congresso di Vienna fondò la Restaurazione sull' equilibrio e sulla corresponsabilità. Il principiodella legittimità, accampato «Fratelli d'Italia»? Al via coll'annessione di Liguria a casa Savoia qualebasedelnuovoordine,celòladevoluzione delle antiche repubbliche a sovrani fidati: l'imperatore d'Austria tenne per sé la Repubblica di Venezia (ilprimoacedergliela,incambiodelle Fiandre, era stato Napoleone stesso conlapacediCampoformionel1797). Lucca venne data temporaneamente ai Borbone, risarciti per l'assegnazione del ducatodi Parma e Piacenza alla consorte di Napoleone, Maria Luisa d'Asburgo, vita natural durate, ammansita dal fascinoso generale Neipperg e da altri meno graduati. Infine venne cancellata la Repubblica di Genova, sin dal 1805 promessa dagli inglesi a Vittorio Emanuele I di Savoia cheall'epocasieraasserragliatoinSardegna in attesa di tempi migliori. Con la vendita della Corsica alla Francia, nella seconda metà del Settecento, la Superba Genova aveva perso prestigio politico. Nell'età franco-napoleonicaeradivenutaapprododirivoluzionari da Oltralpe e laboratorio di settari, come Aurelio Saliceti. Perciò andava consegnata a chi mostrava di avere mezziemetodiperdepurarladall'infezioneoriginaria:il«pesto»diaristocrazia degli affari e di repubblicanesimo plebeo,unmiscugliodiideologiepericolose con retrogusto di anarchismo. Giro di vite sulla massoneria Il 10 giugno 1814, da poco tornato a Torino sul trono degli avi, Vittorio Emanuele I emanò l'editto che proibì le «congreghe ed adunanze secrete, massime di quelle dei cosi detti liberi muratori»,vietòilporto,lavenditaela ricezione di armi proibite, di libri e stampe e il gioco d'azzardo. Già condannata il 20 maggio 1794, la massoneria fu nuovamente messa al bando. Icontravventoripubbliciimpiegatisarebbero stati cacciati e condannati a due anni di carcere, gli altri a cinque anni, tutti a dieci se recidivi, oltre alla confiscadiquantorinvenutonellesale delle loro adunanze. La delazione venne incoraggiata con la promessa di 500 lire al denunziante che «volendo sarà tenuto segreto». Il «pentiti- smo» ha una storia millenaria. Ma l'editto sabaudo del 1814 non fu retroattivo.Prevalseilconcettoromano «nullum crimen sine legge». Il giro di vite contro i liberi muratori mostrò che l'Europa della Restaurazione, inglesi inclusi, poteva fidarsi di Vittorio Emanuele I. Il re non perseguì la massoneria in quanto tale, per le forme e i contenuti che aveva avuto anche in PiemontenelSettecento,aitempidella Stretta Osservanza, quando ne avevano fatto parte Gabriele Asinari di Bernezzo, Sebastiano Giraud, l'abate Valperga di Caluso, Michele Antonio diCavour,nonnodiCamillo,eJoseph de Maistre, autore del trattato sulla Massoneria che ancora si legge con profitto. Dopo il Congresso di Vienna la Libera muratoria venne proibita nei confini dell'Impero asburgico e in moltiStati e staterelliche ne dipendevano,ma continuòaviveresenzaparticolari difficoltà in Francia, nei Paesi Bassi,inPrussiae,ovviamente,nelregno Unito di Gran Bretagna e Irlanda (sua Casa Madre), oltreche negliStati Unti d'America e nel Nuovo Mondo. Mentre Pio VII ribadì la scomunica deimassoni,fulminatadaisuoipredecessori,ClementeXIIeBenedettoXIV (1738-1751), i sovrani restaurati (Ferdinando I delle Due Sicilie e Vittorio Emanuele I a Torino) la proibirono perchélaconsideravanounacopertura di trame politiche, come era accadutoafineSettecentoquandolelogge sieranotrasformate inclub rivoluzionari.Come detto, però, il nuovo regime non indagò sui trascorsi recenti o remoti dei sudditi. Tra il 1799 e il 1814 e sopratutto dopo l'espulsione dei «giacobini» dalle loro file (1802-1803), le logge erano divenute lecameredicompensazionetraladirigenza antica e quella «napoleonica», che barattò la francesizzazione in cambiodelriconoscimentodell'identità subalpina, incardinata su esponenti dell'antica aristocrazia, sulla borghesiadellemagistrature,dell'amministrazionepubblicaedelleprofes- sioni liberali e su figure carismatiche, comeCarloAlbertodiSavoia,giàprincipe di Carignano, creato conte dell' Impero. Tra molti altri, Alessandro di Saluzzo, scrisse la gigantesca «Histoire militaire du Piémont», proprio per ricordareilfulcrodellapiemontesità,i secoli di lotta per l'indipendenza: un messaggio lanciato non solo ai subalpini ma anche a Napoleone. Tornato sultronodegliavi,malgradolapressionedeireazionarifanaticiVittorioEmanueleIsivalseanchedipersonalitàdominanti nell'età franco-napoleonica, sianelleforzearmatesianell'amministrazione pubblica. Si constatò allora chemigliaiadimassoni(tantieranoin Piemonte) avevano giurato fedeltà non a Napoleone, ma all'Ordine e quindinonavevanodifficoltàariconoscersinelsovrano,dalquale,però,siattendevano una costituzione liberale. LostessovalevanelMezzogiornoovei carbonari (versione politica militante della massoneria) erano decinedi migliaia, da Messina a Reggio, da Cosenzaallacapitale,comealcardinaleErcole Consalvi riferì Cemens von Metternich (lo ricorda Luigi Mascilli Migliori nellasuggestivabiografia,già finalista del Premio Acqui Storia). Il 1814 a Genova Nell'autunnodel1814ilnucleoforte della dirigenza genovese optò per l'adesione alla monarchia sabauda, capace di pacificare la Liguria stessa, nei secoli frammentata e bisognosa di infrastrutture unificanti, soprattutto daquandoMilanoeratornatasottodomino asburgico. Retroterra della Superba non era piùla Lombardia,ma lo Stato che andava da Nizza alla Savoia. I liberali piemontesi, tra alterne fortune, delusioni e sacrifici continuarono a scommettere sulla Casa Savoia, che aveva la sua riserva aurea nel ventenne Carlo Alberto, parente in tredicesimo grado di Vittorio Emanuele I e di CarloFelicemaeredealtronograzieallaleggesalica(sacerdotale,sacraeimmutabile),cioèallasuccessionedimaschio in maschio. In Liguria, invece, continuarono a serpeggiare spiriti più democratici che liberali, venati di nostalgie radicali e rivoluzionarie. Il Piemontedetteall'ItaliaSilvioPellico,CesareBalbo,Gioberti.LaLiguria invece espresseGiuseppeMazzini.Nizzafornì la sintesi, il Giuseppe Garibaldi di «Italia e Vittorio Emanuele». Non fu uncamminofacile.L'insurrezionegenovese del marzo 1849, quando il Piemonte era stato sconfitto a Novara e aveva il nemico in casa, fu un trauma non solo per la durissima repressione attuatadaAlfonsoLaMarmoramaperché prospettò il fantasma del tradimento.Lafratellanzaarrivòdopo,nell' ambito dell'unificazione nazionale, della più «Grande Italia» (*). Quei trascorsi sono una severa lezione per il presente: insegnano che gli europei debbono trovare le vie della fratellanza dall'Atlantico agli Urali facendo leva su se stessi, sulla propria storia millenaria e sulla propria identità, anzichéassistereattonitiapolitichemilitarialtrui,arimaneresuccubidiinvasionierisponderecaoticamenteconsegmenti di guerra in teatri lontani, mentre ormai ce l'hanno in casa. Lo insegna Antonio Maria Costa in «Scaccomatto all'Occidente» (Mondadori): un «romanzo» che vale dieci trattati di storia e di politologia. Aldo A. Mola (*) Il 1815 è stato approfondito nel convegno organizzato a Torino dal Consiglio Regionale del Piemonte e dal Centro Studi Piemontesi con relazioni di Domenico Tomatis, Albina Malerba, Gustavo Mola di Nomaglio, AndreaMerlotti,StefanoMontiBragadin e altri. Ieri mattina intanto, all'auditorium del «Marengo Museum» di Spinetta Marengo, Aldo A. Mola ha presentato il libro «Domenico Maiocco - Lo sconosciuto messaggero di un colpo di Stato», presente l'autore, AntoninoZircone.Maioccovieneindicatocomecoluicheconsegnòinanteprima l'«ordine del giorno Grandi» al Sovrano provocando la crisi del fascismo.